"Teoria della morte esplosivo-implosiva del Gatto"
Dopo varie e numerose ricerche perlopiù empiriche su gatti d'ogni sorta sono riuscito finalmente a scoprire che quando un gatto si avvicina alla sua ora fatale non si contenta certo di tirare le cuoia come ogni bestia normale, chessò, magari stroncata da un infarto o a causa di una caduta dal trentesimo piano. No! L'infida bestiaccia (
Felis silvestris catus) deve farlo in modo spettacolare! Ed è così che, quando sente l'ossuta mano della Morte sulla spalla (Il patè di salmone! {cit}), dopo una vita intera passata a gozzovigliare, senza mai prendere neppure una volta il cimurro, la nostra bestia si ammala di tutto ciò di cui si può ammalare un gatto.
Un esempio pratico?
Prendete la gatta di [8]. Quest'insulsa bestia senza nome ha trascorso una vita moderatamente agiata a non fare un kaiser tutto il giorno. Ora che sta per morire ha preso, nell'ordine: AIDS, ulcera palatale, sta diventando cieca, ha l'artrosi, l'artrite, la forfora e gli puzza anche il fiato di caciotta.
Questa, signori miei, è una scoperta illuminante, che apre interrogativi inquietanti:
-perchè il gatto in punto di morte si autodistrugge?
-contiene forse segreti che non devono essere scoperti?
-e chi innesca il processo autodistruttivo?
-c'è il pulsantino rosso con scritto "non premere"?
-oppure i gatti hanno solo tanta sfiga?