Posts written by Ledah

  1. .
    Una ragazza dai lunghi capelli rossi e dal petto prosperoso si affacciò alla porta squadrando la nuova arrivata dall'alto al basso con aria dubbiosa, ignara del significato che quell'incontro avrebbe avuto per quest'ultima.

    Infatti era la prima volta che aveva un contatto diretto con qualcuno che non fosse Ledah, il quale si poteva definire a fatica come umano, senza contare che le era stato finalmente concesso di lasciare quegli umidi cunicoli per avventurarsi nel mondo all'esterno del suo luogo di nascita!

    Tuttavia doveva fare attenzione, i pericoli si potevano celare ovunque ed il suo creatore si era raccomandato di non farsi notare e di assicurarsi sempre di non aver destato l'interesse di qualcuno di sospetto, se non altro questa sua attenzione la tenne impegnata dato che la sua interlocutrice era rimasta assorbita interamente dalla lettera, missione compiuta probabilmente se doveva render conto a Ledah.

    I loro sguardi s'incrociarono nuovamente dopo che Hebiko finì di leggere, poi tornò alla lettera, poi a lei e così via mentre la postina misteriosa cominciava a chiedersi se non ci fosse qualcosa di sbagliato, forse aveva confuso l'indirizzo oppure quella davanti a lei aveva bisogno di una messa a punto al cervello.

    Forse una parte della lettera non era leggibile ed avrebbe dovuto affidarsi ad una di quelle di riserva datele come precauzione... ed all'improvviso si ritrovò sola di fronte ad una porta sbattutale con forza di fronte al viso.

    Ok, adesso cosa avrebbe dovuto fare?
    Andarsene via con la coda tra le gambe oppure piantare radici di fronte alla porta per ricevere una risposta chiara a quella lettera?



    Mentre ci pensava si ritrovò a tenere in mano la lettera di riserva e si accorse solo all'arrivo dello schiaffo sulla mano che la porta si fosse riaperta prima di ritrovarsi trascinata dentro la casa, ancora avvolta nel braccio di Hebiko, cercando di divincolarsi dalla stretta la ragazzina cercò di esprimere il proprio dissenso all'essere trattata come un pacco:

    ”Hey, ma che diamineaarghh!”

    Non le riuscì di finire la frase prima che l'amministratrice di Oto cominciasse ad esaminarla, tirandole le guance, mettendole le mani in bocca neanche si trattasse di un cavallo al mercato, divincolandosi le riuscì di ribellarsi dicendo:

    ”Argh!
    Insomma, cosa fai!?”


    Finalmente le vennero rivolte delle domande sensate e forse, avrebbe finalmente potuto completare la sua missione senza ulteriori intoppi, così rispose ancora stizzita:

    ”Potevi chiederlo subito!
    Non sono né una marionetta né un clone, il mio codice genetico è originale e non replicato da un singolo individuo, quando Ledah me lo ha spiegato ha detto che la differenza è che il processo è più efficiente e sicuro del metodo consueto essendo io stata concepita in una vasca di coltivazione, in pratica sono superiore sotto ogni aspetto a chi è stato creato alla vecchia maniera.”


    Concluse il concetto con una certa dose di arroganza, giustificata se anche il resto dell'umanità si comportava come questa sciocca ragazza... ed all'improvviso si ritrovò nuovamente in un altra stanza cercando di processare il susseguirsi degli avvenimenti mentre le veniva spiegato dove trovare tutto il necessario per darsi una rinfrescata e cambiarsi.

    ”Eh!?
    Che sia necessario per l'esito della missione?”


    Si chiese stupefatta mentre la porta le si chiudeva alle spalle, forse le toccava abituarsi a quelle stranezze, sicuramente vivere con un essere freddo, insensibile ed estremamente prevedibile doveva aver distorto la sua percezione delle persone che avrebbe incontrato.
    Se non altro quella bizzarra ragazza non sembrava pericolosa e le sue istruzioni le dicevano di darle retta fintanto che la cosa non rappresentasse un pericolo per Ledah o per sé stessa... con priorità per il suo creatore ovviamente.

    Non poteva dire che l'ambiente non fosse gradevole, quel semplice bagno e la casa in generale le trasmettevano un calore che gli ambienti asettici dell'ospedale non riuscivano a darle, in qualche modo poteva notare istantaneamente le differenze tra le personalità del suo “genitore” e della sua “sorella maggiore”, come se questi termini potessero avere senso per qualcuno nato e cresciuto in un laboratorio sotterraneo.

    Il sapone ed i vestiti datele dalla rossa in ogni caso emanavano un buon odore e gli abiti al tatto erano estremamente più morbidi di quelli ai quali era abituata e le calzavano a pennello, persino attorno al petto.
    Quando riemerse dal bagno notò finalmente lo strano animale che si trovava in casa, un disfunzionale miscuglio di altre bestie e le venne da chiedersi se non fosse stato il prodotto di qualche vecchio esperimento di Ledah, in ogni caso sembrava tranquillo e questo le consentì di sedersi di fronte alla bizzarra scatola di carta fumante disposta di fronte alla sua interlocutrice che le fece varie domande mentre la giovane esaminava lo strano oggetto posto di fronte a lei, al tatto era estremamente caldo e per qualche motivo l'odore che emanava sembrava attivarle un aumento nella salivazione, che cosa misteriosa:

    ”Beh, non è che Ledah mi abbia dato molte spiegazioni, mi ha allenato come kunoichi per poi dirmi che ero pronta ad affrontare il mondo esterno ed espletare la mia funzione, con più probabilità tu hai un'idea migliore di ciò che posso fare per te di quante ne possa avere io.”

    C'erano anche dei bizzarri bastoncini di fianco alla scatola, la ragazzina li punzecchiò diffidente con le dita mentre proseguiva:

    ”Le sue istruzioni esatte sono state quelle di farmi un'idea di come sia la situazione al villaggio e di rendermi utile mettendomi alle tue dipendenze, diceva che avrei anche avuto bisogno del tuo supporto per vivere al di fuori dell'ospedale ed integrarmi al villaggio.”

    Quello che non poteva dirle era che doveva anche riferire tutto ciò che riteneva degno di nota a lui in quanto non poteva muoversi dalla sua posizione attuale e che sarebbe stata i suoi occhi ed orecchie in superficie, altro motivo per il quale sulla lettera l'aveva descritta al livello di un chunin, uno studente o un genin sarebbero stati estremamente meno utili dal punto di vista della raccolta d'informazioni.

    Ricordandosi all'improvviso aggiunse:

    ”Ah, mi aveva detto anche di comunicarti il mio nome, io mi chiamo Sayuri, immagino ti possa far comodo saperlo.”

    A quel punto era il caso di studiare più da vicino il contenuto della scatola mentre la sua interlocutrice rimaneva ad elaborare le informazioni ricevute.
  2. .
    Era una sera come tante altre ad Oto, quando dall'Ospedale emerse una piccola e furtiva figura, quest'ultima aveva una grossa particolarità in quanto non era mai stata vista entrare nel suddetto luogo ma sembrava quasi essere stata generata da esso e ciò era vero in più d'un senso.

    A chi si fosse avvicinato maggiormente, sarebbe immediatamente parso chiaro che si trattasse di una figura minuta, all'apparenza piuttosto giovane, ad un attento scrutino non avrebbe dimostrato più di 13-14 anni, età che in un villaggio ninja sarebbe stata più che sufficiente per aver assistito o partecipato ad un omicidio, ma non è il caso di dilungarsi in congetture o giudizi morali sulla vita nel mondo ninja.

    Questa particolare figura stava infatti dirigendosi rapidamente ed a passo sicuro verso un'abitazione, scrutando con attenzione un pezzo di carta che probabilmente conteneva una mappa e muovendosi perlopiù nell'ombra.

    Giunta di fronte ad una porta segnata con una grossolana X sulla pergamena a lei assegnata, la misteriosa presenza si mosse per richiamare l'attenzione dell'abitante della dimora, bussando energicamente in quello che forse era il primo vero segno della sua esistenza all'interno di quel villaggio.

    La suddetta porta apparteneva ad Hebiko, la quale nell'aprirla si sarebbe trovata di fronte alla pallida luce dei lampioni una ragazzina dai gelidi occhi azzurri, i quali dominavano incontrastati su di un viso pallido incorniciato da bizzarri capelli viola e caratterizzato dall'assenza di sopracciglia.

    Per abito indossava quella che sembrava essere una vecchia divisa dei genin di Oto riadattata malamente al suo fisico minuto, l'espressione della giovane era seria e senza troppi convenevoli avrebbe porto una lettera all'amministratrice, dicendole secca:

    ”Per te.”

    Anche prendendo la lettera non sarebbe andata via insistendo:

    ”Prima leggila, devo aspettare che tu lo faccia.”

    La sua voce tradiva un minimo d'emozione, non sembrava abituata a trattare con le persone e forse questo era il motivo per il quale sembrava limitarsi a messaggi brevi e concisi, non sembrava riuscire ad evitare di guardarsi intorno durante l'attesa, come se si sentisse esposta ad un pericolo a dispetto dell'ovvia assenza di minacce nei dintorni.

    Se Hebiko avesse deciso di aprire la lettera avrebbe notato un sigillo in cera blu dell'Ospedale di Oto ed una volta infranto avrebbe trovato un messaggio scritto con una calligrafia familiare e metodicamente precisa in netto contrasto con quella di qualsiasi altro medico mai esistito sulla faccia del pianeta, il quale riportava:

    ”Hebiko,
    ho bisogno che tu accolga questa ragazza nel villaggio, ho iniziato il suo addestramento e dovrebbe essere in grado di operare al livello di un Chunin, ma non esiste nei registri dell'Accademia ed il suo limitato accesso come studente sarebbe per me un inconveniente.

    Usala come più ti aggrada, potrà arrivare dove io al momento non posso, se vuoi, puoi considerarla come una sorella minore.

    Ledah”


    Un messaggio breve, utilitario ed impersonale, un vero marchio di fabbrica per chi avesse mai avuto a che fare col vecchio primario del villaggio in passato.
    Ciò che era nuovo era la ragazzina ferma di fronte alla soglia di casa, una novella e complicata responsabilità per la giovane amministratrice.
  3. .
    Vedere il folle scienziato cadere a terra trafitto dai suoi capelli causò in Haru una forte ondata d'ilarità, al punto da scoppiare in una sonora risata mentre l'uomo si accasciava a terra agitandosi sempre più lentamente, morendo con nelle orecchie le parole beffarde della donna:

    "BWAHAHAHAH!!!
    Chi è che adesso è pieno di aghi eh?"


    La mancanza di risposte portò in compenso alla luce un nuovo problema, ovvero che l'aspirante kunoichi fosse legata ad un tavolo e senza arti, senza considerare che dai suddetti arti stesse cominciando ad uscire sempre più sangue, come se all'improvviso avesse ripreso a scorrere normalmente attraverso le ferite.

    "Fuck."

    Ok, questo era very bad per dirlo a parole sue e le toccava cominciare a fare qualcosa, quantomeno per liberarsi da quelle costrizioni, cercò di fare forza coi poderosi muscoli dell'addome sfruttando il poco di mobilità concessale dalla spina dorsale, il fatto che fosse legata tanto stretta giocava quasi a suo favore costringendola a dover eseguire con successo un movimento meno pronunciato per scardinare i ganci che bloccavano le sue cinghie.

    I primi minuti furono alquanto infruttuosi, le sembrava di riuscire quasi a sentire le cinghie venire meno salvo poi ritrovarsi nuovamente punto a capo, i suoi addominali erano in grado di generare a forza sufficiente, ma il legaccio al collo avrebbe finito per strozzarla, a quel punto le conveniva concentrarsi e trovare una soluzione prima che tutti quegli sforzi finissero per accellerare il suo dissanguamento.

    "Ok, questo sarebbe un momento ideale per ricordare un altro trucchetto, anche uno semplice..."

    Le serviva qualcosa per irrobustire i muscoli del collo quel tanto che bastava a farle spezzare le cinghie, per il resto sembrava abbastanza forte da farcela da sola, ma se le fosse stato possibile indurire la zona del collo sarebbe stato perfetto e fu proprio in quel momento che le venne in mente che l'energia utilizzata per generare gli aghi potesse tornarle utile anche per irrobustire il suo corpo!

    "That's it!"

    Impastando un ½ basso nei muscoli del collo per irrigidirli e renderli duri quasi come il metallo, o almeno era questa la sesazione sulla quale si concentrò, la donna eseguì un nuovo piegamento e con uno sforzo notevole messo in evidenzia dal viso completamente rosso e gonfio, trattenne il fiato per irrobustire il collo e concentrarsi unicamente sulla tensione dei muscoli prima che finalmente, qualcosa nella cinghia cedesse lasciando schizzare la donna in avanti come una molla tesa e facendola cadere in avanti con tutto il massiccio tronco umano rimastole verso il tavolino che portava i ferri e le medicine dell'idiota che l'aveva smontata e col quale si ritrovò a condividere la prospettiva in seguito ad un repentino schianto a terra, sottolineato dal rumore di strumenti metallici e boccette che volavano in terra rompendosi in mille pezzi tutto intorno a lei.

    "Ouch, almeno sono libera di morire dissanguata alle mie condizioni, senti un po', tu che ci stai già da un po' come descriveresti la vista sul pavimento?"

    Il porcospino di fronte a lei rimase immobile in una chiazza del proprio sangue, alché la donna rispose:

    "Lascia stare, lo capirò da sola."

    Non passò molto prima che una voce decidesse di farsi sentire e non apparteneva al tipo che le aveva tranciato gli arti.

    La voce la compatì, le fece un discorsetto smielato e bla bla, la cosa importante era che le indicò il fatto che il tipo avesse delle pillole per fermare il sanguinamento e che ora si trovavano tutte sparpagliate sul pavimento, più o meno come lei e c'era da sperare che non ne avesse di tanti tipi perchè non sarebbe certo stata ingrado di riconoscerle o distinguerle, le bastava solo provare a strisciare verso la più vicina, aveva ancora qualche moncherino di omero che poteva tornarle utile per aggiustarsi un minimo nel movimento per quanto le sembrasse di essere una lumaca che lasciasse una scia di sangue piuttosto che di bava.

    Prendendo la pillola a lei più vicina dopo quella che le sembrò quasi un'eternità, Haru la mandò giù rispondendo finalmente alla misteriosa voce:

    "Ok voce misteriosa, potrei non stare sanguinando più a morte, ma sentiamo un po' come pianifichi di aiutarmi senza mostrarmi il tuo brutto muso."

    Il piano in realtà era semplice, le avrebbe riattaccato gli arti in cambio della morte di qualcuno, un Febh Yacoso o quel che era, il nome ovviamente non le fece tornare in mente nulla, con aria seccata rispose:

    "Nessuna remora morale, non ricordo molto ma credo di avere un dono naturale nell'ammazzare la gente, il tipo lì è stato uno spasso ad esempio, non saprei chi sia il tizio che vuoi morto però, quindi mi dovrai dare qualche indizio in merito."

    Poi in generale, se qualcuno aveva deciso di farla a pezzetti per prenderle qualunque cosa fosse che avevano deciso di rubarle, lei di certo non glielo avrebbe dato di sua spontanea volontà, a prescindere da quanto non le venisse ancora in mente di cosa stessero parlando.

    Ed anche a voler ignorare la voce misteriosa, riavere braccia e gambe era un ottimo modo per guadagare un vantaggio e del tempo per ricordarsi qualcosa e magari evitare di seguire i piani di gente che per non mostrarsi doveva essere molto molto brutta.

    - Ricordata la tecnica dei mille aculei
    - Ricordato come s'impasta il chakra
  4. .
    L'ometto grigio sembrò stupito dalle proposte di Haru più di quanto quest'ultima si fosse aspettata, per quanto l'idiota in questione sicuramente ferito nell'orgoglio per non averci pensato per primo senza tagliarle gli arti, provò a mantenere il proprio ego provando ad insinuare che la donna non fosse propriamente normale, un commento che ella non avrebbe subito passivamente, per quanto glielo concedesse la situazione almeno, vista la mancanza di arti:

    "Anormale ci sarai tu razza di microcefalo incontinente!
    Ammettilo che la tua è tutta invidia per la mia geniale creatività you incompetent fool!"


    Insomma, il tipo voleva pur sempre invertirle braccia e gambe, infilarle paletti di metallo a caso nel corpo e farla pisciar sotto a rotella, non si poteva dire che fosse in grado di concepire dei miglioramenti utili alla basilare forma umana, qualcuno avrebbe dovuto togliergli il seghetto di mano vista la sua idiozia e usarlo sul suo corpicino grigio e rinsecchito, dopodiché avrebbe potuto defecare sulla sua carcassa visto che quel tipo sembrava avere una passione per lo scat e la golden shower, un momento, perché diavolo di tante cose che non ricordava alla donna tornava in mente proprio roba tanto schifosa e depravata?

    Era sicura di voler ricordare chi fosse stata se questi erano il genere di ricordi che possedeva?

    Ad ogni modo il tipo proseguì con il suo bizzarro fetish accarezzandola con la propria oramai fredda mano, una sensazione strana, ma d'altronde non era come se la donna ricordasse di aver mai avuto degli arti, sempre continuando a dire stupidaggini e parlando di un qualche marchio che si trovava sulla sua spalla, godendo particolarmente nel chiamarla un semplice pezzo di carne, la risposta dell'invalida non si fece attendere:

    "Se io sono solo un pezzo di carne tu sei semplicemente un pezzo di merda."

    Non era una battaglia che quel tipo potesse vincere a parole, di questo la kunoichi ne era certa, com'era certo che ci fosse qualcosa di strano nel fatto che le venisse da definirsi kunoichi, forse era legato a qualcosa che stava tornandole in mente, quel tipo sembrava amare il suono della propria voce oltre che il torture porn e si avvicinò sin troppo per i suoi gusti, il moto di disgusto innato nel sentirsi addosso l'alito umidiccio e fetido di quell'omino viscido e disgustoso fu sufficiente a farle tornare in mente in maniera del tutto istintiva un ottimo modo per porre fine a quella situazione tanto rivoltante.

    Mentre quel tipo si trovava col volto ancora vicino all'orecchio della donna, un considerevole flusso di chakra dall'addome schizzò verso il cuoio capelluto di quest'ultima, attraversandolo e tramutando la sua folta chioma in un'arma che avrebbe scagliato innumerevoli volte verso il viso del suo aguzzino, con lo scopo di tramutarlo in un puntaspilli e magari di metterlo a tacere una volta per tutte.

    Forse in mezzo a tutte le parole che si ostinava ad alitarle addosso c'era anche qualche informazione utile, ma l'idea di continuare ad ascoltarlo le stava divenendo insopportabie ed anche in questo caso forse avrebbe dovuto preoccuparsi di chi fosse stata prima di risvegliarsi sotto forma di tronco umano, per curarsi così poco della vita altrui e ritenere l'omicidio un modo valido e giustificato per chiudere un discorso.


    Ok, Haru ricorda e lancia la tecnica del mille aculei verso il viso del tipo quando quest'ultimo le si avvicina all'orecchio col viso, interrompendo le sue azioni, spende un medio e non necessita di sigilli.

    Mille Aculei - Kebari Senbon
    Villaggio:
    Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può trasformare i propri capelli in spiedi che verranno scagliati con traiettoria lineare entro 9 metri di distanza. L'area d'influenza dell'attacco avrà diametro pari a 1,5 metri. La potenza è pari a 20.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]
  5. .
    Le sembrò di riemergere da un lungo sonno, i suoi ricordi erano confusi e si rimescolavano in un turbinio di rumori, colori e sensazioni indistinte ma indubbiamente spiacevoli, il rosso tornava sempre a confondersi ad urla lancinanti in risposta ad un nuovo tipo di dolore, poteva ricordare qualcosa perforarle la pelle e le carni, incidere in essa tagli profondi ed il rosso tornava a sgorgare come una nuova sorgente mentre un rumore raccapricciante le ricordava una serie di interminabili minuti in cui poteva sentire distintamente una sega farsi strada nelle sue ossa.

    Una volta aperti gli occhi, il dolore svanì assieme a quei pochi ricordi, come neve che si scioglieva alla luce del mattino.
    Qualcuno le mosse un oggetto davanti al viso e dopo pochi istanti era tornata sveglia a sufficenza da comprendere la situazione e ritrovarsi a lottare inutilmente contro i legacci che la costringevano al lettino, forse i suoi arti erano legati particolarmente stretti perché non riusciva a sentirseli per niente.

    Il tipo le diede rapidamente qualche spiegazione, si trattava di un disgustoso ometto grigio che si divertì ancora ad agitarle quel'oggetto davanti agli occhi, solo che questa volta le apparve chiaro di cosa si trattasse.
    Quel figlio di buona donna le aveva staccato gli arti e sembrava divertirsi un casino, divertimento non condiviso da Haru che si vide costretta a sorbirsi tutti gli idiotici progetti di quel demente.

    Avrebbe voluto liberarsi da quelle corde e prenderlo a sberle col suo stesso braccio impugnato come una clava improvvisata, tuttavia era chiaro che il potere non fosse nelle mani della donna che decise di utilizzare uno dei pochi muscoli utili in quella situazione, la lingua.

    Cominciò sforzandosi di fare una risata che le uscì come un cavernoso verso gutturale per poi dire:

    "Invertirmi braccia e gambe?
    Farmi pisciare in giro e magari farmi indossare un fottuto pannolone?
    Sarebbe questa la tua idea del 'più cazzuto mostro che i bambini di Oto abbiano mai visto'?"


    In quel momento non aveva idea di cosa fosse Oto, ma era il caso di proseguire con l'uso della lingua:

    "Anche quella ferraglia direi che te la puoi ficcare su per il culo se non sei in grado di pensare a qualcosa di meglio, persino io saprei ideare qualcosa di più terrificante!"

    E non si trattava di una menzogna, essere un tronco umano smemorato ti dava una certa elasticità quando si trattava di tramutarsi in un mostro e sicuramente preferiva essere brutta, forte e spaventosa che non un fenomeno da baraccone con braccia per gambe e gambe per braccia con l'abitudine di farsela sotto.

    png



    E così iniziò coi suggerimenti:

    "Innanzitutto, braccia e gambe al loro posto, certe limitazioni stimolano l'ingegno e puoi aggiungere artigli o qualche arma, mettici un seghetto o qualcosa del genere sull'avambraccio o qualche spuntone sui gomiti, vedi come corrono i bambini alla sola vista!

    Poi hai tutto un corpo su cui lavorare, prova ad aggiungere qualche arto extra o delle ali o una coda, i denti puoi farli più grossi ed appuntiti e perché no, se sei tanto bravo potresti darmi delle scaglie o degli occhi che brillano al buio you goddamned piece of shit!"


    Non era sicura del perché alla fine le fosse venuto da parlare in un'altra lingua ma le sembrò naturale.
    Adesso c'era da sperare che quell'idiota le rimettesse a posto le braccia prima che tutto il suo sangue migrasse altrove.
  6. .
    La donna venne rilasciata dal viscido abbraccio della lingua del colossale rettile alle sue spalle, consentendole di avvicinarsi al centro dell'azione dove il neo-eletto capo di quel mucchio di casette fatiscenti proclamò una sfida nella quale avrebbe messo in palio poteri inimmaginabili.

    La prima caratteristica di quel potere era quella di renderti estremamente brutto in cambio di quella che sarebbe dovuta essere un'estrema forza, vedere quell'omone alto quasi quanto la statuaria Haru ergersi a dimensioni ancora superiori le fece pensare che quello potesse essere il sentiero per lei.

    Ignara del pericolo e del potenziale controllo che sarebbe potuto essere esercitato su di lei, la donna si propose tra i volontari per la trasformazione, accecata dalla possibilità di crescere rapidamente e raggiungere il livello di quel tipo che l'aveva così sonoramente battuta, senza fermarsi a considerare il livello dell'omone di fronte a lei.

    Avvicinandosi al colosso dei Mikawa gli disse spavalda a dispetto del braccio rotto:

    "Sembra interessante omone, let's see what you've got."

    Si fece imprimere il sigillo sulla spalla sinistra, quella sana, conscia del fatto che avrebbe dovuto dimostrare una determinazione che andasse al di là della mera sopportazione del dolore fisico.

    L'affondo del clone di sangue del Mikawa fu rapido e quasi inaspettato, dandole l'impressione di averle iniettato della lava direttamente neli vasi sanguigni della spalla e che quella sensazione si estendesse in tutto il corpo, lungo il suo sangue, sino a giungere al cuore che con rapidi e poderosi battiti la spinse in circolo avvolgendo il corpo e la mente di Haru in un mondo composto di fiamme bianche.

    Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dall'inizio di quel tormento alla sua conclusione, ma quando tornò in sé non sembrava più essere nello stesso luogo ed il braccio sembrava esserle tornato sano.

    Il mondo da bianco cominciò ad assumere una forma e dei colori in qualche modo familiari ma estremamente indistinti mentre una nebbia oscura cominciava ad emergere tutt'intorno a lei, provò a toccarla e questo sembrò dare il via ad una bizzarra reazione in cui quell'oscurità cominciò a vorticarle attorno sino ad addensarsi ed assumere una forma umanoide nella quale dominavano chiaramente quelli che sembravano essere occhi, una voce tetra e non meno immateriale dell'essere di fronte a lei sembrò emergere da ogni direzione, dicendole:

    "Una nuova vittima, un nuovo pupazzo per il mio Signore."

    Questo sembrò Irritare Haru che si girò cercando d'identificare la provenienza di quella voce mentre il fumo attorno a lei prese a vorticare in maniera febbrile:

    "Io non sono il pupazzo di nessuno, got it?!"

    Una risata che sembrava assomigliare all'infrangersi di numerose vetrate risuonò in quel luogo mutevole, dove pareti e forme mutavano di continuo creando un mix di elementi familiari ma difficili d'afferrare, a quel punto la voce rispose:

    "Ma tu sarai un grande pupazzo, non hai mai smesso di esserlo ed hai lasciato che fossero i tuoi piedi a condurti qui..."

    Haru cercò gli occhi del nemico intorno a sé, puntando a guadagnare altro tempo tramite le futili chiacchiere delle quali quella presenza sembrava essere una grande fan:

    "Oh yeah!?
    Perché non mi spieghi questa tua bella teoria?"


    La risposta arrivò immediata e con essa si palesarono nuovamente quegli occhi brillanti:

    "Ma certo, faremo un bel viaggetto nel passato..."

    Haru si mosse per colpire il “volto” di quell'essere ma finì per esserne avvolta interamente e quando il fumo passò, si trovò cambiata.

    "What the..?"

    png





    Il mondo attorno a lei prese finalmente una forma tramutandosi in una cella a lei sin troppo familiare, immediatamente le tornarono alla mente i ricordi della sua infanzia come se fossero avvenuti solo pochi attimi prima, le sembrava di rimembrare per filo e per segno ogni dettaglio della baracca che accoglieva lei e gli altri orfani dell'ultima guerra, sino all'odore delle lenzuola sulle quali si addormentava ogni notte prima che venissero a trovarla quegli uomini.

    Entrambi portavano una fascia metallica sulla fronte ed a dispetto dell'aria mingherlina sembravano incutere un grande timore nei suoi tutori, si presero cura di esaminare ogni orfanello in quello che comprese poi essere un esame medico per verificare chi di quei miserabili scarti potesse tornare utile ai loro esperimenti.

    Le tastarono gli arti, le chiesero di stare in equilibrio e le fecero altri esami di quel genere, scrissero qualcosa sulla loro cartella e passarono al prossimo, fu solo qualche ora più tardi che le venne detto di andare con loro, non le venne richiesto di portare nessuna delle sue cose, col senno di poi si disse che per i suoi nuovi “tutori” si sarebbe trattato solo di ulteriore paccottiglia della quale sbarazzarsi assieme ai corpi, non che avesse molto da portarsi in ogni caso.

    Ricordava molto bene la cella in cui si trovava, vi avrebbe dimorato per molti anni assieme ad altri degli orfanelli che come lei erano stati ritenuti idonei e la cui vita era stata acquistata per pochi Ryo da persone che avevano sin troppe bocche da sfamare.


    L'ombrà tornò a tormentarla con le proprie parole:

    "Non sei mai veramente uscita da questo ruolo, vero?"

    La ora piccola Haru si voltò verso l'ombra con un'espressione dura a dispetto della giovane età del suo viso i suoi occhi mostravano la sua attuale maturità:

    "Ti credi così furbo per avermi ricordato d'aver avuto una brutta infanzia?
    Ci sono già passata, so già come prosegue la storia."


    Una risata malevola le risuonò nelle orecchie:

    "Forse hai ragione, ma qualcosa mi dice che imparerai qualcosa rivivendola..."

    Gli occhi di Haru si spalancarono mentre esclamava per la sorpresa ed una tinta di timore:

    "Are you...?!"

    La sua coscienza sembrò scomparire, soverchiata dai ricordi che si affollavano nella sua mente, poteva sentire le urla ed i pianti degli altri bambini nelle celle limitrofe, ricordava le proprie urla, la disperazione e l'angoscia che attanagliavano la sua pancia come se fosse compressa da un peso impossibile da rimuovere.

    Vide un bambino venire strattonato urlando e scalciando verso le scale e venire zittito con un ceffone dall'uomo vestito di bianco che lo stava trascinando chissà dove.
    Chi veniva fatto uscire spesso non faceva ritorno e quando lo faceva spesso urlava dal dolore per qualche ora prima di ammutolirsi in maniera definitiva.

    Gli uomini in bianco portavano anche il cibo, noessuno di loro entrava mai nelle celle salvo uno che giungeva saltuariamente dopo lo spegnimento delle luci, non rispondeva alle domande esattamente come gli altri, nessuno voleva dire loro cosa ci facessero lì e perché li avessero rinchiusi come animali, tuttavia sembrava essere il più gentile e meno brusco, alcuni non aprivano mai bocca ed avevano un'aspetto spaventoso, con grosse cicatrici che percorrevano volti segnati ed induriti da esperienze a lei ignote.

    Tuttavia di notte quell'uomo cambiava, entrava nelle celle e dopo qualche tempo tendeva ad urlare, si udivano con chiarezza delle urla seguite dal rumore di uno o più schiaffi, quando venne per lei, Haru cercò di non dargli motivo di colpirla, rimediando in ogni caso un occhio nero prima che il volto di quell'uomo le si avvicinasse.


    Per un momento vi sovrappose l'immagine di una testa sfigurata e chiaramente mozzata che sembrava assomigliare vagamente a lui, quell'immagine distrasse la ragazza che tornò in se, ricordando giusto il dolore e le lacrime che seguirono quell'evento prima che la nebbia tornasse a palesarsi intorno a lei, riportandola gradualmente al presente.

    png



    "Sai essere molto obbediente quando ti ci metti, è una vita semplice e priva di pensieri, ha un suo fascino, non trovi?"

    Haru si strofinò gli occhi gonfi, ora cosciente del fatto di trovarsi ancora in quella bizzarra situazione e cercando di rassicurarsi del fatto che né quel luogo, né quell'uomo potevano più farle alcunché, si era occupata personalmente della faccenda e rispose infuriata:

    "I'm not that child anymore!!!"

    Un'altra risata da parte dell'ombra precedette le sue parole:

    "Non te la prendere, non ti paragonerei mai a quei falliti dei tuoi compagni tu sei diversa, tu sei... sopravvissuta, sei nata per questo."

    L'ombra non le diede il tempo di rispondere prima di avvolgerla nuovamente, portandola a ricordare il momento della prima operazione.

    png



    Era legata ad un tavolo operatorio e poteva solo osservare con timore i due uomini di fronte a lei, erano stati loro a “sceglierla” all'orfanotrofio ed a portarla in quel luogo orribile, notava ora per la prima volta i dettagli dei loro strani copricapi, portavano una nota incisa che però era stata come cancellata da un segno orizzontale, non aveva idea di cosa significasse all'epoca e l'unica cosa della quale era certa era che probabilmente non sarebbe tornata nella sua cella, come gli altri bambini prima di lei.

    Le vennero fatte delle iniezioni che indussero immediatamente una risposta dolorosa nel suo corpo, i muscoli erano coinvolti da spasmi e sembravano comprimersi e dilatarsi di loro volontà senza tenere in mente il fatto che fossero connessi alle ossa dalle quali sembravano quasi volersi staccare, uno dei due medici prese appunti mentre l'altro iniziò a girare una valvola per farle inalare una sostanza ignota, sentì il dolore ridursi mentre uno di loro tirava fuori un bisturi, avevano tratteggiato delle linee sul suo corpo, incluso il volto e portando altre siringhe ed altri strumenti, si apprestarono a creare le cicatrici che ancora segnavano il suo volto e non solo.


    Una voce melliflua la riportò in sé.

    "Visto come sei stata brava?
    Anche oggi hai sopportato il dolore per il bene dei tuoi padroni, sono nuovi padroni ma pur sempre di padroni si tratta, lasciati andare e sarai fortissima."


    Haru intanto prendeva grandi respiri, cercando di trarre un qualche tipo di sollievo dall'aria densa ed umida della cella mista ad un penetrante odore di muffa mentre qualche gocciolina di sudore freddo le colava ancora lungo il corpo.
    Attese qualche secondo prima di rispondere, ora con voce più matura:

    "Non ho padroni, se credi che un servo come te possa dominarmi, ti sbagli di grosso!"



    Questa volta sembrò essere lei stessa ad innescare i propri ricordi, i suoi muscoli crescevano e si assicurava di esercitarli a dovere, la qualità dei suoi pasti era migliorata ed i due nukenin di Oto non facevano altro che lodarla per quanto stesse divenendo forte grazie ai loro esperimenti, era cresciuta in una maniera innaturale, contava di avere oramai 15-16 anni e già stava per superare il metro e novanta, non era sicura di quando si sarebbe fermata ma indubbiamente era più forte fisicamente degli inservienti che oramai la guardavano con timore a dispetto della sua apparente obbedienza, un male necessario mentre affinava il suo corpo, una flessione alla volta.

    png



    Purtroppo non le bastava essere forte, avrebbe dovuto procurarsi una qualche arma per divenire letale ma le era impossibile procurarsele in quel contesto, non era in grado di uccidere i suoi avversari rapidamente, alle volte aveva affrontato delle belve feroci come parte degli esperimenti dei suoi aguzzini ma un conto era strozzare un singolo orso a mani nude e senza interruzioni, un'altro era quello di trovarsi circondata da avversari armati e senza un piano, aveva bisogno di tagliare l'operazione alla testa e sfruttare la confusione che ne sarebbe seguita per fuggire.

    L'occasione arrivò il giorno di una nuova operazione, i due nukenin le spiegarono come sino ad allora avessero temuto pesanti rigetti nell'installazione di potenziamenti metallici noti come innesti, ma di come fossero finalmente riusciti a procurarsi del materiale di contrabbando e pensarono di farne dono alla loro futura arma preferita, in fondo l'avevano potenziata per fare dei test ma era sempre stata così collaborativa da meritarsi un altro upgrade e forse anche delle prime esperienze sul campo.

    Non appena l'operazione fu conclusa, Haru fu in grado di estrarre una delle sue lame interne per la prima volta, in essa poté vedere riflesso il proprio volto, per qualche secondo rimase incantata dalla bellezza letale della lama, non appena uno dei due nukenin otesi le si avvicinò, le chiese cosa ne pensasse, in risposta si ritrovò con le budella al vento, il sangue caldo dell'uomo tinse di rosso la lama la cui bellezza sembrò aumentare, ma questo non fu che l'inizio:

    "Direi che non è niente male doc."


    png



    Il secondo dottore per un attimo ebbe un riflesso azzurro come quello degli occhi dell'essere d'ombra prima d'attaccare, quello scontro sembrava diverso da come lo ricordava, il nukenin era un uomo pericoloso, ma non era fisicamente alla sua altezza, questa volta invece riuscì a darle qualche pensiero in più, spingendola via con un calcio sul torace per concentrarsi sulla composizione di strane posizioni delle mani.

    Purtroppo per lui o l'ombra che lo manovrava, anche con quella distrazione l'esito rimase il medesimo ed Haru riuscì ad amputare entrambe le mani dell'uomo che arrugginito nell'arte della lotta, cadde a terra in preda al dolore, ancora incapace di comprendere come mai il suo miglior strumento avesse deciso di ribellarsi così all'improvviso:

    "Non è stata una decisione improvvisa, attendevo solo il momento giusto, thank's for the gift!"

    Haru concluse la frase infilzando anche il secondo nukenin otese, ma non era finita lì, il fumo nero emerse dall'uomo in cerca di altri ospiti, incarnò molti uomini in bianco, i quali vennero falciati l'uno dopo l'altro sino a quando il loro sangue non sembrò coprirla interamente, improvvisamente, la giovane donna si trovò davanti l'uomo che tanti anni prima le aveva lasciato quell'occhio nero, con lui decise di prendersi il tempo necessario.

    Lo rese inerme amputandogli o fratturandogli gli arti, seguendo con il piatto forte, una serie di devastanti pugni che ridusse in poltiglia quello che una volta aveva chiamato volto.
    Ad ogni colpo volava un dente oppure sentiva il setto nasale subire una nuova frattura mentre l'uomo, stordito, imbrattava il pavimento del proprio sangue.
    Tutto si concluse con un taglio netto della testa dell'uomo,
    l'osservò per qualche secondo prima di vedere una nuova nube di fumo emergere dalla testa mozzata ed avvolgerla nuovamente, questa volta il fumo sembrava essere nettamente più denso e forse anche più solido, persino la sua voce si era fatta più decisa:

    "E così li hai uccisi tutti, specialmente lui."

    Il commento di Haru fu secco:

    "Lo meritavano, lui in particolar modo."

    La voce si avvicinò, sembrava quasi che dalle ombre comparisse una mano:

    "Alla fine sei diventata ciò per cui ti avevano creato, una macchina di morte."

    "Sono piuttosto sicura che volessero guadagnare dei Ryo, non essere uccisi da me."

    La mano assunse una maggior definizione, cominciando a generare lunghi artigli:

    "Sei ad Oto per completare il lavoro iniziato da loro, hai bisogno di una guida."

    "Ho bisogno che tu stia zitto."

    La mano si avvicinò pericolosamente vicino alla gola della giovane e sembrava sempre più densa e tangibile al punto di poterne quasi avvertire il fetore:

    "Diventerai forte con me al comando, obbedirai al mio Signore e nessuno ti farà più del male, lascia che ti protegga da uomini spaventosi come il tipo che ti ha rotto il braccio... lascia che ti aiuti a dimenticare questi orrori..."

    La mano si fece ormai vicinissima e pronta a tranciare la gola della giovane Haru...

    png





    Quando improvvisamente un potente colpo all'indietro prese in pieno il volto del mostro d'ombra che lo accusò quasi come se fosse stato solido!

    png



    Le parole di Haru rieccheggiarono in tutto l'ambiente mentre il mostro cercava di comprendere cosa fosse successo a pochi attimi dalla vittoria:

    "You damn idiot!
    Pensavi davvero d'indebolire la mia determinazione mostrandomi i miei stessi ricordi?
    Sono diventata forte proprio per essere libera, non lascerò che qualcuno mi controlli per ottenerla, questo significa che tu ed io abbiamo chiuso!"


    Una nuova raffica di pugni si abbatté sull'essere che oramai sembrava quasi completamente solido e che venne sbattuto con forza verso un muro, infrangendolo ed emergendo in uno spazio vuoto al di fuori dei ricordi di Haru su quei corridoi sotteranei, l'unico collegamento che sembrava ancora condividere con lei era una sorta di evanescente cordone ombelicale collegato al punto in cui Diogene aveva innestato il sigillo nella spalla della donna.
    Mentre cercava di riprendersi dalla serie di colpi, il mostro rispose infuriato:

    "Dannazione!
    Dovevo capirlo subito che fossi troppo stupida per capire le mie parole, tu...ARGH!!!"


    Venne interrotto da un altro diretto al muso da una Haru che dalla sua adolescenza sembrava essere tornata alla sua età ed aspetto ordinari:

    "You're the dumb one!
    Non c'è nulla da capire qui se non che hai cercato di divenire più forte a mie spese e che se sono in grado di colpirti è solo perché ti sei nutrito delle mie paure per divenire solido..."


    Facendo il gesto di una gola tagliata la donna rise beffarda esibendo i suoi denti acuminati all'avversario prima di concludere:

    "Tornerai ad essere un'innocua nebbiolina, mi aspetto di espellerti con la prossima puzzetta, è una fine che ti si addice!"

    A questo punto era chiaro ed evidente che il mostro si fosse sentito ferito nell'orgoglio e turbinando su sé stesso assunse una nuova forma, solida al 100% ed il cui aspetto ricordava quello di un demone nerboruto con tanto di lunghe corna e denti aguzzi che sembrava sovrastare persino Haru in altezza, il quale urlò con voce cavernosa:

    "Basta così!
    Se è solo la violenza ed il dolore che capisci, mi assicurerò di spezzare il tuo spirito assieme alla tua spina dorsale!!!"


    Haru sfoggiò un'espressione divertita mettendosi in posizione di guardia e rispondendo alla sfida del demone:

    "Ah sì?
    Vediamo se sei tutto fumo e niente arrosto, oppure se avrò qualcosa degno d'essere scazzottato tra le mani, Let's see what you've got!!!"


    png



    Quello fu l'inizio di un epico scontro basato interamente sulla forza di volontà incarnata mentalmente nella capacità di pestare l'avversario sino a quando il suo spirito non si fosse spezzato, non era possibile dire dall'esterno chi dei due stesse avendo la meglio, l'esito finale sarebbe stato in sospeso sino al momento in cui la donna fosse stata in grado di riaprire gli occhi sul mondo reale.
  7. .


    A dispetto dell'aspetto esile, quel tipo sembrava piantato nel terreno con delle profonde radici, tanto che Haru si stupì di come non le fosse riuscito di attirarlo a sé con la forza della quale andava tanto fiera, persino il calcio che gli sferrò sembrava aver colpito un muro di ferro più che una persona ed il dolce e familiare suono delle costole che si spezzavano non si fece udire.

    Piuttosto, le venne il dubbio che forse fossero state le sue di ossa ad emettere un lieve scricchiolio, ma sicuramente si trattava del fatto che non fosse propriamente sobria.

    Ed a chiunque avesse chiesto, forse avrebbe imputato all'alcohol anche la propria lentezza nel reagire all'offensiva del suo avversario che prontamente approfittò della sua presa per afferrarle il polso a sua volta ed infliggerle una dolorosa torsione.

    Forse sarebbe stato meglio seguire i consigli di un grande maestro d'arte marziali e comportarsi come l'acqua, seguire il flusso della corrente invece di opporvisi ma non era la via di Haru che si poneva normalmente come un ostacolo inamovibile di fronte ai suoi nemici e che sfruttò quel poco che aveva appreso per aumentare la propria forza tramite lo scorrere del chakra e cercare a sua volta di piantarsi nel terreno come una montagna.

    Tuttavia questa volta non le riuscì di resistere e le ossa del suo braccio si fratturarono sotto l'effetto della presa avversaria strappandole un grido di dolore prima di ritrovarsi scaraventata a terra.

    Ripresasi dal dolore iniziale e col braccio che le penzolava da un lato, la donna urlò all'uomo che si allontanava:

    "D-dove vai!?
    Guarda che ho ancora un'altro braccio!"


    Cercò di seguirlo ma una forza misteriosa sembrò trattenerla, fece pressione contro di essa inutilmente ridendo a causa di un'inspiegabile senso d'eccitazione:

    "BWAHAHAHAH!!!
    E' proprio per questo genere di cose che sono venuta qui!
    Voglio proprio vedere che altro sai fare!"


    harusmile



    Il suo entusiasmo si spense quando una colossale lingua biforcuta le si avvolse con forza attorno alla vita infliggendole una sorta di scossa ed intorpidendola momentaneamente.

    Per la maggior parte dei discorsi successivi Haru rimase imbambolata, intontita e non riuscì a prestare attenzione a tutti gli elaborati discorsi sulla leadership del villaggio, quando si riprese però, si accorse della situazione in cui si trovava e dopo aver provato inutilmente a liberarsi con la forza, decise che per quanto fosse potente la stretta di quella lingua, non vi era ragione per la quale non potesse provare a tagliarla, quanto poteva essere resistente una lingua in fondo?

    Estraendo una lama interna dal braccio buono si mosse in maniera tale da provare a tranciare l'impedimento e liberarsi, stavano comparendo tante facce nuove ed aveva l'impressione che ci fosse da divertirsi parecchio, tanto che a prescindere dal fatto che fosse riuscita a liberarsi o meno avrebbe urlato:

    "Finalmente c'è un po di vita in questo villaggio, il fuoco di una battaglia nel quale temprare il mio fisico, portarlo verso l'apice!"

    Anche con un braccio solo avrebbe combattuto, il dolore era lancinante ma non era nulla che non avesse già sperimentato in passato, le cuciture sul suo corpo erano testimonianza di una storia dolorosa e travagliata con la quale aveva imparato a convivere, sarebbe sopravvissuta ancora una volta e ne sarebbe uscita ancora più forte di prima, come in passato.

    Queste sue convinzioni rimasero ferme anche di fronte all'ondata nera generata dal Mikawa.

    Dalla distanza, due gelidi occhi azzurri osservavano lo svolgersi degli eventi, in attesa del momento migliore per palesarsi, quella prova non lo riguardava, non più.

    ledahstaredown

  8. .
    La risposta di Haru alla domanda del misterioso individuo sarebbe forse stata sorprendente per molti dei presenti, in quanto non sembrava allinearsi alle emozioni di nessuno di essi, alcuni erano disinteressati e distaccati, altri rischiavano di farsela sotto dalla paura ed alcuni erano pronti a radunare il proprio coraggio per affrontare l'avversario e difendere ciò che per loro era prezioso, ma nessuno dei presenti probabilmente avrebbe risposto alla velata minaccia di quel tipo con una risata sonora e stranamente sincera.

    "BWAHAHAHAHAHAHAH!!!"

    Forse il contenuto della boccetta che aveva ingerito oltre al mix di liquirizia e ginseng datole da una donna dai capelli bianchi che stava masticando per ridurre gli effetti della sbornia ancora non avevano fatto effetto, oppure poteva darsi che fosse davvero tanto pazza, ma era chiaro che vi fosse qualcosa di estremamente divertente nelle parole dell'uomo dal suo punto di vista e forse le sue parole avrebbero reso più chiaro agli altri ciò che pensava:

    "You're so funny man!
    Il mio era un consiglio per questa banda di pesci lessi, una soluzione semplice ed efficace al vostro problema di leadership, un problema del quale non m'interessa far parte."


    Tuttavia, il suo sguardo si fece improvvisamente più attento e fisso sull'uomo dinnanzi a lei, in maniera non dissimile a quello di un predatore che avesse adocchiato la sua preda, per quanto ella fosse del tutto disinteressata alle sorti della politica del villaggio, rimaneva il fatto che l'avesse sfidata e per quanto avesse già imparato che in un villaggio ninja le apparenze non fossero tutto, ancora non le era capitato di scontrarsi in maniera diretta contro un avversario realmente superiore a lei, la sua mostruosa forza fisica compensava la sua inesperienza nelle arti ninja, ma doveva ancora incontrare i veri predatori di quel luogo.

    "E sappi che le mie mani meravigliose sono della giusta dimensione..."

    Con un gesto più rapido di quanto alcuni dei presenti non fossero in grado di vedere (Velocità 575), Haru avrebbe tentato di afferrare il polso della mano tesa in avanti dall'uomo approfittando della poca distanza tra i due (Sotto 1,5 metri).

    "... per tenerti più vicino!"

    In caso di successo, non avrebbe tardato a colpirlo con un potente e doloroso calcio al fianco del lato dal quale lo aveva afferrato, il quale in caso d'impatto con un uomo normale avrebbe causato l'immediata frattura del costato oltre che seri e gravi danni agli organi interni con conseguenti emorragie interne (Potenza 575).

    La donna poteva già udire lo scricchiolìo familiare delle ossa che si spezzavano, una lingua universale parlata da chiunque fosse in grado di dialogare con colpi portati da una forza sovraumana, un argomento molto valido con chi non era in grado di parlarlo ma solo di sentirlo forte e chiaro sulla propria pelle.

    Questo era uno dei nuovi trucchetti che aveva appreso al villaggio grazie ad un utilizzo rudientale del chakra che scorrendo lungo il suo corpo muscoloso le aveva consentito di oltrepassare i suoi limiti in maniera esplosiva al costo di alcune delle sue riserve (Speso un Medio-Basso di chakra).

    Colpo Brutale - Mugoi Ouda
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può tentare di afferrare gli arti superiori dell'avversario, presente entro 1,5 metri, con Velocità incrementata di 3 tacche. Se afferrato, l'utilizzatore eseguirà un calcio al fianco con Forza incrementata di 3 tacche accompagnando il gesto con uno strattone che può causare semiparalisi per 2 round.
    Tipo: Taijutsu - Rendan
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da studente in su]
  9. .
    La quantità di esposizione riguardante la vita, morte e miracoli di importanti membri del villaggio oltre che rivelazioni sicuramente sorprendenti che stavano venendo a galla con grande stupore e commozione dei presenti, passò completamente sopra la testa inebriata di Haru, la quale si ritrovò rapidamente estromessa dal discorso.

    Apparentemente ad Oto era uso non curarsi più di tanto delle sciocchezze dette dagli ubriaconi ed anche quel paio di visi conosciuti, o meglio, multiple paia di visi visto l'effetto degli alcolici sulla vista della donna, sembrarono ignorarla essendo rivolti interamente a ciò che avveniva sul palcoscenico principale.

    In tutto questo in compenso la donna avrebbe dato mostra di una notevole fortuna nello schivare i lapilli e le scintille emesse dai lucertoloni grazie ai suoi sgraziati ed imprevedibili riflessi da ubriacona, seguiti da una serie di singhiozzi prima di riuscire a dare un senso ed una forma alle sagome lucertolesche comparse attorno a lei.

    Alle sue spalle proseguiva un qualcerto brusio di gente che parlava a turno a dispetto del fatto di essere circondati di lucertole giganti, segno che forse lei fosse l'unica a vederle dandole l'idea che forse avesse alzato un po' troppo il gomito e ricordandole la sbornia degli elefanti rosa.

    Oh. Mio. Dio. La sbornia degli elefanti rosa.

    Urgeva riprendere il controllo della situazione e dato che nessuno si era offerto volontario per spiegarle la situazione ed indicarle chi meritasse la raffica di schiaffi, forse era il caso che cominciasse ad ascoltare meglio ciò che veniva detto e si decise a prendere un sorso da una fialetta che si portava dietro, non le avrebbe fatto passare del tutto la sbronza, ma le avrebbe dato un minimo di lucidità extra, un preparato notevole di un negozietto un po' nascosto del villaggio, gestito da una vecchia erborista che non sembrava sentirci più ma che in compenso ne sapeva assai di ciò che cresceva in terra.

    L'odore pungente le trapassò le narici quasi facendole tornare su un secondo conato di vomito, prima che si decidesse a tapparsi il naso e mandare giù il fetido intruglio che sapeva di estratto di puzzola distillato nel piscio.

    Non che lei sapesse per esperienza quale fosse il loro sapore, ma un'idea se l'era fatta e quella roba per lei rientrava perfettamente nella descrizione.

    C'era da riconoscere che per lei portarsi al passo con gli eventi sarebbe risultato difficile anche se fosse stata completamente sobria, visto che la sua conoscenza del villaggio ninja era limitata dal fatto di non esservi nata e cresciuta e tutto quel parlare d'eredità e leader defunti non era per niente territorio a lei familiare che in eredità non aveva mai ricevuto nulla e non ricordava molto dei propri genitori, abituata a dover badare a sé stessa sin da piccola.

    Tuttavia, captò le parole di un tipo bizzarro dalla folta chioma nera che si chiedeva se fosse possibile per Oto avere un unico vero leader ed ecco, su questo Haru un poco ne capiva e così s'intromise nel discorso sempre con un tono di voce più elevato del dovuto ed ancora con una bella punta di ubriachezza:

    "Guys guys!!!
    Dalle mie parti un vero Leader non si elegge, il posto se lo prende ed è quella la sua prova, finché rimane un leader potente riuscirà a rimanere al suo posto, altrimenti verrà sostituito da qualcuno più forte e la gang, voglio dire il villaggio, si rafforzerà.

    Non avete nessuno da accoppare!?
    Potreste prendervela con chi ha accoppato il vecchio boss per far capire loro chi è che comanda invece di disturbare la mia serata da sbronza al bar!

    Il che mi ricorda, a chi devo offrire un frullato di schiaffi per il casino di prima e perché le lucertole continuano a rimanere lì a fissarmi?

    Non sono l'unica a vederli, right!?"


    Un dubbio che onestamente avrebbe fatto meglio a tenere per sé.
  10. .





    In tutte le grandi storie esistono personaggi marginali o irrilevanti, questi ultimi si fanno convenientemente da parte di fronte al pericolo o si uniscono alle masse senza volto per dare vita ad un drappo che si stenderà alle spalle dei protagonisti durante eventi epocali.

    Non tutti questi personaggi però devono per forza rimanere intrappolati in quel drappo e questa potrebbe essere una storia di riscossa ed eroismo per una donna assolutamente non comune che ha speso le ultime ore a bere pinte su pinte di birra alla sua locanda di fiducia invece d'interessarsi degli affari del proprio villaggio.

    D'altronde lei era ancora a tutti gli effetti una straniera, come le confusionarie unità di misura che utilizzava per definire quello che la locandiera aveva stabilito autonomamente fosse un mezzo litro di birra, uno dei tanti mandati giù in quelle ore.

    Per questo non s'interessò più di tanto a chi stesse dirigendo la baracca, bastava che la mandassero avanti quel tanto che bastava per consentirle d'assorbire le conoscenze del ninjutsu che le servivano e poi se ne sarebbero potuti andare tutti al diavolo, assieme alla loro birra di scarsa qualità.

    Improvvisamente un potente scossone venne ad interrompere il momento di relax spedendola a terra, complice una qualcerta mancanza d'equilibrio dettata dai fumi dell'alcool, la massiccia donna volò a terrà urlando sorpresa:

    "Who the fuck turned the world upside-down!?"

    Ricevendo solo occhiate confuse da un compagno di bevute ancor meno sobrio di lei mentre i proprietari si sbrigarono a chiuder tutto cacciando fuori i commensali, stroncando le lamentele della straniera con una pinta di birra omaggio, non essendo ancora del tutto ubriaca, la donna riuscì però a captare qualche stralcio di conversazione, i proprietari sembravano chiaramente spaventati e parlavano di un qualche bestione di Kumo, in linea di massima c'era un qualche bastardo che aveva deciso di rovinarle la bevuta e questo non le andava a genio.

    Con passo pesante la donna dal fisico statuario si diresse verso l'origine del caos, prendendosi un paio di pause per decidere quale delle varie strade parallele fosse il caso di prendere quando le si sdoppiava la vista, sorseggiare un poco della sua birra e svuotare la vescica prima di arrivare finalmente alla scalinata del palazzo dove un ricco numero di shinobi si era radunato e dove le sembrava di vedere un serpente di metallo, forse era il caso di smettere con la birra per quel giorno... oppure no.

    Prendendosi l'ultimo sorso dal suo boccale, Haru si pulì le labbra con la manica della maglia, prima di scagliare il proprio boccale verso una parete, conficcandolo nel muro di pietra con un rumore sordo e rivolgendosi a tutti i presenti con tono aggressivo e decisamente troppo elevato:

    "OK LISTEN UP!
    QUALCUNO MI DEVE IL RESTO DELLE BEVUTE ED IL CONTO ARRIVERA' A SUON DI CAZZOTTI, A CHI DI VOI DEVO DARE UNA LEZIONE!?"


    Il tempo di dire queste parole ed il rosso di cui era tinto il suo viso si tramutò in un blu intenso che preannunciò l'arrivo di un conato di vomito.

    "Hmpf...!?
    BLEARGH!!!"


    Svuotatasi lo stomaco la donna tornò a rivolgersi ai presenti barcollando in una maniera quasi ipnotica:

    "Ok... questo tipo mi deve anche una cena."

    Nel frattempo, a diversi metri nel sottosuolo al di sotto dell'ospedale, un certo primario prese nota dell'insolito movimento sismico e togliendosi gli occhiali speciali a conduzione di chakra, sollevò la testa dal corpo che stava indagando per dire in tono asciutto e del tutto privo di una qualsivoglia carica emotiva:

    "Sembra sia giunto il momento di rivolgere nuovamente la mia attenzione alla superficie."
  11. .





    Haru bighellonava pigramente per le vie di Oto, chiedendosi ancora una volta cosa diamine intendesse Hebiko con la storia del girare per il villaggio e guadagnarsi il diritto di divenire una kunoichi, alla fine della fiera a lei interessava solo capirne di più riguardo al chakra ed a come sfruttarlo per divenire più forte, la forza era fondamentale al mondo e chi ne era privo finiva per divenire vittima di chi ne era provvisto.

    Non si considerava di certo una ragazzina indifesa, ma era ben conscia del fatto che avrebbe potuto aspirare a tanto di più e che far parte di quel villaggio era la via che l'avrebbe portata a dei risultati tangibili.

    Ad ogni modo cominciava a fare un certo caldo e così la donna decise di andare a rinfrescarsi le idee in quello che sembrava un bar o qualcosa del genere, sentiva di aver bisogno di una bella birra fresca e non l'avrebbe certo bevuta all'impiedi!

    Facendosi largo tra la folla, complice la sua notevole statura di oltre due metri, la donna si avvicinò al bancone notando uno sgabello vuoto di fianco ad una ragazzina che appariva talmente fuori luogo in quel locale da non sembrare nemmeno parte del villaggio in cui si trovava.

    Era minacciata da un trio di baldi giovani che sembravano averla circondata, non era una cosa anomala in un villaggio del genere che nei bassifondi i deboli finissero per divenire delle vittime, tuttavia, i brutti ceffi avevano commesso un errore, ovvero ostruire il passaggio di Haru per quanto erano presi dalla mocciosa di fronte a loro con le labbra letteralmente sporche di latte.

    Afferrando le teste dei due tizi di fronte a lei, richiamò la loro attenzione con un ghigno prima di tramortirli scontrando con forza le teste dei due l'una contro l'altra.

    Il capetto del trio si voltò di scatto ma ebbe poco tempo prima di trovarsi sollevato per il cranio dalla poderosa manona di Haru, la quale disse con un sorrisetto maligno:

    "Tu ed i tuoi amici mi state tra i piedi, portateli via altrimenti ti spacco la testa come un cocomero, capish?"

    Una stretta dimostrativa e l'urlo di dolore che ne seguì fu tutto ciò che bastò a convincere l'uomo a levare le tende alla massima velocità consentitagli dalle due zavorre che venne costretto a portarsi appresso, dal canto suo, Haru si mise a sedere sullo sgabello che aveva scelto e con tutta la naturalezza del mondo disse al barman:

    "Portami due pinte di birra."

    Il suo linguaggio era diretto e privo di una qualsiasi impronta di gentilezza, aveva chiesto da bere con lo stesso tono autoritario col quale un generale abbaia ordini ai suoi sottoposti, un fare deciso che andava a mettere in chiaro quale fosse la gerarchia in quel luogo, una donna come Haru si ergeva alla cima di quello squallido ambiente fatto di violenza e sopraffazione, mentre una ragazzina timida ed impacciata come quella che le siedeva di fianco e che ancora non aveva degnato di uno sguardo, si trovava a strisciare sul fondo sperando che nessun pesce piccolo la notasse.

    Avrebbe cercato d'attirare l'attenzione di quello squalo?
  12. .



    L'omone le rispose placido e tranquillo augurandole di vincere e dandole un'energica pacca su di una spalla, con un sorrisone sicuro la donna rispose:

    "Beh grazie, sarà interessante vedermela con te."

    Haru si accorse solo al momento dell'iscrizione della presenza di Harumi, una giovane irritabilmente educata e rispettosa, un atteggiamento mite ed accondiscendente che la donna faceva fatica a comprendere in una kunoichi, specialmente una del suono se doveva basarsi su quelle poche altre che aveva incontrato in precedenza, come la serpentina Hebiko che non tardò a farsi vedere ed alla quale rivolse un cenno di saluto vedendola in modalità segretaria.

    Per prima cosa decise di rispondere ad Harumi in maniera rilassata, alla fine quell'evento era un pretesto come un altro per mettere in mostra il suo fisico scolpito sul quale aveva tanto lavorato e non aveva motivo d'essere stressata o scontrosa:

    "Oh, anche tu parteciperai?
    Non sei certo forte come me ma devi uscire un po' dal tuo guscio per farti rispettare o tutti continueranno a trattarti come una pezza da piedi, do you know what I mean?"


    L'intento era amichevole ma solo dal punto di vista della donna che presto si distrasse con la compilazione del foglio, chiedendole una volta finito:

    "Ecco a te, senti, dov'è che potrei scommettere soldi facili sulla mia vittoria?"

    Indirizzata verso il losco figuro si sarebbe diretta verso di lui notando una donna decisamente poco vestita allontanarsi dal tipo in questione, a giudicare dagli sguardi degli uomini presenti e di alcune delle donne era chiaro che la formosa ragazza fosse considerata un ambito bocconcino, un'assurdità per Haru che possedeva un corpo meraviglioso e statuario scolpito nel sangue e nel sudore al contrario di quel corpo debole e gracilino che la ragazza esibiva con tanto orgoglio.

    Ad ogni modo non aveva tempo per persone dai gusti scadenti, una volta raggiunto l'allibratore avrebbe detto con un tono estremamente sicuro e baldanzoso:

    "Senti bello, voglio scommettere 100 Ryo su me stessa, al momento non ho contante con me, ma tanto una soluzione si può trovare in caso."

    Essendo praticamente a secco la donna non poteva permettersi di scommettere nemmeno un centesimo, tuttavia si trattava di una gara di braccio di ferro ed aveva fatto qualche bel gruzzoletto in passato sfruttando questo genere di competizioni, l'unica incognita era il fatto che partecipassero anche molti ninja e lei non si poteva definire un'esperta in merito, qualcosina aveva imparato ma si trattava delle basi del mestiere, nulla di strabiliante al contrario di ciò che avrebbe potuto fare uno shinobi osannato da tutto il locale come quello Shinken che si delineava come il tipo da battere.

    In ogni caso credeva di cavarsela lavando qualche piatto o cose del genere, sempre nell'ipotesi in cui non le fosse riuscito di vincere, non scontato come al solito ma pur sempre molto probabile visto le braccine a spaghetto di molti dei contendenti.

    Usciti i turni si ritrovò a scoprire che avrebbe avuto la possibilità di confrontarsi sia col gigante che con quello Shinken prima di giungere in finale, passando prima sul cadavere di un ragazzino precisino che le si avvicinò subito dopo l'uscita del tabellone e la lettura delle poche regole in gioco.

    Da un lato si dimostrò di gusti più fini rispetto al resto del locale riconoscendo alla sua bellezza statuaria i complimenti che meritava, dall'altra però le diede l'impressione di credersi più attraente di quanto non fosse e così gli rispose indecisa se rimetterlo al suo posto o lasciar correre in segno d'approvazione per i complimenti:

    "Fa sempre piacere trovare un estimatore della vera bellezza, tuttavia non credo tu abbia i numeri per essere il mio ragazzo, ma facciamo così, mettici sopra 100 Ryo e magari potrei considerare la tua proposta."

    Hey, alla fine nulla le vietava di raggranellare i soldi per la scommessa prendendoli da un'altra scommessa, no?

    Sedutasi al tavolo avrebbe stretto con forza le dita attorno alla mano di Buta, un nome ironico per un suino seduttore, ma non si poteva dire che non gli calzasse.

    La stretta di Haru fu portata alla massima forza con una salutare iniezione di chakra, la quale andò a gonfiare ulteriormente i muscoli della donna quel tanto che bastava a darle la certezza della vittoria (Impasto ½ Basso in forza > 550 totale [1° Slot Azione]), con questa mossa puntava a porre fine allo scontro ancora prima che cominciasse, stritolando in una morsa la mano del suo avversario, gustandosi un eventuale scricchiolìo delle ossa tra le sue dita per poi applicare la stessa forza (Impasto ½ Basso in forza > 550 totale [2° Slot Azione]) nel movimento necessario a portare a casa quel match oltre che vincere quella piccola scommessa nel caso in cui il maiale avesse accettato.

    Ovviamente Haru nascondeva altri trucchi ed assi nella manica, ma non poteva certo usarli tutti subito no?
  13. .



    Il sibilo infastidito di Hebiko sembrò sottolineare il fatto che la kunoichi non credesse di poter essere battuta così facilmente in quella specie di tiro della fune con al centro il povero ragazzo dal capello rosato.

    Haru era riuscita a ristabilire per un poco la propria autorità sulla situazione in virtù della forza che la contraddistingueva, nel corso degli anni non aveva mai avuto nulla da temere una volta sviluppati quei poderosi muscoli e ne andava molto orgogliosa, ad altri poteva sembrare orrenda e quasi sfiorare il mascolino ma a lei non importava di certo cosa pensassero di lei fintanto che fosse stato ben chiaro nelle loro menti che scherzare con la donna fosse una mossa poco raccomandabile.

    Riottenuta tutta l'attenzione di Hebiko, anche se con un mood decisamente meno rilassato, le venne detto di andare a darsi da fare come se ripulire le strade dalla feccia di bassa categoria o raccogliere informazioni costituissero un uso adeguato dei muscoli che aveva lavorato tanto per ottenere, tuttavia, si trattava di avvicinarsi alle conoscenze che bramava ed un modo per farsi notare l'avrebbe sicuramente notato in un villaggio tanto malfamato.

    Ottenuto più o meno ciò che voleva, la donna disse alla kunoichi:

    "Ok, vediamo cosa posso fare qui attorno, keep one of those metal things ready for me, see ya later!"

    Detto questo, Haru raccolse il proprio sacco e passò sopra al corpo privo di sensi del ragazzo alla sue spalle, evitando accuratamente di calpestarlo.

    Burocrazia sbrigata, si trattava di trovare un posto economico nel quale andare a dormire e qualche locale in cui spendere qualche soldo in bevande alcoliche.
  14. .





    La giornata scorreva pigra e rilassata per Haru e le sue cuffie mentre bighellonava per Oto cercando di acclimatarsi alle strade e memorizzare i luoghi degni d'interesse.

    La kunoichi serpentina le aveva detto di darsi un poco da fare per meritarsi d'essere riconosciuta come ninja del suono ma ad onor del vero non si trovava molto a suo agio all'idea di “ripulire le strade” e “raccogliere informazioni”, non era estranea al crimine e non si vedeva come poliziotta-vigilante, per quel che riguardava il raccogliere informazioni importanti, non aveva la benché minima idea di quali informazioni avrebbe potuto trovare all'interno del villaggio stesso.

    E così si lasciò trascinare dalla musica lungo le strade in cerca di un qualche tipo d'ispirazione e forse, di una sistemazione meno deprimente della sua attuale.

    Il caso volle che passasse proprio di fronte ad uno dei numerosi manifesti esposti in giro per il villaggio in occasione della riapertura di un chiosco del ramen, Haru si soffermò a rileggere per bene la locandina prima di prendere la decisione di andare a dare un occhiata, poteva essere proprio quell'ispirazione che cercava per riempirsi la pancia, ottenere i soldi per un affitto più confortevole e verificare coi propri occhi di che pasta fossero fatti quei ninja in un unica mossa!

    Arrivata sul posto notò subito una figura colossale che riusciva in ciò che pochi altri erano in grado di fare, ovvero sovrastarla in altezza e non di poco!

    Per una donna che superava i due metri questo era raro ed accese rapidamente il suo interesse, tanto che si avvicinò al gigante per vedere con chi stesse parlando, trovandosi sorpresa nel vedere una mocciosetta dalla chioma rosa, non essendo la prima volta cominciò a chiedersi se per caso non si trattasse di una tinta popolare oppure di un bislacco tratto della popolazione locale.

    Togliendosi le cuffie per ascoltare cosa i due si stessero dicendo, comprese che la bimbetta fosse la responsabile delle iscrizioni ed avvicinandosi a lei disse con fare sicuro:

    "Mi è sembrato di capire che sia tu la responsabile di questo torneo, se è così sappi che voglio iscrivermi e ricorda bene il nome, Haru Aikawa, futura e promettente kunoichi di Oto, tutto chiaro marmocchia?"

    Rivolgendosi poi al colossale omone vicino a lei, con una delicata gomitata avrebbe attirato la sua attenzione dicendogli divertita:

    "E tu non credere di farmi paura solo perché sei così grosso, I will be the one to win this, GOT IT?!"

    Ed enfatizzò il tutto gonfiando ben bene il bicipite mentre si indicava col pollice destro in modo di mostrare come i suoi muscoli premessero con tanta forza da temere che la sua pelle scura cominciasse a sfilacciarsi laddove le cuciture le dividevano in sezioni le braccia.

    Guardandosi attorno cominciò a soppesare anche gli altri partecipanti, le finì sotto gli occhi un ragazzetto dai capelli scuri con l'aria seriosa, ovviamente destinato alla sconfitta con un corpicino tanto esile e minuto, a prescindere di quanto fosse maleodorante il tanfo che sembrava percepire sotto al proprio naso.
  15. .



    Haru esibì un sorrisetto soddisfatto nel vedere in difficoltà la sua interlocutrice, le era bastato poco per strapparle di dosso quel velo di austera serietà e scorgere un barlume della persona che aveva di fronte prima che tornasse sulla difensiva, presentandosi e definendosi orgogliosamente come domatrice di un certo Febh Yakushi, nome alquanto noto nell'Accademia e nel mondo ninja in generale, ma non di certo all'esterno dal quale lei veniva, ciò era probabilmente un segno positivo in quanto qualsiasi shinobi troppo noto non si potesse considerare granché competente nel proprio lavoro basandosi esso sulla segretezza.

    Hebiko si ricompose del tutto nel porgerle il modulo entrando nuovamente nella sua identità di burocrate distaccata, il donnone lo soppesò velocemente con aria annoiata prima di dire:

    "Speriamo non ci siano troppe scartoffie, non credo si adattino molto ad un ninja."

    Fortunatamente non ci volle molto tempo prima che le cose si ravvivassero dandole l'opportunità di distogliere l'attenzione dal pezzo di carta compilato nella sua interezza ed a ciò che stava avvenendo alle sue spalle.

    Nel trovarsi in mezzo alle braccia allungabili della burocrate, Haru commentò entusiasta con un semplice:

    "Oh, kinky!"

    Non aveva idea di come qualcuno potesse allungare le braccia a quel modo, ma questo era proprio un esempio lampante di quella magia ninja che voleva imparare presentandosi in quel villaggio di fenomeni da baraccone!

    Il nuovo arrivato le passò affianco dandole modo di vedere una capigliatura dal colore decisamente fuori del normale, un rosa ravanello che Haru non avrebbe utilizzato nemmeno per le mutande dopo essersi fatta suora, con tutta onestà non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che avesse posseduto un qualcosa di rosa ma non si poteva negare che il bimbo rispondente al nome di Reiji non avesse una qualcerta dose di coraggio per girare conciato a quella maniera.

    Tuttavia vi era un problema fondamentale, in questo momento la bimba allungabile stava dando retta al nuovo venuto invece di ritirare lo stupido modulo che le aveva fatto compilare e così la novella otese decise di prendere la situazione nelle sue grandi e massicce mani.

    Si sarebbe alzata in piedi ed avrebbe tentato di afferrare il povero Riuji per la collottola, strappandolo con la propria mostruosa forza alla presa delle dita di Hebiko e lanciandolo sul pavimento alle sue spalle, dicendo a voce alta e decisamente meno affabile di prima senza rivolgersi a nessuno in particolare:

    "Personalmente non me ne importa un fico secco della porta o di che cosa odorino certi tipi, ma c'è una fila da rispettare ed al momento ci sono io qui seduta a chiacchierare e non amo essere interrotta."

    Concluse sbattendo una manona sul tavolo in prossimità del documento, generando un sinistro scricchiolio su quello che per fortuna era una scrivania solida e robusta, sempre ammesso che Haru non decidesse di ripetere l'esperimento.

    Con aria meno amichevole, la donna chiese alla serpe otese:

    "Ecco qui il modulo, c'è altro che devo fare per essere dei vostri?"

    Poteva essere un gran brutto giorno per Riuji, ma se non altro se l'era cavata meglio di alcuni de precedenti incontri della donna.
4765 replies since 13/11/2006
.