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  1. .

    ACJ


    何も本当ではありません。すべてが許される。
    Nani mo hontode wa arimasen. Subete ga yurusareru.


    Giappone. Epoca Heian. L'imperatore Go-Shirakawa è al potere, ma l'amministrazione è di fatto in mano alla famiglia Fujiwara, che da secoli governa nell'ombra attraverso alleanze e matrimoni. La Dinastia Imperiale si scinde tra due fratelli in lotta per il potere, causando una guerra civile che nasconde sotto di sé un'altra battaglia, quella eterna tra Templari e Assassini. Sutoku, fratello dell'Imperatore e Maestro Assassino, resosi conto dell'appartenenza all'ordine dei Templari di buona parte della famiglia Fujiwara, decide di tentare un colpo di Stato e di assumere il potere, spalleggiato dal clan guerriero dei Minamoto, nella persona del capoclan Minamoto Tameyoshi, e dal ministro Fujiwara Yorinaga, da sempre in disaccordo con i metodi di governo dei Templari. Suo fratello Tadamichi convince l'Imperatore a servirsi in battaglia del clan Taira, rivale storico del clan Minamoto e appartenente all'ordine templare. La battaglia volge a loro favore quando durante i disordini di Hogen il figlio di Minamoto Tameyoshi, Minamoto Yoshitomo, tradisce il suo stesso clan per schierarsi dalla parte del clan Taira. L'Imperatore fa salire al trono suo figlio Nijo e si ritira per governare da lontano, ma lo stesso Yoshitomo, insoddisfatto della ricompensa ricevuta da Taira Kiyomori organizza un complotto per destituire Nijo e fa rapire l'Imperatore, che fugge e avvisa Kiyomori, il quale organizza una difesa che sbaraglia gli avversari di Go-Shirakawa e gli permette negli anni successivi di acquistare un potere sempre maggiore, superiore perfino a quello dello stesso Imperatore. Nel 1180, Kiyomori decide di spostare la capitale a Fukuhara, città sotto il controllo dei Templari, ma questo porta le famiglie nobili a ribellarsi, dando così l'opportunità agli Assassini, guidati da Minamoto Yoshitomo e Yoshitsune, nipoti di Tameyoshi, per guidare una sollevazione popolare che passerà alla Storia con la guerra di Genpei, che si conclude nel 1185 con la vittoria del clan Minamoto e la nomina di Yoshitomo a primo Shogun.



    Marzo 1181, Fukuhara. Tenuta dei Taira. Notte.



    Shaina fece scattare la lama nascosta per la terza volta in dieci minuti, rimanendo per un attimo a fissare il riflesso della luna sul metallo. Era appostata su quel tetto da tre ore, e cominciava a disperare che quella notte sarebbero riusciti a portare a compimento la loro missione. Fece rientrare la lama, e osservò il dorso della sua mano, le due falangi mancanti dall'anulare sinistro, testimonianza fisica della sua appartenenza alla Fratellanza. Non era stato doloroso, separarsi da una parte del suo corpo, non psicologicamente almeno. Era un sacrificio che era disposta a compiere, per quell'unico obiettivo. Sollevò lo sguardo verso il gigantesco portone del castello dei Taira. Quell'uomo era lì, nascosto come il verme che era dietro a mura solide e all'acciaio temprato in mano ai suoi soldati, la vecchia ombra malandata del guerriero che era stato, ma non per questo meno pericoloso di un tempo. La Fratellanza lo sapeva da tempo, Taira Kiyomori andava eliminato prima che diventasse troppo pericoloso. Vent'anni prima, erano stati i suoi genitori a provarci, ed erano morti nel tentativo, lasciandola neonata in mano all'uomo che l'aveva addestrata con tanto affetto e fermezza da non fargliene sentire la mancanza. Ma quella mancanza esisteva, e la colpa era solo di quell'uomo, il Templare. Strinse i denti. Non doveva lasciare che le sue emozioni la sopraffacessero. Non era questo che le era stato insegnato. Non la vendetta, non l'odio, quello che doveva muovere la sua lama doveva essere unicamente la giustizia. Si costrinse a prendere un profondo respiro, e fece scattare di nuovo la lama.

    Dei passi alle sue spalle la fecero voltare lentamente. Non era allarmata, avrebbe riconosciuto quei passi ovunque.

    << Shigeru-sama >>.

    Il suo Maestro si acquattò nell'ombra accanto a lei. Ciocche di capelli del colore del grano maturo scendevano ribelli fuori dal cappuccio risplendendo come fili dorati alla luce della luna. Eredità di antenati stranieri, le aveva detto, ma anche sapendolo erano sempre una vista degna di nota.

    <<Sei tesa, Shaina. Ed è inutile che tu mi dica il contrario>>. Disse, senza voltarsi a guardarla. Con lui era sempre così, le leggeva dentro come un libro aperto, e non c'era modo di nascondergli quello che sentiva. << Non c'è pace nel tuo cuore in questo momento. Vuoi dirmi perché?>>

    Shaina si morse il labbro inferiore.

    << Non lo immaginate, Maestro? Sapete quante volte ho visto nella mia mente il momento in cui avrei preso la vita di quell'uomo, riscattando il fallimento dei miei genitori. E ora che sta per arrivare, temo di non riuscire a provare sufficiente distacco, temo di fallire anch'io, di lasciarmi trasportare dai miei sentimenti >>.

    Shigeru si voltò a guardarla con un sorriso gentile.

    << I sentimenti sono quello che ci rende umani, Shaina. Te l'ho già detto. Tuo padre era come un fratello per me, e anch'io sono ansioso di portare a termine la sua missione. Non c'è motivo di essere spaventati o di vergognarsi per i propri sentimenti. Puoi affilarli e farli diventare la tua arma, non lasciare che ti dominino, ma sii tu a dominarli senza doverli soffocare >>.

    La ragazza annuì, abbassando la testa per nascondere sotto il cappuccio un lieve rossore. Anche se ormai era adulta, parlare con Shigeru la faceva sempre sentire una bambina immatura. Stava per replicare qualcosa, quando un rumore sotto di loro attirò la loro attenzione. Le guardie davanti al portone si stavano dando il cambio. Uno sguardo d'intesa ed entrambi scattarono in piedi. Avrebbero dovuto agire nel momento giusto. Servivano quattro uomini per aprire il portone, e sarebbe rimasto aperto solo quel tanto che bastava per far uscire le guardie che avrebbero sostituito quelle attuali. In tutto otto uomini, più i due arcieri sulle torrette ai lati del cancello. Il portone si aprì lentamente, e le guardie cominciarono il loro cambio di turno, fermandosi a scambiare due parole. Una leggerezza fatale. Shigeru si portò le mani ai lati della bocca, imitando il verso di un animale notturno, e nemmeno un secondo dopo, una pioggia di frecce e pugnali si abbatté dai tetti attorno a loro sugli uomini accanto al cancello, uccidendoli con precisione e senza fare alcun rumore. Nemmeno il tempo di affacciarsi a guardare cosa stesse succedendo, e due frecce raggiunsero la gola degli arcieri sulle torrette.

    Shaina abbassò l'arco lanciando al suo Maestro uno sguardo vagamente compiaciuto, e cominciò a scendere saltando giù da un piano all'altro con l'agilità di un gatto. Davanti al portone, due Assassini avevano già preso il posto delle guardie morte, grazie alle armature che avevano rubato qualche giorno prima, mentre altri due si stavano occupando di far sparire i cadaveri.

    << Contiamo su di voi, Fratelli. E' il momento di mettere fine a questa dittatura >>.

    Il grande cortile si apriva davanti a loro, mostrando alla fine della strada il castello vero e proprio. Secondo le loro informazioni, Taira Kiyomori si trovava nelle sue stanze al piano più alto. Muovendosi con la massima circospezione, i due Assassini si arrampicarono sui tetti delle costruzioni che occupavano buona parte del cortile. La fortificazione era come una piccola città, il che dava loro un'ottima copertura mentre saltavano da un tetto all'altro, fermandosi solo occasionalmente quando vedevano una pattuglia passare sotto di loro o un arciere su un tetto vicino.

    << L'avete notato, Maestro? Non vi sembra che le cose stiano procedendo troppo facilmente? >>

    Shigeru annuì.

    << Si, ci sono poche guardie in giro. Le nostre informazioni potrebbero essere sbagliate e Kiyomori potrebbe non essere al castello. Stai in guardia, Shaina >>.

    Un ultimo salto li portò alla tettoia del primo piano del palazzo. Shaina alzò lo sguardo. Non sarebbe stata una passeggiata giungere fino in cima, ma era sempre meglio passare da fuori piuttosto che da dentro, visto che difficilmente le guardie avrebbero avuto le loro stesse abilità di scalatori. Ringraziò il duro addestramento a cui si era sottoposta fin da bambina, che le aveva insegnato a sfruttare ogni asperità, ogni appiglio e ogni irregolarità per issarsi in cima alla più liscia delle pareti, tanto che la gente comune aveva iniziato a pensare che gli Assassini fossero in grado di camminare sui muri.

    Dopo una lunga scalata, la cima del palazzo apparve quasi come un miraggio, ma non appena i loro piedi toccarono il pavimento, fu più che evidente che qualcosa non andava. L'ultimo piano era una grossa stanza, troppo grande per essere nata in quel modo, probabilmente i divisori interni erano stati rimossi, non c'era altra luce se non quella della luna, e apparentemente non c'era nessuno. Ma solo un attimo dopo, dalle ombre apparvero almeno due dozzine di guardie armate. Li stavano aspettando.

    Una delle guardie suonò un corno, e dal basso si sentì il rumore di porte che si aprivano di scatto. Ancora vicina alla finestra, Shaina inorridì guardando sotto di loro. Taira Kiyomori stava fuggendo a cavallo. Avevano fallito anche loro?

    << Inseguilo! >>

    Shigeru aveva sguainato la spada e stava fronteggiando le guardie con uno sguardo profondamente determinato.

    << Ma, Shigeru-sama, sono in troppi...voi non... >>

    << Vai! Se ce lo lasciamo scappare ora, non avremo altre occasioni. Li tengo occupati io. Adesso vai! >>

    Shaina rimase impietrita. Il Maestro era un grande guerriero, ma quegli uomini erano semplicemente troppi anche per lui. Doveva decidere in fretta. Una guardia si scagliò verso di lei, lasciandole appena il tempo di parare il suo colpo con la lama nascosta. Come se il suo corpo si muovesse da solo, fece perno sulla gamba sinistra e girò su se stessa, colpendo il suo avversario già sbilanciato dalla parata con un calcio dietro alle gambe che lo fece cadere in avanti. La lama scattò con letale precisione, piantandosi nel collo dell'uomo. Questo la riportò alla realtà. Lei era un'Assassina, e quello che doveva fare era seguire il suo obiettivo. Le lacrime le bagnavano appena gli occhi, mentre si voltava e si arrampicava sul parapetto. Allargò le braccia, lasciandosi cadere nell'aria fredda della notte, e dopo un'elegante piroetta a mezz'aria atterrò senza danni in un mucchio di fieno, proprio fuori dalle stalle. Una fortuna inaspettata, non c'era che dire. Entrò nelle stalle, trovandosi immediatamente davanti due uomini. Raggiunse una tasca sulla sua cintura, gettando ai loro piedi una piccola sfera di terracotta che si ruppe emettendo un fumo denso che oscurò loro la vista e gli scatenò un forte accesso di tosse, distraendoli quel tanto che le bastava a prendere un cavallo e lanciarsi all'inseguimento. Se aveva ragione, Kiyomori doveva essere stato almeno rallentato dai suoi fratelli al cancello principale, quindi aveva ancora speranze di prenderlo.

    Spronò il cavallo, correndo al galoppo più in fretta che poteva. In lontananza poteva vedere il portone, abbastanza da accorgersi che era aperto, e che davanti ad esso degli uomini stavano combattendo. Avvicinandosi poté notare i suoi compagni Assassini nel bel mezzo di un serrato scontro con le guardie di Taira, altre tre guardie morte accanto al portone e uno dei suoi fratelli che si rivolse direttamente a lei, chiamandola a gran voce quando era ancora distante.

    << Abbiamo tentato di fermarli ma ci hanno preso di sorpresa, sono riusciti ad aprire il portone e Kiyomori è fuggito, ma puoi ancora raggiungerlo, Sorella >>.

    Shaina attraversò l'apertura nel portone senza fermarsi. Avrebbe voluto restare a dare man forte ai suoi fratelli, ma in quel momento lei era l'unica che potesse portare a termine la missione. Spinse il cavallo al massimo, cercando di scorgere nella luce dell'alba imminente la sagoma del suo bersaglio. L'animale sbuffava, i muscoli tesi al massimo, gli zoccoli che colpivano la terra solo per pochi istanti, quasi come se volasse. Poteva vederlo ormai, non troppo distante da lei, mentre spronava disperatamente il suo cavallo e altrettanto disperatamente si guardava indietro come se la Morte stessa lo stesse inseguendo. E non si stava sbagliando di molto. La ragazza allungò la mano verso la cintura dei pugnali. Si rammaricò di non avere ancora l'arco con sé, ma ormai non c'era tempo di piangere sul latte versato. Si avvicinò ancora, prendendo la mira con precisione, e scagliò l'arma. La piccola lama lasciò la sua mano, volò per qualche metro e si conficcò al centro della schiena dell'uomo. Taira Kiyomori urlò di dolore e lasciò andare le redini, un secondo pugnale lo raggiunse alla coscia, facendolo cadere da cavallo e ruzzolare per qualche metro mentre l'animale proseguiva la sua corsa. Shaina rallentò quanto bastava per scendere e raggiunse il suo obiettivo camminando lentamente. Il suo cuore batteva come se volesse uscirle dal petto, questo era quello che aveva atteso per tutti quegli anni, il momento in cui avrebbe affondato la sua lama nella carne di quell'uomo.

    Kiyomori stava cercando di alzarsi, reggendosi sulla gamba sana, con la mano sulla spada, ma quando alzò lo sguardo verso di lei, e la luce del sole che sorgeva illuminò il suo viso, ebbe un sussulto e ricadde a terra. Il vento durante la cavalcata aveva spinto indietro il cappuccio della ragazza, scoprendo i suoi lunghi capelli neri, e gli occhi del colore delle foglie in primavera.

    << Ku...Kurosawa Shiori...ma tu sei...sei morta vent'anni fa... >>

    L'uomo la fissò terrorizzato per un attimo, poi crollò a terra con gli occhi sbarrati e non si mosse più. Shaina rimase impietrita. Era morto per lo spavento dopo averla scambiata per sua madre. I suoi occhi si riepirono di lacrime.

    << Non...non puoi essere morto così! Non puoi derubarmi della mia vendetta! >>

    Si lanciò verso di lui, afferrandolo per la gola, sollevò il braccio ed estrasse la lama nascosta. Tremava di rabbia, desiderosa come non mai di straziare il corpo di quell'uomo che l'aveva privata della sua vendetta. Voleva farlo a pezzi, distruggere anche la sua memoria, ma a cosa sarebbe servito?

    << Per cosa mi sono addestrata per tutti questi anni? Io dovevo ucciderti! Dovevo essere io! >>

    Abbassò il braccio di scatto, piantando la lama a terra, a pochi centimetri dal viso ancora terrorizzato di Kiyomori. Le lacrime cominciarono a scorrere lungo le sue guance.

    << Dovevo...essere...io... >>

    Il sole era ormai sorto su un nuovo giorno. La guerra di Ginpei infuriava ancora, ma il clan Taira aveva perso il suo capo. Il dittatore era morto, ma Shaina non riusciva a soffocare il senso di sconfitta.


    Luglio 1187. Kamakura. Tomba degli Assassini.



    L'odore dell'incenso pervadeva l'aria, davanti alla tomba dei genitori di Shaina. La giovane donna era inginocchiata, raccolta in una silenziosa preghiera. Alle sue spalle, passi leggeri, poi la sensazione di qualcuno che si inginocchiava accanto a lei.

    << Shigeru-sama, questo mi riporta alla mente un sacco di ricordi >>.

    L'uomo sorrise. Erano passati sei anni da quella notte. Se l'era vista parecchio brutta, ma era riuscito a uscirne malconcio ma vivo.

    << Sei cresciuta da allora, ragazza mia. E io sto cominciando ad invecchiare. Pensi ancora di aver fallito quella notte? >>

    Le mani di Shaina giocherellavano nervosamente con il bordo della tunica.

    << Non lo so. Allora ero amareggiata, volevo vendicare i miei genitori, e forse ero troppo ansiosa di ucciderlo. Ripensandoci adesso, avrei potuto davvero rovinare tutto >>.

    << Ma non l'hai fatto. E in un certo senso, è come se fossero stati loro a portare a termine la missione >>.

    La giovane rise leggermente e si alzò in piedi, rivolse un inchino alla tomba e si incamminò lungo il viale.

    << Vi lascio un po' da soli. I miei apprendisti mi aspettano >>.

    Shigeru abbassò il cappuccio, scoprendo i capelli dorati a cui cominciavano a mischiarsi fili d'argento. Poi chiuse gli occhi, ed elevò una preghiera ai suoi fratelli scomparsi.
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    Grazie a tutti, non me ne ero proprio accorta, si vede che sto invecchiando XD
    Mi avete fatto una bella sorpresa ragazzi >w<
  3. .
    *Rotola*

    Mi serviva ridere un po', non sapete quanto. Grazie sul serio.^^
  4. .
    Compagni, prendiamoci per mano e creiamo un muro di ignifugo Amo-o-ore a proteggerci dalle fiamme della persecuzione

    bisous2ubisous2ubisous2ubisous2u



  5. .
    Ok, mi è venuta in mente una domanda ma più che per te è per tutti i pochi che sono rimasti.

    Sinceramente, quando vi rendete conto che la Legend è morta e se volete giocare vi conviene aprirvi una vostra versione di Forum su Naruto? Magari con un regolamento un pò più alla vecchia Legend, non so...
  6. .
    Richiedo la valutazione del mio precedente materiale. Boreanz, Febh e chiunque altro folle. Tremate.
6 replies since 13/11/2006
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