Costiera di Kiri

[Ambientazione]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Terzo
    Sangue al Sole




    Atto VIII
    Il più vile dei criminali †

    Mai come in quella occasione aver cercato di interpretare la parte del benpensante mi valse il ribrezzo che successivamente la parole di Sho mi portarono. Quando parlai della sepoltura, volendo agire nei parametri del codice d'onore dei ninja soldato ma, col senno di poi, nessuna scusa avrebbe retto in questo senso.

    Te l'avevo detto che questo bastardo non
    si meritava altro che essere fatto a pezzetti
    e dato in pasto ai lupi.

    Non potevo negare che la lama di Clan avesse ragione; allo stesso modo, non potevo negare di aver bisogno di un alibi, quindi l'esser passato per un ingenuo, uno sprovveduto, era semplicemente l'unica cosa senza conseguenze che potevo fare. Mentre raccontavo l'accaduto al ninja della foglia, l'altro combattente che avevo visto in lontananza ci aveva raggiunto: aveva una ciocca di capelli bianca che non pareva artefatta, a differenza della sua innaturale capigliatura blu. Era alto, non tanto quanto il sottoscritto, ed allo stesso tempo prestante, asciutto. Era un kiriano come me, anzi, riuscii subito a ricondurmi alla sua figura che avevo già visto: tutte le volte - poche, a dir la verità - in cui avevo svolto missioni per l'accademia con locuzione geografica esterna a Kiri, egli era colui che controllava le mie scartoffie all'uscita della città: era il guardiano delle mura di Kiri.
    - No, non trovo. Questo schifoso gestiva un giro di prostituzione minorile, quando si lamentavano ,o crescevano troppo, ne vendeva gli organi al mercato nero. Quindi no, Keiji, non si merita nessuna degna sepoltura. - disse Sho, dopo tutto il mio discorso. A queste parole potei solo rispondere: « Chiedo venia, Sho. Non avevo abbastanza informazioni per sapere che le cose stessero in questo modo. » feci una piccola pausa. « Finché si parla di attività illecite in ambito accademico, o comunque, ninja più in generale, rimango fermamente convinto della mia posizione, nessun uomo merita di non ricevere degna sepoltura, ma qui siamo davanti ad un uomo che approfittava delle sue conoscenze per affliggere chi non aveva modo di difendersi. » dentro di me tirai un sospiro di sollievo. Avevo ucciso un bastardo di prim'ordine e nonostante tutto, nonostante il mio stato di semi-coscienza, nonostante l'assenza di giustificazioni per ciò che avevo fatto, ero felice di esser stato l'ultimo a levare la spada su di lui.

    Il guardiano delle mura fu di poche parole, aspettata la fine dei discorsi disse che riteneva plausibile la mia storia e che il problema di tutto ciò era come gestire la situazione. Sho mise subito in chiaro quali erano, ai fini della sua missione, i risvolti che l'accaduto avrebbero dato a questa; l'aria scocciata di Akira - questo era il nome dell'altro ninja di Kiri, come venni a sapere da Sho durante il suo prossimo discorso - sembrava suggerire che più velocemente e con meno gravi per la sua figura avremmo risolto questa situazione, più lui sarebbe stato contento. Pareva quasi che non volesse schierarsi, un po' troppo poco ligio al suo dovere. Probabilmente anche Sho se ne accorse, visto la proposta che fece: - Uno: Prendo io la responsabilità dell'accaduto e porto la testa di questo tipo a Konoha, in questo caso però avrò bisogno della sicurezza che voi manteniate il segreto . Due: molto più semplicemente e senza ingannare nessuno, riporto comunque la testa di questo bastardo alla foglia , ma Keiji, in quanto esecutore diretto, viene con me, e lasciamo che sia l'amministrazione del mio villaggio ad occuparsene. Sono comunque aperto ad altre eventuali idee. - il fatto che lui se ne volesse assumere una qualche responsabilità, forse, presumeva un guadagno, in qualche modo? Non ero mai stato attaccato al denaro o chissà cosa, ma magari la taglia sulla testa del pedofilo che avevo ai miei piedi non prevedeva ricompense il Ryo ma anche solo cariche o prestigio. Certo, come disse bene Sho, il mio fittizio atto di misericordia rimaneva comunque un omicidio. Ancora armandomi della mia interpretazione migliore del buon vecchio sprovveduto, dissi: « Se posso dire la mia, non sono mai stato a Konohoa. Una visitina, anche se non di piacere, come in questo caso, sarei ben disposto a farla. »

    Come il foglioso stava facendo notare, però, la scelta finale spettava a Akira. Era lui, per quanto odiassi ammetterlo, l'autorità più alta in questo momento tra i tre. « Soprattutto nel mio caso valgono le parole di Sho. Mi affido alle sue decisioni, Akira. » dissi, rimanendo fermo nel mio solenne tono ufficiale.
    Non potevo ancora tirare l'ultimo sospiro di sollievo, la situazione non era più critica come in precedenza, certo, ma indubbiamente non aveva grandi prospettive per il sottoscritto.






    Narrato.
    « Parlato. »
    « Pensato. »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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