Le Terme

[Svago]

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    Bamboo Rigogliosi








    Giunto alle terme Raizen avrebbe mostrato una faccia di se ben differente da quanto ci si potesse aspettare dal suo modo di porsi e di apparire, prima dell’immersione nella vasca infatti avrebbe passato del tempo a levarsi la lordura di dosso con estrema accuratezza sfregando i capelli più di una volta per lavarli, seppure non gli stesse simpatica la spazzola a cui dedico ben pochi minuti, il necessario per non ritrovarsi da un giorno all’altro con una matassa indistinta di nodi.
    Una volta terminata la doccia non sapeva di nulla, odiava i profumi dei saponi e badava a scegliere quelli meno intensi, forse per un inconscia deformazione professionale che lo portava a scartare qualsiasi cosa lo rendesse troppo percepibile.
    Finita la doccia, con un asciugamano in vita, si recò alla vasca termale.
    A Konoha si aveva la fortuna di possedere delle terme naturali a cui il buongusto dei gestori doveva aggiungere dei separatori adeguati all’ambiente. La modesta vasca che Raizen si lasciava riservare era quella in cui questo impatto era minore, le pareti lignee infatti venivano mascherate da fitte aiuole di bamboo sufficientemente alto da far pensare di non essere in un ambiente artificiale. La vasca invece aveva i bordi frastagliati dovuti dall’irregolarità delle rocce e la nebbiolina data dall’acqua calda appiattiva tutti i colori ma al contempo inumidiva qualsiasi cosa rendendoli più vividi rendendo l’ambiente perfetto per un rilassante bagno molto lontano dai pensieri della vita di tutti i giorni.

    Ahhhhh...

    Era finalmente riuscito ad adagiarsi sulla vasca, aveva fatto una doccia fredda di proposito in modo da sentire il piacevole sbalzo di temperatura, prima che Kiyomi arrivasse ebbe tutto il tempo di rilassarsi, concentrandosi sul liscio pavimento calcareo che l’acqua aveva formato in chissà quanti anni.
    Si immerse fino al petto, lasciando fuori esclusivamente le grosse braccia che lo tenevano aggrappato al bordo della piscina, permettendogli di reclinare la testa e poggiarvi la pezzuola bagnata. La pelle ambrata aveva un deciso contrasto con il bianco del calcare che evidenziava la spigolosità di un corpo nato e cresciuto per la battaglia.
    Quando l’irrequieta kunoichi fosse arrivata l’avrebbe trovato in quella posizione, a tamburellare chissà quale canzone mentre la canticchiava mugugnando, dopotutto aveva tutto il diritto di essere spensierato, aveva debellato una delle associazioni criminali che più ledevano il buon nome di Konoha. L’ingresso di Kiyomi nella piscina sarebbe stato seguito attentamente da Raizen.

    Ti vedo disinibita.

    Disse con marcata malizia prima di sospirare nuovamente.

    Ci voleva si, dopo tutta quella fatica e tensione quelle brodaglie da sale da the non bastano di certo a distenderti a sufficienza.
    Comunque, quelle che hai visto erano le code di un demone, del mio demone.


    Lanciò quella rivelazione senza problemi, ormai era una notizia che diventava sempre più complesso nascondere, ed una volta mostrate braccia e code di una creatura leggendaria c’era poco spazio per l’immaginazione.

    Riguardo l’essere aggraziate direi che eri troppo impegnata ne combattimento per notare cosa è successo, un ceffone di quelli riduce chiunque ad un sacchetto scomposto di interiora e ossa in un bagno di emorragie. C’è di peggio, per carità, la volpe ha sicuramente il suo fascino, ma gentile e aggraziato penso non leghi bene con gli effetti che il chakra demoniaco ha sul corpo.
    E no, non si può insegnare, è qualcosa di impossibile da ottenere senza un demone dentro. Konoha ne possiede un altro, ma abbiamo già un jinchuriki.


    Pareva che la rivelazione riguardante una seconda mente che abitava la coscienza di Raizen l’avesse turbata, facendo ridere Raizen.

    Ahahahah! No, non hai fatto una platonica cosa a tre con un demone!

    Non gli avrebbe rivelato il nome del demone, mai se lo sarebbe sognato, era ben consapevole dell’importanza che questo avesse e di cosa rappresentasse, di certo non lo si poteva andare a dire ai quattro venti per puro vanto, men che meno dentro una piscina termale con un battito cardiaco lievemente accelerato.

    È un po’ come essere continuamente insieme ad un amico, o un compagno.
    Ci si fa l’abitudine. Ma rispondere alla tua domanda non è semplice, diciamo che nella coscienza ci sono svariati livelli, se non richiesto il demone riposa nei suoi meandri senza interagire con me.
    Ma penso che solo avendo la possibilità di interagire si possa comprendere al meglio. Diciamo che è un possibile universo dentro a noi stessi.
    Un po’ come sognare, presente?


    Alzò la mano per avvicinarsi la bottiglia e guardare cosa Kiyomi stesse bevendo. Non si risparmiò una smorfia.

    Tu non ti vuoi troppo bene vero?
    Sempre a fare la fighetta, sta roba ti sbronzetta male in un paio di secondi con tutto sto caldo.
    E io a casa non ti ci porto, sappilo.


    Disse con una nota di sarcasmo per poi alzare una mano e chiamare una delle servienti.

    Un po’ di acqua tonica con un pelino di gazzosa, menta e una fettina di limone, ghiacciata, come sempre.

    La ragazza fece un piccolo inchino tornando dopo qualche minuto con la tazza appannata dalla condensa, evidentemente ghiacciata, come richiesto da Raizen.
    Bevvè un sorso facendo schioccare le labbra una volta deglutito.

    Accidenti quanto ti preoccupi per questo orologio biologico.
    Hai mai letto qualche buona rivista oltre ninjella duemila?
    A me ne è capitata per le mani una che parlava di uno studio sugli effetti della manipolazione del chakra.
    Tende a ringiovanire le cellule, lo sapevi?
    Le nutre, ne favorisce il ricambio e il moto fisico che gli shinobi eseguono praticamente di continuo tiene il corpo in forma.
    Rilassati quindi, l’orologio sta già rallentando, parola di scienziati.


    Strizzò un occhio con un espressione complice.

    Comunque, io personalmente non posso fare niente, Konoha però può aiutarti, ciò che chiedi non è un problema, devi soltanto avere pazienza, o maturare più velocemente come kunoichi.
    Tu vuoi potere, il modo in cui lo chiami non cambia ciò che vuoi, e il potere va saputo gestire. E per acquisire il controllo ci vuole del tempo o esperienza.


    Si voltò poi verso di lei, aprendo definitivamente gli occhi e sorreggendosi la testa con una mano.

    Alcuni tipi di esperienze però sono assai più semplici da apprendere, e sottovalutarne l’efficacia non è un bene.

    Quel battito cardiaco che andava accelerando da quando Kiyomi aveva fatto il suo ingresso pareva avesse fatto maturare il bamboo dentro l’acqua.
     
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