Le Terme

[Svago]

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    Il dopo-retata

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    La giovane donna ascoltò in silenzio le parole dell'Hokage, fissando l'acqua davanti a lei, e sebbene non avesse gradito chissà quanto quel braccio intorno alle spalle, lasciò correre, non essendo interessata a contestare questioni così irrilevanti in un momento del genere. Era alquanto abbattuta, udendo il discorso e ciò che voleva significare, mentre il suo interlocutore le parlò di lui, per poi metterle davanti il suo problema.
    Era già consapevole di ciò che cercò di spiegarle, tuttavia a lei non dispiaceva essere considerata solo per l'aspetto fisico. Certo, il modo rude in cui glielo sbattè in faccia faceva sembrare la cosa abbastanza sgradevole, ma in fondo, gli apprezzamenti spinti era solita concederli unicamente a lui, e non a chiunque, pretendendo un certo rispetto quando si era in sua presenza. La battuta che seguì non smosse neanche un po' la genin, che al contrario, rispose all'affermazione successiva in modo alquanto inaspettato per il colosso.
    Ti sei...comportata come la peggiore delle puttane.
    Due sole sillabe costituirono la risposta della kunoichi, che non perse la sua aria sconfortata.
    Lo so.
    Non ebbe niente da ridire su quello che disse successivamente, colpevolizzandosi anch'egli e mettendosi alla pari con lei, poiché non c'era dubbio che vi fosse sincerità nelle sue parole, come in quelle rivolte alla parte di colpa di Kiyomi stessa.
    Non ti ho imbrogliato, ma resta comunque un errore, tuo per avermelo permesso, mio per aver proposto un simile pagamento.
    In quell'istante le venne spontanea voltare la testa per guardarlo negli occhi, cosa a cui lui rispose facendo lo stesso. Non si era mai trovata così faccia a faccia con qualcuno e così in intimità, e la situazione la fece sentire strana, come se si stesse smuovendo qualcosa dentro di lei.
    Posso aiutarti e voglio farlo. Ma preferirei aiutare te, non dare a chiunque la possibilità di sbavarti dietro per qualche anno in più o a te di mostrare la mercanzia una volta si e l’altra pure.
    Nel mentre ascoltò quelle parole, non poté fare a meno di farsi scappare un sorriso che la rilassò enormemente, tornando poi a guardare davanti a sè e continuando ad ascoltare le condizioni del colosso.
    Non è una questione di pudore, ma per quanto tu possa non notarlo, di rispetto verso il tuo stesso corpo che dici di venerare e che invece svendi ai bavosi più inclini a dirti quanto piacere hanno nel vederlo.
    Io ti VEDEVO come una ragazza viziata, ora mi piacerebbe vederti come una ragazza che agisce per il proprio interesse, non per tenere alta la considerazione che il prossimo ha di lei.

    Al termine di quel discorsetto, esordì con delle spiegazioni a sua volta prima di passare alla risposta, ma stavolta tenendo una voce più tranquilla ed un tono meno basso di quello dei precedenti minuti. Anche le sua posizione era evidentemente più rilassata, con le gambe quasi completamente distese e la schiena appoggiata al bordo della vasca.
    Sei un bravo ragazzo, Raizen.
    Sei carino a preoccuparti per me, anche se credo che tu abbia frainteso leggermente la situazione. L'unico a cui concedo certi apprezzamenti sfacciati, sei tu, e se sono così disinibita e perchè non vedo motivo per cui vergognarmi, dopo quello che abbiamo passato. Altrimenti sono solita pretendere un certo rispetto nei miei confronti. E' vero, mi dà piacere sentirmi apprezzata, sempre che sia nei limiti, ma è anche una mia gioia personale essere sempre perfetta come una bambola.
    Ma forse hai ragione...a me piace anche questo potere che mi è concesso e ho paura di perderlo. Ammettiamolo, non è poi così difficile abbindolare voi uomini mostrando un po' di pelle, e non è un fattore da sottovalutare, ma non è ovviamente per questo che cercò di fermare il mio invecchiamento.
    In ogni caso...va bene. Accetto le tue condizioni.

    Finì il discorso guardandolo nuovamente in faccia, con un volto più sereno e vagamente sorridente, rispetto a quello di prima. L'affermazione sui "frutti maturi" la lasciò per un attimo perplessa, fin quando il gigante non si accorse della sua gaffe, non reagendo in altro modo che alzando gli occhi al cielo e staccando lo sguardo da lui, riportandolo in avanti.
    Tutta quella intimità e quel contatto fisico stavano iniziando a farsi sentire. Sarà stato il calore naturale di quell'acqua, unita alla sua alta umidità, ma sentiva come un diverso calore provocato da quella vicinanza al corpo di quell'uomo. Il respiro che poteva sentire chiaramente, la sua grande mano appoggiata sulle sue spalle, il busto tonico e muscoloso sfiorato dal suo esile braccio...in quegli istanti sentiva come uno strano calore emergerle da dentro. Una nuova intimità stava nascendo, e senza perdere tempo, portò la sua mano sinistra al polso avvinghiato a sè...e lo alzò senza pensarci due volte, passandoci sotto con la testa e scansandosi di qualche centimetro dal Colosso.
    Ma adesso basta parlare di queste cose, pensiamo ad altro. Scusa, ma temo il risveglio del tuo compagno lì sotto. Giustificandosi per aver interrotto quel contatto. La sua voce aveva ripreso il solito tono pimpante e deciso.
    Ho riflettuto su ciò che mi hai detto stamattina, in amministrazione. In effetti potrei liberamente comprare una casa a buon prezzo, pagandola pian piano, ma ho deciso di investire i miei risparmi, che nel frattempo sono fruttati.
    Se ci vorrà tempo e sarò costretta a fare questa vita ancora per un po', tanto vale che mi dia da fare.
    Ho già dei progetti in mente, sarà fantastico, almeno cercherò di vivere un po' più decentemente. E anzi, credo che mi dedicherò anche ad altro, sto pensando ad un buon investimento, ma non ti dico di cosa si tratta, porta sfortuna.

    A quel punto si alzò in piedi e si voltò verso Raizen, lasciando che l'acqua calda scivolasse dalle sue curve.
    Devo proprio andare, non voglio perdere altro tempo, mi farò sentire io prossimamente. Per un paio di istanti lo guardò un po' più profondamente, negli occhi, prima di poggiare indice e medio della sua mano sinistra sulle sue labbra, baciandoli, e poi sfiorare quelle di Raizen con i medesimi polpastrelli.
    Sei la cosa più vicina ad un amico che mi sia mai capitato di avere. Grazie di tutto, Raizen.
    Un istante dopo, avrebbe congiunto violentemente il dorso della stessa mano con la guancia destra dell'Hokage, soltanto come mero gesto simbolico e non applicando quindi molta forza.
    E questo è per non esserti coperto quel coso, quando ha cominciato a gonfiarsi.
    Quasi scavalcando l'uomo, poi, sarebbe uscita dalla vasca, a meno che questi non gliel'avesse impedito, raccogliendo il suo accappatoio ed indossandolo, per poi dirigersi verso gli spogliatoi femminili senza guardarsi indietro.
    Ho lasciato i soldi dei cadaveri al direttore, prenditi quello che ti pare e butta quell'acqua tonica.

    Sulla strada del ritorno, si sarebbe sentita quasi un'altra donna; era felice dell'esperienza vissuta e sapeva ormai di poter contare pienamente sull'Hokage, ma una volta giunta in prossimità di casa, vide qualcosa di insolito davanti alla sua porta, che le fece perdere il sorriso. Avvicinandosi con passo deciso, arrivò a distinguere un ragazzo seduto a terra ed appoggiato alla porta di legno. Squadrandolo meglio, piano piano alcuni dei suoi tratti gli ritornarono familiari, ed una volta arrivata a pochi passi da lui, non ebbe alcun dubbio che si trattasse di una sua vecchia e sgradevole conoscenza. Era il ragazzo dai capelli bianchi che aveva avuto la sfortuna di incontrare un paio di volte ad Oto, una delle quali risultò enormemente spiacevole per la kunoichi, in quanto, nel bel mezzo di uno scontro, lo shinobi aveva osato sfregiare la sua gamba con un'arma ben affilata.
    La giovane si fermò in attesa che questi la notasse, e dopo che l'ebbe fatto, scattò immediatamente in piedi e la salutò in modo semi formale.
    Buonasera, Kiyomi-san.
    Che ci fai qui, Shingen? Che vuoi? Rispose in tono freddo, alquanto infastidita dalla sua presenza.
    L'otese prese un foglio di carta che si rivelò essere una lettera e la porse alla genin, anche se questa attese le sue parole senza prenderla.
    E' una lettera di dimissioni. Mi sono dimesso dalla carriera ninja e credo tu sappia perchè. Non ho soldi e mezzi per ripagare una cifra tale, che mi hanno affibbiato per quello che ti ho fatto, e la tua famiglia ha deciso che l'unico modo è rimettermi a te e farti da domestico o quello che vuoi per qualche anno.
    La gioia e la soddisfazione provata in quel momento dalla kunoichi era impagabile, ed un malizioso sorriso apparve sul suo volto, mentre prendeva delicatamente la lettera dalle mani del ragazzo: un sorriso soddisfatto e beffardo che lasciava ben trasparire ciò che aveva in mente.
    Finalmente hai capito, caro Shingen. Mentre parlava si avvicinò molto lentamente a lui, fino a stargli ad un palmo dal naso, sul finale delle successive parole. Ho amici molto potenti che possono renderti la vita un inferno. Periò, se mai hai pensato di avere tu il controllo, ti sbagliavi.
    E' così che funziona: puoi provare a combattermi...
    Guardandolo fisso negli occhi e quesi sussurrando ...ma sono io, che vinco sempre.
    La kunoichi sorpassò lo sfortunato ragazzo che aveva avuto l'enorme sfortuna di incorciarla sul suo cammino...cosa ne sarebbe stato di lui, spettava soltanto a Kiyomi saperlo.
     
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