Le Terme

[Svago]

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    Bamboo Rigogliosi








    Giunto alle terme Raizen avrebbe mostrato una faccia di se ben differente da quanto ci si potesse aspettare dal suo modo di porsi e di apparire, prima dell’immersione nella vasca infatti avrebbe passato del tempo a levarsi la lordura di dosso con estrema accuratezza sfregando i capelli più di una volta per lavarli, seppure non gli stesse simpatica la spazzola a cui dedico ben pochi minuti, il necessario per non ritrovarsi da un giorno all’altro con una matassa indistinta di nodi.
    Una volta terminata la doccia non sapeva di nulla, odiava i profumi dei saponi e badava a scegliere quelli meno intensi, forse per un inconscia deformazione professionale che lo portava a scartare qualsiasi cosa lo rendesse troppo percepibile.
    Finita la doccia, con un asciugamano in vita, si recò alla vasca termale.
    A Konoha si aveva la fortuna di possedere delle terme naturali a cui il buongusto dei gestori doveva aggiungere dei separatori adeguati all’ambiente. La modesta vasca che Raizen si lasciava riservare era quella in cui questo impatto era minore, le pareti lignee infatti venivano mascherate da fitte aiuole di bamboo sufficientemente alto da far pensare di non essere in un ambiente artificiale. La vasca invece aveva i bordi frastagliati dovuti dall’irregolarità delle rocce e la nebbiolina data dall’acqua calda appiattiva tutti i colori ma al contempo inumidiva qualsiasi cosa rendendoli più vividi rendendo l’ambiente perfetto per un rilassante bagno molto lontano dai pensieri della vita di tutti i giorni.

    Ahhhhh...

    Era finalmente riuscito ad adagiarsi sulla vasca, aveva fatto una doccia fredda di proposito in modo da sentire il piacevole sbalzo di temperatura, prima che Kiyomi arrivasse ebbe tutto il tempo di rilassarsi, concentrandosi sul liscio pavimento calcareo che l’acqua aveva formato in chissà quanti anni.
    Si immerse fino al petto, lasciando fuori esclusivamente le grosse braccia che lo tenevano aggrappato al bordo della piscina, permettendogli di reclinare la testa e poggiarvi la pezzuola bagnata. La pelle ambrata aveva un deciso contrasto con il bianco del calcare che evidenziava la spigolosità di un corpo nato e cresciuto per la battaglia.
    Quando l’irrequieta kunoichi fosse arrivata l’avrebbe trovato in quella posizione, a tamburellare chissà quale canzone mentre la canticchiava mugugnando, dopotutto aveva tutto il diritto di essere spensierato, aveva debellato una delle associazioni criminali che più ledevano il buon nome di Konoha. L’ingresso di Kiyomi nella piscina sarebbe stato seguito attentamente da Raizen.

    Ti vedo disinibita.

    Disse con marcata malizia prima di sospirare nuovamente.

    Ci voleva si, dopo tutta quella fatica e tensione quelle brodaglie da sale da the non bastano di certo a distenderti a sufficienza.
    Comunque, quelle che hai visto erano le code di un demone, del mio demone.


    Lanciò quella rivelazione senza problemi, ormai era una notizia che diventava sempre più complesso nascondere, ed una volta mostrate braccia e code di una creatura leggendaria c’era poco spazio per l’immaginazione.

    Riguardo l’essere aggraziate direi che eri troppo impegnata ne combattimento per notare cosa è successo, un ceffone di quelli riduce chiunque ad un sacchetto scomposto di interiora e ossa in un bagno di emorragie. C’è di peggio, per carità, la volpe ha sicuramente il suo fascino, ma gentile e aggraziato penso non leghi bene con gli effetti che il chakra demoniaco ha sul corpo.
    E no, non si può insegnare, è qualcosa di impossibile da ottenere senza un demone dentro. Konoha ne possiede un altro, ma abbiamo già un jinchuriki.


    Pareva che la rivelazione riguardante una seconda mente che abitava la coscienza di Raizen l’avesse turbata, facendo ridere Raizen.

    Ahahahah! No, non hai fatto una platonica cosa a tre con un demone!

    Non gli avrebbe rivelato il nome del demone, mai se lo sarebbe sognato, era ben consapevole dell’importanza che questo avesse e di cosa rappresentasse, di certo non lo si poteva andare a dire ai quattro venti per puro vanto, men che meno dentro una piscina termale con un battito cardiaco lievemente accelerato.

    È un po’ come essere continuamente insieme ad un amico, o un compagno.
    Ci si fa l’abitudine. Ma rispondere alla tua domanda non è semplice, diciamo che nella coscienza ci sono svariati livelli, se non richiesto il demone riposa nei suoi meandri senza interagire con me.
    Ma penso che solo avendo la possibilità di interagire si possa comprendere al meglio. Diciamo che è un possibile universo dentro a noi stessi.
    Un po’ come sognare, presente?


    Alzò la mano per avvicinarsi la bottiglia e guardare cosa Kiyomi stesse bevendo. Non si risparmiò una smorfia.

    Tu non ti vuoi troppo bene vero?
    Sempre a fare la fighetta, sta roba ti sbronzetta male in un paio di secondi con tutto sto caldo.
    E io a casa non ti ci porto, sappilo.


    Disse con una nota di sarcasmo per poi alzare una mano e chiamare una delle servienti.

    Un po’ di acqua tonica con un pelino di gazzosa, menta e una fettina di limone, ghiacciata, come sempre.

    La ragazza fece un piccolo inchino tornando dopo qualche minuto con la tazza appannata dalla condensa, evidentemente ghiacciata, come richiesto da Raizen.
    Bevvè un sorso facendo schioccare le labbra una volta deglutito.

    Accidenti quanto ti preoccupi per questo orologio biologico.
    Hai mai letto qualche buona rivista oltre ninjella duemila?
    A me ne è capitata per le mani una che parlava di uno studio sugli effetti della manipolazione del chakra.
    Tende a ringiovanire le cellule, lo sapevi?
    Le nutre, ne favorisce il ricambio e il moto fisico che gli shinobi eseguono praticamente di continuo tiene il corpo in forma.
    Rilassati quindi, l’orologio sta già rallentando, parola di scienziati.


    Strizzò un occhio con un espressione complice.

    Comunque, io personalmente non posso fare niente, Konoha però può aiutarti, ciò che chiedi non è un problema, devi soltanto avere pazienza, o maturare più velocemente come kunoichi.
    Tu vuoi potere, il modo in cui lo chiami non cambia ciò che vuoi, e il potere va saputo gestire. E per acquisire il controllo ci vuole del tempo o esperienza.


    Si voltò poi verso di lei, aprendo definitivamente gli occhi e sorreggendosi la testa con una mano.

    Alcuni tipi di esperienze però sono assai più semplici da apprendere, e sottovalutarne l’efficacia non è un bene.

    Quel battito cardiaco che andava accelerando da quando Kiyomi aveva fatto il suo ingresso pareva avesse fatto maturare il bamboo dentro l’acqua.
     
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    Kiyomi



    La ragazza si tranquillizzò vagamente quando venne a sapere che il demone non poteva essere sempre presente e vedere tutto ciò che vedevano gli occhi di Raizen, girandosi poi stizzita, quando questi osò dirle che non si prendeva cura di se stessa, riferendosi allo champagne.
    Ah bè, scusa se per un attimo ho creduto che una volpe demoniaca mi avesse vista fare sesso dal vivo. Non so se te ne sei accorto, ma non sono una che fa queste cose, è una delle mie principali privazioni.
    E comunque...
    Dopo aver sentito dell'acqua tonica Ho ordinato lo champagne apposta per festeggiare la nostra vittoria. Non bevo quasi mai alcool, ma di certo non è la stessa cosa che festeggiare bevendo acqua tonica e limone.
    Successivamente, Kiyomi passò a discutere di argomenti seri, ma le risposte di Raizen non la entusiasmarono per niente, facendo calare rapidamente il suo interesse per quelle parole che finì per ascoltare poco e facendo disegnare sul suo volto un espressione vuota. La donna non rispose, rimase in silenzio ad osservare il suo bicchiere, senza neanche far caso a ciò che avveniva tra le gambe dell'Hokage. Fece un breve cenno agli inservienti ancora presenti, indicandogli di andarsene, ed una volta rimasti soli, si lasciò andare ad un lento sospiro, prima di riprendere a parlare in modo piuttosto pacato.
    Tu la fai facile, Raizen. Troppo facile. Il suo sguardo si spostò verso l'acqua e le mani vi si immersero, cominciando a sfiorarsi le cosce, mentre lei, con l'aria molto pensierosa, continuò a parlare. La sua voce non era forte ed energica come l'hokage era abituato a sentirla, ma si fece sempre più bassa e cupa.
    In fondo a te cosa manca? Hai un bell'aspetto...sei ricco...sei forte...ricopri un ruolo importante nel villaggio...hai amici sparsi in mezzo mondo...
    Ma io che cosa ho?
    Lo guardò per un istante negli occhi, per poi tornare a fissare il vuoto. Ormai sarebbe stato evidente che avesse un'aria abbattuta.
    Io ho talento nel canto, nella musica, nella danza...e so anche cucire bene. Ma credi che importi a qualcuno?
    Da giovane davo molta più importanza a queste cose e non mi curavo molto del mio aspetto, ma in fondo, nessuno mi dava un minimo di attenzione. Ero solo una delle tante ragazze ricche e viziate che si potevano vedere in giro.
    Il suo tono di voce rimase molto basso, ed il suo viso iniziava a passare lentamente dall'inespressivo al triste e malinconico. Fece delle brevi pause, forse per trovare il coraggio di rivelare dettagli così intimi o forse per cercare di ricordare il passato quasi dimenticato.
    Poi...quasi da un giorno all'altro, il mio corpo iniziò a cambiare e cominciarono a formarsi delle curve, ed allora non ero più una bambina che nessuno calcolava, ma cominciai a sentirmi apprezzata.
    "Che bella signorina" e frasi così...maschi che mi ricoprivano di attenzioni...
    Ecco perchè capii che ciò che conta davvero per piacere alla gente è l'aspetto fisico.
    Puoi immaginare come mi sono sentita qualche anno fa, quando realizzai di essere giunta all'apice della mia giovinezza. Presto il mio corpo inizierà a cedere alle lusinghe del tempo e tutta la mia bellezza andrà lentamente a sfiorire, e allora perderò l'unica cosa che mi rende davvero me stessa.
    Chi è Kiyomi senza la sua avvenenza e la sua perfezione?
    Se proprio vuoi saperlo, non è neanche il mio vero nome. Il nome che mi diedero i miei genitori è Shinju.
    Shinju Saito.

    Seguì un silenzio di qualche secondo, intervallati da un sospiro, mentre la giovane riflesse su quanto stava dicendo. Era la prima volta che si metteva in gioco così tanto con qualcuno, ma ormai sembrava aver perso la sua grinta e la voglia di combattere, quasi rassegnata al suo destino. Mantenne la testa bassa, in modo che Raizen non avrebbe potuto vedere i suoi occhi semilucidi. Alzò le ginocchia, avvicinandole leggermente al busto ed appoggiandovi sopra le mani.
    Le ho provate tutte. L'unica speranza che mi restava era il mondo ninja, con tutte le sue stramberie.
    Ti ho donato la mia verginità perchè ero disperata e speravo che avresti accettato uno scambio.
    Seguì un'altra piccola pausa.
    Per te sono una barzelletta. Vedi solo una ragazza ridicola e viziata che dà importanza a nient'altro che a sè stessa e vuole diventare immortale.
    Mi dici che ci vuole tempo, ma non prendi sul serio la mia richiesta.
    ...
    Non cercare di capire perchè voglio compiacere così tanto agli altri. E' la mia natura, sono fatta così, come tu sei fatto a modo tuo.
    Io non voglio potere, non mi interessa.
    Alzò una mano dall'acqua e la fissò. Voglio solo arrestare questo processo che presto non riuscirò più a ritardare. Non mi interessa cosa verrà dopo. Rimise lentamente la mano in acqua, restando a sguardo basso.
    Dimenticati del nostro patto, non sei più tenuto a rispettarlo. A qual punto alzò gli occhi, oramai particolarmente lucidi, e con un filo di voce in più, si rivolse a Raizen guardandolo dritto negli occhi.
    Ma se davvero vuoi e puoi aiutarmi, Raizen...aiutami. Te lo chiedo per favore. La ragazza sarebbe rimasta a fissare il colosso, in attesa di una risposta.
     
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    Noncuranza








    C’erano tanti modi per spegnere il fuoco di un uomo, l’acqua ghiacciata, il dolore, le battute sulle eventuali dimensioni ridotte del pene, ma quello probabilmente più efficace erano i sentimentalismi. Quando una donna si mette su quei binari Raizen era convinto che ormai la partita fosse quasi totalmente chiusa, mai chiusa del tutto, la Montagna era sempre stato un sognatore.
    Ma a prescindere da quello che organizzasse per il futuro le parole della ragazza ebbero lo stesso effetto di un frigidarium, e gli sbalzi di temperatura, si sa, erano sconsigliatissimi per dei bamboo rigogliosi, tendevano ad afflosciarli in pochissimo tempo.
    In realtà Raizen non era mai stato disinteressato ai problemi altrui, spesso non ne veniva reso partecipe, complice il fatto che sembrasse tale, un piccolo circolo vizioso che non si impegnava a rompere, per il suo bene quanto per quello altrui. Restava fedele ad un accordo non scritto che tratteneva agli altri dallo sfogarsi davanti al suo volto severo e lui di rincuorarli alla sua maniera, generalmente tutt’altro che delicata.
    Mentre Kiyomi parlava sollevò una gamba e si appoggiò al ginocchio, era la prima volta che la ragazza gli parlava di se stessa, mettendo giù il velo da antipatica smorfiosa che Raizen spostava a furia di pisellate. Tecnica che per dispiacere degli scettici parve funzionare ottimamente.
    Non interruppe la kunoichi, lasciando che terminasse quella che si rivelò probabilmente essere una delle confessioni più importanti che avesse mai fatto. Quando terminò Raizen la guardava con occhi diversi dal solito, non era presente la solita bramosia, il desiderio fisico, non erano in grado di trasmetterne la medesima innocenza e bontà, ma sicuramente c’era interesse. Attese che Kiyomi finisse per avvicinarsi, voleva che notasse l’assenza di timore verso quei problemi che gli aveva esposto, non perché non lo riguardassero o non gli interessassero o ancora perché lui fosse un uomo tutto d’un pezzo, semplicemente perché non reputava che fosse un problema per lei.
    La strinse col braccio che più le era vicino, questa volta senza la minima traccia di maliziosità, Kiyomi avrebbe potuto notare come quell’abbraccio fosse diverso dal solito: tutte le cose stavano al loro posto e la mano si poggiò sulla spalla anziché sul seno, dettaglio non da poco.

    Beh, direi che ognuno semplifica ciò che non vede.
    Penso sia normale.
    Ho un bell’aspetto è vero, forse, ma è temporaneo quanto lo è il tuo. Sono ricco adesso, qualche tempo fa dormivo ovunque ci fosse un giaciglio orizzontale sufficientemente morbido, salto di livello che coincide col mio elevamento nella scala sociale. Nessuno però mi ha mai dato nulla ma penso sia importante sottolineare che di contro, io non ho mai dato nulla a nessuno.
    Un rapporto di mutua noncuranza.


    Fece spallucce, e dopo quel piccolo preambolo che spiegava come i due avessero affrontato la stessa onda, seppur con strumenti e modi differenti, si dedicò a rispondere al resto.

    Sei semplicemente cresciuta, e nel farlo sei diventata schiava degli altri, accomodandoti sulla via che hai reputato a te più consona, nonostante fosse soltanto quella più semplice.
    Succede, venir apprezzati è bello, piace a tutti ricevere delle attenzioni e a tanti piace darle quando persone come te le accettano, è un po’ il motivo che mi spinge ad essere così immediato, passami l’eufemismo.
    Se un uomo, un qualsiasi uomo, non viene rimesso apposto quando fa apprezzamenti così spinti come i miei allora si sente autorizzato a fare tutto, a farne di più… ma a cosa pensi che siano diretti?
    Ci può essere di tutto dietro a quel seno, a quelle cosce tornite, Kiyomi, Saiju, Nanako, Shizune… non importerà nulla, loro vedranno un pezzo di carne e lo apprezzeranno, tutto qui. A nessuno importerà niente di cosa c’è li dietro perché ciò che importa è il davanti… o il di dietro, dipende dai gusti.


    Aggiunse per sdrammatizzare, conscio che quello che stava per dire avrebbe pesato non poco.

    Ti sei… comportata come la peggiore delle puttane.

    Attese un ceffone, meritato, seppure il fine di quell’affermazione non fosse quello di offendere.

    E io come il peggiore degli uomini.

    C’era tristezza ora nei suoi occhi e pentimento.

    Tra noi due probabilmente quello più spregevole sono io.
    Sono stato come gli uomini che ti ho appena descritto, l’unica differenza è che io sono arrivato a sfruttare ciò che potevo.
    Non ti ho imbrogliato, ma resta comunque un errore, tuo per avermelo permesso, mio per aver proposto un simile pagamento.


    La guardò negli occhi.

    Posso aiutarti e voglio farlo. Ma preferirei aiutare te, non dare a chiunque la possibilità di sbavarti dietro per qualche anno in più o a te di mostrare la mercanzia una volta si e l’altra pure.
    Non è una questione di pudore, ma per quanto tu possa non notarlo, di rispetto verso il tuo stesso corpo che dici di venerare e che invece svendi ai bavosi più inclini a dirti quanto piacere hanno nel vederlo.
    Io ti VEDEVO come una ragazza viziata, ora mi piacerebbe vederti come una ragazza che agisce per il proprio interesse, non per tenere alta la considerazione che il prossimo ha di lei.


    Aspettò una conferma.

    E non farti venire fretta, i frutti son buoni maturi.

    Strizzò un occhio con convinzione, per Raizen la metà migliore dei vent’anni era la seconda, in cui i lineamenti si indurivano leggermente ma il corpo restava comunque sodo e qualche espressione iniziava a dare più carattere al viso, anche se dopo qualche secondo si accorse che la frase non aveva un limite e che generalmente quel maturi veniva usato per un’altra categoria di donne.

    Maturi al dente. Non sfatti.

    Precisò con convinzione.
     
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    Condizioni


    La giovane donna ascoltò in silenzio le parole dell'Hokage, fissando l'acqua davanti a lei, e sebbene non avesse gradito chissà quanto quel braccio intorno alle spalle, lasciò correre, non essendo interessata a contestare questioni così irrilevanti in un momento del genere. Era alquanto abbattuta, udendo il discorso e ciò che voleva significare, mentre il suo interlocutore le parlò di lui, per poi metterle davanti il suo problema.
    Era già consapevole di ciò che cercò di spiegarle, tuttavia a lei non dispiaceva essere considerata solo per l'aspetto fisico. Certo, il modo rude in cui glielo sbattè in faccia faceva sembrare la cosa abbastanza sgradevole, ma in fondo, gli apprezzamenti spinti era solita concederli unicamente a lui, e non a chiunque, pretendendo un certo rispetto quando si era in sua presenza. La battuta che seguì non smosse neanche un po' la genin, che al contrario, rispose all'affermazione successiva in modo alquanto inaspettato per il colosso.
    Ti sei...comportata come la peggiore delle puttane.
    Due sole sillabe costituirono la risposta della kunoichi, che non perse la sua aria sconfortata.
    Lo so.
    Non ebbe niente da ridire su quello che disse successivamente, colpevolizzandosi anch'egli e mettendosi alla pari con lei, poiché non c'era dubbio che vi fosse sincerità nelle sue parole, come in quelle rivolte alla parte di colpa di Kiyomi stessa.
    Non ti ho imbrogliato, ma resta comunque un errore, tuo per avermelo permesso, mio per aver proposto un simile pagamento.
    In quell'istante le venne spontanea voltare la testa per guardarlo negli occhi, cosa a cui lui rispose facendo lo stesso. Non si era mai trovata così faccia a faccia con qualcuno e così in intimità, e la situazione la fece sentire strana, come se si stesse smuovendo qualcosa dentro di lei.
    Posso aiutarti e voglio farlo. Ma preferirei aiutare te, non dare a chiunque la possibilità di sbavarti dietro per qualche anno in più o a te di mostrare la mercanzia una volta si e l’altra pure.
    Nel mentre ascoltò quelle parole, non poté fare a meno di farsi scappare un sorriso che la rilassò enormemente, tornando poi a guardare davanti a sè e continuando ad ascoltare le condizioni del colosso.
    Non è una questione di pudore, ma per quanto tu possa non notarlo, di rispetto verso il tuo stesso corpo che dici di venerare e che invece svendi ai bavosi più inclini a dirti quanto piacere hanno nel vederlo.
    Io ti VEDEVO come una ragazza viziata, ora mi piacerebbe vederti come una ragazza che agisce per il proprio interesse, non per tenere alta la considerazione che il prossimo ha di lei.

    Al termine di quel discorsetto, esordì con delle spiegazioni a sua volta prima di passare alla risposta, ma stavolta tenendo una voce più tranquilla ed un tono meno basso di quello dei precedenti minuti. Anche le sua posizione era evidentemente più rilassata, con le gambe quasi completamente distese e la schiena appoggiata al bordo della vasca.
    Sei un bravo ragazzo, Raizen.
    Sei carino a preoccuparti per me, anche se credo che tu abbia frainteso leggermente la situazione. L'unico a cui concedo certi apprezzamenti sfacciati, sei tu, e se sono così disinibita e perchè non vedo motivo per cui vergognarmi, dopo quello che abbiamo passato. Altrimenti sono solita pretendere un certo rispetto nei miei confronti. E' vero, mi dà piacere sentirmi apprezzata, sempre che sia nei limiti, ma è anche una mia gioia personale essere sempre perfetta come una bambola.
    Ma forse hai ragione...a me piace anche questo potere che mi è concesso e ho paura di perderlo. Ammettiamolo, non è poi così difficile abbindolare voi uomini mostrando un po' di pelle, e non è un fattore da sottovalutare, ma non è ovviamente per questo che cercò di fermare il mio invecchiamento.
    In ogni caso...va bene. Accetto le tue condizioni.

    Finì il discorso guardandolo nuovamente in faccia, con un volto più sereno e vagamente sorridente, rispetto a quello di prima. L'affermazione sui "frutti maturi" la lasciò per un attimo perplessa, fin quando il gigante non si accorse della sua gaffe, non reagendo in altro modo che alzando gli occhi al cielo e staccando lo sguardo da lui, riportandolo in avanti.
    Tutta quella intimità e quel contatto fisico stavano iniziando a farsi sentire. Sarà stato il calore naturale di quell'acqua, unita alla sua alta umidità, ma sentiva come un diverso calore provocato da quella vicinanza al corpo di quell'uomo. Il respiro che poteva sentire chiaramente, la sua grande mano appoggiata sulle sue spalle, il busto tonico e muscoloso sfiorato dal suo esile braccio...in quegli istanti sentiva come uno strano calore emergerle da dentro. Una nuova intimità stava nascendo, e senza perdere tempo, portò la sua mano sinistra al polso avvinghiato a sè...e lo alzò senza pensarci due volte, passandoci sotto con la testa e scansandosi di qualche centimetro dal Colosso.
    Ma adesso basta parlare di queste cose, pensiamo ad altro. Scusa, ma temo il risveglio del tuo compagno lì sotto. Giustificandosi per aver interrotto quel contatto. La sua voce aveva ripreso il solito tono pimpante e deciso.
    Ho riflettuto su ciò che mi hai detto stamattina, in amministrazione. In effetti potrei liberamente comprare una casa a buon prezzo, pagandola pian piano, ma ho deciso di investire i miei risparmi, che nel frattempo sono fruttati.
    Se ci vorrà tempo e sarò costretta a fare questa vita ancora per un po', tanto vale che mi dia da fare.
    Ho già dei progetti in mente, sarà fantastico, almeno cercherò di vivere un po' più decentemente. E anzi, credo che mi dedicherò anche ad altro, sto pensando ad un buon investimento, ma non ti dico di cosa si tratta, porta sfortuna.

    A quel punto si alzò in piedi e si voltò verso Raizen, lasciando che l'acqua calda scivolasse dalle sue curve.
    Devo proprio andare, non voglio perdere altro tempo, mi farò sentire io prossimamente. Per un paio di istanti lo guardò un po' più profondamente, negli occhi, prima di poggiare indice e medio della sua mano sinistra sulle sue labbra, baciandoli, e poi sfiorare quelle di Raizen con i medesimi polpastrelli.
    Sei la cosa più vicina ad un amico che mi sia mai capitato di avere. Grazie di tutto, Raizen.
    Un istante dopo, avrebbe congiunto violentemente il dorso della stessa mano con la guancia destra dell'Hokage, soltanto come mero gesto simbolico e non applicando quindi molta forza.
    E questo è per non esserti coperto quel coso, quando ha cominciato a gonfiarsi.
    Quasi scavalcando l'uomo, poi, sarebbe uscita dalla vasca, a meno che questi non gliel'avesse impedito, raccogliendo il suo accappatoio ed indossandolo, per poi dirigersi verso gli spogliatoi femminili senza guardarsi indietro.
    Ho lasciato i soldi dei cadaveri al direttore, prenditi quello che ti pare e butta quell'acqua tonica.

    Sulla strada del ritorno, si sarebbe sentita quasi un'altra donna; era felice dell'esperienza vissuta e sapeva ormai di poter contare pienamente sull'Hokage, ma una volta giunta in prossimità di casa, vide qualcosa di insolito davanti alla sua porta, che le fece perdere il sorriso. Avvicinandosi con passo deciso, arrivò a distinguere un ragazzo seduto a terra ed appoggiato alla porta di legno. Squadrandolo meglio, piano piano alcuni dei suoi tratti gli ritornarono familiari, ed una volta arrivata a pochi passi da lui, non ebbe alcun dubbio che si trattasse di una sua vecchia e sgradevole conoscenza. Era il ragazzo dai capelli bianchi che aveva avuto la sfortuna di incontrare un paio di volte ad Oto, una delle quali risultò enormemente spiacevole per la kunoichi, in quanto, nel bel mezzo di uno scontro, lo shinobi aveva osato sfregiare la sua gamba con un'arma ben affilata.
    La giovane si fermò in attesa che questi la notasse, e dopo che l'ebbe fatto, scattò immediatamente in piedi e la salutò in modo semi formale.
    Buonasera, Kiyomi-san.
    Che ci fai qui, Shingen? Che vuoi? Rispose in tono freddo, alquanto infastidita dalla sua presenza.
    L'otese prese un foglio di carta che si rivelò essere una lettera e la porse alla genin, anche se questa attese le sue parole senza prenderla.
    E' una lettera di dimissioni. Mi sono dimesso dalla carriera ninja e credo tu sappia perchè. Non ho soldi e mezzi per ripagare una cifra tale, che mi hanno affibbiato per quello che ti ho fatto, e la tua famiglia ha deciso che l'unico modo è rimettermi a te e farti da domestico o quello che vuoi per qualche anno.
    La gioia e la soddisfazione provata in quel momento dalla kunoichi era impagabile, ed un malizioso sorriso apparve sul suo volto, mentre prendeva delicatamente la lettera dalle mani del ragazzo: un sorriso soddisfatto e beffardo che lasciava ben trasparire ciò che aveva in mente.
    Finalmente hai capito, caro Shingen. Mentre parlava si avvicinò molto lentamente a lui, fino a stargli ad un palmo dal naso, sul finale delle successive parole. Ho amici molto potenti che possono renderti la vita un inferno. Periò, se mai hai pensato di avere tu il controllo, ti sbagliavi.
    E' così che funziona: puoi provare a combattermi...
    Guardandolo fisso negli occhi e quesi sussurrando ...ma sono io, che vinco sempre.
    La kunoichi sorpassò lo sfortunato ragazzo che aveva avuto l'enorme sfortuna di incorciarla sul suo cammino...cosa ne sarebbe stato di lui, spettava soltanto a Kiyomi saperlo.
     
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    Primavera








    Quando Kiyomi gli posò le dita sulle labbra non fece nulla, e non fece nulla nemmeno quando gli diede quella specie di ceffone mascherato da buffetto, rimase a guardarla anche mentre si alzava e lo scavalcava, aspettava un preciso momento: quello in cui si sarebbe voltata per uscire dalla vasca.
    Non sarebbe stato necessario usare chissà quale velocità, quantomeno secondo ciò che Raizen reputava un movimento di velocità moderata, si sarebbe levato dall’acqua per posizionarsi dietro di lei nell’esatto momento in cui si fosse dovuta chinare per issarsi sul bordo della vasca, correndole con un indice lungo tutta la schiena, fino a prenderle il viso mentre l’altro braccio le cingeva il ventre. Azione che inevitabilmente avrebbe portato i due bacini a contatto.
    La primavera non arriva mai con la stessa potenza delle giornate estive, con una calura soffocante in grado di annebbiare la ragione, era lenta e trasformava le gelide giornate in vernali in frizzanti mattine e poi in fresche giornate, della primavera ci si rendeva conto quando fioriva , quando la si vedeva esplodere nelle fronde degli alberi con un tripudio di colori.

    Dimmi ancora, cosa mi era concesso…

    Oppure di quando la si sentiva germogliare, giovane e rigogliosa tra le gambe.
    Raizen non sarebbe mai stato insistente, se lei avesse accettato quell’avances si sarebbe limitato ad un discreto sorriso prima di far salire la mano sul seno della ragazza. In caso contrario, dopo una sincera risata, se ne sarebbe tornato al suo posto, finendo di riscaldarsi per poi concludere il suo giro alle terme con una rapida immersione nella vasca ghiacciata e poi nella tiepida.
    Trattamento che, aveva notato, lo aiutava a non sentire la spiacevole sensazione di secchezza sulla pelle, non era raffinato, ma amava essere comodo. All’uscita i suoi vestiti erano stati già lavati e asciugati, non occorreva infatti che venissero rammendati, per cui potè subito reindossarli sentendosi perfettamente pulito.
    Uscito sulla piccola piazza cercò con lo sguardo un orologio, accorgendosi che si era fatta l’ora di pranzo, ed anzi, era fin troppo tarda, aveva per cui l’occasione di mischiare pranzo e merenda: uno dei suoi pasti preferiti, anche perché gli permetteva di mischiare le quantità di entrambi, doveva solamente scegliere di cosa aveva voglia.
    L’incrocio che aveva davanti l’avrebbe portato dritto al mercato del pesce, oppure dall’esperto in grigliate oppure… non gli servì continuare, aveva già deciso che avrebbe messo da parte qualsiasi forma di carboidrato per rimpinzarsi di sashimi di svariate specie ittiche e tappare gli ultimi buchi con del pregiato manzo kobe.

    Mmmmmh.
    Si. Penso che almeno fino a quando non avrò finito di digerire potrò riuscire a fare a meno del sesso.


    Si incamminò di gran carriera, pregustando il sonno che si sarebbe fatto dopo le leccornie. Pericolosa la vita da ninja, dolorosa e non poco ricca di sacrifici, ma il salario soprattutto quando si era kage, non era affatto male, considerando poi che per la maggiore il cibo veniva offerto e c’era ben poco da fare quando un mercante desiderava farsi ricordare dall’Hokage.
     
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    ehm...da qualche parte

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    Il dopo-retata

    Uno non si può piegare un momento, che...


    Un attimo. Ci fu un solo attimo di distrazione da parte della kunoichi e Raizen si fiondò sul buco più vicino, più attizzato che mai. E che cazzo!
    Per fortuna evitò il peggio, limitandosi a far sentire la presenza del suo attrezzo, abbracciandola in una posizione anche troppo intima, considerato che fossero entrambi nudi, cosa che mandò in bestia Kiyomi. Non appena sentì il contatto e le parole del colosso, prese una delle due pantofole da terra, prima di rialzarsi di scatto, cercando di divincolarsi dalla presa e colpendolo quante più volte poteva con la pantofola.
    LEVAMI-QUESTO-COSO-DA-DOS-SO! PERCHE' DEVI SEMPRE ESAGERARE, MAIALE! Urlò a ritmo delle pantofolate, quando finalmente il gigante mollò la morsa e si rigettò in acqua ridendo.
    La ragazza ne aveva fin sopra i capelli di quei modi fin troppo insolenti. Dopo tante belle parole e sentimentalismi, ecco che ricadeva nella più bassa delle sue abitudini. Forse, in fondo, era proprio quello che faceva di Raizen, Raizen, ma proprio non avrebbe potuto far finta di niente, o si sarebbe preso ancora più confidenza in futuro. Quindi, in quella situazione, fece quello che poté: gli tirò la pantofola con tutta la rabbia che poteva, mirando alla nuca, per poi voltarsi e tornare alle docce, borbottando innervosita.
     
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