Corridoi dell'Accademia

All'interno dell'Accademia

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    Scripta Manent.

    - Io.. - Il discorso mi aveva lasciata quanto mai perplessa. - .. Credo di aver afferrato il concetto, in effetti, ma credo anche di essere abbastanza "bacata" nel cervello per riuscire ad accumunale uomini e animali. La veda un po' come un dato di fatto: La religione mi semplifica l'accettare determinate cose, per il resto non credo d'essere diversa da lei al suo esordio come Ninja.. senza offesa, quasi tutti continuano a parlarmi come se fossero "nati bravi" ma so che non è così e so che hanno commesso errori su errori, e che li commetterò anche io.. - Parlavo con calma, cercando di capire al meglio tutto quel lungo discorso di Raizen. - .. Ma non è certo rinnegando quel minimo di personalità che mi rende diversa che diventerò una Ninja migliore ne abbandonando le cose sagge e intelligenti che mi ha detto Nonno Hang. Lui era un ninja prima che voi nascesse, non credo sia il caso di definirlo una cariatide.. - Le offese gratuite non mi erano mai particolarmente piaciute, specialmente dagli sconosciuti.

    - Ma.. suppongo che queste siano argomentazioni tanto valide quanto confutabili, sia le mie che le vostre, sino a prova contraria. E l'unico modo per provarle, purtroppo, è quando sarò in quella situazione e mi troverò costretta a scegliere quale delle due, tra ragione e sopravvivenza, avrà la meglio! - Sospirai debolmente. - Non è che non ho capito quello che mi state dicendo, semplicemente è difficile da accettare in una situazione come la mia.. il tempo deciderà se darvi torto o ragione e immagino che tornerò volentieri a discutere di questo argomento dopo che sarà successo quello che deve accadere. Non voglio tirare troppo la corda pensando al futuro e di questo devo ringraziarvi: Adesso so quali sono le sfide che mi attendono e non solo il Genin.. ma anche altre cose. - Poi lo lasciai andare via, restando a fissare la fila enorme di gente agli sportelli. Quella si che era una vera sfida.

    Per Ora.

    Ringrazio Fenix per la giocata ^q^


     
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    Allenamento!!!
    Accademia


    Shunsui passava ormai all'Accademia la maggior parte del suo tempo. Le lezioni, lo studio in biblioteca, gli allenamenti con arma bianca ed in corpo a corpo lo assorbivano completamente. Ormai erano 3 mesi che si era iscritto e stava imparando i rudimenti dell'arte ninja. Un mondo nuovo ed intrigante gli si era aperto davanti gli occhi, i cui segreti lui era bramoso di imparare. Il chakra era un qualcosa di affascinante e micidiale. Lui sapeva della sua esistenza, perchè era informazione nota che i ninja lo sfruttassero per fare quello che facevano. Tuttavia, imparare ad usarlo e vedere le potenzialità, toccarle con mano, era tutta un'altra cosa. Il giovane Ramingo aveva già imparato qualche trucchetto davvero elementare e ne era entusiasta. Rispetto agli altri compagni studenti, era sostanzialmente nella media. Non ci metteva troppo tempo ad imparare, ma chiaramente era dietro coloro che avevano vissuto in famiglie ninja da generazioni. All'accademia c'era bambini di meno di dici anni di età i quali erano stati già introdotti dai genitori o dai nonni al controllo del chakra e all'istruzione ninja. Shunsui non si fregiava di nessun cognome famoso. La sua famiglia adottiva era composta da commercianti: che ne voleva sapere lui del chakra? Inoltre, con i suoi 22 anni di età, era anche abbastanza anziano per iniziare quella carriera. Ma questo al giovane non importava affatto. Testa bassa sui libri e tirava avanti.

    Quel giorno tuttavia niente studio per lui. Gli istruttori gli avevano consigliato di incrementare un po' la sua muscolatura. Shunsui non era mai stato rachitico, ma certamente non aveva il fisico di un combattente. In quei mesi di allenamento aveva fatto comunque grandi progressi. Tra le corse e la pratica di combattimento aveva il corpo cosparso di lividi e sbucciature. Non era un tipo che si tratteneva o ci andava leggero, ed i risultati si stavano iniziando a vedere. Si trovava quella mattina in una sala di addestramento, praticando calci e pugni contro un tronco con una leggera imbottitura. I colpi alle nocche ed agli stichi producevano microfratture nelle mani dei combattenti che, una volta calcificate, rendevano l'apparato scheletrico duro come una barra di acciaio. Il prezzo da pagare per un corpo di quel tipo era la fatica, il sudore ed il dolore, che andavano accettati, con pazienza, come i propri migliori amici. La stanza era piena di altri studenti come lui, qualche istruttore ed alcuni genin, tutti intenti a diventare delle micidiali armi da guerra. Il Ramingo era un bagno di sudore mentre continuava a praticare le sequenze di colpi il più velocemente possibile. Le braccia gli pesavano come macigni, con le spalle che iniziavano a dolergli per lo sforzo si sorreggere i colpi. Anche i quadricipiti erano seriamente provati dal mantenere una posizione leggermente piegata sul posto. Stava un po' esagerando: una cosa stupida. Infatti, infine, l'ultimo pugno che tirò fu leggermente impreciso. Le nocche della sua mano impattarono il legno nudo invece che la protezione imbottita, facendogli emettere un breve grido di dolore.Che botta... pensò il ragazzo mentre si massaggiava la mano. Svariate sbucciature avevano aperto tagli rossastri nel punto dove usualmente le mani impattavano il bersaglio. Vedendo in che condizioni si era ridotto, lo studente si portò verso la sua borsa, che aveva lasciato a terra poco lontano dalla sua pozione. Ne prese una benda arrotolata, che iniziò a svolgere per poi fasciarsi le mani e gli stinchi.Ahi che male cane.... Si sedette quindi ad una panchina lì vicino, lasciando che il suo corpo si riposasse per un attimo. Il suo sguardo si mise a vagare per la sala, osservando i compagni ed ascoltando i consigli che gli istruttori stavano dando.
     
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    L'Accademia
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    L'Accademia si estendeva a perdita d'occhio davanti ai suoi occhi, immensa. Per quanto la frequentasse ormai da un mese Shin ne subiva ancora il fascino magnetico. Pensare che ninja famosi e potentissimi avevano attraversato gli stessi corridoi molto tempo prima lo riempiva di adrenalina spronandolo a dare tutto se stesso nei corsi e negli allenamenti. La decisione di iscriversi all'istituto aveva colto i suoi di sorpresa lasciandoli, se non proprio contrariati, perlomeno perplessi. Il sedicenne, tuttavia, aveva ben chiari i suoi obiettivi e non avrebbe esitato davanti a nulla pur di raggiungerli.
    Quel giorno le lezioni terminavano presto, lasciando Shin libero di girovagare per l'imponente struttura. Ogni qual volta ne aveva l'opportunità gli piaceva esplorare un angolo nuovo dell'istituto e lasciandosi guidare dall'istinto vaga con il naso all'aria. perdendosi nei particolari. Gli capitava spesso in questo suo peregrinare senza meta di lasciar correre i pensieri, soffermandosi su ricordi o fantasticherie. In quel momento Shin si stava chiedendo se fosse normale che non conoscesse ancora nessuno li dentro. Sì certo, aveva dei compagni di classe, ma non li trovava sufficentemente interessanti per andare oltre le formalità richieste dal condividere le ore di lezione. I professori, per quanto disponibili, gli ispiravano invece un sacro timore ed in loro presenza tendeva a attirare meno attenzione possibile. Non era mai stato un tipo socievole, poteva contare gli amici d'infanzia sulle dita di una mano. Shin sospirò socchiudendo gli occhi e portando le mani dietro la testa. Era inutile pensarci, prima o poi avrebbe trovato qualcuno a lui affine, o almeno così sperava.
    Oh ma c'è una palestra anche qui? Perso nei suoi pensieri si era isolato dal mondo esterno e solo ora fece caso alle grida emesse dagli atleti nel momento dello sforzo, alle esclamazioni colorite di chi sbagliava palesemente mira o si faceva male da solo, al clangore delle armi. Shin si fermò un secondo a sbirciare nella stanza, nessuno sembrava far caso a lui, presi come erano dagli esercizi. Quasi inconsciamente la mano corse alla sacca porta kunai sulla coscia destra per accertarsi che fosse al suo posto. Fece qualche passo all'interno del salone, studiandone dimensioni, attrezzi e occupanti. Notò sul fondo alcuni bersagli bucherellati e soppeso per alcuni istanti se verificare il frutto di quel primo mese di corsi in accademia, ma poi scartò l'idea. Voltatosi per continuare la sua esplorazione per poco non andò a sbattere contro un ragazzo. Era seduto su una panca lungo la parete e per questo non lo aveva notato subito, ma riuscì comunque a fermarsi prima di pestargli un piede o spintonarlo.
    Mi scusi non l'avevo vista. Il tono, forse eccessivamente deferente, era sommesso. Ad una rapida occhiata Shin si convinse che la persona davanti a lui dovesse essere di qualche anno più grande di lui, e tanto bastava per spingerlo quasi inconsciamente a rivolgersi a lui con rispetto. Per quanto ne sapeva lui poteva benissimo essere un pezzo grosso, in fin dei conti lui era l'ultimo arrivato li dentro. Indietreggiò di un passo per lasciare spazio all'altro di alzarsi se lo avesse voluto, ma lasciò vagare il suo sguardo su di lui per ancora qualche secondo, cercando di inquadrarlo. Una delle passioni di Shin erano le deduzioni, e la persona che gli si trovava di fronte era un ottimo esercizio. Alto e discretamente muscoloso, età sopra la media degli studenti, ma nessun segno particolare, nessuna uniforme, il coprifonte di Suna se non aveva scorto male. Un bel rebus... Gli serviva qualche altra informazione. Preso da quel gioco tutto suo decise di attaccare bottone abbozzando un sorriso. E' la prima volta che vengo in questa palestra, posso chiederle se è riservata ai ranghi superiori? Attese la risposta predisponendosi a studiare il linguaggio del corpo più che le parole. Era proprio curioso di sapere chi aveva davanti, ed in fondo era un modo come un altro di passare il tempo?
     
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    Uno studente di Konoha
    Accademia


    Ehi..! disse Shunsui quando un tipo per poco non gli venne addosso. Era stanco e dolorante, quindi il suo umore e la sua pazienza non erano al massimo.Guarda dove vai ragazzo...Disse di getto ascoltando senza troppo attenzione le scuse che gli erano state poste. Tuttavia, quando il ragazzo continuò a parlare, il Ramingo si concentrò su un dettaglio che non aveva colto nel precedente scambio di battute: il ragazzetto gli stava dando del lei. Si alzò, nel volto un'espressione falsamente accigliata:Amico ti sembra di star parlando con un vecchio? Piantala con sta storia del lei...sarà anche più vecchio di te, ma non sono ancora all'ospizio! Gli disse di getto. Nel posto dove era cresciuto, non si badava alle formalità. Per il ragazzo dagli occhi dorati, le formalità erano semplicemente un modo poco intelligente di complicarsi la vita.Comunque no, è come tutte le altre palestre. Vedi, ci sono solo istruttori, studenti e qualche Genin. I ranghi superiori non ho idea di dove li nascondano... disse il ragazzo con un tono leggermente più duro del dovuto. Accorgendosi che la persona che gli stava davanti voleva semplicemente delle informazioni, si rese conto di non essersi comportato in maniera corretta. Quindi aggiunse:Scusami non volevo essere rude, ma sono solo un po' stanco e ... mostrò le mani e gli stinchi fasciati...decisamente dolorante!Tornò a sedere con un sospiro.E' la prima volta che vieni qui? Io sono un cliente abituale se si può dire così...in effetti non mi ricordo di averti visto molto spesso in circolazione. Io sono Shunsui Abara e, immagino come te, sono uno studente Il ragazzo doveva avere poco più di 15 anni. La carnagione chiara diceva che, chiaramente, non proveniva dalla parte occidentale del continente, per intenderci dai dintorni di Suna, altrimenti sarebbe stato decisamente più abbronzato. Forse Konoha o Kiri, chissà. Shunsui aveva viaggiato molto in quelle terre con la sua compagnia, ed aveva imparato a riconoscere la provenienza delle persone dalla cadenza del parlare e dall'aspetto fisico.Sei di Konoha vero? Scusa la domanda, ma è un mio diletto cercare di capire la provenienza delle persone da come parlano e si comportano...una semplice abitudine che ho mantenuto dai tempi in cui mi giravo i mercati del continente come commerciante. Dannazione, perchè gli stava dicendo quelle cose. Normalmente, non gli piaceva avvicinarsi così tanto a quell'argomento, il quale ancora gli causava molto dolore. Tuttavia, il dolore che provava era anche la fonte della sua determinazione. Molte persone diventavano ninja perchè quella era la vita che avevano sempre desiderato. Questo non era vero per Shunsui. Lui avrebbe voluto fare il mercante, trovarsi una bella ragazza e viaggiare con lei il mondo. Non voleva certo diventare una macchina da guerra. Tuttavia tutto era cambiato: ora bramava la forza di poter distruggere chi aveva infranto il suo sogno...lui la viveva coma una lotta solitaria di cui questo 'tranquillo' intermezzo accademico era solo una fase, indispensabile ma temporanea. Tornerò a fare il mercante un giorno...lo giuro! Gettando un occhio al suo interlocutore, il giovane di Suna decise di cambiare discorso dicendo:Quindi sei venuto qui per allenarti, oppure stavi solo girovagando?
     
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    Incontri
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    Il ragazzo stupì Shin con la sua replica accalorata. Era palesemente una risposta d'istinto, data senza pensarci troppo su. Permalosetto il tipo... Tuttavia egli stesso dovette rendersi conto di aver esagerato visto il tono più mite con il quale chiese scusa. Shin sfoggiò il suo sorriso migliore e, cambiando decisamente tono, si rivolse al giovane come se fosse un vecchio compagno.
    Scusami, hai ragione sono nuovo qui e non ho ancora ben capito come rivolgermi agli altri! Il mio nome è Shin Kinryu, studente alle prime armi, piacere di conoscerti! Chinò lievemente il capo in segno di saluto. Notò che anche l'altro lo stava studiando e quando gli chiese conferma della sua provenienza annuì convinto. Konoha era la sua casa, il luogo dove era nato e il villaggio verso cui andava la sua fedeltà, per quanto Shin credesse negli ideali comunitari dell'Accademia e fosse ben felice di collaborare con ninja di diversi villaggi. Gli sarebbe piaciuto viaggiare un giorno, ma per il momento non ne aveva la possibilità, quindi i dettagli che emergevano del passato di Shunsui lo incuriosivano. Tuttavia intuiva che l'argomento non fosse dei più felici per lo studente da tanti piccoli segni. I muscoli intorno alla bocca erano lievemente contratti, lo sguardo distante, e il tono che a Shin era parso di un vago rimpianto, o forse amarezza. Scelse quindi le parole con estrema cura. E pensare che io ho lasciato il mio villaggio solo per venire in Accademia. Un giorno spero di poter viaggiare anch'io per il continente! Ma prima devo diventare più forte. Chiuse il pugno con aria decisa. Non era venuto qua per allenarmi a dire il vero, cercavo un modo di occupare il pomeriggio. Shin si guardò intorno. Quel luogo aveva già esaurito la sua attrattiva per quell'oggi, gli sarebbe piaciuto esplorare qualche altro anfratto della scuola. Tornò a concentrare la sua attenzione sul ragazzo seduto. Doveva aver appena finito di allenarsi, sicuramente duramente visto la collezione di ematomi ed escorazioni che lo ricoprivano. Magari poteva chiedere a lui se conosceva dei posti interessanti. Dopo averci pensato un po' su, non avendo trovato nessuna controindicazione, si decise. Senti, visto che frequenti l'Accademia da più tempo di me, ti andrebbe di mostrarmi cosa c'è in questa zona? Se non hai altri impegni ovviamente! Il giovane, nonostante avesse qualche anno più di lui, gli sembrava simpatico. Magari più tardi gli avrebbe chiesto cosa aveva in programma per cena. Senza sembrare troppo appiccicoso o inopportuno, magari aveva una famiglia o degli amici che lo aspettavano.
     
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    Quali sono le tue motivazioni?
    Accademia


    Ascoltando le parole del ragazzo, a Shunsui venne leggermente da sorridereVuole diventare più forte.... Gli disse di rimando:Ahaha bhè se non ti alleni è difficile che diventerai forte molto in fretta. Lo vedi quel tipo là? Così dicendo indicò un ragazzo che si stava esercitando con un istruttore. Poteva avere solo un paio di anni in meno di Shin, ma si stava allenando con una foga inaudita mentre tirava calci e pugni. Portava pantaloncini corti marroni che lasciavano vedere le bende con le quali aveva avvolto le ginocchia e parte degli stinchi. Alla stessa maniera, aveva sistemato altre bende intorno ai gomiti ed agli avambracci. Il volto determinato, serio e composto era una maschera di concentrazione, con le sopracciglia nere leggermente aggrottate sopra due occhi bianchi senza iridi nè pupille.Il suo nome è tipo Keinji..o qualcosa del genere...chiaramente del clan Hyuga. Un tuo compagno di villaggio, no? Ebbene ogni giorno è qui ad ad allenarsi. L'accademia tiene in gran considerazione i nobili dagli occhi bianchi, quindi fornisce al ragazzo addirittura un maestro privato...bastardi! Però l'impegno che quel bambino ci mette ogni giorno è impressionante ed autentico. Tutti noi dovremmo imparare da lui! Guardalo con attenzione, osserva la sua determinazione. Se ti trovassi ad affrontare una persona del genere in combattimento, credi che potresti vincere? Io so che per me la risposta è no, e intendo continuare a massacrare di pugni quel tronco finchè non avrò la forza per batterlo! E quando avrò finito con lui, passerò al successivo.. Si girò quindi verso il suo interlocutore e proseguì:E comunque perchè ti interessa diventare più forte? Quali solo le tue motivazioni?Le motivazioni erano tutto in quel lavoro. Tutte le persone che iniziavano la via del ninja si impegnavano, sforzandosi di spingere le proprie potenzialità al massimo. Ma la verità era che solo chi aveva le motivazioni più forti riusciva a scalare completamente la vetta.E le mie motivazioni sono forti abbastanza..? Shunsui non aveva dubbi su quello ed ora voleva vedere cosa gli avrebbe risposto il ragazzo.

    In seguito, Shin gli chiese di fargli da guida. Shunsui si sorprese leggermente di quella domanda. Non per un motivo in particolare, ma solo perchè gli sembrava che il ragazzo fosse un tipo abbastanza riservato, nonostante il sorriso che si dipingeva frequentemente sul suo volto. Si riprese subito e rispose:Ah vedamo....bhè io qui sono stato solo in tre posti. Uno è chiaramente questo, poi c'è la mensa e l'infermeria. Diciamo che escluderei quest'ultima...anche se forse potrei farmi dare qualche benda in più hahah. No, posso portarti in mensa che tra l'altro inizio ad avere un po' fame! Che ne dici? Gli dispiaceva di non conoscere altro posto se non quelli, ma sfortunatamente anche per lui quel posto rappresentava una novità. Nonostante questo, i pochi mesi che aveva passato in Accademia gli erano stati sufficiente per trovare una propria dimensione in quel luogo, quindi già ci si sentiva piuttosto a casa. Per questo aveva deciso di dire di sì all'accompagnare Shin in giro: perchè conosceva la sensazione di trovarsi in un posto nuovo senza conoscere nessuno.Allora facciamo così: io ho chiaramente bisogno di una doccia. Ce la fai ad aspettare un quarto d'ora? Ci vediamo all'ingresso della palestra, nel corridoio. Ah non fissarti troppo sullo Hyuga....si dice che abbiano gli occhi anche dietro la testa! Detto questo si alzò dalla panchina dove era seduto e collezionò le sue cose all'interno della borsa. Prese infine l'asciugamano che era rimasto fuori e se lo mise intono al collo.A dopo! Salutò Shin e si diresse fuori dalla stanza zoppicando leggermente.
     
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    Determinazione
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    Il tono di Shunsui era lievemente canzonatorio quando gli fece notare che senza allenamento non sarebbe certo migliorato. Punto sul vivo, Shin riuscì comunque a trattenere una risposta avventate e, dopo aver mentalmente contato fino a cinque, si limitò a incrociare le braccia in un atteggiamento da finto imbronciato. Sapeva che il suo nuovo conoscente aveva perfettamente ragione, la pace che regnava entro i confini degli stati riuniti sotto l'egida nell'Accademia non gli impediva di pensare alle misteriose minacce al suo esterno. Quasi sembrasse seguire il filo dei suoi pensieri lo studente indicò un ragazzo che si allenava poco distante ed espresse la sua opinione sugli Hyuga, sul duro lavoro e da ultimo gli chiese le motivazioni che lo avevano spinto a diventare un ninja. Neppure io ho troppa simpatia per gli Hyuga... diciamo pure che sono degli spocchiosi antipatici fu il vero pensiero che corse nella sua mente, ma optò per una risposta più diplomatica ...ma basta saperli prendere. Probabilmente non vincerei, ma questo non vuol dire che riuscirebbe a battermi. Shin assunse un'aria che su qualcun altro sarebbe apparsa spavalda, ma sul suo viso non c'era segno d'incertezza. In uno scontro alla pari era veramente convinto di poter affrontare chiunque, o comunque avrebbe lottato al massimo delle sue possibilità e tanto gli bastava: la resa a priori non era contemplata nel suo dizionario. Per quanto riguarda le mie motivazioni beh... sorrise al suo interlocutore e concluse la frase con un trionfante ...voglio lasciare un segno in questo mondo, dimostrare a tutti chi sono! Ma poco dopo la sua espressione si fece più seria e quando riaprì bocca il tono era più pacato In realtà vedi, sebbene io sia nato a Konoha, il mio clan è stato costratto ad emigrare nel Paese del Fuoco durante l'ultima grande guerra. Ricordo alcuni racconti di mio nonno, per quanto egli ami poco rimembrare, sulle terre che hanno ambandonato e sulle difficoltà che hanno dovuto superare per sopravvivere. Se fossero stati più forti forse avrebbero potuto resistere, opporsi agli invasori ed evitare di abbandonare la loro dimora. Ed ora messaggeri dalle oscure ali si rincorrono per il continente, qualcosa si sta muovendo e quando arriverà dovremo essere pronti. Voglio semplicemente difendere la mia casa, mi sembra una motivazione sufficente. Per quanto non fosse sempre facile distinguere tra le voci, le dicerie e le false piste suo padre e suo nonno si tenevano informati tramite i mercanti e i clienti che frequentavano l'emporio, soprattutto si trattenevano a lungo a conversare con quelli che rientravano da zone di confine con carichi di merci spesso rare e costose. Negli ultimi anni Shin aveva notato che le espressioni dei suoi parenti si erano fatte più tese dopo questi incontri e un andirivieni di messaggi si susseguiva con altri rami del clan stanziati fuori dal Villaggio della Foglia. Per quanto non potesse esserne sicuro il ragazzo dentro di sé sapeva che la pace in cui era cresciuto non era destinata a durare in eterno. Da lì, seguendo le orme dello zio paterno, la decisione di entrare a far parte degli shinobi di Konoha. Loro avrebbero combattuto per difendere quella pace, anche per chi non poteva farlo. D'improvviso Shin si accorse di essersi perso nei suoi pensieri e d'un tratto si scosse, chiedendo scusa al compagno. Con la mano fece segno che lasciasse correre le sue parole eccessivamente serie. Scusami, a volte tendo a infervorarmi. Fece una risatina leggera. Ascoltò con favore le proposte di Shunsui. Anche se fino ad ora non ci aveva fatto caso, aveva un leggero languirino. E mensa sia! Vai tranquillo, io ti aspetto qua fuori. Non di certo intenzione di attaccar briga con uno spaventoso Hyuga! Il sorriso era tornato sul viso del giovane di Konoha. Osservò lo studente allontanarsi claudicando lievemente e poi si posizionò alla finestra dirimpetto la porta della palestra. Lasciò correre lo sguardo sul prato antistante la struttura. Oggi era un bella giornata di sole, e Shin la riteneva una ragione sufficente per essere di buon umore.


    La giocata continua qui.
    La modifica è stata fatta per aggiungere questo link.


    Edited by Historia - 26/5/2016, 19:36
     
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    parte I



    Quando dopo tanto tempo ritorni nel posto dove sei cresciuto, c'è sempre qualcosa che ti sorprende. Ogni tanto sono proprio i tuoi stessi ricordi a farti cadere in errore e ti sembra addirittura di non ricordare più alcuni particolari, additandoli come propaggini dell'innovazione; altre volte - invece - è proprio il luogo che pensavi di conoscere che è cresciuto, che si è modificato, si è fatto adulto e tu - consciamente - non lo riconosci più. A quel punto persino una mattonella usurata diventa un appiglio, un trampolino di lancio per far riaffiorare sensazioni ed immagini del passato. Contemporaneamente tutto quello che è nuovo ti attira, ti fa inorridire e ti incuriosisce, facendoti così riscoprire qualcosa che già conoscevi.

    Ecco, l'Accademia ninja era cambiata - sensibilmente per altro - ma lo shinobi sembrava muoversi a suo agio tra i suoi nuovi e numerosi corridoi, guardandosi intorno curioso. Tutti gli avvenimenti che si erano susseguiti dopo la sua partenza, gli attentati, le demolizioni e le ricostruzioni, avevano modificato l'intero complesso accademico, da cima a fondo. Ma qualcosa era rimasto tale e quale ed il giovane - cioè l'aspetto "giovane" che il Jonin aveva assunto per l'occasione - sembrava in estasi mentre scorrazzava per le stanze, i corridoi e le aule.

    S-S-Salve! Mi s-ssa dire dove p-p-p-posso t-t-trovare l'ufficio per le m-m-m... missioni ninja? -


    Il primo impiegato che gli si parò davanti venne fermato dal ragazzo, con qualche evidente problema di balbuzie, che lo interrogò sulla posizione dell'ufficio - o della bacheca - dove venivano normalmente affisse le missioni per gli shinobi accademici. Quest'ultimo rimase nel mentre un pò perplesso da quella scenetta traballante ma cercò di riprendersi subito, probabilmente per non mettere a disagio il ragazzo. Certamente. Si trova oltre le aule B. Più avanti in testata dell'edificio dovrebbe esserci una bacheca, se non trovi lì quello che ti interessa puoi salire al primo piano dalle scale lì di fianco e chiedere direttamente all'ufficio. Un largo sorriso comparve sul volto del giovane G-Grazie molte! Vado subito! E cominciò a correre verso la direzione che gli era stata indicata. Si va bene, ma non si corre per i corridoi... Ahhhh, giovani. Concluse poco dopo l'impiegato stesso.

    . ... .



    S-S-S-S-Salve. V-v-v-orrei chiederle s-sse un mio amico sta f-f-forse per partecipare ad una missione di g-g-g-grado C-C-Cì. Il suo nome è S-S-Shin Kinryu e io sono K-K-Kato Yotsuki, Genin di Oto. P-p-potrei chiederle q-q-qualche informazione m-m-m-marginale? S-S-S-Sà v-v-vorrei poterlo s-s-salutare prima della s-s-sua partenza!




    Edited by Shinken Takatsui - 5/10/2016, 16:14
     
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