Casa Di Etsuko Akuma

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Ma che razza d'mpertinenza...

    Etsuko entrò a casa sua sbattendosi l'ampia porta alle sue spalle, era furioso dopo gl'ultimi avvenimenti alla riunione, quel ninja non poteva comportarsi in quel modo, ne tantomeno sfidarlo apertamente restando impunito.

    Signorino cosa succede?

    Il servitore Auron, si sposrse dalla zona cucina, mostrando dallo stipide solo il capo...

    niente, niente, stà tranquillo!!! la vita in questo villaggio si fa sempre più insopportabile, se non vi fosse il mio clan a trattenermi in queste terre sarei già andato via...

    ma signorino... sapete benissimo che non è così, voi amate questo villaggio...

    uno sguardo agghiacciante si posò sul servitore.

    Un tempo forse, ma ormai la situazione è allo sbando, gente che tradisce con estrema facilità, è questa l'esempio che da la nuova Kiri...?
    a breve qui... vi sarà Anarchia.


    E mentre pronunciava queste parole si dirigeva nel suo ufficio nelle zone elevate della sua dimora.

     
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  2. ~ Zischty
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    Il suo ritorno,
    un opera incompleta,
    portata a termine dal tempo
    voglio adempiere al mio destino.




    Sorrisi, di nuovo quel portone si apriva dinnanzi a me, mentre mille ricordi invadenavo prepotenti la mia mente, appena avessi varcato quella soglia probabilmente la mia avventura di medico avrebbe avuto inizio.

    Toc... toc ...toc.



    La mia mano batte sul portone e dei tonfi risuonarono nel giardino, un cigolio lento mostro la porta aperta... un dejà vù, stavo rivivenda i vecchi sentimenti, un nodo mi legava la gola mentre il cuore mi batteva forte, l'unica differenza era che ero molto cambiato, l'insicuro impacciato allievo era diventato un insicuro impacciato Kaguya. E' permesso? ora più che mai, non sapevo come comportarti e mille mie sfacettature venivano fuori le una in contrapposizione con le altre, ad un passò ero coraggioso, mentre a quello dopo mi sentivo timoroso sul mio futuro, spavaldo e debole, senza rendermi conto che invadevo una proprietà privata.

    Senza che me ne rendessi conto



    La casa si ergeva potente davanti a me... Etsuko? Ci sei? un cigolio, una figura, si mosse in quella sera senza luna... era l'inizio

     
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    Rumori dal piano sottostante…

    Auron va a controllare chi diavolo entra in casa mia.

    Etsuko scocciato si rivolgeva al suo servitore.

    Si tratterà dell’ennesima visita di cortesia dopo la promozione a Chunin, improvvisamente tutti s’accorgono che esisti solo dopo aver fatto un passo in più nella scalata sociale. Liquidali dicendo che non ci sono…

    Il servitore celere intraprese l’ampia scalinata che portava al piano di sotto. Sfogliava un libro dalle pagine ingiallite, cercando informazioni utili sulla sua futura specializzazione ninja…

    È una scelta difficile… davvero difficile… non è di certo da prendere alla leggera.

    Il faccino dell’anziano servitore, appariva dalla scalinata, accompagnato da un gran trambusto di passi…

    Allora tutto risolto?

    Chiese Etsuko soddisfatto.

    No signore qualcuno vuole vedervi…

    Auron t’avevo già detto che non voglio vedere nessuno.

    Si ma lui ha una questione in sospeso con voi…

    Ok, Auron ho capito togliti dai piedi.

    Passi sicuri sulle scale, sino a intraprendere il corridoio che portava nella grande sala centrale. La figura dell’ex allievo s’ergeva fiera davanti alla porta…


    Ah… ma sei tu, che ci fai da queste parti?


     
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  4. ~ Zischty
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    Ora si apriva un esame...
    ora sarebbe entrato nelle squadra mediche
    forse ...
    finalmente avrebbe appreso i rudimenti
    della medicina ninja




    Sorrisi un po' imbarazzato, la mia mano andò a posarsi dietro la schiena ...Salve sensei ... ehm... complimenti per il passaggio al grado chunin.
    Dopo aver atteso una risposta avrei esplicitato il motivo esatto per cui mi trovavo alle porte della sua casa nelle prime ora della sera.

    Mi fai entrare è importante



    Quando mi diede il permesse entrai dentro osservando quella casa con estrema curiosità morbosa... era rimasto tutto come quella volta volevo chiederti se potevi sfruttare la tua posizione per farmi entrare nella squadra medica! ... mi voltai verso Etsuko! Se vuoi puoi mettermi alla prova... ma data la tua posizione non sapevo a chi altro chiederlo.

    attesi qualche secondo



    Vedi... dall'ultimo nostro incontro sono molto migliorato... non sono più il neogenin insicuro di una volta... mi sento pronto per prendermi questa responsabilità, ma se non ho una spinta dai piani alti che pronunci il mio nome per entrare nella squadra... non credo che io possa essere preso in considerazione. un sorriso comparve sul mio volto.

    Mi aiuterai?




     
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    Salve sensei ... ehm... complimenti per il passaggio al grado chunin.

    Osservai la sua mano posarsi, sulla mia spalla.

    Su spara… di cosa hai bisogno? Ti conosco sufficientemente bene da capire, quando i tuoi gesti sono associati ad una implicita richiesta.

    E come spesso accadeva non mi sbagliavo e come tutti i nodi prima o poi vengono al pettine,così si paleso il motivo della sua visita.

    volevo chiederti se potevi sfruttare la tua posizione per farmi entrare nella squadra medica!

    Ah bene… vedo che non hai capito come vanno le cose. Credo però ed io ne sono l’esempio più palese che qui a Kiri, esista la meritocrazia. Anche se, in tutta sincerità a volte ci sono casi palesi, d’errori di valutazione. Ma può capitare ovunque.
    Ma bando alle ciance… cosa vuoi che faccia? Non ho il controllo della squadra medica di Kiri… ne dell’ospedale. Però poichè ti reputo un buon ninja e non solo perché sei mio allievo potrò metter la buona parola con il nostro Mizukage. Non ho intenzione di sottoporti ad ulteriori prove le tue capacità saranno testate sul campo, se te ne sarà data possibilità.
    Mi recherò personalmente al palazzo del Mizukage e chiederò a lui udienza. Tu aspettami pure qui, se vuoi.


    Dette queste parole… uscì celermente di casa diretto a palazzo.


     
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    Il Rientro

    La porta di Casa Akuma, si spalancò lasciando che i raggi solari fendessero l’oscurità che in quella dimora regnava. Tutto era in perfetto ordine, il mobilio, i pavimenti incerati e nel camino riluceva una fiamma ardente, alimentata da tizzoni che ne conservavano il vigore. Tutto pareva immutato, come se il tempo fosse estraneo in quell’ambiente, fuori da ogni percezione della realtà, delle stagioni, mesi, ore, minuti, secondi…
    Eppur qualcosa che lasciasse traccia dello scorrere immutabile del tempo vi era, un vecchio, vestito di nero, giaceva su una poltrona, rilassato, addormentato, sicuro di non dover attendere nessuno e compiaciuto del lavoro già svolto.
    Eppur quello era un giorno differete dagl’ultimi che aveva vissuto, penando di dover badare ad una casa, che forse mai più sarebbe stata abitata, o per lo meno mai più dalla persona ch etempo addietro l’abitava.
    Lasciò ch ela porta d’ingresso gli si chiudesse alle spalle, facendo ripiombar quella stanza nella semi oscurità-
    L’uomo completamente ricoperto di un bianco manto si fece avanti, sino a giungere difronte al corpo del vecchi e con autorvolezza riprese:

    è per questo che vi pago Auron, torno a casa dopo tanto tempo e non trovo neppur una cena ad attendermi? Rinvigorite i fornelli e preparatemi da mangiare…

    le parole, non tanto per la richiesta, quanto per il tono alto di voce, ridestarono in modo brusco il maggiordomo, che colto alla sprovvista dal ritorno dell’amato padrone, lasciò intravedere un briciolo d’emozione, che di getto solcò il viso rugoso sotto forma di piccola lacrima.

    Si- Signore… Siete dunque tornato…
    Non ci speravo più…


    E perché mai, fedele Auron?

    Non ho ricevuto più notizie da tempo, dopo il votro trasferimento da Kiri… chredevo vi foste adattato alla vita placida vita campestre…

    Non dire sciocchezze Auron, sai Benissimo che il mio posto è qui…
    Adesso preparami la cena, ho fame…


    Signore Vado, ma fareste bene ad avvertire l’amministrazione del vostro ritorno, un sacco di cose son cambiate…

    Non preoccuparti, sarà presto fatto.


    Così mentre il servo umile s’apprestava ad affaccendarsi in cucina ben lieto di poter tornar utile a qualcuno diverso da se stesso… il padrone or si godeva l’ospitalità e il calore della ritrovata Dimora.
     
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  7. Fujiko M.
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    Quartiere Akuma - Casa di Etsuko


    Fujiko, ai tempi di Godsan, aveva percorso le vie vicine ai clan sbirciando all'interno senza osar metter piede per paura di esser cacciato.
    E ricordava quindi dov'era la zona degli Akuma, il clan di Etsuko.
    Camminando per la via principale si accorse che essa portava dritto ad un palazzo che ben si vedeva da lontano: esso probabilmente era la sede del Clan. Mai avrebbe detto che proprio quella era la porta di casa di Etsuko.

    Prima di arrivarci cercò con lo sguardo la presenza di qualcheduno o qualche scritta che li aiutasse.

    « Se non ricordi nemmeno dove vivi dev'esser grave. Proviamo a cercare il tuo nome, Etsuko Akuma » gli suggerì una volta all'interno.

    Alla fine ci dovettero sbattere su quel portone con scritto il nome del kiriano che Fujiko stava accompagnando.

    « E quindi abiti tu qui? Nel palazzo centrale? Complimenti... » Era assai stupita.

    Bussò alla porta per capire se c'era qualcuno dato che alcune luci erano accese. La porta, poco più tardi, si aprì.

    Un vecchio signore si sporse dalla porta guardando prima la donna che aveva bussato senza mostrare particolar segno di interesse; poi vide Etsuko, conciato non propriamente bene, ed aguzzò la vista.

    « Signorino? E' lei?! » domandò incredulo.

    « Signorino? Lei per caso conosce il qui presente Etsuko Akuma? » domandò altrettanto al vecchio.



     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Sulla Via Di casa



    Il quartiere Akuma, centro mistico, antico monolito del potere oscuro degl’occhi diabolici della nebbia era da sempre considerato impenetrabile, proprio grazie all’insormontabile barriera di Genjutsu che per decenni l’aveva protetto, tutte le vie parevano uguali così come le case, l’intricato intreccio architettonico di viuzze disorientava a prescindere ogni visitatore, ma non uno a attento come Fujiko, che in ogni caso, era pur l’amministratrice di quel villaggio.
    Così, ci volle in tempo necessario ma per una serie di fortunati eventi, o per lo meno apparentemente fortunati, la mia dimora fu, finalmente , ritrovata.



    CITAZIONE

    « E quindi abiti tu qui? Nel palazzo centrale? Complimenti... »


    Non colsi il senso di quella frase, abituato com’ero a viver nel lusso, ultimi tempi a parte, nei quali avevo dovuto patire pur la fame, vivere in un palazzo come quello mi pareva la normalità.
    La porta di quella che doveva essere casa mia era chiusa, ma il giardino curato e la luce dalle finestre lasciava prevedere una presenza umana all’interno.
    Presenza che si palesò non appena Fujiko decise di provare a bussare …
    Un vecchio sulla settantina fece capolino dall’intarsiato portone in ciliegio, degnando di un semplice sguardo disinteressato la donna. Si vedeva che non era abituato a ricevere visite e ne appariva interessato a modificare quelle abitudini. L’espressione si modificò palesemente quando volse lo sguardo su di me, espressione che si fece basita.



    CITAZIONE

    « Signorino? E' lei?! »


    Inebetito osservai l’uomo, senza minimamente riconoscerlo, ma a liberarmi da quella situazione di imbarazzo ci pensò la mia accompagnatrice che più curiosa di me nel voler capire, interrogò il lì presente.



    CITAZIONE
    « Signorino? Lei per caso conosce il qui presente Etsuko Akuma? »

    Non sia Ridicola amministratrice Fujiko …



    Dunque l’aveva riconosciuta, eppur non mostrava alcun’imbarazzo quell’uomo. Rimasi sorpreso e divertito, e presa la situazione nella mani, feci cenno all’uomo di voler entrare, d’altra parte era pur sempre casa mia, così scostai l’amministratrice con la mano sinistra per farmi spazio.



    Scusami Fujiko, ma il “signorino” desidererebbe entrare …

    Sorridendo entrai in quella che ricordai essere un mixaggio di visioni e odori così tremendamente famigliari. Nonostante il caldo di quella stagione il camino era acceso, eppur il fuoco al suo interno non produceva ne fumo, ne calore, pareva un semplice abbellimento allo stile severo ma minimalista del salotto. Lascia di poco indietro i miei accompagnatori, origliando le parole di rimprovero che Auron volse a Fujiko.



    Certo che lo conosco… l’ho visto nascere quel bambino!

    Si rivolgeva a me come fossi ancora un lattante, era quello un modo Per Auron di rivivere il passato, i tempi della giovinezza per un vecchio e anche una forma di protezione opprimente e ossessiva.

    Etsuko, discendente del ramo principale dell’albero genealogico degli Akuma, il clan antichissimo della nebbia, lei dovrebbe saperlo Fujiko!

    Nonostante il vuoto di memoria, quella solfa mi era così famigliare, che decisi di interromperlo prima ancora che prendesse a narrare le gesta di qualche fantomatico leggendario guerriero ninja … che avrebbe di certo divertito un bambino alle prime armi, ma decisamente annoiato i lì presenti interlocutori.

    Auron hai notato degli atteggiamenti strani gli ultimi tempi in cui mi hai visto qui a casa?

    Il vecchio si prese qualche minuto per pensare, avrebbe voluto dire che gli atteggiamenti del signorino erano strani a prescindere, ma tenne per se quella considerazione, soprattutto per la presenza dell’ospite che li guardava, più che per normale reverenza da servo a padrone.
    In tutto ciò mi accorsi solo adesso di averlo chiamato per nome.

    Signorino, l’ultimo periodo è stato un periodo di inferno per me, eravate perennemente sovrappensiero, come se ci fosse qualcosa che vi tormentava. Avete assunto un atteggiamento sospettoso, spesso rintanato nel vostro laboratorio, vi siete persino dimenticato di mangiare qualche volta e non avete voluto sentir ragione di riposare, d’altra parte voi siete così. Testardo

    Un atteggiamento sospettoso, cosa poteva esser successo di tanto preoccupante, quale evento mi aveva fatto perdere la memoria? Un tarlo si stava insinuando nei miei pensieri, una piccola parolina che non avrei mai voluto pronunciare ma che impetuosa risuonava adesso nella mente.
    Possibile che abbia mai potuto tradire il mio villaggio, possibile che il mio atteggiamento fosse sintomo di irrequietezza per un semplice scambio di informazioni? Potevo io mettere in atto un tentativo di terrorismo nei confronti di Kiri?
    Cominciai pure a pentirmi dell’essere andato così frettolosamente da Fujiko, se quello che pensavo avrebbe riscontrato un fondo di verità, quella era la persona meno adatta a cui farlo sapere. D’altra parte però se avevo sbagliato era giusto che pagassi.
    Rivolsi uno sguardo verso l’amministratrice cercando di intuire se i miei pensieri fossero anche i suoi pensieri.

    Auron Portaci nel mio laboratorio.

    Sicuramente meticoloso com’ero, il laboratorio sarebbe stato una fonte inesauribile di informazioni, ma da ninja esperto, non contavo di trovarci risposte chiare, ma bensì chiavi di lettura che avrebbero potuto condurvi alla verità.
    Nel pronunciare quelle parole, mi ero riavvicinato alla porta pronto ad uscire di casa per dirigermi lì.
    Fu allora che lo sguardo del vecchio si fece sospettoso e gli occhi aguzzi, mi fissarono preoccupati.

    Signorino dove state andando?

    Nel mio laboratorio Auron …

    Cosa vi è successo … avete perso la memoria per caso?

    Perché me lo chiedi Auron …

    Signore, siete già nel vostro laboratorio …

    Con un semplice gesto della mano spinse sul lato destro la libreria dietro di lui che prese a ruotare alla pressione del vecchio. Si palesò così un antro buio, una prima rampa di scale e subito dopo un ampio spazio illuminato da luce fioca di un Neon. Vi erano una serie di piani operatori e una intera parete dedicata alla scienza, cartigli, bozze di progetti, microscopi, centrifughe e computer altamente tecnologici. Poggiato su uno scrittorio più in la vidi un quaderno di appunti.
    Vi doveva essere per forza qualcosa lì…
    Non ebbi il coraggio di andarlo a sfogliare lasciando che lo facesse Fujiko e se in ogni caso non se ne fosse accorta avrei fatto finta di niente, avendo opportunità di dargli un’occhiata in un secondo momento e magari lontano da occhi indiscreti.

    (se avesse deciso di prendere il quaderno, si sarebbe accorta che vi erano una serie di date, associate a delle annotazioni …
    Giorno 1… i miei sogni si fanno ogni giorno più irrequieti, il mio sonno tormentato e l’abilità a tratti risulta ingestibile … cosa mi succede?

    Giorno 2 … ho provato a monitorare il mio sonno, le onde celebrali subiscono picchi massimi durante la fase Rem, qualcosa sembra prendere possesso della mia mente, qualcuno vuole lasciarmi un messaggio, o forse vuole estorcermi delle informazioni? Non so per quanto ancora potrò opporvi resistenza.

    Giorno 6… mi ha parlato, i miei sogni mi parlano, non so qual è il significato di quel sangue sul mio viso … la cosa strana è che quando mi son svegliato ho riscontrato una presenza intorno a me, questa casa non è più sicura, dovrò trasferirmi per un po’…

    Giorno 10… il mio letto ha tremato ed un quadro è caduto a terrà rompendosi, le mie fantasie si mischiano con la realtà in modo incontrollato, sono una mina vagante, non posso più controllare le mie doti, stanotte partirò … non so per dove, non so per quanto!

    La biro, ancora riposava sulla pagina accanto che risultava bianca, non vi era nient’altro di rilevante.

    Allora non tenermi sulle spine cosa c’è scritto?
    Come Procediamo …?
    )

    (Caso 2 se non avesse letto il quaderno)

    Bene Fujiko, direi di iniziare qui la terapia che ne pensi? Hai tutto quello di cui potresti aver bisogno … ti prego so che non c’è bisogno di dirtelo, ma spingiti sino all’estremo se è necessario! Non ha senso vivere nella condizione in cui sono adesso.

    L’avrebbe fissata negl’occhi e avrebbe atteso un suo consenso.


     
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  9. Fujiko M.
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    Quartiere Akuma - Casa di Etsuko


    Che Fujiko fosse conosciuta a Kiri poteva essere un dato di fatto. Che lei sapesse vita morte e miracoli di tutti era quasi più difficile. Ecco perchè quando Etsuko la scandò prima, e il "servo" la riprese poi lei rimase interdetta.
    Di certo era una interessante notizia che Etsuko avesse dell'animo nobile tra le sue origini.

    « Diciamo che di giorno non mi diletto a ripercorrere gli alberi genealogici delle persone. Ma apprendo con interesse questa notizia. Ecco. » fu l'unica risposta che diede, speranzosa di non dover fare altre figuracce.

    Ecco, poi si entrò subito nel vivo della motivazione per cui erano lì. Etsuko domandò all'altro di suoi strani atteggiamenti.
    Sì, Etsuko era proprio testardo. Su quelle dava pienamente ragione ad Auron, il vecchio. Così egli si chiamava. Etsuko nelle sue decisioni e comportamenti aveva dato l'idea di una persona piuttosto decisa, specie a perseguire la propria idea controcorrente.
    A differenza di altre persone come lui, a Fujiko quel comportamento non dispiaceva. Fortunatamente era entrata in sintonia con Etsuko e di conseguenza si era instaurato un buon feeling.

    Ma i problemi di memoria di Etsuko non finivano. Anzi, aumentavano. Sembrava quasi che man mano essi si avvicinavano temporalmente alle ultime azioni a Kiri, prima della partita di Etsuko, la memoria fosse sempre più assente dalla mente del chunin.

    Venne rivelato un laboratorio. Oltre a quello dell'ospedale Etsuko ne aveva un altro personale. E il fatto che fosse strettamente personale la preoccupava. Questo dava il diritto di sperimentare oltre al normale lavoro. Era qualcosa che necessitava di essere controllato. Ma si fidava ancora di Etsuko per cui ci passò sopra non credendolo capace di nuocere a Kiri.
    Fujiko col passare del tempo si riempiva di paranoie, a volte assillanti. La vita burocratica le dava questi pensieri.

    L'amministratrice diede una prima occhiata al laboratorio segreto senza notare niente di particolare. Certamente, sarebbe scesa con gli altri due guardando in giro.

    « Bene. Suppongo che qua dentro dovremmo trovare la risposta o un aiuto ai tuoi problemi di memoria. Non saprei da dove iniziare. Ricordi vagamente qualche cosa che possa tornarmi utile? Un oggetto, una zona, un appunto. Cosa stavi sperimentando o cercando? Se è qui che hai perso la memoria dev'esser successo qualcosa. Eppure sembra così ordinato. »

    Fujiko avvicinandosi vide anche il quaderno con una penna. Prima di prenderlo domandò.

    « Posso? »

    Attese un assenso o un cenno certa che Etsuko le avrebbe detto di sì. Forse Auron avrebbe potuto protestare. Ma se Fujiko doveva aiutare il kiriano aveva bisogno di verificare non ci fosse qualche altro indizio altrove prima di passare a frugare la mente altrui.

    Fu così che prese gli appunti. E li lesse. Sogni. Etsuko ne era tormentato. Talmente tormentato da poterli paragonare ad incubi, per Fujiko. Inoltre menzionava la sua abilità che lei conosceva avendola sia vista in azione sia letta nei manuali.

    Che Etsuko arrivasse a parlare di qualcuno era inquietante. Non si riferiva a qualcosa di preciso per cui la persona poteva essere sia un esterno (Auron?) sia interna alla sua mente. E in quell'ultimo caso il problema andava letteralmente estirpato. Un lavoro che Fujiko si augurava di non dover fare perchè probabilmente non ancora all'altezza.

    Gli ultimi due giorni di appunti erano un'esasperazione dei precedenti. Confondeva ulteriormente i pensieri di chi leggeva.

    Fujiko passò il libro ad Etsuko quando questi gli chiese cosa c'era scritto. Era meglio metterlo al corrente subito.

    « Credo che il problema sia molto più grosso di quanto sembrava. Non capisco a cosa ti riferisci realmente. Però è un problema che dobbiamo risolvere subito. Per quel che ne so, nel tuo periodo di dimenticanza, potresti anche esser stato usato, rapito e rilasciato volontariamente. Difficile ma non impossibile. Anche perchè non ricordi tutto, no? Se Auron non ha niente da dirci possiamo rimanere soli e provare una prima terapia, giusto per saggiare la tua mente. »

    Propose quindi ad Etsuko di rimanere da sola con lui. E gli disse inoltre di voler provare con un'interrogazione mentale per capire quanto le risposte a determinate domande discostassero dalle reazioni attuali.

    Solo in un secondo momento si sarebbe fiondata nella mente di Etsuko sperimentando per la seconda volta la sua tecnica del Sogno.

    Le domande che avrebbe posto erano quelle di prassi. Affermazioni sulla sua identità e sul suo passato a Kiri, nei momenti in cui Fujiko era ancora Godsan.
    Secondariamente gli avrebbe domandato dov'era andato nell'ultimo periodo, chi aveva incontrato, se aveva fatto qualcosa di particolare, se ricordava di aver usato qualche abilità personale in presenza di estranei o in generale, se aveva manifestato ancora quei strani sogni, se continuava a sentirsi minacciato od osservato o inseguito.
    Quella doveva essere una prima analisi. E ogni risposta che riceveva mentalmente Fujiko la monitorava con l'espressione di Etsuko, in particolar modo della sua mimica facciale.
    Una qualsiasi risposta veritiera ma contraria al pensiero attuale poteva generare una discrepanza nella reazione mimica.
    Questo, molto probabilmente, poteva esser dovuto ad un subconscio che Etsuko non riusciva a controllare. Un subconsio che reagiva a degli stimoli. E se ve ne fosse stato almeno uno Fujiko avrebbe iniziato da lì la sua sperimentazione.
    Era una base di partenza. In alternativa, l'invettiva non mancava all'amministratrice che di elementi per iniziare già li aveva ricevuti entrando nel laboratorio.



     
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    It’s time to start…

    Bastò il cenno che feci ad Auron per rendergli palesi le mie intenzioni, dopo aver letto il quaderno di appunti che non riconobbi mio pur essendolo, l’unica cosa che volevo era arrivare in fondo a quella faccenda in un modo o nell’altro. avrei così ritrovato la mia memoria e ciò significava o ritornare dignitosamente a Kiri, o perderla per sempre da Traditore.
    Aspettai che Auron avesse solcato l’uscio prima di riaffidare la mia attenzione a Fujiko .
    Pareva preoccupata, pure io lo ero sebbene le mie reazioni fossero controllate. Quella per me poteva risultare un’arma a doppio taglio, conoscevo perfettamente le intenzioni dell’amministratrice. Ero un medico e prima ancora un ninja, chissà se credeva in me…
    Decisi di prenderla in contropiede

    Fujiko, prima di rispondere alle tue domande, tu che conosci Etsuko (parlava di se come se fosse Terzi) meglio di chiunque altro qui a Kiri… lo credi fosse capace … lasciò che il silenzio rimbombasse altisonante in quella stanza, sfiorando e lambendo tutti gli oggetti che or parevano risentire dell’imbarazzo crescente.
    Si insomma… Di Tradire il Suo Villaggio? Di Tradire Kiri… ?

    Ero stato molte volte persuasivo con le parole, tante volte quello che dicevo, nascondeva un doppio fine, mai come questa volta ero stato sincero. Le mie paure erano tante, l’uomo sicuro delle sue azioni e testardo, così come poco prima, lo stesso suo maggiordomo l’aveva descritto, ora era completamente disarmato e impaurito. Gli scherzi del destino.

    Fujiko … Mi credi? Ho bisogno di sapere di poter contare su qualcuno …

    Aspettai la risposta di quella donna e poi ripresi a parlare nel modo più naturale che conoscevo.

    Nulla completamente nulla, mi sto pur sforzando di ricordare, ma ho il vuoto assoluto su tutto l’immediato passato. Come se la mia mente si sforzasse di cancellare, una barriera insormontabile.
    Le uniche cose che ricordo del mio passato qui a Kiri, sono l’intervento, ti potrei descrivere dettagliatamente, ogni singola incisione, ogni singolo punto di sutura, ma niente oltre quello. Su quello che ho fatto dopo… è stato un lungo peregrinare per posti sconosciuti, i primi giorni avevo con me scorte e denaro, dunque non ho avuto problemi ad alloggiare in qualche locanda lungo la via… i primi ricordi che ho sono la luce di una mattina estiva in un posto che riconobbi subito non essere familiare … fu solo quando poco più tardi lasciai quella stanza che mi accorsi di essere in una locanda e di aver pernottato per una sola notte. Prima… il vuoto! Presi a vagare per alcuni centri abitati sino all’esaurimento del denaro, dovetti arrangiarmi così con qualche lavoro occasionale in cambio di vitto e alloggio e pochi Ryo… poi cominciarono ad affiorare ricordi… lo stemma di Kiri, il volto di Godsan, il volto di Fujiko, il volto di Shiltar … non dovetti chiedere troppo in giro, bastò un semplice disegnino su un fazzoletto e qualche domanda alle persone giuste per ricollegare lo stemma ad un villaggio reale e dunque ad un itinerario che mi ha portato in qualche giorno qui… in queste condizioni… e Questo è Quanto! Tutto quello che so e che posso dirti.

     
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  11. Fujiko M.
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    Quartiere Akuma - Casa di Etsuko


    Quando Auron fu uscito Fujiko provò una sensazione di sollievo sebbene qualche dubbio rimanesse. Per un attimo aveva pensato che il servo di Etsuko potesse centrare con quella strana storia e vederlo uscire senza protestare la fece sentire meglio.

    Etusko le porse una domanda giusta che però lei non s'aspettava. Cercò di rispondergli con sincerità.

    « L'Etsuko che conosco è un tipo controtendenza. Ha cuore per Kiri ma allo stesso tempo non ne sopporta talune regole. Dire che sia capace di tradire mi è difficile anche solo pensarlo. Però nelle sua attuali condizioni, non tendo ad escludere nulla. Non che stia puntando il dito ma preferisco andarci cauta. »

    Etsuko era sicuramente in uno stato confusionale come non l'aveva mai visto. Sperava di tranquillizzarlo prima che quella condizione finisse per investire entrambi.

    « Se sono qui vuol dire che voglio capire cosa ti è successo e se posso aiutarti lo farò. »

    Quello gli rispose prima che iniziassero la terapia.

    Purtroppo la terapia delle domande non aveva dato i risultati sperati. O meglio, non aveva dato nemmeno un piccolo indizio di menzogna. Segno che Etsuko era sincero e non aveva, ancora per il momento, subito uno sdoppio di personalità come si poteva credere dalle parole del blocco degli appunti.
    Non c'erano nemmeno ostacoli tra domande e risposte e Fujiko avrebbe voluto tendere ad escludere barriere di alcun tipo. Non un tentennamento, solo ricordi confusi come già descritti.

    « Etsuko, tu sai benissimo che il cervello è un elaboratore di dati continuo, persino quando stai dormendo. Se c'è qualcosa a livello di psiche che ti turba, forse poteva risaltare seppur controllato o frenato. E speravo di trovare qualcosa. Ma essendo tu sveglio forse non ne dai sufficiente spazio. Quello che voglio provare e a farti rilassare, quindi dormire, e lasciare che il tuo io emerga. Se, anche questa volta, non troverò niente, allora dovremo cambiare completamente situazione. Ma confido di far ricordare al tuo io quello che tu non riesci a ricordare. Perchè lo sai che i ricordi sono al tuo interno anche se non riesci a vederli. »

    Gli indicò un piano orizzontale dove poteva stendersi.

    « Distenditi là. O se preferisci sederti da qualche parte fai pure. Io starò vicino a te. Però dovrai addormentarti. Se hai qualche sonnifero con te, qui nel laboratorio, faremo prima. »

    Attese quindi che Etsuko si posizionasse come meglio preferiva e lo aiutò, se fosse servito, nella fase in cui doveva addormentarsi.

    « Prima di iniziare vorrei porti una domanda semplice. C'è un oggetto, una frase o qualsiasi altra cosa che riesca a racchiudere, secondo te, il senso dei tuoi incubi? O in altre parole. Cosa ti verrebbe da pensare di concreto in merito agli appunti? »

    Con quella domanda voleva capire se poteva aiutarsi all'interno del sogno per stabilire un ulteriore contatto con la sua psiche o se gli elementi da lui raccolti dovevano bastargli.



     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Il Potere del subconscio



    Pronta fu la risposta di Fujiko che pareva conoscermi bene, seppur neppure ella, vedendo le attuali condizioni in cui versavo osava sbilanciarsi … Cuore Per Kiri, ma ne rifiutavo alcune regole! Non mi sorprendeva quella affermazione, avevo imparato a conoscermi un po’ ed è proprio vero, i ricordi possono cancellarsi, ma il carattere persiste in ogni situazione.
    Feci un cenno d’assenso, ero pronto e non potevo attendere oltre, se era necessario procedere con il sonno, avrei dovuto addormentarmi, ma come potevo in quello stato?

    Mi poggiai sul piano che l’amministratrice aveva indicato, sedendomi e mi guardai per un attimo intorno, l’ambiente mi pareva così famigliare eppur non riuscivo ad avere ricordi di sorta, poggiai lo sguardo sulla strumentazione lì presente fino a farlo scorrere lentamente lungo i muri dell’ampia stanza. Intravidi una piccola croce su di un mobiletto dietro a schemi anatomici e capì che lì avrei potuto trovare quel che mi serviva.
    Mi risollevai e senza mai incrociare lo sguardo della donna, mi diressi lì aprendo il contenitore, tra i vari medicinali, ecco quello che faceva al caso mio … Sonnifero in Gocce!
    Aprì la boccettina e direzionai il contagocce direttamente in bocca, sollevando la lingua, lì il principio attivo avrebbe svolta la sua funzione e pur in modo rapido, Ritenni che 10 sarebbero state sufficienti!
    Fu breve il tratto che mi separava ancor dal piano eppur la vista cominciò ad annebbiarsi, un rapido stato di spossatezza e sonnolenza m’avvolse, vincolandomi forzatamente tra le braccia di Morfeo.
    In lontananza udivo ancora le parole dell’amministratrice e con quelle, che accompagnavano il mio viaggio nel mondo dei sogni, li rividi ancora una volta e ne fui nuovamente consapevole …
    La ragione del mio male, del mio tormento …
    Mi osservavano!!!

    Quegl’occhi … mi osservano!!!

    Le mie ultime parole prima di cedere definitivamente al sonno, in uno stato di palese irrequietezza.

     
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  13. Drio
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    Riunione di Famiglia



    Come si erano messi d'accordo al loro incontro alle mura Drio si diresse verso la casa del suo unico compagno, o meglio membro della famiglia, di Clan che conosceva; Etsuko.
    Avevano avuto qualche leggero diverbio tempo fà ma erano cose del passato e il loro era un legame importante; quando Drio e Artic arrivarono sotto casa sua la prima che che cadde all'occhio fu l'enorme portone color ciliegio con su una bella targa con scritto <<Etsuko Akuma>>

    §Certo che avere in casa propria una targa così gaserebbe chiunque ma.... ora che ci penso anche io ho una targa così a casa mia, oh mamma... non voglio sapere in che condizioni sarà dopo una lunga assenza come questa....§

    Prima di entrare pensò ancora a quello che disse Etsuko alle mura prima che Drio si dirigesse verso l'amministrazione:

    CITAZIONE
    ...dobbiamo discutere del nostro clan, pare che sia rimasto ben poco dei suoi membri.

    Quelle parole fecero rabbrividire la schiena di Drio, aveva già perso una volta la sua famiglia e non poteva perderne un altra; bussò all'enorme portone per poi dire:

    -E' permesso?!-

    Drio spinse leggermente il portone per poter far entrare lui e Artic e facendo qualche passo in avanti continuò.

    -Etsuko sei in casa? Siamo Drio e Artic...-

    Per poi rimanere in attesa di una qualche risposta se qualcuno era in casa in quel momento.
     
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    Ospiti inattesi, o forse no?
    Riunioni di famiglia


    Poggiato il capo sul cuscino, mi stavo abbandonando alla pace dei sensi, il lavoro ultimamente mi stressava, tra le mura e l’ospedale mi risultava difficile trovare anche il tempo materiale per riposarmi.
    Ma adesso… adesso finalmente potevo liberarmi dei pensieri e sfruttare quel tempo che ero riuscito a ritagliarmi.
    Avevo appena rimpinzato e riadattato il cuscino, quando udì dei rumori provenire dal piano inferiore.

    No, non dirmi che è vero…

    Sarei rimasto in silenzio, sperando che fossero state grane che Auron da solo avrebbe potuto sbrigare.

    Al piano di sotto

    Intanto Auron, aveva fatto capolino dalla cucina, che ormai pareva essere il suo ufficio, che ci facesse tante ore al giorno lì dentro proprio era un mistero, eppure il vecchio amava quell’ambiente. Ora quasi seccato appariva nel salotto portandosi incontro ai 2. Non parve riconoscerli, probabilmente perché non aveva mai avuto il piacere di conoscerli.

    Si, ditemi pure…
    Cercate il signorino Etsuko? In questo momento è occupato, avete questioni urgenti da sottoporre? E chi dovrei Annunciare?


    Il torno formale era tipico di un domestico, ci sapeva fare Auron, ormai erano anni che serviva in quella casa.


     
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  15. Drio
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    Drio e Artic salirono le scale per giungere a quello che doveva essere il salotto di casa, prima di addentrarsi giusto di un passo oltre l'entrata del salotto Drio si pulì le scarpe sul tappeto e stessa cosa fece Artic, era si un lupo ma conosceva le norme della buona educazione.
    Rimasero qualche secondo in attesa per poi trovarsi davanti a loro una persona totalmente sconosciuta dall'aria alquanto seccata e data la tarda ora non aveva neanche tutti i torti.

    CITAZIONE

    Si, ditemi pure…
    Cercate il signorino Etsuko? In questo momento è occupato, avete questioni urgenti da sottoporre? E chi dovrei Annunciare?


    §Etsuko ha un maggiordomo?! Ma che cavolo lo voglio pure io!!! Mmmmh.... No forse è meglio di no, sinceramente avere una persona che mi gira per casa quando non ci sono non lo gradisco molto....§

    Per un attimo Drio avrebbe voluto ironizzare dicendogli.

    §Sono sua Eccellenza Drio del paese orientale e cerco sua Signoria il Conte Etsuko.§

    Ma poi si disse.

    §Magari meglio di no, mi farei una pessima figura con questo signore che neanche sa chi sono.§

    Quindi inizio a parlare dicendo:

    -Buonasera, scusi se vengo a disturbarvi a quest'ora ma mi ero messo d'accordo con Etsuko per incontrarci dopo che avevo sbrigato alcune faccende all'amministrazione del villaggio, sono Drio Akuma, piacere di conoscerla mentre lui è Artic.-

    Entrambi fecero un piccolo inchino di presentazione per poi attendere la risposta del maggiordomo.
     
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