Palazzo Yakushi

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Yasu Yakushi non era un granchè come Shinobi nè come uomo. Apparentemente un trentenne, aveva quasi raggiunto il secolo di vita grazie alle incredibili doti rigenerative del clan, ma mentalmente andava poco oltre il QI di un broccolo bollito...complici forse i molteplici e ripetuti pestaggi che riceveva giornalmente un pò da chiunque incontrasse. Inutile come pochi, aveva inizialmente una grande rivalità con il nuovo acquisto del clan: Febh Yakushi, ma in breve tempo era stato superato sotto ogni aspetto. Per questi motivi, oltre che per un paio di disastrose missioni in cui aveva partecipato, era stato praticamente interdetto alla professione e relegato al semplice ruolo di guardia di palazzo, restando all'ingresso davanti al portone che faceva da varco in quelle ampie mura che circondavano la residenza del clan Yakushi (recentemente restaurate da un anonimo ninja ora amministratore del villaggio).

    Da quel momento aveva visto di tutto: zombie, giganti di colore, primari impazziti, amministratori folli, ragazze che lo fregavano e svariati altri episodi. Ma ancora non gli era capitato di vedere una valchiria su una gigantesca lucertola del tuono, e ancora meno si sarebbe aspettato di vedere l'espressione furiosa sul volto della donna con l'immensa mannaia. Atterrito, per quanto immortale, Yasu si sarebbe appicciato al muro, tremante di terrore e lasciando cadere a terra la sua lancia, mentre sollevava un acuto urlo per nulla virile mentre la creatura, abbattuta a testate dal suo stesso cavaliere, scivolava sul selciato fin quasi a travolgerlo.

    Il suo urlo morì quando l'alito della lucertola tramortita lo raggiunse, e dal calore che sentiva, poteva ben dire che la distanza del muso col suo corpo era ben al di sootto di quella di sicurezza. Nonostante questo non potè trattenersi dallo scoccare una lunga ed eloquente occhiata alle curve della donna, prima di essere riportato all'ordine dalle sue sferzanti parole. Non lo so, giuro non lo so! O-oggi era di turno in amministrazione. Quello che si suol dire "forte volontà" e "non tradirò mai i membri del clan". Eppure lo Yakushi non poteva che essere diretto al palazzo per parlare con Ogen. Se interrogato sulla posizione del capoclan, lui avrebbe subito snocciolato ogni possibile informazione. Sta, sta preparando del liquore nelle cucine, ma sono sicuro che sarà più che disponibile a parlare se..

    Sono qui. una voce in cima al cancello. Mi disturba un poco vedere una creatura del genere di fronte a casa mia. Pensavo Hiro che tornava a farci visita, ma noto che non si tratta di una creatura del contratto. Come mai sei qui su una lucertola selvatica, bambina mia? Quasi sicuramente Febh non era ancora arrivato.


    [Circa un'ora dopo]

    Ho fatto un giro largo, ma dovrei essere sicuro di averla seminata. Mormorava lo Yakushi voltando infine l'angolo che dava alla via dove stava il cancello, con estrema circospezione. Che strani segni a terra...mi ricordano qualcosa... Li vedeva spesso quando evocava le sue lucertole, ma non ci badò più di tanto, per quanto ne sapeva avrebbe potuto anche lasciarle lui tempo addietro senza accorgersene, anche se l'ultima volta che era arrivato con una lucertola più grande di Ssalswift a casa era stato torturato per alcune ore dalla vecchia "capoclan". Yasu ha di nuovo bigiato la guardia...che idiota.

    Con relativa sicurezza, una volta di fronte alla porta, avrebbe fatto un profondo respiro. Era sfuggito a Nikaido, ma ora lo aspettava il confronto con Ogen, e non sarebbe stato affatto facile.

    Lo sciocco non aveva idea di cosa lo aspettasse.
     
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