Palazzo Yakushi

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    帰結

    We are free to choose our paths,
    but we can't choose the consequences that come with them



    decorazione_zpsae7eb0f6



    Ascoltò le parole di Ren nello stesso modo con cui una donna anziana come lei avrebbe potuto ascoltare i capricci infantili di un bambino alle prese con una decisione troppo più grande di lui, e proprio come se si trovasse nella situazione descritta, Ogen Yakushi si limitò a fare ciò che chiunque, al posto suo, non avrebbe mai fatto: Congiungendo le mani in grembo e alzando la testa in direzione della giovane Genin, l'anziana capoclan rimase infatti in silenzio non dicendo una sola parola, né per fermare né per scacciare. Si limitò piuttosto a rimanere muta e immobile, mentre di fronte a lei l'impetuosa ragazzina dai capelli corvini imboccava la strada dell'uscita, dileguandosi ben presto alla vista, probabilmente ricordando la strada che aveva seguito per giungere sino a lì e che con ogni probabilità avrebbe percorso in direzione inversa, nella speranza di uscire dal territorio di quel Clan che sembrava tanto odiare... o almeno così sarebbe stato meglio per lei, perché qualunque tentativo da parte di Febh di alzarsi e seguirla sarebbe stato fermato brutalmente dalla matrona degli Yakushi, che avrebbe piuttosto atteso qualche lungo ed estenuante minuto prima di... sospirare sonoramente.
    Lasciando cadere la testa verso il basso, che prese a scuotere con irritata rassegnazione, la vecchia Ogen non poté fare a meno di invocare l'aiuto degli Dei, perché le donassero la pazienza e la tempra per sopportare ancora caratteri puerili e stolti come quello che aveva avuto la disgrazia di subire fino a quel momento.
    Agli effetti cominciava davvero a diventare troppo vecchia per quelle circostanze.
    […] Il cuore di quella ragazza era troppo confuso per ascoltare e troppo solo per decidere, qualcuno si era divertito a lanciare ciottoli nelle acque di un animo debole e le conseguenze si concretavano nei cerchi concentrici che ancora offuscavano la razionalità di quella creatura immatura e spaventata... di quel passo, il finale di quella vita era segnato, e non era dipinto certamente come lieto.
    Portandosi una mano raggrinzita alla testa, la vecchia donna sospirò nuovamente com'era solita fare quando non aveva più la pazienza, o la voglia, per fare qualcosa: Aveva provato, invano, a tenere vicino a sé un elemento che sarebbe sicuramente risultato problematico per il suo Villaggio e, ancor prima, per il suo amato Clan. Aveva deciso di condannare se stessa ad essere circondata dalla presenza sciocca di quella bambina sperando così di poter limitare quei danni che era sicura ella avrebbe fatto se fosse stata lasciata sola... eppure, non ci era riuscita.
    Facendo schioccare la lingua e irrigidendo le mani in una posa innaturale, la vecchia kunoichi tacque per un istante. Era palesemente nervosa, ora.

    « Febh? »



    Le sarebbe bastato chiamare una volta il nome del Jonin di Oto per sapere che l'attenzione di lui era già completamente rivolta alla sua persona, un motivo quello che bene o male la soddisfò... per quanto si potesse essere soddisfatti di sapere uno dei migliori elementi del proprio Clan come un ragazzino terrorizzato dalle donne di carattere, ovviamente.
    « Immagino lo avrai notato anche tu... » Esordì la matrona, alzando lo sguardo così da portarlo negli occhi del suo rinnovato interlocutore, cui sarebbe stata rivolta un'espressione gravida di cupa consapevolezza « Il cuore di quella ragazzina è terreno fertile per i demoni di questo mondo, affamati dell'insicurezza e delle paure di elementi deboli e perduti di cui il nostro uccellino in gabbia sembra il massimo esponente » E così dicendo, la vecchia donna congiunse con precisione i polpastrelli della mano destra con quelli della mano sinistra, quasi stesse facendo un gioco di precisione che poco spazio lasciava al margine d'errore « Quella mocciosa è molto più Yakushi di quello che vorrebbe mai ammettere, ma è troppo influenzabile per riuscire a portare sulle proprie spalle un'eredità come quella che il nostro Clan impone... non è il momento di darle un potere troppo grosso » Sentenziò dunque, dopo un lungo silenzio « Vorrei poter dire che rischia di perdersi, ma è evidente che è già perduta... e da troppo tempo perché una persona come me, o come te, possa ritrovarla e ricondurla su di una via. Qualunque questa potrebbe essere » E per un attimo, nella sua voce, parve fare capolino una nota di umiliazione, di quella tipica che si riserva alla rabbia per un destino beffardo e per la cecità stolta delle creature da questo mosse « Da qualunque punto vogliamo vedere la situazione, in ogni caso, è indubbio che la sua vita appartiene al Villaggio di Oto, e come rappresentanti di una delle dinastie più portanti del Suono, non possiamo permettere che la debolezza di uno divenga quella di tutti »
    Calò a quel punto un profondo e tetro silenzio.
    La giornata stava ormai cominciando a scemare, offrendo al sole, che fino a quel momento aveva calcato il teatro del cielo, la possibilità di lasciare lentamente spazio all'oscurità della notte, di cui la Luna era la sua protagonista più acclamata e desiderata. Nonostante tutto il Dio del Sole non si dava ancora per vinto e, con i propri raggi sanguigni, inondava di luce morente il Dojo all'interno del quale i due potenti Jonin Yakushi sostavano in silenzio...
    Dopo attimi che parvero interminabili, fu Ogen a riprendere la parola.
    « Segui quella ragazza » Ordinò incredibilmente, con freddezza « Non perderla di vista. Mai. » E così dicendo tacque per qualche attimo. Sembrava riflettere su qualcosa che ben presto si delineò sul suo volto, facendo assumere a questo un'espressione di dubbio e di diffidenza che nessuna dote di recitazione, per quanto eccelsa potesse essere, sarebbe riuscita a mascherare « Tieni d'occhio ogni sua azione, ma soprattutto scoprì tutte le relazioni che ha instaurato, instaura e instaurerà... una persona influenzabile e fragile come lei potrebbe risentire delle persone sbagliate... e io voglio sapere tutto, perché se mai il destino decidesse di condurla sulla via sbagliata, sarà mio compito non lasciare più traccia sia della strada che di chi su di essa si è incamminata » Sussurrò, inchiodando i suoi profondi occhi in quelli del giovane interlocutore « Non ti deve sfuggire niente, ma soprattutto... qualora quella sciocca ragazzina dovesse incontrare qualcuno che saprà domarla o legarla a sé come io non sono riuscita a fare... » E adesso, il suo sguardo si fece sottile come un filo « ...assicurati di non lasciarti sfuggire niente neanche del domatore »


    "... E così, la giovane Ren non trovò un Clan alleato né una famiglia. Non riconobbe i legami né le possibilità. Rifiutò la speranza e il futuro.
    Schiaffeggiata dalle conseguenze delle sue azioni, ottenne però la persecuzione di una dinastia molto più grande e terribile di lei... e l'attenzione di una donna il cui solo sguardo, nel corso delle centinaia di anni che l'aveva vista protagonista, aveva condotto all'oblio molte più anime di quelle che l'inferno aveva mai potuto contenere"


    decorazione_zpsae7eb0f6




     
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