Palazzo Yakushi

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Confessioni
    Capitolo Quarto



    Atto X
    Testa Leggera


    Non riuscivo a trattenermi. Le parole mi uscivano di bocca di loro spontanea volontà, senza che io potessi fare a meno di stare quieto o fermo o semplicemente non impazzire nei fumi della smania che avevo in testa. La cosa positiva è che non mi rendevo conto del mio comportamento nient'affatto consono, delle mie imbarazzanti battute e di tutti i tic che la situazione mi avevano portato. Non me ne resi conto, dicevo, almeno finché non mi fu fatto notare. « Ti preferisco di gran lunga così allegro. Vedi che pulire fa bene all'anima? » disse, colpedomi sulla spalla che lui stesso mi aveva ferito, forse non rendendosene conto. Digrignai un attimo i denti, come un cane a cui per sbaglio pesti la coda che, immediatamente, poi, torna a farti le coccole. Ero davvero così allegro? L'informazione rimbalzava nella mia testa mentre la mia lingua si scioglieva. Parlavo senza penare, rispondevo senza ascoltare. Era come se desiderassi avere un'interlocutore, come se necessitassi di qualcuno con cui parlare non rendendomi conto che la persona che avevo davanti e scherzava sulle mie colorite espressioni mi stesse interrogando. Più di un particolare, oltre a quello già citato, però, mi misero in guardia inconsciamente. « Brutta storia tua madre, comunque. Principalmente perché è di Konoha. Di recente è diventata un postaccio, ma anche prima non scherzava affatto. » Commentò lo Yakushi, dimostrando poca attenzione alle mie parole: avevo detto "madre di mio figlio" quindi da intendersi come mia moglie o la mia compagna, in ogni caso non di certo la mia genitrice. Feci finta di niente, più che altro perché non ero capace di notare la cosa sul momento, troppo preso dal tamburellare con mani e piedi o dall'agitare la testa. Dimostrò una notevole galanteria e magnanimità non scomponendosi alla notizia che avessi mentito spudoratamente all'ingresso del villaggio ... ma sapevo benissimo che aveva qualche secondo fine in testa, dopotutto era Febh, mi erano bastati quei pochi momenti in sua presenza per riuscire ad inquadrare la sua ininquadrabile prevedibilità. Fu interessante la sua reazione alla notizia della falsa cerimonia funebre per il Kyuudaime Mizukage alla quale risposi incrociando le braccia ed annuendo con un piccolo broncio, quasi a voler dimostrare superiorità. Niente, tuttavia, avrebbe potuto anticiparmi quello che sarebbe venuto dopo. Niente, allo stesso modo, avrebbe potuto anticipare quello che avrei fatto io.
    La mia violenta reazione alla domanda sul Flagello non solo mi indispose, rendendomi una sorta di mastino incollerito e in preda all'odio più totale, ma sembrò modificare radicalmente l'atteggiamento dell'Amministratore per una ennesima volta. Percepii un cambiamento forse sincero o forse motivato più profondamente dei precedenti, non una semplice bizza né un esercizio di ordinaria schizofrenia. Mi disse che Jeral aveva portato via qualcosa anche a lui, qualcosa che poteva sminuzzare e rivestire di vergogna - quindi non qualcosa ma qualcuno -, e che si sarebbe prodigato nell'aiutarmi ad avere vendetta, giurandolo addirittura!
    Fu in quell'istante che tutte le incongruenze e le conclusioni mi si palesarono in testa come una torcia in una buia foresta, di notte: Jeral aveva sfondato il Gate, rapito qualcuno ad Oto e se ne era andato. L'orgoglio ferito del pazzoide Amministratore del Villaggio del Suono era stato ferito, da lì l'estrema necessità di salvaguardarsi da chiunque passeggiasse nei pressi del Gate in cui ero andato a fare domande. Alla fine, si smascherò: « Ma prima perchè non mi racconti qualcosa di lui? E magari mi spieghi anche cosa intendevi con "sfondare il Gate". Nessuno ha parlato di "sfondamenti"...come mai lo hai detto? Non è che in realtà ne sapevi qualcosa e hai paura di ritorsioni? Non c'è mica bisogno di preoccuparsi, sai? Ora che sappiamo di avere un nemico comune siamo amici. Qualunque cosa tu possa dire non può irritarmi nella benché minima misura. » Era finalmente giunto il momento: ero pronto, sapevo. Namida mi aspettava. La formalità e la compostezza lasciarono il posto all'azione di stomaco per via del veleno: le mezze misure e le insidie celate da una buona arte oratoria andavano a farsi benedire in quel contesto dove a farmi parlare era ancora la chimica di un veleno e non il cuore puro. « No. » dissi, secco, cercando di togliere le mani che l'amministratore mi aveva posto sulle spalle. « Non ho bisogno d'aiuto. » I tic corporei erano sempre vistosissimi ma lentamente le idee nella mia testa riprendevano un filo e si ristabilivano. « O meglio, non posso averne bisogno, non in questo momento. » Abbassai lo sguardo un istante, prima di ricercare per l'ennesima volta gli occhi dell'uomo con gli straordinari poteri rigenerativi. « Incontrai il Flagello per sbaglio. » ed era vero « Mentre cercavo informazioni sul mio clan, ovviamente, » ed anche questo era vero « Ma arrivato nel paese delle onde, su di un istmo di spiaggia su cui vi era un forte, la sua tetra figura mi si palesò davanti e prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi colpì alla nuca, facendomi svenire. Al mio risveglio, il forte era distrutto e la mia spada non era al fianco. » dissi, indicando il fodero vuoto che portavo con me. Questo invece era vero solo in parte. « Mi hanno detto, però, che il Flagello non è solito lasciare in vita le persone. Il fatto che io non sia morto ma soltanto disarmato costituisce una vera e propria incognita nei suoi piani. Fintanto che non scopriamo » - e con questo plurale stavo alludendo a Kiri - « cosa voglia dal sottoscritto, non possiamo promettere niente. Quando sarà il momento, sarò io e Kiri con me a contattarla per chiudere in gabbia o, meglio ancora, fare a pezzetti, quell'infido bastardo. » dissi, sempre serissimo in volto. Febh avrebbe potuto osservare questa volta il mio viso, scoperto e senza bene, muoversi spigolosamente a riguardo di quella discussione, con fare duro, aspro e carico di risentimento - nonostante braccia, gambe e testa continuassero a muoversi, anche se con decisamente meno enfasi, con spasmodica energia. « Non le sto rifiutando il mio aiuto: le sto dicendo di muoverci con cautela e di non bruciare questa possibilità che l'Accademia tutta ha di porre fine alla piaga dal nome di Jeral. »

    Stavo usando l'argomentazione che aveva funzionato col Mizukage. Speravo, con tutto me stesso, che funzionasse anche con lo Yakushi.




    StatisticheStatus
    Forza: 600
    Velocità: 500
    Riflessi: 500
    Resistenza: 475

    Agilità: 500
    Precisione: 500
    Concentrazione: 500
    Intuito: 500

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
    [Slot Difesa III]


    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica Base]
    [Slot Tecnica Avanzata]


    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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