Palazzo Yakushi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Waket
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,906
    Reputation
    +189

    Status
    Offline

    Rinnovo


    III




    La critica fu accolta da un'espressione poco convinta, che non tardò a replicare con un tono a dir poco saccente:

    Oh certo, quel tizio blu e rosso in calzamaglia che spara pure laser dagli occhi in quello stupido film però è visto come un eroe! La superforza e qualche abilità acrobatica sono ben diverse da... una massa di bestioline striscianti!

    Il flirt venne accolto da un'espressione imbarazzata, irrigidendo la Vipera sul posto, con Febh cameriera che sembrava stesse ascoltando il discorso con stupore, pronto a raccontare il nuovo gossip a non si sa chi. Bastò un'eloquente sguardo della rossa per farlo tornare subito in riga ed eliminare ogni briciolina da sotto il divano.


    Il suo esperimento andò a buon fine, permettendole di prendere un po' più di confidenza con il suo corpo, ma i risultati non erano esattamente un qualcosa da festeggiare. Sembrò sbiancare (più del solito) quando si rese conto del problema più grosso.

    Perchè non sento il braccio!?!

    Il panico provato le fece sparire il braccio anche in quella realtà fittizia, ora che sapeva bene le sue condizioni le veniva automatico immaginarsi così com'era, fortunatamente senza la maggior parte del resto delle ferite (anche se a Febh toccò tirar fuori diversi stracci ed iniziare a pulire il pavimento sotto di lei, visto il braccio grondante di sangue). Si prese la testa con la mano rimastale, visibilmente scossa:

    No no no no!! Non posso perdere un braccio, che ne sarà della mia carriera!? Non posso sostituirlo con un affaraccio meccanico, perderò tutta la mia flessibilità! Non posso combattere con un braccio solo!!! Il mio equilibrio sarà orribilmente compromesso!!

    Il brutale commento di Yayoi fu un colpo al cuore per la Vipera, che singhiozzò pateticamente gettandosi ad abbracciare le gambe della ragazza con il braccio rimasto e il moncherino, imbrattando tutto il divano di sangue e scatenando diversi borbottii da parte della cameriera improvvisata, costretta a dover presto pulire tutto quel macello.

    NNNNOOOO, non voglio essere da buttareeeh! Di a Febh di fare qualcosa, per favoreeee!!

    Singhiozzò un paio di volte, stordita dalla sua nuova scoperta e dal treno di pensieri che ormai la vedeva reclusa in ufficio a stampare inutili fotocopie e portare caffè per il resto della sua vita. Yayoi proseguì con il suo discorso, preparandosi ad insegnarle il passo successivo, attirando nuovamente l'attenzione di Hebiko permettendole di lasciare da parte quelle orribili immagini di prepensionamento della carriera ninja.

    Mh? Ma certo che so cos'è la muta, sono un'erpetologa io, cosa credi.

    Il suo viso si illuminò, ancora incredula dal suo suggerimento.

    Ah!! Posso fare anche io la muta??

    Si rimise prontamente in piedi, speranzosa. Ricordava di aver letto da qualche parte che i suoi poteri le permettevano incredibili abilità rigenerative, ma non sapeva fino a che punto. Tantomeno sospettava potesse curarsi in modo così drastico. Le allusioni sessuali non vennero per nulla percepite dalla rossa, che, rispondendo al sorrisetto malizioso interpretandolo come una sfida, sorrise a sua volta, in modo più furbetto e col petto gonfio:

    So benissimo come sfruttarla a dovere. Sei di fianco a me là fuori no? Prestami una mano.

    Inconsapevole di come l'altra avrebbe preso la sua risposta, Hebiko si rilassò come in precedenza, per ricollegarsi al suo corpo. Quel tipo di azione l'avrebbe probabilmente portata in uno stato di dormiveglia, la reale sembrò iniziare a sentire il dolore dal mugolio che i presenti riuscivano a sentire, ma ancora non sembrava esser sveglia. La sua unica mano si mosse alla ricerca di un'altra estranea, quasi cercasse conforto in quella orribile situazione. Si aspettava di incrociare la mano di Yayoi, ancora non era a conoscenza della presenza di Raizen. Qualsiasi mano sarebbe stata utile allo scopo, solamente la sua reazione sarebbe cambiata, in un primo momento confusa nel percepire la mano mascolina e poi, dopo un rapido 2+2, capendo chi l'avesse portata fino a lì. Si sarebbe messa in posa per il sigillo del serpente, aspettando che l'altro comprendesse il messaggio e attivasse il sigillo.
    Il resto toccava a lei. Era perfettamente a conoscenza del processo della muta, un po' meno per quanto riguardava eseguirlo a tutti gli effetti, soprattutto a comando e con proprietà curative invece del semplice distacco di un corpo troppo stretto. Doveva in qualche modo forzare il cambio. La prima idea fu quella di sovraccaricare ogni singola serpe, sfruttando il chakra per farli "crescere", o almeno farglielo credere, e spingerli a mutare. Ma l'azione non era coesa, l'unica cosa che ottenne fu il sovraccaricarle e nulla di più. La sua non era una vera e propria muta, era un processo di guarigione mascherato come tale. Doveva convincerli a moltiplicarsi per riparare le parti mancanti, e contemporaneamente buttare le vecchie parti danneggiate, lasciando spazio ad un nuovo corpo riparato. Iniziò occupandosi delle ferite minori, riparare i tagli più piccoli forzando il suo corpo a richiuderle. Lei era le serpi dopotutto, doveva dare un comando a se stessa, costringersi ad aumentare il numero di quelle peculiari cellule in una determinata zona. Ed il tutto doveva impiegare una manciata di secondi, e non giorni come delle normali cellule. Le sue erano piuttosto reattive, obbedivano rapidamente agli ordini a patto che fossero chiari.
    Allungò quel poco che le restava del braccio mancante, cercando di capire quale processo subissero quelle cellule. Anch'esse sembravano allungarsi un poco, ma la cosa che la sorprese di più fu il notare che, per allungarsi a sufficienza, le cellule si moltiplicavano temporaneamente, per poi riassorbirsi a loro stesse a processo terminato. Doveva capire come forzarle a moltiplicarsi del tutto per ricreare le parti mancanti. La sua idea fu quella di sfruttare l'allungamento, estendendo il braccio oltre le potenzialità consentite da quel moncherino. Dato che di norma il braccio buono poteva farlo, spinse le serpi oltre al loro limite, costringendole a moltiplicarsi definitivamente per ricreare simmetricamente lo stesso allungamento prodotto dall'altro. Si sforzò di inviare chakra alla mano fantasma, creando una sorta di scia per le serpi da seguire e convincerle a ricostruirla man mano, in maniera definitiva. Per le ferite minori il processo fu simile, inviò il chakra a fare da "tappabuchi" per invitare le cellule a moltiplicarsi e ripararlo, nutrite da esso. Il procedimento sembrava abbastanza brutale per loro, diverse cellule morirono per la fatica, andando così a creare uno strato da dover buttare, con il nuovo sotto di esso pronto a sostituirlo con cellule più giovani. Un ottima cosa per chi voleva restare giovane e bella, potenzialmente immortale dal punto di vista dell'invecchiamento.
    Ora doveva dare un chiaro segnale a tutto il suo corpo, un segnale potente visto il suo carattere impossibile da contenere e il suo bisogno di uscire da ogni spazio stretto in cui si trovava: liberarsi. Era arrivato il momento di buttare il vecchio corpo, e fare la muta con uno nuovo e rinvigorito.


    Nella sua mente, come spiegato da Yayoi, il tempo era ben diverso dalla vita reale. Il lungo processo che Hebiko subì al suo interno, all'esterno si manifestò in una manciata di secondi: il suo corpo venne invaso dalle convulsioni, scuotendosi in maniera più bizzarra del solito e rendendo a malapena visibili le serpi da cui era composta. Se tutto fosse andato come previsto, avrebbe spalancato gli occhi all'improvviso, rovesciandosi dalla parte opposta del lettino rispetto a dove si trovavano Raizen e Yayoi, emettendo un orribile verso grutturale che lasciava intendere avesse rimesso una cospiqua quantità di vomito. Il tonfo che ne seguì però fu più sospetto, e al posto di una disgustosa chiazza avrebbero visto Hebiko, completa del suo braccio mancante e ricoperta della propria saliva, priva delle ferite che mostrava in precedenza e dei vestiti. Tremante, scossa dal freddo improvviso e dalla sua disavventura, rimase china su se stessa per un po', guardandosi attorno spaesata.

    D-devo farmi una doccia.

     
    .
215 replies since 7/9/2007, 00:11   4328 views
  Share  
.