Palazzo Yakushi

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    Jotty2Hotty

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    Sanjuro a palazzo



    Presso le mura, il misticismo di Sanjuro non passò inosservato, tanto che, per un motivo sconosciuto al saggio, un palloncino pieno d'acqua lo colpì in pieno, infrangendosi sulla sua testa e lasciando cadere a terra una non proprio modesta quantità di liquido. Qualche istante dopo, Sanjuro interruppe per un attimo il suo rituale per scuotere la testa lateralmente, con il gabbiano che vi teneva sopra che cercava di aggrapparsi malamente per non cadere a terra.
    Qualche colpetto sull'orecchio opposto a quello che Sanjuro aveva rivolto al suolo, e altra acqua cadde a terra da sotto alla maschera e da dentro la massa di capelli biancastri, assieme ad un pesce rosso e a una spillatrice, che risuonò metallica cadendo su una pietruzza. Quindi Sanjuro tornò a ritualizzare il ritualizzante, fino a che la comitiva non fu accettata all'interno delle mura del suono; o meglio, Sanjuro avrebbe dovuto essere quasi trascinato, dato che in un primo momento, si rifiutava di lasciare solo il povero spirito della porta, martoriato da chissà quale trauma.
    Quando la comitiva si recò dentro alla città, venne indirizzata alla volta del palazzo Yakushi; un vero e proprio castello situato dentro la città, la cui atmosfera lo separava molto dal resto delle costruzioni: sembrava un edificio rimasto fuori dal tempo, giunto da un'epoca antica, un po' come le abitudini igieniche dei gomiti di Sanjuro.
    Lo sciamano; che non metteva piede a Oto da decenni, sempre ammesso che la sua memoria non lo tradisse e che in realtà quella che lui credeva di ricordare come Oto non fosse in realtà lo scantinato di un venditore di lenze da pesca, seguiva il gruppo stando in cima alla fila, avendo bruciato tutti alla partenza, dopo essersi convinto che ormai per quella povera porta non c'era niente da fare.


    [...]

    Con passo sicuro e disinvolto, Sanjuro stava conducendo la delegazione multivillaggio, ovviamente senza avere la minima idea di dove stesse portando i presenti. Il palazzo era persino abbastanza riconoscibile, se un uomo normale si fosse guardato attorno, ma non per Sanjuro, che a ginocchia alte e bastone in mano, avrebbe condotto i suoi alleati per le vie di Oto, facendo perdere loro almeno 45 minuti senza motivo. Se invece la delegazione si fosse staccata da lui, svoltando al momento giusto, anche chiamandolo per attirare la sua attenzione, l'uomo avrebbe proseguito, rassicurando i ninja che aveva dietro, e poi proseguendo per la sua strada.

    - Siamo quasi arrivati amici miei, non disperate! -

    Quando finalmente l'uomo fosse giunto al castello, da solo, o in compagnia, si sarebbe reso conto che non poteva permettersi di entrare nella dimora di un clan famoso e potente come erano gli Yakushi, senza le giuste insegne, e senza dei doni adeguati, quindi prima di varcare la soglia, avrebbe rovistato sotto la magica gonnella ( mostrando a tratti, degli scorci di perineo se avesse avuto dei ninja dietro di sè) per tirare fuori due rotoli. Il primo era il rotolo delle insegne della palude, che una volta aperto, avrebbe richiamato ciò che per Sanjuro significava "insegne della palude" nemmeno fosse uno stato sovrano. Ovvero un grosso pesce gatto di circa un metro e mezzo, molto puzzolente, con disegnata sulla testa l'icona di kiri usando del nastro isolante; da portare tipo uno scialle, sul collo, da una spalla all'altra.
    L'altro rotolo, invece, era quello dei doni, ma chiaramente non avrebbe potuto aprirlo fuori dal palazzo, per ovvie e sciamaniche ragioni.
    Quando fosse arrivato sulla porta, portando con sè la delegazione ninja, o quantomeno la puzza di pesce, lo sciamano si sarebbe leggermente inchinato davanti alla gigantesca donna, non per problemi di schiena, ma per non farle cascare il pesce gatto sui piedi, presentandosi.


    [Se presenti anche gli altri ninja]

    Accolto dalla gigantesca presenza femminile, lo sciamano si sarebbe presentato.

    - Onorato di fare la vostra conoscenza, Sanjuro, sciamano, mistico, nonchè mistico sciamano del villaggio della Nebbia, al vostro servizio. -

    Quindi alla donna, sarebbe caduta una rivista particolare, che non sarebbe sfuggita agli occhi sapienti di Sanjuro, il quale la riconobbe subito come Ninjella, la rivista scandalistica dei ninja, molto apprezzata anche dall'uomo, più che altro quando era sano di mente, e interessato alle foto sconce delle kunoichi.

    - Signora sarei felice di donarle la mia copia da collezione se dovessimo incontrarci a Kiri: un inestimabile esemplare in ottime condizioni, l'introvabile primo numero con l'intervista al fondatore dell'accademia e la galleria di foto del vaso da notte del primo Mizukage, assieme all'inchiesta sulla perduta dignità di Hayate e una falsa copia originale del certificato di cittadinanza di Mataza. -
    Quindi l'uomo avrebbe chinato il capo in attesa che tutti si fossero fatti avanti, per proseguire nella gita.


    [Se Sanjuro giunge da solo, dopo tutti gli altri]
    Vestito di tutto punto con il suo pesce gatto sulle spalle; solo una volta davanti alla guardiana, o alla sua copia, si sarebbe accorto di non stare portando nessuno. Temendo quindi di aver camminato troppo velocemente, se la donna non lo avesse avvertito di essere lui quello in ritardo, avrebbe lasciato a terra il pesce gatto, si sarebbe grattato il mento, ovviamente sopra la maschera, e avrebbe fatto dietro front, per andare a cercare la delegazione, che certamente non era riuscita a seguire la sua atletica camminata.
    In caso contrario, avrebbe seguito le indicazioni per recarsi dove si trovavano tutti.


    [Nella sala funebre]

    Giunto nella sala adibita da Febh a stanza d'accoglienza, avrebbe trovato lo Yakushi intento a sistemare i fiori e le offerte attorno ad una foto di Itai. Ovviamente Sanjuro, se anche fosse stato in ritardo di ore, sarebbe comunque giunto assieme agli altri, grazie ai poteri misticospaziotemporalifrittatadicipolle di Gassan, potendo constatare di avere davanti una persona molto dolce, a tratti toccante, che era tale Febh Yakushi.
    L'inaspettata sensibilità dell'amministratore, quasi fece piangere puntine da disegno allo sciamano, che dopo essersi asciugato i lacrimoni, sempre da sopra il legno della maschera (?), si sarebbe avvicinato alle offerte, lasciando la sua parte di fiori. ( Semplicemente spostandoli da un vasetto all'altro, come se niente fosse, e come se nessuno lo notasse)
    Quindi accadde qualcosa che Sanjuro decisamente non si sarebbe aspettato; Gassan si, ma solo perchè lui, dei due, era quello sveglio. Febh si buttò a terra iniziando a rotolare e a emettere strani suoni, eseguendo quello che solo un maestro delle arti sciamaniche poteva conoscere: un rituale segreto di liberazione dagli spiriti; una delle arti più antiche e segrete della meditazione spiritista, il cui scopo era proteggersi dagli incanti negativi e dal malocchio perpetrato dagli spiriti, mascherando la cosa come una risata, per confondere i profani.

    Che Febh sapesse della natura spiritica di Itai? Che quello che si nascondeva sotto il sensibile e amorevole amministratore di Oto, fosse in realtà un Grande Sciamano? Tutto era possibile.
    Totalmente ignorando il fatto che lo stesso amorevole amministratore stava sventolando un braccio mozzato, Sanjuro stava già pensando a come comunicare con Febh in codice, in modo da scoprire se fosse davvero un Grande Sciamano sotto copertura. Se così fosse stato, avrebbe avuto bisogno del suo aiuto. L'esorcismo del povero Itai poteva essere sempre più vicino.


    Quindi fece pipì in un angolo.




     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    III



    Ovviamente nessun Kage sano di mente avrebbe permesso ad uno sciamano con qualche evidente problema di comunicazione tra i suoi neuroni di prendere il comando di una qualsiasi spedizione verso un qualsiasi posto. La sua presenza lì mi sorprendeva al punto da irritarmi, ma ormai era lì e lasciare Sanjuro a piede libero poteva avere effetti gravemente pericolosi. Per se stesso.
    Tuttavia quando al primo incrocio svoltò a destra anziché a sinistra mi voltai verso Akira e Meika, con tono eloquente.
    Non fatelo perdere, dissi allora E portatelo con voi. Se lo lasciamo troppo solo devo finire per liberare anche lui.
    E così mi diressi verso palazzo Yakushi ed a meno che Akira o Meika non avessero sollevato di peso il mistico sciamano, sarei stato seguito solo da Raizen e Yogan.


    Ora, che io mi potessi aspettare molte cose da Febh era certo. Che quella storia fosse uscita da Kiri, anzi, che quella storia avesse assunta un'importanza maggiore di una mezza brava mi lasciò basito. Molto. Perché la follia di Sanjuro - avvallata da Akira - che alla riunione avevo interrotto evidentemente doveva essere trapelata dalle labbra del Kagome, perché Febh aveva ritenuto divertentissimo preparare un altarino in mio onore.
    Che non ci credesse era chiaro. Che l'avesse fatto solo per prendermi in giro era lampante. Che ci fosse una qualche oscura ragione politica dietro quella buffonata... era dubbio. O meglio, era chiaro che non fosse così. Così, entrato nella mia stanza funebre, rimasi per dei lunghissimi secondi a fissare il mio stesso altare mentre Febh iniziava a ridere. Sbattei le palpebre in maniera stupita diverse volte, fissando la foto, chiedendomi per lunghi istanti com'era possibile che fossi finito al mio funerale.
    Ci fu un'altra persona - o meglio, un altro drago - che trovò incredibilmente divertente la cosa. Yogan. La dragonessa si era unita a Febh alle risate, dimentica di tutte le volte che lui l'aveva chiamata "ramarra con l'alitosi".
    Anche tu? dissi, fissando Yogan.


    Oh, ma è... ehehe... divertente... confermò la dragonessa, asciugandosi due lacrime che le stavano scivolando sulle guance. Ci volle più di qualche minuti affinché riacquistasse un contegno, assieme allo Yakushi che, nel suo discorso di prima aveva rivelato senza mezzi termini che Keiji gli doveva aver raccontato più di qualcosa. Sicuramente gli avvenimenti della riunione. Chissà cos'altro. Nel frattempo che le risate si calmavano mi concentrai, analizzando a tappeto tutte le manifestazioni di chakra nel raggio di un chilometro. [Abilità]Sesto Senso [2]
    Arte: L'utilizzatore può percepire la presenza di manifestazioni di chakra entro 900 metri (3 passi); può essere applicata Percezione del Chakra. Sono necessari 2 round di concentrazione.
    (Consumo: Basso)


    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.

    Bene, appurato che sono tutt'altro che morto, dissi con un sosprio sconsolato Dov'è?
    Al che iniziò la buffonata - atto II -. Febh tirò fuori da una vecchia cassapanca un braccio mozzato. Alzai un sopracciglio, incuriosito. Nemmeno Febh poteva essere così folle. Così decisi deliberatamente di non credere che qello potesse essere il braccio di Keiji.
    Sul serio Febh. Dov'è Keiji? rimarcai, se non altro controllando l'irritazione. Non avrebbe avuto la soddisfazione della mia rabbia. Non dopo quell'assurdo teatrino.




     
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    Kiriani con troppe braccia







    Il nutrito gruppo riuscì finalmente ad entrare dal gate di Oto, non senza la sorpresa di Raizen che si chiedeva come fosse possibile che il villaggio non fosse sotto assedio da forze anti-accademiche, persino Suna aveva una guardia più decente, e se l’aveva Suna tutti potevano averla.
    Durante il tragitto, conoscendo la strada, al contrario di Sanjuro, scelse di non seguirlo, anche se molto probabilmente il motivo principale era il volersi privare della visione di ciò che quello scampolo di tela che chiamava gonnellino nascondeva.
    Restò in silenzio per tutta la piccola passeggiata, aprendo bocca soltanto per presentarsi e salutare di rimando Kasumi.
    Entrando nella “sala mortuaria” diede una gomitata ad Hibachi.

    Te lo dicevo io che le stramberie non sarebbero mancate.

    Quando Febh gli venne incontro alzò le mani chiudendo gli occhi in un espressione innocente.

    Casualità vuole che il Mizukage fosse a Konoha quando gli è stata recapitata la lettera, mi sono unito alla processione come garante, casomai servisse, sai com’è.

    Poi gli si avvicinò di più.

    Senza contare che Ogen gradirà sicuramente la mia presenza.

    Aveva sentito parlare della vecchia, e poteva metterci la mano sul fuoco su quell’affermazione.

    Carina la foto di Itai, scommetto che la tenevi con te da un sacco.

    Disse col fare malizioso di chi accusava palesemente di omosessualità il suo interlocutore mentre lo pungolava con qualche gomitata.

    E attento con quel braccio, il sangue puzza terribilmente soprattutto se di kirian…

    Il braccio e la disavventura di qualche ora prima gli avevano fatto fare inconsciamente qualche connessione.

    Hei, Itai, pare che anche qui siano del parere che i kiriani abbiano un braccio di troppo!

    Fu il momento di Raizen per ridere, con Hibachi che gli faceva da spalla, fino a che, tra gli ultimi rimasugli di ilarità non vide Sanjuro ultimare, con una felice sgrullatina, una chiazza giallastra nell’angolo della stanza.

    Mi preoccuperei poco degli imbucati sai?
    Il legno dicono assorba bene.


    Affermò mentre indicava lo sciamano kiriano per poi focalizzarsi su Itai.

    Beh, Itai, se i kiriani sono svegli come quell’altro, direi che un pezzo di… Keiji?
    Lo abbiamo proprio qui davanti, dovremmo cercare il resto.


    E se conosceva Febh e il suo particolare senso dell’umorismo era probabile che avesse organizzato una caccia al tesoro con i pezzi del kiriano, adducendo la scusa che la chirurgia otese avrebbe potuto ricomporlo una volta finito il gioco, per cui nessun problema a sparpagliarlo per l’intera magione.
    Ma nemmeno Febh era così sprovveduto. Purtroppo.
     
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    [L'imbucata]



    La strana comitiva proseguì verso il quartiere Yakushi, non prima che lo strano tizio mascherato si allontanasse da solo in tutt'altra direzione. Itai gli mise alle calcagna l'Hozuki e l'altra ragazza di Kiri e Kamine sapeva che sicuramente altri ninja di Oto li avrebbero tenuti d'occhio (o quantomeno lo sperava).

    Arrivati al maestoso palazzo Yakushi, vennero accolti da una donna abbastanza in carne, che si identificò come Kasumi Yakushi. La donna dimostrò una conoscenza quasi enciclopedica dei presenti (tranne la stessa Kamine, che negli anni era diventata un'esperta nell'imbucarsi alle feste e riusciva a diventare quasi invisibile prima di entrare in un locale dove non sarebbe potuta entrare), che impressionò la ragazza, fino a che non le cadde una rivista scandalistica. ... Kamine si portò una mano alla tempia, massaggiandosela. L'informazione che le rimase però fu che tra di loro vi era anche l'Hokage, ma non riuscì a capire chi fosse tra Raizen e Hibachi (se non indossasse alcun segno di riconoscimento) finchè il primo non parlò a Febh più tardi.

    Se un Kage arrivava a bordo di un drago alle mura di un altro villaggio non era proprio un bellissimo segnale, due Kage che arrivavano così era un segnale ancora meno bello per Kamine. Qualcosa, che le sfuggiva al momento, stava minando i rapporti tra i villaggi.

    Nel tragitto, comunque, la ragazza non potè fare a meno di osservare quanto più possibile del ricco palazzo dove non era mai entrata prima. Poteva solo sognare di avere un giorno una dimora come quella, non appartenendo a nessun clan di villaggio. Oppure sposo qualche vecchio riccone e intasco l'eredità quando schiatta...

    Vennero condotti all'entrata di uno degli edifici laterali da una bunshin della donna che li aveva accolti. Entrando, la scena gelò Kamine. Un'altare funerario era stato predisposto. Con una foto del Mizukage in bella vista. Kamine spalancò gli occhi, spaventata.Oh dei, questo equivale ad una dichiarazione di guerra, dare già per morto un Kage estero, c'è un altro Kage a testimoniare il tutto, ci sono ninja degli altri villaggi, c'è l'amm... Si, l'amministratore di Oto. Febh Yakushi, che Kamine non aveva mai avuto l'onore di conoscere. Aveva sentito delle storie su di lui, del genere che si racconta ad Oto, ma quello non se l'aspettava.

    La scenetta che fece e le successive risate fecero capire a Kamine il tono dell'incontro. Anche Itai e Raizen non sembrarono troppo sorpresi della cosa. Yogan invece stava ridendo anche più forte dell'otese. Si battè una mano in faccia, anche con una certa forza, per la propria stupidità. Sarebbe questa la diplomazia tra villaggi?

    Stette ad ascoltare la discussione consecutiva, con il cuore decisamente più leggero. A quanto pare, erano venuti a recuperare un tale di nome Keiji. La successiva entrata in scena di un braccio mozzato la fece per un attimo tornare sul chi va la, ma pensò che nessuno era così stupido da mozzare il braccio di un ostaggio (?) ed inscenare quel teatrino rischiando un incidente diplomatico.

    Se fosse stato possibile farlo senza entrare nella linea di conversazione tra i Kage e Febh, Kamine si sarebbe spostata lentamente verso Yogan, parlandole a bassa voce. Yogan...dobbiamo aspettarci che la discussione degeneri? Non voglio che qualcuno si faccia male...me compresa. In fin dei conti, non sapeva più bene cosa aspettarsi da quella strana situazione.



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    III


    Entrati ad Oto in punta di piede, come solo chi aveva preso a codate un cancello di un Villaggio ninja poteva fare, ci ritrovammo ben presto in una mezza specie di carosello, divertente e sfarzoso, anche con la sola presenza di Sanjuro, che sfilava per le vie della città del Suono.
    Il nostro piccolo gruppetto di ninja era diventato, infatti, con tutte le varie aggregazioni, molto numeroso, fino a quando non fummo così tanti, e rumorosi, da far immobilizzare al nostro passaggio la normale - per quanto "normale" potesse essere la vita a Oto, tra uno stupro e un omicidio - vita del Villaggio; le finestre delle case si chiudevano al nostro passaggio, mentre i pochi coraggiosi curiosi si tenevano comunque a debita distanza.
    Uno strano alone di timore regnava sovrano per quelle vie, anche se riuscivo a comprendere il perché. D'altronde, alla testa dell'allegra comitiva c'era Sanjuro. Con in testa un gabbiano moribondo.
    E Sanjuro non faceva paura neanche ad un rospo, a meno che questo non avesse appetito. In quel caso cambiava tutto.

    La prima problematica si presentò quando, ad un incrocio, il povero Sanjuro, che non metteva piede ad Oto da molto tempo, forse per colpa del ghiaccio di Genosha e dei suoi effetti sul suo cervelletto, sbagliò strada.
    Itai, girandosi verso me e Meika, ci intimò di non farlo perdere.
    Probabilmente per il recupero del povero spadaccino bendato il misticismo era fondamentale.
    Ok, capo. Risposi, mostrando il pollice in su, dirigendomi verso Sanjuro che, baldanzoso e spensierato com'era, non si era accorto dell'impercettibile errore di calcolo.
    Mi sbrigai a raggiungerlo, allungando leggermente il passo. Quando raggiungi il mistico della palude, non volli disturbarlo non umani turbamenti come solo le voci potevano essere.
    A giudicare dalla sciamanica camminata, stava sicuramente mettendo in atto uno dei suoi rituali, e distrarlo avrebbe potuto rendere il tutto veramente pericoloso. Quindi, una volta affiancato, l'avrei preso con entrambe le mani per le due spalle e, come un uomo fa con un bambino, gli feci fare un giro di 180°, indirizzandolo verso la giusta direzione. Ora va meglio. Esclamai, rivolto a Meika, soddisfatto del risultato raggiunto.

    A quel punto, con il rituale ancora in atto, e con la giusta direzione presa, decisi di aiutare Sanjuro con il suo rituale e facendo uso di tutte le mie energie e capacità psico-fisiche, cercai di imitare la sua mistica camminatahqdefault. Provaci anche te! Non è così difficile come sembra!
    Questo sarebbe stato il risultato dell'azione del capo delle squadre speciali di Kiri. A meno di due o tre minuti di distanza, avremmo raggiunto il corpo principale della spedizione, baldanzosi e spirituali come solo Sanjuro sapeva far diventare.

    Missione compiuta. Dissi ad Itai, una volta raggiunto dinanzi alle mura del mastodontico palazzo del clan Yakushi, al cui ingresso faceva guardia un'enorme donnona clava munita, ma dalla voce estremamente delicata.
    Una volta passata la fase delle presentazioni, delle riviste scandalistiche di ninja, dei pesci gatto morti e degli orifizi di Sanjuro, ci apprestammo ad entrare nella villa.
    Dopo una brevissima camminata, venimmo fatti accomodare in un piccolo dojo caratteristico, ma quello che c'era al suo interno era ancor più caratteristico.
    La notizia del finto funerale di Itai aveva fatto già il giro del mondo a quanto pare.
    Cercai di trattenere lo sghignazzo.
    Cercai, appunto.
    Scoppiata la risata dovetti usare entrambe le mani per riportarmi al controllo. Guardai Itai che, dopo aver ripreso Yogan, probabilmente si sarebbe girato verso di me. Coff coff... Ehm, si... Pessimo... Pessimo gusto proprio... Cercai di riparare l'irreparabile.
    Non che un braccio mozzato fosse riparabile, almeno non facilmente.
    Il bizzarro amministratore di Oto infatti, un tipetto con dei simpatici occhialini tondi, alla domanda su dove fosse Keiji Kagome, rispose eloquentemente tirando fuori da una cassettiera di legno un bel braccio staccato dal corpo di chissà chi. O di Keiji.
    Ohhh... Che male che deve fare... Esclamai, toccandomi da solo il braccio. La fortuna di essere un Hozuki, pensai... Non doversi preoccupare di arti e teste mozzate.
    A quel punto, tra arti mozzati e kage infuriati, pensai che sarebbe stato meglio non parlare. Così, tanto per evitare guerre con la mia riconosciuta diplomazia e capacità diplomatiche.
    Non avevo comunque nulla da temere.
    Sanjuro era con noi.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Finalmente Keiji

    Mentre teneva il braccio mozzato e intimava all'Hokage di levarsi dalle scatole, lo Yakushi non potè fare a meno di lasciar cadere la sua concentrazione mentre fissava il bizzarro uomo mascherato che, al seguito di Itai, iniziava a fare "cose" intorno alla tomba, finendo per pisciare in un angolo. EHI! Ma che razza di gente vi portate dietro? Si voltò nuovamente verso gli "ospiti", sconcertato da quel comportamento che poteva far passare il suo per "normale", ma si limitò a gettare un'occhiataccia a Raizen al commento sull'odore di urina. Io posso pulire questo e altro. Tagliò corto, con una punta d orgoglio che, vista la natura della vanteria, era forse fuori luogo. E in ogni caso uno con un braccio mozzato che gocciolava sangue in mano aveva poco da recriminare se un bacucco vestito da primitivo gli urinava in casa.

    Ogen non c'è. Il che era anche il motivo per cui era riuscito a organizzare quella pagliacciata, altrimenti col cavolo che avrebbe potuto allestire un finto funerale per il Mizukage. E la foto è quella che sta nell'archivio dell'Accademia comunque...ma perchè quel tizio ha un pesce come sciarpa? Comincio a temere che sia per mascherare il SUO odore. Aggiunse arricciando il naso, incapace di distogliere lo sguardo da Sanjuro.

    Ignorò i commenti tra la ragazzina coi capelli rossi e la kunoichi otese che c'era al seguito, così come non degnò di particolare attenzione il tizio mai visto prima (Hibachi) o quello coi capelli azzurri, cercando di tornare ai due Kage. Si, si, Keiji. Ma una cosa per volta...ti levi, perfavore? Chiese ad Itai, indicando il pavimento. Ottenuto quello che voleva si accovacciò. aprendo una botola dalla quale emerse un discreto odore di chiuso e, con esso, una voce roca e appena sussurrata. Luce...la luce... Volevo tenerti di sotto solo un paio d'ore per punizione ma me ne sono scordato, dovresti mandareun bigliettino di ringraziamento al Mizukage che me lo ha fatto tornare in mente. Aiuto...ho fame...fammi uscire, ti prego... Si, si, a tempo debito. Ora ti ributto il braccio, riattaccalo e poi pensa a uscire, che c'è il turno di guardia da coprire. E così dicendo buttò il braccio di sotto. Aspetta...c'è buio, non vedo dove è caduto...fammi un pò di lu... Ma Febh chiuse la botola con un movimento brusco, alzandosi con un sorrisetto soddisfatto, quasi avesse fatto una buona azione. Sapete, tutto questo casino è cominciato per colpa di quel cretino di mio cugino. Spiegò (almeno nella sua mente contorta quella era una spiegazione) mentre faceva un cenno con la testa verso la botola. E gli sto facendo un pò scontare la cosa.

    Dunque...Keiji, si? Ecco, il ragazzo ha fatto qualcosa che non doveva, quindi è stato un gentile ospite del casato Yakushi in una delle casette che stanno nel giardino esterno. Spiegò, con l'aria di chi evidentemente sottovalutava o non considerava affatto le implicazioni dell'aver imprigionato un ninja appartenente a qualche altro villaggio. O per meglio dire, ha parlato in un modo che non mi ha convinto affatto sul motivo della sua presenza a Oto, nello specifico in un Gate dove c'era stato qualche problemino...ma vi racconterà lui. Li avrebbe quindi condotti all'esterno, dirigendosi verso il capanno della servitù che era stato adibito ad appartamento per il Kenkichi e che, presumibilmente, li stava aspettando (difficile che la voce di una visita a palazzo passasse inosservata quando Kasumi era testimone dell'evento). La ramarra poi la hai lasciata al cancello? Chiese distrattamente, mentre si avvicinavano.
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Sesto



    Atto XIII
    Troppi Salvatori


    Non osservai molto quello che mi accadde intorno né ci prestai troppa attenzione. Figurarsi che non mi resi neanche conto di quanto tempo passò: me ne stetti lì, con gli occhi chiusi, a pensare. Potevo percepire la piccola lucertola rossa davanti a me, immobile, che mi scrutava. Chissà cosa avrebbe pensato del sottoscritto - certo, per sottostare agli ordini di Febh, neanche quella lucertola e la sua razza dovevano essere del tutto sane di mente.
    Realizzai che, in quell'occasione, avrei dovuto non dimenticare mai quanto successo. Così portai la mano sulla mia spalla ferita, da sotto il cappotto Maeda, fingendo di provare dolore e creai un piccolo filatterioArte della Creazione Cremisi
    Arte: L'utilizzatore è in grado di immagazzinare una quantità di sangue proprio od altrui pari ad una Leggera di Vitalità. Il contenitore prende il nome di filatterio e può registrare informazioni o ricordi relativi al proprietario del sangue. Non c'è limite alla quantità di informazioni; possono essere aggiornate liberamente. Solo l'utilizzatore può leggere il filatterio. Registrare od aggiornare le informazioni richiede uno slot Istantaneo.
    (Consumo: ¼ Basso)

    [Da Genin in su]

    Abilità del Filtraggio Cremisi
    Abile: L'utilizzatore può creare un filatterio semplicemente ponendo il contenitore a contatto con del sangue, anche secco o coagulato e risucchiandolo all'interno. Può separare il sangue da sostanze estranee, inoltre la capacità dei filatteri aumenta fino ad una ferita Grave di Vitalità, senza aumentare le dimensioni del contenitore.
    [Da Genin in su]
    , sul quale scrissi immediatamente anche tutti i ricordi vissuti in quella giornata. Dalle minacce, alla somministrazione del veleno-droga, agli scambi di affilate battute. Tutto. Dovevo avere una prova di quello che avrei sostenuto nel momento in cui mi fosse stato chiesto di parlare. Riportai poi la mano al suo posto, nascondendo il filatterio in una tasca interna del cappotto.
    Ad un certo punto della mia permanenza, iniziai a sentire degli indistinguibili schiamazzi. Le mie orecchie protesero verso la direzione di quelle urla ma non riuscii a scindere una singola parola dal contesto. Tornai allora rilassato, non ponendomi altri problemi: se tanto fosse arrivato Itai, sarebbe stata questione di poco prima che lo Yakushi lo avesse condotto da me.
    Ed infatti passò davvero poco tempo prima che il sole sul mio viso fosse oscurato dall'ombra di alcune sagome. Quando aprii gli occhi, però, notai fin troppe persone davanti a me. Un uomo mastodontico, di carnagione scura e dai capelli neri accompagnava Itai, Akira e Meika. C'era anche un'altra sagoma - in ogni accezione del suo termine - che se ne stava qualche passo indietro, con un pesce intorno al collo. Tutti i presenti poterono vedere il mio volto allungarsi e gli occhi sbarrarsi quando realizzai che anche Sanjuro era venuto a recuperarmi. Forse mi voleva più bene di quanto credessi, o forse si era trovato lì per caso. Comunque, quel pesce puzzava e la cosa mi infastidiva. Appena tutti si fossero avvicinati a debita distanza, Febh mi avrebbe fatto un gesto con la mano, accompagnato da un sorrisone, una sorta di incoraggiamento, come si fa con i bambini, nel fare quello che si aspettava facessi: parlare di quello che era successo in quei giorni.
    Lentamente mi alzai, piegandomi prima su di un ginocchio, facendo un piccolo inchino al Mizukage come al mio solito - cosa che Itai odiava - e poi alzandomi su entrambe le gambe. « Sono venuto ad Oto, passando davanti all'Est Gate. L'ho visto in pessime condizioni ed ho chiesto cosa fosse successo. Il guardiano di turno non ha voluto dirmelo, quindi ho chiesto di parlare con qualcun altro. Non credevo di fare una richiesta così strana, dato che c'è una enorme voragine nella parete e che il portone del gate è riverso a terra. Si è presentato l'Amministratore che, subito, ha iniziato ad incalzarmi con delle domande che esprimevano dubbio e pregiudizio, ritenendo, non so a quale ragione, che io potessi sapere qualcosa su quello che era successo - come se un colpevole fosse così sadico da chiedere ai suoi inseguitori se sanno cosa è accaduto riguardo al suo misfatto. » Mi soffermai un attimo. « L'amministratore non mi ha creduto, quindi, sentendomi in pericolo, ho inventato un po' di balle, sperando di cavarmela. Non è successo. Dopo avermi piantato un Kunai nella spalla, sono stato condotto fin qui, dove sono stato costretto a pulire la stanza che vedete alle mie spalle. In realtà era soltanto un sotterfugio per drogarmi. L'Amministratore mi ha posto poi domande varie da cui ha ottenuto le informazioni che, immagino, vi abbia già esposto. Nonostante tutto, non sono stato trattato male né ho subito eccessive angherie. Febh » lo chiamai per nome di battesimo, come se lo conoscessi « È stato un ottimo interlocutore, per lo meno. »
    Non avrei aggiunto altro. Dopotutto le mie dichiarazioni erano già abbastanza pericolose, non avevano bisogno di essere rincarate. Itai, tuttavia, non avrebbe mai scatenato un così grande scandalo burocratico: il Mizukage doveva soltanto portarmi fuori da lì.





    Legenda


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    Anima di Keiji.

     
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    Tirassegno







    Mentre Febh elencava le sue ragioni Raizen annuiva con estrema convinzione.

    Non fatico a crederci che un kiriano abbia fatto qualcosa di sbagliato.
    Sei perché sono qui?
    Itai è appena stato a Konoha per prendersi un altro discoletto che ha fatto lo stesso errore.


    Trattenne una risata, non poteva lasciarsi andare, dopotutto era un kage seppure in borghese in quel momento. Mentre camminavano verso il capanno non potè che osservare quanto i giardini della villa fossero curati, fino a che Febh non parlò della ramarra.

    Oddio, ramarra, quella biscia scorbutica sotto steroidi è tutto fuorchè somigliante ad una lucertola.
    Ed il fatto che sia stato Itai a fargli quell’effetto mi ha sempre dato qualche dubbio sul loro rapporto.


    Si voltò verso Hibachi.

    E te?
    Lasci fare queste cose a tua figlia?


    Il drago chiuse gli occhi addolorato.

    Purtroppo tutti portiamo una croce nella nostra vita, ma fortuna che tua madre allevia un po’ quelle di tutte.

    Il Colosso era pronto ad alzare un medio accusatore

    Mia madr…

    Quando si rese nuovamente conto di non conoscere sua madre.

    …dre per quanto ne so potrebbe pure essere una gran bagascia, si.

    Concluse facendo spallucce e sgonfiando Hibachi il cui insulto si rivelò del tutto inefficace, i vantaggi di non avere genitori è che non possono ferirti insultandoli.
    Mentre i due parlottavano giunsero finalmente al capanno adibito a stanza degli ospiti, praticamente un ripostiglio riarredato e non potè fare a meno di essere concorde con la reazione di Febh.

    Beh, se racconti frottole e ti fai pescare è pure normale che ti mettano sotto torchio.
    Un vero talento i kiriani per le missioni in incognito, tolta la nebbia restano o dei pazzi scatenati o degli abili leccaculo.
    È la prima volta che qualcuno che viene interrogato dopo essere stato pugnalato e drogato definire il suo interlocutore “buon interlocutore”.
    Guardalo, non gliene importa un fico secco che mezza Kiri è venuto ad tirarlo fuori dai guai, non ha chiesto nemmeno scusa, tra un po’ manco saluta.
    Io quasi quasi ce lo lascerei in villeggiatura.


    Poi, come un fulmine a ciel sereno gli tornarono in mente le pratiche sessuali in vigore nel clan Akuma, in cui erano soliti mantenere una linea pura concependo tra consanguignei.

    Ah… non solo un problema degli Akuma quello dei particolari gusti sessuali.
    Comprendo.


    Fece un passo indietro con una faccia schifata.

    E io che mi aspettavo una sfuriata, se resto qui è capace che questo gli salta di nuovo addosso a Febh e mi tocca vedermi parte dello spettacolo.

    Si girò quindi verso l’otese.

    Io, ti ripeto, ci farei un business sopra gli intrugli che fai.

    Consigliò con sincerità per poi tacere, se fosse stato lievemente più espansivo avrebbe chiesto ad Itai di spicciarsi e di lasciarlo qualche tempo in mano a Febh che sicuramente l’avrebbe reso più rispettoso del prossimo, facendogli gettare quell’insopportabile maschera di fredda marzialità in favore di sentimenti più sinceri.
    Reputava i vecchi fissati con l’etichetta un problema da non sottovalutare, potevi sempre sbagliare con loro, ed era sempre difficile comprendere quando lo facevi, quanto gravemente ma soprattutto come avrebbero reagito.
    Ed ora Raizen aveva lievemente cambiato l’obiettivo della sua piccola gita: vedere come l’ennesimo sparafrottole di Kiri reagiva a qualche fastidiosa frecciatina.
     
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    Come sempre avere a che fare con Febh era una sfida tra il cercare di difendere il proprio onore ferito e tacere davanti al fatto che con ogni probabilità quell'uomo intendeva un quarto di quello che diceva. Tipo, il continuare ad insistere a chiamare "Ramarra" Yogan non era cattiveria, semplicemente non era a conoscenza del fatto che la Ramarra fosse in quella stanza con un aspetto del tutto umano. Anche la scenetta mi divertì: io, avendo già perlustrato con i miei sensi la zona sapevo che c'era qualcuno la sotto ma di fatti era troppo debole per essere Keiji. Avevo sentito una quantità di chakra famigliare e la caratteristica impronta di chakra dei Kenkichi nel cortile esterno, ma tacqui aspettando che fosse Febh a portarmi lì.
    Per testare le sue intenzioni dovevo tenere dentro ben più di quello che sapevo riguardo la posizione di Keiji.
    Ascoltai la spiegazione di Febh mentre ci dirigevamo all'esterno e come previsto la prigione di Keiji era un appartamento della servitù. Meglio delle segrete sotterranee non c'era che dire.
    Ascoltai anche la spiegazione di Keiji, con attenzione. Riguardo ciò che sapevo riguardo la sua storia col Flagello Keiji non aveva apparentemente alcun motivo per essere lì ad Oto.
    Certo, ero abbastanza sicuro che Keiji sapesse che qualcosa stesse succedendo ad Oto, così com'ero altrettanto certo che non sapesse cosa. Ma comprendevo in parte la necessità di Febh: se aveva avuto il sentore che potesse sapere qualcosa di cui Keiji poteva essere a conoscenza per risolvere la questione della distruzione dell'Est Gate allora trattenere Keiji era opportuno, oltre che nemmeno così illegale.
    Tuttavia, non avrei dimostrato debolezza in quel frangente.
    Me ne occupo io Keiji Dissi allo Shinobi di Kiri, con fare più assicurante che potevo. Dunque mi rivolsi a Raizen.
    Raizen, per favore, tappati la bocca con tutto il bene del mondo l'ultima cosa di cui ho bisogno ora sono le te opinioni caustiche.
    Ed ovviamente Keiji non rimarrà qui. Non intendo di certo lasciarlo nelle mani di Febh, con tutto il rispetto, credo che il mio shinobi abbia preferenze diverse in gusto di villeggiatura. Febh, se c'è qualcosa che ti ha nascosto, l'ha fatto per mio ordine.
    Beh, tecnicamente non era proprio così, ma ciò che Keiji sapeva non sarebbe stato utile a nessuno. Non sapeva dove si trovava il Flagello, non sapeva come contattarlo e non sapeva come raggiungerlo. Un mucchio di informazioni non molto utili ed una missione segreta.
    Qual'è il problema Febh? Ora sono qui, abbiamo finito con i riti funebri e le braccia staccate. Lui ha mentito perché non aveva scelta, il suo errore è stato farsi scoprire, ma di certo non ha alcuna intenzione ostile verso Oto o l'Accademia. Questo immagino tu l'abbia capito o vuoi qualche rassicurazione da parte mia?
    Incrociai le braccia al petto, mentre Yogan lanciava occhiatacce sfuse all'Amministratore di Oto.
    Posso assicurare che Keiji Kagome non nutre ostilità verso il tuo Villaggio, né è causa in alcun modo a quanto è successo alle tue preziose mura. Mossi un passo verso Keiji, frapponendomi fra lui e Febh e chiunque altro. Altro?
    Ero decisamente impaziente di andare via da lì.

    Se ho sbagliato qualcosa, ditemelo, che potrei aver scordato qualcosa.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    Febh ascoltò placidamente il resoconto di keiji e, se lo trovò parziale, non sprecò fiato a correggerlo, limitandosi a stare a braccia conserte, sbuffando ogni tanto, in attesa della conclusione...forse curioso di vedere la reazione di Itai, mentre delle parole gettate qua e là da Raizen non gliene importava più di tanto, anche perchè non era stato invitato, come più volte aveva sottolineato. La parte che ha dimenticato di dire è che ha rifiutato di dire il suo nome al guardiano presente, ha rifiutato di dire come mai era là e ha continuato a chiedere cosa fosse successo anche quando gli han detto di farsi i fatti propri. Così sono dovuto arrivare io...e a me ha detto che aveva sentito "voci spaventate" su cosa era accaduto al Gate, che stava subendo un piccolo intervento di restauro. Aggiunse, in un eccesso di eufemismo. Ma là stava evidente cominciando con le balle, come ho confermato in seguito...e tuttavia il dubbio che fossero storie anche quelle di prima rimaneva. Quindi il kunai nella spalla, la droga e qualche tortura blanda, niente che lasci troppo il segno. Fece spallucce. Dopotutto sono una persona civile, io. Anche con dei Kiriani. Aggiunse senza mascherare il disprezzo...dopotutto non correva affatto buon sangue tra i due villaggi. Non raccontò poi di quanto Keiji aveva rivelato sotto l'effetto del Veleno Ammorbidente, per quanto poco fosse, anche se ammiccò alla menzione sui business da parte dell'Hokage là presente.

    A quel punto fu Itai a prendere la parola, comportandosi da vero e responsabile leader di un villaggio. Peccato avesse a che fare con un arraffazzonato e irresponsabile leader (per delega) di un secondo villaggio, suo malgrado. Quindi le sue pur giuste e corrette motivazioni si scontrarono con un discreto muro di gomma e sarcasmo, perfettamente visibile sul volto dello Yakushi mentre rispondeva a tono. Non voglio tenere uno scansafatiche mangiapane. Gli ho già spremuto abbastanza di ciò che ha adesso, ti ho mandato a chiamare per riprendertelo...non avevo scatole abbastanza grandi per spedirlo e ho sospettato che non lo gradissi fatto a pezzetti. Fece spallucce. Se ha taciuto per tuo ordine allora in nome della nostra amicizia eviterò di interrogarlo oltre...Anche se ho due condizioni prima che te lo porti via. Sogghignò, alzando la mano destra con due dita estese mentre la sua lucertola rossa gli saliva addosso, con le squame che sembravano sul punto di prendere fuoco.

    La prima è che negli uffici dell'Accademia il suo nome venga depennato e sostituito da Taikutsu KasuFaccia Noiosa, almeno come nome ufficiale. Abbassò il primo dito, rivolgendo uno sguardo vittorioso al ninja della Nebbia catturato, come a voler sottolineare il punto della discussione di qualche tempo prima. Il secondo è che lui sia a mia disposizione per una faccenduola. Devo andare a Ame a cercare un piccolo cucciolo disperso e potrebbe essere stato catturato dalla stessa persona che ha preso uno stuzzicadenti al nostro Kasu, qui presente. Indicò Keiji. Ad Ame con qualche soldo si ottiene tutto, quindi anche informazioni e potrebbe farmi comodo un piccoletto dall'aria truce che regge bene le droghe per infiltrarmi. Sarebbe utile anche come scudo umano a ben pensarci, o per qualunque utilizzo mi venga in mente sul momento. Vorrei che, quando partirò, lui venisse con me dietro TUO ordine, con l'ordine di obbedirmi senza alcun limite, salvo il danneggiamento di Kiri o dell'Accademia.

    Abbassò il secondo dito, tendendo la mano verso Itai con un sorriso che non accettava alcuna descrizione a parte "diabolico". Affare fatto? In caso contrario potrei pensare a un compenso pecuniario, dopotutto si è opposto a me su tuo ordine per faccende potenzialmente pericolose...anche se dici che non è così. Certo, anche Godsan "non" ha attaccato le mura o Shiltar "non" ha ammazzato Yami per indebolire Oto. Ma penso tu sia un tantino meglio dei giri di parole che ti hanno preceduto...o no? C'era una luce pericolosa nello sguardo dello Yakushi. Distante, ma presente e pericolosa...non era svampito quanto gli altri avrebbero voluto, non in quel momento.

    Il Mizukage avrebbe accettato l'offerta?
     
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    Ora, che il simpaticissimo amministratore di Oto fosse particolare lo sapevo benissimo grazie ad innumerevoli precedenti esperienze. Del resto era anche l'uomo che con genuino affetto mandava di tanto in tanto armi mortali come giocattoli a due bambine dei sette anni sin da quando di anni ne avevano uno. Sì sa, se vivi in un clan di Immortali un kunai ha un altro significato per te e puoi vedercelo davvero bene attaccato ad un giocattolo.
    Piccolo appunto. Jukyu aveva iniziato a giocarci davvero con quegli oggetti. Da quando il suo innato ed immenso potenziale, superiore al mio, quello di Febh, Raizen e Diogene messi assieme era esploso non aveva avuto problemi a prendere i regali che erano suoi, usandoli solo per far morire di crepacuore sua madre.
    Ma tornando al problema attuale di Keiji, le richieste dell'Amministratore di Oto mi infastidirono - non poco - ma feci di tutto per nasconderlo. Sopratutto il veder tirato in ballo Yami e Godsan. Il primo, Otese ma traditore di Kiri, era morto più per un incidente che per un assassinio visto che Shiltar non aveva mai avuto davvero intenzione di ucciderlo. Il secondo non aveva mai ucciso nessuno.
    Ma chi me l'ha fatto quel giorno ad andare dal Daimyo per questo lavoro... Borbottai, portando una mano al viso, mandando a quel paese tutti i tentativi di nascondere la mia evidente frustrazione.
    Quella giornata stava diventando troppo lunga per i miei gusti.
    Prima richiesta, assolutamente negata. Non posso cambiare i nomi della gente a caso Febh, anche se sono un Kage. E di certo non mi metterò ad incasinare la documentazione del mio Villaggio per... questo. Non stavo rifiutando la sua condizione. La stavo dichiarando francamente, totalmente, assolutamente e senza il minimo dubbio una richiesta fuori da qualsiasi logica.
    Sarebbe stato come chiedermi di leccarmi un gomito.
    Qualcuno potrebbe obiettare che staccandomi il braccio avrei potuto riuscire nell'impresa, ma nonostante ciò, un sacco di sacrifici per un'impresa davvero idiota.
    Per la seconda, posso essere d'accordo a patto che sia d'accordo Keiji. Ah, quando dici "nessun danno a Kiri o all'Accademia" sai che sono io a decidere quali sono i danni a Kiri? Ad esempio, la morte di un mio ninja, o una sua mutilazione, o un trauma fisico grave ed irreversibile, un danno mentale permanente e cose simili per me e per estensioni per Keiji sono un danno per il Villaggio. Per cui, se Keiji accetta, può venire con te ad Ame dietro mio ordine, formalmente.
    Iniziavo a seccarmi. Se avesse insistito un altro po' avrei semplicemente afferrato Keiji, mi sarei trasformato e sarei voltato via di lì lasciando Febh, come dice il detto con le carte uscite... l'altra metà del proverbio cercatela voi.


     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Sesto



    Atto XIV
    L'ennesima pessima decisione. †


    L'amministratore sembrava un tenero bambino viziato. Plasmava le circostanze come voleva, rigirandole a seconda delle proprie necessità. « La parte che ha dimenticato di dire è che ha rifiutato di dire il suo nome al guardiano presente, ha rifiutato di dire come mai era là e ha continuato a chiedere cosa fosse successo anche quando gli han detto di farsi i fatti propri. Così sono dovuto arrivare io...e a me ha detto che aveva sentito "voci spaventate" su cosa era accaduto al Gate, che stava subendo un piccolo intervento di restauro. » « Ma se sono stato io a cercare lei quando ho visto che "il facente funzioni del facente funzioni" non voleva neanche rispondere alla più banale delle domande! » Rallentai un attimo. « E la prima cosa che ho fatto in tua presenza è stata presentarmi, Itai conosce le mie ossessive maniere. » Il Mizukage, sapeva, effettivamente, di cosa ero capace quando mi trovavo davanti alla necessità di formalismi. Il resto delle argomentazioni dell'Otese, poi, furono nient'altro che la verità, confermando quanto io stesso stavo dicendo. Alla discussione si aggiunse anche il gigante che avevo intravisto poco prima. Quando fu più vicino, riuscii a distinguerlo con un certo stupore. « Raizen Ikigami? L'Hokage? Cosa diavolo ci fa qui? » Non avevo mai avuto l'onore di incontrare il Kage del Villaggio del Fuoco, nonostante ci fossi stato in tempi neanche troppo remoti rispetto a quel momento, quando scoprii di avere un figlio a Konoha. Quello che però disse, specialmente il tono con cui lo fece e con vocaboli talmente poco pregnanti e calzanti da far sentire in imbarazzo anche il più analfabeta pescivendolo di Kiri, mi lasciò deluso ed amareggiato. Se era venuto a sputare sentenze senza neanche rendersi conto della situazione, poteva anche tornarsene esattamente da dove proveniva. Lasciai correre quelle parole vuote, tornando alla mia solita aria austera. Ci doveva essere qualcosa nella carica di Kage o Amministratore che rendeva le persone particolarmente ... infantili?
    Prese poi parola Itai: « Me ne occupo io Keiji. » Per la prima volta, le parole del Mizukage mi suonarono davvero rassicuranti, scaldandomi un po' il cuore gelato da quella orribile situazione. Dopo rapide frecciatine con Raizen, il Jinchuuriki di Kiri tornò sull'argomento principale, me: « Qual è il problema Febh? Ora sono qui, abbiamo finito con i riti funebri e le braccia staccate. Lui ha mentito perché non aveva scelta, il suo errore è stato farsi scoprire, ma di certo non ha alcuna intenzione ostile verso Oto o l'Accademia. Questo immagino tu l'abbia capito o vuoi qualche rassicurazione da parte mia? Posso assicurare che Keiji Kagome non nutre ostilità verso il tuo Villaggio, né è causa in alcun modo a quanto è successo alle tue preziose mura. » Mentre pronunciava queste parole, si frappose tra me e Febh, pronto ad andarsene il più velocemente possibile. Peccato che lo Yakushi non fosse della stessa idea. Alzando due dita, disse: « Non voglio tenere uno scansafatiche mangiapane. Gli ho già spremuto abbastanza di ciò che ha adesso, ti ho mandato a chiamare per riprendertelo...non avevo scatole abbastanza grandi per spedirlo e ho sospettato che non lo gradissi fatto a pezzetti. Se ha taciuto per tuo ordine allora in nome della nostra amicizia eviterò di interrogarlo oltre...Anche se ho due condizioni prima che te lo porti via. » « Non mi faresti mai pezzetti, Febh Yakushi. Devo dimostrarti qualcosa e vuoi che io lo faccia. Non ti perderesti mai quest'occasione. » Pensai, mentre posavo il mio sguardo fisso su di lui, attendendo che continuasse a parlare. « La prima è che negli uffici dell'Accademia il suo nome venga depennato e sostituito da Taikutsu Kasu, almeno come nome ufficiale. » Quando sentii queste parole, aggrottai le sopracciglia in un'espressione di stupore, scuotendo leggermente la testa a destra ed a sinistra. Febh abbassò poi un dito, proseguendo « Il secondo è che lui sia a mia disposizione per una faccenducola. Devo andare a Ame a cercare un piccolo cucciolo disperso e potrebbe essere stato catturato dalla stessa persona che ha preso uno stuzzicadenti al nostro Kasu, qui presente. Ad Ame con qualche soldo si ottiene tutto, quindi anche informazioni e potrebbe farmi comodo un piccoletto dall'aria truce che regge bene le droghe per infiltrarmi. Sarebbe utile anche come scudo umano a ben pensarci, o per qualunque utilizzo mi venga in mente sul momento. Vorrei che, quando partirò, lui venisse con me dietro TUO ordine, con l'ordine di obbedirmi senza alcun limite, salvo il danneggiamento di Kiri o dell'Accademia. » I miei occhi si sgranarono, capendo di chi stavamo parlando: Jeral. Dunque era Ame dove mi sarei dovuto dirigere per incontrarlo? Era lì che il Flagello abitava? L'Amministratore di Oto poi, abbassò il secondo dito per tendere la mano a Itai, senza quasi dare tempo a quest'ultimo di controbattere, certo che la Forza Portante avrebbe accettato. Tuttavia il Nara si pronunciò prima negativamente riguardo il mio nome - per fortuna ed a ragione - e poi aggiunse quanto segue, lasciandomi libertà d'azione: « Per la seconda, posso essere d'accordo a patto che sia d'accordo Keiji. Ah, quando dici "nessun danno a Kiri o all'Accademia" sai che sono io a decidere quali sono i danni a Kiri? Ad esempio, la morte di un mio ninja, o una sua mutilazione, o un trauma fisico grave ed irreversibile, un danno mentale permanente e cose simili per me e per estensioni per Keiji sono un danno per il Villaggio. Per cui, se Keiji accetta, può venire con te ad Ame dietro mio ordine, formalmente. » Quella era la risposta che stavo aspettando e che volevo sentire. Senza esitare, presi parola, riportando il mio sguardo serio sull'Otese, accennando un sorriso di sfida: « Sarà un piacere accompagnarla, Febh Yakushi. Tengo alla mia spada così tanto da volerla aiutare in ogni modo possibile. » Stavo mimando le parole che precedentemente l'Amministratore mi aveva rivolto, sperando che echeggiassero nella sua mente. « Dopotutto sa anche lei quanto possa essere pericoloso un Genin! » aggiunsi sul finale, rimarcando l'ultima parte.
    Si stava aprendo una nuova strada sul mio destino col Flagello. Continuare la missione per Kiri col sostegno di Oto, creare un doppio, anzi, un triplo gioco tra parti o semplicemente cercare la strada più breve per riottenere Saruhyondo? Questi erano problema che avrei affrontato in un secondo momento.




    Legenda


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    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Bende per inutili fasciature







    Kiriani. Dei ninja che se il continente non avesse avuto sarebbero stato necessario crearli. Pensiero che Raizen assodava sempre di più nella sua mente, era passata nemmeno una giornata da quando i problemi per Itai erano cominciati e mano a mano che il tempo passava non facevano che intensificarsi.
    Poi c’era Itai stesso, il fulgido paladino.

    Ohhh, sentilo “tappati la bocca”
    Dammi un fazzoletto Hibachi.


    Sospirò, levandosi la faccia da dramma teatrale dal viso e riacquisendo serietà mentre le due parti si scambiavano giudizzi, neanche stessero acquistando un branzino al mercato del pesce.
    Quando Keiji si rese disponibile alla gita di piacere con Febh, del tutto inconsapevole di cosa questo volesse significare probabilmente prese nuovamente fiato, questa volta più rumorosamente.

    Comunque, scherzi a parte, per quanto il parere di un esterno alla situazione possa valere secondo me stai a chiedere un po’ troppo eh Febh!
    Alla fine sto qua ti ha raccontato giusto un paio di frottole, può capitare.
    Te lo porti dietro col rischio che ti schiatti tra le mani, potrebbe essere un discreto peso.
    Se Itai considerasse la sua morte una colpa imputabile a te, viste le attuali premesse sarebbe un bel casino.
    Mettici sopra che, da quello che noto, non vi sono ancora andate giù le storie del passato.


    Guardò entrambi e poi pure Keiji per poi tornare su Febh.

    Sicuro di voler correre il rischio?
    Vi direi di valutare seriamente la cosa e di pensare a come risolvere il problema prima che si ponga.
    Non sarebbe il primo genin troppo sicuro delle sue capacità che si lancia a muso duro verso la morte.


    Sollevo gli occhi al cielo, pensando a quanti genin a Konoha avevano chiesto un posto nelle squadre speciali o missioni più complesse, o addestramenti con lui, con l’unico risultato di restarne menomati, fisicamente o mentalmente.

    Un problema assai ricorrente a Konoha.
    Quattro schiaffi ad un bandito e si sentono subito le nuove promesse del mondo ninja, la strada spianata verso i vertici del mondo e bla… bla… bla…


    Gesticolò con la mano come se la lista continuasse ancora per tanto tempo.

    Detto questo direi pure che levo le tende, devo essere onesto mi aspettavo qualche scintilla in più.

    Avrebbe ascoltato le ultime battute, per poi tener fede alle proprie parola e con una pacca chiedere ad Hibachi di ritrasformarsi per uno strappo a Konoha.
     
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  14. Sanjuro
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    Keiji e la spada bendetta



    Durante tutta la conversazione tra i presenti, Sanjuro aveva disegnato per terra alcuni simboli sciamanici, utilizzando un gessetto ricavato da letame di balena essiccato che portava sempre con sè. Era così preso dal preparare l'esorcismo di Itai che nemmeno si accorse dell'apparizione di Keiji.
    Quindi si diresse verso i presenti e iniziò a saltellare attorno a tutti, sempre senza accorgersi della presenza del Kenkichi. Le movenze mistiche servivano per indebolire il legame dello spirito di Itai con quel luogo, per portare fortuna ai presenti, e per aiutare chiunque nel gruppo avesse problemi di stipsi.
    Da notare che durante tutto il discoso finale di Febh e Itai, Sanjuro stava saltellando attorno a loro come se niente fosse, ballando durante tutta l'esecuzione; da notare ulteriormente che Sanjuro era convinto di essere totalmente invisibile ai presenti grazie alle correnti mistiche che circondavano il suo corpo. Secondo lui.


    CITAZIONE

    << Sarà un piacere accompagnarla, Febh Yakushi. Tengo alla mia spada così tanto da volerla aiutare in ogni modo possibile. >>


    Furono queste parole di Keiji e riportare Sanjuro alla realtà e a fargli notare la presenza dell'amico e allievo, nonostante gli avesse trottato attorno almeno tre o quattro volte negli ultimi secondi.
    Tutto venne meno. Keiji stava per partire per una importante missione, e stava chiaramente chiedendo a Sanjuro di potenziare la spada mistica che lo sciamano aveva preparato per lui. Senza nemmeno chiedersi quando il ninja gli fosse comparso vicino, e soprattutto dimenticando del tutto la questione dell'esorcismo; convinto di essere volontariamente riapparso agli occhi dei presenti, Sanjuro salutò il compagno di addestramento.

    - Keiji-san, non dovete fare complimenti, penserò io alla vostra spada! Sarà ancora più potente per quando partirete in missione! -

    Ovviamente si riferiva al ramoscello schifoso che aveva scaricato a Keiji al tempo del loro precedente incontro, e probabilmente avrebbe semplicemente pronunciato alcuni rituali alla presenza della "spada" per innalzarne il potenziale mistico. Ovviamente, come Keiji ben sapeva, una spada possente è niente senza uno spadaccino altrettanto forte, quindi Sanjuro avrebbe dovuto innalzare anche lo spirito del Kenkichi, se questo sperava di poter impugnare la spada mistica che Sanjuro avrebbe preparato per lui.
    Per questo motivo, lo sciamano si fermò, allungando una mano in direzione dello spadaccino, aprendosi in un movimento come per salare dell'acqua, e rivelando una polverina giallastra in direzione del ninja di Kiri. Una mistura di polveri mistiche [droga] che venendo inalata avrebbe permesso a Keiji di espandere il proprio metachakra in modo da afferrare con più possanza l'arma leggendaria che sarebbe stata pronta per lui una volta giunto il momento della missione con il forse-sciamano Febh. La polvere avrebbe permesso a Keiji di allargare i suoi sensi e rilasciare i pensieri negativi e le insicurezze [rilascio involontario degli sfinteri]

    Soddisfatto di un'altra compassionevole azione da sciamano, Sanjuro avrebbe continuato ad analizzare Febh da vicino, per comprendere se l'amministratore di Oto fosse uno sciamano o meno.


     
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    IV


    In silenzio durante praticamente quasi tutta la simpatica scenetta - si, malgrado Febh stesse giocando con un braccio mozzato, con un suo cugino rinchiuso in una botola - non riuscii a fare meno di pensare che l'Amministratore di Oto era proprio uno spasso.
    Lasciai stare Sanjuro dopo qualche minuto che mi ero preso per cercare di capire cosa stesse facendo, salvo poi ricordarmi come le cose che lui faceva non avevano mai alcun senso, per focalizzare la mia attenzione sullo spadaccino bendato che, alla fin fine, sembrava essere in condizioni migliori di quanto avevamo inizialmente immaginato. Ufff! Che fortuna! Esclamai, mentre Keiji faceva un piccolo inchino di fronte ad Itai, incominciando a spiegare il perché di tutta quella storia.
    A differenza del molto meno furbo Seinji Akuma, o Asmodai che dir si voglia, quanto meno il Kenkichi aveva evitato di attentare alla vita di uno dei rappresentanti di un altro villaggio ninja. Già sistemare la faccenda con Konoha non era stato semplice, e il Villaggio del Fuoco era comunque uno dei villaggi alleati, in questa circostanza le cose erano molto più lievi, senza nessun sfogo di cannibalismo isterico.
    Per fortuna che stai bene! Esclamai, avvicinandomi verso Keiji. Avevo temuto proprio il peggio! Cercai di tirarlo su di morale, dandogli una pacca sulla spalla.
    Ovviamente sulla spalla nella quale era stato conficcato il kunai.
    Ma questo non aveva importanza.
    Capo, ho un'idea. Mi intromisi nel discorso, attendendo l'attenzione dei presenti. Dico veramente, eh. Avrei iniziato, per scongiurare qualche faccia preoccupata dal fatto che avessi potuto avere, realmente, una buona idea. Mi faccio anche io un giretto ad Ame con loro, che ne dici? Avrei chiesto ad Itai. Non ci sono mai stato, e il clima dovrebbe essere uno di quelli che piacciono a me. Ovvero, estremamente uggioso. Così mi assicurerò che Keiji torni tutto d'un pezzo, e Febh con le informazioni che gli servono. Incrociai le braccia. Nessun morto, nessun ferito, tutti contenti. Disastri ad Ame permettendo.
    Ma per adesso non ci pensavo, e sorridevo degustando una nuova avventura.
     
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