Ostello del Lardo

*Non fu una lunga attesa: dopo pochi minuti apparve dal retro una ragazzina molto cordiale e cortese, che si mise a disposizione dell’avventore. Tatsumaru, questo il nome del cliente, ricambiò a quei modi così gentili con un solare sorriso, strizzando entrambi gli occhi.*

*Rispose il ragazzo, scoppiando in una gradevole ma non eccessiva risata.*

*Disse infine il giovanotto, tendendo la mano alla ragazza con l’internzione di una decisa stretta di mano.*

Miu fu velocissima, prese l’ordinazione e dopo qualche minuto arrivò con un piatto talmente ricolmo di cibo che a Shiroko sarebbe stato sufficiente per almeno tre pasti, certo aveva sentito che in quel locale non lesinavano certo sulla quantità, ma mai si sarebbe aspettata una così abbondante porzione.

Alzò gli occhi e vide un giovane accanto al bancone, aveva un sakkat che gli nascondeva parzialmente il viso e portava con se una borsa, evidentemente era un viaggiatore e non c’era da stupirsi se fosse lì per soggiornare in una delle stanze dell’ostello.
Shiroko non gradiva affatto essere interrotta nel bel mezzo di un pasto, quindi distolse lo sguardo e tornò ad occuparsi delle sue verdure.

*Mentre Tatsumaru si presentava, fece il suo ingresso nell'anticamera un ragazzo che si rivelò subito essere un altro impiegato della locanda.*

*Il giovane di Suna si voltò verso il suo nuovo interlocutore e abbassò di colpo la testa, sconsolato.*

§Un altro della mia età circa che mi dà del "lei"...
Ma è possibile che sembri cosi vecchio?!§

*Pensò il ragazzo, con una buffa aria tragicomica. Come se nulla fosse, poi, rialzò la testa di scatto e si rivolse al giovane cameriere.*

"Come stavo dicendo alla tua gentile collega, avrei bisogno di una stanza per tutto il periodo di durata dei corsi genin...
Mi va bene la più economica che avete, ma con bagno in camera."

*Tatsumaru attese la risposta del locandiere e che gli venisse assegnato un alloggio, visto che era abbastanza provato.*

* Tatsumaru si apprestò a seguire il giovane cameriere, che nel mentre aveva raccolto la chiave e iniziava a fare strada. Il giovane studente di Suna raccolse tutti i suoi effetti personali e, dopo aver salutato con un sorriso la ragazza rimasta al bancone della reception, si incamminò per gli ambienti della locanda. Dopo un corridoio i due presero la rampa della scale, salendo per due livelli fino a giungere su un pianerottolo che sbucava in un altro corridoio, abbastanza scuro per via delle ombre della sera che si stavano allungando. Il cameriere si diresse alla seconda porta e la aprì: era la stanza numero 3. Era formata da due ambienti, uno principale arredato con un letto orientale, un comodino, un tavolino con sedia sotto una finestra, moquette bianca e pareti e infissi rivestiti di bianco legno di pino. Il secondo ambiente era un bagnetto in mattonelle con doccia. Era presente anche uno spazioso armadio a muro, nel locale principale. Tatsumaru entrò e si affacciò alla finestra, che dava sulla strada. Si poteva godere di una discreta visuale sui viottoli di Konoha, sempre affollati e tinteggiati di mille colori. La camera, invece, emanava una piacevole fragranza di legname stagionato. *

* Tatsumaru si voltò verso il ragazzo. *

* Disse il giovane, sorridendo e scoppiando in una simpatica risata. Era capitato in un bel posto, pensare che avevano anche il servizio in camera. *

* Disse infine il ragazzo, sedendosi sul letto e attendendo che il giovane cameriere chiudesse la porta dietro di sè. *

Non senza sforzo, Shiroko riuscì a finire l’enorme porzione di cibo e se ne stava seduta, con i gomiti appoggiati sul tavolo, pensando al comportamento anomalo di Raizen.
Non lo aveva mai visto così schivo e freddo, almeno con lei non lo era mai stato. Avrebbe voluto parlare con Miu, ma lei era troppo indaffarata nella sua nuova veste di cameriera, sorrise, Miu era davvero una cara ragazza, riservata, non impicciona, insomma era il tipo di persona che Shiroko gradiva. Decise di pagare il suo conto ed uscire.

Chiese il conto e dopo aver lasciato una piccola mancia per Miu e per l’altro cameriere, salutò cordialmente e lasciò il locale.