Hungry Bug

[Taverna]

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  1. MiracleManu
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    L'attesa di Kumanosuke venne ricompensata dall'arrivo di Nikaido con i piatti ripieno dalle zampe di ragno fritte, accompagnato con il bicchiere di alcool che il ragazzo aveva chiesto. Appena il vassoio venne poggiato sul tavolo Kumanosuke era pronto a divorare tutto, dato che la fame lo attanagliava, ma venne fermato da una raccomandazione di Nikaido.

    CITAZIONE
    "Ecco la tua cena, se non riesci a mandare giù l'alcool non è un problema, ti ricordo che è quasi alcool puro e che t'infiammerà la gola."

    Quelle parole infastidirono leggermente il ragazzo, a cui non piaceva che la gente si preoccupasse per lui in quel modo. Non c'era abituato. Non sono un bambino, so cos'è l'alcool.
    Detto questo avrebbe mangiato le otto zampe di ragno con voracità, gustandone il sapore e finendole in fretta. Dopo le zampe Kumanosuke sollevò il piccolo bicchiere contenente il sangue di pipistrello per osservare il liquido al suo interno. I casi sono due: o Nikaido mi sottovaluta o questo è alcool veramente forte. Dopo aver osservato il bicchiere per una trentina di secondi, Kumanosuke lo avvicinò alle labbra. Già l'odore dell'alcool pervase le narici del ragazzo, e già con l'olfatto il ragazzo capì la densità di quel sangue. Mi conviene buttarlo giù tutto in un sorso, non ha senso rimanere lì titubanti.
    Alla fine Kumanosuke prese coraggio e buttò giù il bicchiere. L'alcool era qualcosa di estremamente forte, tanto che Kumanosuke sentì bruciarsi la gola. Dopo aver tossito Kumanosuke sbattè un pugno sul tavolo dal bruciore che sentiva, e poi si mise a riprendere fiato. Kumanosuke sentì il proprio corpo accaldato, e la testa cominciava a girare, ma il ragazzo riuscì a contenere gli effetti dell'alcool. Dopo essersi asciugato le lacrime che gli erano uscite Kumanosuke si appoggiò alla sedia, con lo stomaco pieno e la testa stanca.
     
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  2. Yoriuku
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    Ancora un pò distratta e immersa nei suoi pensieri si chiedeva quando mai avesse avuto l'occasione di iscriversi, ma quando sente le parole di Ledah.

    CITAZIONE
    "Se ti servisse una mano per riuscire ad iscriverti all'Accademia, potrei sempre chiedere i permessi ed insegnarti, in questo modo credo che passeresti di sicuro la selezione e potresti entrarvi, però dovremmo sbrigarci dal momento che i corsi cominceranno tra non molto, potremmo persino trovarci nella stessa classe se tu t'iscrivessi."

    In un istante si alza in piedi, guardando il ragazzo con occhi luminescenti, piena di emozione e presa da una voglia immaginabile di iscriversi.

    <si SI SI voglio subito iscrivermi non voglio perdere tempo! allora?allora? devo in accademia a iscrivermi vero? allora ci vado subito!

    Poi prende fiato

    <anf...scusami mi sono lasciata prendere...>

    sospira apppogiandosi al tavolo

    <il sol pensiero mi emoziona, se tu poi mi faresti da insegnante non mi sentirei a disagio, sembri tranquillo

    Infatti aveva notato la sua tranquilla, un pò troppo tranquilla che gli faceva uno strano effetto, si poteva notare che la ragazza era il contrario di lui.

     
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    CITAZIONE
    Non sono un bambino, so cos'è l'alcool.

    Questa fu' la risposta infastidita del ragazzino, Nikaido lo guardò con un sorrisetto maligno dicendogli con tono soddisfatto:

    "Bene bene bene, allora sei diventato un ometto!"

    E se ne andò sogghignando alla scena che stava per compiersi, si mise al bancone guardando Ledah e Kazue che si abboffavano, due buone forchette, non c'era che dire, passò quindi a dare la sua attenzione a Kumanosuke, il ragazzino era perso nell'amletico dubbio del bere o non bere, la scena già fece sorridere Nikaido, nonostante le sue parole, il ragazzino era quantomeno abbastanza saggio da non bere l'alcolico come se fosse acqua fresca dopo gli avvisi della locandiera.
    Con una mossa coraggiosa, il ragazzo mandò giù il bicchierino tutto d'un colpo e subito se ne videro gli effetti, sulle labbra di Nikaido si formò un sorriso divertito nel vederlo tossire e battere i pugni sul tavolo, si diresse verso di lui mentre si asciugava le lacrime, facendo cenno a Ledah di non intervenire, arrivata vicino a lui gli disse con tono malizioso:

    "Allora, apprezzato il sangue di pipistrello?
    Se vuoi ti porto un bicchier d'acqua."


    Per poi dirgli con tono non apprensivo, ma quantomeno serio rispetto al solito malizioso di scherno:

    "Ti vedo stanco, ti consiglio d'andare a riposare, se non riesci a reggerti in piedi, ti aiuterò io."

    Anche ad un suo rifiuto, l'avrebbe seguito sino alla camera dove si era fatto la doccia, non poteva certo lasciare che il suo nuovo dipendente rotolasse giù per le scale, oltre a macchiargli le scale di sangue, cosa già di per se' piuttosto fastidiosa, le avrebbe creato l'inconveniente di doversi cercare un nuovo aiutante.

    [...]



    Ledah notò l'entusiasmo della ragazza all'idea di poter avere la possibilità d'entrare in accademia, la vita del ninja l'affascinava di sicuro, Ledah rimase impassibile a tutte quelle scene, si chiese se avrebbe mai potuto mostrare tanta vitalità tutt'assieme, lui che non riuscì nemmeno a dare una minima dimostrazione d'entusiasmo alla promozione a genin, le disse una volta che si fu' ricomposta un poco, esprimendo tra l'altro una certa fiducia in Ledah, definendolo tranquillo:

    "Bene, vedo che l'entusiasmo non ti manca, visto che oggi piove e dovrai passare la notte qui, mi farò dare da Nikaido un'altra stanza e cominceremo domani ai primi raggi dell'alba, così anche i tuoi vestiti saranno pronti, il bosco sarà un campo d'allenamento più che adeguato."

    Così Ledah finì la sua ultima ciotola di stufato di lucertola, giusto in tempo per sentir tossire il ragazzo vicino a loro, subito si voltò in quella direzione, ma già Nikaido era accorsa facendogli cenno di non intervenire, Ledah stette ad osservare la scena, alla fine, non sembrava niente di grave, la crisi passò quasi subito, forse aveva voluto provare quell'alcool dannatamente forte che distillava Nikaido, mai avrebbe invece voluto provarlo Ledah, il quale non reggeva bene nemmeno la bevanda meno alcolica del mondo, figurarsi quella bomba alcolica.
     
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  4. MiracleManu
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    Non ci volle molto dalla scenata di Kumanosuke con l'alcool perchè Nikaido apparisse, e l'ultima cosa che Kumanosuke voleva sentire era il tono di scherno che la locandiera teneva nei suoi confronti.

    CITAZIONE
    "Allora, apprezzato il sangue di pipistrello?
    Se vuoi ti porto un bicchier d'acqua."

    Il ragazzo scoccò una brutta occhiata a Nikaido, e l'alcool cominciava a pulsargli nella testa, infatti non era in grado di rispondere a tono.

    CITAZIONE
    "Ti vedo stanco, ti consiglio d'andare a riposare, se non riesci a reggerti in piedi, ti aiuterò io."

    Almeno questa volta Nikaido non si rivolse a Kumanosuke col solito tono malizioso, infatti le parlò con tono rispettoso. No, non ho bisogno di aiuto. Riesco a tenermi sulle mie gambe. Comunque penso che andrò a letto.
    Anche se un po' traballante, Kumanosuke riuscì a mantenersi in equlibrio, e prima di indirizzarsi per le scale si rivolse a Nikaido un ulteriore volta. Comunque per domani sono già disponibile a lavorare, comunque si metta in testa di non insultarmi in continuazione.
    Salì le scale molto lentamente, con un'andatura molto barcollante, e entrando nella sua camera, in preda agli effetti dell'alcool, non riuscì a chiudere bene la porta, lasciandola solo socchiusa. Dopo essere entrato Kumanosuke si buttò sul letto ancora vestito, ma sentì comunque qualcosa cadergli dalle tasche. Il... mio... flauto... di Pan. Lo strumento cadde, ma prima di addormentarsi, Kumanosuke riuscì comunque ad afferarlo, e quando chiuse gli occhi, si trovava a pancia in giù sul letto con una mano a penzoloni che stringeva uno strumento musicale.
     
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  5. Nikaido the Bloody
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    Nikaido era abbastanza sicura el rifiutodel ragazzo, almeno l'orgoglio per andarsene sulle sue gambe lo aveva, lo seguì deridendo fra se' e se' i suoi goffi tentativi di rimanere in equilibrio e di salire le scale, per poi rivolgersi a Nikaido:

    CITAZIONE
    Comunque per domani sono già disponibile a lavorare, comunque si metta in testa di non insultarmi in continuazione.

    Nikaido rispose soddisfatta:

    "Ti offendi per così poco?
    Ringrazia di non avermi vista veramente arrabbiata allora, avrei detto molto di peggio e sopratutto, non potresti camminare sulle tue gambe.
    E visto che dimostri così tanto entusiasmo per il nuovo lavoro, domani sveglia alle 6, ti mostrerò i tuoi compiti, se non sarai in piedi per le 6:15 verrò a tirarti giù dal letto a modo mio."


    Nikaido lasciò il ragazzo alla porta della sua camera, stava per andarsene quando udì qualcosa cadere a terra, diede un ochiata dallo spiraglio della porta e vide Kumanosuke vestito che stringeva un flauto di Pan, Nikaido chiuse la porta, non c'era più motivo di seguirlo visto che era sul letto ed andò invece da Ledah e da Kazue dicendogli con un tono abbastanza calmo mentre prendeva i piatti sporchi:

    "Ledah, adesso la cucina chiude, aspettate un secondo che vi porti il registro e poi andate a dormire, volevate svegliarvi presto per allenarvi no?"

    Sgomberò i tavoli e tornò con un grande registro rilegato di cuoio scuro con decorazioni in rame rapresentanti delle serpi, lo apri e prese una penna in linea col registro dall'inchiostro di un colore rosso sangue, chiese loro:

    "Due singole o una doppia?"

    Ledah si affrettò a dire di volere una singola, Nikaido sorrise nel vederlo in difficoltà e segnò le due singole, dopodichè disse loro:

    "Firmate qui e qui, poi sarete liberi d'andare, domattina pagherete la cena, il pernottamento e la colazione."

    Nikaido ripose il registro prima d'andare a lavare i piatti, mentre li lavava, ripensò ai lavori che avrebbe potuto affibbiare a Komanosuke, avrebbe prima di tutto insegnargli a servire ad i tavoli ed a pulire per bene le stoviglie, avendo poi quel flauto con se', avrebbe potuto utilizzarlo per intrattenere i clienti.
    Dopo quei primi lavori, avrebbe dovuto abituarlo al bosco ed alle sue prede, per nutrire gli animali doveva conoscerli e forse avrebbe potuto anche imparare a cucinare, la cosa si stava facendo interessante.
    Andò a letto per essere pronta a mettere in pratica tutte le idee elaborate poco prima tra la chiusura della locanda e la doccia calda, per Kumanosuke non sarebbe stata una bella giornata, avrebbe imparato sì, ma non sarebbe stata una bella giornata.
     
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  6. Nikaido the Bloody
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    La mattina seguente Nikaido si svegliò presto e diede la sveglia a Ledah che a sua volta, andò a svegliare garbatamente la propria allieva bussando alla porta, Nikaido preparò loro la colazione e consegno a Ledah una borsa con oggetti da lui richiesti, per poi farsi pagare e vederli uscire alla volta di un addestramento.
    A quel punto, era quasi ora che anche Kumanosuke si svegliasse, gli aveva scaldato una tazza di Latte di Lucertola di Tuono ed aveva messo vicino alla tazza il barattolo con dei biscotti verdi, composti dalle foglie di una pianta che ospita una colonia di bachi da seta che conferiscono loro un sapore aspro in contrapposizione a quello dolce della foglia e che si sposa meravigliosamente col latte di lucertola di tuono.

    CITAZIONE
    SE non fosse sceso in tempo, Nikaido avrebbe aperto la porta con una pedata e battuto con forza una mazza di legno su un piccolo, ma potente gong di bronzo, una sveglia sicuramente efficace, sopratutto se congiunta alle urla di Nikaido:

    "SVEGLIA MORTO DI SONNO!"

    A prescindere da questo, una volta che il ragazzo fosse sceso per la colazione lavato e vestito, Nikaido gli avrebbe detto:

    "Allora piccolo, per lavorare da me, dovrai apprendere il mestiere, quindi ti affiderò alcuni semplici esercizi, con l'apertura del Torneo potrebbe arrivare gente a prenotare, quindi potrebbe capitarmi di non poterti seguire pedissequamente, ma ti seguirò il più possibile.
    Per prima cosa, dovrai imparare a servire ai tavoli, quindi ti darò dei piatti con dei carichi d'allenamento, se cadranno non si romperanno, ma stà certo che se accadrà con un piatto vero la pagherai."


    Detto questo, si alzò e gli portò piatti e vassoi di diverse dimensioni, i piatti erano di metallo con il bordo smussato, dopodichè, dispose delle pietanze fatte con tela e cuciture, irrigidite al loro interno da cartone e ripiene di truciolato, simulava le forme di bicchieri e di svariate pietanze, Nikaido avrebbe detto poi a Kumanosuke:

    "Bene, dovrai portare le pietanze ai tavoli, ti dirò cosa portare e dove portarle, dal momento che ti sei appena svegliato cominciamo con qualcosa di leggero, quindi un paio d'ore dovrebbero essere più che sufficenti ad imparare, dopodichè, starai con me in cucina, fortunatamente abbiamo ancora delle scorte, quindi non usciremo oggi, ora comincia pure coi piatti!"

    Con quella frase iniziava ufficialmente l'addestramento come assistente, Nikaido gli indicò i piatti ed i tavoli per un paio d'ore.
    (OT/Deciderai tu quanto entrare nello specifico ed i piatti con i tavoli, dopo le due ore nikaido ti dirà come sei andato, non occorre mostrare ogni singolo piatto, basta capire come procede dall'inizio alla fine, anche tramite due o tre viaggi/OT)

    Dopo i piatti, verso le 8:30 toccò alle gabbie, Nikaido disse a Kumanosuke:

    "Ora, ti mostrerò un altro dei tuoi compiti, seguimi."

    E Nikaido lo scortò alla botola sotto il bancone, di fronte a Kumanosuke, si sarebbero viste molte gabbie piene di animali dei più svariati tipi, vi erano voliere per i rapaci otesi e persino gabbie per le lucertole di tuono, Nikaido si voltò verso Kumanosuke e gli disse:

    "Questi sono i frutti della mia caccia, le gabbie vanno mantenute pulite e gli animali pure, vanno individuati gli esemplari malati ed in caso eliminati, ovviamente andranno nutriti, gli avanzi in genere vanno benissimo, adesso entreremo nelle gabbie e cureremo ogni animale."

    Nikaido prese gli avanzi e li poggiò di fronte alla gabbia dei rapaci otesi, Nikaido disse a Kumanosuke:

    "Allora, adesso darò da mangiare ai rapaci, come vedi sono belli grossi, ma troveranno la carne di lucertola di tuono più appetitosa di te, limitati a rovesciare la vasca dell'acqua, finirà sotto la gronda ed apri il rubinetto, in una decina di minuti sarà piena d'acqua pulita, poi esci, non temere, farò in modo che non ti attacchino."

    Cambiata l'acqua nella voliera, Nikaido si diresse verso la teca con i ragni, prese un secchio pieno d'insetti giganti e glielo buttò direttamente nella gabbia, non necessitavano di molte cure e gli ultimi inquilini erano stati cucinati non molto tempo prima, il tempo di ripulire la teca dalle ragnatele e fu' pronta pr gli attuali ospiti.

    A quel punto, decise di pasarealla gabbia delle scimmie, disse a Kumanosuke:

    "Sono molto dispettose, peccato che non sappiano che fine faranno i loro cervellini, aiutami a tirargli dentro queste banane."

    E gli indicò una cesta piena di banane, le tirò dentro una ad una, sparpagliate, per evitare che una scimmina ne avesse troppe per se'.

    a quel punto, toccava dare una strigliata alle lucertole di tuono, erano presenti un paio d'esemplari, lunghi circa 5 metri, dall'aspetto simile agli antichi Stegosauri, Nikaido disse a Kumanosuke passandogli uno scopettone:

    "Questi vanno puliti con tanto olio di gomito, prendo gli esemplari piccoli per questioni di spazio e perchè mantenerli e pulirli mi costerebbe troppo, oltre al fatto che troppa carne tutta insieme non la mangia nessuno, ottimi come nutrimento per le altre razze, adesso che non mangiano, sono tranquilli e non avranno problemi a farsi lavare, basta che tu non li infastidisca e non ti arrostiranno con una scossa."

    Nikaido passò con decisione lo sopettone sulle squame verdi di uno dei due bestioni, lasciando a Kumanosuke il secondo, quello un po' più piccolo, gli animali sembravano rilassarsi piacevolmente al passaggio dello scopettone, dopo aver divorato gli ortaggi presenti nell'enorme mangiatoia.

    Se tutto si fosse svolto senza problemi, Nikaido e Kumanosuke sarebbero stati fuori dalla botola verso le 11:10, Nikaido disse a Komanosuke di darsi una lavata, quelle pulizie nelle gabbie non erano il massimo e Nikaido dal conto suo, si diresse nella propria camera per farsi un bagno caldo.
    Verso le 12:30 avrebbe servito il pranzo, avendo molti rapaci si servì di un arrosto di quest'ultimi, mentre a Komanosuke aveva chiesto cosa volesse.
    Nikaido disse a Komanosuke:

    "Impara a mangiare rapidamente, in questo modo potrai tornare rapidamente al lavoro e non farai attendere i clienti, dalle 13 in poi cominciano ad arrivare per il pranzo."

    Finito di mangiare, sparecchiò e si preparò a pulire i piatti, disse a Kumanosuke:

    "Se arrivano dei clienti avvisa dopo averli fatti accomodare ed aver preso le loro ordinazioni."

    [OT/Ho postato due volte con Nikaido perchè Yoriuku al momento non può postare, mando avanti la giocata con MiracleManu che ha aspettato fin troppo direi/OT]
     
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  7. MiracleManu
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    Kumanosuke era sveglio, ma non voleva proprio saperne di alzarsi dal letto, sopprattutto per la presenza di Nikaido, la locandiera che ieri lo maltrattò peggio di una bestia. In quel momenti di completo rilassamento, Kumanosuke ripensava alla sua vita. Una vita sempre da solo, l'incapacità di prendere decisioni, il fatto di aver perso scontri con altri ninja, o più recentemente il fatto di essere stato bocciato all'esame genin.
    Una piccola sensazione di depressione cominciava ad avvolgere il ragazzo, se non fosse che Kumanosuke avvertì la presenza di qualcuno che stava per entrare nella propria stanza. Il ragazzo era con il volto sul cuscino, e l'ultima cosa che voleva fare era girarsi per vedere chi fosse. I passi si facevano sempre più vicini e pesanti, infatti dopo qualche secondo la porta della sua stanza venne completamente spalancata, mentre Nikaido dava a suo modo la sveglia al povero Kumanosuke con un piccolo gong.

    CITAZIONE
    "SVEGLIA MORTO DI SONNO!"

    Il rumore fu assordante, e Kumanosuke non poteva più fingere di dormire, quindi, molto infastidito, si alzò dal letto, giusto per vedere Nikaido scendere le scale. Già con un espressione di fastidio dipinta sul volto Kumanosuke si diresse in bagno, dove dopo una doccia fredda per rinfrescarsi le idee, scese le scale per raggiungere la mensa.
    La colazione, anche se ottima, andò comunque di traverso a Kumanosuke, che proprio non riusciva a darsi pace per il modo in cui Nikaido lo trattava, e per tutto il resto.
    Non ebbe neanche il tempo di finire di mangiare che già la locandiera cominciò a tartassarlo.

    CITAZIONE
    "Allora piccolo, per lavorare da me, dovrai apprendere il mestiere, quindi ti affiderò alcuni semplici esercizi, con l'apertura del Torneo potrebbe arrivare gente a prenotare, quindi potrebbe capitarmi di non poterti seguire pedissequamente, ma ti seguirò il più possibile.
    Per prima cosa, dovrai imparare a servire ai tavoli, quindi ti darò dei piatti con dei carichi d'allenamento, se cadranno non si romperanno, ma stà certo che se accadrà con un piatto vero la pagherai."

    Altri ordini. Tutti lo costringevano a fare cose che magari lui non voleva. Non poteva prendere una decisione da sè. Ma ogni volta che lo faceva era una scelta sbagliata.
    Perchè sono così.
    E ora, vedersi quei finti piatti che Nikaido lo costringeva a dover portare, facevano crescere in lui la voglia di voler capire se fosse in grado di soppravvivere da solo con le proprie forze, senza che nessuno gli dica cosa fare.
    Quei piatti se li può anche tenere.
    L'espressione di Kumanosuke si era fatta seria come non mai.
    Le dimostrerò che sono capace di esserle più utile anzichè mettermi a fare il cameriere.
    Come scusa poteva sembrar infantile, ma Nikaido non poteva immaginare il tormento emotivo all'interno del ragazzo. Kumanosuke voleva assolutamente capire di cos'era in grado di fare.
    Ritornerò qui con una bestia che caccerò nel bosco, e sarà un animale che lei non avrà mai visto.
    Detto questo Kumanosuke camminò tranquillamente verso la porta, ma una volta all'esterno della locanda, una volta fuori, cominciò a correre come un forsennato verso il folto del bosco, addentrandosi sempre di più nelle zone sconosciute del Bosco dei Sussurri.
    Dopo una mezz'ora di corsa Kumanosuke si fermò. Aveva il fiatone, ma doveva assolutamente trovare una preda da poter eliminare. Dopo altri dieci minuti in cui si inoltrò ulteriormente nel bosco, il ragazzo vide finalmente quella che sarebbe stata la sua vittima.
    A prima vista sembrava un cucciolo di orso, ma il muso a forma di lupo e le lunghe zanne a sciabola che aveva lo rendevano una specie mai vista. Anche se cucciolo, l'animale era grande già un metro e mezzo, ma la pericolosità dll'animale non sembrava spaventare Kumanosuke.
    Sei mio, bello.
    Dopo aver afferrato un kunai, il ragazzo si buttò contro l'animale, che dimostrò dei riflessi velocissimi in confronto alla sua mole. Il kunai andò a colpire l'aria mentre il cucciolo evitava il colpo, e poi si mise a ringhiare minacciosamente verso colui che lo stava attaccando.
    Purtroppo Kumanosuke aveva perso il senno della ragione, perchè si buttò nuovamente contro l'animale, e questa voltà riusci a lasciare il segno di una ferita lungo una spalla della bestia. Questa, dopo aver capito di essere stata ferita, lanciò un lungo ruggito di rabbia, che risuonò per tutto il bosco.
    A quel punto un'ombra comparve dal folto: era un altro di quei strani orsi, solo più grande, probabilmente la mamma del cucciolo.
    Ho abbastanza energie anche per te.
    Dagli occhi del ragazzo si poteva capire come fosse disperato, anche se non lo dava a vedere. Dopo qualche secondo Kumanosuke utilizzò tutto l'armamentario di cui disponeva, lanciando lla cieca kunai shuriken e spiedi. Alcuni di essi colpirono la madre-orso, ma le armi non lasciarono che qualche piccolissimo taglio.
    Ormai indifeso, Kumanosuke cominciò a capire il proprio errore, ma ormai era roppo tardi. La madre si scagliò contro di lui, ma Kumanosuke riuscì a schivarla buttandosi di lato. Non ebbe neanche il tempo di alzarsi che sentì la gamba sinistra dilaniarsi. Appena guardò in direzione del dolore, trovò il cucciolo che lo fissava con aria animalesca, tenendo ben serrate le fauci attorno alla gamba. Kumanosuke capì. La madre si avvicinava lentamente, mentre preparava una zampata letale con gli artigli affilati. In quel momento Kumanosuke cominciò a ridere.
    Sono proprio un idiota padre. Avevi ragione tu.
    Al momento della zampata che gli squartò il ventre, Kumanosuke sorrideva. Anche guardare il sangue e gli organi che fuoriuscivano dal suo corpo lo lasciò indifferente, ormai era morto. Kumanosuke chiuse gli occhi, per non aprirli mai più.


    //OT E così il mio PG morì. Mi scuso nuovamente con Ledah per il tempo che gli ho fatto perdere.OT//
     
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  8. Nikaido the Bloody
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    CITAZIONE
    Quei piatti se li può anche tenere.

    Nikaido storse il sopracciglio a quella risposta e la sua bile crebbe mentre il ragazzo parlava:

    CITAZIONE
    Le dimostrerò che sono capace di esserle più utile anzichè mettermi a fare il cameriere.

    Ritornerò qui con una bestia che caccerò nel bosco, e sarà un animale che lei non avrà mai visto.

    Nikaido era furente, mai il ragazzo le era sembrato tanto idiota, gli urlò mentre andava via:

    "Idiota!
    Otterrai solo di tornare qui inseguito da un qualche animale dei paraggi piagnucolando per aver salva la vita!"


    Nikaido lo lasciò andare, mettendo via il necessario per l'addestramento di Kumanosuke in modo da non perdere del tutto le staffe e sbollire un poco la rabbia per l'ingratitudine e l'idiozia del ragazzo, se lo aveva preso con lei non era certo perchè avesse bisogno di aiuto nella caccia, ma peraiutarla nella locanda.
    Tuttavia, dopo una ventina di minuti la rabbia fu' sbollita, forse l'idiota rischiava di farsi veramente male, se si fosse addentrato troppo in là nella foresta, non sarebbe potuto tornare indietro, si sarebbe perso, o avrebbe incontrato qualche bestia pericolosa, Nikaido sperava che Kumanosuke non fosse tanto folle da varcare il recinto del territorio della locanda, era considerabile come un punto di non ritorno, era meglio andare a cercarlo.

    Nikaido fischiò ed accorse ai suoi ordini un grosso cane, snello e dal fiuto infallibile, lei lo seguì lungo la scia odorosa del ragazzo, anche Nikaido aveva un olfatto molto sviluppato, ma in mezzo agli odori del bosco, quello del canide era sicuramente più adeguato, dopo 5 minuti, passò la rete di cinta, il ragazzo ci aveva messo sicuramente una decina di minuti, forse avrebbe potuto riprenderlo, proseguì sulle tracce del ragazzo per altri 10 minuti, arrivando nel punto dove si era fermato a riprendere fiato, solo cinque minuti la separavano dalla scena che avrebbe voluto evitare, il ragazzo era sanguinante sotto le grinfie di alcuni dei feroci incroci di Orochimaru, orsi dotati di teste lupesche dai grandi denti a sciabola, ne aveva affrontati alcuni, ma erano rari, il ragazzo senza volerlo era incappato in due prede piuttosto rare, sembrava quasi un segno del destino, ma non c'era tempo per riflettere, il ragazzo poteva essere ancora vivo.

    Nikaido estrasse le sue fide Katar e rapida, eseguì una sua personalissima tecnica in direzione del cucciolo, sempre meglio levarsi di torno gli avversari più deboli per poter affrontare al meglio quello più pericoloso:

    CITAZIONE
    Fendente Sonico [Personale]Tipo: Taijutsu
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna
    Concentrando una gran quantità di chakra in uno strumento metallico che abbia la forma di una spada o di un pugnale (Anche i potenziamenti da corpo a corpo valgono), sarà possibile fendere non solo l'aria con il corpo fisico della lama, ma anche i suoni che a loro volta creeranno una fenditura nell'aria e porteranno lungo qella rotta una capacità tagliente piuttosto elevata anche se non pari a quella del fendente.
    Il colpo sarà tutt'altro che silenzioso e si sentirà un forte sibilo abbastanza fastidioso che svelerà a tutti gli esseri a portata d'orecchio la presenza della lama di suono che procederà nella direzione del fendente della lama a seconda delle dimensioni della lama.

    Lame grandi come un Aikuchi: potenza 10, raggio 2,50 metri
    Lame grandi come una Wakizashi: potenza 15, raggio 5 metri
    Lame grandi come una Katana: potenza 30, raggio 10 metri
    Lame grandi come una Tagliateste: 50, raggio 20 metri

    Nelle dimensioni della lama, viene considerato anche un eventuale utilizzo di tecniche come le lame di chakra

    (Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto)

    Il fendente lanciato con la katar decapitò il cucciolo, la madre non perse tempo a reagire abbandonando il corpo di Kumanosuke, Nikaido ebbe gioco facile, avvicinandosi rapidamente alla bestia, le conficcò la katar nel cuore allungandola con il chakra di ben 50 cm, proprio nel momento in cui la bestia si era spoperta per lanciare il proprio attacco, mentre la fiera crollava a terra, Nikaido si avvicinò al ragazzo.

    Il sangue che aveva perso si era unito a quella degli animali, aveva fuori posto una buona parte d'intestino, Nikaido non poteva fare nulla per lui, gli pose una mano sul collo, era morto.
    Nikaido lo prese delicatamente in braccio senza curarsi del sangue che andava a macchiare i suoi abiti, guardò l'espressione sorridente del ragazzo, con un tono di voce basso gli disse:

    "Mi chiedo che cosa tu abbia da sorridere, non posso certo tenere con me un cameriere con le budella di fuori, adesso ti porto in un posto più adatto ad uno che non sa' valutare il pericolo, ne ho conosciuti d'idioti, non crederti l'unico pertanto e ricorda che mi devi un abito nuovo e la perdita di un giorno di lavoro, quando sarà il momento te ne verrò a rendere conto.
    Spero almeno che ci sia qualcuno disposto a darti una degna sepoltura, altrimenti dovrò mettere sul tuo conto anche quello."


    E si diresse così verso l'ospedale, pertanto, per quel giorno il locale restò chiuso.
     
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  9. Diheki Tabako
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    Cos'è necessario per effettuare una buona fuga? Riposo, buon cibo e qualche dolce ricordo che ti possa essere d'aiuto nei momenti di sconforto.
    Quel giorno, proprio prima di oltrepassare un Gate del villaggio, considerò ottima l'idea di cercare nel villaggio qualcosa che lo potesse sorprendere.
    Passeggiando a lunghi, sebbene lenti, passi, non ci mise molto tempo a scoprire e percorrere le numerose viuzze di quell'ameno villaggio, ma non sapeva che per completare quella piacevole camminata avrebbe dovuto proseguire attraverso la più pericolosa Foresta dell'intero paese.
    In un breve istante di riposo, Diheki era seduto su di una roccia ben levigata, posta al limitare di un sottile sentiero, il quale pareva allontanarsi dal villaggio indirizzato altrove.
    Inspirando a pieni polmoni una boccata di denso fumo, provato dal pomeriggio di cammino, stava contemplando un simpatico volantino lì vicino, recante la scritta "Hungry Bug".


    Che cazzo vorrà mai dire?


    Si chiese dubbioso il titanico omaccione, mentre ancora una volta avvicinava la piccola sigaretta accesa alle labbra sottili; si guardò attorno, constatando la presenza di altri manifesti di simile fattura.
    Volgendo dapprima uno sguardo al cielo, coperto da nuvole plumbee cariche di pioggia, considerò necessario allontanarsi, per trovare un tetto sotto il quale nascondersi dalla pioggia, e quell'Hungry Bug, qualunque cosa fosse, gli sembrava il posto migliore per allontanarsi da quel tempaccio.

    ...


    Quando gli edifici del villaggio andavano via via diradandosi, così come la natura selvaggia prendeva il sopravvento, agli occhietti di Diheki apparve una visione paradisiaca: L'Hungry Bug.
    Quel giardino colmo di vegetali d'ogni tipo, protetto da un pesante cancello metallico cosparso di punte furenti e accerchiato da alte sbarre all'apparenza invalicabili, presentava tanto velenose piante selvagge e grossi cactus semoventi quanto funghi titanici e fiori pollinosi.
    Più in basso, coperto dalle grosse foglie di una palma con strani frutti oblunghi, c'era un piccolo edificio ancora più attraente di quanto avesse potuto vedere fino ad allora.
    Dapprima aprì il cancello con un notevole sforzo, ben attento a non ferirsi le mani, poi attraversò un percorso in terra battuta, porgendo la massima attenzione a discostare liane, radici, rami e foglie che sbarravano il passaggio.


    Ecco l'ingresso.


    Considerò prontamente, giunto così vicino all'edificio da potersi considerare in "salvo".
    Peccato che allora non potesse ancora prepararsi a quello che sarebbe, nel bene e nel male, successo in seguito.
    Quell'edificio orientale, cosparso di Edera e statue spaventose, era un primo ingresso per l'inferno: la porta d'ingresso, recante disegni di serpi aggrovigliate, ne era la prova tangibile.
    Spinse con forza la porta, aprendola, ma quello che vide fu ancora più sorprendente.
    L'ambiente era illuminato da candele verdi, illuminando alcuni animali impagliati di un inquietante alone verdognolo, così come alcuni oggetti dell'origine dubbiosa.
    Diheki mosse stranito alcuni passi nell'Atrio, guardandosi attorno come un bimbo nel paese dei balocchi.
    Cuori alle pareti, teschi incatenati al pavimento e pendenti dal soffitto, occhi infissi in incavi qua e là.
    Si avverò un suo sogno: Quel posto gli piacque così tanto da sembrargli impossibile che esistesse davvero.
    Peccato che, dietro al bancone, non ci fosse nessuno.
    Squadrò l'ambiente, cercando qualcuno che potesse rispondere alla sua necessità di cibo, ma non gli parve di veder nessuno.
    Appena aprì bocca con l'intenzione di farsi notare, un bagliore lo zittì, accompagnato immediatamente da un fragoroso boato.
    Quel fulmine illuminò addirittura l'interno della locanda: le nuvole erano stanche di trattenere tutta quell'acqua, la pioggia iniziò a discendere copiosa.
    Boccheggiò un ultima volta quella sigaretta di prima, oramai solo un mozzicone, gettandosela alle spalle.
    Poi, sperando di non essere zittito ancora da eventi naturali, gridò.


    Hey, di Là! C'è qualcuno?

     
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  10. Delmut
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    Finalmente dopo una lunga giornata di cammino giunsi al una locanda. Era gia stato in quel loco e devo dire che ero rimasto stupefatto quando la cameriera mi mostrò l'ultima volta il menu ma ne era passato di tempo e speravo questa volta che sarei stato più fortunato. Entrato nel locale notai un ragazzo che cominciò a gridare se ci fosse qualcuno nel locale.

    - La solita disorganizzazione di Oto -

    pensai rassegnato, lentamente mi avvicinai al bancone e mi sedetti. Il cappuccio bagnato fradicio gocciolava ininterrotamente sul bancone ma avrei preferito non dover togliere cappuccio e mantello per non dover rivelare il mio villaggio di appartenenza La discrezione in un villaggio straniero era una cosa fondamentale per sopravvivere anche se questa volta sarei stato armato e in casi eccezzionali avrei potuto ricorrere alla a abilita innata.


    SPOILER (click to view)
    OT se vi va di GDRarese fate pure , se volete attaccate a discute con mio PG va bene(discussioni amikevoli, no vojo fare risse XD )
     
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  11. Nikaido the Bloody
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    Nikaido era partita in caccia prima che il diluvio la cogliesse, erano state giornate assai piovose e con i nuvoloni ancora fermi nel cielo, era prevedibile che piovesse nuovamente, quasi che il cielo piangesse lacrime per un idiota che si era fatto ammazzare il giorno prima.

    Bagnata fradicia, Nikaido si affacciò alla porta principale trascinandosi dietro una lucertola di due metri, simile ad un camaleonte bipede, era morta ed il colore delle sue squame era ora di un grigio spento, la testa giaceva in una posizione innaturale, sinonimo del fatto che il suo collo fosse stato spezzato.
    Gli abiti di Nikaido, che di per se' lasciavano poco alla fantasia, ora aderivano al suo corpo formoso per via dell'acqua, Nikaido si volse verso il gigante che attendeva nell'atrio chiedendogli con un tono autoritario e leggermente sorpreso, non aspettandosi nessuno nel locale:

    "E tu da dove spunti?
    Lo sai cosa significa una porta chiusa vero?!
    Spero che almeno tu sia un cliente e se non altro, constato con piacere che non mi hai inzuppato il pavimento."


    Ma guardando il pavimento, notò una scia d'acqua piovana che portava invece ad un tappetto seduto al bancone, al quale la locandiera urlò:

    "EHI TAPPETTO!
    Lo sai che prima di entrare sarebbe il caso di levarsi il mantello zuppo di pioggia e pulirsi le scarpe sullo zerbino?!
    Vieni subito qui seguendo il fiumiciatolo che hai tracciato e poggia il tuo mantello sull'appendiabiti, poi fai come faccio io e pulisciti le scarpe!"


    E Nikaido cominciò a pulirsi le scarpe sullo zerbino, osservando in cagnesco il ragazzino col mantello.
    Una volta che il ragazzino si fosse tolto il mantello, lo avrebbe riconosciuto come un suo precedente ospite, avvicinando il suo volto a quello del foglioso, senza badare eccessivamente alla scollatura dei propri abiti zuppi, avrebbe detto sarcastica:

    "Ancora tu!
    Lo sai che comincio ad odiare quelli del vostro villaggio?"


    Per poi premere uno dei teschietti lì vicino, attivando un dispositivo che fece uscire fuori dal muro una pezzetta viola abbastanza grande con le iniziali del locale, la porse al ragazzino e con un tono che non ammetteva repliche gli disse:

    "Ora, asciuga quel fiumiciattolo con questa, non vorrei che altri clienti c'inciampassero sopra per colpa tua e bada bene che se non asciugherai l'acqua, ad essa si aggiungerà il tuo sangue!"

    Una volta che avesse cominciato a pulire, Nikaido avrebbe tirato uno dei candelabri lì vicino, il quale fece uscire un accappatoio che Nikaido indossò e con il quale si diede una rapida asciugata cercando anche di scaldandosi un poco, in quel momento avrebbe fatto volentieri un bagno caldo, ma prima c'era da portar dentro quel lucertolone e poi da servire i clienti, con i capelli ancora arruffati, disse al gigante:

    "Colosso!
    Dammi una mano a portare questo lucertolone in cucina senza che bagni tutto il pavimento!"


    Anche in questo caso, non avrebbe ammesso repliche, o almeno, era sicura che dopo aver chiesto "gentilmente", le sarebbero rimaste solo le maniere forti.

    Una volta portata la lucertola dentro la cucina, si sarebbe seduta al bancone ed avrebbe chiesto con un tono meno scontroso, continuando ad asciugare il proprio corpo con l'accappatoio viola, pur non entrando in dettagli come l'incavo dei seni:

    "Bene, ora che siamo tutti dentro e che non c'è più una traccia d'acqua per terra, ditemi cosa ci fate nel locale, tu colosso dovresti dirmi il tuo nome, tu invece tappetto, dovresti ricordarmelo, non posso riprendere il registro per sapere come ti chiami, per vostra informazione, potrete chiamarmi Nikaido."

    SPOILER (click to view)
    OT/Ovviamente, potete non seguire le sue indicazioni, ma come avrete capito, odia essere contradetta! XD/OT
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Bussarono sull'uscio, prima di aprire lentamente la porta.

    E' permesso? Si udì, poco prima che una testa castana facesse capolino all'interno del locale. Arrivare lì era stato abbastanza facile..dopotutto conosceva il bosco, anche con la pioggia..ma il posto metteva una tetra angoscia.

    Ecco..sono Febh Yakushi. Disse, entrando. Era un ragazzo sul metro e settanta, in abiti piuttosto ordinari (calzoni neri, maglia nera a maniche corte con la nota di oto, una sacca porta armi legata alla coscia, il coprifronte sul braccio) e con un sacco di tela appresso. Aveva lasciato fuori il panno conduttore del chakra, usato come mantello sotto l'acqua scrosciante

    So che sembrerà strano...ma dovrei acquistare della roba...bizzarra...ecco..

    Non avanzò, aveva ancora i piedi sporchi, anche se l'interno non era esattamente uno specchio..perlomeno vicino all'ingresso.
     
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  13. Diheki Tabako
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    Ma che visione paradisiaca!
    Per quanto sia difficile che Diheki si disinteressi ad una offesa, celata o meno, quella volta tentò di soprassedere.
    Deglutì, sbarrando gli occhi.
    Da quando era giunto lì al villaggio non avea ancora visto nessuno che fosse tanto anziano da avere la sua età, sebbene Diheki si ritenesse molto giovane.
    L'età media degli Shinobi è bassa, ma quella bellezza non poteva che avere una ventina d'anni.
    Tentò di risponderle, aprendo bocca, ma gli uscirono solo poche parole, spezzate da un sordo colpo di tosse.


    Oh, S-si. So cosa vuol dire una porta chiusa.
    Ch-chiedo scusa, non volevo disturbar...


    Sentì le repliche, i commenti negativi: solo allora si accorse dell'acqua sul suolo della locanda.
    Indispettito, sfilò un telo logoro dalla sacca, che talvolta usava come tramite per occultarsi alla vista, s'inginocchio subito a terra, alzandosi le lunghe maniche fino al gomito.


    Quel marmocchio non lavorerà mai bene quanto me.
    Ci penso io, che non sono distratto e incapace come lui.


    Sottolineò quest'ultima parola, con un poderoso movimento delle braccia.
    Strofinò velocemente lo straccio sul pavimento zuppo, che in pochi minuti si ripulì quasi del tutto.
    L'unica breve pausa che si prese, fu per osservare compiaciuto la donna.
    Quei suoi modi bruschi, quel suo corpo longilineo, quelle vesti...
    Temeva che non avrebbe più visto una donna simile: così attraente, così forte.

    Al sentir la parola "Colosso" si voltò.
    Di solito avrebbe pestato quell'incauto che avesse avuto il coraggio di chiamarlo con un simile aggettivo, ma quella volta si sentì onorato.
    Alle donne piacciono gli uomini grandi, no?
    Fece un cenno di assenso: s'alzò da terra, per poi spalancare il portone con una sola spinta delle braccia.
    E lo vide.

    Un'immensa lucertola, squamata.
    Le zampe grandi come un cane di media taglia, con grossi artigli affilati come coltelli.
    La coda lunghissima, robusta, appoggiata a terra senza vita.
    Il torso, coperto di scaglie e puntuto sul dorso, era grande come quello di un grosso albero.
    Dalla bocca, un orifizio spaventoso, spuntavano solo zanne acuminate e una lingua, di un blu acceso.
    Ogniqualvolta una goccia di pioggia osasse poggiarsi su quella carogna, una scossa elettrica guizzava da alcune sacche sul collo, fino a raggiungere l'area umida.
    Forse non nell'immediato, ma molto tempo dopo l'avrebbe riconosciuta come un grosso esemplare di "Lucertola del Tuono".
    Una creatura terribile, soprattutto per gli esemplari di grossa taglia, che ispirò in passato Ninja utilizzatori di potenti Raiton.


    Ehm, questa cosa è fradicia.
    Non c'è per caso un ingresso dal retro? Così non bagnerei proprio nulla.


    Qualunque risposta avesse ricevuto, avrebbe trascinato, con grande sforzo, il rettile, trascinandolo per la coda.
    Nel qual caso avesse dovuto passare per il corridoio, avrebbe tentato di asciugare il più possibile le scaglie, che, per quanto fossero permeabili, erano avvolte da una patina di liquido.
    Altrimenti, si sarebbe limitato a condurre l'animale, attraversando se necessario un tratto di quella selva pericolosa, fino alla cucina per un'altra porta.
    Diheki era stremato, stanco, sudato e, forse, un poco elettrizzato dalle scosse rimaste sul corpo defunto del Lucertolone.
    Questa volta, anche lui era bagnato, perciò prestò attenzione a pulire i propri piedi e gli abiti prima di entrare ancora nell'edificio.
    Si avvicinò al bancone, poggiando entrambi i gomiti sulla superficie lignea.


    Sono Diheki Tabako. Potrai anche chiamarmi solo Diheki, o "Heki", se vorrai.
    Nikaido? E' proprio un bel nome.
    Comunque, ero venuto qui per curiosare, ma ora una stanza la prenderei volen...


    Sentì bussare.
    Quel fastidioso "Toc Toc" interruppe il suo pietoso discorso: non era mai stato bravo con le ragazze, per quanto volesse affermare il contrario.
    Guardò indietro, vedendo un altro ragazzo fare il suo ingresso.
    Non se ne interessò minimamente.
    Per il momento reputava di massimo interesse solo la donna che aveva innanzi.
     
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  14. Delmut
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    Il mio tentativo di rimanere in incognita falli miseramente infatti la ragazza che gestiva il locale comincio subito a sbraitarmi contro.
    CITAZIONE
    "EHI TAPPETTO!
    Lo sai che prima di entrare sarebbe il caso di levarsi il mantello zuppo di pioggia e pulirsi le scarpe sullo zerbino?!
    Vieni subito qui seguendo il fiumiciatolo che hai tracciato e poggia il tuo mantello sull'appendiabiti, poi fai come faccio io e pulisciti le scarpe!"

    lentamente mi avviai all'ingresso e appoggiai il mantello al porta abiti rivelando il mio volto. Capelli biondi e occhi azzurri sarebbero stato mostrati ai due che lo credevano un marmocchio solo per i suoi 14 anni anche se i suoi 175 centrimetri di altezza li contraddicevano. Nikaido fece per lanciarmi una pezzetta per pulire per terra ma il tizio che era entrato prima di me per farsi bello decise di pulire lui.

    - meglio cosi , almeno non ho dovuto sgobbare -

    pensai mentre mi pulivo le scarpe. quando ebbi finito mi diressi al bancone e Nikaido ci chiese il nome. Il tizio prima di me si chiamava Diheki e non sembrava essere molto inteliggente a sentire i discorsi che faceva. Quando ebbe finito mi feci avanti e cominciai a parlare.

    << Il mio nome è Taka Jyakushin del villaggio della foglia, mi servirebbe una stanza per tutta la durata del torneo se è disponibile. Grazie >>

    Subito dopo qualcuno bussò alla porta e comparve un ragazzo che sembrava avere qualche anno più di me che si presentò col nome di Febh yakushi.

    - Se percaso fosse riuscito a risvegliare la sua abilita raccogliere informazioni su di essa non sarebbe male -



     
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  15. Kamuro Yamazaki
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    Dopo essere entrato all'interno del villaggio, Kamuro si incamminò verso il bosco, cercando la locanda indicatagli da Shinodari, per trovare una stanza e potersi rifocillare.

    << Sto villaggio è strano un bosco all'interno,, cosa mai ci troveranno di così interessante i vari shinobi per tradire i propi villaggi?
    Dovevo girare a destra, o a sinistra? ma non mi ricordo. >>


    Era impegnato nel ricordarsi le indicazioni di Shinodari, quando camminando tra un'albero e l'altro, gli apparì davanti una locanda.

    << Chi sa che sta facendo quell'idiota di Jotaro!
    Ma io intanto ne approfitto e vado a mangiare qualcosa in quella locanda, sarà quella che mi ha indicato Shinodari? ba chi si ricorda, ho così talmente fame che a malappena mi ricordo di camminare. >>


    La porta con un piccolo cigolìo si aprì, l'umidità esterna aveva dato un po' di fastidio ai cardini. Accompagnando la porta Kamuro entrò nella locanda. I suoi occhi guizzavano a destra ed a sinistra osservando quel luogo che al Jinchuriiki appariva nuovo, una volta entrato chiuse la porta della locanda accompagnandola e poi si sedè di fronte al bancone.

    << Vorrei del Sakè e qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti, inoltre vorrei sapere se avete delle stanze in cui pernottare, datoc he mi fermerò un paio di giorni.

    E mentre con la mano destra si grattava poco sotto il mento, pose la sinistra sul bancone per poi guardarsi intorno mentre attendeva una risposta della locandiera.
    Accorgendosi di una figura a lui consociuta di vecchia data.

    << Bene bene, guarda un po chi si vede, il vecchio Febh, e da molto che non vedevo la tua faccia, mi sono dovuto spingere fino a Oto per poterti rincontrare.
    Allora che mi racconti? posso offrirti qualcosa, così da ricordare assieme i vecchi tempi? >>


    Edited by Kamuro Yamazaki - 28/2/2008, 17:32
     
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