L'Arena

[Ambientazione]

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    L'Arena, dove gli shinobi si addestrano e si confrontano


    Descrizione dell' arena


    L' arena è stata edificata all' interno del Bosco dei Sussurri, ai tempi del primo Torneo intervillaggio di Oto.
    Vi si accede attraverso un sentiero che si tiene a debita distanza dalle mura esterne del villaggio

    image

    Di forma circolare è dotata di tre ampie tribune per poter ospitare non solo gli abitanti di Oto.
    La tribuna centrale è riservata ai Kage e ai dignitari di alto rango quali amministratori e consiglieri, e naturalmente ad un ristretto numero di shinobi incaricati di vegliare sulla loro sicurezza.

    Il terreno preposto per gli scontri o gli allenamaenti, è circondato da alte mura che delimitano una parte della radura su cui sorge l'arena costituita da cespugli e rampicanti.

    Nei piani sottostanti le tribune laterali, si trova una parte abitativa dove gli shinobi possono riposare. Una zona abitativa è però ad accesso ristretto e collegata a telecamere di sorveglianza e fu costruita per far alloggiare all'epoca i partecipanti del primo Torneo del villaggio.


    Nota informativa:

    I giocatori possono aprire nel Bosco dei Sussurri topic di gdr riguardanti scontri tra pg oppure addestramenti effettuati nell'arena.
    Basta che, all'atto dell'apertura, nella descizione sotto il titolo mettano la dicitura: L'Arena

    Edited by Shinodari Jaku Kazekumo - 6/4/2010, 20:36
     
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    Il Secondo Torneo di Oto

    Incontro ai Vertici



    Tre anni prima, la morte ed il dolore avevano intriso con i loro echi le mura dell’arena.

    Ancora oggi un’atmosfera opprimente alberga nei locali interni della struttura.
    La zona abitativa, che ospitò tre anni prima i partecipanti, è rimasta come allora, come se vi dimorassero gli spiriti di coloro che persero la vita nelle cruente prove ideate per designare i quattro guardiani dei gate.

    Entro pochi giorni un nuovo Torneo aprirà i battenti, nuove prove attenderanno i partecipanti.
    Quattro nuovi guardiani prenderanno il posto di quelli precedenti se riusciranno ad uscire vincitori dalle sfide ideate appositamente per saggiare la loro resistenza psicofisica.

    Nuovamente la tribuna d’onore accoglierà gli alti dignitari dei quattro villaggi accademici.
    I messi sono stati allertati per portare gli inviti seguendo le procedure di rito.

    Essendo prove distinte per l’assegnazione di ciascuno dei quattro sigilli, è stato approntato un immenso schermo globulare diviso in quattro riquadri per poter seguire in contemporanea le varie sfide.
    Come per la Sala degli Schermi gli ospiti avranno in dotazione un auricolare sintonizzato sulle frequenze dei quattro gate, frequenza selezionabile premendo un pulsante.

    Le porte d’ingresso alle tribune d’onore verranno aperte alle 8:00 in punto, per dare modo agli illustri ospiti di prendere posto e di godere di un buffet offerto dall’amministrazione e servito da avvenenti cameriere.

    L’amministratrice Shinodari Jaku presenzierà al torneo facendo le veci del Kokage.


    OT

    CITAZIONE
    Questo topic è riservato agli amministratori dei quattro villaggi e ai loro accompagnatori.

     
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    And so it begins...


    Il cerchio si era richiuso...
    Una manciata di anni trascorsi a dimenticare il sangue che era stato versato, il dolore che era stato donato come tributo a colui che considerava gli otesi delle cavie da esperimento.
    Aveva salutato Kayle...
    In cuor suo si augurava di non avergli detto addio, ma non poteva cancellare dalla mente quei ricordi.
    Calarsi addosso una maschera di impassibilità davanti agli ospiti che aveva invitato, pur sapendo che solo una persona le sarebbe stata accanto: Shaina.
    Raggiunse la tribuna d’onore.
    Le regole dell’etichetta imponeva che lei fosse presente all’arrivo degli amministratori degli altri villaggi.
    Solo due shinobi di Oto l’avrebbero accompagnata tra gli spalti dell’arena: Febh, come scorta, Ledah, come suo assistente.
    La tribuna era deserta, ancora per poco...
    Si sentiva nauseata per tutto quello che presto si sarebbe scatenato.
    Possibile che quel villaggio avesse bisogno di certe emozioni per sopravvivere?
    Giocare con la vita degli altri, in fondo non lo stava facendo anche lei?
    Rivolse un’occhiata agli scranni riservati ai dignitari di ciascun villaggio.
    Per un istante rivide coloro che avevano presenziato al precedente torneo, i loro sguardi disinteressati alla sorte dei partecipanti, concentrati invece sui possibili accordi che quell’occasione avrebbe permesso loro di concludere.
    Oggi era lei dall’altra parte della ringhiera.
    Un raffinato scherzo del destino.
    Lo schermo globulare si stava sintonizzando sulla sala dove si trovavano i partecipanti.
    Il suo sguardo vagò su tutti loro per poi soffermarsi su Kayle.
    Si concesse un sospiro...
    Erano tutti shinobi di valore, nessuno doveva morire oggi...
    Ma poteva solo concedersi di pregare.
    Oggi sarebbe stata spettatrice del loro destino.
    Il buffet era pronto, con le cameriere radunate attorno ai tavolini.
    I ricevitori erano poggiati su un altro tavolo davanti l’ingresso agli spalti.
    Sarebbe stato compito di Ledah consegnarli al loro arrivo.
    Si posizionò a poca distanza dall’ingresso, sforzandosi di mantenere un’espressione indecifrabile.


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    Ledah venne informato da Nikaido riguardo al fatto di essere stato scelto come assistente da Shinodari, questo significava starle affianco ed aiutarla, ma Nikaido, non l'aveva avvisato del desiderio dell'amministratrice di averlo vestito in maniera decorosa.
    Difatti, tutte le più alte cariche dell'Accademia avrebbero assistito all'evento dagli spalti dell'arena, pertanto, non ci si poteva permettere di trascurare alcun dettaglio, Nikaido, ben istruita da Shinodari a riguardo, trovò un modo tutto suo di preparare Ledah all'evento.

    La mattina del torneo, ad un'orario che aveva dell'incredibile, le 6:00, Ledah si trovava già pronto per uscire, sommariamente lavato e vestito della classica divisa otese, con le orecchie che gli fischiavano per i colpi di gong dati a mo' di sveglia da Nikaido, tuttavia, la locandiera aveva altri piani per lui.
    Lo mandò quasi di peso alle terme, facendo non pochi apprezzamenti sull'odore del ninja che nonostante tutto, aveva ragione a non pensare di essere sporco, ad ogni modo, Ledah non si fece troppi problemi a godersi l'inaspettata visita alle terme di Oto e per un'oretta, si rilassò ben sapendo che prima delle 8:00, il torneo non sarebbe cominciato.

    Mentre stava a mollo, Ledah si chiese che cosa ne sarebbe stato dei partecipanti del torneo, semplici speculazioni, in quanto per saperlo avrebbe dovuto attendere la fine dello stesso, non pochi abitanti del villaggio si erano proposti ed alcuni erano tra i suoi esponenti più illustri, di sicuro, non avrebbero deluso le aspettative del pubblico.
    E fu' con questi pensieri che Ledah uscì dall'acqua, per scoprire che i suoi abiti erano stati cambiati con altri, essendo quasi le 7:25, Ledah non poteva certo stare a cercare il ladro per prendere i propri, gli restava da decidere se presentai in tenuta da bagno, oppure se con i nuovi abiti, con una seconda occhiata, notò un biglietto, era firmato da Nikaido:

    CITAZIONE
    "Non puoi presentarti agli amministratori come il pezzente che sei, indossa gli abiti in questo cesto per darti un minimo di contegno!"

    A quel punto, non rimaneva altro da fare che indossare quegli abiti, persino il corpetto di cuoio era stato sostituito, assieme alla wakizashi, un fodero ed un corpetto migliori esteticamente andarono a sostituire i vecchi, l'abito era comodo, anche se una delle maniche gli dava un certo fastidio nei movimenti, e per ovviare a ciò se la levò, annodando comunque il tutto con la fascia.

    image


    In questo modo, era pronto per recarsi all'Arena, erano le 7:45 e Shinodari era già sul posto, nessuna traccia di Febh, il quale avrebbe dovuto farle da guardia.
    Ledah la salutò con un cenno della mano, la vedeva meditabonda e non faticava ad immaginarne il motivo, Kayle era iscritto al torneo e lei stessa aveva partecipato al precedente, ma per Ledah era difficile intuire i sentimenti di Shinodari, forse poteva intuirne i pensieri, ma le emozioni, erano ben lontane da lui, il suo volto assente era lo specchio dei suoi sentimenti, assenti alla stessa maniera.
    Shinodari riusciva però ad esprimere i suoi sentimenti in un'altra maniera, tramite gli abiti, Ledah aveva difficoltà a sceglierli se andavano oltre la semplice praticità, non avendo ben in mente quale fosse la distinzione dentro di se che divideva gli abiti tra belli o brutti e non aveva nulla da esprimere tramite i colori o i disegni, il colore nero dell'abito di Shinodari rimandava al lutto, il rosso al sangue e le farfalle erano un simbolo alle volte di vita, ma alle volte di morte.
    Questo tipo d'espressione è precluso a chi non ha nulla da esprimere.
    Ledah, risquotendosi da questi pensieri, si limitò ad attendere, pronto a consegnare i ricevitori agli spettatori per sintonizzarsi sull'audio di ogni prova.

    Edited by Ledah - 3/4/2008, 02:33
     
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    Bene, bene bene.

    La vecchia Ogen gli aveva piazzato sul letto un vecchio vestito del figlio, con un biglietto che lo obbligava "gentilmente" ad indossarlo, più qualche affettuosa raccomandazione sullo stare attento, correlata da un'allegra serie di possibili torture che avrebbe subito se ci fossero stati intoppi.

    E' bello sentirsi amati

    Avrebbe commentato, deglutendo. Perlomeno l'abito non era male. Un paio di calzoni bianchi lunghi, privi di decorazioni eccetto una serie di kanji che su ciascuna gamba formavano un anello tutto all'altezza del ginocchio, un pò larghi per lui ma tutto sommato cascavano bene. Dovrebbe essere una preghiera di buon augurio.. mormorò cercando di decifrarli, ma molti caratteri erano estremamente complessi e faceva fatica a leggerli...probabilmente a causa della composizione arcaica della frase.

    La maglia, bianca a sua volta, invece era a maniche lunghe e ampie poi all'altezza dei polsi, col colletto alto e rigido e la chiusura sulla destra rispetto all'asse mediano. Tutte le cuciture erano in filo nero, ben visibile (ma ovviamente era stato fatto apposta) e a suo modo decorativo. All'altezza del petto, sulla sinistra stava, in nero, la figura stilizzata di un Buddah, simbolo del suo clan, mentre la nota musicale di Oto, nera anch'essa, era finemente ricamata su ciascuna manica, lungo l'avambraccio e sui risvolti del colletto.

    Il coprifronte sulla testa non era il solito, ma aveva la stoffa bianca, per non stonare nell'insieme, e le stesse sacche porta-armi erano diverse dal solito e abbinate all'abito. Febh poi, teneva due kunai ben nascosti nelle maniche, pronti all'uso.

    [...]

    Una sagoma atterrò sulla degli amministratori, doveva essere passata dalla tettoia prima di saltare all'interno con una piccola acrobazia.

    Eccomi qui, Shinodari-dono. I nostri ospiti non sono ancora arrivat.. stava dicendo, inchinato davanti a Shinodari e nel suo miglior "tono serioso", quando scorse la figura di Ledah. Rimase zitto a fissarlo per qualche istante, e per poco non dovette reprimere una risata...in ogni caso aveva le labbra distese e serrate, segno inequivocabile che si tratteneva per non ridere Ma come si è conciato??? Sembra uscito da uno dei film di Conan il Barbaro...

    Ledah-san... disse con evidente sforzo per trattenersi, facendo un breve cenno col capo, e poi tornando subito a Shinodari. Dicevo...ah, si, dicevo..i nostri ospiti non sono ancora arrivati? Ho comunque fatto un sopralluogo nei dintorni, e non sembrano esserci problemi

    Vedere Ledah e le sue stramberie avevano dato una sferzata al suo umore. Era decisamente teso per l'incarico affidatogli...anche se del torneo gliene importava ben poco...ok, avrebbe designato i Guardiani...ma era comunque una gara per avere più potere...non era più interessante di un qualsiasi altro scontro o spettacolo..senza contare che non aveva grandi legami con nessuno dei partecipanti.

    Però forse non era così per l'amministratrice...sembrava distante e pensierosa....forse era preoccupata per qualcuno. Magari l'altro amministratore..in fondo lavoravano assieme pure in ospedale...e a Febh era sembrato che ci fosse qualcosa di più che non una semplice amicizia..ma lui non aveva gran occhio per queste cose e non ci speculava tanto.

    Piuttosto..forse era nervosa per l'intera faccenda del torneo...o magari ricordava il precedente..Febh sapeva che lei era giunta a oto a causa del vecchio torneo, magari dei brutti ricordi le si riaffacciavano alla memoria.

    Tutto bene? Avrebbe comunque chiesto, se l'espressione di lei non fosse mutata.


    Edited by Febh - 3/4/2008, 14:04
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    L'azzurra Spira

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    *Correva. Tanto per cambiare. Era in ritardo come al solito. Chissà che ora era, si chiese, dato che le mancava ancora qualche metro per raggiungere l'arena. Si domandò come fosse possibile chiedere indicazioni per cinque volte alla stessa persona e perdersi per cinque volte di seguito. Alla fine quel tizio si era stancato e l'aveva accompagnata in un punto da cui poteva vedere l'edificio. Andando a vista non poteva sbagliare. Certo, avrebbe potuto chiedere a Ookami di seguire l'odore di Shinodari, ma dubitava che sarebbe stata in grado di sentirlo da un capo all'altro di Oto.*

    §Tsk...mi sa che devo fare qualcosa per il mio dannato senso dell'orientamento, perdo sempre un sacco di tempo a furia di perdermi. Certo che se Deidara non ci avesse messo così tanto in bagno...§

    [...]

    *Entrò dalla porta, evitando entrate spettacolari come quelle a cui l'aveva abituata la sua dolce metà, scoprendo di non essere poi così in ritardo, visto che non era ancora giunto nessuno dei dignitari degli altri villaggi. Si fermò appena attraversata la porta che dava sul palco, a braccia incrociate.*

    image



    Mi sono persa qualcosa, Shin?

    *disse in tono calmo, senza cercare di fare dell'ironia. Shinodari avrebbe capito sicuramente che lei era lì per sostenerla, anche se Shaina non lo avrebbe dato troppo a vedere.*

    SPOILER (click to view)
    OT mi tengo sul vago in quanto non conosco le intenzioni delle mie colleghe sunesi, potrebbero essere con me come non esserlo. Attendo le risposte degli altri per continuare :3 /OT
     
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    "Deidara?"


    « Si, un attimo. »
    Rispose seccamente per la quarta volta da quando era uscita dalla doccia. La cosa buona di quell'albergo (l'unica?) erano le vasche da bagno veramente enormi che le avevano donato uno degli istanti più felici della sua vita: quello in cui al termine di quell'orribile viaggio aveva messo piede nell'acqua calda profumata. Sospettava che ci fosse un motivo tutt'altro che innocente dietro le dimensioni di quella vasca, tuttavia si era sentita in paradiso dentro di essa, almeno finché la sensei non aveva iniziato a rompere. Alla fine suo malgrado era stata costretta ad uscire dall'acqua.

    CITAZIONE

    "Deidara? Sbrigati, per favore."


    « Oh, insomma! Un attimo, ho detto. »
    Ringhiò contro la porta sprangata del bagno, tornando a concentrarsi sul rimmel, applicandolo con calma metodica e consumata esperienza sugli occhi. Terminò l'operazione afferrando il pennellino per labbra ed usandolo per dare sulle sue labbra sottili una breve passata il suo rossetto preferito, da un colore delicato e quasi invisibile. Si guardò allo specchio e sorrise mentre per la settima volta udì i richiami della sensei.

    « Seh, seh... ho finto. Contenta? »
    Disse infine uscendo dalla porta con un'espressione corrucciata dipinta in volto. Erano diretti ad osservare una mattanza ed indossava una semplice uniforme scolastica in verità piuttosto vecchiotta, però si sentiva come una principessa prima del gran ballo al palazzo del principe azzurro...

    ... Ed ebbe la netta sensazione che a breve si sarebbe pentita di così tanta aspettativa per quell'evento.


    ~


    La sensei aveva un senso dell'orientamento tale da non riuscire a ritrovare casa sua partendo dall'amministrazione di Suna, nonostante facesse quel tragitto tutti i giorni sei giorni alla settimana. Considerando lo stato di evidente inferiorità mentale in cui versava il sacco di pulci che completava il trio, ciò significava che tutto era affidato nelle mani di Deidara, la quale di contro aveva un ottimo senso dell'orientamento ed era abbastanza sveglia da ricordare le indicazioni della proprietaria dell'albergo. Nonché per sfruttare a suo vantaggio questa posizione di forza durante il tragitto di ritorno, ovvio.

    « ... A destra, sensei. Non vede che lo stadio è da quella parte...? »

    Disse inarcando un sopracciglio e proseguendo tranquillamente per la sua strada.
    Non capiva come facesse quella donna a sopravvivere...

    « Signorina Shaina, lei è veramente impossibile. Ma dico, basta sollevare lo sguardo, no? E poi guardi: vede? » Indicò un edificio di fronte a lei, sempre senza voltarsi, troppo impegnata a vantarsi delle sue capacità superiori rispetto al suo superiore. « Quello è l'edificio con le guglie a forma di serpe che ci ha indicato la locandiera. E' facile: basta girare a destra e... »

    Ebbe la brutta idea di voltarsi, scoprendo di essere sola.
    Si guardò intorno senza capire. Era qui un attimo fa... dove diavolo era andata???

    « Ehm... Sensei...? Dove siete...? »

    Si guardò intorno con aria trafelata, cercando di individuare almeno quella sottospecie di canide. Niente. Nemmeno lei. Si era persa!!! O meglio: LORO si erano perse. Il che era un disastro ancora peggiore, se possibile.

    « Questa è la volta buona che le ammazzo entrambe... »
    Promise a denti stretti la ragazza iniziando a vagare per i vicoli cercando di non perdersi a sua volta...

    ~

    CITAZIONE

    Mi sono persa qualcosa, Shin?


    Dietro Shaina Otori, circa vent'anni, amministratrice e Chunin di Suna si materializzò un'aura omicida che tutto prometteva, compreso squartamenti e torture.
    La risposta alla sua domanda era: si, aveva decisamente dimenticato qualcosa. E quel qualcosa ora era dietro di lei, ed aveva l'aspetto di una graziosa biondina con un'espressione quanto meno spaventosa dipinta in viso.

    image

    « Sen... sei. »
    Disse in tono secco Deidara, richiamando su di se l'attenzione della kunoichi.
    « Dove. Diavolo. Era. Finita...? »

    Disse lentamente, ancora ansimando dopo aver girato in lungo e in largo Oto per trovarla.

     
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  8. Ookami_Warui
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    Ookami seguì la capobranco, come al solito, in quanto in sua compagnia si sentiva sicura.

    Mentre seguiva Shaina, Ookami era in tutt'altra compagnia mentalmente....
    -Ah...Kayano....non essere deludente, non seguire questa donna come un pulcino segue la mamma oca- la redarguì una figura di sua conoscenza, un giovane uomo con i capelli neri e gli occhi castani...
    -Perchè no? Mi ha salvato la vita, solo lei mi fido- gli rispose imbronciata una ragazzina, proiezione mentale della donna lupo...
    -Sarà...ma fidarsi bene, non fidarsi è meglio...Kayano, fidati di me...Quest'umana, come ti ha salvato la vita allora può togliertela...la tua vita le appartiene se ti salva....- Replicò ancora, l'altro con un tono velenoso, tagliente.
    - D-dici? Allora perchè Mi hai detto che mi hai affidato a lei?- un ombra di dubbio passò sul viso della miniatura della donna lupo...
    - Le mie ragioni, Kayano, rimangono a me, ma tu rammentati che non bisogna mai fidarsi veramente...- assunse un aria schifata, accarezzando la bambina lupesca -Ci tengo a te, come una figlia, non voglio che fai la mia fine, Kayano...- Lew disse con la voce carica di affetto....
    E poichè dal giorno prima aveva sentito solo sguardi di spregio e odio, Kayano, o Ookami, che vedeva sia quì che fuori, si affidò a lui...
    -Si, signor Go- Sorrise la bimba....


    Per un attimo mentre arrivavano, finalmente, la donna lupo gettò uno sguardo irato verso Shaina, ma questo lampo finì in fretta, non appena si fermarono, Ookami si fermò a sua volta, tranquilla come sempre, anche se ovviamente tesa, impaurita.

    La donna lupo sentì un odore familiare, che apprezzava da quando era arrivata...una delle persone che le avevano salvato la vita, insieme a Shaina....
    Come la chiamava, la capobranco?
    La risposta non tardò:
    CITAZIONE
    Mi sono persa qualcosa, Shin?

    Ookami, cercò di emulare gli umani, e inarcò in su le labbra, mostrando leggermente i denti appuntiti.
    -'iao, 'hin!- furono le prime 'parole' della donna lupo...parole non insegnate, ma imparate osservando e ascoltando in giro...e furono anche abbastanza allegre e con affetto...
    Dopo di ciò, la selvatica ragazza si sentì piena di soddisfazione, mentre dentro di sè qualcuno si complimentava con lei...
    Vero non voleva essere uguale agli umani, ma sicchè a volte li comprendeva, voleva che loro la capissero...forse così nessuno l'avrebbe più picchiata...
     
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    Shinodari non aveva ancora fatto a tempo a rispondere, che Febh udì dei passi vicino all'ingresso. Una Kunoichi dall'espressione dura fece la sua apparizione. Aveva un coprifronte di Suna e sembrava conoscere già Shinodari.

    Tutte giovani donne al potere...

    Febh rimase fermo, ancora inginocchiato e in silenzio, senza presentarsi o fare cenni di saluto, la tizia non si era presentata e comunque toccava certo all'amministratrice l'accogliere gli ospiti sul palco.

    Pochi istanti e altre due persone fecero la loro comparsa. Una era una ragazzina, doveva avere giusto qualche anno meno di lui. Aveva un viso delicato..o almeno, lo avrebbe avuto se non fosse stato piegato dall'ira..a quanto pareva ce l'aveva con l'altra kunoichi..che era pure la sua sensei

    Chissà che le è preso... Come nascondere uno sguardo incuriosito e un pò stranito? Impossibile. L'altra invece era una creatura dall'aria ferina...con qualcosa di familiare. Mi vengono in mente Ledah e la brezza di mare....boh...
    comunque la fissava attento..aveva davvero uno strano atteggiamento...e anche la voce non era un granchè...
     
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    L'arrivo ad Oto era stato facile, grazie alla presenza di Etsuko e Godsan; i primi momenti al villaggio piacevoli, per il reincontro con Luis Mikawa, amico che non rivedeva da molto; l'interazione con le stranezze del luogo quasi divertenti, per le osservazioni che lui stesso ebbe, oltre quelle della guardia sunese e di Godsan stesso. Ora però arrivava la parte più seria del viaggio, o almeno quella che si doveva presumere tale: presenziare al torneo Otese.

    Con questa consapevolezza, il Kaguya si concesse una mezz'ora nella vasca di quel caratteristico locale, prima di sistemarsi; aveva chiesto tre stanze, una per ognuno di loro provenienti da Kiri, così che potessero avere la propria privacy per sistemarsi prima di andare all'arena.

    Una volta sistematosi, con un abito più consono alla situazione, i capelli rilegati in una coda e Falce d'Osso sempre con se, Shiltar bussò alle porte dei due componenti del suo seguito, chiedendogli se volessero accompagnarlo alla sala per gli amministratori, o preferissero riposare dopo il lungo viaggio.

    [...]

    Comunque avessero risposto Godsan ed Etsuko, avrebbe seguito le indicazioni ricevute dagli otesi a cui aveva chiesto, Luis e la padrona del locale, per raggiungere il luogo del Torneo e lì avrebbe chiesto a qualche guardia, se ne avesse trovate, dove si riunivano gli amministratori, sperando, per evitare incidenti diplomatici, che nessuno avesse voglia di togliergli la Falce d'Osso.

    Alla fine, sarebbe arrivato nella stanza dell'incontro fra i rappresentanti dei vari villaggi, riconoscendo già sull'uscio le figure delle tre kunoichi di Suna; non sentì bene le parole delle tre, supponendo, comunque, che si fossero presentati.

    "Salve Shinodari Jaku e Shaina Otori.
    Mi scuso per il ritardo, spero di non aver perso ancora niente di rilevante in questo torneo di Oto."
    , disse cordialmente il chunin, chinando lievemente il capo in segno di saluto.
    "Salve, di nuovo, anche a voi, guardie dell'Amministratrice di Suna ed a voi, guardiani di Oto.", continuò, scrutandoli tutti e due: uno non lo conosceva, pallido e con una strana corazza, l'altro, però, lo fece sorridere, era Febh, il suo allievo del corso chunin, a cui Shiltar avrebbe rivolto un lieto sorriso, se ne avesse incontrato lo sguardo.
     
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    Ledah venne riscosso nelle sue meditazioni dall'atterraggio di un'altro shinobi del suono, Febh Yakushi, Chunin fresco di promozione, un ninja che nonostante il suo aspetto, celava una grande forza ed abilità, Ledah si chiese per quale motivo fosse di servizio assieme ad un abile ninja come lo Yakushi, Ledah era un semplice genin e nemmeno tra i più forti, forse la strana espressione di Febh svelò in parte quel mistero.
    Lo Yakushi perse rapidamente la propria serietà permettendosi un sogghigno, Ledah non si curò della causa, se anche fosse stato riferito al suo vestiario, non sarebbe stato per una sua scelta e comunque, non avrebbe potuto prendesela per una semplice risata, come non riusciva a prendersela per nulla, la Maschera gl'impediva di provare ed esprimere emozioni ed anche mentre salutava Febh, sapeva di essere semplicemente uno spettatore delle proprie azioni, una persona tanto inespressiva poteva essere utile in occasioni formali, non v'era dubbio.

    Dopo non molto, giunse la prima delle alte cariche dell'Accademia, l'amministratrice di Suna, Shaina Otori, seguita da Ookami, Ledah rimase per un momento fermo a guardarle, Shaina era molto elegante, ma quello che colpì l'attenzione di Ledah fu' la sua espressione, decisamente diversa da quella disperata che aveva mentre Ookami versava in condizioni critiche e la donna lupo si era decisamente ripresa, sul suo comportamento, Ledah aveva riflettuto a lungo.
    Ookami lo aveva graffiato solo per essersi avvicinato a Shaina, non lo vedeva di buon occhio, di tutte le personalità, lui non ne conosceva una soltanto, la dormiente, ora più sveglia che mai e per fortuna, in buone condizioni fisiche, pertanto, Ledah restò in disparte, rivolgendo un'occhiata seguita da un lieve inchino verso le nuove arrivate, chiedendosi persino se Shaina lo avrebbe riconosciuto e si rialzò udendo una voce sconosciuta, una ragazzina stando alla tonalità.

    Alzando lo sguardò notò l'apparizione di una ragazzina bionda, la quale indossava una divisa sconosciuta a Ledah, ma di sicuro non una divisa da combattimento e che si rivolse con familiarità all'amministratrice di Suna ansimando per la corsa, Ledah prese tre ricevitori, per poi fare cenno con la mano alla ragazzina di avvicinarsi a lui.
    Con l'espressione assente, Ledah le avrebbe consegnato i tre ricevitori, dicendole con tono altrettanto assente mentre il suo sguardo vacuo si piantava in quello di Deidara:

    "Salve giovane sunsese.
    Questi servono per poter seguire il torneo, passali pure a Shaina ed ad Ookami, non credo che quest'ultima gradisca la mia presenza ed in effetti, non penso che voglia il ricevitore, ma ne abbiamo un numero elevato ed in caso lo terrà Shaina."


    Nessun'emozione avrebbe potuto attraversare il volto di Ledah o trasparire dalla sua voce, mentre lo sguardo vacuo appariva fin troppo penetrante, come se Ledah stesse cercando di guardare oltre la retina della ragazza, tutto qusto unito al colorito pallido ed al fisico ossuto di Ledah, contribuiva a dargli un'aria affatto rassicurante.

    Successivamente fece la sua comparsa anche l'amministratore kiriano, Shiltar Kaguya, Ledah lo aveva visto una vlta di sfuggita a Castlevania, durante lo scontro tra Sayaka ed Iron, ma il volto gli era rimasto in mente, senza contare che era uno degli esponenti più illustri del clan di provenienza di Kayle, subito porse i suoi saluti alle due amministratrici ed in seguito, anche al resto dei presenti, Ledah notò il sorriso rivolto a Febh, evidentemente si conoscevano e tutto sommato, l'amminsitratore di Kiri gli sembrava una persona riflessiva, ma la sua fama di guerriero era ben nota nell'Accademia, com'era nota la sua falce d'osso, anche se Ledah non immaginava come potesse apparire all'opera, l'otese gli disse assente mentre gli porgeva il ricevitore:

    "Benvenuto amministratore di Kiri, questo ricevitore le permetterà di seguire lo svolgersi delle prove."

    Per poi tornare al proprio posto, c'era qualcosa che non gli quadrava in quella formalità, nonostante tutto, le occasioni formali creavano una certa resistenza in lui, preferì concentrarsi sull'arma del Kaguya.
    Quella falce era fin troppo vistosa, ma se si fossero messi a togliere le armi agli ospiti non solo avrebbero avuto storie, ma avrebbero dimostrato un'eccessiva mancanza di fiducia nei loro ospiti, se gli amministratori ed il loro seguito si sentivano sicuri nel possedere le loro armi potevano tenerle, se avessero provato ad utilizzarle, non sarebbero usciti vivi da Oto e di certo, una voluminosa falce poteva rivelarsi meno insidiosa di un'aikuchi occultato nella manica.
    Ledah fissò il suo sguardo su Ookami chiedendosi se avrebbe mai potuto tornare ad avvicinarla ed a parlarle senza rischiare di venir attaccato.
     
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  12. Godsan
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    Shinnyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy...

    Un urlò che interruppe la tranquillità dell'arena. La tranquillità dei presenti. Degli amministratori dei villaggi con i loro seguiti. Non persone a caso. Persone rinomate erano quelle che dovettero, o dovevano, scansarsi gioco forza quando un fulmine umano si piombò addosso alla massima velocità consentitagli.
    Quel pazzo umano, shinobi forse - dato il coprifronte della Nebbia - non era altro che Godsan.

    Aveva corso a perdifiato per le strade di Oto. Aveva paura di venir fermato. Un kiriano ad Oto non era del tutto normale sebbene nel periodo del torneo.
    Tuttavia ebbe la fortuna di passare incolume tutte le vie fino a giungere a quello che si presentava come un imponente edificio dalla forma circolare.
    Esso aveva tutte le caratteristiche per sembrare un'arena.
    Non ci volle molto per trovare l'entrata, chiedere alle guardie dove si trovasse la sala delle delegazioni e salire.
    Aveva lasciato detto il suo nome e i guardiani non s'erano scomposti più del dovuto.
    Evidentemente sapevano chi poteva passare e chi no.

    Godsan piombò addosso a Shinodari.

    Che piacere rivederti! esclamò con un sorriso sulle labbra e gli occhi luccicanti.

    La stava abbracciando, per quanto potesse aiutare la scomoda posizione e la minuta figura di lei.
    Un lampo di shock.

    Oh cavolo! Il regalo...

    Il genin si accorse di come i due corpi stessero schiacciando quel già malfatto regalo.
    Si distaccò da lei, anche per non rischiare di compromettere la delegazione kiriana. Per quanto riguardava il dono, invece, pensò bene di aspettare, di ritagliarsi un attimo di tempo per rimetterlo in sesto e poi consegnarlo. Aveva tutto il giorno davanti a sè.

    Si ricompose Godsan salutando con un inchino formale le già conosciute kunoichi di Suna e poi volgendosi anche verso quelle che parevano le due guardie di Shinodari.
    Una piuttosto normale, vestiva elegantemente ed era certo di non averla mai vista.
    L'altra invece incuriosì il genin da quel vestiario, quella carnagione così perlacea e dalla sua atonia.

    Piacere, Godsan di Kiri. Guardia dell'Amministratore Shiltar Kaguya. disse loro. Perdonate l'irruenza ma la sensei Shinodari mancava ai miei occhi da diverso tempo e beh...son felice di rivederla. Tutto qui. Non guardatemi male... piagnucolò sull'ultimo il genin.

    Se tutto fosse andato liscio si sarebbe schierato sempre alla destra di Shiltar. A meno che Etsuko non gli avesse chiesto l'incontrario.
    Poi nell'evolversi della giornata, avrebbe tentato di trovare un posto isolato e tranquillo dove tirar fuori il pacco regalo, sistemarlo e rimetterlo al suo posto.
    Più tardi l'avrebbe consegnato a chi di dovere. Si ricordava le parole dette quel giorno a Castlevania. Ed era anche uno degli unici modi per ringraziare colei che gli aveva dato la sua disponibilità durante le lezioni e gli addestramenti.

     
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    Il primo a raggiungere la ragazza in Arena fu Ledah.
    Indossava abiti adatti al suo ruolo in quella che alla fine a Shinodari sembrava un’opera teatrale.
    Lo shinobi teneva una delle maniche sfilate.
    Alla fine il suo tocco riusciva sempre a darlo.
    Gli rivolse un cenno del capo, senza parlare, eppure in un certo senso lei aveva espresso a Ledah tutto quello che provava.
    In un mondo privo di emozioni, i simboli possono essere un importante linguaggio.
    Lo vide posizionarsi in modo da poter dare i ricevitori agli ospiti che presto avrebbero reso quel palco meno solitario.


    L’ingresso della sua guardia del corpo fu originale, ma in un qualche modo riuscì a strappare dalle labbra della ragazza un sorriso, ma per un tempo troppo breve per illuminarle il volto.

    Il giovane si inchinò rivolgendole un saluto formale, in un tono serio che sembrò scemare verso il divertito, quando Febh notò l’abbigliamento di Ledah.

    Shinodari si concesse di osservare la divisa nivea che indossava lo Yakushi, soffermandosi a leggere i kanji all’altezza delle ginocchia. Sul petto il simbolo del suo clan e le immancabili insegne di Oto.

    La nota che le stranamente non si trovava in nessun accessorio o ricamo che portava addosso.


    Febh le domandò dei dignitari stranieri e le riferì che aveva fatto un sopralluogo e che tutto sembrava in ordine.

    -I nostri ospiti arriveranno a breve.-

    Rispose brevemente, salutando a sua volta con un inchino.

    Per un po’ calò il silenzio...
    Ognuno immerso nei suoi pensieri, fino a quando Febh non interloquì nuovamente..


    CITAZIONE
    Tutto bene?

    Shinodari si voltò nuovamente verso di lui.

    Scosse la testa.


    -No, non va affatto bene. Tutta la faccenda del torneo è solo un’inutile farsa. Le regole dell’Accademia ci impongono di mostrare che nessuno shinobi proveniente dagli altri villaggi sta partecipando a questo gioco mortale. I sigilli... Potevamo designare i più meritevoli, ma sembra che Oto non sia Oto senza un tributo di sangue, senza che la morte diverta i suoi spettatori. Neanche gli amministratori possono opporsi al volere superiore.-


    Esordì la ragazza con le iridi viola che sembrarono per un istante sfumare nel nero.

    -Tra poco si apriranno i battenti e tutto sarà come tre anni fa... Vedere i nostri compagni, i nostri amici, le persone a noi care, superare prove rischiose solo perché siamo shinobi, solo perché è il sangue che ci muove, mai la vita. Cosa si è disposti a fare per il potere? Le prove mostreranno la natura dei nostri nuovi guardiani. Guardiani che saranno legati al sigillo dalla morte in caso di tradimento. Mi domando quante persone che assisteranno avranno pietà dei concorrenti... Quante capiranno la tragedia che si nasconde oltre quei monitor...-

    Concluse il discorso quasi con un sussurro.

    Restò in silenzio in attesa, fino a quando una figura familiare non fece la sua comparsa...

    Shaina le stava dinanzi, a braccia incrociate.


    CITAZIONE
    Mi sono persa qualcosa, Shin?


    Shinodari non ebbe modo di rispondere che una ragazzina bionda comparve dietro l’amica emanando un’aura non esattamente pacifica.


    CITAZIONE
    « Sen... sei. »

    Il tono di voce era seccato, e si sentiva il fiato leggermente ansante come se avesse corso per arrivare fin lì.

    CITAZIONE
    « Dove. Diavolo. Era. Finita...? »

    A quanto sembrava Shaina si era dimentica qualcosa.

    Evitò di sorridere, visto l’atmosfera che regnava, ma conoscendo l’amica la situazione era alquanto ilare.

    Ma il gesto che più commosse Shinodari fu rivedere la donna lupo che si sforzò di parlarle in quel linguaggio che sembrava aver dimenticato.


    CITAZIONE
    -'iao, 'hin!-

    La kunoichi di Oto sentì le lacrime inumidirle gli occhi.

    §Al diavolo l’etichetta!§

    Osservò mentalmente.

    -Sei la benvenuta... Il tuo saluto per me è molto prezioso...-

    Mormorò commossa nella sua direzione.

    Poi rivolgendosi a Shaina.


    -Sono felice che tu sia qui. Chi è la graziosa signorina che ti vuole morta?-

    Commentò cercando di sdrammatizzare la situazione.

    Subito dopo fece il suo ingresso uno degli amministratori di Kiri, Shiltar Kaguya.
    Shinodari si sentiva un po’ in soggezione davanti a lui, soprattutto dopo il loro incontro nel villaggio di appartenenza di quest’ultimo.
    Eppure riuscì a non darlo a vedere.


    CITAZIONE
    "Salve Shinodari Jaku e Shaina Otori.
    Mi scuso per il ritardo, spero di non aver perso ancora niente di rilevante in questo torneo di Oto."

    Fu l’educazione e la consapevolezza del ruolo che stava ricoprendo a non farle sfuggire dalle labbra una battuta sarcastica.

    -Nobile Shiltar, la vostra presenza ci onora. Il Torneo non ha ancora avuto inizio.-

    Ripose in tono cortese, mentre rivolgeva un’occhiata alla falce d’osso che il Kaguya portava con sé.

    Nel frattempo Ledah svolgeva l’incarico di consegnare i ricevitori ai presenti.

    L’area fin troppo formale che aleggiava nella tribuna venne distrutta dall’arrivo di Godsan.


    CITAZIONE
    Shinnyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy...

    L’urlo del kiriano attirò l’attenzione della ragazza.

    L’istante dopo si ritrovò abbracciata al giovane.

    L’espressione che assunse Shinodari era tutta un programma.
    La kunoichi arrossì violentemente fino alla punta delle orecchie, assumendo ogni gradazione di rosso, visibilmente imbarazzata.

    Certo era contenta di rivedere Godsan...
    Ma se solo l’avesse visto Kayle, probabilmente il kiriano non si sarebbe staccato da solo dall’abbraccio e sicuramente non avrebbe continuato a parlarle allegramente.


    CITAZIONE
    Che piacere rivederti!

    L’espressione di Godsan non riusciva a farla incavolare per quel saluto fin troppo caloroso.
    A dire il vero era la prima volta che la salutava così.


    -Anche per me...-


    Balbettò la kunoichi.

    Improvvisamente il giovane si stacco da lei, come se si fosse accorto di qualcosa che non andava.

    Forse aveva compreso che quel gesto fosse di dubbia interpretazione.

    Fortunatamente Godsan si ricompose per andare a salutare gli altri shinobi presenti.

    Shinodari sospirò.

    Ok, sarebbe stata una lunga giornata.

    Mancavano solo due shinobi all’appello e uno di loro era il sennin di Konoha, Kaworu Uchiha.
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    « Sen... sei. »

    « Dove. Diavolo. Era. Finita...? »

    *C'erano poche cose in grado di far vergognare Shaina. Ripensandoci, ce n'era solo una. Il suo imbarazzante senso dell'orientamento. Arrossì leggermente, cercando di mantenere un contegno, e si voltò con ostentata calma verso Deidara.*

    Ho fatto un giro un po' più largo del normale, ma vedo che te la sei cavata egregiamente anche da sola. I miei complimenti.

    CITAZIONE
    -'iao, 'hin!-

    *Le prime parole di Ookami distolsero completamente l'attenzione di Shaina da Deidara. Non poteva quasi credere di sentire di nuovo la voce roca della ragazza che aveva la saggezza dei lupi e che la faceva stare meglio ogni volta che le parlava. In quel momento, Shaina decise che avrebbe fatto di tutto perché lei tornasse quella che era, avesse dovuto insegnarle di nuovo a parlare da capo.*

    CITAZIONE
    -Sono felice che tu sia qui. Chi è la graziosa signorina che ti vuole morta?-

    *Shaina si lasciò sfuggire una breve risata, mentre spostava il peso sulla gamba sinistra, posando una mano sul fianco.*

    Questa è la mia guardia del corpo, nonché allieva irrispettosa, Deidara Yagi. Nonostante l'impertinenza è una ragazza promettente. Deidara, lei è Shinodari Jaku, Amministratrice di Oto e mia carissima amica.

    *Shiltar fece il suo ingresso poco dopo, si era cambiato d'abito e aveva raccolto i capelli in una coda. Shaina non poté non pensare che con i suoi modi e il suo aspetto elegante, l'amministratore di Kiri fosse un uomo davvero affascinante. Ricambiò il suo saluto con un cenno del capo, per poi prendere uno degli auricolari che Ledah aveva consegnato a Deidara.*

    *Non le erano sfuggite le sue parole. Chissà cosa provava il giovane otese apparentemente privo di sentimenti nei confronti di Ookami, dopo quella notte a Castlevania che aveva segnato dei solchi profondi in ognuno di loro.*

    CITAZIONE
    Shinnyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy...

    *La guardia del corpo di Shiltar interruppe i suoi pensieri e l'atmosfera fin troppo formale che regnava sul palco. Senza pensare minimamente all'etichetta né al motivo per cui si trovavano lì, il giovane Kiriano si lanciò ad abbracciare Shinodari senza alcun ritegno, lasciando la ragazza di sasso e visibilmente imbarazzata. Probabilmente se Yami non fosse stato occupato a combattere per la propria vita gli avrebbe staccato le braccia.*

    *Shaina rimase per un attimo interdetta, attese che lui si allontanasse, poi si avvicinò all'amica, rivolgendosi a lei in modo che fosse l'unica a sentirla.*

    Stai bene Shin? *le disse guardandola negli occhi, l'espressione impassibile mutata in leggera apprensione.* So che devi assolvere i tuoi doveri come Amministratrice, e so come ci si sente a non poter mostrare i propri sentimenti. Dirti che sei forte non ti farà stare meglio, perché non c'è nulla che ci possa preparare alla vista di chi amiamo in pericolo, ma non distogliere lo sguardo. Yami-san tornerà di sicuro se saprà che tu stai vegliando su di lui.

    *Le rivolse un sorriso gentile che era rarissimo vedere sul suo viso, quello che di solito teneva chiuso in cassaforte come una rara pietra preziosa. Tutto quello che voleva era che Shinodari stesse bene, che potesse rispondere al suo sorriso.*
     
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    Tribuna V.I.P.

    Percorrendo le vie di oto, ci si rende conto di quanto l'apparenza possa ingannare. Tra i normali edifici, dalle facciate anonime, si respirava un'atmosfera intrisa di sangue e dolore, che potrebbe essere definita caratteristica del Villaggio del Suono.

    Kaworu si muoveva lentamente verso l'arena, locazione già conosciuta per alcuni eventi accaduti in un passato ormai remoto.

    Probabilmente era in ritardo rispetto agli altri invitati nella tribuna riservata agli amministratori, ma ciò non lo preoccupava. Non perchè fossero poche le persone al mondo in grado di potersi permettere di riprendere un Sennin, ma era certo di essere comunque in tempo per l'inizio delle prove del torneo. il motivo della sua visita. Meno tempo rimaneva per i convenevoli, meno inutili onori avrebbe ricevuto, forse da gente che non avrebbe mai più visto, per un motivo o per l'altro.


    §Vediamo chi c'è.§

    Raggiunse la stanza dove avrebbe seguito il torneo. Varcò la soglia, vestito di un kimono nero. Questi aveva il bavero ed i bordi bianchi, con una sottile striscia rossa al centro. Immancabile il simbolo del clan Uchiha sul dorso, e il coprifronte di Konoha in bella mostra sulla testa del Sennin, i capelli lasciati liberi ma comunque ordinati.

    Con espressione impassibile, esaminò tutta la stanza, voltando la testa da destra a sinistra, poi ancora verso destra, analizzando i presenti...

     
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