L'Arena

[Ambientazione]

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  1. Soulafein
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    L
    a Vipera sentì il dolce sapore di quella pelle candida, avvertì il calore di quel liquido carminio.
    Sentiva questo moltiplicato per tre volte, poichè per tre volte aveva colpito la donna.
    A terra il tonfo della sua preda, un rumore sordo, ma che rimbombava di morte.


    Game Over


    Gli occhi che rilfettevano i laghi di egual colore nascenti sul pavimento di pietra quasi brillarono di tristezza, ma certo in quella tristezza vi era enorme gioia.
    Fra pensieri confusi di uno scontro che sperava essere più interessante, confusione sul presente, sul futuro e su ciò che aveva fatto una sola immagine era chiara in quella tempesta di immagini.
    L'enorme serpente guardiano era ora intorno a lui, proteggendolo e rinforzandolo con le sue spire infinite.

    La sua lingua scattò furtiva al di fuori della sue fauci, riportando in lui una certa "lucidità".
    Aveva vinto, ora poteva dirlo sul serio.
    I suoi piedi tornarono alla normalità...mentre la sua mano sinistra, malignamente serpentina, rimase tale...
    Sembrava quasi sibililare fra i versi ferali qualcosa, che il traditore non riuscì ad evitar di cogliere...

    "Potere...Sssei ssssempre più vicino a essssere mio...."

    Kodachi non si stupì che suonasse come una minaccia, si stupì certo di più che ora i pensieri della Vipera si stessero tramutando da sibili sconnessi a qualcosa di sempre più simile a parole.

    Ora però non era il momento, con quella belva aveva una vita per convinverci e capire meglio, ora era tempo di riuscuotere il suo premio...il potere che non solo la sua controparte, ma anche lui agognava.
    Vitale come l'aria che respirava, o il sangue che scorreva nelle sue vene.

    Fece un passo oltre il prtone, dopo che nelle sue orecchie, come vento, erano passati i complimenti di colui che lo aveva esaminato.

    Era tempo che passato e presente si incontrassero, per creare un nuovo futuro...

    [...]



    La sala si aprì dinanzi a lui come se la poteva aspettare.
    Enorme schermi di sorveglianza ed altrettanti simpatici pulsanti, probabilmente collegati ad altrettanto simpatici tranelli mortali...
    Dopotutto quei due erano simili...molto simili.
    CITAZIONE

    "Io ho continuato gli esperimenti di Orochimaru, ma non l'ho mai superato, tu invece sei diverso da me, abbatti il passato e lasciatelo alle spalle, hai le qualità per aspirare a qualcosa di meglio, superare me e forse, persino Lui."

    Lasciò cadere a terra la sciabola, afferrando ciò che l'uomo gli offriva.
    Sentì quell'arma quasi elettrizzargli la pelle...
    Forse i suoi occhi, forse il coltello...forse semplicemtne perchè non era affatto difficile comprendere il significato di "abbattere il passato".
    Quell'uomo voleva morire, o almeno era ciò che si aspettava.

    La sua mano sinistra schioccò le zanne e sibilò ferocemente, con uno scatto si mosse verso la gola del medico, ma a Kodachi non servì più di un istante per riprendere il controllo del suo bracciò, che si fermò pericolosamente a pochi centimetri dalla vitale vena del suo esaminatore.

    "Vuoi morire?..."

    Non si aspettava una risposta e dunque continuò.

    "Sarebbe troppo facile per te.
    E' sempre troppo facile affogare la vergogna nel proprio sangue.
    Vivere con le proprie angosce, questo è difficile e realmente doloroso.
    Se ti ucidessi ora, con questo coltello, farei solo il tuo gioco...e non credermi così stupido.
    Se io ho potenziale tu hai esperienza, e nulla ha più valore di questo."

    Si fermò, lasciando che il medico, per nulla stupido, accogliesse le sue parole nella sua mente.
    Dando poi un lieve tocco con il piede alla sciabola, prima scivolata a terra, spingendola verso i suoi piedi.

    "Se vuoi davvero morire fallo con le tue mani, portando il tuo scempio con te.
    Per quanto i samurai credano pieo di gloria il suicidio, noi due, amanti della vita e del suo dolore, sappiamo come la morte non sia altro che un enorme spreco.
    Tu dici di abbattere il passato, ma sei tu a doverlo fare, non io, che non ho nulla di incompiuto.
    Hai servito un padrone che ti ha tradito morendo, ora ti concedo di portare un altro alla gloria...tu dopotutto sei stato la nutrice del nuovo serpente bianco: del futuro del suono...di Me.

    A te scegliere, quella lama può portare con te la tua fiducia nel passato, e seguire il tuo vecchio padrone, facendo atto al suo giuramento. Sennò sai dove trovarmi...perchè sei tu ad avermi condotto in quel posto.
    E nel mio regno i guramenti a persone morte cadono..."


    Per quanto l'ultima frase si sarebbe certamente rivelata estremamente pericolosa per la sua incolumità Kodachi completò il discorso senza mai abbassare lo sguardo dagli occhi del suo "mentore".

    Chiuse poi gli occhi, voltandosi e, senza guardarlo, ingoiò il coltello che gli aveva donato, per poi svanire tramite il sigillo, come prima era giunto.
    Aveva piantato il primo seme di ribellione, per quanto non fosse certo che questo sbocciasse...
    Una nuova era avrebbe accompagnato la rinascita del serpente bianco.

    [...]



    Vestito della nuova onorifica uniforme si presentò all'arena.
    Non una parola, solo un lungo sguardo pieno di veleno e superbia verso i presenti conosciuti o sconosciuti.

    Li scrutò esibendo immane sicurezza.
    Nella mano destra il coltello del guardiano, nella sinistra la vipera, che al vedere così tanti volti scomparve...

    Quando fu certo di avere l'attenzione di tutti non fece molto.
    Un semplice inchino, in quella nuova divisa...portando poi in alto il coltello come fosse un agognato trofeo di guerre.

    Quello però era nulla, la rinascita stava per iniziare...ed era una rinasicta che nulla aveva a che vedere con il passato.




















     
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95 replies since 16/10/2007, 16:27   2826 views
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