L'Arena

[Ambientazione]

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    L'Arena del Suono

    ...Undici anni dopo

    Oltre le mura del Villaggio del Suono, appena attraversato il West Gate, si distende a perdita d'occhio un mare d'alberi. Più ci si allontana dalla città, e più le loro forme si fanno strane e contorte, rendendo il luogo lugubre e immerso nella perenne penombra. Su tutto regna il silenzio, rotto solo di tanto in tanto dal levarsi in volo di uccelli dalle ali nere e dai versi di creature misteriose, che solo lontanamente ricordano gli animali che comunemente si potrebbero trovare in una foresta. Esperimenti proibiti che risalgono ai tempi del primo Kokage, il leggendario Sannin Orochimaru, vagano ora indisturbati tra la fitta vegetazione malata e i numerosi corsi d'acqua che la dissetano, padroni di quel territorio dove pochi uomini osano posare piede. Né possono finirvi per sbaglio. L'intera area è protetta da un arcano jutsu illusorio che ne impedisce l'accesso da ogni altra direzione che non sia dal Cancello Ovest. Eppure, di tanto in tanto, è possibile imbattersi in costruzioni al suo interno, per lo più vecchi laboratori e capanne, temporanei bivacchi per mortali addestramenti portati avanti dagli shinobi di Oto.

    L'edificio più imponente sorge però nelle profondità del Bosco dei Sussurri, a cui conduce un sentiero dimenticato dai più e ormai quasi scomparso, inghiottito dal rigoglioso sottobosco. Al termine del percorso si apre improvvisamente un'ampia radura, ed è possibile osservare l'Arena del Suono nella sua interezza. Con i suoi tre ordini di arcate svetta trionfante contro il cielo, superando in altezza i maestosi alberi che lo circondano. Eretta ai tempi del primo torneo intervillaggio di Oto, fu abbandonata alla conclusione del Secondo Torneo di Oto, lasciando che la natura reclamasse ciò che le era stato strappato. I preziosi marmi bianchi che la ricopro sono diventati supporto per muschi e rampicanti, molte delle finestre che danno verso l'esterno rifugio per uccelli e le sue fondamenta tana per roditori e rettili. Eppure, si erge ancora praticamente indenne, risparmiata dal tempo. Neppure i semi mutanti della foresta sono riusciti ad attecchire al suo interno, nella vasta distesa ovale inzuppata dal sangue di innumerevoli shinobi desiderosi di potere. Intorno ad esso si elevano tre ampie tribune, tanto ampie da poter ospitare quasi tutti gli abitanti di Oto. La tribuna centrale, un tempo riservata ai Kage e ai dignitari di alto rango quali amministratori e consiglieri, sporge di poco rispetto le altre, un palco da cui il Potere stesso poteva mostrarsi al popolo. Oltre la struttura principale si estende il terreno preposto per gli scontri o gli allenamenti, circondato da alte mura che delimitano una parte della radura, ora dominata da cespugli e rampicanti. L'enorme spazio sottostante le tribune laterali forma un dedalo polveroso di stanze ad uso abitativo concepite come spogliatoi, palestre, cucine, luoghi di ristoro e di riposo per gli atleti, costruita all'epoca per far alloggiare i partecipanti del primo Torneo del villaggio, ed ora in rovina.


    Misure degli assi: 50 x 36 metri

    Undici anni erano passati dall'ultima volta che un essere umano aveva posto piede nell'Arena del Suono. Molte cose erano successe al Villaggio in quell'arco di tempo, alcune delle quali avevano decretato l'abbandono dell'edificio e di molte altre zone una volta frequentate all'interno del Bosco dei Sussurri. Ma ora, sullo scranno del Suono sedeva di nuovo un Kage. Diogenes Aloysius Mikawa era stato eletto per acclamazione Sandaime Kokage, e uno dei sui primi atti una volta insediato era stato l'ordine di restaurare le antiche glorie del Villaggio, a partire dall'Arena. Rispettando in un certo senso la tradizione, il nuovo corso era stato aperto dagli scontri tra i nuovi portatori del Sigillo Maledetto e i loro rispettivi cloni, in una serie di combattimenti mortali degni dei bei vecchi tempi andati. Il nuovo Capovillaggio però non desiderava soltanto riportare in auge la vecchia Oto, ma puntava molto più in alto. Con lui il Suono avrebbe raggiunto traguardi impensabili per i suoi predecessori. E anche l'Arena avrebbe visto nuove sfide al suo interno, più intense e spettacolari che mai. Un'epoca si era chiusa e un'altra era iniziata.
     
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