L'Arena

[Ambientazione]

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  1. Godsan
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    E dopo il secondo colpo di scena ve n'era un terzo. Due partecipanti, Yami e Diogene, fecero il loro ingresso avendo superato la prova messegli di fronte.
    Godsan li vide con la coda dell'occhio dato che l'attenzione era ancora puntata sul genin kiriano.

    Shinodari chiedeva a Godsan di non dubitare di lei. Lo stava facendo semplicemente perchè quanto aveva sentito non era coerente col suo pensiero, non perchè volesse dubitare della persona di Shinodari. Forse, aveva ancora da conoscerla meglio.
    Dall'altra parte Shiltar pareva accondiscendere ad un accordo col kiriano. Godsan ne era sempre più contrariato.
    Di certo ognuno poteva esprimere la proprio opinione ma sulla base dei fatti tali opinioni gli parevano sin troppo labili.

    Ed ecco giungere la terza sorpresa. Uno spiedo elettrico che si conficcava nel tetto del palco. Un modo per attirare l'attenzione giacchè fosse stato diretto alla testa di qualcuno poteva benissimo esser fatto.
    E così i due arrivati furono notati.

    Yami pensò con disprezzo.

    Yashimata dal canto suo pareva aver ottenuto quello che sperava e quindi decise di sparire nell'ombra proprio com'era apparso. Shinodari incaricò il suo drago di seguirlo e lei subito dopo si congedò lasciando le redini all'altro amministratore.

    Bingo!

     
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  2. Soulafein
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    L
    a Vipera sentì il dolce sapore di quella pelle candida, avvertì il calore di quel liquido carminio.
    Sentiva questo moltiplicato per tre volte, poichè per tre volte aveva colpito la donna.
    A terra il tonfo della sua preda, un rumore sordo, ma che rimbombava di morte.


    Game Over


    Gli occhi che rilfettevano i laghi di egual colore nascenti sul pavimento di pietra quasi brillarono di tristezza, ma certo in quella tristezza vi era enorme gioia.
    Fra pensieri confusi di uno scontro che sperava essere più interessante, confusione sul presente, sul futuro e su ciò che aveva fatto una sola immagine era chiara in quella tempesta di immagini.
    L'enorme serpente guardiano era ora intorno a lui, proteggendolo e rinforzandolo con le sue spire infinite.

    La sua lingua scattò furtiva al di fuori della sue fauci, riportando in lui una certa "lucidità".
    Aveva vinto, ora poteva dirlo sul serio.
    I suoi piedi tornarono alla normalità...mentre la sua mano sinistra, malignamente serpentina, rimase tale...
    Sembrava quasi sibililare fra i versi ferali qualcosa, che il traditore non riuscì ad evitar di cogliere...

    "Potere...Sssei ssssempre più vicino a essssere mio...."

    Kodachi non si stupì che suonasse come una minaccia, si stupì certo di più che ora i pensieri della Vipera si stessero tramutando da sibili sconnessi a qualcosa di sempre più simile a parole.

    Ora però non era il momento, con quella belva aveva una vita per convinverci e capire meglio, ora era tempo di riuscuotere il suo premio...il potere che non solo la sua controparte, ma anche lui agognava.
    Vitale come l'aria che respirava, o il sangue che scorreva nelle sue vene.

    Fece un passo oltre il prtone, dopo che nelle sue orecchie, come vento, erano passati i complimenti di colui che lo aveva esaminato.

    Era tempo che passato e presente si incontrassero, per creare un nuovo futuro...

    [...]



    La sala si aprì dinanzi a lui come se la poteva aspettare.
    Enorme schermi di sorveglianza ed altrettanti simpatici pulsanti, probabilmente collegati ad altrettanto simpatici tranelli mortali...
    Dopotutto quei due erano simili...molto simili.
    CITAZIONE

    "Io ho continuato gli esperimenti di Orochimaru, ma non l'ho mai superato, tu invece sei diverso da me, abbatti il passato e lasciatelo alle spalle, hai le qualità per aspirare a qualcosa di meglio, superare me e forse, persino Lui."

    Lasciò cadere a terra la sciabola, afferrando ciò che l'uomo gli offriva.
    Sentì quell'arma quasi elettrizzargli la pelle...
    Forse i suoi occhi, forse il coltello...forse semplicemtne perchè non era affatto difficile comprendere il significato di "abbattere il passato".
    Quell'uomo voleva morire, o almeno era ciò che si aspettava.

    La sua mano sinistra schioccò le zanne e sibilò ferocemente, con uno scatto si mosse verso la gola del medico, ma a Kodachi non servì più di un istante per riprendere il controllo del suo bracciò, che si fermò pericolosamente a pochi centimetri dalla vitale vena del suo esaminatore.

    "Vuoi morire?..."

    Non si aspettava una risposta e dunque continuò.

    "Sarebbe troppo facile per te.
    E' sempre troppo facile affogare la vergogna nel proprio sangue.
    Vivere con le proprie angosce, questo è difficile e realmente doloroso.
    Se ti ucidessi ora, con questo coltello, farei solo il tuo gioco...e non credermi così stupido.
    Se io ho potenziale tu hai esperienza, e nulla ha più valore di questo."

    Si fermò, lasciando che il medico, per nulla stupido, accogliesse le sue parole nella sua mente.
    Dando poi un lieve tocco con il piede alla sciabola, prima scivolata a terra, spingendola verso i suoi piedi.

    "Se vuoi davvero morire fallo con le tue mani, portando il tuo scempio con te.
    Per quanto i samurai credano pieo di gloria il suicidio, noi due, amanti della vita e del suo dolore, sappiamo come la morte non sia altro che un enorme spreco.
    Tu dici di abbattere il passato, ma sei tu a doverlo fare, non io, che non ho nulla di incompiuto.
    Hai servito un padrone che ti ha tradito morendo, ora ti concedo di portare un altro alla gloria...tu dopotutto sei stato la nutrice del nuovo serpente bianco: del futuro del suono...di Me.

    A te scegliere, quella lama può portare con te la tua fiducia nel passato, e seguire il tuo vecchio padrone, facendo atto al suo giuramento. Sennò sai dove trovarmi...perchè sei tu ad avermi condotto in quel posto.
    E nel mio regno i guramenti a persone morte cadono..."


    Per quanto l'ultima frase si sarebbe certamente rivelata estremamente pericolosa per la sua incolumità Kodachi completò il discorso senza mai abbassare lo sguardo dagli occhi del suo "mentore".

    Chiuse poi gli occhi, voltandosi e, senza guardarlo, ingoiò il coltello che gli aveva donato, per poi svanire tramite il sigillo, come prima era giunto.
    Aveva piantato il primo seme di ribellione, per quanto non fosse certo che questo sbocciasse...
    Una nuova era avrebbe accompagnato la rinascita del serpente bianco.

    [...]



    Vestito della nuova onorifica uniforme si presentò all'arena.
    Non una parola, solo un lungo sguardo pieno di veleno e superbia verso i presenti conosciuti o sconosciuti.

    Li scrutò esibendo immane sicurezza.
    Nella mano destra il coltello del guardiano, nella sinistra la vipera, che al vedere così tanti volti scomparve...

    Quando fu certo di avere l'attenzione di tutti non fece molto.
    Un semplice inchino, in quella nuova divisa...portando poi in alto il coltello come fosse un agognato trofeo di guerre.

    Quello però era nulla, la rinascita stava per iniziare...ed era una rinasicta che nulla aveva a che vedere con il passato.




















     
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  3. Nidaime
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    Improvvisamente, poco dopo la fuga di Yashimata dall'Arena di Oto ed il conseguente inseguimento di Shinodari, un nuovo ingresso occultò quello del terzo sopravvissuto, Kodachi.
    L'ingresso del Kokage.


    image


    Emerse da un buco nero apertosi nell'aria quella giovane figura, in quel momento priva delle corna caratteristiche, ben più umana, simile alla stessa che, di certo, almeno qualcuno degli otesi lì presenti ricordavano della prima Riunione di Oto, successiva alla morte di Orochimaru; quello era l'aspetto con cui il Signore del Suono si presentò in casa propria.
    Il nuovo giunto, con il tipico abito da capovillaggio, osservò inflessibile tutti i presenti, scrutando i volti degli amministratori di Konoha, Suna e Kiri, e delle rispettive guardie, prima di volgersi verso gli schermi: ora solo uno continuava a trasmettere, mostrando le sventure a cui era stato sottoposto Jin, il genin possessore del Due Code di Oto.
    L'attenzione del Nidaime, quindi, si spostò sui tre sopravvissuti, mostrando la soddisfazione che era giusto rivolgere loro.
    Quindi parlò:


    - Temo che non sarà l'Amministratore Kabane a tenervi compagnia, ospiti accademici, né lo potrà fare l'Amministratrice Jaku al suo ritorno dall'inseguimento cui si sta dedicando.
    Purtroppo, solo con delle guardie vi potremo lasciare, più per la vostra incolumità, e per il rispetto dei segreti del Suono, che non per farvi torto.

    Dopo questa breve introduzione, l'uomo si avvicinò ai tre sopravvissuti delle prove, rivolgendo ancora ben poca attenzione ai rappresentanti dei vari villaggi.

    - E' giunto il tempo che tre dei quattro cancelli abbiano il loro custode, i primi a superare le prove meritano la ricompensa pattuita, quindi, mi dispiace, ma non potranno restare con voi, né loro, né l'amministratrice.
    Se lo vorranno, le due guardie del corpo resteranno a vostro controllo. -

    Con queste parole si portò a scrutare prima i nuovi tre guardiani, poi le due guardie del corpo, tutta la sua attenzione, ed apparentemente il suo rispetto, andava solo agli abitanti del suo stesso villaggio.
    Quando fossero stati tutti pronti, gli otesi lì presenti, il Kokage sarebbe di nuovo scomparso, assieme a loro, in un altro buco nero apertosi nell'aere circostante.
     
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  4. Yami Kaguya
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    Sì, attenzione ottenuta. Al che potevo disinteressarmi di alcuni di loro, restando solo sugli amministratori. Ledah mi aveva lanciato un semplice sguardo catatonico, Febh sembrò uno dei pochi a non essersela presa per lo spiedo. Insieme a Shin, Shaina e Shiltar. Ledah era escluso dato che non credevo potesse prendersela per qualcosa. Interessante fu invece l'occhiata che mi lanciò Godsan. Non era difficile leggerci il disprezzo. Mi sà che l'aveva saputo. Ma non fu una sopresa vedere come mi importasse poco alla fine. Uno in più, uno in meno. Cosa cambiava.
    L'attrazione principale scomparì in una specie di cosa nera nel frettempo. Ma non smise di fare danni. Shin lo seguì, scusandosi per poi correre dietro al tipo. Che non avevo ancora capito chi fosse, sinceramente. Istintivamente feci un passo avanti alzando un braccio, ma era già sparita. L'arto ricadde verso il basso, mentre fissavo quel vuoto. Già. Il villaggio veniva prima.
    Strinsi il pugno sinistro fino a far sbiancare le nocche, ma ci furono due commenti in serie che mi distrassero.
    CITAZIONE
    Ben arrivato, Yami-san. Prendete pure la nostra distrazione per fiducia nella vostra capacità di rimanere in vita.

    Alzai la testa, fissando di nuovo la tribuna. Shaina era l'unica a trattarmi con rispetto probabilmente, e dovevo ammettere che mi faceva sentire strano. Così come c'era un tono di sollievo nella sua voce. Potevo immaginare il motivo, ma sembrava fosse stato chiamato al dovere con il suo drago. Feci un lieve inchino di ringraziamento, mentre il mio sguardo cadeva su una testa bionda sulla sua spalla. Immaginai fosse quella di prima, ancora senza volto. L'unica domanda che mi porsi però, era perchè imitasse un koala in quella strana posizione. Mah.

    Sicura di parlare a nome di tutti?

    Sorrisi lievemente, ma si aggiunse qualcun'altro al discorso, seguendo quello detto da Shin.
    CITAZIONE
    "Sì, amministratore Kabane, ci intrattenga lei."

    Lo fissai alcuni secondi, dopo quelle parole. Intrattenere...
    Mi voltai verso gli schermi, 3 su 4 ormai spenti. Sul quarto ora stava una ripresa dall'alto di Jin. Circondato da uomini, di cui uno stava...letteralmente danzando sopra a una donna, schiacciandola sotto i propri piedi. Dove diamine avevano mandato quel ragazzino?

    Già, immagino lo spettacolo non sia di vostro gradimento.

    Mi voltai di nuovo verso di lui, fissandolo con un sorriso sardonico.

    Credo però di avervi offerto abbastanza spettacolo sinora, quindi spero tu non me ne voglia, se ora passo la mano.

    Ad ogni modo, il terzo concorrente si fece presto vivo in arena, entrando con un coltello in mano, che alzò come in segno di vittoria. Gli lanciai un occhiata, aspettando che fosse più vicino per parlargli. Oki non c'era. Il che non lasciava molte ipotesi.

    Bella lama. Ti hanno fatto massacrare il tuo avversario?

    Il tono non aveva inflessioni particolari, solo lo sguardo serio lanciava accuse alla vipera accompagnando le parole. Non che mi importasse della fine di Oki, aveva scelto lui di partecipare. Speravo solo non ci fossero stati idioti tali da far massacrare due otesi fra loro.
    Ma anche quel discorso cadette, in vista di qualcuno che finalmente decise di mostrarsi. Niente corna, nè abbigliamento ridotto al solo pezzo inferiore. A vederlo così, sembrava un Kage come altri. Mostrò soddisfazione nel fissarci, sguardo al cui mi sforzai di mantenere impassibilità. Lui era Oto, quindi era normale che l'assenza di due ninja che si erano rivelati deboli non meritasse le sue parole. Parlò agli ospiti, poi scese accanto a noi. Feci un lieve inchino in segno di rispetto, prima di tornare a fissarlo in volto. Attesi quindi in silenzio, senza guardare di nuovo le tribune. Non mi andava nemmeno di vedere, se qualcosa riguardo a cosa potessero pensare di quella mia scelta veniva rispecchiata dai loro sguardi. Mi concentrai sull'obiettivo che ormai era praticamente raggiunto, e nient'altro. Entrando in quel varco che mi tolse la sensazione di essere un pesce in una boccia, finalmente.
     
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    Tutto accadde molto in fretta, non solo continuarono a spuntare nuovi sopravvissuti, come Kodachi che aveva risparmiato la vita dell'uomo che lo aveva messo alla prova, ma anche di gente che andò via, Yashimata, seguito al volo da Shinodari, percui Febh rimase senza prsona da proteggere, Ledah, senza persona cui fare da assistente.
    Il Kokage, pensò di rimuovere dalla scena anche i futuri guardiani, giusto Jin mancava all'appello, la sua prova si prefigurava più lenta delle altre, ma altrettanto severa.
    A quel punto, erano rimasti lì, lui e Febh, il quale, forse avrebbe intrattenuto gli amministratori con una barzelletta, ma apparte le assurdità, che avrebbero dovuto fare loro due ora.
    Con voce assente, si rivolse ai presenti:

    "Beh, mentre guardate l'esito dell'ultima prova ancora aperta, volete che vi porti qualcosa?"

    Stare lì senza fare nulla era inutile, almeno tenere buoni i presenti con qualcosa da mangiare poteva essere utile, in fondo, il Kokage forse intendeva qualcosa del genere, di sicuro, Ledah e Febh non erano certo personaggi di rilievo coi quali valesse la pena intrattenersi per degli Amministratori di Villaggio.
    Andarsene e lasciare gli ospiti da soli, non era certo tra le ipotesi contemplate.
     
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    L'Arena del Suono

    ...Undici anni dopo

    Oltre le mura del Villaggio del Suono, appena attraversato il West Gate, si distende a perdita d'occhio un mare d'alberi. Più ci si allontana dalla città, e più le loro forme si fanno strane e contorte, rendendo il luogo lugubre e immerso nella perenne penombra. Su tutto regna il silenzio, rotto solo di tanto in tanto dal levarsi in volo di uccelli dalle ali nere e dai versi di creature misteriose, che solo lontanamente ricordano gli animali che comunemente si potrebbero trovare in una foresta. Esperimenti proibiti che risalgono ai tempi del primo Kokage, il leggendario Sannin Orochimaru, vagano ora indisturbati tra la fitta vegetazione malata e i numerosi corsi d'acqua che la dissetano, padroni di quel territorio dove pochi uomini osano posare piede. Né possono finirvi per sbaglio. L'intera area è protetta da un arcano jutsu illusorio che ne impedisce l'accesso da ogni altra direzione che non sia dal Cancello Ovest. Eppure, di tanto in tanto, è possibile imbattersi in costruzioni al suo interno, per lo più vecchi laboratori e capanne, temporanei bivacchi per mortali addestramenti portati avanti dagli shinobi di Oto.

    L'edificio più imponente sorge però nelle profondità del Bosco dei Sussurri, a cui conduce un sentiero dimenticato dai più e ormai quasi scomparso, inghiottito dal rigoglioso sottobosco. Al termine del percorso si apre improvvisamente un'ampia radura, ed è possibile osservare l'Arena del Suono nella sua interezza. Con i suoi tre ordini di arcate svetta trionfante contro il cielo, superando in altezza i maestosi alberi che lo circondano. Eretta ai tempi del primo torneo intervillaggio di Oto, fu abbandonata alla conclusione del Secondo Torneo di Oto, lasciando che la natura reclamasse ciò che le era stato strappato. I preziosi marmi bianchi che la ricopro sono diventati supporto per muschi e rampicanti, molte delle finestre che danno verso l'esterno rifugio per uccelli e le sue fondamenta tana per roditori e rettili. Eppure, si erge ancora praticamente indenne, risparmiata dal tempo. Neppure i semi mutanti della foresta sono riusciti ad attecchire al suo interno, nella vasta distesa ovale inzuppata dal sangue di innumerevoli shinobi desiderosi di potere. Intorno ad esso si elevano tre ampie tribune, tanto ampie da poter ospitare quasi tutti gli abitanti di Oto. La tribuna centrale, un tempo riservata ai Kage e ai dignitari di alto rango quali amministratori e consiglieri, sporge di poco rispetto le altre, un palco da cui il Potere stesso poteva mostrarsi al popolo. Oltre la struttura principale si estende il terreno preposto per gli scontri o gli allenamenti, circondato da alte mura che delimitano una parte della radura, ora dominata da cespugli e rampicanti. L'enorme spazio sottostante le tribune laterali forma un dedalo polveroso di stanze ad uso abitativo concepite come spogliatoi, palestre, cucine, luoghi di ristoro e di riposo per gli atleti, costruita all'epoca per far alloggiare i partecipanti del primo Torneo del villaggio, ed ora in rovina.


    Misure degli assi: 50 x 36 metri

    Undici anni erano passati dall'ultima volta che un essere umano aveva posto piede nell'Arena del Suono. Molte cose erano successe al Villaggio in quell'arco di tempo, alcune delle quali avevano decretato l'abbandono dell'edificio e di molte altre zone una volta frequentate all'interno del Bosco dei Sussurri. Ma ora, sullo scranno del Suono sedeva di nuovo un Kage. Diogenes Aloysius Mikawa era stato eletto per acclamazione Sandaime Kokage, e uno dei sui primi atti una volta insediato era stato l'ordine di restaurare le antiche glorie del Villaggio, a partire dall'Arena. Rispettando in un certo senso la tradizione, il nuovo corso era stato aperto dagli scontri tra i nuovi portatori del Sigillo Maledetto e i loro rispettivi cloni, in una serie di combattimenti mortali degni dei bei vecchi tempi andati. Il nuovo Capovillaggio però non desiderava soltanto riportare in auge la vecchia Oto, ma puntava molto più in alto. Con lui il Suono avrebbe raggiunto traguardi impensabili per i suoi predecessori. E anche l'Arena avrebbe visto nuove sfide al suo interno, più intense e spettacolari che mai. Un'epoca si era chiusa e un'altra era iniziata.
     
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