Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    Isernia (molise)

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    Quando mi ritrovai di fronte a quella costruzione il mio sguardo la percorse in pieno con aria critica. In effetti, da come l’aveva descritta il mio vecchio, essa doveva essere una villa antica...ma supponevo ben tenuta. Le mie aspettative furono amaramente deluse. Rampicanti ricoprivano le mura esterne, molte finestre erano sfondate; lo stesso portone d’ingresso sembrava vacillante.

    Entrai...la polvere regnava in quel luogo. La luce filtrava attraverso le aperture mostrandomi le interna. Nonostante il suo stato di manutenzione pietoso si vedeva che la costruzione era raffinata, opera sicuramente di un facoltoso architetto.
    Una grossa scalinata lignea immetteva ai piani superiori. Nonostante la sua pietosa condizione, potevo immaginarmi di quale sfarzo e bellezza potesse essere una volta.

    Mobili lignei, vecchi quadri, tappeti sfarzosi...e la lista non finiva certo qui.
    Ognuna delle circa trenta stanze era ornata di suppellettile di valore. Candelabri in oro e placche bronzee rivestivano le parete ornata con carta da parati. I bagni erano composti di edilizia marmorea, grossi specchi…ma ormai tutto era andato in rovina.

    Il salone di ricevimento mostrava una pista da ballo di dimensioni colossali...il soffitto era dipinto con rappresentazioni angeliche e divine.

    Abituato alla casetta in città “centro” in cui avevo passato quasi un anno della mia vita nuova ad Oto, questa era ad un altro livello. Dovevo solo mettermi e ripulire...o almeno l’indispensabile per poterci vivere.


    [...]



    Quelli furono i due mesi della mia vita più intensi mai vissuti. Tra l’accademia e i lavori di “ristrutturazione" a casa, il tempo volava, ma la stanchezza si accumulava sempre di più nella mia membra. Ormai cucina, sala, due stanze e due bagni erano perfettamente rassettati e funzionanti. Inoltre la parte d’ingresso della sala aveva riacquisito un po dello splendore antico. Quell’aria di chiuso e vecchio era un po scomparsa dall’ambiente.



    [...]



    Avevo ispezionato nei minimi dettagli l’abitazione. Avevo scoperto il passaggio segreto che conduceva alla “stanza degli allenamenti”o così la chiamavo io. Quella zona era perfettamente pulita e funzionante...evidentemente mio padre, il quale in quel momento non c’era poiché partito per una missione chissà dove, teneva costantemente sotto controllo quell’enorme salone posto sotto la basa della casa.
    Un’altra stanza in particolare mi colpì più delle altre. La biblioteca. Una stanza di media grandezza ma molto alta circondata da una biblioteca lignea che scorreva continua lungo le pareti circolari. Un enorme scala scorrevole permetteva la consultazione dei vari libri e tomi posti anche a sei metri di altezza, sugli scaffali.

    Fu proprio in questa stanza che potei scoprire qualcosa sui miei avi...
    Un giorni stavo rassettando le scartoffie che sporche riempivano la piccola scrivania posta al centro della stanza. Per lo più erano carte di inviti a balli, tasse sulla terra ecc.
    Girando tra le farei scartoffie salò alla vista una lettera con una foto in bianco e nero allegata. Essa citava:



    CITAZIONE
    Caro Ferrid Mikawa,

    mio caro amico, Kiri in questo momento sta vivendo un periodo di crisi. La guerra ha invaso il paese e questo non è più un luogo sicuro per me e soprattutto per la mia famiglia. Yamashita ormai si è fatto grandicello, ha 4 anni, ma Elisabet e Rime sono ancora molto piccole...inoltre anche Karen non è molto in forma al momento. Chiedo ospitalità nella tua dimora, aspettando che le cose tornino alla normalità. Non mi hai mai abbandonato nei momenti difficili e spero che questa mia domanda non ti dia problemi. Aspetto una tua conferma ansiosamente.
    Il tuo compagno di avventure,

    Jushiro


    Dalla lettre poteva emergere una profonda amicizia tra i due interessati...forse le due famiglie si conoscevano bene. Inoltre pare che questo “Jushiro” sia stato un ninja anch’esso, dato il “compagno di avventure” posto a fine lettera. Il tono era confidenziale...nella lettera l’uomo citava mebri della famiglia e ne parlava apertamente.



    “ Meglio che mi informi su questa famiglia, magari ci sono ancora dei membri...chissà potrebbe essere interessante ricordare le vecchie amicizie. “



    Da quel di, continuando le mie normali attività (accademia, ristrutturazione casa, impegni con il clan Mikawa ecc.) incominciai ad investigare su quella famiglia.



    [...un mese dopo]



    I miei sforzi furono ripagati. Rovistando tra le scartoffie amministrative dell’accademia potei trovare corrispondenze con i dati in mio possesso.



    “Yamashita, genin di Kiri...anche il villaggio corrisponde. Bene vediamo se è disponibile ad un’incontro?!”



    Nei giorni a seguire scrissi una lettera in cui si dicevano poche cose ma che sicuramente avrebbero attratto l’attenzione del ninja.



    CITAZIONE
    Sign. “Yamashita ”

    La famiglia Mikawa la invita ad un incontro a villa Mikawa, Oto. Una volta le nostre famiglie erano unite da un forte legame, forse è tempo di riconciliare i nostri “poteri”? La porta è sempre aperta, sarà lieto di venire quando più desidera. Cordiali saluti

    Aloysius Diogened Mikawa


    Nei giorni seguenti cercai di trovare il modo per far avere la lettera. Inoltre io non sapevo bene chi fosse...non l’avevo mai visto in volto. La spedii per falco corriere, altronde era l’unica cosa da fare conoscendo solo il nome del mittente.

     
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