Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    QUINTA PROVA: Fine di tutto



    Quando entrai nella baracca potei notare della sua umiltà. Solo legno...
    Al centro spiccava alla vista, però, una lastra di marmo su cui erano incise dei segni. Mi avvicinai cautamente, nonostante le mie condizioni fisiche; conoscendo Yashimata avrebbe potuto benissimo piazzare delle trappole. Ma niente accadde.
    Il messaggio della lastra era indirizzato a me, date le scritte incise su di essa. Al centro, abbastanza grandi, prendevano posto simboli.

    CITAZIONE

    0001/0100/0100/1001/1101


    Erano delle cifre separate da un simbolo obliquo.
    Non ero mai stato bravo nei rompicapi. Ma neanche mi interessava essere un genio del suddoku o degli scacchi giapponesi. Li trovavo molto meno affascinanti di un combattimento. Ritenevo giusto l’uso di un pizzico di strategia solo in queste manifestazioni.

    Restava però il fatto che per me quei simboli erano arabi. Capii dal principio che la cosa sarebbe andata per le lunghe. Quindi un po per la stanchezza, un po per la situazione mi accasciai a terra. Solo allora mi accorsi dei pesi...li avevo ancora alle gambe. Possibile che mi ero abituato al peso? Li tolsi con calma ripensando ai simboli sul marmo.

    “ Sono numeri...e questo è certo. Si alternano solo due cifre lo zero e l’uno...e a gruppi di quattro le cifre sono separate. Ma le cifre non compongono numeri!!!”


    Già mi stavo iniziando ad irritare...era proprio vero che i numeri e io non andavamo tanto d’accordo.
    Forse fu la stanchezza, forse l’eccessivo pensare che piano il sonno scese su di me, facendomi chiudere gi occhi.
    Sembrò essere passato solo un istante, ma il sole era alto in cielo. Infatti fu un raggio di luce, passante per un’apertura della baracca ad irradiare il mio viso e farmi svegliare. Appena ritrovai coscienza, ricordai:

    “Il codice...merda!”



    Ma questa volta, quando lo rividi inciso sulla lapide la soluzione mi apparve subitamente chiara. Forse un ricordo delle lezioni accademiche o d qualche libro sui numeri mi salvarono dal mio dilemma: Il codice binario.

    “ Ma si certo! Allora vediamo...0001 corrisponde a 1, 0100 a 4 e si ripete due volte, 1001 a 9 e 1101 a 13. Ok ora ho dei numeri in sistema decimale. Quindi 1/4/4/9/13...e ora?”



    Dovettero passare diversi minuti prima che la risposta mi venne in mente. Ma d’altronde era facile; se i numeri non andavano bene allora dovevo provare con le lettere.

    “ Sostituendo ogni numero con una lettera dell’alfabeto (a=1, b=2 ecc) mi trovo... a...d...d...i...o.
    ADDIO ?!”



    Capii subito. Yashimata mi aveva abbandonato. Evidentemente in questi giorni aveva trovato modo di accedere ai documenti riguardanti la sua famiglia che gli interessavano e, non avendo più motivo di restare, se n’era andato. Però mi aveva donato un qualcosa di moto importante: mi aveva fatto crescere su tutti gli aspetti psicofisici.
    Sferrai quindi un pugno alla lastra colpendola giusto al centro. Il minerale andò in pezzi ricoprendo il pavimento di polvere. Ma ero contento...

    Il corpo era ancora dolorante quando abbandonai la casetta per dirigermi a casa. Così, ripercorrendo il tragitto compiuto all’andata per la prova, sarei ritornato a villa Mikawa. Intanto pensavo a quello che era accaduto in quei giorni, avevo rischiato più volte di perdere la vita ma ne era valsa la pena. Avevo anche rubato?! Sentivo che il mio corpo era migliorato, avevo eguagliato i miei limiti e ora ero diventato più forte.

    Solo quando ritornai potei constatare che il kiriano aveva preso tutti i documenti sulla sua famiglia e aveva portato con se i soldi che avevo rubato nella prima prova.


     
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