Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    L'arrivo dell'eliminatore è inaspettato quanto propizio; in questo modo Ranjiku non avrebbe potuto ribattere. Autonomamente, infatti, Matsumoto si alza dalla sedia asciugandosi con il dorso della mano quell'unica goccia che ormai le era arrivata fin sulla guancia. La discussione è finita e quando la giovane ed attraente kunoichi lascia la stanza, dopo aver fatto un piccolo inchino mascherando il suo volto con il consono sorriso che rivolge agli ospiti di Villa Mikawa, la mia mente si sgombera di tutto ciò che per parlare con Eiatsu sarebbe risultato inutile. Non è la prima volta che il giovane viene qui in casa mia, ma di certo mai senza preavviso. E' successo qualcosa...
    Dunque posando la tazza di thè caldo sul tavolino adiacente la comoda poltrona avrei fatto segno al ragazzo di parlare.

    Il discorso è logico e lineare: senza soldi l'eliminatore non avrebbe potuto continuare nei suoi esperimenti. Ma è quando si avvicina al tavolo, prendendosi un tempo eccessivo per completare la sua frase lasciata in sospeso con un "dovresti sapere" che poteva significare tutto e niente, che veramente le parole di quello catturano il mio interesse. Perseguire alcuni dei miei obbiettivi? Ma cosa ha in mente? Cosa ha scoperto?
    A quelle domande mole altre se ne aggiungono non appena vedo il risultato dell'evocazione dello shinobi del Suono. Perdo un respiro, due, tre; poi lentamente ritrovo quiete nonostante i miei occhi rimangono spalancati e increduli.

    image

    " Non è possibile...questo non è l'avatar. Dove...come...chi...tu?"

    E' forse la prima volta che mi faccio trovare impreparato ma le parole non escono dalla mia bocca, troppi sono i pensieri che affollano la mia mente. Senza accorgermene mi sono alzato dalla sedia...Ritrovando un po del rigore e dell'imperturbabilità consona ad un jonin riprendo posto sul cuscino della comoda seduta. Mentre gli occhi continuano a guardare il cadavere, la destra, poggiato il gomito sul bracciolo, va a sostenere la testa lasciata andare libera sul lato. Pollice ed indice serrano le tempie e lentamente le massaggiano nella vaga speranza di alleggerirle da tutti quei pensieri. Senza indugiare nell'ardua ricerca di comprendere il presente concedo alla lingua l'autorizzazione di liberarmi da quel peso.

    " Spiegami come è successo, dimmi chi è riuscito ad uccidere un'ombra da tempo lontana dalla realtà umana."

     
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392 replies since 2/11/2007, 23:19   12253 views
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