Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Roronoa™
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    Giocarsi tutto! - Deveraux pazzo?







    Anche Daisuke aveva perso qualcuno di caro. Lo capii dalle sue parole e dal suo sorriso forzato dopo la battuta.
    Abbassai lo sguardo e la mia mente si catapultò nel passato.

    Anche Heizo aveva perso suo padre. Ricordavo quel piccolo e fragile ragazzino di Kiri.
    Lo avevo trasformato in poche sedute in un bravo Genin. Nonostante avevo promesso di addestrare solo ninja di Oto, Heizo rappresentava una mia vittoria, quella soddisfazione che un insegnante deve avere per andare avanti. I tempi però erano cambiati, ma in quel frangente pensai a quanto fosse normale per un ninja perdere qualche persona cara.

    CITAZIONE
    « Mm, probabilmente avrei fatto prima ad andare fino a Kumo per raccogliermelo da solo il the... Senti Deveraux, non pensi che il Mikawa ci stia mettendo alla prova? Mi sta dando proprio quest'impressione. »

    Aveva capito cosa intendevo dire con quell'ennesima cazzata.
    Mi guardai attorno con espressione seria. Che il Mikawa stesse organizzando qualcosa? Speravo di no.

    - Finchè ci fa attendere mi sta bene, speriamo non abbia strane idee -

    Rimasi da quel momento in poi in silenzio, con i sensi in allerta.
    Ero un po' agitato ma riuscivo a mantenere la calma e la concentrazione. Avevo affrontato prove ben più pericolose.

    [Dopo qualche ora]

    Dopo due ore il mio stato d'allerta era rimasto inalterato.
    Di tanto in tanto lanciavo uno sguardo d'intesa al mio compagno, con le mani vicino alla Sacca Porta Oggetti. Ancora una volta cercavo di abituarmi a quel modo di pensare. Dovevo essere "pessimista", aspettarmi l'evento peggiore e il più pericoloso.
    Ad un tratto il mio udito captò dei passi in lontananza. Analizzai la frequenza e il numero degli stessi, concludendo con una semplice affermazione: è una sola persona.
    Feci due passi in avanti per sgranchire le gambe dalla lunga attesa.
    Dopo qualche secondo May ci raggiunse.

    CITAZIONE
    " Venite pure."

    Nascosi malamente uno sbadiglio, posizionando la mano destra davanti alla bocca.
    - Molto bene -

    Abbandonammo la sala in cui eravamo rimasti per alcune ore.
    Camminando lentamente dietro alla bella domestica attraversai insieme a Daisuke una sala piena di oggetti antichi. Doveva essere il museo di Diogenes, o qualcosa del genere.
    C'erano armature, katane, quadri e molti altri oggetti di cui non riuscivo a riconoscerne il vero valore in Ryo. La mia attenzione si posò sugli armamenti. C'erano pugnali fantastici, ornati con pietre e con lame lunghe e molto taglienti. Riconoscevo le proprietà di quell'arma, era la mia preferita, anche se io ero specializzato più sui pugnali da lancio. Riuscivo a conferire loro una potenza straordinaria.
    Purtroppo a differenza di mia madre, chuunin di Oto, non avevo le abilità necessarie per avvolgere di chakra quelle splendide lame.
    C'avrei lavorato, questo era poco ma sicuro.
    Senza accorgemene mi ritrovai alla soglia di un enorme sala, piena di libri e con una scaletta scorrevole per arrivare ai testi posizionati sui ripiani più alti. Una volta messo piede nella biblioteca il mio sguardo scivolò sull'enorme tavolo posizionato in mezzo alla stanza, appena sotto un maestoso e luminoso lampadario.
    Seduto su una comoda sedia in legno Diogenes ci stava aspettando.
    Rimasi sorpreso di trovarlo lì. Mi aspettavo di camminare a lungo, per poi raggiungere un luogo misterioso e adatto per quel genere di incontri.
    Niente di tutto questo. Io, Daisuke e il Mikawa in una biblioteca.

    CITAZIONE
    " Benvenuti e scusate per l'attesa, non interrompo mai una seduta di allenamento...sedetevi"

    Ascoltate quelle parole eseguii un leggero inchino. Se si stava realmente allenando c'era andata bene: quasi tre ore d'attesa erano pur sempre meno di due giorni, ovvero 48 ore.
    Senza dire una parola mi avvicinai alla mia poltrona.
    Ero abbastanza vicino a Daisuke e un po' lontano dal Jonin con i capelli sciolti e privo della sua acconciatura.
    Ignorai i tre libri davanti ai miei occhi, infatti, entrambe le mie pupille erano fisse su quelle del Mikawa. Non riuscii ad ignorare il fisico scolpito che egli sfoggiava con quella maglietta nera, risultato di mille allenamenti e prove superate. Avevo davanti un vincente.
    Iniziai a sentire il peso della sua presenza, nonostante i suoi abiti civili, ma il peggio era passato. Avevo la sua attenzione.

    CITAZIONE
    " A cosa devo l'onore? "

    Feci un cenno d'intesa a Daisuke. Con un rapido gesto della mano sinistra, che agli occhi del Jonin sarebbe stato un movimento in slow-motion, feci scivolare sul tavolo in quercia, liscio come la pelle di un bambino, il biglietto giallo che avevo fatto leggere al mio futuro collega ( o almeno così speravo ) e che riportava le parole che avevo recitato nel South Gate.

    Iniziai a parlare , saltando tutta la parte relativa al pleniluvio o come l'aveva chiamato Daisuke.
    Forse sbagliavo o forse no, ma in quel momento mi interessava solamente far capire a quel gigante di che pasta ero fatto, partendo da quella lettera.

    - Non è da noi perdere tempo, per questo non siamo qui solo per farle alcune domande - La mia voce era fredda, ma la mia espressione lasciava trasparire tutta la determinazione che avevo in corpo.
    - ma per esporle un progetto che ho intenzione di mettere in atto sulla mia pelle... - Mi feci avanti con la sedia, per avvicinarmi maggiormente al Mikawa.
    - Sotto false spoglie e con nomi inventati io e Daisuke raggiungeremo Kumo, la terra ninja che ci minaccia. - Puntai l'indice della mano destra sul tavolo, muovendolo come per segnare una traccia.
    - Saremo uomini, viaggiatori, pellegrini con il sangue degli Yotsuki, provenienti da molto lontano e ci muoveremo nel silenzio cercando gli ultimi Yotsuki di Kumo o una cellula importante con approfondite conoscenze nell'arte del Fulmine - Indipendentemente dalla reazione del Jonin avrei continuato:
    - Portato a termine questo passo saremmo in realtà degli infiltrati di Oto e allo stesso tempo cercheremo di fare nostre le abilità di quel luogo. Niente mi dice che lì non ci siano Yotsuki, se così fosse sarebbe più semplice entrare nelle loro fila. - Mi appoggiai sullo schienale della sedia.
    - Nel peggiore dei casi saremmo degli infiltrati e basta, ma il mio obiettivo è tornare ad Oto più forte di prima e con informazioni preziose per la salvaguardia del villaggio. In territorio nemico, per portare le notizie a casa, ci serviremo di un suo probabile uomo. - Aggiunsi un altro dettaglio importante.
    - Avendo radici a Kumo solo noi Yotsuki siamo adatti per questo viaggio ... eh sì, i preparativi includono ritocchi estetici e qualsiasi cosa possa aiutarci nella missione...il prezzo da pagare non mi spaventa.- E per la prima volta in quella stanza pronunciai il suo nome.
    - Diogenes-Sama non le sto chiedendo il permesso... il viaggio lo farò e lo porterò a termine, mi sto offrendo come infiltrato in territorio nemico. Devo diventare più forte, Oto ha bisogno di ninja potenti. - Guardai per un attimo Daisuke.
    - Le chiedo qualche consiglio per il viaggio Diogenes-Sama... ma ovviamente ascolterò con attenzione ogni sua singola parola. -

    Toccava a Daisuke ora, perchè di certo non eravamo lì solamente per il viaggio a Kumo. Volevamo conoscere qualsiasi ninja che la pensava come noi riguardo Oto e approfondire il pensiero del Jonin. Se qualcuno minacciava il villaggio, anche solamente con le parole, noi rispondevamo alla chiamata.









     
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392 replies since 2/11/2007, 23:19   12226 views
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