Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. ~ Marcø
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    Incontrare il Colosso






    Io e il mio compagno la pensavamo allo stesso modo: finché era normale attesa tutto tranquillo, era una prova che potevo accettare, speravamo non ci fosse qualcos'altro sotto. L'attesa stava diventando stancate, ma non intendevo lamentarmi e sembrare un debole, se non fossi riuscito ad attendere di essere convocato come avrei potuto tendere un agguato e rimanere giorni e giorni in appostamento?
    Lo presi come una sorta di allenamento, cercando di memorizzare ogni singolo particolare della stanza, dalla dimensione della porta alla tonalità di colore del pavimento. Mentre il tempo passava scrutavo le scale attraverso le quali May si era congedata, richiamando alla memoria i vari particolari che avevo memorizzato relativi all'ambiente che mi circondava. Già, davvero un pessimo modo di passare il tempo...

    [...]

    Tra qualche scambio di sguardi con Devereaux e il mio nuovo passatempo mnemonico, attendemmo due ore senza alcun segno di altre presenze all'interno della villa. Sentii un rumore di passi, qualcuno stava arrivando dall'apertura sulla destra. Mi girai, vedendo May giungere con un'aria divertita, probabilmente visto lo scherzetto dell'attesa. Io non ci trovavo niente di divertente. Ci disse di seguirla, probabilmente il Mikawa era pronto per riceverci.
    La seguimmo attraverso quello che sembrava un vero e proprio museo, con teche piene di armi e armature, alcune delle quali molto insolite. Mi colpì particolarmente un'armatura che sembrava inadatta ad un ninja, troppo pesante, ma che sicuramente forniva la giusta protezione verso attacchi mortali. Cercai di imprimere bene quell'immagine nella mia memoria, ci avrei fatto un pensierino in seguito. Nonostante la bellezza di tutte il restante equipaggiamento, non rimasi stupito. Se questi erano i possedimenti che il possente jonin poteva esporre, chissà cosa poteva tenere nascosto?
    Finalmente arrivammo al cospetto del Mikawa. Era seduto ad un tavolo al centro di quella che sembrava essere la sua biblioteca, al cui confronto la mia sembrava una raccolta per bambini. Gli scaffali, nonostante fossero alti diversi metri, erano pieni di libri, probabilmente su qualsiasi argomento interessasse ad un eventuale visitatore, ben illuminati da un lampadario che non poteva passare inosservato. E sotto di esso vi era lui, Aloysius Diogene Mikwa.
    Il jonin otese sembrava essere ancora più grosso di quando l'avevo visto al gate del villaggio. La maglia attillata risaltava il suo fisico statuario e lo faceva sembrare un ragazzone appena uscito da una doccia, invece che uno dei ninja più potenti di tutto il territorio accademico. Si scusò per l'attesa, ma davanti a lui mi sentii io quello in colpa per aver rischiato di interrompere un suo allenamento. Mi avvicinai a lui, per poi sedermi sulla poltrona davanti alla quale era stata posizionata una tazza di the verde.

    « Salve signore, piacere di rivederla »


    Assunsi un tono meno formale di quello che usai al gate, non perché il mio rispetto per lui fosse diminuito, ma in quanto l'ambiente era diverso. Il Mikawa era sempre un mio superiore, però non stava indossando i panni del guardiano del gate, né degli abiti che si confanno ad un ninja, quindi dedussi che desiderava un ambiente più informale.
    Ci chiese a cosa doveva la nostra visita, lasciai a Deveraux il compito di spiegarlo, guardandolo e annuendo. Il mio compagno estrasse il biglietto che avevo precedentemente letto, posizionandolo sul tavolo, a disposizione del Mikawa. Non provai nemmeno a interpretare il comportamento del jonin, un esperto come lui non avrebbe battuto ciglio nemmeno davanti al diavolo in persona.
    Nonostante avesse posizionato il biglietto con l'enigma sul tavolo, il giovane Yotsuki cominciò parlando del suo progetto per recarci a Kumo. In fondo, eravamo venuti per chiedere consiglio ad una persona la cui esperienza era enormemente superiore alla nostra, niente di più. Anche se non avesse approvato la nostra idea avremmo cercato di realizzarla in ogni modo, per diventare più forti e, possibilmente, tornare ad Oto con informazioni preziose. Mi piacque il tono convinto con cui parlò e non potei fare a meno di notare che era riuscito a parlare senza fare troppa confusione coi discorsi. Il giovane sembrava aver assunto una sicurezza che precedentemente non mi aveva mostrato. Che bastasse la semplice presenza di un ninja così potente per stimolarlo? Sorrisi.
    Dopo un ennesimo sguardo che ricambiai con fierezza, per aver trovato un compagno degno di me, Deveraux concluse dicendo che era pronto ad ascoltare qualsiasi parola del jonin otese. Non volevo annoiarlo con discorsi lunghi, ma preferii intervenire prima che il Mikawa parlasse, dandogli così tempo per riflettere sulle nostre parole.

    « Signore, si ricorda di quando mi presentai al Gate? La mia forza non è cambiata molto, da allora, ma per migliorare ho bisogno di questo viaggio. Ho bisogno di più forza, ogni momento perso mi fa pensare a quel giorno in cui ci siamo incontrati. Ero sicuro che non avrebbe avuto bisogno, ma anche volendo non avrei potuto esserLe d'aiuto se i ninja che si erano presentati avessero avuto cattive intenzioni. Mi sono sentito debole e non voglio che succeda nuovamente. Voglio diventare più forte per proteggere il nostro villaggio e diventare un Guardiano, come Lei. Non ci neghi questa possibilità e vedrà che un giorno La ricambieremo, offrendo tutto ciò che potremmo darLe.
    Anche in merito all'enigma sul biglietto, potrebbe aiutarci. Sa quand'è il prossimo plenilunio? »


    Se fosse stato lui l'autore del biglietto, probabilmente avrebbe capito a cosa mi riferivo: il gomitolo di lana gialla intero e luminoso. Il pieno di Luna dura solo un giorno, anche se ad occhio non sembra, probabilmente l'appuntamento era fissato per il prossimo giorno di plenilunio.
    In quanto al voler diventare Guardiano di Oto, non mentivo, anzi, penso che sia il sogno segreto di ogni ninja che, come me, ama la sua patria ed è disposto a proteggerla con la vita.
     
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