Villa Mikawa

L'incontro volgeva al termine.
Aveva avuto molte risposte, non solo alle domande che lo avevano spinto a recarsi al cospetto del Garth.
Per ottenere la verità aveva deciso di inoltrarsi in un tunnel senza uscita, in un piano rischioso e ambizioso che avrebbe portato alla nascita di un Impero di Oto e alla sconfitta di tutti gli altri villaggi, compresi Kumo, Taki e Iwa.
Anche se non completamente in linea con il modo di agire del Jonin, egli si fidava di lui e aveva accettato di far parte del progetto, fornendo al Garth il suo parere, le sue opinioni e il suo supporto.


Chi è Omoi? Si chiese.

Quando Aloysius parlò di un sigillo di localizzazione, Deveraux annuì, serio in volto.
Non amava i sigilli nè tanto meno essere spiato, ma ne capiva la necessità e decise di non fare storie.
Se il suo sensei avrebbe dormito sonni più tranquilli installando un suo sigillo sul corpo dello Yotsuki, quest'ultimo non si sarebbe opposto.
Era un piccolo prezzo da pagare per una grande verità.
Si avvicinò al letto in cui il Garth stava ricevendo le sue cure.

Non provò dolore o sensazioni strane all'applicazione del sigillo.
Tutto durò pochi istanti.
Il chakra impresso nel kanji doveva essere notevole. L'affaticamento di Aloysius al termine dell'esecuzione del jutsu fu evidente. Il Jonin iniziò a respirare profondamente e i suoi occhi persero un po' del vigore acquisito un istante prima parlando dei suoi grandi progetti.

Sono a sua disposizione in ogni momento. Disse, come un soldato al cospetto del suo generale.

Problemi con Eiatsu? Non aveva mai provato simpatia per quel ninja, specialmente i giorni successivi all'attentato, ma ora che aveva saputo del suo ruolo nell'organizzazione del Garth, Deveraux si preoccupò.
Avrebbe aiutato il Jonin fornendo tutte le informazioni in suo possesso.

Si voltò verso Yachiru.
L'arma di Sun Wukong sembrava piacergli.


Buon riposo Aloysius. Avrà la lista al più presto!
Seguì la ragazzina dai capelli rosa.