Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Uhmmm...beh, se se ne è occupato Luis allora penso non ci siano grossi problemi...però niente fodero. Sbuffò. Vabbè, la porto così, tanto io sono il perfetto esempio di ciò che è apparentemente inoffensivo, spada o non spada. Nessuno si era mai premurato di spiegargli che "apparentemente inoffensivo" non era una qualità che potesse tranquillizzare gli altri. Quanto al maggiordomo impostato, che pure aveva avuto un attimo di incertezza, Febh fece spallucce. Come ti pare, ma prima parliamo con Gene, la spada la facciamo vedere al vostro storico con più calma dopo. Ora non voglio perdermi quel bestione del tuo boss. Sghignazzò, avviandosi assieme ad Anteras e Amano, al quale per inciso diede uno scappellotto. Non pensare che non ti abbia visto ridere quando ho preso la spada! Hai una vaga idea di quanto ho sbavato dietro a questa spada quando ero ero un pivellino? Bada che uno Yakushi non dimentica. E vive dannatamente a lungo.

    La passeggiata per i corridoi di quell'edificio così decadente nello stile come nell'atmosfera li portò di fronte ad una porta che, verosimilmente, dava accesso alla stanza da letto del capoclan Mikawa...e a giudicare dall'espressione del bestione di fronte allo stipite, che sembrò intimidire un poco il figlio di Luis. Più sono grossi e più fanno rumore quando cadono, fidati. Lo rassicurò (a modo suo) mentre il maggiordomo li presentava. Aiutare? In realtà voglio disegnarli roba sconcia sulla faccia mentre è costretto a letto. Poi come si riprenderà lo prenderò per i fondelli a sangue. A Sangue!, la avete capita? Ahahahahah! La carriera di cabarettista di Febh era finita anni prima, quando da Genin cercò una volta di esibirsi al Neko Senzai e provocò due suicidi ed una folla inferocita che lo inseguiva per linciarlo. Per inciso, ci erano riusciti ma lui si era finto morto rigenerando lentamente. Il gigante si levò di torno, ma senza ridere. Pessimo senso dell'umorismo da queste parti, eh?

    Sospirò mentre finalmente le porte si aprivano. Mi fa quasi impressione entrare nella camera da letto di uno che conosco...comunque... E poi rimase immobile, ammutolito nel vedere quello che si stava consumando all'interno. Pochi passi all'interno, con un'espressione sempre più in bilico tra la sorpresa e la paura per quello che stava accadendo ad uno dei ninja più forti che conoscesse.

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    Si voltò verso Anteras, che tuttavia non aveva grandi spiegazioni da offrire, nè le aveva l'individuo dall'aria untuosa che si alzò da una sedia e parlò al Mikawa come se fosse un vecchio ormai in preda alla demenza...aveva un libro con sè: che stesse leggendo come si fa a volte per i conoscenti in coma? Il tizio stava fissando la Kusanagi, che Febh ancora teneva tra le mani e che stava stringendo con tanta foga che quasi rischiava di feririsi da solo...abbassò lo sguardo sull'arma, scosso dall'incantesimo dettato dalle condizioni di Diogenes e poi tornò a guardare il tizio col libro. La Kusanagi...si. Borbottò, non particolarmente loquace. Ma direi che questo è persino più importante. Piantò la spada nel pavimento (difficile che una qualunque superficie potesse opporsi) e fece qualche passo verso ciò che rimaneva del Garth, con le mani sollevate che tuttavia lasciò cadere dopo poco tempo...una parte di lui stava insistentemente premendo per andarsene, ignorare la faccenda e continuare a non pensare a niente o quasi come al solito. Era una parte minoritaria però.

    Voi due leccapiedi. Quando parlò nuovamente il suo tono era più duro e tagliente che mai. Fuori dai piedi. Il ragazzino rimane, dopotutto è un Mikawa, anche se adottivo, voi no. Se si fossero opposti in qualche modo, lui si sarebbe limitato a voltarsi nella loro direzione, rilasciando una quantità di istinto omicida che era pari, se non superiore, a quello che poteva emettere il loro leader. Non ricordo di avervi dato facoltà di risposta. Fuori, devo parlare con Diogenes. Il tono e la scelta dei termini erano diversi, quasi lo era anche il timbro della voce e, agli occhi di un sensitivo, persino il chakra sarebbe apparso di una sfumatura leggermente più scura, come se lo avesse concentrato.

    Solo una volta lasciati soli con il "ferito", Febh e Amano avrebbero potuto agire. Sai, Diogenes è un tipo un pò strano. Sempre serio..anche quando ride in realtà capisci che sta pensando alle mille implicazioni di quella risata, e progetta, progetta. Un cervello niente male, sempre acceso, che decisamente si sposa poco col suo aspetto barbaro da armadio feroce. Il mio esatto opposto, potrei dire, che se possibile faccio a meno di pensare in ogni situazione...non immagini quanto sia stressante dare sempre il 100%. Febh aveva cominciato a passeggiare intorno al Garth, parlando con Amano con un tono che aveva forse una venatura nostalgica. Abbiamo combattuto assieme in diverse occasioni...la prima che ricordi era una miniera che era stata presa da un gruppo di nukenin. Là ho ucciso per la prima volta...o almeno pensavo fosse così, ora onestamente non ne sono certo, e Gene era con me. Eravamo entrambi parecchio ingenui al tempo.

    Abbiamo nuovamente agito fianco a fianco quando il Mizukage ci tradì ed uccise un nostro amministratore. C'era anche Shinodari e attraversammo metà del continente fino al paese del The solo per trovare poche tracce che ci condussero a Konoha. In quell'occasione stava realmente per scoppiare una guerra, ma in qualche modo decidemmo di fermarci. Ci sono molti altri eventi come questi, ma quando necessario lui c'è sempre stato, evidentemente con Oto al centro dei suoi pensieri, anche se sicuramente aveva cento altri piani in mente al contempo. Però Gene era là. Anche quando abbiamo scoperto la verità sul Kokage ed abbiamo fatto ciò che andava fatto a riguardo.
    Si era fermato nuovamente davanti al Mikawa. Quindi capisci bene che nonostante tutto, penso di poter considerare quest'uomo una delle persone che mi sono care, in un modo o nell'altro...e vederlo così mi ha fatto più male di quanto non pensassi io stesso...anche se credo che non potrei mai ammetterlo in altre circostante. Non sarei abbastanza serio. Senza curarsi del sangue gelatinoso, avvolse la mano di chakra repulsivo per evitare il contatto con quella sostanza e poggiò la mano sulla fronte del Garth. Ti dico questo perchè non ho idea di cosa gli stia capitando, e quindi proverò a fare qualcosa privo di qualunque senso per rimetterlo in piedi. Se questa roba fosse contagiosa e finissi anche io così, vorrei che riferissi quanto ho detto alla mia capoclan. Chiaro?

    Dovrai restare a Oto ancora un pò, anche se hai completato il tuo incarico. Mormorò con un sorrisetto amaro, prima immettere una discreta quantità di chakra nel corpo di Diogenes. Non era un esperto medico, pur potendo guarire gli altri, e certamente non era dotato di capacità diagnostiche o sensitive, ma una cosa la sapeva fare: controllare e regolare la rotazione delle cose, incluso il chakra altrui quando combinava le sue tecniche con le loro. Voglio solo sperare che questa sia una tecnica fuori controllo e non una qualche malattia. Se mi contagiasse potrei comprendere immediatemente di cosa si tratta ma onestamente non ci tengo ad infilarmi sangue Mikawa in corpo se posso evitarlo. Voleva cominciare con qualcosa di più delicato, e dunque applicò la sua Arte della Rotazione, lenta ma risoluta, al sistema circolatorio dell'altro. Se questo è un Jutsu, quale che esso sia, dovrei interferire con il movimento di quel sangue...percepire il flusso...e forse controllarlo. Rallentarlo e magari far rinsavire questo gigante coi capelli da punk.

    Era una scommessa: sicuramente poteva accelerare il movimento di quel sangue e comprenderne i punti di origine: c'era forse qualcosa nel corpo del Mikawa che dava origine a quel fenomeno? Qualcosa che si poteva eliminare senza ucciderlo? Quel tentativo di comprendere, anche se indirettamente, poteva essere l'unico modo per aiutare Gene senza esporsi ad eccessivi rischi.


    Se quella sua azione fosse fallita, non sarebbe rimasta che una soluzione. Uno Yakushi ha la piena consapevolezza del suo stesso corpo. Una consapevolezza assoluta che gli permette di controllare ogni singolo muscolo e nervo, fino alla più piccola cellula. Spiegò ad Amano, sbuffando mentre si allontanaca. Per questo motivo possiamo analizzare immediatamente qualunque sostanza estranea assumiamo, sia essa il veleno più letale o la carne di un nemico. Sospirò. Spero solo di capirlo prima che questa cosa mi ammazzi. Tornò alla Kusanagi, squarciandosi il palmo della mano con la lama affilata. La Kusanagi di Luis...prega che mi porti bene per questa follia che sto per fare... E con la ferita aperta andò ad afferrare quel sangue gelatinoso, intrappolandolo con il chakra adesivo e forzandolo dentro al suo stesso corpo.

    Cosa sarebbe accaduto con quella specie di insana comunione di sangue?

    Solo Diogenes, forse, poteva saperlo.

    Edited by Febh - 7/6/2016, 13:08
     
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