Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Jotaro Jaku
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    << Piacere mio...Feng ? >>

    Che l'entrata sarebbe stata destabilizzante, Jotaro se lo aspettava; ma trovare Diogenes così energico era effettivamente una sorpresa, l'ultima volta che si erano visti, non sembrava godere di ottima salute, nonostante fossero passati forse mesi. Il gigante di Oto sembrò un attimo fissare l'ospite con lo sguardo di chi ha visto un fantasma, o uscire un insetto che era convinto di aver schiacciato. Il Jaku passò dall'imbarazzato al molto imbarazzato, soprattutto per la cascata di parole che uscì in un attimo dalle fauci sanguigne di Oto; il quale un tempo avrebbe parlato sottovoce anche in una stanza vuota e ora stava praticamente facendo un comizio su Jotaro davanti al tizio presente in loco; che Jotaro continuava a non conoscere, ma che emanava come una sensazione di familiarità. Probabilmente un'impressione. Diogenes sembrava molto "aperto" con questo individuo, sebbene sembrava fosse appena uscito da un discorso piuttosto alterato, per via della voce, non solo dal pavimento devastato dove aveva impattato quella grossa falce, sintomo di una conversazione non troppo amichevole.
    Mentre Aloysius rivolgeva domande a Jotaro, questo sembrò ignorarlo con il viso, data la ricerca spasmodica di "qualcosa" in mezzo agli oggetti della stanza. Rispose a modo suo, con un cenno della mano e una sorta di grugnito mentre scavava sulle scrivanie, come per dire a Diogenes "un attimo un attimo, tutto ok, arrivo". Trovata una matita abbastanza grande, Jotaro cercò di annodarvi la lunga chioma di capelli, per poi andare a sedersi su una pila di libri vicina al colosso.


    << E' dove penso tu l'abbia lasciato, sta bene, riposa di sotto, nella "dependance" che penso sia stata edificata da quel tuo sottoposto col gusto dell'orrido, a giudicare da come è conciato. [Fyodor ndr.] >>

    Mentre rispondeva, Jotaro, praticamente seduto accanto a Diogenes, ma più in basso, lo fissava in volto, mentre ogni tanto lanciava delle codate con gli occhi al tizio sconosciuto. Azione che si ripetè più volte durante la domanda successiva del colosso, che tutto sembrava, meno che reticente. Il Jaku fu un attimo scomposto dall'atteggiamento del Mikawa, non si aspettava un risvolto simile.

    << Uhm si, riguardo quello...Diogenes, chi è il tizio alto con la falce che ci sta fissando? >>

    Non che volesse realmente una risposta sia chiaro, era per far capire all'alleato immemore, che la conversazione lo stava mettendo un attimo a disagio, considerato che era dalla nascita che non spiattellava i fatti suoi, e di Diogenes, davanti a un tizio conosciuto circa 30 secondi prima. Ma rispose ugualmente, cercando di far capire, ma non troppo. Dato che lui stesso non aveva praticamente risposta alla domanda postagli.

    << Perduto è esagerato, dimenticato piuttosto. Di mano mi è sfuggito il mondo, pare che non possa DAVVERO lasciarvi meno di un decennio da soli, senza che si verifichino...fastidi. Il tuo studente lì, Eiatsu, è davvero un prodigio, lo dico sinceramente; ma ha...ecco, richiesto i miei "servigi", l'ultima volta che ci siamo visti, senza prendere le dovute precauzioni, e penso di aver perso qualcosa durante il lavoro. >>

    Emise un sospiro profondo a pieni polmoni, lasciando leggermente cadere la testa tra le ginocchia, per poi tirarla nuovamente su, mostrando un corpo particolarmente in forma, come forse non era mai stato.

    << Non so bene cosa sia successo l'ultima volta, ne so quanto te, per quanto detto da me possa sembrare assurdo, ma cercherò di scoprirne il più possibile. Io sto bene comunque, grazie di aver chiesto. Con l'aiuto dei tuoi assistenti mi sono messo in contatto con il grande capo...>> Disse disegnando nell'aria il simbolo di Jashin <<...sai come vanno queste cose, una battuta qui, una scazzottata là, e sono riuscito, non so ancora bene come, a strappargli un affare irripetibile, quello di tornare qui in affari, in cambio della mia...longevità. Ecco, mettiamola così. >>

    Per quanto l'intera conversazione fosse praticamente in codice, era riuscito persino a dargli un senso compiuto. Era risorto, aveva perso l'immortalità, Eiatsu aveva perso l'Edo e lui il chakra.
    Beh, non proprio tutto era necessario dirlo, almeno per il momento. La scena era abbastanza imbarazzante.
     
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