Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Jotaro Jaku
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    Sfoltire l'Erba alta



    Jotaro rimase stupito di molte cose nei minuti seguenti, soprattutto dal suo vecchio collega. Non solo il colosso sembrava del tutto o quasi rimesso dal loro ultimo "incontro", ma persino il suo carattere era cambiato, come avrebbe scoperto in seguito. Il grosso otese sviolinò un lungo discorso riguardo lui, Yashimata e tante altre cose che lo legavano al tizio che a quanto pareva si chiamava davvero Feng Gu. Una scena insolita per il non così giovane resuscitato, che poco o mai aveva visto il Garth cimentarsi in una simile esposizione di verità su se stesso. Doveva avere molta fiducia in quell'uomo misterioso, oppure voleva guadagnarsi la sua. Ad ogni modo il Colosso non aveva perso il suo fuoco con gli anni, e questo era molto rincuorante, considerando le brutte lune che sarebbero arrivate nel prossimo futuro. Terminata l'arringa, Jotaro rianalizzò tutto il discorso e solo alla fine si rese conto di cosa aveva appena detto il Mikawa. Conquistare Ame? Diceva sul serio? Una forza come la sua, stabile, in uno dei territori più turbolenti del continente poteva dare a tutti una speranza di unione contro i veri nemici che ordivano chissà cosa dietro le quinte.
    Improvvisamente al ninja delle ombre fu chiaro cosa fare, assistere il Garth nelle sue mire, affinchè stabilisse il suo controllo sulla Pioggia. Solo i Kami sapevano quanta sicurezza avrebbe portato al mondo un evento come quello che andava anelando il colosso, e doveva essere supportato, ad ogni costo.

    [...]

    Jotaro tornò sul piano materiale da quello dei suoi pensieri quando Aloysius si trovava ormai praticamente addosso a lui e lo stava accogliendo a pacche. Per la prima volta, in tutta la sua vita da quando si conoscevano, il ninja rispose al gesto fraterno, abbracciando letteralmente il colosso. O almeno ci provò, data la sua stazza abominevole. Qualcosa doveva averlo turbato abbastanza, da fargli abbassare le normali barriere di antisocialità e sfiducia che lo avevano sempre contraddistinto, oppure provava qualcosa di così oscuro e recondito, da aver bisogno di ogni possibile alleato, soprattutto i più stretti.
    Lasciata la presa, rassicurò nuovamente Aloysius.

    << Il rampollo sta bene, riposa ora. Si riprenderà in un giorno o due, ha attraversato uno sforzo periglioso, e ha dato prova di grande concentrazione e sangue freddo. Hai un ottimo alleato. >>

    Ovviamente parlava di Eiatsu, anche se di tanto in tanto, Jotaro si voltava verso il tizio sconosciuto. Continuava a non avere la minima idea di chi fosse. Eppure era convinto di averlo già incontrato. Da vivo era un abile sensitivo, eppure ora non aveva la minima idea di chi fosse questo Feng Gu. Un individuo capace di uscire fuori dal nulla e arrivare a ordire piani nel salotto di Aloysius, nel giro di qualche anno? Non doveva essere un ninja comune. Inoltre quella falce gli faceva come uno strano effetto. Forse era lo stress del ritorno. No, non conosceva Feng Gu.
    Riguardo l'involucro cadaverico, forse Jotaro avrebbe preferito restare cadavere.
    Certamente sbarrò gli occhi il Jaku, quando il suo impostato amico gli offrì cibo e puttane, quasi da pietrificarlo e fargli scendere una goccia di sudore lungo il lato della fronte. Doveva essere invecchiato a suo modo pure lui, a forza di stare sigillato in quel covo di allucinati che era Oto.

    << Cos..? Ti prego, no non esiste ahahahahahahahah. La prima e unica cosa che voglio fare è mettermi al lavoro, essere tornato mi ha fatto capire quanto valga davvero il tempo, e quanto poco ne abbiamo. Non posso perdere tempo a fottere come un coniglio...>> Lo stomaco del ninja non fu della stessa opinione e gorgogliò rumorosamente. << Però, penso di avere tempo per un po' di carne. Mi sembra di non aver toccato cibo per più di un lustro. >>

    Avrebbe atteso la risposta di Feng Gu prima di dire altro. Sebbene non volesse restare alla villa troppo a lungo, dato tutto quello su cui doveva aggiornarsi, era sempre lui, e non gli piaceva rinunciare al galateo. Quando fu sancito che la tavola sarebbe stata apparecchiata per tre, Jotaro avrebbe forse stupito Diogenes, con un'uscita che tutto avrebbe potuto dare da pensare, tranne che di essere uscita dalla bocca dell'attento, calcolatore, e strategico Jotaro, che in tutta una vita aveva solo ordito nell'ombra.

    << Garth, non posso restare a lungo, il torpore del "sonno" mi ha reso fragile come una libellula, ho bisogno di tornare in forma, e intendo stabilirmi da qualche parte. C'è lavoro da fare, gente da organizzare, oggetti da mettere assieme e vorrei che gentilmente mi rimediassi dei calzoni, comincia a farmi freddo ai rotoli di famiglia. >>

    Durante la cena, si sarebbe seduto abbastanza vicino al colosso, ma non da restare distante da Feng, non era un maleducato, e avrebbe ripreso a parlare, come se la casa fosse la sua. Come se non fosse stato morto fino a un'ora prima, preoccupandosi ben poco, a questo punto, della segretezza.

    << Vi vedo impegnati a ripulire e organizzare cose, quindi non voglio esservi di intralcio. Qualcuno di voi ha affari nel paese dell'Erba? >> Avrebbe detto avventandosi sul del pollo, se ci fosse stato. E per il bene di Diogenes, avrebbe fatto meglio a far arrivare del pollo a quella tavola. Ingoiato un grosso boccone, con la gola ancora piena di carne, avrebbe lasciato uscire una leggera sparata. Proprio lontana dallo stile che lo aveva contraddistinto.
    << Perchè ho intenzione di conquistare Kusa. >>


    Forse intendeva l'animo dei cittadini di quel luogo. O i loro cuori. Non certo geopoliticamente. E sempre come se la festa fosse la sua, ignorò il fatto di aver detonato l'incontro, pressochè segreto, di due persone, e continuò a parlare come se non lo avesse fatto per anni.

    << Feng dico bene? E' un piacere. Aloysius, come vanno le cose altrove? Chi sono i Kage? Sono stati ripristinati a Kumo e Iwa? L'accademia come se la passa? Nessuno ha attaccato mentre ero via? >> Normalmente era sempre stato di centellinare le informazioni, criptico, quasi spettrale quando parlava di queste cose. Quel giorno per niente. Qualcosa lo stava DECISAMENTE turbando. Eppure non fingeva, chiedeva sinceramente informazioni, e voleva sinceramente prendersi un intero paese.

    << Cerchiamo di riunire i paesi più piccoli, poi ci occuperemo di eventuali rivoltosi in quelli maggiori. La mia rete di contatti si è sicuramente deteriorata in mia assenza, ho un sacco da fare, quindi non prepararmi alcun letto, anche se ti ringrazio. >> Il bello era che sembrava stesse parlando di un trasloco, piuttosto che di un rimaneggiamento della politica mondiale. Essere morto, per davvero stavolta, aveva decisamente sconvolto le sue priorità.

    Eppure la falce di Feng sembrava familiare.
    La sua invece dove era finita?
     
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