Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Rimasi impassibile. Ma dentro di me, nel mio animo, ero profondamente… turbato. O forse no, forse stavo provando qualcosa di ben diverso. Non era turbamento, infondo.

    Le parole di quel Jonin stavano rivelando un mondo che a molto conosciuto e familiare. Un mondo ricco di intrighi. Di tensioni e di obbiettivi. Ma tra il mondo che avevo lasciato alle spalle prima di diventare Ninja e il mondo che mi stava aprendo in quel momento, nonostante le iniziali similitudini, vi era un abisso di intenzioni e di volontà.

    Già, perché quel Mikawa stava parlando di ordine Ninja. Di potenti e di deboli. Di giusto e di sbagliato. Di sacrifici e di rischi.

    Era esattamente quello a cui anelavo.


    Era esattamente il motivo per il quale fuggii dalla mia vita. Da quel insensato miscuglio di pazzia, odio, potere e sete di sangue. Scappavo sì, ma dirigendomi verso una nuova meta: un traguardo chiamato Ordine. E lo vedevo in quell’uomo.

    Sia chiaro, era ancora tutto da dimostrare. Le parole necessitavano dei fatti ma allo stesso tempo era indiscutibilmente vero che se tra l’Amministratore Febh Yakushi e il Capoclan Mikawa il secondo ricalcava perfettamente quello a cui stavo puntando di diventare, come Ninja e persona. Quello che avrei presto trasmesso ai bastardi cocciuti degli Yotsuki.

    Certo, agli occhi di un esterno la nostra presenza in quel posto poteva dare benissimo agli estremi di una accusa di tradimento. Stavamo infatti, in qualche modo, agendo contro Oto. Ma era chiaramente evidente che lo stavamo facendo anche per Oto. Hebiko si era macchiata anche lei di insubordinazione ma la sua era stata fine a se stessa, priva di un senso e di un scopo come invece non lo era, apparentemente, la nostra.

    A stento faticai di trattenere un sorriso. Mi ero trovato in una vera e propria situazione critica e nel bene o nel male non aveva alcun più senso anche solo pensare di ritirarsi. Ora, in quel tavolo, noi tutti avremmo scritto il destino futuro del Villaggio del Suono. Le parole del Mikawa mi scosserò, riportandomi alla realtà.

    Rimasi in silenzio per un secondo e successivamente sposando il mio sguardo verso il Jonin Takatsui proferii: - Come ho detto precedentemente Hebiko gestisce gli affari e le carte del Jonin Yakushi. Tutta la parte amministrativa e quanto sembra, a detta del racconto di Harumi, anche di parti molto più delicate… come la chiave dello Yonbi. Però a mio avviso abbiamo una carta che possiamo sfruttare. Mi spiego bene… se la Segretaria ha spostato la chiave scoprire dove ora l’ha posizionata potrebbe essere più facile di quanto previsto. – attesi un attimo – Durante gli eventi dei Sigilli, in seguito ai fatti di insubordinazione della Serpe, Febh Yakushi ha esplicitamente promesso, a tutti i presenti, che Hebiko avrebbe dovuto affrontare un addestramento con il Jonin Shinken per rimediare al torto. La mia idea è la seguente, ovviamente se per i Jonin può andar bene: Shinken andrà da Febh a reclamare l’addestramento dovuto, con la presenza di Hebiko. A quel punto lo Yakushi di certo non verrà a meno alla sua parola, e così avremmo diviso la testa dal corpo della Serpe. Con Hebiko distante e il Jonin da solo le possibilità successive sono diverse: potremmo interrogare Hebiko. Oppure agire direttamente su Febh e farci aprire la cassaforte, in qualche modo. Ma prima mi assicurerei di capire dove si trova effettivamente la chiave. Infondo agire direttamente sull’Amministratore senza la minima certezza potrebbe essere fin troppo rischioso. – di nuovo lasciai passare qualche secondo – Aggiungo che sì Jonin Mikawa sono più o meno alto uguale all’altezza che mi ha chiesto e se me lo chiedete: sì, sono anche disposto a rischiare. Per me, per la mia visione del mondo e dell’ordine che esso merita, è inconcepibile punire un Jonin per un misfatto diretto prodotto da un Genin. E’ qualcosa di gravissimo ai miei occhi. Come allo stesso tempo la volontà di mantenere questo status quo. E’ necessario potenziarsi, diventare più forti e temuti. Solo così ci si può... imporre. –

    Febh Yakushi stesso aveva dato prova di non essere all’altezza del suo compito. Almeno secondo la visione delle mie cose. Permettere l’insorgere di una minaccia come Lord Goemon e lasciare addirittura che un gruppo di banditi come le Asce riuscisse ad irrompere nelle segrete dell’Amministrazione… erano una prova inconfutabile di imperizia. Erano pensieri che stavo poco a poco stavamo maturando con il tempo ma comunque che trattenni per me, non aveva senso aggiungere discorsi del genere in quel tavolo. Lì, in quel luogo si stava discutendo dell’azione.
     
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