Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    Il mondo che verrà

    Parte iii ~ inganni



    La giovane sobbalzò leggermente quando il jonin, che si era presentato con il nome di Shinken, si mise a riflettere ad alta voce fissandola dritto negli occhi. F-febh-sama? L'amministratore, colui che reggeva le sorti del Villaggio del Suono in vece del vacante kokage, era uno dei pochi shinobi che la neo genin aveva avuto il piacere, se così si poteva definire, di conoscere. Di lui sapeva poco o nulla, per quanto le sue parole si fossero insinuate in profondità nella sua anima. A distrarla dai pensieri che iniziava a macinare fu nuovamente il Fedaikin quando la tirò in ballo. Eh? La spontaneità con cui si stava comportando non era per nulla naturale, ma il ninja questo non poteva saperlo. Certo, la stanchezza e la fame le avevano fatto calare la guardia, ma la ragazza manteneva una alta consapevolezza di sé. Semplicemente riteneva che quella maschera di semplicità potesse evitarle un sacco di problemi in quel momento, in primo luogo verso se stessa. Non aveva le forze per affrontare un nuovo scontro contro il demone che albergava ormai dentro di lei, quindi cercava di distrarsi restando sulla superficie delle cose, al costo di apparire stupida. Quanto poi il tema della riunione, non si era ancora fatta un'idea precisa. A lei la cosa non tangeva più di tanto, non doveva fedeltà a nessuna delle due parti, né ne avrebbe avuto alcun diretto beneficio. L'unica cosa che in effetti le dava da pensare, era il coinvolgimento del demone a quattro code. Il gatto sarebbe stato felice se il suo compagno avesse ritrovato la libertà, o piuttosto ne avrebbe sofferto per l'impossibilità di emularlo? Nessuna voce si levò nella sua testa per rispondere alla sua domanda, eppure era certa che il nibi fosse sempre all'erta e sapesse perfino ciò che stava pensando in quel frangente.

    Harumi spostò lo sguardo da Shinken, che sembrava in preda ad un fervore diabolico, a Eiatsu. Con lui scambiò un sorriso tenue. Nonostante il viso truce dell'eliminatore, in lui trovava sempre un pizzico di serenità. Tuttavia, non poté fare a meno che esser turbata dalla discussione tra Diogene e gli altri presenti. Risvegliare l'oni? Qualsiasi cosa significasse, non suonava per niente bene. Più il signore dei Mikawa ne tratteggiava le incredibili capacità, più la giovane si sentiva turbata. Cingendosi le braccia con le mani, si mordicchiò il labbro inferiore sovrappensiero. Inclinò la testa, ascoltando la seconda alternativa proposta dal colosso, finché lo stesso non si tramutò in un giovane uomo dalla parlata strana. Oooh! Il verso di ammirazione sommesso sfuggì al suo controllo, ma riuscì a trattenersi dal battere le mani. Sapeva già che si trovava in presenza di uomini straordinari, ma quando vide lo sconosciuto, in realtà Aloysius, levitare come se nulla fosse, spalancò ulteriormente gli occhi, sorpresa. Ancora una volta, la sua attenzione fu attratta da Eiatsu che, con tono monocorde, diede un senso a ciò che stava osservando. Dunque quella era la faccia del fantomatico Hoshi, il futuro kazekage a quanto pareva. Perfino il caposquadra che l'aveva accompagnata nei sotterranei solo pochi giorni prima, anche se le sembrava passata una vita, sembrava di possedere poteri fuori dall'ordinario. Ammirata, fece per aprir bocca, ma si interruppe quando venne interpellato Kato. Konoha? Sebbene fosse attenta, era stata la menzione al Villaggio della Foglia ad attirare il suo interesse. Mormorando tra sé, ma abbastanza forte perché gli shinobi la udissero, in particolare Eiatsu che le era a fianco, si ricordò di una cosa. Le kunoichi che mi hanno salvato venivano da Konoha. Kairi e Ayuuki, erano questi i loro nomi. Mi piacerebbe rivederle per ringraziarle un giorno... A quel punto assunse un'aria pensierosa, appoggiando una mano alla guancia. Poi accennò un sorriso dispiaciuto, rivolta ai presenti. Vi prego di scusarmi se non vi sono molto d'aiuto, ma parlate di cose talmente grandi per me. Si può dire che io abbia appena iniziato ad affacciarmi sul vasto mondo che voi calcate come dominatori... Era vero, per l'ennesima volta in quei pochi mesi la vita di Harumi era stata stravolta, rivoluzionata, e doveva ancora comprendere fino in fondo i cambiamenti che stavano accadendo in lei. La sua stessa concezione del cosmo ne usciva mutata, tutt'ora da ridefinire. Era completamente nelle mani delle persone presenti in quella stanza, questo le era chiaro. Potevano fare di lei ciò che volevano. Per questo, ripensando alle due giovani cui doveva la vita, aveva provato una fitta di nostalgia. Per quanto erano diverse rispetto a loro. Voleva saperne di più, sul mondo, sui ninja, sull'animo umano, su tutto ciò che componeva l'esistenza, fino ad afferrarne i segreti più intimi. Perché erano lì, quale era il loro scopo, cosa rendeva una vita degna di essere vissuta. Di nuovo, si era persa nei suoi pensieri, seguendo il filo nebuloso interno alla sua mente si era isolata per qualche istante. Scosse lievemente la testa, riprendendosi. Qualunque sia il vostro piano, spero di potervi essere utile. Chinò appena il capo. Sì, almeno quello glielo doveva.

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