Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Jotaro Jaku
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    La via del sigillo [4]



    Jotaro ascoltò con molta attenzione le risposte di Kato, appuntandosi segni incomprensibili a matita su di un foglietto. Informazioni vitali per la riuscita del rituale furono riportate, quanto al misterioso sciamano descritto da Kato, un giorno sarebbe stato interessante fare la sua conoscenza.

    << Impronta di fulmine...può essere un bene per la sincronia..potevamo essere più fortunati, ma poteva andare molto peggio, so cosa farti fare. >>

    Quanto a Gene, il colosso del Suono si sarebbe allontanato per buona parte del tempo trascorso dagli altri due ninja nella stanza, per poi riunirsi con loro, e Fyodor; il quale rivolse a Jotaro una domanda strana per chiunque non fosse a conoscenza delle ultime notizie che giravano per il Suono.

    << Non mi lamento nobile Otese, e ti rinnovo i miei ringraziamenti per l'ultima volta. Quanto all'approccio, non credo serva ripetere quanto la via medica non sia il mio forte; se la soluzione dell'enigma si nasconde nel bisturi, non sarò io a trovarlo. >>

    Quando tutto fu DAVVERO pronto, la scena vedeva Kato ricoperto di libri, Jotaro seduto a terra coperto di post-it attaccati sul pavimento tutti attorno a lui, Gene praticamente automacellato, e Fyodor con in mano una strana spada molto rossa, di cui Jotaro ignorava le proprietà. Il Jaku quindi invitò Diogenes a sedersi a terra davanti a lui, ad un paio di metri, a gambe incrociate, e a rilassarsi chiudendo gli occhi. Quindi si sarebbe avvicinato a lui con in mano una boccia di vetro contenente semplice inchiostro e un pennello. Nei minuti successivi avrebbe passeggiato attorno a lui, riportando simboli di ogni tipo sulla sua pelle, mentre conversavano.

    << Non voglio mentirti, non abbiamo la certezza che questo tentativo funzioni, nè esiste la certezza che sarai ancora vivo una volta finito. La tua volontà è leggenda, quindi non ti chiederò nuovamente se sei sicuro, per non mancarti di rispetto, ma sappi che in caso di ripensamenti, questo è il momento amico mio. >> Una volta terminata la preparazione, avrebbe iniziato a dipingere cerchi e simboli sul pavimento, attorno al ninja; prima di tornare seduto a terra nella zona originale. Jotaro aveva creato un grosso circolo di kanji attorno a Gene, che si collegavano a due cerchi più piccoli posti davanti a lui. In uno avrebbe seduto Jotaro, nell'altro, vicino a lui, Kato.

    << Stiamo per cominciare. Il sigillo trasporterà il chakra di Kato a me, e io lo utilizzerò per manipolare il tuo corpo Diogenes. Il concetto fondante sarà creare una piccola tasca dimensionale dove dividere ogni tuo singolo apparato per tentare manipolazioni. In questo modo "qui" il tuo corpo resterà integro. Dal momento che la riserva di Kato non è estesa come farebbe comodo, ho aggiunto un sottosigillo che trasporterà la mia energia vitale a lui, convertendola nel suo chakra, così avremo molta più benzina a disposizione. In questo modo aumentiamo le possibilità di riuscita, o almeno il tempo a disposizione, rischiando la pellaccia in due, ma senza che Kato ci resti secco. Ho aggiunto altre fasi al fuuinjutsu, una per rendere la sua impronta di chakra favorevole alla mia, e altre cose inferiori per evitare di far esplodere mezza Oto, o evocare una scimmia gigante. Gene, tu dovrai fare il possibile per non abbandonare il sigillo prima che sia chiuso, altrimenti rischierai di lasciare parti del tuo corpo dentro il sigillo, e uscire da qui senza qualcosa. Kato, tu dovrai restare il più possibile in concentrazione, senza preoccuparti di quello che senti o vedi. Sei la batteria, se tu abbandoni, rischiamo di tagliare via a Gene parti del suo corpo. Quanto a te Fyodor, resta a distanza, e stai pronto a piantarmi quella spada nel cuore, in caso le cose diventassero problematiche. >>

    L'ultima parte sarebbe stata strana persino per Fyodor. Forse solo Gene poteva intuire a cosa il sigillatore si riferisse. Infatti fissando il colosso, Jotaro aggiunse:

    << Se le cose non dovessero andare, cercherò di chiudere tutto. Nel caso non ne fossi in grado per qualunque motivo, dovrò ricorrere alla batteria di emergenza....>> L'espressione del ronin era chiara per chiunque fosse stato con lui durante la cena tra Jotaro, Gene, e il loro amico nukenin misterioso.


    [...]



    Quando Jotaro attivò il sistema di fuuinjutsu complementari, la stanza si sarebbe trasformata in una vera e propria tempesta energetica. Per chi non era avvezzo ad un sistema di sigilli di quel genere, la cosa sarebbe apparsa apocalittica. Kato avrebbe distintamente sentito il suo chakra venire strappato via molto più rapidamente di quanto lui riuscisse a generarlo, rendendo di fatto la concentrazione molto più complessa del previsto. L'energia di color azzurro, sfrigolate di piccole scosse elettriche sarebbe giunta fino a Jotaro tramite i kanji sul terreno, facendo risplendere di un azzurro chiaro gli occhi del ronin, che contemporaneamente stava convertendo l'elemento del chakra di Kato nel suo, cercando di non diventare una bruschetta troppo bruciata.
    L'operazione era disumana, parte della concentrazione doveva andare a mantenere attivo il rituale, che non aveva una persona preposta, tenendo anche questo sulle spalle di Jotaro, il quale, durante la procedura, cambiava spesso posizioni magiche, saltando da semplici sigilli, a gesti teoricamente a caso, nella direzione di Gene, o Kato, per far confluire più energie verso il Jonin, o per aumentare la richiesta di chakra dal ragazzo. La prima parte del rituale, che nel migliore dei casi avrebbe richiesto circa 20-25 minuti, sarebbe servita a creare una tasca dimensionale di un volume pari a una decina di volte quello del corpo di Diogenes, per eseguire tutta l'operazione sperimentale. Solo questa operazione avrebbe richiesto metà della riserva di Kato. Riguardo al ragazzo, Jotaro non lo conosceva, e sebbene fosse fidato per Gene, non lo era per lui, quindi aveva ridotto al minimo le problematiche dovute alla codardia generata dai nuovi metodi di addestramento di Oto.

    Infatti, tra i sigilli minori, Jotaro ne aveva inserito uno di paralisi totale, infatti, se Kato avesse cercato, per la paura, o il dolore, o il semplice cambio di cuore di abbandonare la sua posizione anzitempo, uno dei kanji circolari si sarebbe illuminato, bloccando sul posto il ragazzo, totalmente.

    § Non avere timore ragazzo, non sei tu quello in pericolo, resta fermo e lasciami lavorare...§

    Tutto questo ovviamente non sarebbe avvenuto se Kato fosse rimasto al suo posto. Nei vari sigilli erano poste anche delle difese dalle minacce esterne. Se il gruppo fosse stato attaccato, o interrotto, qualunque manifestazione esterna che fosse entrata in contatto con i Kanji, si sarebbe trovata rallentata nei movimenti e nelle emissioni, per dare il tempo a Jotaro di chiudere tutto quanto in tempo utile. Era presente un Kanji di assorbimento e imprigionamento, nel caso il rituale avesse generato manifestazioni elementali, confinando la produzione energetica in uno dei rotoli presenti a terra sopra i vari sigilli sul terreno. Alcuni Kanji servivano ad allacciarsi a eventuali teletrasporti che fossero giunti in mezzo al rituale, rispendendoli indietro in locazioni casuali, mentre un altro fuuinjutsu, serviva a rendere tutta l'operazione, occultata dall'esterno, sfruttando la sua stessa energia come schermatura. Tutto il procedimento era stato lungamente programmato, e stava richiedendo molta fatica.


    Quindi Jotaro passò a manipolare il corpo di Gene. I suoi occhi divennero estremamente più luminosi, e il chakra di Kato venne assorbito più lentamente, ma in maniera più complessa, filtrandolo in modo che fosse più puro, e più leggero sulla componente mentale; risultando in uno stress fisico maggiore per il ragazzo, ma lasciando quasi a zero lo sforzo mentale. Jotaro avrebbe pensato a quello, essendo la sua mente più robusta di quella dello Yotsuki. Ogni goccia di energia doveva essere controllata e utilizzata con attenzione, per rendere il rituale più sicuro e duraturo possibile. Una distrazione avrebbe privato Diogenes della sua vita, e i presenti della salute.
    Fu in quel momento, che le cose iniziarono a complicarsi. Sebbene il ronin eseguisse alla perfezione i passaggi che aveva in mente, e sebbene i simboli fossero corretti, per qualche motivo, non riusciva a carpire i vari apparati del jonin per trasferirli nella tasca. Inizialmente Jotaro pensò si trattasse di una parte errata nel rituale, o che forse il chakra dell'otese stesse facendo resistenza, ma qualcosa nel suo istinto gli diceva che doveva essere per un altro motivo. Proseguì, cercando altre soluzioni al problema.
    Dapprima aggiunse un ulteriore passaggio, cercando di convertire il chakra in uscita da sè in altri elementi, per essere più simile a quello di Gene, ma nemmeno questo sembrava funzionare. Provò allora ad aumentare l'energia emessa, o a raccogliere parti di materia inferiore dal corpo di Gene, ma nemmeno questo sembrò funzionare. Stava diventando frustrato.

    Era sicuro, certo, che avrebbe trovato intoppi, ma non certo in questo passaggio iniziale. Sebbene tutto il rituale fosse una teoria, il processo si basava su altri rituali realmente esistenti, ed era impossibile che stesse fallendo nel passaggio più elementare di tutta l'operazione, come se il corpo di Gene non fosse presente nel luogo dal quale cercava di afferrarlo....

    << Idiota di un Mikawa! >> Jotaro gli urlò contro, senza interrompere il processo. Il ronin aveva capito il problema. Era stata la strana spada in mano a Fyodor a farglielo capire. Ogni volta che Jotaro cercava di afferrare il corpo di Gene, la spada brillava di un rosso più acceso, come se rispondesse lei stessa al tentativo del ronin. La soluzione era semplice, ma tutt'altro che banale. Diogenes non aveva più alcun apparato da afferrare, tutto il suo corpo era composto da sangue! Il ninja aveva lasciato volutamente o meno un'informazione così importante fuori dal discorso, senza pensare che fosse una cosa di vitale importanza, rendendo le cose molto più grigie del previsto, per tutti, soprattutto per se stesso!

    Con non poco sudore che gli calava dai lati del viso, Jotaro proseguì, cambiando tutto il rituale sul momento, ma continuando a sfruttare la struttura del disegno prevista. Questo, decisamente, avrebbe reso le cose molto più lunghe, e dolorose, anche per lui. Avrebbe cercato di tenere Kato fuori dal problema, in ogni modo possibile, ma probabilmente il ragazzo avrebbe passato parecchi giorni a letto una volta finito, o sarebbe addirittura finito in coma, se Diogenes avesse tenuto altri segreti per sè, più avanti.
    Jotaro sospirò, rilassandosi e giungendo ad un livello di concentrazione ancora più profondo. Lo scherzetto di Gene aveva fatto bruciare a Kato chakra per niente, portando il ragazzo a solo 1/4 della riserva rimanente; una % decisamente inferiore a quella necessaria per completare il rituale.
    Secondo i suoi calcoli, Jotaro aveva previsto un consumo pari a tre volte la riserva completa di Kato, e dal momento che i tonici generano un tipo di chakra "sporco" per i rituali così complessi, ricaricare una sola volta la riserva del ragazzo avrebbe consumato oltre la metà dell'energia vitale del ronin. A questo punto, mancava la benzina, e una quantità piuttosto elevata per giunta.
    Il Jaku iniziò il trasferimento.

    Estraendo uno strano oggetto simile ad un paletto, da sotto il mantello, Jotaro lo avrebbe letteralmente conficcato nel suo stesso corpo, nel bicipite sinistro, senza scomporsi di un millimetro. In quel momento, il braccio interessato, avrebbe iniziato impercettibilmente a restringersi, come se il ninja stesse dimagrendo improvvisamente; nello stesso momento, Kato avrebbe sentito come una ventata di energia fluire nel suo tantien da una fonte esterna.
    Contemporaneamente, Jotaro stava trasferendo fluido cremisi nella tasca operativa, dal corpo di Gene, cercando di manipolarne la struttura, come si fa con uno di quei giocattoli a forma di cubo, con le facce colorate da inter-cambiare. Sebbene la manipolazione non fosse così complessa come l'uomo aveva previsto, più materia aggiungeva all'impasto, più era difficile agire su di essa; non solo, una volta manipolata, non doveva essere riconcretizzata, ma lasciata duttile, e trasferita a Gene in modo che fosse lui stesso a poterla nuovamente manipolare a piacimento. La cosa stava diventando ben oltre le possibilità del ronin, e in cuor suo, Jotaro iniziava a diventarne consapevole.

    Jotaro aveva in esame il 30% circa della massa cremisi di Gene, quando il suo cervello iniziò ad essere ghermito da sensazioni particolari, ma non impreviste. Fyodor avrebbe potuto percepire come il ronin, improvvisamente avesse accellerato il processo, conficcando altri paletti oscuri nel proprio corpo: uno per quadricipite e un terzo nel bicipite destro, tornando quindi nel sigillo della capra. Kato avrebbe ricevuto un'esplosione di chakra, ben superiore a quella che fosse stato in grado di mantenere, e avrebbe dovuto impegnarsi per non esplodere, letteralmente, in una nuvola di chakra. fortunatamente per lui, Jotaro aveva previsto il problema e aveva impostato dei sigilli in grado di fungere da "trasformatori" per evitare che il tantien del ragazzo esplodesse come una cassa di tritolo.
    Il corpo di Jotaro era sempre più esile, e ormai molto vicino al collasso, dato lo sforzo richiesto per trasferire tutta quella vitalità in chakra per Kato; ma questo non avrebbe fermato comunque l'uomo, intenzionato a non portarsi dietro Gene; conficcò un ultimo paletto nel proprio addome, con quello che fu probabilmente più un grido di rabbia, che di concentrazione.




    I suoi occhi cessarono di brillare di azzurro, e divennero vitrei, con delle strane circonferenze concentriche al loro interno, prima di oscurarsi completamente di un nero innaturale. Il corpo aveva raggiunto il limite di energia donabile a Kato prima di spegnersi senza vita, ma chiaramente, la vitalità trasferita non era stata nemmeno lontanamente sufficiente a ricaricare nuovamente la riserva del ragazzo. Jotaro aveva estratto nella tasca, e manipolato, circa l'80% della materia fisica di Diogenes, ma non era ancora tutta, non solo, se anche lo fosse stata, mancava ancora 1/3 del rituale, ovvero la riconversione della nuova "tecnica" appena nata, in una capacità di Diogenes; ovvero la parte che avrebbe richiesto più energia da parte di Jotaro e Kato. Era quindi il momento del dilemma. Usare l'ultima goccia di energia per chiudere tutto, ben oltre la sicurezza, dato che Jotaro già si era spinto oltre quello che poteva definire "sicuro" interrompendo il rituale in malo modo e mandando Kato in coma, uccidendo probabilmente Diogenes, e probabilmente morendo a sua volta......o....

    [Nell'Abisso]

    Quando i suoi occhi si erano oscurati, Jotaro era tornato nuovamente nel mare oscuro, contro la sua volontà, ma non senza aspettarsi che accadesse. Come quando era risorto dall'Edo, si trovava su una piccola roccia, in mezzo ad un mare completamente piatto, senza onde, senza schiuma, senza riflessi, completamente nero come la pece. Solo un profilo molto simile ad un enorme polipo si stagliava nell'acqua già nera sotto di lui. Il ninja, completamente smagrito e privo di forse fisiche, ma non mentali, fissava senza espressione la superficie dell'acqua.

    << Abbiamo un lavoro da fare. >> Disse a bassa voce, prima di lasciarsi cadere in avanti, precipitando verso la superficie del liquido, ma non ci fu impatto, tutto divenne nero.


    [Nella stanza]



    Il corpo di Jotaro si irrigidì, e divenne ancora più pallido. Ammesso che fosse sempre suo. La solita, pece nera che componeva il grande Abisso, iniziò a fluire dai suoi occhi come gelatina, gocciolando sul suo corpo e a terra. Nessuno dei presenti, se ne fossero stati in grado, avrebbero più percepito attività mentale da parte del ronin, il quale sembrava come in trance. Improvvisamente, la mano sinistra, si rivolse verso Kato, compose alcuni sigilli, e il ragazzo venne circondato da alcuni fasci neri a spirale, che lo avrebbero stretto, ma non senza strangolarlo, e lo avrebbero trascinato fuori dal rituale, fino all'angolo opposto della stanza. Kato avrebbe potuto percepire chiaramente che la cosa non lo stava attaccando, ma proteggendo.
    Sempre fissando Diogenes, Jotaro avrebbe rivolto quindi la mano destra a Fyodor, con due dita rivolte verso di lui, e Mumei avrebbe iniziato a vibrare, per cercare di abbandonare la mano della Carcassa. Se fosse stata lasciata andare, sarebbe letteralmente volata verso il ronin, conficcandosi nel suo fegato da parte a parte, ma non sarebbe uscito sangue, solo la stessa pece nera che gocciolava dai suoi occhi.
    A quel punto, Gene avrebbe sentito letteralmente rientrare nel suo corpo tutta la materia che era stata trasportata altrove, e la tasca dimensionale si sarebbe chiusa. Non era chiaro come, ma Jotaro aveva improvvisamente compreso come manipolarla tutta assieme....direttamente dentro Gene...e senza chakra!
    Il jonin avrebbe sentito tutto il suo essere, fisico e mentale, contorcersi e sconvolgersi, come se avesse un enorme senso di vomito e di dolore contemporaneamente.

    Ogni centimetro del suo corpo avrebbe causato dolore, e Gene sarebbe esploso in una vera e propria nuvola di sangue, fluttuante a mezz'aria!
    La quale, avrebbe assunto quindi fattura liquida, cambiando di forma, da oggetti ad animali, per poi assumere le sembianze proprie di Diogenes, seduto a terra come pochi istanti prima. A quel punto Jotaro avrebbe posizionato le mani nel sigillo del cane, e Diogenes avrebbe fatto lo stesso, come se non fosse più padrone dei suoi movimenti. Entrambi avrebbero composto gli stessi sigilli, nello stesso momento, all'unisono, a decine, tentativi, combinazioni teoricamente a caso, quindi Gene avrebbe nuovamente cambiato forma divenendo una versione molto più magra di Shinken. Quindi sarebbe divenuto Ayato, quindi Shinodari, Yashimata, lo stesso Jotaro, poi sarebbe tornato se stesso. A quel punto, tutta l'energia sarebbe cessata, gli occhi di Jotaro sarebbero tornati del loro colore, con la pece che ancora sporcava il viso, e con tutti i paletti ancora conficcati, sarebbe scivolato all'indietro, finendo disteso, fissando il vuoto senza emettere un fiato.
     
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