Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    Il sigillo si attivò automaticamente quando le scorte del suo possessore si ridussero al minimo [Attivazione difensiva] e Diogene sperò tanto che la maledizione non inficiasse sull'esito del complicato jutsu di Jotaro...ci teneva ancora a vivere, doveva fare ancora molte cose.

    Ma i primi problemi arrivarono ben presto: si era dimenticato di dire al compagno otese un dettaglio che sembrava essere di fondamentale importanza, ovvero il fatto che ora non avesse più un vero corpo! Un rantolo di sangue gli uscì dalla bocca quando il Jaku dovette riprendere il controllo della tecnica spingendo col chakra, strappato con forza dal corpo di Kato.

    GSl3OPe

    Era come andare sulle giostre, era nauseato per la prima volta nella sua vita dal suo stesso sangue! E senza nemmeno che se ne accorse aveva iniziato ad ondeggiare in aria, modificato nella forma dal collegamento instaurato con il ninja come fosse uno dei suoi costrutti: Jotaro stava fungendo come da filtro, prelevava sangue e poi glie lo ritrasferiva, come rinnovato. Ma il sangue del Garth non era come l'acqua per i reni: riuscire nell'impresa di manipolare quel liquido cremisi era qualcosa di tremendamente difficile anche per un Mikawa, figuriamoci tramite una tecnica esterna al Chikotsumiaku! Il guardiano aveva costretto l'amico ad uno sforzo non preventivato che, in breve, poteva costargli la vita...anzi, poteva ammazzare tranquillamente tutti e tre loro, essendo connessi indissolubilmente.

    " Jotaro...cosa ho fatto..."

    Vide lo shinobi contorcersi in una posa di dolore disumana, al limite della sopportazione: la sua stessa tecnica lo stava consumando e nessuno in quella stanza poteva fare nulla. Eiatsu e Fyodor erano come pietrificati mentre Kato anche non se la stava passando di certo bene, prosciugato fino al midollo delle energie. Quanto al Mikawa, bhè il suo corpo reagì automaticamente al fine di salvarsi: il terzo stadio del sigillo venne attivato, conferendo si un'aspetto a dir poco orripilante al corpo di Aloysius già deforme a causa della manipolazione, ma fornendogli anche una seconda scorta di chakra con la quale cercare di tenersi aggrappato al sigillo! Jotaro era stato chiaro, non avrebbe dovuto lasciarlo andare prima che fosse chiuso e così il Colosso avrebbe fatto...con le unghie e con i denti! Usò le unghie affilate cresciute nel suo corpo di sangue proprio dove il sigillo era stato piazzato e iniziò a pompare chakra per cercare di tenerlo agganciato al suo corpo ancora non del tutto formato; mancava poco ma, dall'altra parte, il Jaku sembrava essere arrivato al limite.

    Del liquido nero era iniziato a fluire dai suoi occhi, la stessa che aveva visto quella sera in compagnia di Raizen: non significava nulla di buono.

    " Fyodor, tieniti pronto! Potrebbe esplodere da un momento all'altro! "

    " IO LO AMMAZZO ORA, E' TROPPO PERICOLOSO! "

    Ma a fermalo ci avrebbe pensato Eiatsu, il quale sapeva bene quanti e quali assi l'ex adoratore di Jashin aveva nelle maniche:

    " Fermo. Un altro minuto... "

    Il medico non capiva, ormai era chiaro che tutto fosse andato a rotoli...ma era anche vero che Aloysius era ancora incompleto e interrompere il rituale così avrebbe significato come minimo privarlo di una qualche parte del corpo. Ripose la lama e iniziò a fissarne il colore, ormai accesso come fosse fluorescente: il Garth era in grande pericolo, lei lo sapeva. Poi prese addirittura a vibrare e sono in un secondo momento al ninja sarebbe apparso chiaro che era proprio Jotaro a richiederne l'utilizzo; a quel punto lasciò la presa e la leggendaria katana andò a conficcarsi dritta nel fegato dell'otese facendo entrare il rituale nella sua fase conclusiva.

    Ciò che seguì è difficile spiegarlo a parole. Prendete una bomba, ingoiatela e poi pensate di poter percepire gli effetti devastanti che l'esplosione avrebbe sul vostro corpo...poi, terminato quel dolore (sebbene questo termine non faccia ben comprendere di cosa si stesse parlando) pensate di essere finiti sotto una pressa enorme e ridotti fino a diventare una poltiglia rossa. Ecco, quando Aloysius si fosse ripreso da tutto ciò si sarebbe trovato a volteggiare in aria, privo di forma alcuna, deframmentato in miliardi di gocce di sangue...in quello stato il dolore quasi diventava esponenziale rispetto al numero di particelle.

    Non aveva nemmeno la forza di urlare; ormai anche il sigillo demoniaco che lo aveva sostenuto durante il processo non poteva aiutarlo.

    Infine si trovò preda dell'uomo che era in qualche modo risorto ancora una volta dal vuoto dentro di lui, rigettato dalla morte stessa, e cambiò identità un numero incalcolabili di volte, come se il sangue non sapesse in che forma ricomporsi e a quale soggetto appartenesse: si rivide in Yashimata, in Shinodari...e persino in Ayato. Un limbo dal quale non poteva scappare e che, sebbene fosse durato pochi istanti nella realtà, per lui perdurò in eterno come il più potente degli Tsukuyomi fino a piombare ancora una volta nella realtà dei fatti.

    Era tornato Diogenes ma era così...così...fragile.

    hwxJDT6

     
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