Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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  1. Jotaro Jaku
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    La prova dell'Antico


    Villa [6]



    Quando Gene scese nella sala portò con sè anche tutta la sua sicurezza, una figura tronfia e determinata. La barriera era tenuta sempre in piedi da Eiatsu e dai suoi colleghi, nulla sembrava minacciare la sicurezza dei presenti, sebbene la strana figura non sembrasse affatto minacciarla. Il gigante si fermò davanti al muro di energia, a pochi centimetri, e fissò l'intruso.

    CITAZIONE

    " Indra "


    La creatura alzò il volto, mostrando degli occhi incavati e incredibilmente dilatati, ma soprattutto, un sorriso esagerato e forzato, da un orecchio all'altro; ma non rispose, nè mosse alcuna parte del corpo.

    CITAZIONE

    " Non te lo dirò più di una volta: riporta Jotaro indietro, ora. "


    La creatura piegò il capo su un lato, senza rinunciare a quel sorriso forzato, sempre fissando Gene, quindi iniziò a roteare gli occhi e ad avere tic sconnessi della testa, sembrava tremasse. Quindi tornò completamente serio, uno specchio neutro senza espressioni.

    vA bEnE.

    La pelle e le strutture anatomiche del volto di Jotaro iniziarono a contorcersi, a plasmarsi, a venire stravolte, assumendo movimenti circolari come l'acqua che in forma di cono viene risucchiata da uno scarico, quindi tutto tornò alla normalità, ma davanti al Colosso, c'era un ragazzino, sempre chiuso dentro al solito completo scuro di pochi istanti prima, sempre con le braccia sigillate. Solo il volto e i capelli erano cambiati; avevano assunto l'esatta forma di Jotaro quando aveva più o meno 15 anni. I capelli erano molto corti, dritti e nerissimi. Il volto privo di cicatrici o segni del tempo, e gli occhi non erano più rossi, ma neri anch'essi, sembrava la copia carbone di Ayato, ma molto più giovane e immaturo. Quindi sorrise di nuovo, esageratamente. Prima di distorcere nuovamente la sua forma e tornare quello di prima, un Jotaro consumato, dalla lunga chioma grigia.

    A quel punto la reazione di Gene non fu più diplomatica, dopo essere stato deriso, controllò la spada, che rispondendo al comando del suo padrone, riapparve dal corpo, uscendo con fatica, come se stesse venendo risucchiata, per restare conficcata. Venne quindi mossa e manipolata per scavare una discreta ferita nel corpo dell'intruso, dal quale schizzi di sangue si fecero strada ovunque a terra e contro la barriera, venendo in breve vaporizzati, lasciando un odore di sangue cotto tutto attorno a Jotaro.
    Ma non ci fu dolore, non ci fu reazione, la creatura riprese a emettere suoni sconnessi, sospiri, come a schiarirsi la gola, quindi riprese a fissare Gene, e strappò via i sigilli di contenimento dalle braccia, come fossero fili d'erba.

    mDeQTi7





    Avvertendo la minaccia, Gene manipolò nuovamente la spada, la quale avrebbe sollevato di peso l'intruso, facendo spruzzare altro sangue a terra, per poi sbatterlo contro la parete energetica, in modo da schiacciare il suo volto contro di essa. La cosa assurda però, fu che lui non solo non smise mai di sorridere, ma una volta contro la parete, vi puntò i piedi, e vi conficcò le dita, come la parete fosse di carne, nonostante queste avessero iniziato a friggere contro il chakra di Eiatsu. Non per restare lontano, non per divincolarsi, ma per avere presa migliore....e iniziare a colpire la barriera a testate.

    La risata iniziò a manifestarsi, e in breve tempo echeggiò in tutta la villa, intervallata unicamente dai tonfi sordi scanditi dalla sua testa che sbatteva contro la parete. Gene lo avrebbe subito percepito, qualcosa di grosso stava montando dentro quella figura, qualcosa di inconsueto, e non meno pericoloso di un demonio. La minaccia non sarebbe arrivata ad un eventuale crollo della barriera però, infatti, in una maschera di sangue, con parte dell'arcata dello zigomo destro che mostrava la formazione ossea, un ulteriore colpo avrebbe creato una piccola crepa nella barriera, e il colosso a quel punto avrebbe finalmente percepito il reale suono che da dentro la scatola di chakra sembravano sospiri e catarri in gola, la vera voce di Indra.

    Lui non smise mai di colpire la barriera, nonostante le dita arrivate ormai all'osso, fossero immerse nella barriera, ma dal momento in cui l'integrità della difesa era venuta meno, un milione di voci, come un trapano che ti entra nel cervello, si sarebbe fatto strada nelle menti di tutti i presenti. Eiatsu e gli altri avrebbero preso ad urlare come forsennati, con le lacrime agli occhi tendosi la testa così forte da conficcarsi le unghie nella cute, mentre la bestia afferrava a morsi ciò che restava della barriera, per poi strapparla via come un trancio di carne.
    Era immobile, in piedi, con metà del volto carbonizzato, che emetteva vapore per la parte liquida dei tessuti che avevano abbandonato il loro status. Le dita erano bruciate, solo qualche tendine usciva da quello che restava delle parti ancora sane delle mani, per tenere assieme ossa e quel poco di cartilagine.

    Con i gregari di Gene che sbattevano la testa contro i muri, ed Eiatsu che aveva preso a sanguinare dai dotti lacrimali, solo Gene avrebbe avuto la forza per resistere all'intrusione mentale, anche se non sarebbe stata un'impresa facile. Davanti a lui non aveva più l'amico, ma qualcos'altro, qualcosa che lo stava minacciando non su un piano fisico, dove il colosso aveva ben pochi avversari in grado di metterlo in difficoltà, ma nei recessi della sua mente. Muscoli, chakra e sangue non lo avrebbero aiutato contro quel nemico, non quel giorno.

    Quindi la bestia afferrò l'elsa della spada estendendo un braccio, per lanciarla contro Gene, lentamente, con la lama orizzontale, chiaramente non per colpirlo con essa, ma per restituirla, come se non ne avesse alcun interesse.

    SEi prOntO per QueLlo che arRiVeRà oRFanO deLLe SAbbIe....nON soPraVvivErAi a quEsTa tEmPEsta...sE noN sARai neMmEno In gRaDo di FErmAre...nOi..

    E dal niente, le parti del corpo di Jotaro devastate dalla barriera, si distorsero, come il suo volto pochi minuti prima, e quando tornarono "dritte" della loro forma, erano completamente ripristinate, come se nulla avesse toccato la sua pelle. Sembrava...normale...dall'esterno. Rise, di nuovo.

     
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