Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    Isernia (molise)

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    Harumi stava iniziando a capire parte della complessità celata dietro la figura del suo kage. Aloysius era un Sunese, adottato poi da Oto; era stato un vero e proprio schiavo del clan del Sangue, costretto dal padre ad attivare i geni assopiti dei Mikawa. Era stato un ninja accademico e guardiano impeccabile, scalando ben presto le gerarchie e facendosi notare nel palcoscenico che più conta. Era stato un servo fedele di Oto, acquisendo il sigillo del Nidaime e aveva rischiato tutto, fino a perdere la sua identità addentrandosi negli esperimenti macabri che solo ad Oto si potevano perseguire. Vecchio, peró, aveva come realizzato quale fosse il suo posto nel mondo...aveva trovato una quadra negli intrighi accademici e in essa aveva scorto il reale nemico. Inizió a trovare seguaci, stringere alleanze ed ammassare esercito portando al lastrico il patrimonio della famiglia...tutto per rendere Oto l’Impero che più volte aveva visto in sogno. Si sbarazzò del Kage, rivelatosi poi Orochimaru, per dare inizio ad una nuova era per il Suono e, dopo la cattura dello Yonbi, era ormai pronto a sferrare il suo attacco verso il primo dei tanti nemici della sua lista. Fu in quell’esatto momento che tutto andò a rotoli e i guai di un passato ormai apparentemente assodato lo investirono in pieno: attirato da una mistica forza nella Rosa d’Acciaio venne soggiogato ad essa, schiavo di un antico rituale in grado si far tremare le fondamenta del mondo.
    Finì in coma poco dopo e solo con immane fatica e con l’aiuto delMi ninja di Oto riuscì a tornare Aloysius. Era stato posseduto, era stato cambiato nel profondo: il bere non lo dissetava, il cibo in cenere si trasformava, e la migliore compagnia del mondo non leniva la sua lussuria.

    Non lo diede a vedere e continuò nei suoi piani, ritrovandosi a contatto con le armi di Iwa e riuscendone a trafugarne il segreto. Anche i colossi si unirono alla sua causa e Ogre rappresentava l’ultimo tassello per poter fronteggiare a viso aperto i nemici che intento gli avevano rubato la scena. Tra tutti spiccavano i Cremisi che avevano addirittura osato attaccarli in casa propria, minando la solidità e la sicurezza di Oto.
    La seconda ricaduta troncó sul nascere qualsiasi tentativo di contrattacco e questa volta non sarebbero bastati i batteri di Febh o le conoscenze di Eiatsu e Fyodor a salvarlo; si rifugiò nello stesso villaggio ancestrale del Sangue, dove tutto era iniziato, e lì riuscirono a placarne la sete in modi indescrivibili e tremendi...solo i sacrifici al Dio potevanno lenire quella spaventosa voragine.

    Il resto è storia nota: dopo la nomina e gli accadimenti della riunione dei kage decise di risparire poichè ancora non era in grado di dare ad Oto ciò di cui aveva bisogno. Acquisire quel potere tanto anelato aveva, per assurdo, mandato per aria anni di preparazione per un qualcosa che ora difficilmente sembrava realizzabile: l’oscurità che ormai attanagliava la sua mente e il suo cuore era calata anche sul villaggio, divenuto spoglio di ninja e di entusiasmo.

    “ Ora che sai, sei pronta per vedere. “

    Con un saltello la ragazzina scese dal mobile e, avvicinandosi al mito affianco al quadro, infiló le dita in delle piccole fessure che, a prima vista, non sembravano nulla di più che irregolarità della roccia. Una lunga sequenza di movimenti, precisi ma troppo rapidi e prolungati per memorizzarne la sequenza, fece scattare un tick del tutto meccanico e l’enorme quadro si staccó dal muro di qualche millimetro.

    “ Benvenuta nella tana di Diogene ”

    L’accesso appena rivelato non era altro che ingresso nel covo del Mikawa, una zona della villa ignota agli stessi abitanti salvo qualche eccezione come Yachiru.
    Oltrepassata quella soglia l’ambiente attorno era completamente diverso dal resto della residenza. Lì si poteva vedere come fosse davvero la magione prima dell’opera di ristrutturazione di Aloysius.: nuda pietra, inospitale e terrificante, ricoperta da strati di polvere e ragnatele. Una scalinata a chiocciola, stretta e ripida, conduceva al piano interrato ma prima di scendere la jinkurichi avrebbe osservato la ragazzina infilare nuovamente le dita in un secondo antro del muro, praticamente impossibile da notare a prima vista.

    “ Meglio disattivare le trappole hihi “

    Ora che il passaggio era sicuro, la piccoletta dai cappelli rosa avrebbe esortato la compagna a seguirla per quello stretto e buio condotto nel quale avanzare senza la capacità di vedere al buio non era affatto facile. Doveva averlo fatto almeno cento volte per muoversi con tale disinvoltura: passarono tre punti nel quale il tunnel si diramava in tre direzioni ma la giusta scelta (centro, sinistra, sinistra) e il giusto codice di sblocco per le trappole avrebbe permesso loro di raggiungere il core della struttura in poco tempo. Era chiaro che il Mikawa si era inspirato ai labiritni del Palazzo della Vipera per il suo giaciglio e aveva delegato alle zampe chirurgiche delle donnole la costruzione dei vari tunnel segreti; si trovavno ora ad almeno 7-8 metri sotto terra, dove le fondamenta della villa erano state innalzate almeno un secolo prima.

    " Eiatsu concorda con me nel dire che questa è la parte più bella della villa...penso gli ricordi il suo obitorio. Vieni e attenta a dove metti i piedi. "


    Prese una lanternina di quelle ad olio, la accese e iniziò ad avanzare nella penombra tra le stanze; gli spazi dovevano essere enormi perchè ad ogni loro passo si generava un eco tale da rimbombare tra le alte volte del sopffitto. Ogni tanto la ragazzina si fdermava, in corrispondevza di targhette che denominavano la nuova zona, prima armeria, poi sala alta e poi ancora palestra 2...Ad ogni stanza sbloccava tramite il solito meccanismo l'accesso, dimostrando di possedere una memoria di ferro; ogni combinazione era composta da trentina di mosse e non c'era possibilità di errore. Tagliarono dritto, coprendo l'intero lato corto della villa, prima di fermarsi difronte alla loro meta finale: la Stanza del Sangue.

    " Siamo arrivati, aspetta qui. "

    La esortò. Poi si diresse ai due lati della nuova zona e accese delle fiaccole ivi posizionate per dare luminosità all'ambiente: era come una grotta naturale, piccolina e spoglia, ricoperta fino all'orlo di sangue. Nemmeno a dirlo, l'odore ferroso del liquido vitale pervadeva l'intero ambiente al punto da risultare nauseabondo per chiunque non fosse avvezzo ad un certo tipo di pratiche.



    Yachiru di addentrò per qualche passo nella vasca e, quando il sangue le arrivò agli stinchi, si mise in ginocchio, chinò il capo fino a sfiorare con la fronte lo specchio cremisi e chiuse le mani a mò di preghiera.

    " Fai comne me, le preghiere aiutano sempre. "

     
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