Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    Entrando nell'ufficio del Kokage, Tasaki avrebe sentito un'enorme pressione sulle sue spalle, come se improvvisamente il suo operato, ogni sua azione o parola, fosse finito sotto una lente di ingrandimento. Con Aloysius era sempre stato così, anche quando era un guardiano: ti concedeva dieci minuti del suo tempo e marcava con il fuoco le prime impressioni raccolte, un'etichetta che solo in pochi erano stati in grado di modificare nel tempo. Se c'era qualcosa in cui il Garth eccelleva, di fatto, era nel valutare le persone, soppesandole nel dettaglio al fine di assegnare loro incarichi e responsabilità congrue; solo una volta aveva fallito nel farlo e ne aveva pagato il prezzo per anni.

    Quando lo sguardo del chunin si posò sull'imponente schiena del Mikawa, sarebbe stato per lui difficile interpretare le informazioni che la sua capacità di analisi gli stava suggerendo. Sembrava trattarsi di un ammasso anomalo di chakra [125 Bassi] legato al corpo da un sistema circolatorio che differiva da quello canonico linfatico, come se fosse "abituato" a mutare in qualcosa di più capillare e privo di struttura. Il risultato finale era un alone oscuo [Impronta Oscurità] crepitante di potere. Una parte di esso preveniva dalle cellule del sangue, irrorate di un chakra peculiare, sicuramente dovuto all'appartenenza al clan [Kekkei Genkai Manipolazione del Sangue]; un'altra, invece, sembrava risidere nella mente dell'otese, in una zona angusta, sepolta sotto strati di barriere di chakra e in qualche modo in collegamento diretto con il tentien [Kinjusu Khorne no Keshin]. In effetti, non sembrava molto diversa da una seconda entità, simile per certi versi ad una possessione.
    Insomma, nulla di banale, come ogni aspetto di Diogene.

    Poi l'ex ninja di Kumo parlò introducendo ad una ventina di tematiche differenti con una leggerezza tale da lasciare di stucco anche il gigante del Suono, il quale non potè fare altro che voltarsi e prestare attenzione a quella voce.



    " Non correre ragazzo, ti sei preparato il discorso a memoria? "

    La vistosa benda mascherava in parte un volto pieno di rughe e di cicatrici, usurato dal tempo e da decine di battaglie. Per prima volta lo sguardo del Colosso si sarebbe posato su quell di Tasaki il quale avrebbe dovuto sostenerne il contatto per non causare grande delusione nell'animo del Kage. Soddisfatto tale requisito, Aloysius passò alla sua analisi:

    " Ora ricordo, Kato mi aveva aggiornato riguardo un ronin preso a Genosha. Devi essere in gamba per averlo quasi ridotto in fin di vita...doppia katana, dico bene? Se la tua storia ti ha condotto fin qui allora hai passato il vaglio di Febh e questo fa di te un amico di Oto a tutti gli effetti. "

    Si sarebbe avvicinato alla scrivania allungando il braccio in direzione dello shinobi e tendendo la mano. Il ragazzo non poteva sapere quali pericoli si celassero dietro una stretta di mano con il Garth ma, in quell'occasione, nessun artificio mortale sarebbe scaturito dal famigerato gesto. Tasaki avrebbe solo potuto percepire la solidità e la forza custodita nel fascio di muscoli che il kimono taglia xxl a malapena riusciva a mascherare; in quel momento avrebbe avuto la netta impressione che in nessun modo sarebbe riuscito ad uscire da una presa condotta da quell'uomo.

    " Sediamoci. "

    Disse cadendo sulla robusta poltrona e scandando con un piede i progetti e i fogli che ingombravano la zona centrale del tavolo. Attese qualche istante per andare a pescare il primo dei tanti argomenti sollevati dal giovane interlocutore; le sue orgini, le sue conoscenze, i suoi ideali, la sua missione...c'era del potenziale certo, ma senza saperlo aveva preso Aloysius per la gola, portandolo ad un tempo passato di cui aveva bei ricordi.

    " Mi daresti grande gioia se evocassi qui Suibi-Kama...sai, sono anni che non ci parliamo; da quando mi ha portato via il rotolo di contratto riportandolo tra la sua gente nel Thè. "

    Non sentiva di loro da allora, da quando aveva iniziato a parlare di Impero, ovvero da quando i loro ideali si erano drasticamente divisi. Ma il ricordo delle gare di velocità, delle operazionidi infiltrazione e di ricerca, dei combattimenti all'ultimo sangue era vivido nella sua mente; un'amiciza che aveva dovuto interrompere per realizzare la sua visione.

    " Un mondo senza guerre è un mondo che ne viste prima tante. Il nostro scopo è quello di indirizzare il caos affinchè il sangue versato e le vite stroncate vengano sacrificate per una giusta causa, la medesima di cui tu parli. E' questo il tempo della battaglia contro i Cremisi, certo, ma anche contro tutti quei nemici che alzano vessilli a favore di un padrone senza morale. Scoprirai che ci sono persone che non si possono né comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo. "

    Un signore della guerra, ecco cosa era diventato Diogene nel tempo; un uomo più orientato allo scontro che al dialogo, all'intimidazione che alla corruzione...

    " Affermi di essere molte cose Tasaki di Kumo. Ad Oto abbiamo bisogno di un abile sentivio ed esporatore per rinforzare le nostre squadre speciali; sarai inoltre in possesso di informazioni preziose nella lotta contro i Cremisi. Sei venuto per giurare fedeltà al villaggio...bene! Io rispondo che sei arrivato nel momento giusto visto ciò che ci attende all'orizzonte. Tuttavia saggerò la volontà del tuo spirito solo dopo aver visto con i miei occhi di cosa sei capace."

    Puntò il dito verso il ragazzo ma il suo sguardo andava oltre, verso la porta dello studio e quindi la sala adiacente. Stava puntando Mumei e aveva stampato sul volto un inquietante ghigno:

    " Sei al termine della tua missione di recupero, l'antico prezioso è lì, su di un piedistallo al centro della stanza segreta che con tanta fatica hai raggiunto. Hai perso l'intero tuo gruppo nel dungeon, tra trappole mortali e nemici del villaggio e sei ora da solo. La scena è tua."

     
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