Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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  1. DioGeNe
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    Il Colosso dei Mikawa: la vera storia XXIII, di Loxion Mikawa

    ::: Mesi prima, sul viale alberato della Villa :::

    " Insulsi sguatteri, non capirò mai chi crede nella forza del numero...HAHAHAH ditemi, dov'è paparino?! "



    Dieci dei gregari di Diogene erano in aria in pose plastiche come granitiche statue incapaci di avere il controllo delle proprie azioni. Ashiro, Soifon Matsumoto e gli altri fluttuavano sopra le cime degli alti pini impotenti di front allo strapotere della Bimba Prodigio del suo tempo...a terra vi erano i segni di un duello solo abbozzato, una manovra difensiva che, per quanto alti fossero gli standard del Mikawa, non era stata sufficiente nemmeno di lacerare le vesti della nukenin. Le trappole avevano fatto in quale modo cilecca e l'intera tattica anti-intrusione, composta di armi a distanza, bombe e jutsu di sangue, si era rivelata un totale fiasco: per quale strano motivo, il duo, si perché c'era anche un ragazzo longilineo al suo fianco, sembrava come conoscere ciò che gli avrebbe attesi.
    D'altro canto i due erano come sbucati dal nulla, direttamente all'interno delle mura del villaggio e proprio nella proprietà privata del Kokage! Un potere che in qualche maniera sembrava ancor più spaventoso della peculiare arte dei Somujo, i quali avevano causato gravi danni al villaggio sguarnito del suo Leader.

    " Non c'è tempo per giocare con loro..."

    Disse il Principe preoccupato per le azioni non programmate della ragazzina. Lei sbuffò vistosamente ma sapeva che era il suo sottoposto l'esperto in quella situazione e che doveva affidarsi al suo giudizio per riuscire in quell'operazione che così tanto tempo e risorse, umane e monetarie, aveva richiesto.

    Una pioggia di piume avrebbe chiuso quella faccenda senza nemmeno dare modo agli uomini del Garth di poter offrire un'ultima resistenza. Semplicemente, il divario che li separava dalla calamità che si era abbattuta su di loro era troppo grande...direi incolmabile. I corpi si accasciarono a terra, caduti in un sonno profondo, mentre i due nukenin avanzavano nel viale puntando dritti al maestoso portone; sapevano che Aloysius non era in casa, avevano scelto apposta quella precisa finestra del passato per incastrare l'uomo che solo adesso aveva iniziato a darsi da fare per Oto.

    " Appena entreremo ne arriveranno due da sinistra la botola è mascherata dal tappetto a due metri dalla scalinata mentre la piccola peste è nascosta tra le travi pronta a dare il colpo di grazia. Quanti uomini abbiamo perso per quella stronzetta dai capelli rosa! "

    Lei lo guardò come infastidita mentre con un calcio abbatteva l'uscio in legno massiccio e reagiva con la precisione di una macchina a quelle azioni ineluttabili ed inutili dei combattenti al servizio del Colosso; colpì così duramente Yachiru che assi del pavimento si ruppero a seguito dello schianto della poveretta, bloccata in volo per il collo e scaraventata a terra con forza inaudita.



    " Dovrei ucciderti per le rogne che mi hai causato...ma Hātsu dice che non si può, causerebbe una qualche inconsistenza nel flusso del tempo blablabla E poi paparino ti vuole così tanto bene hahahAHAHha ! Chi li avrebbe detto che una cosa tanto insignificante possa in realtà essere il punto debole di un uomo considerato Maestro di Guerra."

    Un colpo alla nuca ben assestato la mise k.o. mentre agli altri gregari avrebbe pensato il Cuore, il quale non trovò grandi difficoltà a gestire Gennosuke e Bard (abili combattenti corpo a corpo ma non al livello di un nukenin di tale caratura). Quindi il giovane guardo ancora il simbolo di chakra che aveva sul braccio: avevano solo tre minuti prima che la furia del Garth si abbattesse su di loro...aveva fatto cento simulazioni ma ogni volta che si arrivava al duello le percentuali di successo della missione calavano a picco. Nel 70% dei casi lui stesso faceva una brutta fine. Tuttavia erano ancora nel range temporale accettabile per prepararsi al suo arrivo, Tensai-ji avrebbe pensato alla trappola mentre lui poteva iniziare il suo rituale...il frammento era già nella sua mano mancina.

    :::

    C'è un concetto, una formulazione assiomatica della Teoria del Caos, che ipotizza come un piccolo evento che sembra avere flebile riscontro solo nel suo immediato intorno possa avere in realtà effetti catastrofici altrove; un effetto paragonabile ad un'onda capace di attraversare lo spazio e il tempo e di ingigantirsi seguendo le non-regole dell'entropia e proprio per questo pericoloso come poche altre cose.
    Ebbene, l'increspatura superficiale di quella storia acquisì le sembianze di una giovane kunoichi di Oto; un parametro del tutto inatteso nell'equazione che il Principe aveva cercato con tutti i suoi sforzi di bilanciare...ma forse sto correndo troppo, procediamo con ordine. Dopo l'incontro tra il Sunese e il Kage, nell'immensa biblioteca avrebbe messo piede anche Hebiko Dokujita, la nuova Serpe del Suono erede del sapere di Orochimaru. La sua biforcuta lingua non trovò una crepa nell'atteggiamento degli forestieri, i quali diedero evidenza di non essere ninja alle prime armi...tutti sembravano avere un motivo per essere lì, incluso il guardingo Etsuko, sbucato per ultimo da una delle librerie nella sala.

    Erano ora quattro i ninja accademici nella Villa e, superate le prime diffidenze reciproche, poterono iniziare ad agire come un vero team e le informazioni più succose arrivarono dalle capacità del Sensitivo e dallo Stratega, forse più avvezzi ad operare nella fase di raccolta informazioni. L'Akuma, per definizione stessa del retaggio collegato al nome del suo clan, sarebbe arrivato dritto alla fonte del problema. La fonte di quel ticchettio era, ovviamente, uno degli innumerevoli orologi della Villa ed in particolare quello a pendolo del salone secondario al piano terra; una porzione di superficie fin troppo piccola per contenere la luminosità di quell'impronta di chakra, di un bagliore accecante.



    Aprendo la porticina che dava agli ingranaggi dell'oggetto di fine artigianato, si avrebbe dato finalmente una forma all'unico elemento estraneo alla dimora: un pezzo di vetro, un frammento di quello che sembrava essere uno specchio. L'analisi del chakra avrebbe evidenziato un valore assolutamente fuoriscala, della categoria Bijuu per intenderci, e di Elemento assolutamente neutro. Al suo interno, immerso in quel nido di energia, vi era un fuuinjutsu di chakra oscuro che sembrava come attingere potere dall'oggetto su cui era stato collocato.
    A quell' analisi dettagliata, possibile solo ad un ninja con tali occhi e tali conoscenze ninja, si sarebbe aggiunta la peculiare visione del mondo degli Hayate e quindi l'indagine di Shunsui, il quale avrebbe associato distintamente una forma di vita innaturale a quel frammento nascosto. Qualunque cosa fosse si trattava di un artefatto, o più probabilmente una parte di esso, generato con conoscenze ignote, probabilmente arcaiche e dimenticate.

    L'altro elemento che non sarebbe sfuggito a Sensitivo, sarebbe stata la presenza di un enorme Genjutsu che egiva su tutta la proprietà; un'illusione che sembrava avere origine dal fitto groviglio di rampicanti che aveva praticamente ricoperto le mura esterne dell'abitazione. Rompere l'inganno che celava si sarebbe rivelata un'impresa ardua [Efficacia 130].

    Il Mizukage, invece, aveva optato per la via più pragmatica seguendo l'unica percepibile ai suoi sensi, ovvero le orme a terra. Forse sarebbe stato l'unico del gruppo ad apprezzare a pieno l'arazzo cui la pista finiva ma, oltre a chiedersi chi avesse raffigurato la guerra che aveva causato lo scisma tra Mikawa e Kenkichi ai tempi del primo Rida, bisognava capire come andare avanti nel Covo del Kage. Serviva conoscere la sequenza giusta nelle fessure della parete per sbloccare il meccanismo occultato dal dipinto e, anche usando la forza bruta, una subdola illusione non mostrava altro che la fredda roccia dove le orme terminavano [Codice a Fori + Velo di Protezione].

    Intanto nella Baracca, la realtà nella quale si era rifugiata Harumi stava per essere frantumata dalle parole di un goffo Jonin della Nebbia, il quale non aveva di certo fatto del "tatto" il suo punto di forza. Forse lei ancora stava pensando a quel giorno così importante, a quel momento del passato che le aveva dato la gioia più grande che potesse sperare. In quel pomeriggio uggioso, infatti, Diogene aveva fatto ciò che probabilmente mai si sarebbe sognato di fare prima di venire a contatto con la profezia dei Kenkichi...Erano anni che ci provava ma forse il suo seme non era forte quanto i suoi desideri e nessuna delle donne con cui aveva giaciuto era stata in grado di dargli ciò che bramava. Un'affermazione sbagliata ma dettata da un pensiero che per diverso tempo aveva abitato la mente di quell'uomo troppo orgoglioso per ammettere quale fosse il reale problema; una verità che qualche tempo dopo Fyodor non ebbe molte difficoltà a ricondurre agli effetti dell'esperimento tragicamente fallito quando l'otese era ancora un chunin.
    La risposta del Colosso sorprese tutti i presenti nella stanza:



    " Questa è casa tua, il luogo che dovrai sempre proteggere accanto alle persone che puoi considerare la tua famiglia. Accanto a me, perchè da oggi il tuo nome sarà Harumi Mikawa. "

     
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