Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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    il trono vuoto


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    Harumi fissò lo shinobi della Nebbia cercando di capire chi avesse davanti. Parlava dei kage, alcune delle più importanti persone del Continente, con una tono tale da lasciar intendere una certa familiarità. Non per questo tuttavia l'avrebbe guardato meno torvo ogni qual volta avesse mancato di rispetto a Diogene Mikawa, quale che fosse la scusa. La ragazza si limitò a scuotere la testa, proseguendo con il discorso. A quanto pareva il sospetto che iniziava a insidiarsi nel suo petto era più che giustificato, perché ciò che lei vedeva non corrispondeva a quanto le stava descrivendo Akira. Eccezion fatta per la sua immagine. Innocentemente, Harumi tirò un sospiro di sollievo, non accorgendosi dell'imbarazzo di cui l'uomo era stato vittima.

    No, non sono pazza. Non credo almeno. Ma è quello che direbbe anche un pazzo, suppongo.

    Quando il ragazzo rifiutò la ricompensa, enunciando il suo credo ninja e offrendosi di aiutarla senza nulla in cambio, avrebbe ricevuto un sorriso modesto, ma nella sua semplicità probabilmente il più bello da quando si trovava di fronte alla kunoichi. Considerando il suo passato e la sua vita ad Oto, una affermazione del genere non poteva che sorprenderla positivamente, e non aveva motivo di dubitare della sua sincerità. Harumi si sarebbe limitata ad un grazie, ma profondamente sentito. Poi avrebbe congiunto le mani a formare il sigillo.

    Il sangue colava dal braccio, scivolando tra le dita e, una goccia alla volta, cadendo sul pavimento malmesso in un ticchettio appena percettibile. La giovane però non se ne curava, occupata com'era ad osservare l'ambiente circostante. Da quanto era sotto quell'illusione? L'espressione sul suo volto più che sofferente per la ferita auto inferta era estremamente arrabbiato, un cambiamento tanto repentino rispetto ai modi di fare precedenti che probabilmente avrebbe preso in contropiede perfino il kiriano, salvo poi scomparire un istante dopo. La ragazza aveva fatto un respiro profondo, tornando alla sua espressione naturalmente sorridente nei confronti di Akira che le porgeva un panno sporco.

    La ringrazio, ma non si preoccupi per me, le mie ferite guariscono in fretta. Se proprio vuole fasciarla, devono esserci delle bende pulite in un kit medico dentro quel mobiletto. Questa...dovrebbe essere una delle nostre basi di appoggio nel Bosco.

    La ragazza esitò un attimo nel confermare quando effettivamente il ninja della Nebbia era andato affermando fino a quel momento, quasi si sentisse in colpa ad ammettere di essere in torto nonostante non fosse palesemente colpa sua. Una volta che l'uomo ebbe terminato con le medicazioni, la ragazza si alzò ed uscì dalla porta, facendogli cenno di aspettare un momento. Con un paio di balzi felini, aiutata dal chakra che controllava alla perfezione, fu sulla cima di un grosso albero e da lì scrutò oltre la coltre della vegetazione per orientarsi. Riatterrò a fianco del nebbioso con un tonfo ovattato e si rassettò le vesti.

    Come ricordavo, le mura sono in quella direzione.

    Non si sarebbe però mossa, fissando invece l'uomo negli occhi, come se stesse cercando di leggergli dentro.

    Akira-san, lei è forte?

    La domanda a bruciapelo poteva indurlo in confusione, ma probabilmente lo spadaccino aveva visto abbastanza del mondo per capire cosa intendeva il suo interlocutore. Che qualcosa non andasse lì era chiaro già da un po', ma probabilmente la situazione non sarebbe migliorata proseguendo, anzi. Se avesse deciso di seguirla lo avrebbe fatto consapevole dei possibili rischi. A modo suo la ragazza stava cercando di dimostrare la sua premura, per evitare di coinvolgere una persona che aveva appena conosciuto nei suoi problemi. Akira l'aveva già aiutata tantissimo ed il pensiero di abusare della sua gentilezza la preoccupava. Poteva osare chiedergli di più? Poteva di nuovo fare una richiesta così egoista?

    Akira-san, per favore mi aiuti.




    Superare le mura del Villaggio per l'Hozuki non sarebbe stato un problema. Uno sguardo intimidente da parte della sua accompagnatrice, un semplice lui è con me, e le guardie del gate si sarebbero scansate per lasciarli passare senza aggiungere altro. All'andatura sostenuta dettata da Harumi non ci avrebbero messo molto prima di arrivare di fronte al vialone che conduceva a Villa Mikawa. Prima di tutto doveva accertarsi che gli altri stessero bene. Se si fosse scoperto che si trattava dell'ennesima prova di Eiatsu o di uno scherzo particolarmente elaborato la faccenda si sarebbe risolta con una risata, al massimo qualche pugno ben assestato sul cranio del responsabile, e poi avrebbe potuto accompagnare Akira dal capovillaggio se fosse stato in casa. Altrimenti...

    La fanciulla avrebbe fatto un paio di passi verso il cancello d'ingresso, quando il suo accompagnatore l'avrebbe vista arrestarsi improvvisamente come se avvinta da una forza invisibile. Gli occhi si sarebbero fatti vacui per alcuni secondi, poi si riscosse e si voltò, cominciando a percorrere la strada a ritroso. Se il kiriano l'avesse fermata o interrogata a riguardo, lei l'avrebbe fissato come se non si fosse accorta della sua presenza prima, ma poi gli avrebbe risposto con un tono di voce sospettosamente tranquillo mentre dava le spalle all'edificio monumentale.

    Dobbiamo andare a Villa Mikawa no? Da questa parte.

    Fortunatamente, la kunoichi non avrebbe dovuto sacrificare un altro braccio per tornare in sé, ma sarebbe bastato un intervento energico da parte del kiriano per farla rinsavire. L'illusione non si era ancora radicata profondamente, e il suo flusso del chakra tornò normale in poco tempo. Era palesemente legata alla casa, a questo punto era inevitabile pensarlo. Il solo avvicinarvisi l'aveva riattivata, perciò il medium doveva trovarsi entro il perimetro della proprietà. Con suo sommo sgomento però il genjutsu non sembrava avere effetto sul suo compagno. Mentre studiava la situazione, l'occhio allenato della ragazza scorse una serie di impronte sul ghiaino del vialone, almeno altre due o tre persone si erano dirette verso la Villa di recente [Abilità]. Qualcuno, o qualcosa, stava cercando di tenerla fuori da casa sua. Chi poteva avercela specificatamente con lei?

    Akira-san, sembra che io non possa proseguire oltre. Dovrò affidarmi ai suoi occhi e alle sue orecchie per il momento, cerchi di capire cosa mi impedisce di entrare, la prego.


     
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