Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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  1. Waket
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    Jolly


    VI

    Sistemati gli ultimi dettagli, era tempo di iniziare il teatrino nel resto della Villa. Non poteva restare nascosta tutto il tempo, ora che aveva letteralmente l'aspetto di Diogene. Non che per il Colosso fosse una novità sparire senza alcuna notizia, ma vista la situazione delicata e l'essere osservati continuamente da una minaccia sconosciuta non permetteva una tale libertà. Salvare Diogene!! Da degli svitati che controllano il tempo stesso! Gli farò pagare il suo debito per il resto dell'eternità! Pensava, nervosa, venendo distratta da un'attacco improvviso che parò portando un braccio a bloccarlo per un pelo. [Difesa] Trattenne il fiato per qualche secondo, incredula del venire attaccata in quel corpo, e dentro la sua stessa villa, ma si rese presto conto che non era chi temeva fosse. Solamente una delle tante persone che vivevano in quella reggia. Un pesante sospiro avrebbe allentato la tensione, mentre il suo sguardo truce si spostava verso la donna. Ti si sente da tre isolati. Commentò, dandole presto le spalle per sfogare il dolore percepito in una smorfia... che ovviamente Ukitake non tardò a notare. Con una certa invadenza, a parere di Hebiko. Rispose con un grugnito, cercando di distrarsi prendendo in mano i vari fogli, controllandoli con una certa curiosità: dopotutto era la prima volta che poteva metter naso nella Villa e negli affari del Mikawa senza alcuna conseguenza. Il solito. Dovrei riposare di più. Poteva essere un'ottima scusa per essere lasciata in pace se ne avesse avuto bisogno. Sussultò internamente nel sentire la pacca sulla spalla: detestava contatto fisico gratuito, e ancora di meno proveniente da sconosciuti, sconosciuti che veneravano il Mikawa non di meno. Sarebbero stati giorni lunghissimi.

    Sbiancò nel vedere il numero di persone presenti. C'era sempre così tanta gente nella sua vita di tutti i giorni!? Come faceva ad avere anche solo un momento di privacy!? Avrebbe osservato i dintorni con evidente disagio, affondando di tanto in tanto la faccia nei documenti, quantomeno per far credere che quello fosse il motivo. Avrebbe ascoltato avidamente i vari discorsi fatti nella stanza, aspettandosi di ottenere chissà che preziose informazioni... Solo per origliare assurdi gossip che la portarono ad arrossire. nascondendo la faccia con una mano mentre si massaggiava la fronte con due dita, quasi incredula della situazione in cui si trovava. Per gli dei... No, no! Non mi importa quanto giochino ad essere la famiglia felice, non mi toglieranno l'idea che tu sia un bastardo manipolatore disposto a tutto. Rapidamente, e con la collaborazione di tutti, non solo era stata allestita la tavola, ma dalla cucina erano usciti una quantità di piatti sufficienti a sfamare un'esercito. Una voce l'avrebbe riportata all'attenzione, mentre il silenzio era calato nella sala, aspettando che il Boss prendesse posto, tutti pazientando religiosamente. Mh. Annuì una singola volta, accomodandosi a capotavola. Aveva i fogli posati al fianco dei suo piatto, distraendosi con i documenti e mangiando solamente quello di cui aveva bisogno. Come posso avere ancora fame, quanto diavolo è grosso il suo stomaco!? La differenza dalla piccola e sottile viperella con il corpo alto e massiccio del Mikawa si faceva sentire. In quei giorni avrebbe probabilmente sbattuto la testa più volte di quante ne voleva ammettere. Conosceva così poco della vita di Diogene che potevano beccarla da un momento all'altro. E, imparando pian piano a conoscere le sue abitudini, si rendeva conto che c'era un lato più placido di quello che vedeva come un mostro. Forse, capendo meglio le varie relazioni, avrebbe potuto usare quelle informazioni a suo favore per il futuro. Dopotutto, se c'era una singola cosa che poteva fermare un conquistatore pazzo, era proprio la sua famiglia. C'era da vedere se sarebbe stato lui a fermarsi per salvaguardare loro, o se loro alla fine gli si sarebbero rivoltati contro vedendolo come il manipolatore che credeva Hebiko.

    Sperava di poter avere un momento di respiro finita la cena, ma non riuscì a chiudersi la porta alle spalle che il belloccio dai capelli bianchi fece capolino portando del vino. Portò gli occhi al cielo, emettendo un profondo sospiro. Si lasciò andare ad un'espressione compiaciuta nel sentire il profumo del vino, grugnendo al commento di Ukitake. Cosa vuoi sentirti dire. Che ho dato una speronata così forte che ora non sono più in grado di fermare il cavallo. Commentò, un'esempio che poteva andar bene con la sua preparazione a quella guerra che la Vipera riteneva un suicidio, e un simpatico parallelo alla sua stessa situazione. Si era ormai accomodata alla scrivania mentre l'altro continuava a parlare, spargendo i vari documenti di fronte a lei e lasciando occhiate alla mappa. Sembravano preparati, non poteva dire il contrario. Ma, al solito, c'erano sempre delle piccole cose da sistemare. E spesso erano proprio le piccole cose che creavano un effetto a catena inarrestabile. Ne era la prova vivente. Forse avrebbe potuto sfruttare quel parallelo per spiegare al Mikawa perchè la sua fosse una pessima idea. Soldi, soldi, soldi. Non aveva idea di chi fosse Nakane, e non sapeva come chiedere maggiori informazioni senza insospettirlo. Avrebbe abbandonato la schiena alla poltrona, osservando il soffitto, pensierosa. Ukitake era pronto a fare un passo indietro, forse innervosito dal suo silenzio, ma il suo vocione si sarebbe fatto sentire. Siediti. Non era un consiglio. Non lo guardava, ancora concentrata sul soffitto, a guardare chissà cosa. Stiamo facendo il possibile da anni per questa guerra. Per rendere impossibile una sconfitta. Commentò, ormai consapevole della situazione. Solo un'idiota non lo avrebbe capito. Chissà se il famoso racconto di Raizen era collegato a quella storia. E mi sento spesso tremare le mani come se ormai avessi la vittoria in pugno. Poteva osare così tanto? Sentiva il bisogno di dire la sua a riguardo. E se mi sbagliassi? Si lasciò andare ad un profondo sospiro. Da lì non si tornava indietro. Ci stiamo muovendo ad una velocità inarrestabile verso un muro, tutto perchè siamo convinti di poterlo sfondare. Se ci riusciamo, sarà una vittoria che verrà scritta nei libri di storia. Abbassò la testa, facendo roteare il bicchiere di vino nella sua mano. Se non ci riusciamo... Ci schianteremo. Perderei tutto. Perderemmo tutti. Ovviamente non si trattava di una perdita relativa unicamente alla Villa. Tutta Oto avrebbe subito pesanti conseguenze, se ancora si fosse chiamata Oto. Non poteva nemmeno dire di volersi tirare indietro però. Non era decisamente da Diogene. Non in quel momento, almeno. Sarebbe stato un problema dell'Hebiko futura provare a farlo ragionare su quella guerra. A volte temo che la fretta possa sopraffarmi. Ho bisogno di qualcuno che tenga a freno le mie redini fino a che tutto non sarà perfettamente pianificato. Sarebbe sicuramente bastato a prendere un po' di tempo, dopotutto non era completamente illogico non voler agire impulsivamente e cercare di prevedere ogni possibile scenario. A quel punto, nessuno sarà più in grado di fermarci. Hebiko lo ammise quasi a se stessa. Non voleva quella guerra, ma perchè era certa che avrebbe provocato solamente perdite. Ma se tutto fosse stato pianificato alla perfezione, se avessero avuto un piano di riserva, una scialuppa in cui mantenersi per salvaguardare Oto? Beh... Anche lei aveva qualcosa da ridire alla gente di Kumo.


    L'altra Hebiko aveva il suo compito a sua volta. Il vero e proprio Jolly: restare nei pressi della Villa e prepararsi al peggio, che sarebbe presto arrivato. Non aveva bisogno di vedere decine di futuri per sapere cosa sarebbe accaduto: ognuno degli abitanti avrebbe difeso a spada tratta il proprio boss, senza se e senza ma. E, mentre gli invasori erano distratti nel contrastarli, una più silenziosa e cauta serpentella poteva fare il suo per avvertire chi di dovere di chi fossero i loro avversari. L'HebikoMikawa, sotto accordo, aveva già fatto parte del suo lavoro: dentro l'orologio la quale era sparita, che nel presente avrebbero sicuramente controllato di tanto in tanto, o fatto ulteriori esperimenti a riguardo, aveva inciso bello visibile un serpente, avvolto ad un libro. Sarebbe bastato quello perchè il loro piano potesse aver inizio.

    Gli invasori arrivarono prima del previsto, ma non abbastanza per impedire lo svolgimento del loro piano. L'Hebiko di quel tempo, assicurandosi di restare sempre nascosta, spesso usando la trasformazione mutando in un più piccolo serpente, in modo da poter strisciare da una stanza all'altra indisturbata, approfittando della confusione dei vari combattimenti. Sarebbe sempre sparita nella zona in cui poteva essere più indisturbata, usando ogni volta una delle innumerevoli librerie che il Mikawa usava (sicuramente solo) come decorazione. Marchiato un lato della libreria con lo stesso simbolo del serpente, avrebbe poi marchiato alcuni dei libri con un simbolo del serpente. Ognuna delle librerie marchiate, una volta sistemati i libri in ordine cronologico di stampa, leggendone i primi kanji avrebbero potuto leggerne diverse frasi:

    CITAZIONE
    Giovane capelli verdi, poteri ghiaccio. Pericolo.
    Non possono uccidere gente nella Villa. Il tempo ne risentirebbe.
    Uomo alto smilzo possiede un frammento di specchio. Impediteglielo.
    Prevedono il futuro. Non prevedono il mio. Seguire le istruzioni.
    Non attaccare direttamente. Il Colosso è la loro sconfitta.

    Quel che avrebbero trovato successivamente, erano altre frasi con piccoli suggerimenti su come approcciare il nemico: la descrizione di un paio di trappole, alcune delle armi d'assalto extra che erano state nascoste all'esterno, e soprattutto la descrizione di un paio di strategie diverse, principalmente quella di attaccarli alle spalle, e soprattutto che il loro obiettivo era il Mikawa, e di usarlo come distrazione. La sua teoria era semplice: loro potevano forse vedere il loro futuro... ma non potevano vedere quello di Hebiko. Forse sarebbero stati così accecati dalla sicurezza dell'aver previsto ogni possibilità, che una nuova strategia, per quanto semplice, gli avrebbe messo i bastoni tra le ruote a sufficienza da dar loro un vantaggio. [Nota]


    Sarebbero riusciti a catturare anche lei eventualmente. Catturando una persona dopo l'altra, era inevitabile che nonostante le sue precauzioni qualcuno avrebbe trovato anche lei, e il "Mikawa" stavolta non sarebbe riuscito a dare manforte come avrebbe dovuto. Ma dopotutto il piano era quello.

    Nonostante fosse bloccata nel ghiaccio, poteva sentire e vedere alla perfezione ciò che accadeva nella stanza di fianco. Empatizzava con il finto Diogene, non potendo nemmeno immaginare cosa doveva sopportare mentre la ragazzina cercava memorie inesistenti. Sembrava che non potesse però fare altro, dovendo sperare che i suoi messaggi sarebbero stati ritrovati... Ma qualche altro imprevisto avrebbe interrotto i due, dandole una possibilità. Da come si comportava con i due, non solo scoprì che si trattava di due membri dei Cuori, ma che la persona che ora li aveva messi all'angolo come due gattini impauriti doveva essere un pezzo grosso, forse il pezzo grosso. Alla sua apparizione, potè sentire come il ghiaccio si stesse man mano sciogliendo, iniziando a liberarla. Grazie alla sua elasticità, le sarebbe bastato molto meno degli altri per riuscire a liberarsi del tutto, scivolando via dalla sua trappola, sfruttando il chakra adesivo per arrampicarsi sul muro sfruttando il punto cieco rispetto la prospettiva degli intrusi, spostandosi fino al soffitto per sbirciare da sopra la porta. [Azione Gratuita] Il respiro era perlopiù controllato ma leggermente affannoso. Cosa poteva fare?? In quella situazione niente, probabilmente. Avrebbe riconosciuto immediatamente l'obitorio di Oto, e sapeva bene del passaggio diretto con la Villa (non per niente si era assicurata di farsi dare ogni possibile scorciatoia e passaggio segreto di Villa Mikawa: poco importava che non volessero condividere simili informazioni, era una questione fin troppo importante). Di certo sgattaiolare via sperando di non essere vista non era un'opzione. Ma forse, con un po' di caos, poteva anche fare qualcosa.

    Il ghiaccio sarebbe stato troppo duro da sciogliere per lei... Se solo la donna non avesse disattivato la sua tecnica. Il blocco era già più fragile di ciò che doveva essere, gli altri abitanti della villa si sarebbero liberati da un momento all'altro. Doveva solo dargli una mano. E magari liberarsi di uno dei problemi. Assottigliò lo sguardo, puntandolo verso il già ferito Hatsu. I tre inconsapevoli della sua presenza. Poteva essere anche uno degli uomini più forti di Ame, ma come Febh le aveva insegnato, non c'è Jonin che sia pronto a reagire ad una situazione di completa sorpresa. Per quanto potesse essere forte rispetto alla serpentella, restava un umano. E gli umani erano fragili, se impreparati. Avrebbe quindi legato rapidamente una cartabomba ad uno spiedo, e con precisione avrebbe cercato di lanciarlo alla base del collo di Hatsu, adattando le tempistiche in modo che la bomba esplodesse al contatto. [Slot Azione I] Non dovresti lasciare un lavoro a metà! Avrebbe commentato sprezzante al Joker, pochi istanti dopo aver scagliato una selva di spiedi verso i blocchi di ghiaccio sottostanti, velocizzando la liberazione dei sottoposti di Diogene. [TA] Subito dopo, avrebbe fatto cadere un fumogeno, coprendo così la liberazione degli otesi, e contemporaneamente la sua fuga, scendendo dal soffitto per mimetizzarsi, ed andando immediatamente ad infilarsi nel passaggio segreto che portava direttamente alla Villa. [Slot Azione II] A quel punto, avrebbe iniziato a correre, con tutto il fiato che aveva in corpo. [Slot azione 3?] Il suo Asso nella manica sarebbe stato Aoda, evocato di corsa, il quale sarebbe stato aggiornato di tutti gli avvenimenti a cui aveva assistito. Se dovessero inseguirmi farò il possibile per fargli perdere tempo: tu vai alla Villa. Avverti gli altri di tutto. Se invece fossero riusciti ad arrivare alla villa insieme, prima di attirare tutti avrebbe ordinato ad Aoda di andare a prendere la loro arma segreta: il Mikawa stesso. Digli che c'è un pezzo grosso di Ame, e di non montarsi la testa. Abbiamo una sola possibilità: che la usi bene! A lei sarebbe invece spettato avvisare tutti di ciò che aveva scoperto: dei Cuori, del Joker, quello che aveva potuto capire sul cosa cercassero e sullo Specchio. Il Jolly aveva fatto il possibile: ora stava a loro.


    Edited by Waket - 6/6/2023, 19:46
     
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