Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Roronoa™
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    Giocarsi tutto! - Deveraux pazzo?







    Anche Daisuke aveva perso qualcuno di caro. Lo capii dalle sue parole e dal suo sorriso forzato dopo la battuta.
    Abbassai lo sguardo e la mia mente si catapultò nel passato.

    Anche Heizo aveva perso suo padre. Ricordavo quel piccolo e fragile ragazzino di Kiri.
    Lo avevo trasformato in poche sedute in un bravo Genin. Nonostante avevo promesso di addestrare solo ninja di Oto, Heizo rappresentava una mia vittoria, quella soddisfazione che un insegnante deve avere per andare avanti. I tempi però erano cambiati, ma in quel frangente pensai a quanto fosse normale per un ninja perdere qualche persona cara.

    CITAZIONE
    « Mm, probabilmente avrei fatto prima ad andare fino a Kumo per raccogliermelo da solo il the... Senti Deveraux, non pensi che il Mikawa ci stia mettendo alla prova? Mi sta dando proprio quest'impressione. »

    Aveva capito cosa intendevo dire con quell'ennesima cazzata.
    Mi guardai attorno con espressione seria. Che il Mikawa stesse organizzando qualcosa? Speravo di no.

    - Finchè ci fa attendere mi sta bene, speriamo non abbia strane idee -

    Rimasi da quel momento in poi in silenzio, con i sensi in allerta.
    Ero un po' agitato ma riuscivo a mantenere la calma e la concentrazione. Avevo affrontato prove ben più pericolose.

    [Dopo qualche ora]

    Dopo due ore il mio stato d'allerta era rimasto inalterato.
    Di tanto in tanto lanciavo uno sguardo d'intesa al mio compagno, con le mani vicino alla Sacca Porta Oggetti. Ancora una volta cercavo di abituarmi a quel modo di pensare. Dovevo essere "pessimista", aspettarmi l'evento peggiore e il più pericoloso.
    Ad un tratto il mio udito captò dei passi in lontananza. Analizzai la frequenza e il numero degli stessi, concludendo con una semplice affermazione: è una sola persona.
    Feci due passi in avanti per sgranchire le gambe dalla lunga attesa.
    Dopo qualche secondo May ci raggiunse.

    CITAZIONE
    " Venite pure."

    Nascosi malamente uno sbadiglio, posizionando la mano destra davanti alla bocca.
    - Molto bene -

    Abbandonammo la sala in cui eravamo rimasti per alcune ore.
    Camminando lentamente dietro alla bella domestica attraversai insieme a Daisuke una sala piena di oggetti antichi. Doveva essere il museo di Diogenes, o qualcosa del genere.
    C'erano armature, katane, quadri e molti altri oggetti di cui non riuscivo a riconoscerne il vero valore in Ryo. La mia attenzione si posò sugli armamenti. C'erano pugnali fantastici, ornati con pietre e con lame lunghe e molto taglienti. Riconoscevo le proprietà di quell'arma, era la mia preferita, anche se io ero specializzato più sui pugnali da lancio. Riuscivo a conferire loro una potenza straordinaria.
    Purtroppo a differenza di mia madre, chuunin di Oto, non avevo le abilità necessarie per avvolgere di chakra quelle splendide lame.
    C'avrei lavorato, questo era poco ma sicuro.
    Senza accorgemene mi ritrovai alla soglia di un enorme sala, piena di libri e con una scaletta scorrevole per arrivare ai testi posizionati sui ripiani più alti. Una volta messo piede nella biblioteca il mio sguardo scivolò sull'enorme tavolo posizionato in mezzo alla stanza, appena sotto un maestoso e luminoso lampadario.
    Seduto su una comoda sedia in legno Diogenes ci stava aspettando.
    Rimasi sorpreso di trovarlo lì. Mi aspettavo di camminare a lungo, per poi raggiungere un luogo misterioso e adatto per quel genere di incontri.
    Niente di tutto questo. Io, Daisuke e il Mikawa in una biblioteca.

    CITAZIONE
    " Benvenuti e scusate per l'attesa, non interrompo mai una seduta di allenamento...sedetevi"

    Ascoltate quelle parole eseguii un leggero inchino. Se si stava realmente allenando c'era andata bene: quasi tre ore d'attesa erano pur sempre meno di due giorni, ovvero 48 ore.
    Senza dire una parola mi avvicinai alla mia poltrona.
    Ero abbastanza vicino a Daisuke e un po' lontano dal Jonin con i capelli sciolti e privo della sua acconciatura.
    Ignorai i tre libri davanti ai miei occhi, infatti, entrambe le mie pupille erano fisse su quelle del Mikawa. Non riuscii ad ignorare il fisico scolpito che egli sfoggiava con quella maglietta nera, risultato di mille allenamenti e prove superate. Avevo davanti un vincente.
    Iniziai a sentire il peso della sua presenza, nonostante i suoi abiti civili, ma il peggio era passato. Avevo la sua attenzione.

    CITAZIONE
    " A cosa devo l'onore? "

    Feci un cenno d'intesa a Daisuke. Con un rapido gesto della mano sinistra, che agli occhi del Jonin sarebbe stato un movimento in slow-motion, feci scivolare sul tavolo in quercia, liscio come la pelle di un bambino, il biglietto giallo che avevo fatto leggere al mio futuro collega ( o almeno così speravo ) e che riportava le parole che avevo recitato nel South Gate.

    Iniziai a parlare , saltando tutta la parte relativa al pleniluvio o come l'aveva chiamato Daisuke.
    Forse sbagliavo o forse no, ma in quel momento mi interessava solamente far capire a quel gigante di che pasta ero fatto, partendo da quella lettera.

    - Non è da noi perdere tempo, per questo non siamo qui solo per farle alcune domande - La mia voce era fredda, ma la mia espressione lasciava trasparire tutta la determinazione che avevo in corpo.
    - ma per esporle un progetto che ho intenzione di mettere in atto sulla mia pelle... - Mi feci avanti con la sedia, per avvicinarmi maggiormente al Mikawa.
    - Sotto false spoglie e con nomi inventati io e Daisuke raggiungeremo Kumo, la terra ninja che ci minaccia. - Puntai l'indice della mano destra sul tavolo, muovendolo come per segnare una traccia.
    - Saremo uomini, viaggiatori, pellegrini con il sangue degli Yotsuki, provenienti da molto lontano e ci muoveremo nel silenzio cercando gli ultimi Yotsuki di Kumo o una cellula importante con approfondite conoscenze nell'arte del Fulmine - Indipendentemente dalla reazione del Jonin avrei continuato:
    - Portato a termine questo passo saremmo in realtà degli infiltrati di Oto e allo stesso tempo cercheremo di fare nostre le abilità di quel luogo. Niente mi dice che lì non ci siano Yotsuki, se così fosse sarebbe più semplice entrare nelle loro fila. - Mi appoggiai sullo schienale della sedia.
    - Nel peggiore dei casi saremmo degli infiltrati e basta, ma il mio obiettivo è tornare ad Oto più forte di prima e con informazioni preziose per la salvaguardia del villaggio. In territorio nemico, per portare le notizie a casa, ci serviremo di un suo probabile uomo. - Aggiunsi un altro dettaglio importante.
    - Avendo radici a Kumo solo noi Yotsuki siamo adatti per questo viaggio ... eh sì, i preparativi includono ritocchi estetici e qualsiasi cosa possa aiutarci nella missione...il prezzo da pagare non mi spaventa.- E per la prima volta in quella stanza pronunciai il suo nome.
    - Diogenes-Sama non le sto chiedendo il permesso... il viaggio lo farò e lo porterò a termine, mi sto offrendo come infiltrato in territorio nemico. Devo diventare più forte, Oto ha bisogno di ninja potenti. - Guardai per un attimo Daisuke.
    - Le chiedo qualche consiglio per il viaggio Diogenes-Sama... ma ovviamente ascolterò con attenzione ogni sua singola parola. -

    Toccava a Daisuke ora, perchè di certo non eravamo lì solamente per il viaggio a Kumo. Volevamo conoscere qualsiasi ninja che la pensava come noi riguardo Oto e approfondire il pensiero del Jonin. Se qualcuno minacciava il villaggio, anche solamente con le parole, noi rispondevamo alla chiamata.









     
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    Incontrare il Colosso






    Io e il mio compagno la pensavamo allo stesso modo: finché era normale attesa tutto tranquillo, era una prova che potevo accettare, speravamo non ci fosse qualcos'altro sotto. L'attesa stava diventando stancate, ma non intendevo lamentarmi e sembrare un debole, se non fossi riuscito ad attendere di essere convocato come avrei potuto tendere un agguato e rimanere giorni e giorni in appostamento?
    Lo presi come una sorta di allenamento, cercando di memorizzare ogni singolo particolare della stanza, dalla dimensione della porta alla tonalità di colore del pavimento. Mentre il tempo passava scrutavo le scale attraverso le quali May si era congedata, richiamando alla memoria i vari particolari che avevo memorizzato relativi all'ambiente che mi circondava. Già, davvero un pessimo modo di passare il tempo...

    [...]

    Tra qualche scambio di sguardi con Devereaux e il mio nuovo passatempo mnemonico, attendemmo due ore senza alcun segno di altre presenze all'interno della villa. Sentii un rumore di passi, qualcuno stava arrivando dall'apertura sulla destra. Mi girai, vedendo May giungere con un'aria divertita, probabilmente visto lo scherzetto dell'attesa. Io non ci trovavo niente di divertente. Ci disse di seguirla, probabilmente il Mikawa era pronto per riceverci.
    La seguimmo attraverso quello che sembrava un vero e proprio museo, con teche piene di armi e armature, alcune delle quali molto insolite. Mi colpì particolarmente un'armatura che sembrava inadatta ad un ninja, troppo pesante, ma che sicuramente forniva la giusta protezione verso attacchi mortali. Cercai di imprimere bene quell'immagine nella mia memoria, ci avrei fatto un pensierino in seguito. Nonostante la bellezza di tutte il restante equipaggiamento, non rimasi stupito. Se questi erano i possedimenti che il possente jonin poteva esporre, chissà cosa poteva tenere nascosto?
    Finalmente arrivammo al cospetto del Mikawa. Era seduto ad un tavolo al centro di quella che sembrava essere la sua biblioteca, al cui confronto la mia sembrava una raccolta per bambini. Gli scaffali, nonostante fossero alti diversi metri, erano pieni di libri, probabilmente su qualsiasi argomento interessasse ad un eventuale visitatore, ben illuminati da un lampadario che non poteva passare inosservato. E sotto di esso vi era lui, Aloysius Diogene Mikwa.
    Il jonin otese sembrava essere ancora più grosso di quando l'avevo visto al gate del villaggio. La maglia attillata risaltava il suo fisico statuario e lo faceva sembrare un ragazzone appena uscito da una doccia, invece che uno dei ninja più potenti di tutto il territorio accademico. Si scusò per l'attesa, ma davanti a lui mi sentii io quello in colpa per aver rischiato di interrompere un suo allenamento. Mi avvicinai a lui, per poi sedermi sulla poltrona davanti alla quale era stata posizionata una tazza di the verde.

    « Salve signore, piacere di rivederla »


    Assunsi un tono meno formale di quello che usai al gate, non perché il mio rispetto per lui fosse diminuito, ma in quanto l'ambiente era diverso. Il Mikawa era sempre un mio superiore, però non stava indossando i panni del guardiano del gate, né degli abiti che si confanno ad un ninja, quindi dedussi che desiderava un ambiente più informale.
    Ci chiese a cosa doveva la nostra visita, lasciai a Deveraux il compito di spiegarlo, guardandolo e annuendo. Il mio compagno estrasse il biglietto che avevo precedentemente letto, posizionandolo sul tavolo, a disposizione del Mikawa. Non provai nemmeno a interpretare il comportamento del jonin, un esperto come lui non avrebbe battuto ciglio nemmeno davanti al diavolo in persona.
    Nonostante avesse posizionato il biglietto con l'enigma sul tavolo, il giovane Yotsuki cominciò parlando del suo progetto per recarci a Kumo. In fondo, eravamo venuti per chiedere consiglio ad una persona la cui esperienza era enormemente superiore alla nostra, niente di più. Anche se non avesse approvato la nostra idea avremmo cercato di realizzarla in ogni modo, per diventare più forti e, possibilmente, tornare ad Oto con informazioni preziose. Mi piacque il tono convinto con cui parlò e non potei fare a meno di notare che era riuscito a parlare senza fare troppa confusione coi discorsi. Il giovane sembrava aver assunto una sicurezza che precedentemente non mi aveva mostrato. Che bastasse la semplice presenza di un ninja così potente per stimolarlo? Sorrisi.
    Dopo un ennesimo sguardo che ricambiai con fierezza, per aver trovato un compagno degno di me, Deveraux concluse dicendo che era pronto ad ascoltare qualsiasi parola del jonin otese. Non volevo annoiarlo con discorsi lunghi, ma preferii intervenire prima che il Mikawa parlasse, dandogli così tempo per riflettere sulle nostre parole.

    « Signore, si ricorda di quando mi presentai al Gate? La mia forza non è cambiata molto, da allora, ma per migliorare ho bisogno di questo viaggio. Ho bisogno di più forza, ogni momento perso mi fa pensare a quel giorno in cui ci siamo incontrati. Ero sicuro che non avrebbe avuto bisogno, ma anche volendo non avrei potuto esserLe d'aiuto se i ninja che si erano presentati avessero avuto cattive intenzioni. Mi sono sentito debole e non voglio che succeda nuovamente. Voglio diventare più forte per proteggere il nostro villaggio e diventare un Guardiano, come Lei. Non ci neghi questa possibilità e vedrà che un giorno La ricambieremo, offrendo tutto ciò che potremmo darLe.
    Anche in merito all'enigma sul biglietto, potrebbe aiutarci. Sa quand'è il prossimo plenilunio? »


    Se fosse stato lui l'autore del biglietto, probabilmente avrebbe capito a cosa mi riferivo: il gomitolo di lana gialla intero e luminoso. Il pieno di Luna dura solo un giorno, anche se ad occhio non sembra, probabilmente l'appuntamento era fissato per il prossimo giorno di plenilunio.
    In quanto al voler diventare Guardiano di Oto, non mentivo, anzi, penso che sia il sogno segreto di ogni ninja che, come me, ama la sua patria ed è disposto a proteggerla con la vita.
     
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    Le aspettative di Diogene non vennero affatto deluse dai due Yotsuki...appartenevano ad un clan forte e finalmente avevano iniziato a dimostrarlo. Probabilmente si stavano impelagando in un'avventura al di fuori delle loro possibilità ma chi era il Colosso per stroncare i loro sogni e le loro ambizioni? Il suo compito era solamente quello di rendere la cosa fattibile, di preparargli al peggio e di cercare di rendere più facile la missione...e, a suo modo, lo avrebbe fatto.

    " Un'infiltrazione a Kumo in tempo di guerra...è roba da chunin. Voi siete due genin, con una buona esperienza sulle spalle, ma sostanzialmente ignari di quali sono le tattiche e le pratiche per operazioni di questo tipo. Inoltre Kumo, esattamente come noi, ha aumentato la sorveglianza sul suo territorio; le spie sono un'arma potente e di danni che possono provocare infiltrandosi nei posti giusti sono maggiori di quelli di un intero esercito. Tu, Devereaux affermi di non dover chiedere il permesso per fare una cosa del genere...bhè, ti sbagli di grosso. Se voi due non foste venuti a dirmelo e fossi venuto a conoscenza dei vostri intenti vi avrei braccati come traditori e sbattuti in cella per qualche anno. Il mio compito è quello di proteggere i cittadini di Oto...anche dalla loro stessa follia.
    Detto ciò, se volete proseguire per questa strada sappiate che i miei metodi non sono convenzionali; la verità ha un prezzo da pagare ma se i vostri spiriti saranno forti non sarà un fardello così pesante da portare. "


    Se quelle prime parole non avrebbero mutato l'espressione dei due ragazzi, se il loro animo non fosse stato turbato allora il Mikawa avrebbe continuato.

    " Daisuke avete risolto la prima parte dell'indovinello, o forse tutto chissà, ma avete scelto di venire direttamente da me. I vostri attuali scopi vi danno ragione di aver fatto la scelta migliore; il contenuto di quel messaggio si riferisce a gente come voi ma per scopi differenti...conservate il biglietto, se sopravvivrete avrete ancora tempo per fare entrambe le cose. "

    Diogene poteva apparire fin troppo incauto nel fare certe affermazioni...lo era, indubbiamente, ma in realtà accettando le sue condizioni egli aveva praticamente già messo in cassaforte la sua identità.

    " Vi aiuterò, perchè è nel mio credo pensare che possiate aspirare a più alti propositi, bruciando le tappe. In altre parole, vi getto nella mischia...vedremo se sopravviverete. Dei libri che hai davanti a te, Devereaux, due riguardano la geografia di Kumo...vi sono mappe sufficientemente dettagliate per arrivare al villaggio senza perdersi in quegli aspri territori. Detto ciò questi testi risalgono ad oltre X fa, quindi molto potrebbe essere cambiato; inoltre per motivi tattici è possibile che siano state apportate ulteriori modifiche: disboscamenti, deviazione di corsi d'acqua e quant'altro sono operazioni storicamente efficaci per confondere estranei e intralciarne l'avanzamento. L'altro libro, invece, parla di quelle storie di cui ti accennavo al Gate: in chiave cantata sono narrate le gesta degli Yotsuki di maggior rilievo che il panorama ninja abbia mai visto. Prendi questi racconti con le pinze, è risaputo che ai bardi piace esagerare...ma molta verità si può nascondere dietro una rima intrecciata. Prendete questi scritti e leggeteli con dovuta attenzione."

    Avrebbe quindi dato modo ai due di fare qualche domanda prima di continuare.

    " Bene, se quanto detto fin'ora copre la parte introduttiva della vostra missione è ora di passare alle cose serie. Devo sapere tutto della vostra preparazione ninja, chi avete avuto come sensei e in quale branca vi state specializzando. Voglio testare le vostre capacità di combattimento, cercando di mettere una pezza dove possibile, e la vostra resistenza ad interrogatori e torture. Vi istruirò sulle nozioni di base per agguati e pedinamenti; l'arte del camuffamento e dell'inganno...vi insegnerò ad analizzare il territorio che vi circonda e alleneremo il vostro cervello a ragionare razionalmente anche in situazioni critiche. Questo sarà il corso più accelerato ed intenso che un genin abbia mai affrontato, almeno qui ad Oto...avrete diversi istruttori, ognuno più severo dell'altro.
    E' la chance che stavate cercando, morite o diventate più forti...benvenuti all'inferno."


    k25ok7



    CITAZIONE
    OT/ Colpo di scena. Benvenuti al primo "pseudocorso" non programmato di livello chunin. Il passaggio di grado è ora affidato alle QdC ma nulla ci vieta di poter dare un vero upgrade conoscitivo ai vostri pg per supportare un possibile avanzamento di grado in un più o meno prossimo futuro. Si vuole specificare che questa giocata non è direttamente legata ad un avanzamento di grado; tuttavia cercherò di farvi acquisire, se meritevoli, degli stemmi che vi possano spingere in quella direzione. /OT

    Edit: una sola X in questo post!



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:50
     
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    Determinazione






    Il gigante iniziò a parlare, e non osai interromperlo. Anzi, ogni parola che sentii non fece che rinforzare il mio spirito, mi sentivo pronto ad affrontare ogni cosa. Ovviamente il Mikawa aveva ragione, noi eravamo dei genin con un buon bagaglio di esperienze, ma un'infiltrazione a Kumo non era un compito adatto a noi, almeno fino a quando la nostra forza e le nostre conoscenze non avessero eguagliato quelle di un chunin. Senza contare che anche la vecchia patria del nostro clan aveva rinforzato le sue difese, potevano esserci spie o traditori dietro ogni angolo. Ed esattamente come traditori ci avrebbe trattato il jonin se non gli avessimo chiesto il permesso per recarci nel Paese della Nuvola. Però, noi glielo avevamo appena chiesto e, anche se sarebbe stata dura, era disponibile a prepararci per questo viaggio.
    Il Mikawa ci guardò, probabilmente per studiare le nostre reazioni. Quel discorso non aveva fatto altro che motivarmi, il mio spirito non era forte, era adamantino. Tranquillamente sorseggiai il bollente the verde che mi era stato preparato.
    Interpretando le nostre espressioni, Aloysius capì quello che provavamo, e continuò a parlare. Sperai di aver soddisfatto le sue aspettative. Con le parole che fece seguire, lasciò intendere che fosse stato lui a scrivere l'enigma propostomi da Deveraux, e che la nostra interpretazione sembrava essere giusta. Quindi ci disse che era pronto a gettarci nella mischia, per prepararci a ciò che ci avrebbe atteso a Kumo. Mi sentii realizzato, avevo trovato un compagno e un maestro nello stesso giorno, ero sempre più vicino al raggiungimento dei miei obiettivi. Non mi stavo illudendo: non sarei migliorato da un giorno all'altro come per magia solo perchè il Mikawa aveva detto che ci avrebbe allenato, dovevo impegnarmi, combattere e sopravvivere prima di poter dire che ero diventato "forte".
    Dunque, accennando ai libri posti davanti a Deveraux, il Mikawa ci disse che avremmo potuto studiare su uno di essi la geografia di Kumo, dovevamo però prendere in considerazione il fatto che il libro avesse una cinquantina d'anni e che il nemico poteva aver modificato l'ambiente nel tentativo di depistare eventuali estranei. Il secondo libro conteneva invece una sorta di poema sulle gesta dei nostri avi Yotsuki, ci fu consegnato in riferimento ad un discorso precedentemente avuto dai due ninja otesi. I poemi a volte esagerano, ma potevamo trovare un fondo di verità e, anche se non ci fosse stato, era un testo che avrei letto volentieri. Non avevo libri così antichi nella mia biblioteca, o almeno nessuno che riguardasse il clan Yotsuki, leggere quel tomo avrebbe solo aumentato le mie conoscenze.
    Il jonin fece una pausa e io ne approfittai per bere nuovamente, avrei dovuto fare i miei complimenti a May per la bontà della bevanda calda. Approfittai di quell'attimo per pensare ad eventuali domande da porre, ma mi sembrava di non aver alcun dubbio. Bene, dimostriamo la nostra determinazione Deveraux.

    « Solo una domanda: quando iniziamo? »


    Poggiai la tazza, incrociando quindi le dita. Ero pronto a tutto, l'importante è sempre stato migliorare, nient altro. E se avessi raggiunto il mio limite, senza poterlo superare, ne avrei accettato le conseguenze. Guardai Deveraux, aspettandomi uno spirito forte quanto il mio, ero sicuro che si sarebbe dimostrato pronto.
    Il Mikawa sembrò gradire la mia volontà ferrea, annunciando che l'introduzione era finita, adesso passavamo alle cose serie. Dovevamo informarlo delle nostre potenzialità e di chi ci aveva istruito fino a quel momento. In seguito avrebbe sperimentato la nostra potenza combattiva e la resistenza a interrogatori con tanto di torture, un particolare che mi fece pensare a quanto quel ninja avesse a cuore la sicurezza della nostra patria. Meglio morire che regalare informazioni al nemico. Sarebbe stato un corso accelerato, su ogni aspetto che un chunin doveva conoscere: agguati, camuffamenti, analisi del territorio e l'importanza di mantenere la calma. Avremmo avuto numerosi e severissimi sensei, probabilmente disposti ad utilizzare ogni metodo di insegnamento. Andare avanti o morire, queste furono le sue parole. Sembrava l'inferno e io ero pronto a gettarmici.
    Non vacillai davanti a quella scelta, ero lì per quello, non desideravo altro. Scelsi di prendere parola per primo.

    « Inizio io. Sono genin da quasi dieci anni, ho ottenuto questo grado fin troppo presto, regalando aspettative che ho probabilmente deluso. Ho sostenuto l'esame da privatista e sono stato istruito all'interno del clan. Il mio unico insegnante è stato mio nonno, Kuemon Yotsuki, è stato lui ad insegnarmi ogni cosa che so. Dopo aver interrotto i miei allenamenti per un lungo periodo, ho deciso di tornare alla vita da ninja, acquisendo la tecnica peculiare del mio clan: la manipolazione elettrica. Non è da molto che posseggo questa abilità, ma ha migliorato molto le mie doti nel corpo a corpo, la mia branca di specializzazione. »


    Passai il testimone a Deveraux, curioso di ascoltare come si sarebbe descritto. Probabilmente anche lui era un esperto del combattimento a distanza ravvicinata, in fondo pensai che avesse subito la mia stessa istruzione. Mi stavo esaltando, dimenticandomi della pericolosità dell'allenamento propostoci dal jonin. Sembrava qualcosa di mortale, eppure riuscii quasi a dimenticarmene. Ero vivo e stavo ricevendo la possibilità di raggiungere un nuovo livello, sempre più alto, sempre più vicino alla vetta alla quale ambivo.
     
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    Un nuovo addestramento.







    Le parole pronunciate da Daisuke furono perfette. Terminato il suo discorso attesi impaziente la risposta del Mikawa.

    Parlò per molto il Jonin, smontando pezzo pezzo il mio progetto. Secondo lui mi stavo spingendo troppo al di là delle mie potenzialità.
    In territorio nemico un singolo errore avrebbe decretato la mia morte, per questo dovevo possedere abilità tipiche del grado chuunin prima di partire.
    Ma nulla ci avrebbe impedito un giorno di mettere in atto il nostro piano. L'importante era avvertire lui, e non fare di testa nostra.
    Lì aveva ragione: se gli shinobi di Kumo mi avessero preso e il nome di Oto fosse uscito dalla mia bocca tutti i cittadini del villaggio sarebbero stati in pericolo.
    Non diedi tanto peso a quell'errore, infondo eravamo in quella villa proprio per avvertirlo del nostro piano. Avevo solamente dato troppa corda alla mia lingua.

    CITAZIONE
    Detto ciò, se volete proseguire per questa strada sappiate che i miei metodi non sono convenzionali; la verità ha un prezzo da pagare ma se i vostri spiriti saranno forti non sarà un fardello così pesante da portare. "

    Un sorriso prese forma sul mio viso.
    Spirito forte? Lo avevo! Senza dubbio. Se il potere era al di là di una porta l'avrei sfondata senza batter ciglio. Avevo un obiettivo, qualcosa che mi spingeva a migliorarmi sempre più.
    La vendetta ti dona una forza di volontà spaventosa. Se mi sentivo debole e affranto mi limitavo a ricordare mio padre, il sangue versato, la solitudine, il dolore e l'angoscia di quei giorni. La rabbia sarebbe esplosa come una bomba!
    Niente e nessuno mi avrebbe fermato in quello stato.

    Quando il Jonin si rivolse a Daisuke i miei occhi luccicavano dalla felicità. Il costo da pagare non mi spaventava se all'orizzonte potevo intravedere il potere tanto desiderato.
    Potevo fidarmi del Mikawa? In effetti in quella casa poteva accadere di tutto e nessuno mi assicurava in pieno dei risultati concreti.
    Mia madre mi avrebbe bastonato, ma chi ad Oto poteva farmi diventare più forte? Febh? Forse... ma il Mikawa era molto diverso dall'amministratore.
    L' eroiche gesta del colosso e la sua fedeltà ad Oto erano di dominio pubblico.
    Si, mi sarei fidato.

    Quando risposi a quella domanda mentale il Jonin prese nuovamente parola.
    Decise di gettarci nella mischia fin da subito, testando nella maniera più semplice e brutale le nostre capacità. La parola sopravvivenza venne pronunciata molte volte, ma non mi scomposi per niente.
    La chiave del successo di uno shinobi è quella di guardare in alto, verso il cielo e mai accontentarsi dei traguardi raggiunti.

    CITAZIONE
    Dei libri che hai davanti a te, Devereaux, due riguardano la geografia di Kumo...vi sono mappe sufficientemente dettagliate per arrivare al villaggio senza perdersi in quegli aspri territori.

    jpg

    Udite quelle parole la mia espressione si fece molto seria.
    Presi i libri indicati dal Mikawa e dopo averli appoggiati sulle ginocchia iniziai a sfogliarli, cercando le mappe di Kumo lì riportate. Ero un Genin abbastanza esperto e quindi una domanda nacque spontanea: " che sapesse del mio progetto?".
    Non credevo alle coincidenze, il Jonin aveva preparato qualcosa per noi fin dall'inizio.
    Aggiornare le mappe, annotare qualsiasi dettaglio rilevante per un azione ninja: numero e posizione di nemici lungo il confine, corsi d'acqua, ponti e molto altro. La mia mente memorizzava tutti i dati riportati su quei fogli colorati.
    Riguardo il libro sugli Yotsuki lo avrei consultato in un secondo momento, subito dopo aver concluso con le mappe.
    Le prime mi avrebbero aiutato, non dicerie e parziali verità sui miei antenati.
    Quando alzai gli occhi verso il Mikawa e vidi la sua espressione quasi d'attesa, approfittai del silenzio per una semplice domanda visto che la principale era stata fatta da Daisuke:

    - Lei già prima di questo incontro desiderava che noi due aggiornassimo le mappe... giusto?- Azzardai, non fidandomi come già detto delle coincidenze.
    Senza chiedere il permesso del Jonin, una volta conclusa la fase di "memorizzazione", passai i due libri a Daisuke. Immediatamente iniziai a consultare il terzo libro. Primo Raikage, separazione del clan, famose battaglie... da quella iniziale lettura ne uscii curioso, anche se ero certamente più interessato alla proposta del Mikawa.
    Finalmente arrivò.

    L'enfasi con cui il Jonin pronunciò il suo discorso non scalfì la mia determinazione. Morire o Migliorarsi era la semplice via del ninja, a cui avevo fatto il callo.
    Dovevo vincere quella sfida a qualsiasi costo, per mio padre, Oto e il clan!
    Avrei stupito ogni istruttore.
    Subito dopo Daisuke accettai la proposta del Mikawa.
    - Accetto!- Dissi appoggiando il libro sopra al tavolo.
    - Sensei nel vero senso della parola non ne ho mai avuti... forse mia madre - In quell'istante non pensai a mio padre, incosciamente lo ignorai.
    - Ho svolto numerosi compiti: dalla diplomazia, come lei già sà, alla neutralizzazione di semplici organizzazioni criminali. Niente di pericoloso. Ho svolto due missioni impegnative con l'Amministratore Febh! - In quel di Suna e a Oto.
    - Il mio stile di combattimento si basa sull'utilizzo della manipolazione elettrica.
    Supportato da jutsu Raiton, che mi conferiscono potenziamenti fisici, mi getto nella mischia con armi da corpo a corpo.-
    E poi c'era la branca in cui mi stavo specializzando, più per necessità che per talento naturale.
    - Ho trascorso ampia parte della mia vita da Genin alla ricerca di alcune persone da eliminare... ho fatto un po' di pratica nel campo della raccolta d'informazioni. Possiedo un jutsu per le interrogazioni mentali, ma siamo a livelli base. -
    Per ora le indagini erano ferme per causa di forza maggiore ma un giorno li avrei trovati!!!
    Mentre attesi la risposta del Jonin e il probabile inizio dell'addestramento continuai a leggere qualche paragrafo.












     
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    " Sapevo che il mio messaggio era attecchito e che saresti venuto per saperne di più sugli Yotsuki. Hai materiale di pubblico domino, ti sto assegnando il compito di arricchirlo, aggiornarlo e renderlo una buona arma per il tuo Paese. Questo viaggio è vostro ma e l'unico vero motivo per cui non vi ho legato ad un grosso macigno è che il rischio che corre Oto è comparabile con i vantaggi che ne potrebbe ottenere."

    Parlò schietto; se quei due giovani fossero riusciti ad infiltrasi e acquisire informazioni belliche sul nemico, l'ago della bilancia si sarebbe sicuramente spostato in direzione di Oto. Il compito del jonin era quello di aumentare le probabilità di riuscita dell'intera operazione attraverso una dettagliata pianificazione della stessa e un intensivo upgrade conoscitivo sui due genin.

    Si partiva con il piede giusto, il tentativo di impressionare i due ninja non sembrava aver destabilizzato i loro euforici e scalpitanti animi. Diogenes ne fu lieto...sebbene sapeva che anche il corpo più allenato poteva essere piegato dalle fatiche dell'allenamento. Ma come si dice, partendo con il piede giusto si è già a metà dell'opera. Seguì l'importante momento delle rispettive "presentazioni" a cui forse i due ragazzi non diedero il giusto peso...il Mikawa avrebbe voluto sapere tutte quelle cose che non avrebbe scoperto durante quei giorni di duro lavoro! Comunque qualche informazione rilevante filtrò: Deveraux era stato più volte a contatto con Febh, dal quale sicuramente aveva appreso anche inconsciamente qualcosa mentre per Daisuke, sul quale il colosso non aveva avuto motivo di informarsi approfonditamente, fu un piacere scoprire che fosse stato un piccolo prodigio svezzato in età tenera alla vita ninja.

    " Avrete modo di dirmi quant'altro pensiate sia opportuno che io sappia per comprendere a pieno i vostri punti di forza e debolezze. Scoprirete che questa casa è abitata dai migliori ninja del villaggio, avrete accesso a quasi tutte le stanze e potrete usufruire di una propria camera da letto, nonché dei pasti. Si, fino a quando non sarete morti stremati o adeguatamente pronti, resterete qui; le vostre vite ora mia appartengono."

    I motivi erano ovvi...Diogenes voleva avere il controllo su due ninja non ancora schedati secondo i suoi standard e venuti a contatto con una parte, seppur piccola, dei suoi piani. In quel momento entrarono nella stanza due figure: la prima era quella di un ragazzo alto e longilineo, dallo sguardo demoniaco; per come era vestito era facile capire che fosse un maggiordomo. Il secondo uomo, invece, era un massiccio signore sulla quarantina con una grossa cicatrice sull'occhio X.

    " Ora, impegni urgenti richiedono la mia presenza. Domani mi occuperò io stesso di voi, in palestra, nel campo che sembra essere il vostro vero punto di forza...questo è Anteras, vi farà fare il giro della tenuta e risponderà a tutte le vostre domande. Godetevi quest'ultimo giorno di pacchia...da domani rimpiangerete ogni singolo secondo sprecato."

    Il colosso avrebbe dunque abbandonato la stanza, accompagnato dal più vecchio dei due nuovi personaggi. Il maggiordomo dallo sguardo inquietante avrebbe invece preso a parlare svelto e con un tono di voce del tutto particolare, rassicurante ma al contempo mistico:

    " Benvenuti, io sono Anteras e per oggi sono al vostro completo servizio. Mi è stato ordinato di farvi visitare le vostre camere, i servizi, il piano interrato e di farvi conoscere quanti più coinquilini possibili ma se avete particolari proposte vedrò di ottemperarle.

    E proprio in quell'istante avrebbe preso la tazza di thè di Daisuke, vuota o piena che fosse stata, per poi farla scomparire mediante un impressionante gioco di prestigio sotto il tovagliolo bianco, che teneva bloccato tra l'addome e l'avambraccio.

    jpg

    " Sostanzialmente c'è solo una regola alla quale dovete attenervi. Non vi è concesso abbandonare la tenuta."



    CITAZIONE
    Edit: sempre una X.



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:51
     
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  7. Roronoa™
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    Anteras la guida.







    Arricchire il materiale su Kumo. Fui onorato di ricevere tale compito, ma prima di iniziare il viaggio, dovevamo affrontare i duri addestramenti del Mikawa.
    Tutto perfetto!

    Conclusa la mia descrizione, mantenendo segreto il motivo per cui cercavo quelle persone, il Jonin rispose fissando un punto importante: vitto e alloggio gratuito. Non solo, in quella villa eravamo in compagnia dei migliori ninja del villaggio. Se non bastasse potevamo accedere senza permesso a quasi tutte le stanze della tenuta.
    Ero al settimo cielo! Quasi quasi dimenticai il prezzo di quel trattamento cosi onorevole.
    La frase "le vostre vite ora mi appartengono" non mi sconvolse. Un affermazione di questo tipo poteva assumere mille significati ma ero troppo felice per pensarci. Accettata quella proposta i problemi del mondo non mi appartenevano! Sarei diventato fortissimo, il più forte Yotsuki al mondo!
    Le cose si erano messe per il meglio. Essere addestrato dal Jonin più influente di Oto era un onore! Gli allenamenti sarebbero stati distruttivi? Non importava! Dovevo riuscire a sopportare qualsiasi sforzo.

    Alle nostre spalle si avvicinarono due individui.
    Sentii i loro passi leggeri, molto diversi da quelli di May. Voltandomi verso di loro la mia attenzione si soffermò sull'uomo più robusto.
    Una cicatrice attraversava il suo occhio destro e i suoi lineamenti erano simili a quelli del Mikawa. Un fisico temprato dalla lotta.

    L'altro era un ragazzo alto e snello, vestito completamente di nero. Doveva essere un maggiordomo, infatti, sul suo braccio era appoggiato un lungo tovagliolo bianco.

    CITAZIONE
    " Ora, impegni urgenti richiedono la mia presenza. Domani mi occuperò io stesso di voi, in palestra, nel campo che sembra essere il vostro vero punto di forza...questo è Anteras, vi farà fare il giro della tenuta e risponderà a tutte le vostre domande. Godetevi quest'ultimo giorno di pacchia...da domani rimpiangerete ogni singolo secondo sprecato."

    - Deveraux Yotsuki - Mi presentai ai due.
    Preso il libro degli Yotsuki, perchè gli altri li aveva Daisuke, mi alzai posizionando la sedia vicino al tavolo. Con un leggero inchino avrei salutato Diogenes.

    Un istante dopo ascoltai le parole di Anteras.
    La sua voce era misteriosa come lo era il suo sguardo. Si mostrava tranquillo e arrabbiato allo stesso tempo. Anche lui era uno dei migliori ninja del villaggio?
    Il Mikawa aveva ordinato ad Anteras solo il giro dell'edificio, ma non tutti quei compiti che egli elencò. Questo significava solo una cosa: aveva già parlato con lui e se da quella esperienza ne uscivamo molto più forti avevamo una concreta possibilità di entrare nell'elitè di quella casa.
    Altra cosa strana: il maggiordomo doveva farci conoscere tutti i "coinquilini" ma allora perchè Diogenes non aveva nominato il secondo uomo, quello con la cicatrice sull'occhio destro?


    Nonostante la mia mente fosse impegnata con le solite mie domande notai il rapido e impressionante gesto del maggiordomo. Aveva nascosto la tazza sotto al suo tovagliolo ad una velocità pazzesca. Riuscii a seguire il suo movimento con difficoltà.
    Non era un normale dipendente!

    CITAZIONE
    " Sostanzialmente c'è solo una regola alla quale dovete attenervi. Non vi è concesso abbandonare la tenuta."

    Per la seconda volta non riuscii a "trattenere" la mia lingua:
    - Pensate che ne avremmo motivo? - Avevamo vitto e alloggio gratis, eravamo in compagnia dei più forti ninja di Oto... perchè dovevamo uscire dalla proprietà del Jonin?
    Il duro addestramento? Mi sottovalutava.
    Fortunatamente quella domanda fu posta senza un minimo accenno di aggressività, infatti, un leggero sorriso comparii sul mio viso.
    Mi resi conto subito dell'errore commesso, ma almeno inconsciamente ero riuscito a salvarmi in calcio d'angolo.

    Se il maggiordomo si fosse sentito aggredito avrei iniziato la mia vita lì nel peggiore dei modi.

    Prima di metterci "in moto" avrei domandato al ragazzo:
    - Sapete se qui c'è un ninja specializzato nella raccolta d'informazioni ? E chi era il tipo con cui è andato Diogenes- Sama ?
    Ero particolarmente interessato alla prima domanda, infatti, oltre agli allenamenti con il Jonin desideravo ricevere insegnamenti sullo spionaggio.








     
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    Nuove Conoscenze






    Deveraux avanzò l'idea che il jonin avesse già pensato a noi, per aggiornare la mappe di Kumo. Quel ragazzo sembrava essere più sveglio di me, spesso notava cose che mi sfuggivano. Aloysius confermò, specificando che avevamo la possibilità di aiutare il nostro villaggio svolgendo quel compito.
    Iniziai a sfogliare i due libri che il giovane Yotsuki mi aveva passato, mentre si presentava descrivendosi. Quando disse che la sua sensei era stata la madre, non potei che pensare alla mia: una kunoichi dotata, stroncata troppo presto da un male incurabile. Ci voleva coraggio per una donna allenare il proprio figlio, a volte serva un distaccamento emotivo per tirare fuori il meglio dal proprio allievo e una mamma potrebbe fermarsi prima di averlo spinto al limite delle sue possibilità. Scoprii poi che il mio compagno aveva già conosciuto un amministratore del villaggio, svolgendo con lui un paio di missioni. Ero l'unico a non avere conoscenti importanti? Forse era la punizione per aver vissuto tra le mura di casa troppo a lungo.
    Il metodo di combattimento di Deveraux sembrava essere simile al mio: tipico, per un Yotsuki. Manipolazione elettrica, raiton e tanto corpo a corpo, con un debole per una tecnica di interrogazione mentale.
    Il colosso non sembrò molto colpito da come ci presentammo, disse che avremmo avuto modo di esporgli le nostre debolezze e in nostri punti di forza in seguito. Ma la parte più interessante arrivò dopo: all'interno di quella casa vivevano i migliori ninja del villaggio e ci stava offrendo un posto. Era tanto che non dormivo in una casa abitata e l'idea di farlo mi fece provare una sensazione strana. Potevo fidarmi di tutte quelle persone? Decisi che avrei dato fiducia solo a Deveraux e al jonin. Gli altri ninja, anche se in qualche modo avevano convinto il Mikawa a lasciarli vivere all'interno della sua villa, mi preoccupavano. Avevo visto come poteva un persona sembrare sana a molti, dimostrando invece la propria pazzia solo in alcune situazioni, quindi non avrei abbassato la guardia.
    Il contenuto dei due libri, da cui avevo alzato gli occhi per ascoltare le parole del nostro superiore, era decisamente interessante e le mappe sembravano più che accurate. Se i ninja di Kumo non avessero in qualche modo cambiato il paesaggio, non certo una capacità da genin come me, ci saremmo orientati piuttosto bene all'interno del territorio nemico. Un bel vantaggio. Finii di bere il the, mentre pensavo al viaggio che ci aspettava.
    Cercai di memorizzare alcune delle mappe più ampie, difficilmente avrebbero cambiato intere catene montuose o coste, e non sarebbe stato intelligente viaggiare all'interno di Kumo con quei due libri. Mentre sfogliavo le pagine del secondo libro, qualcuno entrò nella biblioteca. Mi girai, vedendo così due uomini: uno alto e magro, forse di qualche anno più grande di me, vestito da maggiordomo, e un secondo uomo massiccio, probabilmente sulla quarantina, con una cicatrice ben visibile sul viso.
    Il jonin otese ci informò che quel giorno non ci saremmo allenati con lui, avremmo dovuto aspettare la giornata seguente, si sarebbe occupato di noi in palestra. Il ragazzo vestito da maggiordomo si chiamava Anteras e il suo compito era quello di farci conoscere villa Mikawa. Deveraux si presentò ai due nuovi arrivati, nonostante non ci avessero detto l'identità di entrambi.

    « Daisuke Yotsuki »


    Dopo essermi alzato salutai con cenno della testa il colosso, che uscì accompagnato dall'uomo muscoloso. Guardai quindi Anteras, notando la particolarità del suo sguardo: sembrava di guardare un demone dritto negli occhi. Interessante.
    Tesi i muscoli per una frazione di secondo, mentre il maggiordomo si avvicinava a me. Sperai che non avesse considerato il mio sguardo come una sfida, non era nelle mie intenzioni iniziare a farmi dei nemici fin dal primo giorni di allenamento. Per me quello era già il primo giorno, anche se Diogene ci aveva detto che lo avremmo incontrato domani, in palestra. Sicuramente ci avrebbe messo alla prova, in qualche modo.
    Mi tranquillizzai appena il maggiordomo palesò il motivo del suo avvicinamento, facendo sparire la tazza dalla quale avevo bevuto con un abilissimo gioco di mani, degno di un ninja esperto. Quindi, ci spiegò che per quel giorno sarebbe stato al nostro servizio, facendoci conoscere la casa e i suoi inquilini. Eppure, uno dei suoi inquilini non ci era stato presentato, nonostante lo avessimo appena incontrato. In ogni caso, non avrei fatto domande.
    Il maggiordomo specificò qual'era l'unica regola a cui dovevamo attenerci: non uscire dalla tenuta. Nessun problema, se questo era il prezzo dell'allenamento, un piccolo sacrificio che non mi sarebbe costato sforzi. Deveraux non riuscì a trattenersi. Non capii subito quale fosse il senso della frase, dubitai che avesse appena sfidato Anteras, ma non ne ero sicuro.
    Pensai bene alle parole da pronunciare, forse anche troppo, visto che il mio compagno mi anticipò. Fece esattamente le domande che io non avrei mai posto, ma almeno una avrebbe soddisfatto le mie curiosità. Notai anche come per l'ennesima volta saltò fuori il tema dello spionaggio, quasi una costante per Deveraux. Prima che Anteras rispondesse chiusi i libri sulla geografia di Kumo, poggiandoli sul tavolo. Mi interessai invece al terzo libro.

    « Deveraux, potresti passarmi quel libro? E, Anteras, la mia unica proposta è quella di visitare la stanza che ci è stata affidata, vorrei posare questo mantello e i libri, se possibile »


    Non mi sembrava che i poemi avessero attirato molto la sua attenzione, quindi confidai nel fatto che avrei potuto leggere molto presto la storia del mio clan. Se il maggiordomo ci avesse portato alla stanza dove avremmo riposato e ci avesse lasciato lì avrei potuto iniziare subito a leggere, trovando magari qualche notizia interessante. Il libro, parlando del nostro clan, mi avrebbe sicuramente fornito qualche dettaglio su Kumo e le sue tradizioni, sperando che col tempo non fossero cambiate più di tanto.
    Non sapevo il perchè, ma la presenza di Anteras mi preoccupava: avevo l'impressione che ci avrebbe fatto fare tutto tranne che portarci dove avremmo potuto rilassarci.
     
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    " No, o almeno non ora che siete all'inizio del vostro percorso...il raziocinio umano poggia su concetti davvero precari; una piccola increspatura nel flusso degli eventi e si può passare da uno stato d'animo ad uno completamente opposto. Ad esempio se vi dicessi che uno di voi due morirà alla fine dell'addestramento e che Diogenes avesse intenzione di partire lui stesso per Kumo con uno di voi, forse la situazione cambierebbe....non trovate? Voi vi state fidando ciecamente di un uomo che si è notoriamente affermato per imprese non proprio di buon cuore; lui ha il completo controllo su di voi da quando siete entrati in questa villa. Forse avrete anche notato di essere già sotto esame e magari avete anche solo inconsciamente gioito per averlo intuito...ma avete mai pensato che potesse essere già stato tutto premeditato per indurvi nel preciso stato d'animo in qui adesso vessate? E se si, a quale scopo?"

    Rispose con garbo Anteras alla domanda di Deveraux. Aspettò qualche secondo per poi aggiungere:

    " Scherzo, ovviamente."

    Peccato che quelle parole non suonassero affatto rincuoranti. Alle successive domande il maggiordomo rispose mantenendo la solita cadenza mistica e minando le certezze dei due ninja. In realtà, attese qualche istante per parlare in quanto, facendo comparire mediante un secondo gioco di prestigio un taccuino da sotto il tovagliolo bianco, appuntò qualcosa con una penna che i due genin potevano essere sicuri che fino a pochi istanti prima non fosse tra le sue dita. Finito di scrivere, richiuse il libricino e disse:

    " Certo e...bhè, conoscerete Auron una di questa sere a cena. "

    Ma cosa diavolo si era segnato? Possibile che....

    " Va bene, Daisuke. Vi mostrerò prima gli interni per poi passare ai giardini, metà dei ninja che devo presentarvi sta festeggiando al lago. Seguitemi."

    E prese a camminare mantenendo una impostazione elegante e composta. Attraversarono le due stanze già visitate senza arrestare il passo per arrivare ai piedi della grossa scalinata. Salirono i gradini mentre il giovane stava riprendendo la parola:

    " Questi pavimenti sono pessimi per la pulizie; le impronte delle scarpe sono una cosa che odio profondamente! Piuttosto, ricordate come avete raggiunto lo studio? Inoltre da dove era arrivata May quando vi è venuta a chiamare dopo le ore di attesa? "

    Ma che domande erano? Un test? In ogni caso il trio avrebbe raggiunto il piano superiore: sostanzialmente un lungo corridoio attraversava tutta la superficie e su di esso si aprivano numerose porte e dipanavano altri piccoli percorsi.

    (immagine oscurata)

    " Le vostre stanze sono la prima e l'ultima sul lato che ora abbiamo difronte; purtroppo tenervi vicini non sarebbe stato possibile in quanto avremmo dovuto cambiare proprio le porte...essendo voi dei Yotsuki! Vi sono tre bagni sul piano ma uno è ad uso esclusivo di Ukitake, Gennosuke, Hakkai e Hyouma. La stanza di Diogenes è proprio difronte la tua, Deveraux...quindi non fare baccano la notte. Il Padrone quando può permettersele, si prende qualche ora di riposo sebbene il suo sonno leggero lo porta a svegliarsi al minimo rumore...in generale questo è un problema comune a tutti o quasi i coinquilini quindi dalle 24 generalmente non vola una mosca...persino camminare a piedi scalzi diventa un problema! "

    Avrebbero raggiunto prima la stanza di Daisuke, situata all'estremità destra del corridoio.

    " All'interno delle camere troverete un letto matrimoniale, due armadi, una scrivania e...e...diavolo ma dove ho messo le chiavi?! Che sbadato, le ho dimenticate di sotto! Deveraux tu prova a vedere se la tua è aperta, io le recupero in un istante."

    E così avrebbe ripercorso le scale, scomparendo alla vista dei due Yotsuki...
    Nemmeno a dirlo, Anteras non si sarebbe più fatto vedere. Si, era un'altra prova e questa volta sembrava abbastanza complicata! Era chiaro che i due ragazzi avrebbero dovuto trovare loro stessi il modo di accedere nelle loro camere; dunque che quelle porte avessero qualcosa di speciale? A prima vista non sembrava esserci nulla di strano; erano delle eleganti porte in legno chiaro finemente intagliate sui bordi, provviste di discreta maniglia in ottone (di quelle che possono girare a sinistra che a destra). Anche il tatto non avrebbe rivelato alcuna anomalia...inoltre osservando anche le porte delle altre stanze nulla sembrava cambiare dalle loro!

    Se e solo se i due fossero arrivati alla soluzione.


    Su entrambe le porte sarebbero apparse due scritte. Quella di Deveraux recitava:

    CITAZIONE
    A = N = 1;
    B = 2;
    R = 5;

    2*(- E*B + L/A - (S*C)/F) = ?

    Mentre Daisuke sarebbe stato alle prese con:

    CITAZIONE
    A = 2
    B = 8
    C = 26
    D = 80

    (K - 9*I)/2 = ?

    C'era da dire che, anche se i due avessero trovato la soluzione del loro indovinello, come avrebbero fatto a comunicarlo? Dirlo ad alta voce non avrebbe funzionato! C'era solo quella semplice maniglia apparte il legno di cui era composta quella maledetta porta!


    CITAZIONE
    OT / Non mi accontento che siate dei buoni interpreti del vostri pg, quindi se questa è una prova prevalentemente psicologica (con un minimo di logica) anche voi giocatori ne sarete soggetti! Proprio per questo, sbirciando nei post precedenti, troverete una sorpresa! Spero che il "giochetto" vi stimoli a sufficienza...

    Per gli indovinelli: considerate l'alfabeto inglese; trovate la regola di associazione e trovate un modo per comunicare il risultato : ) /OT

    Edit: img delle camere Xata XD



    Edited by DioGeNe - 16/10/2012, 21:05
     
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  10. ~ Marcø
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    Giochi di Prestigio






    Dalle parole che pronunciò non riuscii a capire se Anteras ci stesse prendendo per il culo o se ci stesse mettendo in guardia. Possibile che tutti quegli avvenimenti fossero stati previsti o addirittura progettati? Sì, possibilissimo. Ci stavamo fidando della persona sbagliata? Anche questo possibile. Ma davvero quell'uomo avrebbe lasciato uno di noi due morire solo per recarsi a Kumo con il sopravvissuto? Qual'era il senso? Perchè avrebbe dovuto far morire un genin di Oto senza motivo?
    A quanto ne sapevo non potevamo permetterci la morte di nessuno che sapesse impugnare un kunai, e noi due sapevamo maneggiarli perlomeno discretamente. Inoltre aveva capito come ci eravamo sentiti quando avevamo capito di essere sotto esame. E ovviamente, aveva capito come ci saremmo sentiti appena avrebbe pronunciato quelle parole. Non avrei fatto il suo gioco, pensai che portarci alla paranoia fosse proprio quello che voleva. Dire che stava scherzando non cambiò niente.
    Ma chi era quell'uomo? Un maggiordomo dalle mani veloci, gli occhi diabolici e la lingua affilata quanto le migliori katane che abbia mai visto. Serrai leggermente la mascella, mentre ignoravo le parole pronunciate da Anteras. Giusto per ricordarci le sue abilità da prestigiatore, appuntò qualcosa con una penna comparsa dal nulla nella sua mano su un taccuino che notai solo in quel momento. Non mi feci stupire, quel giochetto poteva impressionare qualcuno solo la prima volta. Dopo aver chiuso il quadernino degli appunti, rispose alla domanda del mio compagno, con molta meno enfasi di prima. Ovviamente avremmo conosciuto shinobi esperti nello spionaggio e l'uomo con la cicatrice, un certo Auron. Che si fosse scritto qualcosa come promemoria per ricordarsi della domanda di Deveraux? O un appunto sulle nostre reazioni? Oppure un ennesimo gesto compiuto solo per farci riempire di dubbi e preoccupazioni? Avrei fatto meglio a ignorare anche quell'ultima azione.
    In ogni caso, la risposta alla mia domanda fu diretta, senza giochi parole. Avremmo visitato prima l'interno della villa e le stanze assegnateci, per poi passare all'esterno, dove si trovavano la maggior parte dei ninja che ci avrebbe dovuto presentare.

    « Grazie, Anteras »


    Lo seguimmo nelle stanze che avevamo già percorso, per tornare quindi all'ingresso e imboccare la rampa di scale nella quale era scomparsa May un paio di ore prima. Il maggiordomo decise quindi di informarci su quanto era difficile da pulire il pavimento, le impronte delle scarpe erano difficili da mandar via. Ci stava avvertendo che avrebbe potuto sapere dove eravamo passati?
    Inoltre ci domandò se ci ricordavamo come raggiungere lo studio e da dove era arrivata la domestica dopo essere sparita. Non ci pensai a lungo, dopo aver salito le scale era riapparsa dalle aperture sulla destra dell'ingresso, portandoci poi allo studio. Questo voleva dire che le scale non erano l'unico modo di accedere al piano superiore. In ogni caso non risposi al maggiordomo, cercando invece di incrociare lo sguardo di Deveraux, con un'espressione interrogativa. Qual'era il gioco di Anteras?
    La caratteristica principale del piano superiore era il lungo corridoio sul quale si affacciavano diverse porte e qualche passaggio secondario. Mi ricordò casa mia: il corridoio che avevo percorso insieme a Deveraux per discutere dei suoi progetti era molto simile a quello dove ci trovavamo ora.
    Il maggiordomo ci informò che, sfortunatamente, non avevano potuto metterci accanto, quindi io avrei avuto l'ultima stanza sulla parte sinistra del corridoio, mentre Deveraux l'ultima sulla parte destra. Le parole del ragazzo dagli occhi diabolici lasciavano sottintendere qualcosa: per metterci accanto avrebbero dovuto cambiare le porte, per il fatto che eravamo due Yotsuki. Cosa voleva dire?
    Continuò descrivendoci il piano, la posizione e il numero dei bagni, le regole per la notte e la dove si trovava la stanza del Mikawa. Esattamente davanti a quella del mio compagno di clan. Be', per me non ci sarebbe stato problema, non ero il tipo di persona che faceva casino la sera, soprattutto con la presenza di un coprifuoco.
    Ci recammo quindi verso la mia stanza, mentre venivamo informati dell'arredamento di ogni camera. Giunti davanti alla porta scoprimmo che il maggiordomo aveva dimenticato la chiave, dopo averci detto che sarebbe tornato subito scomparve.

    « Ehi Dev, non so te, ma io ho l'impressione che non tornerà molto presto... Controlla la tua stanza, anche se dubito che sarà aperta. »


    Aspettai che il mio compagno provasse ad entrare nella sua camera, mentre ero sempre più convinto di essere davanti ad una prova. Osservai la porta che avevo davanti, senza notare niente di strano. Legno chiaro, con intagli decorativi, un pomello e nessun indizio. Mi girai, controllando le porte dietro di me, che sembravano essere uguali alla mia. Dov'era il trucco?
    Ripensai alle parole di Anteras: "purtroppo tenervi vicini non sarebbe stato possibile in quanto avremmo dovuto cambiare proprio le porte...essendo voi dei Yotsuki!". Qual era il significato di quelle parole? Perchè avrebbero dovuto cambiare le porte essendo noi due Yotsuki? Durante i miei ragionamenti provai a bussare sulla porta e cercai delle fessure sulle quali fare pressione, senza ottenere risultati.
    Cosa avevamo in comune io e Deveraux, due Yotsuki? La nostra abilità di manipolare l'elettricità? Ma cosa c'entrava con il fatto di cambiare le porte? Se quelle porte erano state costruite per rispondere al nostro tipo di chakra il nostro arrivo era stato previsto dal Mikawa.
    Ero in difficoltà. Mi diressi verso il centro del corridoio, in cerca del giovane Yotsuki.

    « Anteras sembra essere sparito, quindi dobbiamo aprire da soli le porte. Sulla mia non ho trovato niente di strano, però stavo ripensando alla frase che ci ha detto prima quella sorta di prestigiatore: non possiamo stare accanto perchè apparteniamo allo stesso clan e avrebbero dovuto cambiare le porte. Cos'è che ci accomuna? La manipolazione elettrica! Non so perchè, ma ho l'impressione che sia questa la chiave, se non hai niente in contrario la mia idea è quella di provare ad aprirle al mio segno con un po' di chakra elettrico. Sei d'accordo? »


    Se Deveraux avesse approvato la mia idea sarei tornato davanti alla porta, appoggiandoci quindi la mano sinistra. Fischiai, per richiamare l'attenzione del mio amico, per poi mostrargli la mano aperta. Avrei chiuso un dito ogni secondo, concludendo con il pollice.
    Appena chiusi a pugno la mano destra impastai del chakra nella mano sinistra, facendolo fuoriuscire sotto forma di armatura elettrica. Mi sarei sentito un idiota se avessi fallito.

    Se compare la scritta sulla porta


    La porta non si aprì, stavo per girarmi verso Deveraux, prendendomi la colpa per quel tentativo stupido, quando successe qualcosa. Davanti ai miei occhi apparve una scritta, l'ennesimo indovinello. Stavano testando le nostre capacità di intuizione e ragionamento? Se fosse stato così non avrei voluto fare brutta figura: ero sempre stato considerato un ninja estremamente talentuoso, volevo dare questa idea anche a chi ci stesse osservando in quel momento.
    Lessi un paio di volte ciò che era comparso sulla porta, dopo aver smesso di impastare chakra nella mano: sembrava essere un metodo di codifica dell'alfabeto basato su una progressione numerica. Una potenza di due? No, il terzo valore non soddisfaceva quella richiesta.

    « Mm, qui è apparso un altro indovinello, da te? Hai qualche idea? »


    Mentre aspettavo la sua risposta provai a fare qualche altra ipotesi sui numeri che mi trovavo davanti. 2, 8, 26, 80... Mi ricordavano qualcosa, ma mi sfuggiva cosa. Non erano la potenza di due, ovviamente nemmeno quella del tre, e non aumentavano di un numero fisso, ne tanto meno diminuivano. Oppure sì? Sorrisi, rendendomi conto di essere arrivato alla soluzione. Osservando i numeri notai che erano potenze del numero tre, diminuite di un'unità. Sembrava tornare.
    Iniziai a sostituire i valori, anche se trovai un paio di problemi nel calcolare l'undicesima potenza di tre. Se avevo fatto bene i miei calcoli il risultato era quattro. Ma quattro cosa? Sussurrai quel numero, ma non successe niente. Provai a ripeterlo a voce un po' più alta: niente. Bussai quattro volte, senza ottenere risultati. Stavo per incidere il numero nel legno quando Deveraux mi disse la sua idea: ruotare il pomello di tanti giri quanti fosse il risultato dell'equazione.

    « Giusto! Proviamoci! »


    Afferrai il pomello, con la mano destra ruotandolo quattro volte in senso orario. Se non avesse funzionato, non avrei proprio saputo che fare. Incidere qualcosa sulla porta avrebbe potuto rovinarla e dubito che il Mikawa l'avrebbe presa bene.
     
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    Enigmi.







    Le parole di Anteras furono taglienti, studiate appositivamente per farci sentire piccoli in confronto al colosso. Tramite "imput" decisi a tavolino il Mikawa poteva controllare le nostre emozioni. Poteva spingerci a lottare con più forza o demoralizzarci .
    La mia determinazione rimase intatta, sicuro che nessuno dei due sarebbe morto per mano diretta di Diogenes. Magari non avremmo resistito all'addestramento ma che vantaggio avrete avuto Oto con la nostra morte?
    Il maggiordomo ci stava sottovalutando, e questo mi faceva irritare. Poteva essere un vantaggio ma essere trattato come un bambino era troppo per i miei gusti.
    Quando disse che stava scherzando strinsi i pugni. Pensava che gli avremmo creduto?

    Un taccuino comparii tra le mani di Anteras. Dopo averlo aperto iniziò a scrivere su esso. Ero dietro di lui, senza possibilità di leggere cosa stesse scrivendo. In quelle condizioni analizzai il tempo trascorso e la velocità della sua mano.
    Non fui ossessionato dalla curiosità, non potevo cadere nella paranoia. Forse voleva questo Anteras, spingerci a farci domande in maniera ossessiva.
    Dopo aver richiuso il taccuino fece il nome di un certo Auron, che doveva essere quell'uomo con la cicatrice sull'occhio.

    Senza proferir parola iniziai a seguire il maggiordomo. Ci stavamo dirigendo verso le camere, luogo dove avremmo trascorso i momenti più felici di quel soggiorno in casa Mikawa.
    Attraversando le due stanze già visitate iniziammo a salire su una lunga scalinata. Questa volta non persi tempo nell'osservare le meraviglie contenute in quella dimora. La mia mente era altrove.
    Cercavo di ricordarmi la posizione delle stanze e i vari modi per arrivarci.

    CITAZIONE
    " Questi pavimenti sono pessimi per la pulizie; le impronte delle scarpe sono una cosa che odio profondamente! Piuttosto, ricordate come avete raggiunto lo studio? Inoltre da dove era arrivata May quando vi è venuta a chiamare dopo le ore di attesa? "

    Iniziai ad odiare seriamente quelle domande. Mi voltai verso Daisuke, intercettando il suo sguardo perplesso.
    Tralasciando la prima frase, che poteva essere analizzata in molti modi, quelle due domande facevano parte di un altro test.
    Se il taccuino fosse ricomparso avremmo avuto la certezza che quel ragazzo si stesse segnando tutte le nostre risposte.
    Il suo comportamento poteva avere lo scopo di indurci a credere di poter riuscire a controllare facilmente la situazione.
    Nonostante i miei dubbi, mi limitai a rispondere con un secco:
    - Certo. -
    Difficilmente avrebbe insistito per avere le risposte. In quel caso mi sarei sentito come un alunno che viene interrogato da un professore.
    Raggiunta la cima della scalinata ci trovammo su un lungo corridoio, percorribile orizzontalmente. Era simile a quello che avevo percorso a casa di Daisuke.
    Vi erano numerose porte, ciascuna per ogni stanza da letto.
    Anteras prese parola, informandoci che per alcuni motivi le nostre camere erano state posizionate agli estremi del piano. L'essere Yotsuki era un problema? Sembrava di si, ma non capii il perchè.
    Ignorando questo fatto, di cui avrei parlato successivamente con Daisuke, il maggiordomo mi fece sapere che avevo la stanza di Diogenes di fronte alla mia. Non avrei dovuto far rumore la notte.
    Altra cosa importante: tre bagni erano presenti nel piano, uno dei quali era riservato a quattro tizi che dovevamo ancora conoscere. Il Mikawa ci regalava tutto il lusso possibile, dovevo riconoscerglielo: un letto matrimoniale, scrivania... erano delle signor camere.
    Dopo aver annuito ci avvicinammo alla stanza di Daisuke... ma lì accadde un fatto strano: Anteras non aveva le chiavi.
    Per un attimo non pensai ad un test.
    Mi avvicinai rapidamente al mio ingresso, come aveva ordinato il maggiordomo e dopo aver provato a girare la manopola in entrambi i versi mi resi conto dell'inganno. Anteras sapeva che era chiusa.
    Mi voltai ma vidi solamente Daisuke. Il maggiordomo era sparito al piano di sotto e il mio compagno aveva già capito tutto.

    CITAZIONE
    « Ehi Dev, non so te, ma io ho l'impressione che non tornerà molto presto... Controlla la tua stanza, anche se dubito che sarà aperta. »

    Sbuffai, senza badare al rumore prodotto.

    - Chiusa... vedo se c'è qualcosa ... - Diedi un approfondita occhiata alla porta e ai margini della stessa. Tutto sembrava perfetto.
    Feci scorrere la mia mano sulla superficie liscia e lucida del legno allo scopo di individuare qualsiasi piccola crepa. Qualcuno poteva aver scritto in caratteri minuscoli come aprire la porta.
    Agli angoli e sulla maniglia non vi era nulla che mi lasciasse pensare ad un meccanismo.
    Sfondare la porta? Potevo riuscirci ma non era questo ciò che dovevamo fare. Il Jonin non lasciava mai nulla al caso da come avevo potuto capire con i pochi minuti di conversazione avuti con lui.
    Anteras doveva averci lasciato un indizio, un qualcosa che ci avrebbe condotto alla soluzione dell'enigma.
    Una frase senza senso pronunciata dal maggiordomo era quella sugli Yotsuki. Perchè avrebbero dovuto cambiare le porte se io e Daisuke eravamo "vicini di stanza"?
    Daisuke prese parola, proponendomi di provare ad utilizzare il chakra elettrico sulla superficie della porta.
    Annuii, sorridendo.
    Aveva ragione, anche se qualcosa mi diceva che non era quella la soluzione al problema.
    In ogni caso era una valida idea.
    - Giusto, se stavamo accanto potevamo farci visita con il semplice utilizzo della manipolazione elettrica. Il Jonin ha voluto posizionarci il più lontano possibile. Posizionai i palmi sul legno.
    - Le camere sono personali, gli altri probabilmente sfrutteranno le loro abilità per entrare. In questo caso nessuno può entrare nella camera dell'altro. Tranne noi due. L'unica coimplicanza sarebbe stata solo la distanza.

    Con una semplicità inaudita, e dopo il fischio del mio compagno che fece il conto alla rovescia con la sua mano destra, attivai l'innata. Con naturalezza posizionai il chakra elettrico sui palmi, eccitando il legno che come proprietà aveva quella di essere un buon isolante.

    [ Se il tentativo va a buon fine ]

    La mia espressione sarebbe cambiata in un istante. Alla vista dell'equazione mi sarei messo le mani sui capelli. Diogenes aveva beccato il mio punto debole: la matematica sposata con le lettere.
    Posizionai la mano destra sul mento, con l'innata già disattivata.
    Sopra la formula vi erano tre imposizioni: A,N,B e R erano già state fissate.
    Sotto appariva l'uguaglianza con il punto interrogativo ma le lettere contenute in quel "periodo" erano diverse da quelle sopra.
    Non potevo disperarmi così facilmente.
    Cacchio! Fino a qualche minuto prima ero l'uomo più determinato del mondo. Ridevo in faccia al Mikawa e ora davanti alla formula non potevo farmi vedere titubante.
    E se il Mikawa ci stesse osservando?
    Posta quella domanda trovai la forza di reagire. Doveva vedermi come un uragano pronto a distruggere qualsiasi cosa fosse sotto ai miei piedi.
    Schiantai le mani sulla porta, con il viso a qualche centimetro da essa.

    CITAZIONE
    « Mm, qui è apparso un altro indovinello, da te? Hai qualche idea? »

    - Anche! Idee? Forse una ce l'avevo.
    - La soluzione è quel punto interrogativo, se da te c'è... dobbiamo trovare una codifica che non contraddica le imposizioni fatte da Diogenes - E la trovai.
    Ogni lettera aveva il suo rispettivo numero, crescente allo scorrere dell'alfabeto.
    A uguale 1, B uguale 2.
    Alla lettera N, a cui toccava il numero 14, il Mikawa aveva fissato il numero 1.
    E ora? A O dovevo dare il numero 2 o 15,oppure 14?
    La disperazione prese il sopravvento. Non potevo rispondere a quella domanda. Diedi uno sguardo a Daisuke, sperando di trovare al suo posto la porta della sua stanza aperta.
    In quel caso lo avrei obbligato ad aiutarmi. Eravamo un team, e i compagni si aiutano a vicenda.
    Invece il mio sogno crollò come un castello di sabbia. Daisuke era ancora lì, di fronte all'entrata della sua camera da letto.
    Continuai il lavoro, regalando numeri alle lettere dell'alfabeto.
    Conclusi i miei calcoli: avevo tre possibili soluzioni ovvero -4,-14 e -15, a seconda di come avrei proseguito nell'assegnare le cifre dopo la N.
    Terminata la mia funzione di "calcolatrice" udii Daisuke mormorare qualcosa. Qualche istante dopo la sua voce si fece più intensa.
    Quattro? Che stesse comunicando il suo risultato?
    Dissi anche io le tre cifre ma quando vidi la maniglia, che si muoveva sia a destra che a sinistra, visto che l'avevo già provata, ebbi un illuminazione.
    Tanti giri quanto fosse il risultato. Il meno? Non sarebbe stato un problema, infatti avrei scelto come negativo il senso antiorario.
    Ero felice, perchè ero sicuro che quella era la soluzione che stavamo cercando.

    - Tanti giri della maniglia quanto è il tuo risultato. Se è un numero positivo prova a girare la maniglia in senso orario. - Sorrisi spavaldo.
    - Se non va, prova nel senso antiorario tenendo conto dei giri già fatti. -

    Così feci. Avrei tentato tutti e tre i casi. Se la porta non si fosse aperta avrei provato nel senso orario tenendo conto dei giri già fatti.







     
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    "Oh, peccato...dovreste rispondere alle mie domande..."

    Disse Anteras con il tono di un maestro deluso dai propri alunni. Quei quesiti erano importanti...non rispondere avrebbe suggerito un chiaro segno di debolezza, la volontà di non rischiare, di non accettare l'ovvio...e questo non era un comportamento da chunin.

    :::

    L'esperienza delle camere fu ben approcciata dai due Yotsuki...ed infatti entrambe due porte si aprirono! Il rumore di passi salire le scale anticipò l'arrivo di Anteras che con il suo solito modo di fare irruppe nella scena:

    " Ognuno di voi due ha avuto buone intuizioni: Daisuke tu hai capito che il chakra elettrico era la chiave per far apparire l'enigma mentre tu, Deveraux, hai captato il vero significato della presenza di questa tipologia di maniglie. Il gioco di numeri e lettere, poi, ha semplicemente dimostrato che avete sempre fatto i vostri compitini in accademia.
    Avete dieci minuti per prendere confidenza con il vostro ambiente ed essere operativi; negli armadi sono presenti due completi per gli allenamenti, inoltre troverete dei costumi sui vostri letti...indossateli sotto i vostri vestiti. "


    Le parole di Ateras, come sempre lasciavano molti interrogativi nelle menti dei suoi interlocutori. Come aveva fatto a sentire i discorsi tra i due Yotsuki? E poi un costume?! Cosa diavolo aveva in mente?
    In ogni caso, dopo esattamente dieci minuti il maggiordomo avrebbe iniziato a scendere le scale, presumibilmente accompagnato dai due genin. Proprio in quel momento una delle porte antistanti le scale si aprì e un uomo dai bianchi capelli, vestito di un largo kimono bianco con un mano un grosso tomo ingiallito comparve alla vista dei tre.

    " Ecco i due Yotsuki. Io sono Ukitake ed è per me un piacere vedere due volti così giovani e genuini in questa casa. Vi siete già ambientati? "

    " Andiamo al lago. Ci accompagni?"

    " Si, penso che leggerò un libro sotto gli alti pini. L'aria fresca aiuterà di certo a memorizzare questi termini; è proprio vero, non sono più uno studentello."

    Il quartetto sarebbe uscito dall'abitazione eseguendo il cammino minimo e sarebbero sbucati all'esterno attraverso il portone principale, quello dal quale erano entrati poche ore prima. Ovviamente Anteras non avrebbe lasciato che il silenzio predominasse per più di un minuto durante la camminata.

    " Vorrei che faceste una cosa. Dovete scoprire quale è il campo di specializzazione del maggior numero di persone che incontrerete. Potrete fare al massimo una domanda ad ogni persona ma è preferibile che riusciate a capire in quale branca del sapere ninja i vari soggetti si possano essere specializzati analizzandone i semplici movimenti e più in generale il loro comportamento. In ogni caso domande esplicite o fuori contesto non verranno da me valutate positivamente. Ecco, iniziamo proprio da Ukitake..."

    " Ahahahaha ma io sono un facilotto! "

    E avrebbe prontamente coperto la copertina del suo libro, il quale avrebbe presumibilmente smascherato la vera identità del ninja!

    :::

    Gli schiamazzi si sentivano da molto lontano. Un clima di festa e giochi caratterizzava quella zona del lago. Una quindicina di persone erano lì riunite, tutte in costume, chi allungato sul prato, chi in acqua, chi in piedi a chiacchierare...si stava cucinando della carne sulla griglia e oltre le X bottiglie di superalcolici sparse sull'erba su un tavolino vi erano altre cibarie. Se non fosse stato per i fisici statuari della maggior parte dei lì presenti si poteva dire che quella era una comunissima festa estiva! O almeno fin ad allora...

    jpg

    " Eccovi finalmente! Ma quanto tempo avete fatto penare sti poveretti!? E spogliatevi che voglio vedere i vostri bei corpi! Posa quel libro Ukitatke...oggi non è il momento per questi libri pesanti!"

    Una giovane ed attraente ragazza aveva accolto il quartetto. Era leggermente sebbene il luccichio dei suoi occhi che lo faceva comprendere passavano in secondo piano di fronte al prosperoso seno che sfoggiava!

    " Matsumoto ma quanto hai bevuto? "

    " Dai via queste magliette! Molti già sono in acqua...i giochi sono iniziati!"

    " Io resterò qui; baderò alla carne. "

    " Io penso farò compagnia ad Anteras."

    " Vecchi! Vecchi nell'animo! Venite ragazzi, lasciate stare questi morti, ci perdiamo il divertimento! E' iniziato il ruba bandiera! "

    Aveva davvero detto ruba bandiera? Si, in effetti sul centro del lago la disposizione delle persone era quella tipica del noto gioco. Due squadre da quattro elementi erano separate da X metri d'acqua; al centro dei due gruppi un anziano signore che portava un buffo costume a righe vere e marrone faceva lo sbandieratore. Ovviamente, tutti stavano usando il chakra repulsivo per camminare sullo specchio d'acqua.

    " Daisuke, giusto? Tu vai di la, mentre Deveraux(?) tu starai con me! Non c'è tempo per tutte le presentazioni; siete i numeri 4!"

    " Signori e signore, vince chi riporta nella propria postazione il tovagliolo senza farsi toccare dal suo rivale! La sfida è alla meglio di tre su cinque! Vi ricordo che il gruppo vincente avrà un vantaggio nella seconda prova! Non sono ammassi colpi diretti o azioni eccessivamente sleali! Pronti?! Numeri....X!"

    Le due kunoichi che corrispondevano al numero chiamato si mossero con velocità strabiliante (Blu + 2 tacche). Una era una bambina di circa nove anni mentre l'altra era una ragazza in procinto dei diciotto. Arrivarono praticamente in contemporanea di fronte il fazzoletto azzurro e da lì iniziò un rapidissimo scambio di finte...era difficile comprendere perfettamente ogni singola mossa per i due Yotsuki. D'un tratto la bimba dai capelli rosa afferrò il fazzoletto; il braccio della sfidante si mosse rapido alla ricerca della spalla destra della ragazza che, con un guizzo ancor più rapido si accovacciò a terra e compiendo un' agilissima capriola all'indietro prese a correre in direzione della sua postazione! Intanto urla e schiamazzi da entrambi i lati incitavano le due contendenti che non si stavano affatto risparmiando per la conquista del proprio punto. Ormai la ragazzina era quasi arrivata dalla sua postazione quando la seconda ragazza sparì alla vista dei presenti per ricomparire proprio a contatto della sua rivale. Il dito della sua mano destra poggiava sulla stessa spalla puntata in precedenza.

    " Non vale Soifon! Hai usato una tecnica! "

    " Non mi sembrava essere vietato, vero Tanaka? "

    " Uffaaaaaa!!!! "

    " Bene! 1-0 per il gruppo di Matsumoto! Tutti ai vostri posti! Numeri....X!"

    I due contendenti, questa volta, erano molto diversi nell'aspetto: il membro del team di Daisuke era un giovane uomo, i lunghi capelli ed il volto pallido; fisicamente non era molto grosso e portava degli strani puntini sulla fronte. Il compagno di Deveraux, invece, era un vero gorilla di montagna, alto oltre i due metri e muscoloso come nessun altro ninja di Oto e probabilmente di ogni altro paese. I suoi tratti erano animaleschi e le sue mani enormi e callose, tuttavia nei suoi occhi parzialmente coperti dalla scompigliata acconciatura era possibile intravedere solo ingenuità e giocosità. In ogni caso il grosso uomo si mosse rapido almeno quanto le due ragazze di poco prima e in un istante bruciò a quattro zampe la distanza che lo sperava dalla stoffa colorata...d'altro canto il mistico shinobi avanzava con passo calmo. Poi accadde l'inverosimile; l'energumeno che stava per prendere il fazzoletto avvicinò il naso a quest'ultimo e, dopo qualche secondo di ispezione, afferrò il vuoto...il genjutsu si spezzò e l'inganno venne svelto. Il ninja dal flemmatico aspetto aveva cercato di ingannare tutti scostando la reale posizione dell'oggetto di quasi un metro! Il giochetto tuttavia non ingannò l'acuto senso dell'omone che mediante un poderoso balzo ritorno in postazione accolto dagli applausi dei suoi compagni! L'altro ninja, invece, fu deriso dalle parole di un compagno palesemente ubriaco.

    " Battutto da una scimmia parlante! Sei PATETICO Muroga! "

    " E' evidente che le illusioni non fanno proprio per me. Ma ho bevuto troppo e di correre proprio non mi andava! ahahaha"

    " Ashiro vince! Ashiro vince! "

    Matsumoto era super esaltata ed era saltata in braccio ad Ashiro il quale continuava a dimenarsi ed urlare per aver vinto la prova. Il team di Deveraux era ora sul 2-0...un altro scontro avrebbe potuto sancire il vincitore! Non a caso quel momento delicato fu affidato proprio ai due genin...

    " Numeri...quattro!!!"

    Quello che sarebbe accaduto di seguito sarebbe dipeso totalmente dai due ragazzi.



    CITAZIONE
    OT/ Si continua all'aperto! Inizia il "match" Roronoa perchè il suo pg è in leggero vantaggio sul taccuino di Anteras :guru: Rispondente alla domande...sarete avvantaggiati. Due round a testa. /OT

    Edit: 4 X!



    Edited by DioGeNe - 29/10/2012, 08:56
     
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    Rubabandiera - La forza nascosta di Deveraux.







    Senza attendere oltre, scusandomi per quella risposta sciocca, avrei preso parola:
    E' arrivata da destra, seconda apertura se non sbaglio. Effettivamente non ricordavo bene.

    Abbiamo raggiunto lo studio passando per una specie di museo. Appena entrati nel museo, subito a sinistra.





    [Dopo aver agito sulla maniglia]

    Qualcosa di metallico scattò dietro alla maniglia. Ce l'avevamo fatta, avevamo superato la prima prova.
    La porta della mia camera si aprii.
    - Evvaiiii! - Esultai come un bambino, disattivando l'innata, mentre dei passi anticipavano l'arrivo di Anteras.
    Con il suo solito sguardo indecifrabile egli prese parola, facendoci i complimenti per le buoni intuizioni avute.
    Come era riuscito a udire i nostri ragionamenti? Quella domanda non ebbe risposta, e sinceramente non mi sforzai nemmeno per trovarla.
    L'importante era superare tutte le sue prove.
    Avevamo 10 minuti per prepararci.

    Senza perdere tempo chiusi la porta alle mie spalle. La camera era enorme. Sopra il letto, già sistemato per la notte, trovai il costume menzionato da Anteras. In due minuti avevo già concluso i preparativi.
    I controlli doverosi della stanza li rinviai alla sera.
    Intanto, senza stare con le mani in mano, ne approfittai per andare in bagno.
    Non potevo rischiare di avere lo stimolo nel bel mezzo di un test.
    - Vado un attimo in bagno... dov'è di preciso? Il più vicino andrà bene... - avrei domandato al maggiordomo.

    A circa 3 minuti dallo scadere dei 10 concessi mi posizionai al fianco di Anteras, attendendo l'arrivo di Daisuke. (nel caso non fosse già lì)
    Senza nemmeno controllare l'orologio, allo scoccare dell'ultimo minuto, la nostra guida iniziò a scendere le scale. Prima di eseguire il primo passo verso il piano inferiore una nuova figura fece la sua comparsa.
    Dalla porta di fronte alle scale sbucò un uomo dai capelli bianchi. Era adulto, molto più grande del sottoscritto. Indossava un lungo kimono bianco, simile a quello che aveva Vergil Hyuga nella città abbandonata.
    Sulla mano destra aveva un grande libro. L'unico dettaglio che riuscii ad intravedere furono le pagine ingiallite dal tempo.

    CITAZIONE
    " Ecco i due Yotsuki. Io sono Ukitake ed è per me un piacere vedere due volti così giovani e genuini in questa casa. Vi siete già ambientati? "

    - Deveraux Yotsuki - Eseguii un leggero inchino.
    - Si, perfettamente ambientato - Sorrisi, per poi spostare il mio sguardo, quasi da sfida, verso il maggiordomo.
    Quest' ultima frase aveva un "sapore particolare" che i presenti avrebbero sicuramente colto.

    Captato o no il messaggio nella risposta per Ukitake, Anteras chiese all'uomo di aggiungersi per andare al lago tutti insieme.
    Finalmente potevamo conoscere i famosi coinquilini di Villa Mikawa. Ne fui entusiasta.

    Seguimmo il maggiordomo che ci fece strada verso l'esterno dell'edificio.
    Se pensavo che quei momenti sarebbero stati impiegati per pensare, mi sbagliai di grosso. Anteras non rimase mai in silenzio, anzi... ci diede un altro compito: scoprire il campo di specializzazione del maggior numero di ninja che avremmo incontrato da lì a poco.
    Quella sfida risvegliò il mio animo.
    Ukitake fu il nostro primo banco di prova.
    Quando Anteras propose l'uomo come primo obiettivo posai il mio sguardo su di lui.
    Rapidamente la nuova figura coprii la copertina del tomo che aveva sulla sua mano.

    Trascorso mezzo minuto avevo già una possibile risposta.
    Il suo corpo era privo di muscoli.
    Il mondo ninja è pieno di sorprese, ma nonostante questo esclusi che fosse un ninja d'assalto o adatto per combattimenti in prima linea.
    In confronto al Mikawa era solo pelle ed ossa, come Anteras del resto. Portai il pollice della mano destra in prossimità delle labbra.

    Ad un tratto ebbi un illuminazione. Ci stavamo dirigendo verso il lago, luogo dove alcuni suoi coinquilini stavano festeggiando. Perchè allora Ukitake passava il suo tempo libero a studiare?
    Forse non andava d'accordo con gli altri, oppure, quella lettura faceva parte del suo lavoro.
    Prima di fare danni presi un po' di tempo, nascondendo l'entusiasmo che cresceva a dismisura. Dopo essermi avvicinato a Daisuke, mio compagno di team, bisbigliai in prossimità del suo orecchio.
    - Dal suo fisico deduco che la sua specialità non è combattere, probabilmente è una sorta di esploratore, un uomo che si introduce in luoghi da colpire- Guardai Anteras, per poi fissare Ukitake.
    Ero sicuro che stessero ascoltando tutto.

    - Nonostante la festa al lago... quando siamo arrivati sentivamo degli schiamazzi ricordi? Lui deve studiare... o non va d'accordo con gli altri oppure si sta preparando per qualcosa... guardalo, il classico tipo che raccoglie informazioni su obiettivi da eliminare. Una sorta di infiltrato... mmh..- Non parlavo con la solita "saccenza" di chi pensa di sapere tutto. Ero quasi sicuro che avremmo sbagliato, ma valeva tentare.
    Eravamo dei semplici Genin.
    - Un ninja specializzato nella lotta si allena con pesi e simulazioni... non è determinante per lui fissare termini nella sua mente. - Per non dilungarmi troppo conclusi con una domanda da fare:
    - Per me questa è la domanda da fare... poi decidi tu. Se non te la senti ci penso io, per me non è un problema. - Appoggiai la mano destra sulla spalla di Daisuke.
    - Devi studiare quei termini per un dovere o per svago? - Nel caso il ragazzo avesse scelto quella domanda avrei sperato che la risposta non fosse stata "svago", altrimenti molte delle mie ipotesi sarebbero cadute.

    [...]

    Nel giardino di Villa Mikawa aleggiava un odore di carne cotta alla griglia che mandò in estasi il mio olfatto.
    In prossimità del lago c'era moltissima gente, più di quanto credessi.
    Alcuni erano in acqua, altri chiacchieravano... i restanti se ne stavano sdraiati sul perfetto manto erboso.
    Oltre alle pietanze, a cui avevo già puntato, notai l'enorme quantità di superalcolici a disposizione dei presenti. Oltre trenta bottiglie ...
    png
    alcune delle quali già private del loro contenuto.
    Era un vero e proprio party estivo. Con il mio abito ero leggermente fuori luogo, impresentabile per certi versi, ma fortunatamente avevo un costume anche io.

    Fummo subito accolti da una donna ubriaca.

    CITAZIONE
    " Eccovi finalmente! Ma quanto tempo avete fatto penare sti poveretti!? E spogliatevi che voglio vedere i vostri bei corpi! Posa quel libro Ukitake...oggi non è il momento per questi libri pesanti!"

    Sfoggiava il seno più grande mai visto in vita mia. I miei venti anni si fecero sentire. Spostai le pupille verso l'alto con la forza.
    Dopo un breve scambio di battute tra la donna e i due, Anteras e Ukitake, fummo "scaraventati" nel lago, dove si sarebbe tenuto il ruba bandiera.
    Quello specchio d'acqua era stato trasformato in un arena, con due squadre da quattro pronte a darsi battaglia.
    Dai loro sguardi, seri e concentrati, capii che prendevano seriamente quella sfida.
    Mi tolsi rapidamente i vestiti, rimanendo in costume.
    Rispetto a Daisuke i miei muscoli erano "timidi".

    CITAZIONE
    " Daisuke, giusto? Tu vai di la, mentre Deveraux(?) tu starai con me! Non c'è tempo per tutte le presentazioni; siete i numeri 4!"

    Quella donna conosceva i nostri nomi. Non ne fui sorpreso.
    Mi gettai in acqua, per velocizzare il processo di adattamento. L'acqua era gelida, molto gelida. Tranne me e Daisuke, i restanti sei erano sulla superficie del lago, compreso il vecchio che svolgeva il ruolo di sbandieratore.
    Al fianco della donna la mia mente aveva già dimenticato quanto intravisto prima. Era già avanti, nel futuro.
    Mentre il vecchio spiegava le regole del gioco il mio Tantien si mise a lavoro. [Tecnica Base - Attivazione Manipolazione Elettrica]
    L'ambiente si caricò di energia.
    Lanciai uno sguardo ad Anteras per vedere chi dei presenti fosse al suo fianco. Nonostante non mi sentissi osservato, sapevo che qualcuno mi stava analizzando molto attentamente. Forse la donna stessa.
    Quando vennero chiamati i primi due contendenti, i numeri due, i miei occhi assaggiarono le prodezze delle due ragazze. La più piccola, che poi perse, si muoveva con agilità. Era più veloce di me!
    Non potevo fallire, dovevo portare la mia squadra alla vittoria. Il mio cervello stava già elaborando strategie d'attacco.
    Io e Daisuke eravamo i numeri quattro, ergo la sfida sarebbe stata tra me e lui.
    Mi leccai i baffi. Dovevo essere pronto.

    Decisi di non attivare il jutsu Folgorazione, il jutsu base del mio stile. Avevo bisogno di tutta la forza possibile.
    Nel nuoto la velocità delle braccia non è fondamentale... è la forza che gli arti superiori esercitano sull' acqua a determinare la velocità di spostamento nel fluido.
    Mentre osservavo, con la dovuta attenzione, lo scontro tra il gigante e l'illusionista provai ad utilizzare il chakra per portarmi in superficie. Nel caso ci fossi riuscito avrei sicuramente vinto, ma purtroppo fui costretto a scendere dal piedistallo.
    Avrei nuotato, come Daisuke. Era giusto così.
    La mia squadra era sul 2 a 0. Il gigante omone aveva vinto. La donna era tra le sue braccia, noncurante di cosa poteva fuoriuscire dalla parte superiore del suo costume. Cercai di intravedere qualcosa, approfittando della sua felicità? No.
    Ero concentratissimo... braccia leggermente in avanti, occhi su Daisuke e orecchie orientate verso il vecchio. Nel mio mondo eravamo io, Daisuke e l'oggetto da prendere.
    Primo obiettivo: raggiungere il fazzoletto prima del mio compagno.


    CITAZIONE
    " Numeri...quattro!!!"

    Iniziai a nuotare come un ossesso, pensando alla presenza di uno squalo dietro di me. Dovevo vincere a tutti i costi.
    Forza e coordinazione braccia-gambe... dovevo badare solo a questo.
    Partivamo tutti e due da 9 metri dal fazzoletto; dovevo raggiungerlo molto prima di lui, così da tentare la fuga.
    Avevo un modo per farcela. Avrei stupito tutti i presenti.
    Con le braccia che fuoriuscivano dal liquido con la stessa frequenza i presenti avrebbero notato facilmente come la pelle degli arti superiori era diventata squamosa e verde, risultato dell'attivazione del jutsu "Pelle di Serpente".
    Alcuni avrebbero riso, definendo quella mossa stupida, ma non lo era affatto. Quella pelle squamosa aveva due vantaggi: non aumentava la "resistenza" dell'acqua al moto del mio corpo ( nei migliore dei casi la diminuiva) e mi donava una forza superiore al normale. [ Tecnica Avanzata - Pelle di Serpente] [ Forza: 475 -> 525 ]
    Mentre nuotavo al massimo delle mie capacità ero concentrato ad eseguire bene il movimento dello stile che stavo adottando.(il moderno stile libero)
    Le braccia, una volta all'interno dell'acqua, avrebbero spinto il mio corpo in avanti, spostando indietro il fluido. ( e non sotto! )
    Percorsi i primi 5 metri, al momento della respirazione avrei portato il capo maggiormente fuori dall'acqua. Con quell'azione avrei perso velocità ma solo cosi potevo vedere Daisuke. Non potevo escludere l'utilizzo di una sua tecnica, ma nel caso avessi visto le sue mani unirsi per formare dei sigilli avrei cercato di bruciare quei pochi metri rimasti il più velocemente possibile. Non poteva utilizzare ninjutsu potenti.
    Mantenendo lo stile di nuoto inalterato, una volta raggiunti i quattro metri di distanza dal fazzoletto, avrei utilizzato due Bassi di chakra. Dal Tantien il flusso di chakra si sarebbe diviso in parte uguali sui due arti superiori, andando ad agire sui bicipiti e sui tricipiti.
    Con entrambe le braccia distese in avanti, all'interno del fluido, avrei sfruttato quell'enorme energia racchiusa nei miei muscoli per spingermi in avanti con più forza possibile.[Forza: 525 -> 600]
    Con quell'enorme spinta mi sentii un missile.

    Una volta giunto davanti al fazzoletto avrei esaminato la situazione:

    - Se Daisuke fosse a circa 3 metri ( o più ) dal sottoscritto, probabilmente ancora intento a nuotare, avrei preso il fazzoletto e sarei fuggito verso la mia squadra al massimo delle mie capacità. Avrei azzardato quella mossa, anche se rischiosa.

    - Se la distanza tra noi due fosse stata inferiore a 3 metri lo avrei atteso, prendendo un piccolo vantaggio. Mi sarei posizionato con il busto rivolto verso il vecchio. Appena il mio compagno sarebbe giunto dinanzi al fazzoletto avrei eseguito una semplice finta, portando il braccio destro ad "abbracciare" l'oggetto bianco. [Fintare Migliorato - Slot Gratuito]
    La mia mano sarebbe passata vicino ad esso, dando l'impressione di volerlo afferrare.
    Significato di tale finta? Chiudevo le vie, negando a Daisuke la visione del fazzoletto.
    La mano sinistra sarebbe stata posizionata vicino al busto, con il palmo rivolto verso il mio "avversario".

    In ogni caso avrei dato tutto! Dovevo vincere a tutti i costi!








    Status




    Vitalità


    Chakra


    Forza: 475
    Velocità: 400
    Riflessi: 400
    Resistenza: 400

    Agilità: 400
    Precisione: 400
    Senjutsu: 400
    Concentrazione: 400

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuito

    1° Slot Difesa:
    2° Slot Difesa:


    1° Slot Azione:
    2° Slot Azione:


    Slot Tecnica Base: Attivazione Manipolazione Elettrica
    Slot Tecnica Avanzata: Pelle di Serpente
    Finta.

    Appunti




    Conoscenze Utilizzate



    Pelle di Serpente
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce)
    L'utilizzatore può ricoprire gli arti superiori o gli arti inferiori di uno strato squamoso. La forza e resistenza verranno incrementate di 2 tacche ognuno; i danni senz'arma saranno considerati a taglio anziché contusione
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: Basso)
    [Da studente in su]



    Edited by Roronoa™ - 27/10/2012, 14:09
     
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  14. ~ Marcø
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    Confronto






    Anteras pretese che rispondessimo alle sue domande in modo esplicito. Non fu un problema, ricordavo bene i dettagli da lui richiesti. May, dopo essere scomparsa passando per le scale, era riapparsa dalla seconda apertura sul lato destro dell'ingresso. Avevo passato quasi due ore ad osservare quella stanza.
    Per arrivare in biblioteca la avevamo seguita attraverso la stanza dove avevo notato quella specie di armatura del ninja di Oto, oltre al resto del suo equipaggiamento. Avrei dato il tempo a Deveraux di pensare ai dettagli e rispondere. Non volevo anticiparlo, levandogli la possibilità di ragionare sulla richiesta dello strano maggiordomo.
    Il mio compagno rispose ad entrambe le domande correttamente, quindi non feci altro che annuire con la testa, compiacendomi del fatto che entrambi avessimo una buona memoria.

    [...]


    Quando feci compiere il quarto giro al pomello della porta, questa si aprì. Sorrisi, pensando a come, collaborando, eravamo riusciti a risolvere quella piccola prova. Era già un passo avanti. Invece di entrare subito, tesi l'orecchio, mi era sembrato di sentire un rumore di passi provenire dalle scale. E infatti, vidi Anteras raggiungerci, come se niente fosse.
    Rimasi leggermente stupito quando il maggiordomo sembrò congratularsi con noi, per le intuizioni che ci avevano portato alla soluzione dell'enigma, e ci concesse una decina di minuti per sistemarci nelle stanze e indossare un costume. Nessun problema, avrei eseguito gli ordini alla lettera. Entrai nella stanza, chiudendo la porta dietro di me e pensando alle parole dell'uomo dagli occhi demoniaci. Sapeva esattamente ciò che io e Deveraux avevamo detto o fatto. Mi concessi un minuto di riposo sul letto, dopo aver poggiato il libro sulla storia del nostra clan sulla scrivania. Feci il punto della situazione: l'allenamento con il Mikawa si sarebbe svolto il giorno successivo, oggi avremmo fanno nuove conoscenze e avremmo visitato la casa, dopo aver indossato il costume che si trovava accanto a me. Alzandomi, comincia a spogliarmi, per compiere gli ordini del maggiordomo. Indossai il semplice slip, mi vestii e raggiunsi il maggiordomo nel corridoio con un paio di minuti di anticipo sul limite che ci era stato imposto, pronto a seguirlo. Con lo sguardo cercai Deveraux, quindi feci un cenno con la testa per sapere se tutto andava bene.
    Stavamo per iniziare a scendere le scale, quando una porta si aprì, lasciandoci vedere uno degli occupanti di villa Mikawa. Si trattava di un uomo dai capelli bianchi come i miei, ma ben più lunghi, e un tomo ingiallito fra le mani. Appena aprì bocca capii che tutti, probabilmente, erano stati informati della nostra presenza. L'uomo si presentò come Ukitake, un nome che avevamo sentito quanto Anteras ci aveva informati della disposizione dei bagni, e ci chiese se ci eravamo ambientati. Per quello che avevamo visto, sì, ma non ero sicuro che a fine giornata sarei stato della stessa opinione.

    « Io sono Daisuke Yotsuki, piacere di conoscerLa. Sì, per ora mi sono ambientato bene, grazie »


    Ebbi una buona impressione di quell'uomo, sembrava gentile, e le sue parole, a differenza di quelle di Anteras, non sembravano nascondere doppi fini. Dallo scambio di battute fra i due sottoposti del jonin capii che la nostra destinazione sarebbe stata il lago dove, al nostro arrivo, avevamo visto delle persone divertirsi e festeggiare. Probabilmente era lì che avremmo conosciuto gran parte dei ninja che abitavano in quell'enorme edificio.
    Scendemmo le scale e uscimmo dal portone, mentre il nostro sorvegliante ci affidava un nuovo compito: dai comportamenti e dalle parole delle persone che avremmo conosciuto dovevamo dedurre il campo di specializzazione di ogni ninja, ci era concessa una sola domanda a persona. Ovviamente, anche le domande che potevamo fare avevano dei limiti, l'avrei capito anche se Anteras non l'avesse detto. Ukitake ci avrebbe fatto da cavia. Lo osservai, cercando immediatamente di leggere il titolo del libro che stringeva fra le mani e che prontamente coprì. Non sarebbe stato facile.
    Squadrai l'uomo dai capelli bianchi: non mi sembrava molto muscoloso e non sembrava avere l'atteggiamento di un guerriero, anche se a volte le apparenze ingannano. Aveva detto che sarebbe venuto con noi, per leggere all'aria aperta e "memorizzare dei termini". Mi sarebbe sembrato strano per un esperto del corpo a corpo l'uso di quelle parole. Pensai che magari desiderava solo acculturarsi, ma esclusi le specializzazioni che riguardavano il combattimento. Che fosse un dottore? Oppure poteva essere uno di quei ninja che si occupano dei cadaveri. Erano questi i due campi di applicazione della medicina che conoscevo.
    Deveraux si avvicinò a me, per parlarmi nell'orecchio, un gesto che non mi piacque tanto, ma che non criticai ad alta voce. Ero quasi sicuro che ad Anteras avrebbe fatto piacere ascoltare i nostri ragionamenti, però, per non mancare di rispetto al mio compagno, avrei parlato anche io a bassa voce. Eravamo d'accordo sul fatto che non fosse uno specialista del combattimento, non su quale fosse la sua vera specialità. Il giovane Yotsuki pensava che fosse un esploratore, o qualcosa di simile, mentre io insistevo sulla via della medicina. Non mi sembrava proprio il tipo che eliminava degli obiettivi dopo essersi infiltrato, anche se nel mondo dei ninja l'apparenza spesso inganna.
    Aspettai che finisse di parlare, trovandomi in accordo con la maggior parte delle sue affermazioni, prima di aprire bocca.

    « Sono d'accordo sul fatto che non sembri un lottatore, ma pensavo più ad un ninja specializzato nella medicina, come un dottore od un occultatore di cadaveri. Un ninja che si infiltri difficilmente si definirebbe un "sempliciotto" quando qualcuno deve scoprire le sue attitudini. Quindi non sono sicuro di voler fare la domanda che proponi, in quanto se la risposta fosse "svago" non avremmo un'alternativa sulla quale ripiegare. Potremmo chiedergli a chi sono direzionate le sue attenzioni fra nemici, allora opterei per un infiltratore, compagni di team, una risposta da medico, o altri ninja, cadendo così nella categoria degli eliminatori di cadaveri. Ho però paura che sia una domanda specifica, la terrei di riserva se non hai nient altro in mente. Che dici? »


    Probabilmente facendogli quella domanda non avremmo fatto una buona impressione su Anteras, quindi non l'avrei posta se non come ultima possibilità. Mentre attendevo la risposta di Deveraux, pensai ad altre domande che avremmo potuto fare.

    [...]


    Quando arrivammo al lago rimasi colpito da ciò che vidi. Vi erano circa una quindicina di persone, in costume da bagno, i cui fisici sembravano essere scolpiti nel marmo. Non erano tutti energumeni palestrati, ma di sicuro tutti erano ben allenati. Le bottiglie di alcolici sparse per terra mi diedero l'impressione che non tutti sarebbero stati perfettamente sobri, vista la loro quantità, seconda solo a quella del cibo. Stavano infatti cuocendo della carne sulla griglia, nonostante su dei tavolini ci fossero già dei cibi pronti.
    Ad accoglierci giunse una ragazza leggermente alticcia, dal seno prosperoso messo ben in vista dal costume. Da ciò che colsi con la coda dell'occhio, Deveraux ebbe una reazione un pochino più istintiva dalla mia, facendo cadere lo sguardo sulle forme della giovane, il cui nome era Matsumoto. Ci chiese di spogliarci, adulandoci in merito al nostro fisico allenato, come se gli altri presenti non fossero altrettanto muscolosi o tonici. Eseguendo la richiesta mi sfilai tutti i vestiti, escluso il costume, mostrando così il mio fisico quasi statuario di cui andavo fiero: dimostrava quanto mi impegnavo per servire il mio paese anche quando non ero in missione. Il fisico di Deveraux non era sviluppato quanto il mio, ma ricordavo la stretta di mano che mi aveva dato presentandosi. Pochi muscoli, ma buoni.
    Anteras e Ukitake affermarono che sarebbero rimasti a badare alla carne, mentre la ragazza formosa li accusava di essere vecchi nell'animo, o semplicemente sobri, pensai. Il nostro destino sarebbe stato, invece, quello di giocare a bandierina, nel lago. Quando vidi che tutti gli altri giocatori utilizzavano il chakra repulsivo per camminare sull'acqua mi vergognai di non aver mai approfondito l'argomento nei miei allenamenti. In ogni caso, Matsumoto ci disse di sbrigarci e mi affidò alla squadra avversaria alla sua, con il numero quattro.
    Appena mi misi in fila con i miei compagni, con la mia testa all'altezza dei loro piedi, l'uomo che reggeva il fazzoletto ci ricordò le regole, accennando ad vantaggio per una seconda prova come premio ai vincitori. Quindi, non sarebbe finita lì.
    Quindi, chiamò prima i numeri due, una coppia di ragazzine, e poi i numeri tre, due uomini. Entrambe le sfide furono vinte dalla squadra avversaria ed entrambe mi stupirono. Nella prima, una bambina di non più di dieci anni, nonostante si muovesse ad una velocità ben superiore alla mia, fu sconfitta da un'avversaria altrettanto veloce. Nella seconda, il mio compagno di squadra, Muroga, cercò di ingannare l'avversario, un energumeno, con un semplice genjutsu, fallendo. Matsumoto sembrava entusiasta dei due punti appena conquistati.
    Mentre osservavo le sfide, cercai di memorizzare qualche dettaglio sulle persone che mi trovavo davanti. Sulla coppia di ragazze, oltre alla velocità sorprendente, non raccolsi dati sufficienti a farmi venire in mente la loro specializzazione. Nel secondo incontro, invece, mi vennero in mente degli ottimi spunti. L'energumeno sembrava basarsi su un misto di istinto animale e sensi sviluppati, caratteristiche necessarie ad ogni esploratore, mentre Muroga poteva essere un esperto di genjutsu, anche se affermava di non essere molto dotato nelle tecniche illusorie. Pensai che fosse normale che un illusionista mascherasse le sue abilità.
    Il punteggio era a favore degli avversari, bastava perdere un'altra sfida per donargli la vittoria. Quasi sicuramente sarei stato chiamato, me lo sentivo. Mi preparai, tendendo tutti i miei muscoli e rivestendo la parte superiore del mio corpo con un leggero strato di elettricità: avevo bisogno di riflessi fulminei. [Attivazione Manipolazione Elttrica]
    Dopo un attimo di suspense, il signore che reggeva i fazzoletti ci chiamò e immediatamente scattai verso di lui. Tenendo la testa fuori dall'acqua, notai come Deveraux, che la teneva dentro, si avvicinasse più rapidamente di me all'obiettivo. Le sue braccia sembravano ricoperte di squame, forse per qualche strano jutsu. Lo vidi tirare fuori la testa, per guardarmi, e cercai di mostrarmi affaticato. Era molto più vicino di me e lo sapeva. Nonostante ciò, oltre a tirar fuori la testa, accelerò improvvisamente, portandosi fino al fazzoletto.
    Sfortunatamente per Deveraux, ero un abile nuotatore, e non mi limitavo al semplice stile libero che adottai mentre mi avvicinavo alla bandierina. Appena il mio avversario giunse ad essa, ci separavano circa tre metri, allungò il braccio per afferrare il fazzoletto sospeso fra noi due. Proprio il gesto che aspettavo. Approfittando del fatto che non aveva accennato neanche per un momento a rallentare, anzi aveva appena accelerato, scattai verso di lui, concentrando parte del mio chakra nelle gambe, mentre eseguivo una gambata a rana. [Basso, Forza: 450 + 75 = 525]
    Contemporaneamente, estrassi il braccio destro dall'acqua, mentre impastavo una quantità di chakra maggiore di quella che avevo appena usato, per adattare ai miei scopi una tecnica conosciuta da quasi ogni studentello di Oto: la Doppia Rottura. Avevo bruciato in un attimo la distanza fra me e il mio avversario e grazie al mio lungo braccio avrei cercato di toccarlo. Con la mano destra avrei cercato di afferrare la parte più vicina a me, che fosse il suo braccio, o le gambe, se in qualche modo fosse riuscito a girarsi senza praticamente rallentare. [Velocità: 425 + 50 = 475]. I riflessi, aumentati dallo strato di elettricità che mi avvolgeva, mi avrebbero permesso di correggere la mia traiettoria nell'ambito del possibile.
    Se Deveraux fosse riuscito a sfuggire al mio colpo non mi sarei certamente fermato, anzi lo avrei inseguito pronto ad afferrare la sua caviglia per fermarlo. Avrei usato la spinta del braccio destro che aveva mancato il bersaglio per riniziare a nuotare, e tentare di afferrare la parte finale della gamba sinistra del mio avversario con la mano mancina. Anche in questo caso mi sarei fatto aiutare da quell'enorme energia che era il chakra, potenziando i muscoli delle gambe. [ Basso, Forza: 450 + 75 = 525]
    Era stato questo il suo grande errore, non fermarsi minimamente, e nel nostro primo confronto fisico non gli avrei concesso nessun errore.


    Status




    Vitalità


    Chakra


    Forza: 450
    Velocità: 425
    Riflessi: 400
    Resistenza: 400

    Agilità: 400
    Precisione: 400
    Senjutsu: 400
    Concentrazione: 400

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuito

    1° Slot Difesa:
    2° Slot Difesa:


    1° Slot Azione: Nuotata
    2° Slot Azione: Tentativo con la mano sinistra


    Slot Tecnica Base: Attivazione Manipolazione Elettrica
    Slot Tecnica Avanzata: Doppia rottura


    Appunti




    Conoscenze Utilizzate




    Doppia Rottura - Nibai Kyuukei Rendan
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce)
    L'utilizzatore può effettuare un numero elevato di colpi con gli arti superiori. Gli attacchi avranno velocità incrementata di 2 tacche.
    Il primo colpo è gratuito; ogni slot azione impiegato successivamente permetterà di effettuare 2 attacchi.
    Richiede l'utilizzo di slot azione.

    Tipo: Taijutsu - Rendan
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Slot Massimi: 1 slot ogni 2 gradi ninja]

    [Da studente in su]




     
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    Deveraux vs Daisuke - Veri talenti o normali Genin?






    [Alla ricerca della domanda perfetta]

    - Mha -
    La mia proposta venne bocciata. Non ne capii pienamente il motivo. Le abilità di un ninja che è abituato ad infiltrarsi in luoghi pericolosi sono numerose, la più importante è la capacità d'ingannare il prossimo. Con la parola "facilotto" Ukitake stava tentando di portarci fuori strada. Ne ero sicuro.
    Mille pensieri presero forma nella mia mente.
    Secondo Daisuke, che proponeva una domanda troppo esplicita secondo il mio parere, l'uomo dai capelli bianchi era un dottore o un occultatore di cadaveri. Tra le due preferivo il dottore.

    L'eliminatore di cadaveri era una figura di cui avevo sentito parlare a malapena. Avevo vissuto nel clan, a contatto con i membri anziani... e se avevo udito quel termine al massimo una volta allora significava che quei ninja sono mosche bianche. Più unici che rari.

    Trascorso un minuto la battaglia tra "medico" e "spia" si era conclusa con la vittoria del secondo. Non era di certo mia intenzione "abbandonare la nave", ma decisi di sputare il rospo e tentare la risposta.
    - Non ho domande da ... - Mi bloccai. Ebbi un illuminazione!
    Senza avvicinarmi una seconda volta all'orecchio di Daisuke proposi allo stesso le domande da fare.

    - Sono sicuro di avere intuito il suo campo di specializzazione ma voglio esserne sicuro al 100%. - Feci una pausa per poi continuare, guardando Daisuke:
    - Io propongo: Come ha conosciuto Diogenes-Sama? Oppure... perchè ha un bagno riservato, che condivide con altri tre? Preferirei la prima, che ne pensi? -
    Proponevo quelle due domande. Se a Daisuke non fossero piaciute avrei tentato la risposta senza approfittare di quel piccolo vantaggio concesso da Anteras.

    [Nel lago - Mantengo attive Pelle di Serpente e Manipolazione Elettrica!]

    Con quell' unica spinta mostruosa raggiunsi il fazzoletto, senza ricorrere ad altre bracciate. Appena giunto in prossimità dell'obiettivo lanciai uno sguardo verso Daisuke, per analizzare la sua distanza dal sottoscritto. Tre metri circa.
    Diedi il via all'azione. Il braccio destro fuoriuscì dall'acqua come uno squalo.
    Con gli occhi puntati verso il mio rivale notai facilmente la sua accelerazione improvvisa.
    Non dovevo essere toccato! Per nessun motivo!
    Il ragazzo aveva capito che la mia velocità in acqua non poteva essere eguagliata... e quindi aveva deciso di approfittare di quel momento per vincere, tentando di toccare il mio braccio destro.


    Allontanai il braccio mirato dal ragazzo, con fazzoletto tra le dita, portando tutto vicino al busto.[Riflessi: 400 + Rivestire + Sinapsi del Fulmine + Bassissimo -> 475 ]
    La mano sinistra, aperta e posizionata insieme al resto dell'arto sotto il rispettivo fianco, spinse rapidamente il fluido verso destra, in maniera tale da spostare più liquido possibile in quella direzione. [Riflessi: 400 + Rivestire + Sinapsi del Fulmine + Bassissimo -> 475 ][Forza: 525]
    Dal Tantien il chakra non raggiunse solamente quel braccio, ma anche gli addominali bassi. [Forza: 475 -> 500]
    Nello stesso istante il rivestimento elettrico ricoprì le gambe. Anche esse parteciparono all'azione, con un ulteriore spinta concorde a quella prodotta dall'arto superiore.
    In poche parole quasi tutti i muscoli furono impiegati per portare il mio corpo fuori traiettoria.
    Ma non solo: mi sarei spostato verso sinistra mettendomi quasi in posizione verticale.
    Fu la schivata più difficile della mia carriera ninja. Per eseguire quel movimento sfruttai ogni muscolo della schiena, le gambe e gli addominali potenziati dal chakra.
    Non fu semplice! Strinsi i denti per lo sforzo, liberando forse un urlo!
    Il braccio destro di Daisuke, non rapido quanto me, trovò solamente l'aria. Si sarebbe arreso? No, perchè il suo obiettivo era solo uno: toccarmi.

    Con la mente proiettata nel futuro avevo già ideato una strategia.

    Con quella "particolare" spinta verso sinistra passai tra le gambe dell'anziano, sfruttando la posizione verticale appena adottata.
    Con un rapido gesto portai il fazzoletto alla bocca, stringendolo tra i denti. [Slot Gratuito]
    Sperai che l'onda generata dal mio movimento non mettesse a rischio la stabilità dello sbandieratore.
    Daisuke non mollò! Si fiondò verso il sottoscritto ad una velocità notevole.
    Un sorriso prese forma sul mio viso.
    Avevo tenuto in considerazione quella possibilità e avevo un piano per sfuggirgli.
    Con le braccia poco in avanti e le mani quasi a contatto, libere dal fazzoletto, che era totalmente in acqua, eseguii in un battuto di ciglia una semplice tecnica: Henge no Jutsu.
    Con le mani nascoste sarebbe stato impossibile ( l'avrei considerato un genio ... e forse lo era! ) per lui capire che jutsu avevo utilizzato. [Slot Tecnica Base: Henge no Jutsu]

    Sparii dalla circolazione.
    Nessun fumo avrebbe annunciato la trasformazione, secondo i miei calcoli sarebbe rimasto confinato all'interno del lago!
    Deveraux aveva abbandonato il campo di battaglia nell'istante in cui la vittoria della squadra di Matsumoto non sembrava cosi scontata.

    Ma dov'era il ragazzo dai capelli bianchi?

    Era all'interno dell'acqua. Si era trasformato, nei limiti della tecnica, in un pesce deforme.
    Le braccia avevano mantenuto la stessa grandezza. Ciò che era cambiato era il resto del suo corpo. La nuova figura era nata ai piedi del vero Deveraux, a circa 1 metro e cinquanta di profondità!
    Ero "una palla", con due braccia squamose. Avevo ridotto del 50% le mie dimensioni, ma non era questo il fatto importante.
    Mantenendo la bocca, e i denti stretti sul fazzoletto, avrei iniziato subito a nuotare verso il basso sfruttando le mie dimensioni ridotte.
    Approfittando di ogni suo istante d'indecisione mi sarei allontanato sempre più da Daisuke!

    La trasformazione non sarebbe durata a lungo, il tempo di una bracciata con cui avrei bruciato 2 metri! ( sempre secondo i miei calcoli )
    La mia velocità, nuotando in stile rana, sarebbe stata molto maggiore di quella di Daisuke. [Forza: 525]

    Escluso il caso in cui mi sarei ritrovato il rivale alle calcagna... non avrei impastato altro chakra.
    Con un terzo impasto le braccia avrebbero iniziato a farmi male, quindi, senza andare oltre, avrei tentato di raggiungere la mia squadra sfruttando solamente la spinta degli arti superiori e delle gambe.
    Sarei ritornato in superficie solo dopo aver percorso 6 metri.

    Di certo, perchè non ero un ninja alle prime armi, non sarei ritornato direttamente da Matsumoto. Avrei nuotato in diagonale, con un angolo di circa 30 gradi rispetto alla traiettoria d'andata. Una volta emerso in superficie, senza mai fermarmi avrei continuato al massimo delle mie capacità procedendo perpendicolarmente alla riga che la mia squadra formava sulla superficie del lago.

    Dovevo assolutamente vincere. Quasi inconsciamente avrei accompagnato ogni mio singolo gesto creando un sottile rivestimento elettrico sulla parte del corpo interessata!
    Proprio per questo, vincente o no, avrei raggiunto i miei compagni di squadra con un po' di fiatone!





    Leggere sulla tabella riassuntiva -> sezione appunti!


    Status




    Vitalità


    Chakra


    Forza: 475 -> 525
    Velocità: 400
    Riflessi: 400
    Resistenza: 400 -> 450

    Agilità: 400
    Precisione: 400
    Senjutsu: 400
    Concentrazione: 400

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuito

    1° Slot Difesa: Spostamento laterale.
    2° Slot Difesa:


    1° Slot Azione: Nuotata (Ritorno)
    2° Slot Azione:


    Slot Tecnica Base: Attiv. Henge no Jutsu
    Slot Tecnica Avanzata:
    Fazzoletto in bocca!

    Appunti



    Mi sono divertito sfruttando la Henge no Jutsu ai limiti della tecnica stessa! Spero che tutto sia giusto e non vada contro regolamento!
    In tal caso pagherò questa mia fantasiosa fuga :ghu:

    Altra cosa: "l'attacco alla mia gamba sinistra" l'ho leggermente modificato. Mi sembrava sleale farti mirare la gamba quando il mio pg è al tuo fianco in verticale! :zxc: Spero vada bene!

    Riguardo fumo, distanza percorsa con una bracciata etc etc niente va inteso come vero a prori, è pur sempre tutto un ipotetica. Daisuke può capire all'istante che il mio pg ha utilizzato la Henge, quel sarebbe stato impossibile va inteso come ipotetica, infatti leggere la frase successiva tra parentesi!

    Meglio precisare! :D
    Buon post Marco! ;)

    Conoscenze Utilizzate



    Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. La dimensione può essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto la propria dimensione reale. La trasformazione permetterà di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi.
    È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione e mantenimento.
    Subire un danno superiore a mezza leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: ½ Basso - Mantenimento: ¼ Basso)


    Edited by Roronoa™ - 27/10/2012, 14:08
     
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391 replies since 2/11/2007, 23:19   12125 views
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