Villa MikawaResidenza di Aloysius Diogenes

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    Villa Mikawa era una struttura davvero strana in quanto era al contempo sia un'abitazione che un covo, dedicando interi settori (noti e non) appositamente per la funzione specifica, ed era ospitata da innumerevoli combattenti tutti fedeli ad Aloysius, chi per un motivo chi per un altro. La struttura della magione era tanto estesa ed imponente esternamente quanto sotto terra: a partire dal pozzo, dimora di uno degli ospitanti, si diramavano una serie di cunicoli che conducevano al covo e alla fitta rete sotterranea di Oto, ovvero le principali strutture come l'Ospedale, l'Obitorio, il (fu) Palazzo della Vipera, il South Gate ecc. Insomma un vero e proprio centro operativo, adatto anche a rifugio in caso di assedio, dal quale da anni Diogene orchestrava i suoi piani di conquista.

    Lì, a casa sua, il Flagello aveva ben deciso di presentarsi.

    Ovviamente le sirene delle mura avevano allarmato ancor di più la sorveglianza perimetrale della Villa, inducendo quel manipolo di uomini ad interrompere le proprie azioni di routine e dispiegarsi come pianificato per tali circostanze.

    " Goyo, ci servono dettagli dalle mura. Cosa sta accadendo? "

    " Un'intrusione, non siamo riusciti a vedere chi o cosa fosse ma era un missile...ha saltato le mura come nulla fosse e mandato a vuoto la contraerea. Un inseguimento è impossibile, non sappiamo da che parte sia andato! "

    " Una minaccia di classe A ? "

    " No...solo due ninja ad Oto sarebbero capaci di una cosa del genere...direi...direi...S! "


    RJkmy9c

    L'uomo fidato di Aloysius di presidio al Cancello Meridionale era stato chiaro: la minaccia era concreta e le intenzioni dell'intruso ignote. Serviva il massimo livello di sicurezza e proprio questo Ukitake, in comando all'unità logistica, avrebbe esortato attraverso le ricetrasmittenti a tutti i capogruppi la massima accortezza:

    " Attivare D3, ripeto attivare D3. "

    D3...quello sarebbe stato l'input che tutti, nessuno escluso, avrebbero ricevuto e attuato all'istante: Villa Mikawa non era così distante da quell'ingresso e il tempo per allestire un'appropriata difesa non era molto. Innumerevoli erano i tesori ammassati dal Kokage in anni di attività ninja ed ivi erano riposti ma, tra tutti, di certo quello che spiccava più di tutti era custodito da una ragazzina dai capelli a caschetto di nome Harumi. Yachiru avrebbe pensato a lei, era quello il suo unico compito nel caso di un ordine di livello massimo, ovvero portare il Jinkurichi al sicuro nell'unico posto definibile davvero tale dell'intera Villa. Entrò nella sua stanza e, senza metterle particolare pressioni, l'avrebbe esortata a seguirla nel posto che solo loro due conoscevano:

    " Harumi, meglio andare a giocare giù..."

    La kunoichi sapeva bene di cosa l'amica stesse parlando...dopotutto non era passato molto tempo dall'incidente che le aveva viste coinvolte (in maniera differente) ma che le aveva indubbiamente avvicinate ancor più. Quell'esperienza aveva fatto comprendere finalmente alla genin quanto importante per il suo Kage essa fosse e fin dove Diogene si sarebbe spinto pur di proteggerla...un trattamento molto simile a quello riservato ad Hoshikuzu, custode di segreti pericolosi, era stato lei riservato per mezzo delle abilità di Eiatsu e i Chiiton del Mikawa. Uno di queste, il Simbolo di Richiamo di cui le ragazze erano munite così come ogni altro membro della combriccola di Aloysius, avrebbe permesso loro di accedere al covo senza romperne l'illusione perenne che ne celava la presenza da anni [Velo di Protezione]. Da lì in poi, Yachiru conosceva le giuste sequenze per sbloccare i vari accessi e, sole solette, le due avrebbero potuto decidere come trascorrere quel tempo nel modo che più le allettava.

    Intanto all'esterno i preparativi per la difesa del villaggio già stati messi in piedi: il Garth, dalla sua "sala di comando" avrebbe monitorato la situazione senza proferir parola ma limitandosi ad osservare l'efficienza di manipolo di uomini che aveva con così tanto impegno riunito. I quattro Totem di Sangue vennero generati e trasportati da chi di dovere, in modo da dare visibilità totale al Garth: qualche secondo di attesa e concentrazione e poi non una goccia di Sangue sarebbe sfuggita alla sua percezione in tutta Oto [Percezione Sanguigna + Allargare gli Orizzonti]! 3 Squadre avrebbero lasciato l'abitazione per sparpagliarsi in tutte le direzioni portando con se il sigillo del Kokage, il quale avrebbe visto la sua percezione aumentare sempre più ad ogni metro percorso, monitorando al contempo le strade qualora l'intruso avesse fatto un passo falso.

    In quanto alla Villa, due gruppi si sarebbero piazzati all'esterno, nascosti tra gli alberi e le strutture della tenuta mentre i restanti due avrebbero badato più alla struttura principale: ognuno di quei combattenti conoscevano quel posto come le loro tasche, dopotutto era la loro casa da anni ormai e l'avrebbero difesa ad ogni costo. Seduto sulla sua grossa poltrona Aloysius avrebbe atteso ulteriori sviluppi, constatandosi con il suo braccio sinistro riguardo quella prima fase di assetto:

    " Alle mura sembrano non aver ferito il bersaglio...una solo cosa doveva fare Kato uff Ecco a cosa ci serve quel dannato acchiappa Demoni; a quest'ora avevamo già una barriera di individuazione sulla testa. "

    " Non ti lamentare Aloysius, i tempi di reazione sono stati ottimi...ne verremo ben presto a capo. E poi hai sempre la Pioggia, no? "

    " Certo, ma vorrei evitare di far emanare un'ordine di reclusione a tutti gli abitanti e allagare il villaggio...seminerei solo il panico. Ad ogni modo, il Gorillotto è al sicuro, Febh ha in custodia Kamine, il Nibi è qui in Villa ed Eiatsu dovrebbe già aver radunato i migliori combattenti del suono. Cosa mi sta sfuggendo, Anteras? "

    " L'imponderabile Gene, c'è sempre qualcosa che manca all'equazione. "

    Fuori da quelle mura, tutto per il momento stava procedendo come stabilito: Eiatsu, il quale era in costante connessione con il movimenti dei compagni, avrebbe eseguito il suo task radunando i portatori dei Sigilli Maledetti e informandoli dell'accaduto. Qualora necessario li avrebbe guidati nell'eventualità di una richiesta di difesa o attacco: già una volta le sue conoscenze e il suo sangue freddo avevano salvato il villaggio e il ricordo del Demone di Kumo ancora era vivido nella mente di chi quel giorno c'era stato...In quanto a Febh, bhè, lui avrebbe agito come sempre di testa sua ma consapevoli che qualunque cosa gli fosse venuta in mente di fare, sarebbe stata alla fine negli interessi del villaggio.

    :::

    Poco meno di un paio di minuti ed il pericolo si palesò proprio alle soglie della dimora Mikawa. Il Garth era stato avvisato poiché il figuro dovette passare per il lungo viale che conduceva alla residenza, entrando nitidamente nel raggio visivo di almeno tre dei uomini del Kage appostati. Non vi erano punti ciechi in cui nascondersi, la struttura della villa era pensata proprio per mettere a nudo una possibile intrusione, e il nemico venne annunciato alla sala di comando. D3 era ancora in atto e, quando il Mikawa era presente fisicamente, il comando era di non ingaggiare...Così i gregari si limitarono a monitorare l'andamento dell'ignoto ospite senza possibilità di vederne il volto e/o distinguerne connotati particolari: un metro e novanta scarso, corporatura media, qualche ciocca di capello che sbucava dal cappuccio. Quel comportamento incuriosì terribilmente Aloysius, al punto di negare il consenso di inviare in amministrazione la notifica della minaccia...non si stava nascondendo, non più, e avanzava ben sapendo di essere stato individuato. Sapeva di chi era quella dimora ed era convinto di ciò che stava facendo. Il genere di persone in grado di cogliere l'interesse dell'otese, vuoi per stupidità oppure per singolarità.
    Il Jonin avrebbe dunque invitato Anteras a fare gli onori di casa ed aprire la porta: il tè era già pronto così come il resto dei giochetti predisposti dall'ospitale padrone, già armato dal primo accenno di sirena. Decise di rimanere nella saletta, quella con il camino e le poltrone comode, invece che trasferirsi in quella più sfarzosa e grande dei grandi eventi, giusto un'ultima "occhiata" ai riscontri della percezione sanguigna prima di rifocalizzarsi su quanto stesse accadendo il villa. Nulla di anomalo, sembrava davvero che fosse solo e che fosse venuto per "parlare".
    Il maggiordomo, intanto, non si era scomposto di una virgola e, sistematosi la divisa, si recò alla porta con il suo solito fare elegante; dunque l'aprì nell'esatto momento in cui il Nukenin poggiò entrambi i piedi sull'ultimo gradino della scalinata che conduceva all'ingresso, giusto in tempo per consentire all'uomo di non parlare senza un interlocutore visivo.

    Aloysius stava aspettando il suo anfitrione seduto comodamente sulla poltrona in pelle: addosso aveva Vermiglio Roccia e Sangue mentre Mumei era poggiata in obliquo con la punta sul pavimento e il manico contro il voluminoso bracciolo. La sua era tutt'altro che una posa combattiva ma quell'assetto avrebbe subito fatto intendere al Nukenin di non essere un ospite poi così gradito o, quantomeno, fidato.

    " Il Flagello Immortale. "

    Annunciò Anteras con voce squillante, un puro formalismo che però delineava un certo stile, oltre che rigore, nei dettami imposti per la vita a Villa Mikawa. Non appena entrato nella stanza, il ragazzo in kimono si sarebbe congedato ai due soli presenti con un cenno del capo e avrebbe chiuso la porta, lasciandoli soli. Qualche istante di silenzio e di doveroso e minuzioso inquadramento da parte del jonin accademico, alla ricerca di chissà quale dettaglio nel volto del ragazzo, prima di prendere la parola. Probabilmente la sua era pura curiosità poiché, di fatto, non aveva mai posato i suoi occhi sul volto dell'uomo che tanto aveva fatto penare il Villaggio, così come molti altri nella sua lunga carriera.

    " Siamo a casa mia, nessun luogo è più sicuro di questo. Ho fatto già staccare le ricetrasmittenti ai miei gregari, siamo isolati. Se avessi comunicato all'esterno la tua presenza qui, in questo preciso istante avremmo visto un finto quattrocchi poco incline al dialogo sfondare il soffitto e un paio di lucertoloni da 40 metri sorvegliare il perimetro del palazzo. Questi uomini, i miei uomini, non sanno cosa vuol dire tradire la mia fiducia quindi la tua presenza è, in questo momento, cosa nota praticamente solo a me.
    Prego, accomodati, le fiamme del camino mi aiutano a pensare. Anteras ha preparato del tè, è una vera rarità poiché la pianta usata è una delle poche spontanee provenienti dal Paese del Gelo...come ben sai, ad oggi zona impraticabile. "


    Eh si, Musamune aveva fatto di quelle terre una landa desolata dove non sorgeva più nulla tra il freddo pungente e le tempeste perenni. Un nuovo Faro era sorto dove prima si ergeva il Grande Albero, simbolo di un villaggio e di una nazione intera, e il Re Nero vi si era annidato e rinchiuso succube del suo potere e della sua follia. Cose che il Flagello sapeva già ma che Aloysius volle usare come primo argomento per rompere il ghiaccio...meglio quello che le gambe del ragazzo che aveva osato colpire il Suono, e il suo leader, nel profondo. Ma dare adito a quell'impulso non sarebbe stato di aiuto alla causa del Garth, così continuò a parlare:

    " Da quando l'Erba e l'Accademia hanno sparso mezzo continente dei volantini con la tua taglia non vedo che il tuo nome in giro. Immagino che tale notorietà, oltre gli inevitabili grattacapi, abbia in qualche modo giovato all'accrescimento della tua posizione nel mono dei Nukenin. Da quando ho però scoperto che anche Amegakure ti sta dando la caccia, ho iniziato a domandarmi quali fossero in realtà le tue attuali zone di interesse. Ma dimmi, perché sei giunto a casa mia senza il dono che Oto si aspetta?"

    RrZTh7k

    In quelle ultime battute si fece improvvisamente serio. Il riferimento al furto subito era palese e, posta in quei termini, la ri-acquisizione del ninja noto come Doveraux Yotsuki sembrava una condizione necessaria (e probabilmente non sufficiente) per il proseguo di quell'incontro.
    All'Immortale l'ardua sentenza [Menti?].



    CITAZIONE
    Considerando che dalle mura a Villa Mikawa un po di round passano, mi sono permesso di descrivere un po la reazione di Aloysius alla generica minaccia.
    La seconda parte del Post è invece sul presente, al momento del tuo arrivo alla Villa. Spero ne uscirà una bella giocata poiché a lungo abbiamo atteso questo momento ;)

    Chakra usato: 40 Totem di Sangue (Tecnica Economica) + 20 Percezione Sanguigna = 60/1250
    Vitalità rimanente: 27.5/27.5
     
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    L'uomo che era stato Vergil Hyuga - colui che era soprannominato l'invincibile Fiore Lampo e che avrebbe dovuto guidare l'intera dinastia Hyuga ad un futuro di luce e gloria - sarebbe stato colpito dall'impeccabile modo in cui il padrone di quella casa riuscì a far sembrare una visita inattesa da parte di un semidio come una gradita occasione per socializzare. Il maggiordomo che accolse il Flagello Immortale fu ossequioso, ma con la schiena dritta: senza esitazione lo condusse per le vie dell'enorme maniero, fino ad una stanza del tipo in cui si decidono le sorti del mondo: lontano dai fasti, dal protocollo e dallo sguardo indiscreto delle pecore che altro non possono che seguire. Il servitore aprì l'antica porta per l'oscuro pellegrino, e lo annunciò al signore della guerra che lo attendeva all'interno.

    Gli occhi scintillanti dell'Immortale caddero sul suo ospite.

    Pur da seduto, egli era imponente. Appariva come un uomo di mezza età, con capelli neri come la notte ed un viso che pareva forgiato nelle fiamme della guerra. Il quieto contegno con cui accolse l'arrivo del Flagello evidenziava anche la presenza di consumate doti da negoziatore e diplomatico, e, in definitiva, la sua natura di uomo di potere. L'armatura che indossava era degna di essere cantata nelle storie e nei miti: color vermiglio acceso, lo ricopriva da piedi a collo, in duplice richiamo del controllo supremo che egli aveva sulla linfa vitale e del fatto che avesse trascorso buona parte della propria esistenza a bagnarsi del sangue dei suoi nemici. Una lama seghettata dalle inquietanti sfumature cremisi riposava al suo fianco, quasi come un fido animale da compagnia.

    Il Garth era il signore della guerra che gli avevano descritto.

    Quando egli parlò, la sua voce era modulata dall'esperienza. Profonda, ma non roca né, all'apparenza, turbata da emozioni profonde. Sembrava quasi che avesse atteso quell'incontro da tempo. Rassicurò il Flagello sulla riservatezza di quel luogo, sulla assoluta fedeltà dei suoi uomini e lo invitò ad accomodarsi nella seconda poltrona davanti al camino, a fianco della quale su un tavolino in legno riposa una teiera fumante con due tazze ripiene di liquido ambrato.

    Senza parlare, giacché era evidente che il signore della guerra non aveva concluso la propria orazione d'apertura, l'Immortale colmò la distanza tra i due e si accomodò nella poltrona che gli era stata offerta. Non si tolse il cappuccio, rilassandosi invece sullo schienale, e, appoggiando il capo sul pugno destro, fissò il suo interlocutore in faccia mentre questi proseguiva. Lo ascoltò fare indiretto riferimento alla devastazione portata dall'araldo di morte con le ali nere, e non replicò. Lo sentì dunque menzionare le taglie che l'Erba, l'Accademia ed Ame avevano separatamente messo sulla testa del nero pellegrino, quasi ad informarlo che si era informato su di lui a dovere, e di nuovo l'Immortale non replicò. Infine, tramite una domanda sapientemente formulata, il Garth sollevò finalmente l'argomento che probabilmente gli aveva occupato la mente sin da quando era stato allertato dell'identitò dell'oscuro pellegrino.

    fairy-tail-161384

    Il Flagello non aveva dubbi che la scomparsa dell'erede degli Yotsuki gli avesse creato più di un problema: uno relazionale, con quello che si rumoreggiava essere il clan di guerrieri più in vista del Suono insieme con i Mikawa; uno gestionale, con gli altri potenti del Suono e in generale con i vari guerrieri al suo comando, che si sarebbero sentiti umiliati da un gesto così efferato, accompagnato peraltro dalla distruzione di uno dei quattro famosi cancelli; e infine uno personale, dato che - come la Nemesi gli aveva confermato - il giovane shinobi dai capelli albini era stato suo allievo, una giovane promessa in cui egli aveva investito denaro e risorse, fino ad arrivare a proteggerlo tramite alcuni sigilli, che l'Immortale aveva reso vani.

    Con divertimento aveva udito i racconti delle urla di quel giorno al South Gate, dove il Garth aveva dato prova di una forza bruta leggendaria riparando temporanemente il cancello a mani nude ed aveva giurato pubblicamente che colui che aveva inferto quella ferita all'orgoglio del Suono l'avrebbe pagata. E, dunque, ecco la domanda che gli pose: "perché sei giunto a casa mia senza il dono che Oto si aspetta?"

    « Perché non sono qui per discutere con il capo militare di Oto. », fu la sua sibillina risposta.

    « Aloysius Diogenes Mikawa. », disse poi il Flagello, prendendosi il tempo di scandire perfettamente ogni sillaba di quel suono. Stava riconoscendo l'individualità del mortale davanti a lui, segno che l'avrebbe ricordato nel tempo a venire. Una rara occorrenza, nella sua prospettiva di eternità.

    La mancina si sollevò dal bracciolo in pelle e, nonostante il suo chakra fosse sigillato, il vigoroso focolare nel camino si ritrasse quasi d'istinto, riducendosi a timide fiammelle al di sotto della legna. La tazza di ambrato smise di fumare, e si tinse di oscurità. I ricordi che aveva letto nella mente della Nemesi avevano ispirato un'idea terribile nel Flagello.



    « Sono qui per discutere con l'uomo che sogna un impero che ricopra tutta la terra. »

    In quel momento, i suoi occhi riflettevano l'essenza stessa del Male.

    « L'Accademia soffoca e inibisce la grandezza di ciò che potrebbe essere, ma è docile a sufficienza. Sanguinerà per ospitare lo stendardo che farà ombra sul continente. »

    Un riferimento agli avvenimenti di un paio di anni prima, quando mortali inferiori a colui che gli stava davanti avevano tentato di ostacolare i suoi piani di conquista, e agli eventi di pochi mesi prima, che avevano dato i natali ad un'alleanza militare per far fronte alle minacce all'orizzonte. In entrambi i casi, sfruttare i relativi protagonisti fino a quando possibile, poi trucidarli insieme alle loro famiglie, alleati e cuccioli da compagnia, e infine sostituirli con marionette più compiacenti sarebbe stato agevole. Negli anni, il Flagello aveva appreso, sperimentato, osservato, e la conclusione era una sola: il comportamento dei mortali era terribilmente semplice da prevedere.

    « Ciò che le tue spie ti avranno riferito di Ame corrisponde a verità: è in procinto di collassare su sé stessa. Ho marchiato il regno dell'Uomo-Dio troppo in profondità perché possa rimanere ancora a guardare. Presto la sua testa rotolerà, e gli Assi si piegheranno a me. Avevo pensato di rendere il mercenario mio reggente, ma ha scordato il suo posto. L'ho lasciato scappare: dubito che abbia compreso di essere ancora nel palmo della mia mano. Ad ogni modo, la sua debolezza mi ha convinto che servirà qualcun altro allo scopo. »

    Diede per scontato che, in entrambi i casi, il Garth avesse perfettamente chiaro di chi stesse parlando. Era uno dei vantaggi di discutere solo con i rari mortali meritevoli: ad un certo livello molto poteva essere dato per scontato, ed aveva l'impressione che l'uomo in armatura vi fosse arrivato. Aveva persino evitato l'errore commesso da tutti gli sciocchi che pensavano di avere la forza per resistere al Flagello per più di qualche istante: non lo aveva chiamato "Jeral", un suono privo di significato che l'Immortale, quando non aveva ancora rivelato la propria natura divina al mondo, aveva concesso a delle formiche perché lo utilizzassero per rivolgersi a lui senza perdere il senno.

    « L'ambizione di Hayate e il potere dei Kurotenpi. Il risveglio delle Armi di Iwa e l'avvento dei Cremisi a Kumo. I popoli oltreoceano che reclamano le fondamenta dell'Acqua e l'orgoglio del Fuoco. », proseguì l'Immortale, enumerando le minacce che incombevano sul continente. Alcune da imbrigliare e fare proprie. Altre da estirpare, dato che la vittoria deve essere assoluta e mai condivisa. « Null'altro che pedine sulla scacchiera della mia eternità, dove non giocherò alcuna partita monotona. »

    La sua voce, priva di alcun accento, portava con sé la forza di smuovere monti e prosciugare torrenti.

    « Per questo sono qui: per cambiare il futuro del continente. Per verificare se, qualora sorretto dal potere del Flagello Immortale, l'uomo cui appartiene il sogno scolpito nella mente dello Yotsuki... »

    fairy_tail_161622_Copia

    « ...abbia la forza per renderlo realtà. »

    Con un gesto indicò all'uomo in armatura la stanza in cui si trovavano.

    « Donde la mia richiesta di un luogo davvero schermato, non solo da orecchie indiscrete. »

    Il significato di quelle parole era chiaro: l'Immortale si aspettava di essere condotto in un'arena in grado di contenere anche un terremoto o un'eruzione vulcanica.

    Si piegò in avanti e guardò il Garth dritto negli occhi, come pochi avevano probabilmente mai fatto.

    « Fammi vedere quanto vali. »

    OFF GAME

    Jeral, Flagello Immortale

    Nukenin S | Energia Nera


    Vitalità: 20/20
    Danni: /
    Status: /
    Buff: Rigenerazione x5 (Vitalità ed Energia Vitale);
    Rigenerazione x 1.5 (Chakra)
    Chakra: 1345/1500
    Spese di Chakra: /
    _________________

    Angolo Commenti

    :guru: :guru: :guru:

     
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    Parlava con tono aulico e a tratti mellifluo il giovane ragazzo senza patria. Giovane, non per l'aspetto (che Aloysius sapeva bene quanto potesse essere menzognero), ma per l'enfasi ed il contenuto che metteva in quelle frasi. Traboccava di impeto e di desiderio di vedere avverati i suoi sogni, il Mikawa lo vedeva lampante dentro quegli occhi folli.

    Nulla, però, che l'ora Kage del Suono non avesse già sperimentato personalmente.

    ggox9Et

    “ E cosa vorresti valutare? Se posso chiedere... “

    Il chakra divampò in un stante piantando il Flagello alla poltrona, come se una forza insormontabile, quella leggendaria del Garth, lo stesse schiacciando al suolo. Un tarlo, anzi, una sensazione primigenia e praticamente dimenticata da Jeral si annidò nella sua mente e nelle sue membra...il ricordo del periodo mortale avrebbe lo avrebbe ricondotto ad un periodo passato dove era ancora in grado di provare terrore. Si, in quel frangente avrebbe riscoperto la paura [Osore No Ki (Non mi Fai Paura) -> Efficacia 30]. Quindi avrebbe ribadito il discorso:

    “ Se stai pensando alla mia forza o alla mia risolutezza, allora non hai raccolto bene informazioni sul mio conto.”

    La poltrona sulla quale il nukenin sedeva iniziò a perdere il suo colore e la sua forma fino a diventare un cubo di freddo sangue, smascherandone le sue vere sembianze. Una piccola trappola pronta ad esplodere a comando e piazzata con largo anticipo dal boss (preparatosi ad ogni evenienza e a qualsiasi genere di ospite) [Tranello Sanguigno (Impronta Oscurità, Ninjutsu Perfette, Ninjutsu Inarrestabili) + Trappola Camuffata + Manipolazione della Forma + Bombacarta liv III, Pot 70 + 70]. E ancora, incalzandolo senza pausa:

    “ Oppure sono io mio intelletto e le mie capacità di comando a destare il tuo sonno? Come se pensassi che queste generiche precauzioni possano funzionare nel tuo caso specifico...“

    Fissava il Flagello dritto negli occhi serio ma tutt’altro che turbato mentre continuava a far roteare il manico della katana tra pollice ed indice permettendo alla punta acuminata di scheggiare il pavimento senza però preoccupartene. Ovviamente, qualora Jeral si fosse mosso dalla sua seduta la trappola sarebbe davvero scattata agendo prima a contatto e poi ad area, investendo anche parte della stanza e distruggendone diversi arredi, mura e pavimento. In ogni caso, Diogene, il quale era comodamente seduto poco oltre il limite del possibile raggio di detonazione, non si sarebbe mosso dalla sua postazione continuando a parlare:

    “ Se non è il Kokage che stai cercando allora ti trovi nel posto sbagliato. Ciò che hai visto nella mente di Doveraux appartiene ad un tempo passato, quando un acerbo Aloysius si era convinto di poter cambiare il mondo attraverso la sua visione. “

    Lo disse forse non così convinto e con un pizzico di rimpianto, qualcosa che probabilmente Jeral avrebbe colto nelle grinze della voce del Colosso. L’Impero del Suono era avvenuto prima degli accadimenti di Kumo, del Gelo e dell’elezione, prima di Khorne. Diogene era stato segnato non poco da tutto ciò e inevitabilmente le sue priorità erano cambiate: con tutti questi nemici alle porte come avrebbe potuto garantire l’integrità di un movimento espansionistico? Lui che fini ad un mese prima non era in grado di occuparsi anche di se stesso?

    “ Le tue azioni ti qualificano come uno dei ninja più forti del continente, su questo non ci sono dubbi. Entrare ad Oto e venire qui da me ne è la prova lampante. Ma in questa complessa guerra dove le alleanze sono fragili e i nemici troppi la semplice forza non basta. Kiri al tempo era molto debole, è vero, ma non così tanto da essere penetrata come burro da un invasore: eppure Cantha li ha sbaragliati semplicemente con i numeri, ostentando la loro capacità schiacciante nel farlo. Quell'evento, del quale ne pianificavo la fattibilità da anni, mi ha aperto gli occhi: Shiro muove l'armata più imponente che si ricordi a memoria d'uomo...a questo cosa può rispondere il Flagello Immortale? Non hanno fatto terra bruciata di quelle lande per mero diletto; tu quanti soldati credi di poter far fuori prima che le energie ti vengano meno?
    Gli Assi poi, posso solo immaginare la masnada di nukenin che negli anni alcuni di loro possano aver riunito sotto il proprio seme...si, anch'io conosco parte della struttura di Ame, il nostro comune amico me ne ha parlato. Saresti in grado di passare su tutti quei corpi senza puntare direttamente alla testa del mostro? E, parlando di mostri, vogliamo ragionare sull'insensatezza delle Armi di Iwa? No...Flagello...qui non si parla dei singoli, o meglio, non della forza dei singoli. "


    Aloysius non stava facendo altro che sottoporre gli stessi dubbi che pian piano si erano accumulati nel tempo nella sua mente al suo interlocutore. Aveva iniziato a guardare l'ospite con aria divertita, come se parlare di quelle cose avesse risvegliato in lui un vecchio prurito...e poi c'era una cosa che continuava a ronzargli in testa: più osservava quel volto tagliato dal nero cappuccio, più il ricordo di Yashimata, della sua follia e dei suoi ideali, gli tornava alla mente.

    " L'immortalità è cosa ben diversa dall'onnipotenza e, anche se a dividerci c'è (per forza di cose) una diversa concezione del tempo, la tua esperienza non ti ha ancora portato al punto dove sono giunto io. Portami un tuo villaggio di ninja e combattenti, numerosi, fedeli e ben addestrati, e poi si potrà iniziare a parlare di guerra. "

    Rimase seduto, le chiacchiere non erano ancora finite.



    CITAZIONE
    OT/ Nel post precedente ho mensionato ad alcuni “preparativi” fatti da Diogene, senza però entrare nel dettaglio in quanti avrebbero levato l'effetto sorpresa. Dopotutto sei nella casa/covo di Genuccio! Ovviamente considero il chakra consumato. /OT

    Chakra usato: 60 + 60 Aura + 40 Tranello+ 10 Trappola Camuffata + 10 Manip. Forma =180/1250
    Vitalità rimanente: 27.5/27.5


    Edited by DioGeNe - 11/12/2019, 02:10
     
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    Quando lo spirito combattivo del Garth, risvegliato dalla presenza soverchiante del Flagello, lo portò a immettere il proprio chakra oscuro nell'etere, l'Immortale avvertì per un attimo il battito cardiaco aumentare, ma un istante dopo gli effetti di quella che subito riconobbe come una semplice illusione - per quanto eseguita con un certo talento, se era stata in grado di turbare il suo chakra - sparirono come neve al sole, lasciandolo imperturbato il suo quieto sorriso di divina intoccabilità [Scintilla DivinaConverto Status Medio a Leggera alla Vitalità.

    Scintilla Divina: L'utilizzatore non invecchia ed è immortale. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altro ninja: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero in un danno ½ leggero alla vitalità, uno status Medio in danno leggero, uno status Grave in medioleggera; sono esclusi Semiparalisi, Intralcio e avvelenamento. La rigenerazione di vitalità ed energia vitale è moltiplicata per il livello della tecnica speciale posseduto. Qualsiasi danno verrà normalmente rigenerato se le parti congiunte e non presenti elementi esterni (armi e simile). Scintilla Divina è un'abilità sempre attiva.
    ]
    .

    Ma l'uomo in armatura cremisi non aveva terminato la propria manifestazione di forza: con un pensiero sciolse un jutsu preparato in precedenza, rivelando la natura di trappola del mobile dove l'Immortale si era accomodato. In quegli attimi, il Flagello notò che gli occhi del Garth avevano finalmente perso parte della compostezza forse forzata che avevano avuto quando l'aveva accolto, nonostante una parte di lui probabilmente non vedesse l'ora di vendicare l'affronto subito in passato all'East Gate. Di nuovo, egli rimase comodamente rilassato sul cubicolo sanguigno, senza mostrare alcun cenno di disturbo per il fatto di trovarsi seduto su cartabombe e materiale organico che il suo interlocutore poteva controllare a volontà.

    « ... »

    Ascoltò il comandante militare del Suono rinnegare, con poca convinzione in verità, la visione di grandezza che il Flagello aveva scorto nella mente del piccolo Yotsuki. Nel pieghe nel volto del gigante si erano fatte più pesanti mentre faceva quell'affermazione, come se un grave fardello gli impedisse di spiegare le ali e volare verso i cieli che desiderava solcare. In quel momento, se avesse avuto un cuore umano, il Flagello avrebbe potuto provare sincero compatimento per le pene di un uomo superiore alla moltitudine delle formiche che lo circondavano, eppure apparentemente vinto dal peso complessivo di queste.

    Quando però poi egli si prese la briga di circostanziare le sue preoccupazioni, parlando dell'assalto di Cantha, delle armate della Pioggia e delle Armi di Iwa, la reazione del Flagello fu diversa.

    EnStgpw

    « GWAHAHAHAHAHAHAHAH! »

    La fragorosa risata in cui il tetro pellegrino eruppe non era beffarda, ma empia e tronfia.

    « È proprio questo il punto, Mikawa. »

    L'uomo aveva centrato uno dei pilastri che sorreggeva il più grande inganno della storia militare del continente, il quale a sua volta oscurava una semplice e grande verità dell'arte della guerra: un soldato addrestrato vale più di decine di braccianti con in mano una picca. Un antico re di una remota terra una volta era stato supremo interprete di quella nozione, arrestando per tre giorni un'armata di formiche con trecento draghi al suo comando.

    « Solo chi detiene un potere tale da soverchiare i limiti dell'immaginazione può scardinare i cancelli che rinchiudono i comuni mortali e determinare l'avvento di un nuovo ordine

    ITACHI

    . »


    Il chakra dell'Immortale continuava ad essere sigillato. Il suo corpo non riluceva dell'energia sottratta al mondo naturale.

    Eppure, mentre pronunciava quelle parole, egli radiava potere.

    « Le armate si piegano o si spezzano, Mikawa. Pochi minuti fa ero alle soglie del Suono e ora sono qui, davanti alla testa del mostro. Davvero credi che non sarei in grado di fare lo stesso nella maggioranza delle alte corti che ti occupano la mente? »

    Ame, Kumo... il Flagello si muoveva in modi misteriosi, ma se avesse voluto avrebbe potuto sferrare un attacco mortale a quei poteri senza dover nemmeno passare dal cancello principale. Senza contare che, in ogni caso, Ame, con tutti i suoi soldati e le sue truppe, sarebbe davvero stata sua, anche se non era quello il punto.

    « Non è il tuo acume che mi preoccupa, come il mio non dovrebbe preoccupare te. », precisò, osservando il Kage in armatura con occhi che scintillavano di una naturale intelligenza oscuraIntuito: Nera+3 naturale; Specializzazione Stratega.. « Si tratta, semmai, di una questione di vedute. »

    Era un problema comune; lo stesso Rittoru era caduto in quell'errore, pur dall'alto del suo intelletto e della sua prospettiva immortale: molti si limitavano a ritenere il Flagello Immortale come uno dei guerrieri più pericolosi dell'intero continente, fallendo così di scorgere che egli era qualcosa di più. Come il Kokage aveva sapientemente notato, l'immortalità era cosa diversa dall'onnipotenza. Ma la prima non era che un biglietto da visita per il Flagello, e la seconda descriveva molto da vicino l'estensione dei suoi poteri.

    « Se non conosci la verità riguardo al Cratere della Morte o alla sconfitta della Divinità Spezzata, se le tue spie hanno fallito nel circostanziarti l'obliterazione di Himotara, se ignori la causa primigenia della desolazione nel Gelo... », disse, limitandosi a rammentare alcune delle cicatrici con cui aveva deturpato il continente, « ...posso tentare di ammazzarti qui e ora. », propose, conciliante.

    Inclinò il capo di lato di qualche grado, come se stesse ammirando un dipinto che solo lui era in grado di vedere.

    « I tuoi migliori soldati sarebbero ridotti in luridi ammassi di carne senza forma prima di rendersi conto di cosa è accaduto. Le successive ondate vedrebbero le proprie ossa spezzarsi per un mio capriccio e le loro menti collassare sotto il peso della mia volontà. Oto intera cadrebbe. Allora, circondato dell'ineluttabilità della morte di tutto ciò hai speso una vita a costruire e proteggere, comprenderai di cosa parlo. »

    jpg

    « Allora comprenderai il Flagello Immortale. »

    Come doveva essere, per un uomo di potere e violenza come il Garth, avere a che fare con un individuo dotato di poteri sconosciuti che si presentava alla sua porta e pronunciava simili frasi? Soprattutto, come doveva essere, considerato che egli aveva la forza per sostenere ogni singola affermazione che gli usciva dal riparo dei denti?

    Levò la mancina, come a presentare un'altra strada.

    « In alternativa, puoi avere fede nella grandiosa visione del mondo cui aspiravi e cercare di convincermi che la tua forza valga il mio tempo. »

    Riportò la testa perfettamente diritta, scrocchiando il collo nel processo.

    « In proposito, peraltro, come avrai notato ho concesso alla tua illusione di turbare il mio chakra senza reagire. Ciò in segno di apprezzamento della maturità di giudizio che hai dimostrato accogliendomi. Nondimeno, interpreterò la prossima ostilità come un invito a illuminarti in questa sede. »

    Un attimo di pausa per dare enfasi alla serietà di quelle parole, poi l'Immortale levò anche la mano destra in un gesto simile.

    « In ogni caso, Mikawa, mi aspetto che un uomo nella tua posizione non abbia omesso di considerare il corrispettivo che pretenderò se la trattativa andrà a buon fine. »

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    Angolo Commenti

    In due dei quattro eventi che ho citato eri tu il master, quindi dovresti sapere di che parlo! XD
    Per gli altri due, in caso di dubbi scrivimi che ti mando i link.

     
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    " Forse Ukitake potrebbe aiutarci a sbloccare questo stallo..."

    Un uomo dai lunghi capelli bianchi non tardò a bussare alla porta. Aveva in mano un grosso tomo, dalle cui pagine si vedevano uscire fogli di appunti; era chiaramente uno studioso oltre che uno degli uomini fidati di Diogene. Posò l'oggetto di desiderio sulle gambe del Kage e, dopo un piccolo inchino nei confronti dell'ospite, uscì dalla stanza. Come avesse fatto a farsi trovare pronto era un mistero ma l'occhio attento di Jeral avrebbe potuto intravedere un simbolo pulsante sull'avambraccio del gregario, parzialmente nascosto dal lungo kimono.

    " Leggere nella mente di due tra i più importanti ninja della foglia del recente passato mi è stato molto utile per ricostruire il tutto; Iron Tobi Inuzuka e Keita Kitase, baluardi del credo Accademico e di un villaggio all'apice della sua potenza. Siamo nell'anno 30 dopo la fondazione e già si parla di un giovane rampollo tra le file degli Hyūga Ichizoku, il clan più prestigioso dell'intero villaggio; un ninja della luce, a cavallo di fiere creature alate, figlio di un credo, brillante e destinato a prendere le redini del dōjutsu più antico. Un anno dopo, quello shinobi salva il clan dalla rovina e l'intero villaggio ne elogia le gesta...ormai sembra essere tutto deciso per il futuro del Fiore Lampo della Foglia. "

    I2TcH0f

    Aveva girato man mano le pagine del libro, ripercorrendo attraverso immagini e scritte quella storia dimenticata dai più. Frammenti di informazioni impossibili da reperire se non da ninja di Konoha ben addentro alle dinamiche accademiche in quel periodo...Aloysius non ne poteva essere certo ma, consapevole di ciò, andò avanti nella sua ricostruzione con il suo solito fare deciso:

    " Ed ecco che sopraggiunge l'arresto. I sogni di prosperità del clan svaniscono insieme alla scomparsa del designato erede; provano a tenere nascosta la notizia ma l'informazione è destinata a trapelare. Quel nome non appare più nelle missioni accademiche, nei combattimenti in arena e nei corsi che aveva iniziato a tenere per le nuove matricole. L'alleanza che ancora vige tra i Quattro permette a noi Jonin di leggere i rapporti di missione, come gli schedari dei Villaggi e i progressi dei ninja che li compongono."

    L'illusione, usata come semplice monito per far intuire il livello di rischio nel quale il Flagello si era infilato, era stata sciolta da un po ormai e anche la trappola, rivelatasi come sua seduta, disinnescata. Diogene non aveva intenzione di combattere, non in quel momento, non in quel posto; c'era ancora spazio per le parole in quella faccenda e le avrebbe usate fino all'ultimo prima di dare ascolto al combattente che stava disperatamente tentando di squarciargli il petto.

    " Tengo d'occhio tutti i ninja di rilievo noti al mondo Accademico e non e devo ammettere che non sono poi molti i casi di sparizione permanente: in genere, prima o poi, questi riappaiono nel flusso degli eventi a seguito di una cattura, nel caso più comune, oppure si dichiara il decesso passati anni dal mancato ritrovamento.
    L'evento che ha fatto riaprire il fascicolo dedicato al ninja di cui ti parlavo risale proprio agli eventi del Gelo; il famoso volantino di cui ti parlavo, la prova visiva e tangibile su larga scala dell'esistenza e della pericolosità di una persona vera dietro il nome del Flagello Immortale.
    La sperimentazione è partita in quell'esatto momento. Saprai che ad Oto in quanto all'uso del bisturi e alla conoscenza degli effetti del chakra sul corpo umani non abbiamo rivali; reperire due ragazzi con le giuste caratteristiche anatomiche non è stato facile ma Eiatsu [Eliminatore di Cadaveri, Conoscenza Chirurgica Estetica] sa essere molto efficiente quando vuole: avevamo ora l'immagine del Prima, presa dagli annali degli archivi Accademici, e quella del Dopo. "


    Avrebbe quindi girato l'ultima pagina per mostrare i corpi dei due cadaveri menzionati con il dettaglio sul volto.

    " Noi ci siamo già incontrati, dieci anni or sono, alle soglie del Gan-Ken. Tu eri Vergil Hyūga. "

    Lo sguardo del Kokage stava penetrando nell'animo di quella figura incappucciata alla ricerca di un qualcosa che era stato perduto o forse addirittura dimenticato dallo stesso nukenin. Avrebbe assaporato la reazione del Flagello, la prima, quella più spontanea e profonda, l'unica in grado di fargli intuire la verità. Quindi avrebbe continuato, senza permettere al ricercato di classe S di rovinare quel momento:

    " Se hai ancora dubbi su quanto in profondità arrivi la mia rete di spie ti esorto a ricrederti. Io so cosa puoi dare alla visione che ti ha mostrato Doveraux; so quanto velocemente potresti far progredire l'Impero di Oto. Avevo già inserito la tua variabile nella complessa equazione che regola la vittoria o la sconfitta di una guerra su larga scala; ho pianificato intere invasioni con te al comando di una flotta volante, realizzabile dall'unico uomo in grado di esaudire i miei desideri.
    Ma quegli studi erano sbagliati, corrotti dal più comune errore che un studente più compiere: non avevo finito di studiare l'intero libro, non conoscevo davvero il mondo oltre il mio controllo."


    Stava parlando molto, più di quanto era solito fare, ma la posta in gioco era alta ed il suo interlocutore meritevole di dettagli di difficile comprensione anche per i suoi collaboratori più brillanti.

    " Tu però sostieni che i singoli possano cambiare da soli il corso della storia. Ebbene, dimostramelo. "

    Davvero Aloysius stava mettendo nuovamente in discussione il punto fermo cui era giunto dopo tutti questi anni? Possibile che quell'esile ragazzo avesse il carisma per far dubitare l'esperto generale delle sue convinzioni? Se fosse stato davvero lui il fautore del Cratere della Morte e l'artefice della dipartita della Divinità Spezzata sì, non ve ne erano dubbi: si trattava di imprese fuori dalla portata di Aloysius, fuori dalla portata di qualsiasi altro ninja. Nascose il suo stupore per tali rivelazioni ma si poteva evincere dal suo cambio di posizione che esse avevano in qualche modo riacceso quel focolare rivoluzionario nascosto nei meandri del suo essere.

    " Che senso avrebbe combattere tra noi? Non esiste nel Suono un luogo capace di confinare il nostro vero potere...se è quello davvero quello che vuoi vedere. L'aria verrebbe squassata da jutsu di inimmaginabile potenza, il cielo stesso inizierebbe a piangere con lacrime di sangue e la terra tremerebbe: il vero Demone che alberga in ciascuno di noi non può passare inosservato e ci troveremmo tutto il villaggio tra i piedi.
    La mia proposta è più pratica e va dritta al punto."


    Smise infine di giocherellare con Mumei; con un brusco movimento, fece cadere il tomo a terra e si alzò dalla sua comoda seduta, sovrastando l'interlocutore con la sua imponente stazza:

    " Nei meandri di Oto, in un luogo ignoto persino a me, è custodito lo Yonbi, recuperato dal deserto dell'Anauroch e confinato nella sua reliquia. Aiutami a trafugarlo e usiamolo come arma contro Kumo. Noi due da soli contro un intero Paese.

    Che ne dici, Flagello, è questa un'impresa degna di un Dio? "


    cQY5MOQ



    CITAZIONE
    OT/ Ricostruire la storia del tuo pg è stato interessante, ho ripescato giocate davvero ancestrali ahahha
    Vediamo Jeral cosa dice alla controproposta :guru:/OT

    Chakra usato: 180/1250
    Vitalità rimanente: 27.5/27.5


    Edited by DioGeNe - 14/12/2019, 14:39
     
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    I due nomi che uscirono dalle labbra del Kokage risuonarono vuoti e privi di significato alle orecchie dell'Immortale. Fermo nella sua poltrona non più sanguigna e libero dall'illusione del Garth, che doveva aver colto il suo messaggio, egli ascoltò quest'ultimo ripercorrere una storia antica, che un tempo era sulla bocca di tutti e che ora pochi cantavano ancora. Nell'udire la menzione del Fiore Lampo, il Flagello divenne ancora più immobile. Il suo ghigno si spense, e la sua presenza si fece se possibile ancora più nera. Una voragine silenziosa in grado di divorare ogni cosa di vivo, naturale e gioioso.



    « ... »

    I suoi occhi scintillanti erano fissi sull'uomo dall'armatura cremisi, che leggeva il libro in grembo portato dal suo servo quasi come fosse una fiaba serale. Il suo scopo era palese: stava ostentando la capacità di ricerca della sua rete, come egli stesso confermò. La parte meno ovvia giunse qualche istante dopo, quando egli menzionò un certo Eiatsu e mostrò al Flagello due cadaveri: uno con fattezze del tutto simili a quelle dell'odioso spirito dagli occhi bianchi (che a sua volta emulava le sembianze di Vergil Hyuga) ed uno con fatezze altresì simili a quelle dell'Immortale stesso.

    Quando il Garth diede voce alla conclusione che aveva tratto, il Flagello si limitò a continuare a fissarlo dritto negli occhi. Il suo cuore non perse un colpo, nè la sua postura si modificò. Il Kokage comprendeva la potenza della teatralità, ma l'Immortale era un maestro in quell'arte e non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione. Dopotutto, si trattava di un argomento che aveva già affrontato durante l'avventura nella Colonna Evanescente. Inoltre, a prescindere dal fatto che la soluzione fosse fondamentalmente scorretta in sé, il Mikawa non aveva prove, e lo sapeva. Tutto quel discorso era basato su alcuni vecchi documenti accademici, un bisturi e un azzardo motivato dall'unico scopo di scrutare il volto del Flagello e tentare di scorgere una traccia di qualcosa. Ma il Kokage sarebbe rimasto a bocca asciutta, giacché il Flagello ben aveva compreso il suo gioco.

    Nondimeno, quando il condottiero del Suono proseguì, la musica era cambiata. Non aveva reagito in modo particolare alla menzione di alcune delle imprese dell'Immortale, ma non ve n'era bisogno: una nuova linfa vitale sembrava scorrere nel sogno dell'Impero. La fenice era perita, ma dalle ceneri un nuovo volatile di fuoco aveva preso vita ora che la mente del Garth stava accarezzando con mano la possibilità che i venti dell'urgano eretico soffiassero nella sua direzione. A quanto pareva l'uomo con la benda aveva immaginato un simile scenario per anni, progettando assalti guidati dal Flagello mentre ne seguiva da lontano le imprese, così come l'Immortale aveva fatto da quando aveva appreso della sua esistenza durante la caduta dell'Uomo di Ferro.

    Il Garth era dunque disposto ad aderire alla filosofia dell'Immortale. Confessò di non disporre di un luogo in grado di contenere i suoi poteri e quelli del suo ospite, disegnando uno scenario dove il cielo stesso avrebbe pianto sangue. Quell'immagine piacque all'Immortale, il cui istinto, però, quando l'altro si sollevò in tutta la sua considerevole altezza - superiore persino a quella del Flagello - e formulò una proposta che avrebbe normalmente catturato l'interesse del tetro pellegrino, colse una distonia nelle parole del condottiero del Suono. Qualcosa non tornava, e non si trattava della rivelazione del fatto che lo Yonbi fosse stato nuovamente sigillato dopo che Jeral l'aveva liberato.



    « Chi ti spaventa? »

    Come poteva il capo militare di uno dei quattro villaggi armati dell'Accademia non conoscere il luogo di Oto in cui un Demone Codato spettante alla Sabbia era stato nascosto? Se era senz'altro vero che il Flagello avesse dei segreti, l'uomo davanti a lui ne era pieno. La menzione, circa un minuto prima, di un "quattrocchi poco incline al dialogo" che, se avesse scoperto la sua presenza, avrebbe sfondato il tetto della dimora del Kokage assieme a delle creature rettiliformi gli era parsa bizzarra - come poteva qualcuno agire in tal modo contro il proprio condottiero? -, ma aveva scelto di ignorarla. Dopotutto, oltre che per la crudeltà, i ninja di Oto erano rinomati per la stranezza delle loro arti e per le mille sfaccettature della loro personalità. Nondimeno, le stranezze erano ora troppe.

    Che lo scranno dell'uomo cremisi non fosse poi così saldo?

    Una simile circostanza avrebbe fatto una pessima impressione sul Flagello: come avrebbe potuto scegliere di prestare i propri poteri alla causa di un uomo che non riusciva nemmeno a regnare supremo in casa sua? Come avrebbe potuto un simile individuo creare un impero il cui stendardo facesse ombra da un capo all'altro del continente? Ma, soprattutto - pensò il tetro pellegrino, fissando dritto negli occhi il Garth - se tali erano le circostanze, come poteva pensare il suo interlocutore di manovrare l'Immortale per rimuovere un ostacolo... e sopravvivere per anche solo averlo pensato?

    « Non mi deludere, MikawaAttivazione Chakra Eretico V.

    Chakra Eretico
    Kinjutsu di Flagello Immortale

    Ad Attivazione
    La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione. L'attivazione richiede un consumo Medio di chakra. Puo' mantenere la tecnica attiva per 3 round ogni livello dispari nella tecnica speciale posseduto.
    [L'attivazione richiede slot tecnica]


    Caratteristica dei Portatori: Chakra Aumentato (+25%)


    Scintilla Divina: L'utilizzatore non invecchia ed è immortale. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altro ninja: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero in un danno ½ leggero alla vitalità, uno status Medio in danno leggero, uno status Grave in medioleggera; sono esclusi Semiparalisi, Intralcio e avvelenamento. La rigenerazione di vitalità ed energia vitale è moltiplicata per il livello della tecnica speciale posseduto. Qualsiasi danno verrà normalmente rigenerato se le parti congiunte e non presenti elementi esterni (armi e simile). Scintilla Divina è un'abilità sempre attiva.
    Flagello del Mondo: L'utilizzatore può Corrompere ninjutsu senza mantenimento o costrutti di tecniche speciali tramite uno slot azione/tecnica. Per Corrompere è necessario il contatto diretto o con uno dei propri ninjutsu all'interno del raggio d'influenza. La potenza della Corruzione è pari a 10 ogni consumo ½ Basso impiegato. Una tecnica Corrotta viene ridotta di potenza; se azzerata la potenza, non produce effetti. La potenza della Corruzione contro oggetti e strutture è aumentata (x2); non aumenta il danno verso le persone. Alla disattivazione, deve aspettare almeno 1 round prima di riattivare la tecnica speciale. Gli animali tenderanno ad evitare le zone corrotte e, in generale, ad essere ostili all'utilizzatore. Flagello del Mondo provoca piacere all'utilizzatore.
    Chakra Eretico: L'utilizzatore può sfruttare il Chakra Eretico per 1 slot tecnica, aumentando la potenza di una tecnica di 5 per ogni consumo ¼ Basso impiegato. Per ogni livello pari della tecnica speciale, le dimensioni delle ninjutsu potenziate sono aumentate del 50% per Emissioni o di una Categoria Dimensionale per Costrutti.
    Reame Eretico: L'utilizzatore può ridurre la potenza di Flagello del Mondo per creare un campo di energia di raggio pari a 1.5 metri ogni 5 di potenza sacrificata. Il Reame Eretico ridurrà la Velocità di oggetti e persone o i Riflessi delle persone presenti all'interno, utilizzatore escluso, di 1 tacca ogni 5 di potenza sacrificata. Ogni 5 di potenza sacrificata riduce di 1 tacca la statistica scelta e costa un ¼ Basso. Creare e mantenere il Reame Eretico richiede uno slot tecnica/azione.
    Livello V (Jonin Nera)
    • Flagello del Mondo ha raggio pari a 30 metri.
    • Flagello del Mondo ha potenza massima pari a 60.
    • La potenza massima concessa dal Chakra Eretico è pari a 30.
    • Reame Eretico ha malus massimo pari a 6 tacche.
    • L'utilizzatore guadagna 15 bassi temporanei di chakra.
    . »


    Disse il Flagello, e la sua voce era sepolcrale.

    Il legno tutto attorno iniziò a annerire e scricchiolare. Le raffinate librerie iniziarono a collassare su sè stesse. La pietra stessa del camino e delle mura sembrò riempirsi di piccole crepe. Anche senza essere un sensitivo, trovandosi a distanza zero il Garth avrebbe potuto per la prima volta percepire l'entità e la natura del chakra del Flagello Immortale.

    « Di fronte al significato della mia presenza qui nel cuore pulsante del Suono, mezze verità mascherate con visioni di gloria sono un insulto. »

    Sputò l'ultima parola con disprezzo.

    « La fantasia di poter manipolare il Flagello Immortale che hai intrattenuto per tutti questi anni è frutto dello stesso errore che ti ha portato a delirare su quel clan della Foglia: pretendi di misurarmi con il metro che useresti con qualsiasi altro individuo di raro potere che ti trovassi a dover gestire. »

    Come gli aveva già fatto notare, si trattava di un problema di vedute: il Flagello era venuto con sincerità alla porta del Kokage, che, però, sembrava averlo accolto solo come una pericolosa risorsa da manipolare. Senza dunque alcun reale rispetto, o sincera considerazione di ciò che sarebbe potuto essere se egli avesse abbracciato completamente il suo sogno di grandezza, sospinto del vento eretico dell'Immortale.

    Con un gesto elegante della mano indicò al Kokage la poltrona che aveva abbandonato, invitandolo a tornare seduto.

    « Concordo sulla convenienza di non attirare attenzione, ma un duello rimane necessario: all'altezza cui entrambi leviamo, è l'unico modo per comprendere la natura dell'altro e, dunque, porre solide basi per il dominio del continente. »

    Lasciò quelle parole aleggiare nell'aria come una sentenza, ma di cui l'altro avrebbe forse potuto percepire la natura sincera: non si trattava tanto di una costrizione, quanto del modo migliore che il Flagello conosceva per comprendere la natura di uno di quei rari mortali di cui valeva la pena ricordare il nome.

    « Dopo che avrai risposto a dovere alla mia domanda, seguimi. Ti condurrò al di fuori dei confini del Suono fino ad un luogo dove saremo liberi di modificare la mappatumblr_m5opbtJnDx1qa5ii7 drasticamente. Una volta lì, dammi battaglia per dieci minutiPropongo un combattimento alla morte della durata massima di 3 round, senza contare qualsiasi preparazione vorrai predisporre (per cui avrai tutto il tempo). Se nessuno dei PG schiatta allo scadere del terzo post attivo, il combattimento terminerà (a meno che entrambi non siamo d'accordo sul contrario). In questo modo niente inizi o finali blandi: solo mosse serie con potenziale bellico al massimo :guru:. A quel punto, se sarai ancora vivo, ergendoti nel fulcro dell'uragano e tra la furia degli oceani... »

    Levò una mano in un gesto di dominio.

    NctiSxR

    « ...comprenderai davvero il valore di un'alleanza con il Flagello Immortale. »

    Demoni Codati, Ame, Kumo, Cantha. Tutto sarebbe potuto essere nel palmo della loro mano.

    OFF GAME

    Jeral, Flagello Immortale

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    Rigenerazione x 1.5 (Chakra)
    Chakra: 1315/1500
    Chakra Eretico: 150/150
    Spese di Chakra:

    -1x Medio (30)[Attivazione Chakra Eretico V]
    +1x Titanico (150)[Chakra Eretico Extra]

    _________________

    Angolo Commenti

    A te la palla :guru:

    Per gli altri lettori: ho concordato con Gene di non editare per la questione dell'illusione (motivo per cui mantengo il danno alla Vitalità).

     
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    Di chi hai paura...di chi hai paura, Aloysius?

    Dax1wFu

    Sarebbe stato meglio chiedere di Cosa egli avesse davvero paura. Perché Aloysius Diogenes Mikawa non sapeva più cosa fosse da tempo ormai...si era nascosto dal mondo per così tanto tempo, crogiolandosi in un'oscurità che aveva imparato a chiamare casa ma che non lo faceva affatto star bene. Odiava essere debole, debole per non essere riuscito a controllare cosa fosse diventato nella sua disperata corsa al potere, debole per non essere riuscito a realizzare i suoi sogni, debole per non aver convinto Oto a seguirlo. Capo di un clan senza eredi per tramandarne i segreti, di un manipolo di uomini cui aveva deluso le aspettative, di un villaggio che ne aveva riconosciuto la leadership con mille dubbi e restrizioni. La più grande di queste prendeva il nome di Febh Yakushi. Era di questo avevo paura il Colosso del Suono? Di un jonin accademico, praticamente impossibile da ammazzare, in possesso di così tante conoscenze da non essere riuscito a vederle tutte in anni di attività? No, non era questo il punto. Era del ragazzo di cui aveva imparato a fidarsi, dell'amministratore che aveva tenuto in piedi la baracca in sua assenza, del salvatore che lo aveva fatto tornare alla luce dalle tenebre di Khorne che Aloysius aveva terrore. Ovvero di come avesse permesso ad una persona di avvicinarsi alla definizione più comune di amico che il Colosso avrebbe mai potuto dare.

    E quindi del fatto che i loro ideali fossero così diversi.

    wIyI4EA

    Rimpiangeva i tempi in cui le sue aspettative erano così alte da generare visioni ambiziose ed utopiche ma che nessuno, nemmeno se stesso, gli avrebbe chiesto di renderle reali poiché semplicemente non ne poteva ancora essere in grado. Poi la forza sopraggiunse e il fallimento divenne una reale possibilità; si scontrò con le difficoltà di un mondo affollato di problemi, di natura anche più grande di lui e d'un tratto id desideri di conquista ritornarono nell'iperuranio, lo stagno delle idee da cui un acerbo Diogene era solito pescare. In pratica si era adeguato a quella nuova visione di sé e dei suoi piani che il mondo gli aveva detto di assumere, passando dal Dio all'uomo, dall'Impero al Villaggio, dall'invincibilità al mero terrore.
    Aveva mostrato una fessura della cinta muraria che avvolgeva la sua figura e il Flagello era stato bravo ad infilarcisi, rivelandone la natura di voragine. In quel frangente vide chiaramente quanto fosse flebile la sua scintilla in confronto a quella del nukenin.

    Jeral aveva il fuoco che aveva perduto ad alimentare le sue azioni, lui era ancora il proprio Dio e i suoi sogni le proprie azioni.

    L'intera villa iniziò ad annerire e sgretolarsi sotto il peso dell'aura maligna del nukenin. Di Vergil non vi era più traccia, nemmeno nel profondo del nuovo essere figlio dell'oscurità. Lo scontro era inevitabile perché così il Flagello aveva deciso, emanando la sua sentenza.

    " Noi siamo abitanti del Suono! Noi non ci facciamo minacciare dal primo estraneo che passa! Se dovete aver paura di qualcuno o qualcosa allora abbiatene della mia collera, perché giuro oggi che il Flagello la pagherà! Vedremo se l'appellativo di Immortale è leggenda o verità! " Quelle parole gli rimbombarono nella testa svegliandolo dal baratro dove stava nuovamente per tornare; il ricordo del giorno più umiliante della sua vita accese improvvisamente quel focolare come se lì a canto a lui ci fosse il giovane Doveraux a richiamarlo all'ordine. Non c'era nulla da pensare a riguardo, nessuna delle cento altre ipotesi vagliate da prendere in considerazione: era giunto il momento di rompere quel ciclo di frustrazione che per troppo tempo gli aveva attanagliato mente e cuore.

    Gli altri avrebbero capito. Febh avrebbe capito. Doveva assecondare ciò che tutte le cellule del suo corpo gli stavano urlando: "vedi? Non hai paura. In queste tenebre mefistofeliche hai già fondato la tua nuova casa". Finì di bere il tè e, infine, portò l'elsa dell'arma sulla sua spalla dicendo:

    "Fai strada."

    WhO0FY2



    CITAZIONE
    OT/ Chiude qui la giocata introduttiva allo scontro, si continuerà nell'apposito topic. Un grazie a Bore per avermi permesso di aggiungere un tassello alla caratterizzazione di Aloysius. /OT

    Chakra usato: 180/1250
    Vitalità rimanente: 27.5/27.5
     
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    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Da quando ero arrivato a Oto c'era una cosa che volevo fare molto, ma che alla fine dei conti non avevo fatto: conoscere il Kokage, il ninja più forte di Oto. Certo, alcuni shinobi del villaggio li avevo di già conosciuti: Kato Yotsuki, Hebiko Dokujita e Febh Yakushi. Sapevo che erano terribilmente forti, tutti e 3; sapevo anche che se loro avevano un livello così alto, anche il Kokage lo era. Anzi: era ancora più forte. Di lui sapevo poche caso eppure volevo dirgliene molte. Sapevo, innanzitutto, che si chiamava Diogene e che abitava in un'apposita Villa situata entro i confini del Suono. Non sapevo null'altro di lui e quello che gli volevo dire, probabilmente, mi avrebbe portato a un altro ampio e grande monologo. Uno di quelli che, forse, mi sarebbero potuto costare qualcosa... qualcosa di brutto. Era anche terribilmente vero che volevo fargli il mio giuramento di fedeltà e capire meglio che tipo di persona era. La prima cosa era necessaria per togliergli ogni possibile dubbio relativo alla mia fedeltà verso Oto. La seconda, invece, mi sarebbe servita per capire che direzione avrebbe preso il villaggio sotto la sua guida. Mi sarebbe servito per capire cos'aveva di diverso rispetto a quelli di Kumo, coloro che avevano ucciso il mio Kage impostando un nuovo ordine incredibilmente peggiore rispetto a quello di prima. Doveva, insomma, essere una visita informativa e non una visita di cortesia. A ciò si aggiungevano i miei problemi e quelli del villaggio. Io, infatti, volevo parlargli dei sigilli di Oto, fermo restando che non ero per niente convinto di voler richiedere a egli uno. Non solo: avevo anche bisogno di un lavoro fisso e stabile. Da quando ero arrivato a Oto, non avevo fatto nient'altro che arrangiarmi con un'abitazione casuale, senza alcun lavoro che non fosse il mio "solito" lavoro: uccidere la gente cattiva guadagnando sulle loro taglie. Tuttavia, non potevo permettermi di abbandonare Oto costantemente per andare alla ricerca di nuove taglie: per questo mi serviva un lavoro fisso. E anche una casa che fosse degna di quel nome... non un semplice baracchino in cui riuscivo a malapena ad arrangiarmi vivendo il mio primo periodo a Oto.

    E per quanto riguardava il villaggio? C'era una situazione molto disastrosa: a partire da Febh Yakushi che sembrava non fare niente proprio, a Oto regnava ciò che si poteva considerare come il Caos più totale. Poteva un villaggio di quel genere, - caotico e disordinato, - far fronte a un minaccia come quella di Kumo? Man mano che il tempo andava avanti sospettavo sempre di più che se quelli di Kumo avessero voluto attaccare Oto, avrebbe raso tutto il villaggio al suolo senza nemmeno fare molta fatica. Del resto, se gli otesi stessi si uccidevano tra di loro e non c'era una singola legge, una singola regola da rispettare in ciò che sembrava un multiorganismo composto da tantissime intenzioni e desideri, se non c'era l'unicità degli intenti, se tutti gli otesi non si muovevano come un unico pugno, come una sola spada, come avrebbero potuto far fronte alla minaccia rappresentata da Kumo?
    "Divide et Impera" – pensai avvicinandomi alla Villa in cui abitava il Kokage. Avrei bussato un paio di volte, finché qualcuno non mi avesse aperto. A quel punto mi sarei presentato richiedendo un incontro con il Kage: - «Buongiorno. Sono Tasaki Moyo, un chunin neo-otese, ma originario di Kumo e vorrei parlare con il signor Kokage se fosse possibile. Grazie. » – A quel punto il dado era tratto: non restava che vedere cosa avrei ricevuto e cosa avrebbero tolto.






    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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    ::: Qualche settimana prima, in un antro di Villa Mikawa :::

    Una lastra di sangue si generò tutt'intorno Harumi, impedendo alla bomba di distruggere la pozza nella quale era finita [1 SD Manipolazione, 6 Slot, Pot 60, Rif 700]. La kunoichi aveva avuto una buona idea, dimostrando grande autocontrollo e sangue freddo in una situazione critica come quella ma, forse, ancora non aveva realizzato contro cosa stesse provando ad opporsi...Khorne era nel suo dominio, rigenerato dal sangue e senza quell'odioso Mikawa a frenarlo, per quanto male ci riuscisse. Non a caso, l'attacco della genin non smosse di una virgola l'animo dell'essere, il quale vedeva nella piccola Yachiru solo uno strumento per arrivare a compiere i suoi scopi; il kunai andò a segno cogliendo impreparata la ragazzina dai capelli rosa ancora soggiogata al volere del Demone. Altro sangue venne sprecato e questo non poté che far godere la creatura immonda:


    " Io leggo perfettamente in quel tuo cuoricino insulso Jinkurichi...tu hai paura! Dammi il GATTO INFERNALE, fai che sia lui a parlare per TE! "

    alm6WHx

    Grande fu la sua delusione nel vedere come ancora fosse la ragione a governare le azioni dell'otese, probabilmente ancora non spinta a sufficienza verso il punto di non ritorno. Quattro spuntoni di sangue vennero generati lungo le direzioni cardinali attorno alla ragazza per poi dirigersi rapidissimi contro quell'esile corpo con il chiaro intento di ridurne il busto ad un colabrodo, spezzando talaltro il basilare jutsu metamorfico [1 SA Manipolazione, 4x4 Slot, Pot 40 ognuno, Vel 850]. Quindi la pozza continuò la sua inesorabile attrazione, facendo sprofondare ancor più la ragazza nel liquido cremisi fino ad arrivarle al collo [1 TA, Mantenimento Pozza]...ancora qualche istante e sarebbe finita annegata nel sangue del Mikawa, morendo in maniera orrenda.


    " Forse non ci siamo capiti. Io VOGLIO ciò che sigillato dentro di te, non una mera imitazione! DAMMI il mio FUTTUTO DEMONE! "


    Come levitando su quello specchio rosso, Diogene ridusse la distanza che lo separava dalla sua preda lentamente, cercando di gustarsi in pieno quel momento. Senza un briciolo di pietà avrebbe tirato un potente calcio al volto di Harumi, con tutta probabilità trovatosi già ad altezza dei piedi del colosso [2 SA, Pot 10, For 850]. La stava provocando, temporeggiava in attesa di trovare la giusta chiave che avrebbe aperto lo scrigno e rivelato il suo tesoro. Quindi si accucciò a terra e, afferrandola con la grossa mano per i capelli, tirò fino quasi a strapparglieli, provocandole non poco dolore [3 SA, Pot 10, For 850]. Continuando a tenerla bloccata, avvicinò quella testolina ed in particolar modo l'orecchio alla sua bocca per poi sussurrale con voce cavernosa ed inquietante:


    " Mi senti, Nibi? Voglio essere sincero fino in fondo con te. Io odio questo corpo. Questo ninja, questa prigione, questo KAGE, o come diavolo lo chiamate voi. Lo odio, non lo sopporto più. L'odore soprattutto. Ne sono saturato, mi nausea a sentire il suo fetore.

    hCzwYHP

    E devo confessarti che ho paura di rimanere in qualche modo infettato dal suo puzzo repellente...Io me ne devo andare di qui, DEVO ESSERE LIBERO. E la chiave che mi serve è nel profondo di questa stronzetta, la MIA chiave. Mostrati ORA e dammi il corpo che più ANELO "



    Con un secco gesto, gettò via la chioma e si rialzò da terra facendosi passare tra i polpastrelli della mancina un po del sangue fangoso che aveva preso da terra. Guardò con un ultimo gesto di sfida quel visetto innocente, cercando però di scrutare nel profondo di quei lucenti occhi a palla: lì, da qualche parte, si nascondeva il suo vero nemico. Doveva solo stanarlo.

    Infine si voltò, dando le spalle all'otese, e fece qualche metro nello specchio di sangue non preoccupandosi minimamente della ragazza. L'occasione ghiotta per qualunque felino di farsi avanti ed agguantare la sua preda!



    Edited by DioGeNe - 19/12/2019, 22:13
     
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    ::: Poco dopo il ritorno del Kage :::

    Il Suono aveva di nuovo il suo leader, ritornato dalla terra dei teschi e del sangue per poter ancora dire la sua nel mondo reale, dove le tenebre non erano così maligne come quelle sepolte nel suo essere. Lui era ancora lì, questo era indubbio, ma una nuova luce si intravedeva in lontananza per il Garth, voglioso più che mai di vestire al meglio di panni di capovillaggio. Tutto bello, certo, ma in quanti lo avevano visto girovagare per il villaggio, l'amministrazione o qualunque altro luogo? Rinchiuso in quelle mura di pietra, il Colosso continuava a tessere tele per avvolgere il continente o cosa? A scoprirlo sarebbe stato, forse, un giovane nukenin approdato ad Oto da poco e che non sapeva davvero nulla di Villa Mikawa e sul suo peculiare padrone.

    " Uuu carne cresca! Però mi sei trai piedi, ragazzo. "

    4yLMCkB

    Poco prima di bussare al grosso portone in legno, una voce lo avrebbe costretto a voltarsi mostrando uno scenario a dir poco raccapricciante: un "uomo" ancor più magro di Tasaki, con la pelle grigiastra e i capelli bianchi aveva sulla spalla una pila di sette cadaveri almeno. Non sembravano in ottime condizioni, ad alcuni mancavano arti, altri erano sbudellati, altri privati di occhi, denti e scalpo. Dunque affiancò il giovane andando a bussare lui stesso con delle nocche sporche di sangue e altre sostanze di cui non sarebbe stato saggio indagare la natura. Passarono diversi secondi, troppi per il perfezionismo di Anteras in quelle cose:

    " Dove diavolo sarà finito quel dannato damerino?! Vabè, facciamo così...questi te li prendi tu. Cerca Aloysius o chi per lui, sono i cadaveri che ha chiesto Eiatsu....forse manca loro qualche pezzo uhuhuh ma se li farà andar bene! A buon rendere."

    Con un colpo di spalle e l'ausilio di uno di quegli ossuti arti superiori gettò letteralmente l'intero groviglio di corpi tra le braccia dello sconosciuto, giusto in tempo per sparire in un vecchio pozzo per l'acqua situato poco distante, un istante prima che l'ingresso della casa si spalancasse. Lo sguardo del maggiordomo che aveva aperto l'anta tramutò in una trazione di secondo da accogliente ad esterrefatto; si vedeva fosse leggermente in affanno per un qualche contrattempo che gli aveva impedito una celere accoglienza ma non mancò di notare come quell'ammasso di carcasse stesse insozzando l'uscio in pietra bianca ed ora anche parte dell'interno della dimora. Volle scoppiare ma, dall'alto dell'esperienza accumulata in anni di servizio (prima per il Nidaime al Palazzo della Vipera ed ora per il Mikawa alla Villa), riuscì a mantenere la calma, esortando l'ospite presentatosi come Tasaki ad entrare:

    " Si accomodi...forse un rotolo di richiamo sarebbe più appropriato per il "dono" che ha ben pensato di portare al Kage. Ecco...ne prenda uno, essendo un chunin saprà come usarlo. "

    Frugò in quello che a prima vista sembrava un portaombrelli a lato della porta per poi estrarre uno degli oggetti che faceva al loro caso. Risolta quell'incombenza, dunque, Anteras avrebbe fatto entrare il ragazzo nell'abitazione invitandolo a seguirlo lungo quegli ampi spazi. Era stato troppo facile, no? Entrare in quel modo nella dimora del Kage, senza un controllo o chiedere maggiori dettagli, era sinonimo o di una colossale mancanza di organizzazione oppure di una ingiustificata sfrontatezza.

    " Non si crucci troppo...Le sentinelle l'hanno tenuta sotto tiro per tutto il viale e mi hanno comunicato la validità della sua identità prima che mi palesassi. Certo, a meno che lei non sia un nukenin S sotto Henge eheh E' questo il caso? Ad ogni modo, vorrà scusare Diogene per lo stato in cui vessa la dimora ma alcuni recenti eventi ne hanno richiesto pesanti lavori...riesce ad immaginare un chakra talmente malvagio da essere doloroso anche per la materia? Questo è, in parte, anche il motivo del mio ritardo di poco fa. "

    Difficile dire quando stesse scherzando e quando fosse invece serio. Una cosa certa però, consisteva nel fatto che in effetti il duo avrebbe visto diversi gruppi di operai alle prese con impalcature, attrezzi, tavole di legno e quant'altro; di rimando quelli avrebbero fatto di tutto per non dare loro attenzione, come se avessero ricevuto precise direttive di non infischiarsi nelle faccende della Villa. In quel clima di rinnovamento e di caos, l'ex ninja di Kumo avrebbe raggiunto una grande sala adornata di dipinti di guerra, armature, armi e tutto ciò che si potesse trovare in una piccola mostra a tema bellico. Attraverso una porta sul fondo del lato corto, si poteva intravedere parte di una scrivania con due persone alle prese con una delicata discussione...l'apertura però era troppo sottile e troppo distante per scoprine di più mentre Anteras avrebbe fermato il suo cammino al centro della stanza-museo del Mikawa.

    " Dobbiamo aspettare qui finché il Kage non avrà ultimato il suo incontro. Se intanto vuole farmi qualche domanda sono qui per servirla. "

    Il chunin aveva solo la scelta su quale topic aprire: si trovava in una dimora impregnata di storia, nella quale si erano svolti gli accadimenti che avevano portato Oto a quel punto. Ognuno di quegli oggetti era stato importante per il clan, il Suono, la Rosa d'Acciaio o altri ninja meritevoli di altri Paesi...erano i cimeli che Diogene aveva rimesso insieme per ricordare il passato ed imparare da esso. Tra questi oggetti, apparte una katana di atipiche dimensioni e dalla lama irregolare di colore rosso acceso e grossi quadri raffiguranti figure "vampiresche" della famiglia Jaku e non, quello che sicuramente avrebbe colto più di tutti l'attenzione del giovane sarebbe stato un antico diario collocato sopra un leggio di antracite.

     
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    I Segreti del Mikawa


    5

    I tentativi della giovane di liberarsi della stretta sanguigna furono vanificati dalla reazione del Colosso, o meglio dell'essere che ne aveva usurpato il corpo. Fu chiaro fin troppo presto che l'intuizione di Harumi era corretta: quello non era Diogene dei Mikawa. Yachiru, rannicchiata su se stessa per lo spavento e il dolore della ferita al braccio, confermò i suoi sospetti. Erano entrambe state ingannate, e ciò fece ribollire ulteriormente la rabbia nella portatrice, ad un passo dall'esplodere. Lei era abituata ad essere bistrattata e lasciata all'oscuro, ma come aveva osato sfruttare i sentimenti della bambina per i suoi scopi? E soprattutto, come si era permesso Diogene di lasciare a quella cosa campo libero per fare del male ad una persona a lui così cara?

    Io leggo perfettamente in quel tuo cuoricino insulso Jinkurichi... tu hai paura! Dammi il GATTO INFERNALE, fai che sia lui a parlare per TE!

    Quella farsa infine fu rivelata dal burattinaio stesso, colui che nell'oscurità tirava le fila. Non era lì per lei, non era mai stata il suo bersaglio. Lui voleva Matatabi. Se la prendeva con lei solo per fare uscire il Nekomata allo scoperto. Su una cosa però sbagliava. In quel momento la fanciulla provava un turbinio di sentimenti dentro di lei, molti dei quali non riusciva neppure a comprendere, ma la paura non era tra questi. E se anche ve ne fosse stata una traccia, la furia cieca li sovrastava ormai tutti. L'ondata di odio, che si era ritratta solo per un secondo, dilagò con un impeto tale da assumere una consistenza fisica. Il corpo della jinchuuriki fu avvolto da una spessa aura di chakra, dal colore cangiante. Blu come le fiamme più intense, nero come la notte più oscura. Occasionalmente, delle scintille d'un bianco accecante, brillanti come stelle, si accendevano intorno a lei. Fu questione di una frazione di secondo, il tempo che impiegò l'essere che era stato chiamato Diogene ad accanirsi su di lei. L'energia intorno alla kunoichi si condensò, assumendo le vestigia del demone tanto bramato dalla divinità decaduta [Slot Tecnica 1 e 2]. Ad avere il controllo del corpo di Harumi era lei, ma non era lei. La ragazza solare ed innocente stava sprofondando nel marasma d'odio, lasciando emergere al suo posto la sua parte oscura, il Gatto. Un ibrido composto da tutto ciò che aveva rimosso in passato, cristallizzato dai poteri del Nibi. Poteri cui aveva accesso, al contrario della sua metà più debole, il lato di Harumi che le persone incontravano ogni giorno. Fu lei a difenderle dall'attacco della creatura, che cercava di scassinare di mala grazia quel prezioso forziere. Le lance insanguinate si infransero sul muro di chakra, attutite dal cuoio del corpetto e dai muscoli irrobustiti dall'energia demoniaca [Slot Difesa 1][Chakra del Demone] +1 Resistenza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Resistenza
    [Impasto] Basso +3 Resistenza
    [Controllo Demoniaco] - 1 Riflessi, +1 Resistenza
    [Manto del Demone] 10 Potenza
    [OverCap] +4 CAP Resistenza
    Statistiche: Resistenza Blu +8
    Totale Difesa: 55
    . Ciò nonostante, la presa del sangue era troppo potente per il fragile corpo della jinchuuriki, che si ritrovò ad affondare sempre più nella fanghiglia scarlatta, strappando un grido infastidito al Gatto che annaspava, allungando le braccia verso il cielo.

    Nyaah! Lasciaci andare!

    Forse non ci siamo capiti. Io VOGLIO ciò che sigillato dentro di te, non una mera imitazione! DAMMI il mio FUTTUTO DEMONE!

    Ai suoi occhi, non era altro che un contenitore, uno scrigno ben chiuso. L'Harumi dai capelli bianchi e le orecchie feline che si trovava davanti al fu Mikawa ignorò le sue parole, continuando a dibattersi nella melma cremisi, ma ciò non significava che avessero mancato il loro bersaglio.

    Da qualche parte, vicino eppure lontano, la voce del dio del sangue risuonò nel nero, distorta come suoni sott'acqua. Harumi, l'altra Harumi, quella vera, se tale termine aveva qualche significato, aprì gli occhi, o meglio pensò di aprirli, perché non percepiva nulla, assolutamente nulla, neppure se stessa. Stava ancora respirando? Era ancora viva? Tutte domande alle quali non riusciva a dare risposta. Chiuse gli occhi, o per lo meno immaginò di farlo. Il nero rimase immutato intorno a lei. Qual'era l'ultima cosa che ricordava? Ah sì, era arrabbiata. Ma per cosa? Cercò di concentrarsi. Niente, non se lo ricordava. Non doveva essere nulla di importante. E poi, non era più neppure arrabbiata. Anzi, a pensarci bene, non provava proprio più un bel niente. Non erano solo i sensi a mancare, i colori ad essere assenti, ma ogni altra cosa. Odio, gioia, paura, tristezza, curiosità. Niente. Solo un sottile filo di pensiero che rispondeva al nome di Harumi.

    Ehi, svegliati!

    Si mosse a disagio, o così pensò. Non c'era già passata, attraverso tutto quello? Non se lo ricordava, ma se lo sentiva. Un minuscolo brillio davanti agli occhi attirò la sua attenzione. La voce aveva parlato di un demone. Un altro sfarfallio dietro le palpebre la distrasse. Un demone. Le diceva qualcosa, ma non riusciva a farselo venire in mente. Una serie di piccole esplosioni di luci, simili alle stelle filanti accese dai bambini in un festival. Era stata anche lei a un festival? Sì, le sembrava di sì. La sua mano era fredda, ma gentile. Chi era?

    Ragazzina, muoviti!

    Un flebile alito caldo la avvolse. Forse. Forse se lo era solo immaginato. Ma le luci, simili a lucciole danzanti nella notte, aumentavano. Avevano visto le lucciole insieme una volta. C'era la bambina dai capelli rosa. L'uomo dalla carnagione pallida. E Diogene Mikawa. Il tepore si trasformò in calore, le scintille in fiamme, e la coscienza della giovane sussultò. Volevano trovare il capoclan. E poi...

    HARUMI!

    Il muso del Nekomata stava a pochi centimetri dal volto della ragazza. Da lui provenivano la luce e il calore, dalle sue fiamme sempre ardenti. Il suo respiro infuocato fu come una carezza gradita sulla sua pelle, dopo essere stata ad un passo dal perdersi nel nulla. Harumi fissò i suoi occhi bicromi, giallo e verde, alla ricerca di rabbia. E ce n'era molta, in effetti, primitiva, fredda e ardente al contempo, ma vide anche dell'altro. Preoccupazione? Per lei, forse? Harumi allungò una mano ed accarezzò priva di ogni timore il manto striato del Demone.

    Scusa, Matatabi, mi devo essere addormentata un momento. Come sta andando là fuori?

    Il Due Code sbuffò, ma non si ritrasse. Tra tutte le portatrici che aveva avuto dopo di Lei, era sicuramente la più strana. L'unica ad aver abbracciato quella palla d'odio senziente in cui si era trasformato, mosso solo dal rancore e dal desiderio di vendetta. Non l'aveva ancora accettata, forse non l'avrebbe mai fatto, ma aveva imparato a sopportarla, come si porta pazienza con un gattino indifeso trovato sulla porta di casa. Non la schiacciava solamente perché non gli andava di farlo. Eppure, la ragazzina continuava a dargli una confidenza esagerata, considerandolo un amico, nonostante lui non avesse fatto nulla per farglielo credere, a parte non ucciderla. O almeno così se la raccontava. Uhm, non penso che quella là durerà tanto. Dovresti proprio farmi uscire. Harumi sorrise, ignorando la seconda metà della frase. I suoni attutiti dello scontro rimbombavano fin lì. Non devi sottovalutarmi, sono in gamba in fin dei conti. Da quando aveva fatto pace con la sua metà i confini tra le sue personalità erano divenuti più sfumati. Un giorno, si sarebbe svegliata e non ci sarebbero più state due Harumi, ma una sola, completa. Per il momento, però, quella divisione le tornava comoda, permettendole di interagire con il Demone mentre l'altra teneva occupato dio solo sa cosa.

    Mi senti, Nibi? Voglio essere sincero fino in fondo con te. Io odio questo corpo. Questo ninja, questa prigione, questo KAGE, o come diavolo lo chiamate voi. Lo odio, non lo sopporto più. L'odore soprattutto. Ne sono saturato, mi nausea a sentire il suo fetore...

    La voce empia filtrava attraverso le dimensioni come un liquame tossico, ammorbando l'aria con la sola vibrazione. Cosa ne pensi? La domanda posta dalla giovane, indeterminata, poteva dare adito a diverse interpretazioni. Matatabi, complice la gravità della situazione, rispose greve e pragmatico. Quello non è il Mikawa... Lo sguardo contrariato della giovane gli strappò un ghigno divertito. ...ma immagino l'avessi già capito. Quindi forse è meglio se ci penso io, fammi uscire. La ragazza sospirò. Triste, non scocciata. A quanto pareva non era soltanto l'entità sconosciuta a sentirsi in gabbia, dentro un corpo che non era fatto per contenerla. Nel profondo, Harumi covava un devastante senso di colpa per lo stato in cui aveva costretto, seppur involontariamente, Matatabi. E lui lo sapeva, cercava di farvi leva ogni volta che si incontravano nel mondo interiore. Tuttavia, anche volendo, non poteva lasciarlo andare. Non era in grado di spezzare il sigillo che lo teneva intrappolato, e il suo fisico non avrebbe retto un rilascio incompleto. Al momento il modo per ritrovare la libertà, in effetti, era solo uno: che lei morisse. Già, forse era la soluzione migliore.

    ...E devo confessarti che ho paura di rimanere in qualche modo infettato dal suo puzzo repellente...Io me ne devo andare di qui, DEVO ESSERE LIBERO. E la chiave che mi serve è nel profondo di questa stronzetta, la MIA chiave. Mostrati ORA e dammi il corpo che più ANELO

    Harumi puntò gli occhi negli occhi del Nekomata, scrutandolo nel profondo, e ne afferrò delicatamente il muso con le mani.

    Pensi che staresti meglio con lui?

    Per un attimo il silenzio invase quel mondo e le fiamme stesse del Demone parvero immobili, come se il tempo stesso si fosse bloccato. Ma un istante dopo tutto riprese a scorrere quasi a ritmo accelerato, il fuoco intorno al Nekomata prese ad ardere con foga lambendola. La fessura felina nei suoi occhi si strinse con un'ira rinnovata, che la giovane portatrice percepiva per la prima volta.

    Come osi! Io sono la Tempesta che scuote le fondamenta del Mondo. La Tenebra che spegne le stelle del Cielo! Il Terrore che avvince i cuori degli Uomini!



    Io sono... Fuoco. IO SONO... MORTE!

    Un ringhio, profondo come l'Inferno, si levò da Matatabi, rivolto verso Harumi. La domanda della ragazza era tanto stupida da farlo infuriare. Per quanto volesse negarlo, non desiderava la morte della sua attuale portatrice, ma il vero motivo del suo sdegno era più pragmatico del mero sentimentalismo. Il Due Code si ricompose, ritraendo la zampa che era corsa a bloccare il corpo della giovane. Preferisco te, mocciosa. Quel... essere, è potente, abbastanza da sottomettere la mente del Mikawa. Mi cannibalizzerebbe per ottenere il corpo che desidera, estinguendo la mia volontà. Diventerei un contenitore vuoto per quell'anima empia. Il Bakeneko frustò l'aria con le code, stentando visibilmente a contenere la rabbia, anche se forse c'era dell'altro. Te invece non sei abbastanza forte per trattenermi in eterno, è solo una questione di tempo prima che io possa ottenere la libertà. In fin dei conti poteva capire la divinità insinuata nel sangue del kokage, entrambi aspiravano alla stessa cosa, ma non per questo provava la minima empatia nei suoi confronti. Anzi, ne era intimamente disgustato. E poi... Diogene è la mia preda. Mi ha deluso e profondamente offeso facendosi sottomettere da quella cosa. Non fa che accrescere il mio odio e disprezzo per lui. E quel mostro... come ha osato rubarmela! Se c'è qualcuno che ha il diritto di ucciderlo, quello sono IO. Non permetterò che venga eliminato da un signor nessuno come se stesse cambiando un paio di scarpe che non gli piacciono più! Il giorno in cui Harumi era diventata la portatrice del Nibi, loro due avevano stretto un patto. La ragazza chinò la testa, le labbra piegate in un'espressione triste. Rispetterò la mia promessa, quando verrà il giorno. Sto diventando più forte anche per quello, lo sai. Tu lo sai, perché sei sempre con me, puoi leggere nella mia anima meglio di quanto possa fare io stessa. Perciò ora, ti prego. Aiutami. La kunoichi si erse in tutta la sua altezza, con la schiena ben dritta, decisa come raramente era stata nella sua vita.

    Aiutami a riportare a casa Diogene Mikawa.


    Nel frattempo, nella cripta della Villa, l'Harumi oscura se la stava vedendo brutta nel tentativo di guadagnare tempo. Continuava a dibattersi inutilmente nel lago di sangue, in cui ormai era sprofondata fino al collo, graffiando l'aria in preda all'irritazione e lanciando insulti alla volta della sagoma sanguigna in avvicinamento. Il calcio dell'uomo, ammesso che si potesse ancora considerare tale, impattò con violenza contro il braccio della giovane che lo agitava cercando di liberarsi dalla presa, ma il contraccolpo fu tale da mandare a sbattere l'arto contro il viso [Slot Difesa 2][Chakra del Demone] +1 Resistenza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Resistenza
    [Impasto] Basso +3 Resistenza
    [Controllo Demoniaco] - 1 Riflessi, +1 Resistenza
    [Manto del Demone] 10 Potenza
    [OverCap] +4 CAP Resistenza
    Statistiche: Resistenza Blu +8

    Danni: Media al Braccio (Contusione)
    . Il Gatto cacciò un urlo, ma non demorse. Aveva un compito ingrato, ma se l'era scelto da solo, rubando la scena alla sua metà e al Demone. Ti piace picchiare una povera ragazzina indifesa, nya? Provocarlo non era la strategia migliore, ma lei era fatta così. Non sarebbe stata il Gatto altrimenti. La violenza era la sua specialità, fisica o psicologica che fosse. Il nuovo proprietario del corpo del Mikawa non rispose, ma si chinò per afferrarle i lunghi capelli candidi, tirandoli con tanta violenza da strapparglieli quasi [Slot Difesa 3][Chakra del Demone] +1 Resistenza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Resistenza
    [Impasto] Basso +3 Resistenza
    [Controllo Demoniaco] - 1 Riflessi, +1 Resistenza
    [Manto del Demone] 10 Potenza
    [OverCap] +4 CAP Resistenza
    Statistiche: Resistenza Blu +8

    Danni: Media alla Testa (Contusione)
    . Ancora una volta, Harumi urlò, ignorando le parole della divinità oscura, che d'altronde non erano rivolte a lei, mentre il sangue le sgocciolava sul viso dal braccio del Mikawa. Tuttavia, non sarebbe rimasta in balia del suo aguzzino senza reagire, ne andava del suo orgoglio. Temo che la padrona mi sgriderà questa volta, nya.Appena quegli terminò di parlare, la giovane sorrise, scoprendo i canini appuntiti, e con un colpo delle lunghe unghie affilate tranciò di netto la sua folta chioma, facendo presumibilmente mancare per un attimo l'equilibrio a Diogene che ancora la reggeva [Slot Azione 1][Chakra del Demone] +1 Forza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Forza
    [Manto del Demone] 10 Potenza

    Statistiche: Forza Blu +4, Potenza 20
    . Fulminea, colse l'apertura lasciata da quel gesto sconsiderato per ripagare l'uomo con la stessa moneta, mollandogli una severa testata contro il naso a pochi centimetri dalla sua testa [Slot Azione 2] [Chakra del Demone] +1 Forza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Forza
    [Impasto] Basso +3 Velocità
    [Manto del Demone] 10 Potenza

    Statistiche: Forza Blu +4, Velocità Blu +3, Potenza 20
    . Questo è da parte mia, nyahaha! L'uomo avrebbe riportato un danno ridicolo, considerando le sue capacità, ma forse il Gatto era riuscita nel suo scopo di ferirlo nell'orgoglio, incapace di piegare una stupida ragazzina.

    Sembra che le altre due abbiano terminato i preparativi, nya.

    Harumi era tante cose. Ingenua, debole, manipolabile. Ma non era stupida. E quando ne valeva la pena, sapeva essere anche piuttosto determinata, animata dalla fede incrollabile nelle proprie capacità che solo chi non teme la morte può provare. E darle le spalle era stato un errore, un enorme errore da parte del dio del sangue. La mano della mocciosa, come la chiamava Matatabi, corse ad afferrare la caviglia di Diogene, chiudendo le unghie sopra al malleolo e fermandolo sul posto prima che si allontanasse ancora [Slot Azione 3] [Chakra del Demone] +1 Forza
    [Furia Demoniaca] 1/2 Basso +3 Forza
    [Impasto] Basso +3 Velocità
    [Manto del Demone] 10 Potenza

    Statistiche: Forza Blu +4, Velocità Blu +3, Potenza 20
    .

    Volevi parlare con me?

    La voce del Nibi sarebbe risuonata direttamente dentro la testa di Diogene, proferita non con labbra mortali, ma dallo spirito più oscuro che solcasse quella terra. Se avesse abbassato lo sguardo, avrebbe potuto vedere un flusso di chakra impetuoso risalire dal braccio della jinchuuriki fino alla sua gamba, iniettato direttamente sotto pelle dalle unghie che affondavano nella carne del capoclan, e da lì l'avrebbe percepito mescolarsi col suo diretto verso il suo centro. Blu come le fiamme più intense, nero come la notte più oscura, bianco come le stelle più brillanti. Il Demone, il Gatto e la Ragazza, insieme. Una cacofonia di voci dritte nella mente della creatura figlia dell'abisso, il parassita che stava consumando il kokage ormai da troppo tempo. Che fosse un dio o un verme, poco cambiava. Aveva sfidato il Demone a Due Code, e ora avrebbe dovuto affrontare la sua ira. Aveva ignorato Harumi, e ora si sarebbe ritrovato a pagarne il prezzo. Un eco in crescendo di risa e urla cancellò ogni sua altra percezione, catapultandolo fuori dalla realtà, nel buio più assoluto. Con due enormi occhi gialli a scrutargli l'anima.

    Chi osa presentarsi di fronte a me?

    Diogene...

    Nyahaha!

    Vuoi il mio corpo? Vieni a prendertelo...

    Diogene...

    Nyahaha!

    ...se sei pronto ad affrontare la Morte!

    Diogene!

    Nyahaha!


     
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    Non appena cercai di bussare al portone dell'immensa villa e poco dopo che mi aspettavo che ad aprirmi fosse un maggiordomo, o qualcosa del genere, sentii chiara una voce dietro alle mie spalle. Una voce abbastanza particolare: considerando le mie capacità nel riconoscere le voci ero sicuro di non averne mai sentite di simili prima. - "Huh?" - Mi girai rapidamente intravedendo un tizio estremamente magro, con una pelle molto grigia e dai capelli bianchi. Sulle spalle portava una pila di 7 cadaveri e, come me, sembrava voler accedere alla villa del Kokage. Non prestai moltissima attenzione a tutto ciò che riguardava i corpi veri e propri: di tutto questo m'interessava decisamente poco. Ascoltai comunque la sua replica guardandolo in un modo freddo e particolarmente calcolatore. - «Se ti sono tra i piedi, allora puoi girarti e intraprendere un'altra strada,» - tagliai secco.

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    Salvo poi fare un accenno alla pila di cadaveri che si portava dietro. - «E portati via anche loro, che sono antigienici. » – In ogni caso il tizio strano bussò senza che ci fu alcuno ad aprirci. - «Ma mi hai sentito?» – Chiesi un po' dubbioso. Eppure ero stato chiaro nelle mie parole. In ogni caso, il tizio pensò bene di arrabbiarsi e di scaricarmi tutti i cadaveri. Ovviamente, la mia risposta era scontata: - «No, non li prendo,» – tagliai secco seriamente intenzionato a lasciarli li vicino al portone della Villa. Per questo, non appena mi lanciò quei corpi, mi spostai apposta all'indietro per non prenderli. Cascarono, quindi, tutti quanti al terreno mentre io li osservavo divertito. Un attimo dopo sparì mentre io gli guardavo dietro. Dove sparì? Questo non lo avevo capito bene, ma forse era in una qualche specie di pozza strana. - «Mmmmmh... che gentaglia...» – sussurrai quando la porta si aprì facendomi guardare in faccia a un tipico maggiordomo. Per giunta, quello che guardavo io sembrava anche abbastanza preoccupato dal vedere un ammasso di corpi davanti all'entrata nella Villa. - «Rotolo di richiamo?» – chiesi guardando i cadaveri e poi pulendomi dalla polvere le spalle con un tipico gesto di colui che era appena arrivato da un'operazione di pulizia. - «Ah no... no-no... non sono miei quei corpi... Li ha portati un tizio molto magro con dei capelli bianchi, li ha gettati qui e poi è scappato,» – dissi facendo il chiaro cenno che non avrei fatto proprio nulla lasciando piuttosto quei corpi la davanti. Poi, però, capii che difficilmente il Kokage avrebbe apprezzato quel mio gesto. - «Evvabene,» – dissi allungando la mano per prendere il rotolo. Usando la Tecnica del Richiamo avrei quindi sistemato tutti quei cadaveri nel rotolo che mi aveva appena dato il maggiordomo. Il rotolo, invece, lo avrei situato in bella vista, proprio vicino alla porta. Solo dopo potei finalmente ammirare il Palazzo di Diogene, il Kokage, che sembrava una vera e propria dimora reale in confronto a ciò che erano le casette in cui abitavano i plebei del caso. - «Però... naviga nel lusso il Kokage,» – dissi con un tono di chiaro rimprovero: per i miei gusti il Capovillaggio doveva essere spartano, ma capivo anche coloro che amavano il lusso. Specialmente se se lo erano guadagnato con la fatica e il sudore e non con le truffe e l'illegalità. Da dove provenivano i soldi che erano stati usati per quella Villa? Beh, era una bella domanda considerando il tutto. Camminai sfrontato, calmo, calcolatore come sempre nel mentre il mio sguardo si poggiava qui e lì cercando di cogliere i vari dettagli di quel luogo. Ovviamente ascoltai bene anche l'affermazione del maggiordomo. - «Il Kokage fa bene ad aver posizionato delle sentinelle nella Villa, » – dissi semplicemente per nulla sorpreso dal fatto di essere stato spiato. - «Se cade il Re, muore tutto il villaggio. » – Per quanto riguardava il chakra, scrollai semplicemente le spalle: - «Prima di venire qui ero un cacciatore di taglie e di cose strane nella mia vita né ho viste tantissime. Perciò un chakra malvagio, un nemico molto forte o tantissimo chakra non sono delle cose che mi spaventano signor maggiordomo. Anzi, il corpo di un nemico molto forte morto mi dà non solo molta soddisfazione, ma anche molti soldi» – dissi. - «In ogni caso la motivazione del suo ritardo è comprensibile. Non si crucci troppo.» – Infine giungemmo in una sala di dipinti e armature, in cui il lusso sembrava regnare sovrano. Ovviamente notai bene anche i tantissimi operai situati ovunque per la Villa, quasi come stessero eseguendo dei lavori di rinnovamento. - «Il lusso su altro lusso...» – sospirai cercando di non distare troppo dal maggiordomo. - «Di certo il Kokage sembra amare davvero tanto la guerra. La ama in ogni suo aspetto?» – chiesi al maggiordomo con uno sguardo particolarmente attento. In fin dei conti, se era vero che amava la guerra così tanto e la guerra, - ricordiamolo, - non è mai un bene, allora non era tanto diverso dai Cremisi.

    Mi fermai solo dopo al centro della stanza-museo guardando il maggiordomo. - «Non voglio farle alcuna domanda signor maggiordomo, considerando che difficilmente mi potrebbe dare delle risposte soddisfacenti. Nel mentre attendiamo, però, le posso chiedere la cortesia di portarmi del tè nero con un goccio di latte portato separatamente e un po' di limone fresco? Magari se ci fossero anche due biscottini al cioccolato glie ne sarei grato.» – Ovviamente, non potevo fare a meno di continuare a notare il contrasto tra il posto in cui mi trovavo e il luogo in cui mi ERO trovato: cielo e terra; fango e lusso. Se mi creava invidiava? No. Mi creava rabbia. D'altro canto, mi motivava anche a provare a guadagnare di più per costruirmi io stesso una dimora degna di quel nome.
    Anzi.
    Per costruire una dimora così per tutte le povere famiglie che abitavano a Oto.
    Notai i vari oggetti situati nella stanza e, tranne chiedermi quanti Ryo valessero, non prestai molta attenzione alla stessa. Mi sedetti semplicemente su di una poltrona, ma non accavallai le gambe: secondo il galateo era un gesto scortese per i maschietti. Ovviamente, tra tutti gli oggetti che vi si trovavano prestai una particolare attenzione alla katana. Fu bellissima. Tanto bella che interruppi il mio silenzio per rivolgermi al maggiordomo: - «Bell'arma. Posso provare a impugnarla?» – chiesi, in effetti eccitato dalla voglia di provare quella spada così insolita. Infine, notai anche il diario situato nella stanza. Da innumerevoli anni, però, avevo saputo che i diari erano delle cose molto intime e private. E ciò che non era mio, non andava toccato.





    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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    ::: Villa Mikawa, Museo del Sangue :::

    " La esorto a non giudicare Aloysius-sama da quello che vede. La Villa è di proprietà del clan Mikawa da generazioni...si accorgerà che il Kokage è di quanto più lontano si possa associare al concetto di nobiltà hihi "

    I due giunsero infine nella sala d' "attesa" e gli occhi di Tasaki si riempirono dell'opulenza ostentata dal Garth in tema di guerra e sangue. Anteras sorrise ma non si meraviglia di quella reazione in quanto lui stesso se ne stupiva ogni volta che passava di lì: dal Palazzo della Vipera, ora in disuso e distrutto, avevano riportato alla luce diversi cimeli risalenti ai tempi di Orochimaru e Kabuto. Eiatsu in questo era stato fondamentale in quanto lui aveva vissuto per un po in quei tenebrosi cunicoli per apprendere l'arte dell'Edo Tensei dal Nidaime stesso e sapeva dove cercare...E chissà quanti altri segreti erano ivi sepolti, alcuni dei quali solo Omoi, l'Acchiappademoni, conosceva. Stessa cosa per il Maniero Jaku dal quale Aloysius e Fyodor avevano saputo ben scegliere cosa riportare alla luce, sotto centimetri di polvere e ragnatele.

    " Bhè, non so che impressione lei possa farsi del Kokage qualora asserissi alla sua domanda...ma, no, Diogene inorridisce alla vista di bambini trucidati dalla guerra come tutti noi, se è a questo che si riferisce."

    Sperando che tale risposta fosse sufficiente a chiarire il profondo concetto cui il chunin aveva accennato, il maggiordomo fu ben lieto di assecondare i desideri del ragazzo riguardo il tè. L'ultimo a cui lo aveva offerto, un certo Flagello Immortale, non ne aveva bevuto nemmeno un goccio ferendo nell'orgoglio il servitore della magione. Quanto alla seconda richieste, invece, Anteras non si sentì di dare un pieno consenso, bensì si limitò a dire:

    " Non vedo alcun cartello con scritto "non toccare" in giro. Ma la devo avvertire che gli oggetti personali del capoclan Mikawa non sono proprio da tutti...tuttavia, se posso dire la mia, ad Aloysius piacciono gli shinobi intraprendenti e capaci di sostenere il peso delle proprie scelte. Quella è Mumei, la Senza Nome, ed è la spada che Diogene usa in combattimento.

    Kts8GAY

    Si tratta i un cimelio del clan, risalente alla prima generazione, ovvero ai territori della Rosa d'Acciaio; si dice contenga l'anima e il sangue di tutti i precedenti Garth e di tutte le persone da essa trafitte.
    Ora, con permesso, vado a riscaldare l'acqua..."


    Quindi lasciò la sala, chiudendo la porta e lasciando il neo otese da solo. In fin dei conti le parole di Anteras avrebbero in qualche maniera alimentato la voglia del ninja, seppure allertandolo del possibile pericolo.
    Ovviamente, nemmeno a dirlo, non appena la mano di Tasaki si fosse posata sul manico del leggendario artefatto un dolore immane ne avrebbe pervaso i vasi fino a diramarsi a tutto il corpo [Sangue Acido (Chiithon Acidi) + Tranello Sanguigno + Trappola Camuffata + Manipolazione della Natura -> Pot 40 + 10 Impronta Oscurità + 10 Ninjutsu Inarrestabile + Dolore (DnT Medio) + X3 contro armi/oggetti]. Una trappola a contatto che avrebbe potuto letteralmente far esplodere l'arto dell'incauto ninja, qualora non si fosse munito di apposite precauzioni.

    Il trambusto avrebbe interrotto anche la discussione che stava avvenendo nella stanza limitrofa e, dopo pochi secondi, la porta prima socchiusa si sarebbe aperta mostrando l'identità dell'interlocutore che stava tenendo occupato Diogene. Si trattava di una bellissima donna, dai capelli fluenti e corvini, truccata da serata; vestiva abiti succinti e aveva in mano uno strano peluche. Aveva notato il ragazzo, probabilmente piegato in due dal dolore e con la pesante ferita al braccio, ma, come se abituata a scenari di quel tipo, si sarebbe incamminata verso l'uscita con passo felpato. Una volta giunta nei pressi di Mumei e di Tasaki si sarebbe fermata e si sarebbe sporta in avanti verso il malcapitato concedendogli le sue attenzioni e mostrandogli le sue grazie. Quindi avrebbe infilato indice e medio tra i seni per sfilare con le unghie una bustina con dentro delle pillole [tonico coagulante medio] ; l'avrebbe lanciata al chunin accompagnando quel compassionevole gesto con parole dal tono seducente:

    GxLsroC

    " Tutto tuo, non farlo arrabbiare...è già di pessimo umore"

    La porta era aperta. Poteva entrare.
    Lo studio di Aloysius era situato al centro della biblioteca della villa. Tappezzata di scaffali ricolmi di libri la stanza dava un bel colpo d'occhio; una scala di quelle scorrevoli permetteva di arrivare anche i ripiani più alti situati ad oltre sei metri da terra mentre delle scrivanie per lo studio e la lettura erano poste vicino gli scaffali più bassi.
    Il Kokage, invece, era difronte la grossa finestra che affacciava sulla tenuta ed in particolar modo sui giardini orientali e gli ulivi; il suo sguardo sembrava puntare in lontananza, dove si poteva intravedere il maneggio ed alcuni dei cavalli in possesso del Mikawa. Aveva addosso un lungo kimono bianco e nero e, anche senza armatura, la sua stazza era talmente grande da impedire alla maggior parte della luce di passare ed illuminare la stanza.

    A dividere i due ninja vi era una grosso tavolo in legno scuro, situato proprio sotto l'appariscente lampadario; era attorniato da comode poltrone mentre su di esso erano collocate pile di scartoffie. Al centro era in bella vista il progetto di una qualche nuova struttura per Oto e, qualora Tasaki avesse allungato l'occhio, avrebbe potuto leggere sulla testata del documento il "Children's Sound"...doveva trattarsi di una specie di orfanotrofio da costruire sulle fondamenta del Neko Senzai distrutto diverso tempo prima. Ad interrompere quel suo curiosare sarebbe stata la perentoria voce del Kage, il quale avrebbe continuato a dare le ciclopiche spalle al suo nuovo ospite:

    " Chi diavolo sei tu? "

     
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    Ascoltando la risposta del maggiordomo pensai che, in effetti, non potevo avere dei pregiudizi verso il Kokage senza averlo mai conosciuto in vita mia. L'unica cosa certa era che, forse, nemmeno io avrei venduto quella villa per distribuire i soldi ai poveri di Oto. Non finché Oto era in quelle condizioni, ove sembrava regnare il Caos più completo e totale. La corruzione, probabilmente, si sarebbe mangiata tutti i soldi e alla fine dei conti nulla sarebbe cambiato nel villaggio. Perciò non risposi nulla a quella prima affermazione del maggiordomo che si chiamava Antares, ma che alla fine dei conti non si era mica presentato. Per questo non potevo proprio sapere come si chiamava e gli risposi con un cenno del capo. - «Certo, le apparenze ingannano.» – Tagliai secco per dire quella che era soltanto un'altra delle tante verità della vita. Per fortuna la risposta alla mia seconda domanda arrivò in una maniera decisamente più diretta e precisa, togliendo subito una delle mie prime impressioni che ero riuscito a farmi di quel posto. - «Sì, mi riferivo proprio a quello.» – Dissi anche se non mi riferivo tanto ai bambini quanto proprio a tutti i problemi della guerra. Fu in quel momento che capii che non avevo sentito per la prima volta il nome di Diogene.
    Diogene.
    Anzi.
    Fu in quel momento che nella mia testa balenò un lampo o qualcosa di simile. Il nome di Diogene Mikawa lo avevo sentito, - anzi, visto, - su una pergamena mostratami da una falcidonnola molto tempo prima, nel Paese del Tè, quando insieme a un ninja di nome Fudoh, un barbone di Kiri andai a raccogliere delle foglie del tè e salvai le falcidonnole dalla disfatta per colpa di una scimmia chiamata Hanuman. Fu in quel momento che sulla stessa pergamena che la falcidonnola mi fece firmare notai un nome cancellato da una pennellata. E indovinate di chi era quel nome?
    Già.
    Perché non ci avevo pensato prima ricordandomi di quel nome? O forse era solo una coincidenza? Quante altre persone con quel nome potevano aver sottoscritto un contratto di evocazione con le falcidonnole?
    «Hmm,» – dissi fra me e me pensando a Suibi Kama, la donnola che si era offerta di aiutarmi. Al contempo ascoltavo quello che aveva da dire Antares sulla spada. Devo essere sincero: dopo le sue parole la mia curiosità in merito salì in modo considerevole. Tuttavia c'era un problema: - «Nemmeno nell'armadio con i miei vestiti c'è il cartello con sù scritto "non toccare". Ciononostante, m'incazzerei di brutto se qualcuno toccasse, per esempio, il mio pigiama. Non oso poi pensare a cosa farei a chi oserebbe prendere un antico cimelio del mio clan ricco di storia e leggende. Glie lo chiederò comunque. Se mi darà il permesso di farlo, dato che la spada è la sua, allora avrò l'onore di provarla.» – Ed ero sincero: avevo un fantastico pigiama con le stelline che indossavo quando andavo a dormire ed era un vero e proprio spasso. Ma era una cosa personale. Non proprio un cimelio del clan ovviamente, ma comunque un affetto personale a cui, insieme alla rete per i capelli, al cappello da notte, alla mascherina per gli occhi e alle tappaorecchie ci tenevo molto. Così come ci tenevo anche al mio scaldasonno e alle calzatte per dormire. Da quella piccola discussione ebbi modo di capire anche un'altra cosa: se il Kokage usava la spada in combattimento, forse percorreva anch'egli la strada del Kenjutsu? - «Beh, non sono qui per farmi piacere da Aloysus, non per ora almeno» – dissi comunque rifiutando l'idea di prendere la spada di mia sola iniziativa considerando il gesto scortese e l'immenso valore storico della stessa. - «E sono dell'idea che bisogna chiedere il permesso prima di prendere qualcosa. » – Alla fine dei conti, forse alla fine di quella storia, avrei chiesto il permesso di afferrare la spada al suo legittimo proprietario. Nel mentre mi limitai semplicemente a guardare Antares: - «Molte grazie per il tè che mi porterà gentile signor maggiordomo.» – Gli dissi con un tono gentile tacendo sul fatto che comunque secondo le norme del galateo e tutto il resto bisognava quanto meno presentarsi.

    Ovviamente, non toccando la spada la trappola non si attivò e la tizia che uscì dall'ufficio del Kokage non ebbe motivo di darmi alcun tonico, visto che ero rimasto salvo almeno per quel momento. Ascoltando la frase della donna non dissi comunque nulla entrando nell'ufficio del Kokage con le mani incrociate dietro la schiena. Ovviamente lanciai diversi sguardi intorno all'ufficio scoprendomi numerosi scaffali con altrettanti libri. Aveva diversi piani e si notava che, oltre alla guerra, al Kokage sembrava piacere anche la Conoscenza in tutte le sue forme. Un Kokage guerriero, ma anche un Kokage filosofo.
    Cosa mi ricordava?
    Dello Tsuchikage prima della rivolta dei Cremisi.
    L'immensa statura del Kokage, un colosso vero e proprio che sembrava essere stato messo in un ufficio (e forse anche in un mondo) troppo piccolo per lui. Tuttavia, non avevo paura degli avversari grandi, ma seguiva una filosofia differenti: muoviti come una farfalla, pungi come un'ape e più è grande l'avversario maggiore sarà il tonfo del suo corpo quando egli cadrà. Prestai anche un'attenzione al kimonò bianco e nero che il Kokage indossava per quell'occasione. Non aveva alcuna armatura il che era un'altro punto a suo favore: odiavo le armature.
    Pur notando la presenza delle poltrone vicino al tavola, non mi ci sedetti. Così come non allungai le mani verso le scartoffie o verso i libri, anche se, dovevo ammetterlo, ne avevo una voglia pressoché pazza e malata. L'unica cosa che feci, - ma solo perché non ero riuscito a trattenermi, pur ben sapendo che era scortese, - fu notare il progetto di un qualche edificio pensato, forse, per Oto. Notai anche la scritta: "Children's Sound... MMH?" - Domandai fra me e me mentre il Kokage si girò chiedendomi chi diavolo fossi.
    Già
    Chi diavolo ero io?

    Presi un respiro e quindi parlai con una voce calma e tranquilla, ma con un tono "soldatesco", senza distogliere il mio sguardo calcolatore dall'immensa figura del Kokage, ma, anzi [analizzandolo] Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva. [Da chunin in su]
    con il mio sguardo privo di emozioni. Come sempre sulla mia faccia non c'era nient'altro che semplicemente una maschera.
    In realtà, feci un'altra cosa prima d'iniziare a parlare e fu [analizzare] Percezione del Vero [2]
    Arte: L'utilizzatore può individuare la presenza di genjutsu e fuuinjutsu valutando il sistema circolatorio proprio e delle persone entro 9 metri. (Consumo: Medio)
    [Da chunin in su]
    il mio chakra per assicurarmi che tutto ciò che vedevo non fosse solo il frutto di un'immensa illusione.

    DpZi



    «Signor signore,» – iniziai con le mani ancora incrociate dietro alla schiena. - «Sono Tasaki Moyo, ninja originario di Taki, ex-chunin di Kumo e ora al servizio di Oto. Nemico acerrimo dei Cremisi e della loro rivoluzione; sostenitore del vecchio regime di Kumo e del Tsuchikage morto. Idealista e sognatore di un mondo senza guerre, caos e violenza; sostenitore dell'idea che sia possibile realizzare un mondo migliore per le generazioni future di tutti i Paesi. Esperto di veleni. Alleato delle Falcidonnole. Amante dell'Ordine e della Pulizia. Cacciatore di taglie. Sensitivo, esploratore ed esperto di ninjutsu. Aspirante Inseguitore ed Esperto di Taijutsu. Altruista, credo che sia fondamentale sacrificarsi per il bene degli altri, oltre che per un Bene superiore. » – Mi fermai un attimo poggiando lo sguardo sul Kokage. - «Giungo nel vostro ufficio a quest'ora della sera per dichiarare la mia Lealtà verso Oto e verso il suo Kokage, mettendo le mie conoscenze e abilità a disposizione del Popolo di Oto, per servirlo al massimo delle mie capacità fino all'ultimo respiro, cercando di superare i miei limiti per rendere questo Villaggio un posto migliore, in grado di affrontare la possibile guerra contro i miei ex-compatrioti e uscirne vittorioso per il bene stesso di Kumo e della sua storia. Vorrei, altresì, chiederle l'Onore di poter stringere l'elsa della Sua spada, la Mumei, la Senza Nome e di parlarle di alcuni problemi sia miei che di Oto, in modo da risolverli il prima possibile. La ringrazio per l'attenzione Signor Signore e per il suo tempo concessomi.» – Difficile dire dove fosse posato lo sguardo di Tasaki durante quella prima presentazione, se così si poteva chiamarla. Di certo era frontale, forse guardava la finestra; in realtà era posato su Diogene. Non sui suoi occhi, ma sulla sua figura in generale. Quel tono soldatesco poi...



    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi - 3 Bassi (percezione del vero)
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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    Entrando nell'ufficio del Kokage, Tasaki avrebe sentito un'enorme pressione sulle sue spalle, come se improvvisamente il suo operato, ogni sua azione o parola, fosse finito sotto una lente di ingrandimento. Con Aloysius era sempre stato così, anche quando era un guardiano: ti concedeva dieci minuti del suo tempo e marcava con il fuoco le prime impressioni raccolte, un'etichetta che solo in pochi erano stati in grado di modificare nel tempo. Se c'era qualcosa in cui il Garth eccelleva, di fatto, era nel valutare le persone, soppesandole nel dettaglio al fine di assegnare loro incarichi e responsabilità congrue; solo una volta aveva fallito nel farlo e ne aveva pagato il prezzo per anni.

    Quando lo sguardo del chunin si posò sull'imponente schiena del Mikawa, sarebbe stato per lui difficile interpretare le informazioni che la sua capacità di analisi gli stava suggerendo. Sembrava trattarsi di un ammasso anomalo di chakra [125 Bassi] legato al corpo da un sistema circolatorio che differiva da quello canonico linfatico, come se fosse "abituato" a mutare in qualcosa di più capillare e privo di struttura. Il risultato finale era un alone oscuo [Impronta Oscurità] crepitante di potere. Una parte di esso preveniva dalle cellule del sangue, irrorate di un chakra peculiare, sicuramente dovuto all'appartenenza al clan [Kekkei Genkai Manipolazione del Sangue]; un'altra, invece, sembrava risidere nella mente dell'otese, in una zona angusta, sepolta sotto strati di barriere di chakra e in qualche modo in collegamento diretto con il tentien [Kinjusu Khorne no Keshin]. In effetti, non sembrava molto diversa da una seconda entità, simile per certi versi ad una possessione.
    Insomma, nulla di banale, come ogni aspetto di Diogene.

    Poi l'ex ninja di Kumo parlò introducendo ad una ventina di tematiche differenti con una leggerezza tale da lasciare di stucco anche il gigante del Suono, il quale non potè fare altro che voltarsi e prestare attenzione a quella voce.



    " Non correre ragazzo, ti sei preparato il discorso a memoria? "

    La vistosa benda mascherava in parte un volto pieno di rughe e di cicatrici, usurato dal tempo e da decine di battaglie. Per prima volta lo sguardo del Colosso si sarebbe posato su quell di Tasaki il quale avrebbe dovuto sostenerne il contatto per non causare grande delusione nell'animo del Kage. Soddisfatto tale requisito, Aloysius passò alla sua analisi:

    " Ora ricordo, Kato mi aveva aggiornato riguardo un ronin preso a Genosha. Devi essere in gamba per averlo quasi ridotto in fin di vita...doppia katana, dico bene? Se la tua storia ti ha condotto fin qui allora hai passato il vaglio di Febh e questo fa di te un amico di Oto a tutti gli effetti. "

    Si sarebbe avvicinato alla scrivania allungando il braccio in direzione dello shinobi e tendendo la mano. Il ragazzo non poteva sapere quali pericoli si celassero dietro una stretta di mano con il Garth ma, in quell'occasione, nessun artificio mortale sarebbe scaturito dal famigerato gesto. Tasaki avrebbe solo potuto percepire la solidità e la forza custodita nel fascio di muscoli che il kimono taglia xxl a malapena riusciva a mascherare; in quel momento avrebbe avuto la netta impressione che in nessun modo sarebbe riuscito ad uscire da una presa condotta da quell'uomo.

    " Sediamoci. "

    Disse cadendo sulla robusta poltrona e scandando con un piede i progetti e i fogli che ingombravano la zona centrale del tavolo. Attese qualche istante per andare a pescare il primo dei tanti argomenti sollevati dal giovane interlocutore; le sue orgini, le sue conoscenze, i suoi ideali, la sua missione...c'era del potenziale certo, ma senza saperlo aveva preso Aloysius per la gola, portandolo ad un tempo passato di cui aveva bei ricordi.

    " Mi daresti grande gioia se evocassi qui Suibi-Kama...sai, sono anni che non ci parliamo; da quando mi ha portato via il rotolo di contratto riportandolo tra la sua gente nel Thè. "

    Non sentiva di loro da allora, da quando aveva iniziato a parlare di Impero, ovvero da quando i loro ideali si erano drasticamente divisi. Ma il ricordo delle gare di velocità, delle operazionidi infiltrazione e di ricerca, dei combattimenti all'ultimo sangue era vivido nella sua mente; un'amiciza che aveva dovuto interrompere per realizzare la sua visione.

    " Un mondo senza guerre è un mondo che ne viste prima tante. Il nostro scopo è quello di indirizzare il caos affinchè il sangue versato e le vite stroncate vengano sacrificate per una giusta causa, la medesima di cui tu parli. E' questo il tempo della battaglia contro i Cremisi, certo, ma anche contro tutti quei nemici che alzano vessilli a favore di un padrone senza morale. Scoprirai che ci sono persone che non si possono né comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo. "

    Un signore della guerra, ecco cosa era diventato Diogene nel tempo; un uomo più orientato allo scontro che al dialogo, all'intimidazione che alla corruzione...

    " Affermi di essere molte cose Tasaki di Kumo. Ad Oto abbiamo bisogno di un abile sentivio ed esporatore per rinforzare le nostre squadre speciali; sarai inoltre in possesso di informazioni preziose nella lotta contro i Cremisi. Sei venuto per giurare fedeltà al villaggio...bene! Io rispondo che sei arrivato nel momento giusto visto ciò che ci attende all'orizzonte. Tuttavia saggerò la volontà del tuo spirito solo dopo aver visto con i miei occhi di cosa sei capace."

    Puntò il dito verso il ragazzo ma il suo sguardo andava oltre, verso la porta dello studio e quindi la sala adiacente. Stava puntando Mumei e aveva stampato sul volto un inquietante ghigno:

    " Sei al termine della tua missione di recupero, l'antico prezioso è lì, su di un piedistallo al centro della stanza segreta che con tanta fatica hai raggiunto. Hai perso l'intero tuo gruppo nel dungeon, tra trappole mortali e nemici del villaggio e sei ora da solo. La scena è tua."

     
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