Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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    ::: Qualche tempo dopo :::

    Il colosso non entrava in quella stanza dai tempi dell'incidente. Spesso Diogenes si presentava agli altri come il ninja senza paura, o per lo meno era così che gli abitanti di Oto lo etichettavano, ma non era così...Essi non sapevano che praticamente ogni mattina, ogni volta che apriva quei dannati occhi, il guardiano del South si svegliava con una strana sensazione addosso, un inquietante senso di timore. E lì, davanti lo specchio del bagno, aveva paura di accendere la luce e guardarsi attraverso la lastra riflettente, temendo di vedere ancora una volta il suo volto invecchiato. Bhè quello che accadde non fu tanto diverso da questo...

    Si decise a rientrare finalmente nel laboratorio del padre. Oramai aveva raggiunto "naturalmente" quel potere che sia lui che il suo vecchio avevano così tanto bramato, non c'erano più tentazioni da cui farsi catturare. Ogni oggetto nella stanza di medie dimensioni era rimasto nella stessa posizione di un tempo; solo la polvere si era intrufolata e aveva trovato dimora in quel dannato posto. I vetri macchiati del suo sangue, oramai seccato, giacevano ancora a terra lì davanti la capsula...Per un istante alla mente del Jonin tornarono in mente quei momenti. Riuscendo ad allontanarsi da essi si avvicinò alle due lunghe scrivanie, completamente riempite da scartoffie e libri. Quanto tempo aveva buttato nel comprendere il contenuto di quegli scritti...Lo sguardo passò sui titoli di ogni tomo ma agli occhi bastava leggerne solo metà che la memoria già andava a riempire la parte mancante. Questo per tutti i libri; tutti meno che uno. Ma non fu solo questo aspetto che insospettì il Mikawa; il piccolo libricino non era allineato con gli altri e sulla sua copertina giaceva molta meno polvere che su ogni cosa nella stanza. Qualcuno era entrato! Subito lo sguardo del guardiano andò a terra, nella speranza di cercare qualche impronta utile, ma nulla; un tempo aveva ricevuto una marcata educazione da inseguitore, solo entrando nella stanza si sarebbe accorto della presenza di qualche anomalia causata da un'intrusione. Eppure Aloysius sapeva bene che a questo mondo esistevano ninja in grado persino di levarti i sandali dai piedi e non farsi notare. Dunque ritrovando la giusta calma prese in mano il piccolo scritto; così ad occhio e croce poteva contare non più di trenta pagine. Il titolo era come stato inciso sul cuoio della copertina, a mano e a caratteri cubitali citava: La mia storia. Era un diario, i cui caratteri non stampati erano inconfondibili agli occhi di Diogenes…Ferrid. Il colosso lo sapeva: il padre era morto nel momento in cui aveva stroncato la vita del precedente Garth, causando inevitabilmente la trasgressione del Patto di Sangue che anni prima i due Mikawa avevano stretto. Era vero, lo aveva visto dai ricordi dello stesso Capoclan, tramite un mistico contatto venutosi a creare durante lo scontro. Dunque la stesura e consegna di quei fogli doveva essere avvenuta dopo l’incidente ma prima del cambio di Garth…ovvero in un arco di tempo lungo due anni. Questo non lo aiutava; non gli restava che cercare le risposte a quelle domande in quel libricino dalla rilegatura improvvisata.


    CITAZIONE
    Che dire, sei stato più bravo di questo sperassi. Il mio unico rammarico è stato quello di non aver potuto passare un'ultima giornata con te, come quelle che trascorrevamo quando ancora eri un ragazzino spaesato nel nuovo villaggio. Ho stampata nella mia mente l’immagine di un bambino di corporatura scarna, stremato nel fisico e con gli occhi pieni di lacrime bussare alla mia porta e presentarsi come Siomaru. No, non avevi detto nulla ma capii chi eri dagli occhi, li stessi della mia amata. Sin da allora sapevo che saresti diventato quello che mai io sarei potuto diventare, lo leggevo nel tuo sguardo trasbordante di ambizione. Non mi hai dato il tempo di rimettermi in salute e ripresentarmi a te in maniera decorosa. Lascia allora che ti spieghi come sono andate le cose, sin dal principio. La nostra famiglia fu la prima a passare dalla Rosa ad Oto; mio padre Ru Yamaneko era il capoclan Mikawa, discendente per linea diretta con il fondatore Kaiso. Dunque io fui il primo del nostro clan a frequentare l’Accademia, la struttura nota anche nel nostro villaggio natio. Avevo perso tutti e nove i fratelli, mia madre era finita per impazzire dal dolore e mio padre doveva, oltre che sopportare tutto ciò, gestire l’intero clan. Sono sicuro che stai già cercando di ricostruire l’intera storia dei Mikawa e a riguardo ti dirò solo una cosa: Non credere alle voci che circolano alla Rosa o a quello che ti può aver detto Garth…mio padre, il Terzo Capoclan, amava me, i miei fratelli e soprattutto Loira, tua nonna. Non avrebbe mosso un dito contro di noi, figuriamoci ucciderci tutti per timore di perdere il suo potere. E’ stato un padre di gran lunga migliore di quanto non sia stato io per te. Dedicò anima e corpo per curare mia madre e me che decise di farsi scavalcare dal IV Garth. Certo quest’ultimo aveva talento e forse sarebbe comunque riuscito nell’impresa di atterrare Yamaneko ma posso garantirti che non avrebbe avuto vita così facile. Io ho visto quel duello…la Lince Rossa, così era soprannominato, combatteva di gran lunga meglio di come fece; basti pensare che il Consiglio, quando lo elesse come capoclan, dichiarò di non aver mai visto un tale controllo sul sangue…nemmeno da Kaiso. Vidi il suo corpo cadere a terra senza vita, lì in quella landa desolata a metà strada tra la Rosa ed Oto. Avrei voluto fare qualcosa ma ero a stento in grado di stare in piedi…non mi rimaneva che piangere. Sapevo che nel clan Mikawa funzionava così: il comando spetta al più forte, ma puoi ben capire quali siano stati i miei sentimenti nel servire colui che ha ucciso una delle due persone che amavo e che mi erano rimaste. Poco dopo, per fortuna, incontrai tua madre. Avevo solo diciassette anni mentre lei era proprio una ragazzina appena quattordicenne. In accademia, ovviamente…lei allora stava intraprendendo la carriera ninja mentre io ero riuscito finalmente ad uscire dalla fase più cruciale della malattia. Speranzoso tentavo di mettere in pratica le conoscenze che fino ad allora avevo potuto studiare solo teoricamente. Ci innamorammo e trascorremmo anni indimenticabili proseguendo insieme negli studi, affrontando le prime missioni e vivendo la giovinezza. A Suna, in quelle calde terre, lontane da un passato che volevo lasciarmi alle spalle e ottimali per la mia salute. Ma ero pur sempre un ninja di Oto, dovevo farmi firmare continuamente permessi per restare a Suna, e soprattutto ero un Mikawa…dopo diversi anni il clan sembrò ricordarsi di me venne a riprendermi con la forza. Mi tenevano sotto d’occhio da sempre, questo lo sapevo, ma mai avrei potuto pensare che sarebbero arrivato a tanto. Minacciarono di uccidere Mizari se l’avessi rivista ancora e mi impedirono di tornare al villaggio della Sabbia. Dovetti quindi allontanarmi da lei e tornare ad Oto per servire Garth. Al tempo io non capii tale comportamento ma sono sicuro che tu adesso abbia già capito: il Sangue Puro che scorreva nelle mie vene era una minaccia per il IV Capoclan (non appartenente alla linea pura di discendenza). Ma Mizari era già in cinta di te; tale informazione non arrivò alle orecchie del clan perché io stesso non ne sapevo nulla…certo potevo avere dei sospetti ma erano anni che provavamo ad avere un figlio senza mai riuscirci. Le nostre strade dunque si separarono: da una parte io che decisi di riaffrontare il mio passato e ripercorrere, in parte, le orme di mio padre e dall’altra Lei che smise di essere una Kunoichi e si dedicò alla tua crescita. Fu la paura nel confronti del clan e la scarsa fiducia nelle mie capacità a non permettermi di rivedere più tua madre…questo fino a meno di un anno fa. Poco prima di allora rientrai di nuovo in una fase critica della malattia e questa volta sentivo che ne sarei uscito difficilmente. Avevo già completato la capsula ed ero già pervenuto alla scoperta di non essere più in grado di poterla usare su di me per motivi di età…con la malattia che avanzava poi. Intanto tu divenivi a velocità impressionante un ninja straordinario. Fu dopo la tua nomina a guardiano di Oto che presi la decisione di tornare a Suna; oramai il Clan già aveva ricevuto abbastanza da me: avevo riformato i D10 e riportato alla luce una delle tecniche di Kaiso, il Patto di Sangue. Avevano ben compreso la gravità della mia malattia e capirono che non potevo più rappresentare una minaccia per il Garth…il vero pericolo ora eri tu. Avevi superato Akashi e Luis nel controllo del sangue senza grandi difficoltà; avevi dimostrato di valere recuperando due pezzi del leggendario Vermiglio Roccia e Sangue. La missione ti fu assegnata proprio nella speranza di toglierti di mezzo; nessuno voleva sporcarsi le mani del sangue di un discendete di Kaiso. Il nostro clan è molto legato alle leggende, sono legate proprio con la nostra religione; uccidere un membro della casata principale avrebbe portato eterna sventura alla famiglia del fratricida. Il Gran Consiglio, alla Rosa, fu informato dei tuoi progressi e a quel punto il IV Garth non poteva più toglierti di mezzo. Avrebbe potuto farlo prima ma ero stato abile a mantenere segreto il tuo effettivo legame di sangue con me. Io ero quasi sempre in missione per recuperare i materiale per le mie ricerche e intanto lasciavo che tu crescessi autonomamente; in questo modo il nostro rapporto non avrebbe destato sospetti. Certo, forse non sarei stato un padre presente ma era un prezzo adeguato per garantire la tua incolumità. Per loro non eri altro che un giovane Mikawa talentuoso cresciuto ad Oto, che aveva trovato accoglienza nella mia casa. Quando Garth seppe la verità mi cercò e mi trovò; mi disse che non saresti mai stato accolto nel vero villaggio, quello della Rosa, e che non avrebbe ceduto il trono ad uno sbarbatello per ridar prestigio ai diretti discendenti di Kaiso...Ce l’aveva a morte con lui e tutti noi, suoi discendenti; non poteva usare le armi del clan né tantomeno apprendere le tecniche più segrete e questo lo faceva infuriare come nessun’altra cosa. Come accennato ritornai a Suna nella speranza di poter rivedere Mizari; mi avevi detto che si era gravemente ammalata ed erano passati diversi anni dal tuo arrivo al Suono. Il malore poteva essere peggiorato nel tempo e la sua vita già presa dal mietitore senz’anima. Posso dirti che l’ho ritrovata ma nulla più. L’unico tuo modo per conoscere completamente la verità è quello di venire qui, tra le Sabbie del Deserto, luogo da cui ora ti sto scrivendo. Ho contattato Yashimata per consegnarti questo diario, serviva un ninja di cui mi potessi fidare e che fosse in grado di superare le difese della Villa. Nonostante la mutazione provocata dalla Tecnica Proibita c’è ancora in lui qualcosa di umano; ho provato a riaccendere in lui un alito di vitalità parlandogli della sua famiglia; probabilmente già lo sai ma io e suo padre, Jushiro, siamo stati grandi amici. Non lasciare che abbandoni completamente il lato migliore di sé, che ancora speranza.
    Un’ultima cosa riguardo la Capsula. E’ da due mesi che sto riconsiderando un dato uscito fuori ai tempi della sperimentazione sui topi da un errore procedurale. Penso si possa trovare una cura all’invecchiamento delle cellule. Deve essere qualcosa strettamente legato al nostro sangue…
    Penso di rimanere qui fino alla fine dei miei giorni. Viste come sono andate le cose spero di morire per mio volere, infrangendo il patto, che a causa di questa dannata malattia. Ma che dico, come sempre tu brucerai le tappe e batterai sul tempo anche ciò che ho cercato di sconfiggere per tutta la vita senza mai riuscirci. Con orgoglio,

    Ferrid Mikawa.


    Non esistono parole in grado di descrivere l’insieme di sensazioni, pensieri, stati d’animo che Aloysius stava provando. Ogni frase letta, ogni pagina sfogliata suscitava nel Colosso qualcosa di diverso. Solo una cosa era certa: Suna lo stava chiamando e il piccolo Siomaru aveva risposto all’appello.


    SPOILER (click to view)
    La giocata è ambientata più di un mese prima della partenza di Luis e Febh verso Kiri
     
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    " Come da accordi...quattro lavori ben ricompensati. Avrai il suo corpo, mi sembra ragionevole."

    Aloysius era lì seduto sulla comoda poltrona; l'unica altra persona presente nel grosso salone era a pochi metri dal colosso, anch'essa seduta sugli sfarzosi scranni della villa.Dalla grossa finestra la luce della luna, coperta da nuvole cariche di pioggia, illuminava solo la metà inferiore dei due interlocutori, la cui vista era oramai da anni abituata a vedere nelle tenebre più fitte. Il silenzio dominava l'intera tenuta...era molto tardi. Poi, d'un tratto un fulmine squarciò il cielo e il lampo derivante andò a palesare i volti dei due alleati. Diogenes aveva un largo sorriso stampato sul volto, caratteristico di chi sta per concludere un affare sperato e vantaggioso. Non che i rischi fossero indifferenti, anzi, sia lui che il chunin suo compagno avrebbero rischiato la vita per riuscire nell'impresa...Era iniziato a piovere intensamente.

    " A Kiri non mi farò vedere per nulla, meglio che non mi avvicini troppo alle mura di quel villaggio. Sospettano già troppo di me e la mia presenza non favorirà la riuscita della missione. Ricorda: Itai non si rassegnerà tanto facilmente alla tua presenza e ti terrà sott'occhio dal momento in cui metterai piede nel villaggio. Se le cose dovessero mettersi male cerca di far leva su Shiltar, averlo conosciuto durante la missione dell'Impero di Smeraldo, può tornarti utile.

    Per Suna dovremo attendere che il mio contatto ultimi i compiti lui assegnati. Intanto tieni pronto il pacco...

    Riguardo Konoha, invece, agiremo subito dopo la Nebbia prima che la notizia del ritorno del nostro caro amico si sia sparsa nei quattro accademici. Il bersaglio è maturo...il torneo alla Fossa dei Sannin me ne ha dato conferma. Devo ancora scegliere il seguace che ti accompagnerà nella missione, il suo ruolo sarà determinante e non voglio che tutto vada a puttane a causa di una scelta sbagliata.

    Per Oto, invece, dovrò prima risolvere la pratica Kokage. Comunque tieni pronti i cadaveri, ne serviranno almeno una quarantina. Tutto chiaro?"


    Il caplocan attese dunque risposta per continuare:

    " Chissà la faccia che faranno nel rivederlo...uahuahauah"

    k44nj3



    Edited by DioGeNe - 26/9/2011, 12:30
     
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    Soli in quello stanzone dove padroneggiavano le tenebre. Con il colosso iniziavo a sentirmici più spesso, i suoi piani coincidevano con i miei, e sebbene non si potesse dire che condividevo a pieno i suoi ideali, l'entusiasmo di quell'uomo caricava anche me e mi spingeva a migliorare sempre più, correndo rischi a cui mai avrei pensato di espormi.

    " Il corpo e la taglia, Aloysius. Non sarà una passeggiata entrare a Kiri nè tantomeno a Konoha. Inoltre, secondo me, per Oto dovremmo agire subito...daremo l'ulteriore conferma di un chiaro distacco tra Yashimata ed il SUono, il che ti scagionerebbe completamente da ogni dubbio o sospetto. I cadaveri sono già pronti...devi solo indicarmi il luogo...Inoltre sarebbe anche vantaggioso nel tuo confronto a distanza con il Kokage; Nidaime non potrà rimanere con le mani in mano mentre i suoi abitanti muoiono. Sarebbe impegnato nel combattere questa minaccia fittizia e tu avresti il tempo di pugnalarlo alle spalle..."

    Avrei dato al Colosso il tempo di rispondere, dopodichè mi sarei alzato dalla comoda seduta e incamminandomi verso la porta avrei detto:

    " Stai comodo, conosco la strada. Partirò tra due giorni per Kiri, ci vediamo tra nove giorni al Yuuyake Bara no Sumire, al tramonto. Se non ci sarò vorrà dire che sono stato catturato oppure che sono morto. In ogni caso, se ti passasse per la testa, non venirmi a cercare...se in prigione troverò il modo di fuggire mentre nell'altra ipotesi sarebbe comunque inutile. Fammi gli auguri."

     
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    " In bocca al Fenirir..."

    Ce l'avrebbe fatta; il piano era geniale, le sue tecniche imprevedibili, la sua precisione maniacale. Tutto era stato calcolato: sarebbe entrato con la maschera così si sarebbe fatto notare e avrebbe costretto Itai a mettergli qualcuno alle costole, se non si fosse mosso proprio in prima persona. Avrebbe dunque trascorso giorni tranquilli alla locanda, facendosi spiare...si sarebbe costruito un alibi di ferro, più forte di qualunque sospetto. Insomma, avrebbe fatto leva sui loro sospetti per uscirne rafforzato; gli avrebbe fregati sotto i loro occhi...Tanto, anche nella remota ipotesi che la Nebbia fosse stata così generosa da farlo accedere liberamente avrebbe avuto modo di allenarsi nell'arte della recitazione e dell'inganno; anche se inosservato i suoi accorgimenti non sarebbero stati del tutto vani. Certo, qualche aggiustamento di percorso sarebbe potuto avvenire, ma ero sicuro che il giovane talentuoso allievo del Nidaime avrebbe trovato sempre la soluzione migliore ad ogni problema. Perchè? Perchè era stato addestrato dal miglior ninja di Oto, perchè era stato modellato così...calcolatore in ogni sua mossa.


    ::: Qualche tempo prima [Segue da qui] :::

    " Aloysius cos'è quel coso?!"

    " Un nuovo acquisto...ti prego, non commentare Matsumoto."

    " Ma...ma puzza ed è vestito di foglie e stracci! Ma è umano?!"

    " Non fare la sciocca; due mani, una testa, due gambe...è proprio come te."

    " Bhè come me non di certo. Sembra un gorilla, cammina accovacciato e ingobbito, chinato sulle nocche! Non dirmi che starà qui!"

    zerochankusajishiyachir

    " A me piace! Posso tenerlo come orsacchiotto?!"

    " Si, almeno fino a quando non risistemo la baracca nella foresta, e no Yakiru...sarà un membro della squadra a tutti gli effetti."

    Si, non era stato un ingresso facile ma sinceramente mi sarei aspettato di peggio, qualche scenata esistenziale, strilla, vasi rotti o cose di questo tipo. La piccola si avvicinò al nuovo arrivato che per tutto il tempo era stato in silenzio, più interessato all'interno della cosa che alle parole della prosperosa donna che lo disprezzava. Tuttavia, quando la kunoichi gli parlò quello le prestò grande attenzione e con lo stesso sguardo con cui aveva guardato me nella baracca, rispose alla domanda posta:

    " Come ti chiami?"

    "...io non avere nome..."

    " Bene, da oggi sarai Ashiro Tengoku come l'orso parlante di Antoku, il cartone che si fa su due. "

    " Cartone? "

    " Dai, parlerete dopo di queste scemenze. Ora portatelo in bagno, fatelo lavare, rendetelo presentabile e dategli qualche mio indumento più largo. "

    " Yuppie! Andiamo su, seguimi! "

    E partirono a tutta velocità su per le scale. Lui le stava dietro...incredibile.

    " Gene ma stai facendo sul serio? Vuoi veramente servirti di quell'animale?"

    " Dovresti vedere come si muove, Ranjiku. E' una vera belva, forte e veloce come pochi qui ad Oto."

    " Si ma.."

    " Domani andrai al mercato e gli comprerai qualcosa. Intanto dagli una camera larga, forse lo aiuterà ad ambientarsi prima. Voglio che impari a parlare decentemente e che recuperi anni di conoscenze sul vivere in modo civile. Yakiru, ti aiuterà, potrebbe parlare all'infinito e lui, Ashiro, apprenderà in men che non si dica. Non tutti, anzi, nessuno è in grado di sopravvivere per così tanto tempo nel Bosco dei Sussurri...merita una possibilità. "

    matsumotorangikumugshot

    " Forse...ma non credere che ne sia felice...uff...Quanto tempo mi dai? "

    " Un mese per sostenere una conversazione di buon livello e imparare le norme civili di comportamento. Due per sembrare solo un omone rozzo...e tre per poterlo avere operativo, in missione. Io mi occuperò dell'addestramento, devo verificare se effettivamente vale quanto credo, se e come sa adoperare il chakra, a quale impronta è predisposto, con quale arma ha maggiore affini...dove stai andando?"

    " Ad occuparmi del cucciolotto..."

    " Ti ringrazio, Matsumoto."

     
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    ::: Colloqui di Lavoro [Segue da Qui] :::

    Il lunedi della settimana a venire fummo meravigliati della quantità di gente venuta in cerca di un lavoro. Ma, in effetti, ad Oto c'erano molte persone senza un lavoro, gente disperata ma anche valide persone. Tuttavia eravamo certi che non tutti i lì presenti avevano letto bene i volantini sparsi per Oto da Yakiru: non ci servivano inutili schiavi, non ci serviva gente fragile e incompetente...gli scelti avrebbero dovuto vivere in una casa che ne aveva viste e ne avrebbe viste di belle. Dunque difficilmente avremmo trovato ciò che volevamo tra quella trentina di persone che bussarono alla porta. Ma era solo lunedi, ne avremmo visti di volti nuovi in quella settimana. Per fortuna io e Matsumoto avevamo già stabilito che sarebbe stata lei a parlare, io avrei fatto solo da presenza decretando il definitivo si o no. Ci mettemmo dunque lì, seduti in una delle poche stanze presentabili della villa e ad uno ad uno ricevemmo i richiedenti...

    Nemmeno a dirlo, era una noia tremenda. Gente scialba, senza carattere o ambizioni. No! Non stavo cercando semplici domestiche; più che saper fare il loro lavoro essi dovevano avere un carattere di ferro, sopportare la vista di scenari raccapriccianti, essere completamente disposti a servire la causa...insomma mi sarei dovuto fidare di coloro che avrei accolto in casa mia e che sarebbero diventati a tutti gli effetti parte della mia vita. Certo, un colloqui di qualche minuto non poteva darmi questa certezza ma senza dei buoni presupposti non avrei nemmeno tentato di sprecare del tempo con nullità.

    Passarono altri dodici volti di cui mai avrei ricordato il nome...Matsumoto era bravissima nel fare le giuste domande, nel vedere se avevamo di fronte quello giusto. Sapeva cosa stavo cercando e il suo addestramento, per quanto non approfondito, nella branca dell'investigazione risultò utilissima. Quando poi...

    " Buon giorno, sono Finnian Meku, diciannove anni, orfana e faccio il giardiniere. "

    " Ciao Finnian. Dai, dicci qualcosa in più su di te. Da quanto fai questo lavoro? Che genere di rapporto hai con i ninja? "

    " Sono cresciuto all'interno del Clan Akadou, adottato dall'attuale capoclan. Da quando ho ricordi nitidi del mio passato mi sono occupato di tutta l'aria verdeggiante del clan. I miei rapporti con i ninja? Diciamo che il più delle volte ho ritrovato cadaveri nascosti nelle siepi, scie di sangue sulle aiuole, una volta mi sono ritrovato anche in mezzo ad uno scontro. il clan Akadu è assai turbolento al suo interno, vi sono almeno 3,4 famiglie costantemente in conflitto e gli scontri sono all'ordine del giorno. "

    " Bene, voglio farti una domanda allora...perchè sei qui? Cosa ti ha allontanato dal clan che ti ha accudito per tutto questo tempo? "

    " Io...volevo fare un'altra esperienza. Sono diventato abile nel trattare piante e prati ma oramai conoscevo quel lenzuolo di terreno come il palmo della mia mano. Non avevo più stimoli stando li, capisce? "

    " Stai mentendo. "

    finnianmug

    " E' vero! "

    " Menti, il clan Akadu è tra i più radicati nella storia di Oto. Lì i neonati non si adottano ma si prendono e rendono schiavi."

    "Io...io sono stato liberato..."

    " Spiegati meglio. "

    " Ho conquistato la mia libertà con il lavoro. Dodici anni di servizio senza retribuzione, se non una stalla dove dormire e un tocco di pane al giorno, sono il prezzo per aver avuto vita salva. Se il capoclan non mi avesse trovato effettivamente sarei morto tra i rifiuti in uno dei tanti vicoli bui di Oto."

    " E ora che sei libero voi continuare a fare il lavoro che ti ha reso schiavi per tutti questi anni? "

    " So fare solo questo e non ho un posto dove andare..."

    Non ci pensai più di due volte.

    " Benvenuto a bordo. "

    ::: Martedi :::

    " Non pensa che è un po' troppo anziano per questo genere di lavoro? Tenere la contabilità, verificare che tutto proceda per il verso giusto, che ognuno faccia il suo compito...insomma, ci vogliono molte energie. Lei pensa di averle ancora? "

    tanaka

    " Signorina, con tutto il rispetto, ma ho servito il Palazzo della Vipera per oltre quarant'anni vedendo cose che probabilmente lei può solo immaginare. Ma che dico, nemmeno nei sogni una dolce ragazza come lei potrebbe vivere le esperienze che indirettamente ho vissuto io. Nonostante con il nuovo Kage le cose fossero sicuramente migliorate, quel luogo vive ancora dei resti lasciati da Orochimaru e da Kabuto...Non penso che l'incarico in questa villa possa impegnarmi anche solo la metà del mio precedente lavoro. Inoltre..."

    E inaspettatamente si sfilò con un unico, rapido movimento giacca e camicia, mostrando un fisico statuario che avrebbe fatto invidia a molti giovani ninja.

    " ...come può vedere sono ancora in forma e pieno di energie. "

    " Io...io...Gene tu cosa dici? "

    " Magnifico! Signor Tanaka, appena sale le scale, prima stanza a destra. Come vedrà c'è molto lavoro da fare."

    E lui fece un profondo inchino in gesto di gratitudine.

    ::: Giovedi :::

    kurosujimaylenebyniyaaa

    " Cosa hai detto, scusa!?"

    " Ho detto che faccio di tutto tranne: sgozzare bambini, dare da mangiare ai gatti e fare sesso anale. "

    Rimanemmo quasi scioccati da quella ragazza. Parlava in modo inespressivo, come se non ci fosse anima in quel corpo minuto e ben curato. Aveva lavorato per tre anni come infermiera in un reparto nascosto dell'ospedale di Oto, quello dove accadeva di tutto lontano da occhi indiscreti e che probabilmente nemmeno Febh e Ledah sapevano dell'esistenza.

    " Posso assumere il carattere che più preferite. Posso essere gioiosa e cordiale, posso mantenere questo distacco inespressivo, POSSO ESSERE UNA PAZZA SCATENATA, una porca schiavetta, una crudele e vendicativa domestica o semplicemente una ragazza comune."

    " Quest'ultimo andrà più che bene, diciamo che ti mettiamo in prova a tempo indeterminato. Mi servirà per capire chi sei e quello che sai fare."

    " Come volete..."

    ::: Venerdi Mattina:::

    " Si, davvero un curriculum strabiliante signor Anteras...lei ha lavorato con importante famiglie qui ad Oto, ma il suo incarico non è mai durato più di tre quattro mesi di tempo. Più spiegarci il perchè?"

    " E' volto facile, signorina...Mi annoiavo; all'inizio magari c'era una situazione critica da mettere apposto, come questa villa ad esempio, ma una volta passata quella manciata di mesi il tutto si riduceva a semplici mansioni di routine. Io voglio avventura, ospiti importanti e/o pericolosi da servire, segreti da mantenere...non posso accontentarmi di un normale impiego. Lei può darmi quello che cerco?"

    Si erano invertite le parti. Ora era il ragazzo a fare le domande a Matsumoto! Un ragazzo molto intelligente e secondo me addestrato anche alle arti ninja. Non ne ero sicuro, era solo un sospetto ma la sua andatura, il rumore dei suoi passi, il suo modo di rispondere alle domande.

    " Vedremo. Mi parli ora dei suoi collaboratori, abbiamo soltanto altri due posti disponibili quindi, anche se decidessimo di assoldarla comunque uno dei tre rimarrebbe fuori."

    " Questo non è possibile. Ho insegnato io stesso a questi ragazzi il valore della servitù, sono tutti sotto la mia custodia. Prendere me significherebbe accettare anche il trio."

    " E allora ci dica perché dovremmo scegliere voi. Quale sarebbe il mio vantaggio nell'avere un'altra bocca da sfamare dal rendimento pressoché nullo, in quanto superflua? "

    sebastianmichaelisk

    " Per il semplice fatto che questi tre ragazzi si completano a vicenda. Sono stati addestrati a saper fare qualunque cosa si possa richiedere ad un uomo medio, specializzato in una qualche attività. Certo vista la loro giovane età non possono ancora fornire la stessa qualità per tutte le pratiche ma sono molto, molto promettenti...In tre possono risolvere tutti i problemi inerenti la gestione di una casa, o più semplicemente di vita quotidiana. Non ci credete? Chiedetegli di fare qualcosa allora, qualunque cosa sia fattibile per un normale civile."

    Provammo dunque con quello che ci venne in mente guardandoci attorno. La provocazione era intelligente poichè a meno di non spostarci dalla nostra posizione, la scelta di cose era grandemente limitata. Ebbene chiedemmo loro di fare diverse cose, dal semplice appendere un quadro o preparare una tazza di tè al pulire la cappa di un camino, dal memorizzare e ripetere una lunga serie di ordini ed orari a risolvere qualche problema di logica di media difficoltà. Chiesi loro di risolvere anche il problema di "prendere parte ad una rissa" ed effettivamente uno di quei giovani era ben addestrato nel karate e nella boxe...Insomma, passammo quasi due ore stando dietro a quei tre giovani e ogni volta, il risultato era sempre lo stesso.

    fcjucfufc

    " E ovviamente almeno uno di loro ha nozioni basilari sulle attività lavorative di base: lavorare i metalli, cucire, occuparsi di un orto o di un prato, cucinare e così via. Imparano molto in fretta, inoltre li sto addestrando anche alle arti recitative e alla conoscenza degli usi e dei costumi degli altri villaggi ninja...se vi può essere utile saperlo. Allora, cosa ne dite? "

    ::: Venerdi Pomeriggio :::

    " Questo ramen è...SQUISITO! Aloysius tu che ne pensi?"

    " Non male. Cos'altro sai cucinare?"

    " Di tutto! Ogni tipo di minestra o zuppa, riso con il condimento che più gradisce, carne di pollo, maiale e...mucca, se siete tipi poco religiosi. Come contorni: verdure, ortaggi, formaggi e molto altro. Poi le uova; uova strapazzate, sode...e pesce, pesce crudo, ai ferri, fritto, ad insalata..."

    " Si, ho capito ho capito."

    " Dove compri gli alimenti? "

    " Solo il meglio del meglio e a poco prezzo. Il pesce addirittura mi arriva dal paese del vento, ci vuole meno tempo per farlo arrivare e le spese di trasporto costano meno. Per le verdure e i prodotti della terra arriva tutto dalle nostre campagne, ho amici agricoltori sparsi in tutto il paese. Lo stesso vale per le carni e il latte, tutti prodotti locali. Se poi volete qualcosa di esportazione ho diversi contatti a Konoha e nel paese della Roccia."

    " Dovrai cucinare ogni giorno per un notevole numero di persone e..."

    " Signorina lei mi offende. Gestisco il Zako Restaurant da una vita e ogni giorno mi arrivano più di cento guardie affamate provenienti da tutti e quattro i Gate di Oto."

    " Ecco, se vuoi il lavoro dovrai rinunciare a quel locale. Dovrai restare qui e non avrai tempo per gestire anche la tua attività. Ovviamente il compenso sarà più elevato di quanto percepivi prima. Il doppio penso che può bastare. Allora, che dici?"

    " Dico che allora devi stare a sentire le mie di condizioni, capo. Per prima cosa voglio che la mia assistente Kumotoi lavorerà con me, secondo voglio che lo Zako Restaurant non chiuda ma che venga gestito da amici di cui ho stima, terzo voglio che la cucina venga ristrutturata come più mi aggrada, quarto voglio una stanza grossa. E, per quanto riguarda lo stipendio, voglio tre volte quello che riuscivo a guadagnare al ristorante."

    " Questo è improponibile! Se vuoi tutto quello che hai chiesto, ti darò gli stessi soldi che prendevi prima...e ti permetto di continuare a darmi del tu. "

    " Il doppio!?"

    " Lo stesso. "

    " Una volta e mezza?"

    "Ufff...ok ma scordati di fumare dentro casa. "

    " Dho! "

    " Hihihi "

    fvfikfvki

     
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    tanakaatthefuneral

    " Inizia una nuova avventura..."


    ::: Ristrutturazione :::


    " Iniziamo dall'interno. Le stanze abitabili sono ben poche; del primo piano si salva solo un bagno, la cucina e un salone, mentre al secondo cinque stanze. Ma prima di tutto...ecco, voi tre portateli sempre con voi, altrimenti riconoscervi sarebbe impossibile. Ado a te il fazzoletto verde, Bado il blu e Cado il rosso. Dunque May, Anteras, Cado e Bado vi occuperete della pulizia di tutte le stanze, pavimenti, ceramiche, suppellettili, lampadari, credenze...insomma ogni cosa che trovate in casa! Vi avviso, alcune zone della villa sono sigillate da anni; è probabile che avrete a che fare con decine di centimetri di polvere, topi, macchie talmente incrostate da richiedere ore di strofinio. Organizzatevi come meglio credete ma in tre giorni questo posto deve tornare splendente. Scoprirete da soli la casa e avrete libero accesso a tutte le zone. Le quattro scalinate a chiocciola presenti in tutte e quattro le torri consentono di salire sia al secondo piano che al tetto. Date una pulita anche lì sopra, in particolare c'è una grossa voliera da risistemare. Nella cantina, al piano di sotto, troverete una fornitura di stracci, prodotti vari, acidi, spugne ecc che farebbe invidia ad una ditta di pulizie specializzata. Finnian, Ado venite con me, voi altri a lavoro!"

    Sarebbe stato un lavoraccio che, tuttavia, rispetto all'esterno sarebbe risultato una sciocchezzuola. La tenuta era davvero in condizioni pietose, dal semplice manto erboso ai giardini, dal vigneto al maneggio. Certo i due ragazzi non sarebbero stati da soli ma avrebbero avuto molto da fare. Uscimmo dunque dalla villa e lì sulla sommità delle scale che conducevano al grosso viale alberato avrei ripreso a parlare.

    " Domani mattina arriveranno più di venti operai specializzati che saranno completamente ai vostri ordini; avete due settimane di tempo. Sulla sinistra vedete il maneggio, ovviamente non ci sono più cavalli e le stalle sono sommerse da un miscuglio di terra, paglia e sterco. A dirla tutta io stessa ho paura a mettere piede lì dentro! Quando avremo risistemato tutto forse vedremo di comprare qualche cavallo, Aloysius adora quegli animali. Dietro il maneggio vi sono i giardini. Nonostante abbiamo mantenuto una pseudo forma originale concorderai con me, Finnian, che sono davvero brutti! Il giardiniere di prima non doveva avere buon gusto HAHAHA! Sull'estrema sinistra poi vi è il bosco, lì per fortuna non dovrete fare molto: si tratterà di rimettere a posto le reti e le staccionate che ne delimitano i confini. Dritto di fronte a voi vedete il viale alberato, il ciottolame a terra va completamente rigettato e le piante potate adeguatamente. Parallelamente alla lunga via troviamo altri giardini con numerose statue; potete riadattare secondo le vostre preferenze il tutto. Il fono a tutto, sulla destra, vi è un laghetto ricco di pesci. Una vera e propria foresta di alghe è cresciuta sul fondale...va tutto ripulito. La pineta di cui scorgete le cime va, al contrario del bosco ,sistemata per bene; al suo interno vi sono molte viuzze, in quanto prima si era soliti passeggiarvi. Se nel tempo vi si dovessero essere annidati animali pericolosi, questi andranno abbattuti o trasferiti nel bosco. Tutto chiaro fino ad adesso?"

    " SI!"

    Risposero all'unisono alla domanda di Matsumoto.

    " Passiamo ora alle vigne e agli ulivi. Un tempo qui si producevano circa duecento bottiglie di vino all'anno e una discreta quantità di olio, che venivano anche messi in commercio. Un'attività senza grandi profitti ma se riusciremo a far ripartire entrambe le produzioni magari potremo pagarci la manutenzione della tenuta. Domani, insieme agli operai, verranno anche degli esperti che valuteranno se è il caso di riprendere le attività, in particolar modo si dovrà constate se il vigneto è ancora in grado di produrre qualcosa. Le officine per la lavorazione e l'imbottigliamento di entrambe le risorse sono lì, dove si vedono quei due tetti in tegole rosse. Comunque per il momento tralasciate tutta quest'aria della tenuta.
    Riguardo il manto erboso poi, non dico di voler vedere una distesa perfettamente regolare, ma ci deve essere pulizia e ordine. Probabilmente la natura avrà distrutto molte delle statue, delle fontane e delle strutture in legno quindi oggi vi chiedo di farvi un giro della tenuta e fare una lista del necessario. Indicate anche il numero e il tipo di piante e fiori che vorrete mettere, manderemo qualcuno a comprare il tutto. Vi sono due capannoni, uno poco al di sotto del maneggio e un'altro al laghetto dove potrete trovare tutti gli attrezzi necessari; ovviamente se dovesse servirvi altro indicatelo nella lista di cose da comprare. Questa sera, a cena, mi darete il vostro resoconto. Domande? "



    ::: La cucina :::


    " Prima di tutto ci vuole un altro ingresso al salone più grosso e probabilmente bisognerà ampliare l'apertura al secondo, magari mettendo una di quelle porte a due ante che fanno adesso. Passando alla cucina invece, il bancone da lavoro va completamente ristrutturato: sfrutteremo tutta la parete che affaccia sul bagno, in quanto priva di ingressi, e tutto quest'angolo fino alla porta. Sopra di esso, ad altezza di braccio, bisognerà collocare una fila di credenze dove mettere padelle, pentole ecc Al centro di questa parte più ampia ci voglio un altro bancone di almeno 5 metri con tutti i fornelli e le piastre e, in un anello superiore, tutte gli strumenti che si possono appendere. In alto invece posizioniamo un altro bancone su cui innestare tre lavandini; sul lato sinistro posizioneremo 2 celle refrigeranti, le stesse che avevo al ristorante. Poi...vediamo...mi sto dimenticando qualcosa Kumotoi?"

    " Il forno...anche se per quello non possiamo farci molto, mica possiamo far spostare la cappa. No?"

    " Si potrebbe fare ma è davvero necessario? Cioè mettere un'altra porta o innestare un paio di banconi è un conto, per deviare la cappa fin dove dice lei ci vogliono un paio di giorni e altri operai..."

    " Mmm...si sarebbe troppo, però in effetti li dov'è non va male e non è nemmeno tanto piccolo. Si è appuntato tutto?"

    " Si, per le due aperture nel pomeriggio manderò un paio dei miei uomini, mentre per tutto il resto dovete prima facci sapere i pezzi da ordinare, al resto ci pensiamo noi. Passerò domani sul tardi per sapere cosa prendere. Arrivederci."

    " Arrivederci! Allora, Dago, facciamo questa lista? Da che iniziamo, vettovaglie? E non fumare, il padrone te lo ha impedito..."

    " Non è a casa e nemmeno quella piccola peste dai capelli rosa. "

    " Quant'è carina quella bimba! "

    " Ehi ma da quale parte giochi?! Comunque, vediamo un po' qui qualcosa c'è...conta questi piatti e vediamo se riusciamo a fare un servizio intero... "


    ::: Conti :::


    " Settemila ryo?!"

    " Certo è una stima approssimativa ma da quanto ho potuto vedere tanto le costerà. Comunque questa sera dovrei ricevere le liste dei giardinieri e della cucina e domattina saprò darle informazioni più precise. "

    " Probabilmente riusciremo a risparmiare anche dai vari venditori. Ankoy dovrebbe stare con Dago a vedere la cucina, digli che lo accompagnerò io stesso a fare i vari acquisti. Il mio grado militare varrà pure qualcosa in questo villaggio, no?"

    " Come desidera padrone. "

    " Ah, domani mattina dovrò stare al Gate, ho delle faccende da sbrigare, quindi veditela tu con l'enologo e gli esperti agrari. Fai preparare anche uno spuntino...insomma trattali bene. "

    " Sarà fatto."

     
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    [Per le strade di Oto]

    Passeggiavo per le strade di Oto, quando su un palo notai un volantino che stava per prendere il volo, trascinato via dal vento.
    Appena si staccò dal palo, lo afferrai con uno scatto repentino della mia mano destra, e aprendolo lessi incuriosito il suo contenuto.
    A quanto pareva cercavano del personale in una villa: lavoro ben pagato e duraturo;
    la cosa che mi incuriosì di più fu leggere che cercavano Otesi di nascita con esperienza nel mondo ninja!
    Perchè mai del semplice personale avrebbe dovuto avere esperienze di quel genere?
    Vabbè... poco importava: a me servivano soldi e mi sarebbe piaciuto approfittare dell'occasione per farmi conoscere dai pezzi grossi del villaggio,dato che avevo sentito che la famiglia Mikawa era uno delle più potenti di Oto.
    Poi se quel lavoro mi avesse annoiato o non piaciuto mi sarei licenziato.
    Essendo Otese e genin non avrei dovuto avere difficoltà nell'entrare nel giro e acquistare amicizie potenti per poter diventare qualcuno.
    Mi apprestai così a raggiungere la fantomatica villa.

    [...]

    [VILLA MIKAWA]

    La villa si presentava enorme come avevo immaginato.
    Forse più che una villa sembrava un castello, con un immenso giardino.
    Di certo non sembrava curata molto(spiegando così la ricerca del personale).
    Entrai senza indugi e sicuro di me, verso la stanza del colloquio, dove mi attendevano una ragazza piuttosto carina e un omaccione dallo sguardo freddo e serio.

    Davanti a loro mi presentai:

    -Buongiorno signori sono Igoru Kitsune, Genin di Oto.
    Ho deciso di venire a fare questo colloquio perchè, come tutti immagino, mi piacerebbe guadagnare qualcosa di più...ho letto sul volantino che cercate anche cuochi...Bè, fatemi fare tutto ma non quello!!! Odio cucinare: tutte quelle pentole, tutti quegli ingredienti mi fanno diventare pazzo.
    Ma se non ci dovesse essere nient'altro mi accontenterò-

    In cuor mio speravo veramente che non mi prendessero come cuoco,ma infondo quella era solo una seccatura per arrivare al mio obiettivo.
     
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    "Mi dispiace ragazzino, i posti sono stati tutti occupati ma ti terremo in considerazione in futuro. Buona giornata."

    Così Matsumoto rispose diretta non appena il genin di Oto finì di parlare. Un'anima innocente, un ninja alle prime armi senza ancora una identità precisa, non adatta ad un posto come quello che stava diventando Villa Mikawa...no la sua crescita doveva avvenire altrove e, solo presa reale coscienza delle sue decisioni, sarebbe potuto tornare in quella reggia...

    ::: Un mese dopo :::

    La tenuta iniziava a riacquisire la bellezza di un tempo. La villa era tornata completamente agibile ed abitabile, tranne qualche stanza dell'ala est. I lavori nella cucina stavano per terminare; anche l'ultima richiesta di Dago era stata accontentata, come da accordi, e fu ben contento di avere una piastra di cottura grande come quella che aveva nel suo ristorante. La voliera in soffitta era ora affollata, Cado aveva fatto un ottimo lavoro (dimostrando anche grande dedizione per i pennuti) grazie alle sue doti da fabbro. E proprio dal soffitto era possibile apprezzare in pieno le migliorie della tenuta: i giardini erano stati completamente rinvigoriti, mancava solo qualche particolare (una statua di pietra sarebbe dovuta arrivare l'indomani, per esempio). Finnian mi aveva detto che sarebbero diventati ancora più belli quando le nuove piante innestate fossero cresciute. Il Maneggio era stato ripulito e sterilizzato ma non avevo comprato ancora nessun cavallo; tra le tante cose da fare non trovavo mai il tempo di prendere qualche imponente stallone. Le operazioni al laghetto erano ancora in corso, ripulire di quella fitta foresta di alghe il fondale non era un lavoro banale e gli operai avevano trovato non poche difficoltà. Probabilmente avrei dovuto trovare un paio di giorni per occuparmi personalmente della faccenda...La pineta d'altro canto era stata sistemata a dovere con tutte le sue staccionate e viuzze in pietra interne; anche qui dovetti intervenire io per scacciare dalle proprie tane gli animali feroci che dal vicino bosco dei sussuri avevano trovato posto nel più tranquillo boschetto. Riguardo le produzioni di vino ed olio tutto era ancora fermo, l'enologo e gli esperti agrari avevano detto che il terreno poteva ancora produrre qualcosa di buono ma essendo io completamente negato in questo genere di attività, avrei dovuto prelevare da qualche cantina vicina un esperto nel settore. Ma questo probabilmente lo avrei delegato a Matsumoto, se per caso avesse avuto meno impegni di me; magari Dogo avrebbe potuto darle una mano, vista la sua conoscenza delle produzioni locali. Le spese totali furono anche migliori del previsto: Tanaka fu molto bravo nelle trattative, era evidente che svolgeva questo tipo di mansioni da tempo e per una persona importante come il Kokage. Il conto attuale era di circa 6300 Ryo, accettabile per aver rimesso in piedi in così poco tempo una struttura disastrata come era Villa Mikawa...


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    Eravamo a tavola ed era solo in quei momenti che potevi realmente realizzare quanto il gruppo fosse diventato numeroso. Considerando i nove della servitù, i quali comunque mangiavano a tavola con noi (tranne Dogo e Kumotoi che sporadicamente si sedevano a tavola) vi erano altri 12 sedie occupate.
    Matsumoto e Yakiru erano oramai diventate padrone della casa a tutti gli effetti, praticamente più di me visto che ci passavano almeno il quadruplo del mio tempo. Ranjiku aveva anche ripreso ad allenarsi con serietà, oramai non doveva più badare alla ragazzina dai capelli rosa che intanto stava diventando un'inseguitrice più abile di me...mi ero dimenticato di quanto la giovane donna fosse in gamba nelle arti mediche! Ashiro, grazie proprio a lei, era diventato un uomo più civilizzato di quanto mi sarei mai aspettato. Certo, ogni tanto usciva di notte per andare a dormire nel bosco dei sussurri con i lupi ma nella vita di tutti i giorni pareva semplicemente un omone goffo. Cosa che di certo non trovava riscontro nel combattimento; non mi ero sbagliato affatto sul suo conto: Tengoku era una vera belva nel corpo a corpo, inoltre possedeva doti esplorative e una percezione sensoriale senza eguali tra i suoi compagni.
    Anche Soifon si era integrata bene nel gruppo. Certo il suo carattere forte e impulsivo inizialmente aveva creato qualche problema, soprattutto con Ashiro il quale le faceva perdere spesso la pazienza con i suoi modi maldestri. Ricordo che una volta entrò tranquillamente nella vasca da bagno mentre la giovane allieva di Shimaki ancora si stava insaponando...l'urlo tremendo si sentì anche dal giardino!
    I quattro di Shinodari, Gennosuke, Ukitake, Hakkai e Hyouma avevano passato brillantemente il mio interrogatorio ed erano entrati a tutti gli effetti nel gruppo. Imparai a conoscerli anche sotto l'aspetto umano: Hakkai era un vero e proprio mattacchione, sempre con la battuta pronta e con il sorriso sulle labbra; Yakiru andava pazza per lui. Hyouma era invece introverso e poco loquace, sempre molto profondo nei suoi discorsi...si vedeva che aveva avuto una rigida educazione monacale. Scoprii solo diverso tempo dopo che per un breve periodo della sua vita intraprese la via del samurai. Gennosuke era un ragazzo solare e un maestro meticoloso in particolar modo sulla teoria dei jutsu e sul chakra; più volte mi trovò carente su alcune problematiche del tan tien durante l'esecuzione di alcune tecniche e/o in particolari situazioni. Ukitake, invece, era un vero filosofo; aveva una visione della vita molto diversa dalla mia e sinceramente difficile da spiegare; mi colpì sin dal primo istante che ci siamo incontrati proprio per questo suo modo di pensare e di parlare.
    L'integrazione dei due scarcerati non fu poi così complessa. Kasumi non usciva quasi mai dalla sua stanza se non per allenarsi in palestra o per mangiare. Non riuscii a scalfire la sua corazza impenetrabile se non dopo una decina di tentativi: mi raccontò molte cose interessanti sul Kokage, sul sigillo maledetto che portavo e sulla teoria di un potente e gigante leviatan confinato nelle profondità di Oto...potevo apprendere tanto da lui. Pensavo che Hotarubi sarebbe stata la più difficile da far integrare nel gruppo, più dello stesso Tengoku, ma con mia grande meraviglia accadde che la stessa purezza che trovò in me secondo la sua misteriosa visione delle persone la riscontrò in ogni altra persona in quella villa. Ci riteneva tutti sani, non infettati da quella profonda malattia che stava dilaniando il villaggio del Suono. Gli ultimi due arrivati furono Auron e Lulu, cosa che avvenne circa una settimana dopo il nostro incontro al Neko Senzai. Diedi loro la camera da letto più grande della villa, come per incitarli a restare. Dovettero passare un po di giorni prima che Auron si sbloccò con gli altri del gruppo; da allora il suo carattere impetuoso animò notevolmente la conversazione a tavola. In privato mi raccontò della sua vita da sensei e della sua idea di Accademia in relazione agli altri villaggi. Lulu, invece, impiegò più tempo a sbloccarsi. Era strano vedere come una donna vissuta come lei, così decisa nella gestione dei locali del quartiere a luci rosse di Oto, fosse così timida e riservata nella vita quotidiana...Matsumoto la aiutò molto a relazionarsi con gli altri. Ora Lulu è uno dei punti di forza all'interno della villa, partecipa ad ogni iniziativa e non manca di dare ordini (deformazione professionale, probabilmente). Ne io ne Ranjiku capimmo quale fu il vero motivo del disagio iniziale della compagna di Auron ma posso assicurarvi che era uno spettacolo vedere le due prosperose donne insieme!


    I punti di discussione della giornata erano diversi ma ne ricordo uno in particolare che mi colpì profondamente in quanto mi fece capire quanto la gente che avevo al mio fianco tenesse al mio progetto. A tavola era presente anche Rayleigh, il mio fidato braccio destro, colui che mi stava aiutando nel reclutamento e formazione del gruppo; fu proprio lui ad iniziare il discorso:

    [...continua...]

    ::: Mappe :::

    Esterno

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    Piano Terra

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    Secondo Piano

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    Interrato - Palestra

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    Interrato - Pozzo

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    Edited by DioGeNe - 5/3/2012, 23:34
     
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    ::: Fenix, ai tempi del suo arrivo ad Oto :::

    [Continua dal South Gate]

    Raizen dormì per due giorni di fila. Gli avevo assegnato una delle poche camere spaziose e pulite della casa; al tempo ancora non avevamo ristrutturato Villa Mikawa. Avrei fatto visitare il ragazzo da tutti i ninja medici che conoscevo, Unohana, Matsumoto, Yasochika il medico assegnato al mio Gate (che successivamente sarebbe entrato a far parte dei 40 del gruppo) e poi, ovviamente, lo stesso Eiatsu. Il team aveva ispezionato da capo a cima il chunin della Foglia, sia sotto il punto di vista fisico che ispezionando nella sua mente...forse avevano trovato la causa dell'improvvisa crisi, ma per averne certezza avrei dovuto parlare con lo stesso foglioso non appena si fosse svegliato.

    Ovviamente non rimasi al capezzale del ninja, a tenerlo sott'occhio; oltre i vari medici che a turno tenevano sotto controllo le condizioni di Raizen, vi era anche Yakhiru. Ed infatti quando il gigante riaprì gli occhi la prima cose che potè vedere furono proprio i grandi occhi a palla della bomba e i suoi capelli di un rosa del tutto innaturale. Erano diversi minuti che la ragazza lo stava fissando, poichè si era accorta di un leggero movimento del piede destro da parte del colosso.

    " Finalmente ti sei svegliato è! "

    10280m

    Il ragazzo avrebbe quindi potuto realizzare che si trovava in un grossa stanza e giaceva su un grosso letto a due piazze. Tutto il suo equipaggiamento e i suoi vestiti erano stati collocati in una grossa cesta poco distante; la katana era poggiata su uno scaffale. Qualcuno lo aveva cambiato...indossava degli abiti non suoi e nello specifico una larga tuta e una maglietta a maniche corte, di quelle attillate. Le tapparelle erano semi aperte e pochi fasci di luce riuscivano a penetrare nella stanza; era giorno ma il sole non splendeva in cielo. La giovanissima kunoichi, inginocchiata e con i gomiti sul materasso, continuava a guardare curiosa il chunin senza staccargli gli occhi di dosso. Quella bambina era fatta così...chissà che le frullava per la testa.
    Poi la porta si aprì ed entrò un'affascinante donna dai capelli biondo-ramato che Raizen aveva già avuto modo di conoscere. Era Matsumoto.

    " Per fortuna i vestiti di Aloysius ti sono entrati. Per un momento ho pensato di dover usare una tenda per cambiarti. Allora, come ti senti? Ricordi qualcosa di quanto è accaduto? "

     
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    Risveglio

    Il viaggio dal gate sino a villa mikawa non fu minimamente sentito dal gigante, difficile farlo nello stato di incoscienza in cui versava dopotutto. Riposò per parecchio tempo dormendo come un bambino sotto le attenzioni di tutti i medici che Diogene gli inviava.
    Raizen al risveglio scoprì di essere ancora parecchio intorpidito, non aveva addirittura memoria ne di che successe dopo aver rilasciato parte del chakra ne degli istanti subito dopo l’apertura degli occhi, solo dopo qualche secondo iniziò a tastare la realtà, aveva un forte cerchio alla testa che non gli permise di drizzarsi nel letto troppo agilmente.
    Appena seduto mise a fuoco una bambina al suo fianco, pareva essere una di quelle bambine curiosone che cercano di spremere ogni minima informazione da ciò che le circonda. Però la riconobbe: doveva essere a villa mikawa.


    Ciao piccola, dovresti essere…

    Strizzò gli occhi qualche istante per ripescare dalla sua memoria l’informazione necessaria.

    … Yachiru?
    Non credevo di aver dormito tanto.


    Posò una mano sulla testa della piccola battendo lievemente, un piccolo gesto d'affetto che la prima persona trovata al suo capezzale si meritava sicuramente, anche se trovava abbastanza curiosi quei capelli così scintillanti.
    Aspettando risposta si diede uno sguardo intorno, una grande stanza pulita senza troppi fronzoli, un letto abbastanza grande e i suoi vestiti in una cesta, solo dopo averli visti li si rese conto che indosso non aveva che una maglietta aderente e dei pantaloni di una tuta.
    Appena finita quella piccola analisi entrò dalla porta un donna: Matsumoto ancora non sapeva che legami avesse con Diogene, ma nonostante la lieve sensazione di malessere che ancora lo attanagliava era impossibile non desiderare che quella donna avesse un legame con lui.


    Oh, salve Matsumoto.

    Abbozzò un sorriso.

    Si, questi abiti mi calzano alla perfezione, fisicamente parlando io e Aloysius siamo abbastanza simili.
    Ma, piuttosto, mi hai cambiato tu?


    Accennò un sorriso malizioso, di più non riusciva a fare, era ancora parecchio stanco; respirò a fondo cercando di liberarsi una volta per tutte del cerchio alla testa che ancora lo disturbava.

    Ora per cortesia, potresti informare Aloysius del mio risveglio, ho delle pessime idee che mi frullano per il cervello e dovrei parlarne con lui al più presto.

    Diede un occhiata rapida alla spada, quasi volersi accertare che non si fosse spostata.
    Dopo aver fatto quella piccola richiesta si concentrò su se stesso, il suo chakra sembrava ristabilito e pareva fluire normalmente. Ne aveva timore, quasi non volesse scoprire una verità troppo dura, tuttavia a malincuore scoprì gli addominali, solo dopo averlo fatto aprì gli occhi per vedere riuscendo a tranquillizzarsi: il sigillo era ancora li, intatto e immutato.
    Si domandò, anche abbastanza furente cosa diavolo potesse essergli successo fuori dal gate, tuttavia in tutto quel caos gli venne in mente solamente Livon e la prima volta che lo vide nella sua fucina infernale, mentre era immerso in quel genjutsu, forse fu proprio quell’immagine il seme che di li a poco sarebbe maturato portando Raizen a farsi idea dell’accaduto.
     
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    " Hai dormito per due giorni dormiglione! "

    Rispose la piccola kunoichi mentre rideva a crepapelle. Poi la bimba si staccò dal materasso e corse velocemente fuori dalla stanza nella quale Matsumoto era appena entrata. La ragazza rispose a tono alle scherzose provocazioni dello shinobi, dimostrando un carattere niente male:

    " Certo che ti ho cambiato io...ma non ti preoccupare, ho visto talmente tanti uomini nudi nella mia vita che non mi scandalizzo per membri inferiori ad una certa portata hihihi "

    E posizionò le mani parallele ad una distanza che ad occhio e croce poteva essere di circa trenta centimetri. Poi la ragazza si avvicinò al bancone posto difronte al letto, prese un termometro e uno stetoscopio dal primo cassetto e si andò a sedere proprio affianco a Raizen.

    " Aloysius si sta facendo una doccia, è appena tornato dal turno di notte al Gate. Intanto fammi vedere se ti sei ripreso del tutto...questo mettilo sotto l'ascella e alzati la maglietta. "

    Dunque prese ad ascoltare i battiti del cuore del ragazzo; probabilmente il foglioso non avrebbe potuto non notare l'evidente scollatura della kunoichi che, chinata per effettuare la sua visita, ancor più di prima concedeva alla vista qualche centimetro in più dell'abbondante seno.

    " La situazione sembra essere tornata alla normalità, la debolezza che senti è del tutto naturale...fenomeni di questo tipo sono rarissimi e in genere le persone ci rimettono la pelle. Sei stato in condizioni critiche per 20 ore di fila; per fortuna Eiatsu è riuscito a bloccarti gli tsubo portanti del tuo sistema circolatorio, impedendo ad una massiccia quantità di chakra di uscire. Comunque forse è meglio che ti spieghi Aloysius il rest..."

    " Nono Matsumoto, continua tu. Di certo sei più qualificata di me...Raizen è un piacere vederti tornare in forze . Non che ne dubitassi, hai la pelle estremamente dura ahahahah "

    Forse il chunin non mi avrebbe nemmeno riconosciuto; ancora bagnati i lunghi capelli pendevano privi di treccine fino a toccarmi la schiena. Ero vestito praticamente come il foglioso, se non fosse stato per il colore delle tute. Scalzo avanzai fino a portarmi ad un metro dal letto dove giaceva il ninja.

    " Ci hai fatto prendere un bello spavento è! "

    " Mai quanto quello che ti farò prendere adesso io se non vai immediatamente a metterti lei sandali! Stai facendo piedate ovunque! "

    Saltai dunque sul letto e con aria soddisfatta rivolsi uno sguardo di compiacimento nei confronti della ragazza che non potè che sbuffare vistosamente.

    " Okok...allora Raizen. Cercherò di spiegarti quello che ti è successo senza usare termini tecnici: conosci le porte del chakra, vero? Come ben sai ve ne sono otto all'interno del nostro corpo e le prime due risiedono proprio nel sistema circolatorio che avvolge il nostro cervello. Il loro compito è quello di controllare e limitare l'afflusso di chakra in modo da renderlo utilizzabile per i muscoli e i vari apparati del nostro corpo. Ebbene...qualcosa ti ha provocato inspiegabilmente l'apertura della prima e della seconda porta! Il controllo di queste aperture è difficilissimo; si sa che solo pochi ninja della foglia sono riusciti a fare del loro uso una temibile arte di combattimento. A te è capitato quello che succederebbe a chiunque se provasse ad aprire queste porte: una crisi del sistema chakrico incontrollabile. Per fortuna aprendo la porta del Riposo la tua resistenza fisica è aumentata di molto e questo, insieme al pronto intervento di Eiatsu e alla tua ottima forma fisica, ti ha salvato da morte certa. "

    Matsumoto attese dunque qualche istante in modo da dare tempo al giovane per assimilare le sue parole; quindi sfilò il termometro dall'ascella del ninja mostrando una rapidità niente male.

    " 37.3...ottimo! Quando sei giunto qui siamo riusciti a richiudere le porte. Ci sono volute le conoscenze mediche di quattro ninja diversi e due ore di agopuntura e arti mediche per riuscire nell'impresa ma adesso sei fuori pericolo..."

     
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    Rimase lievemente stupito dalla rivelazione di Yachiru, meraviglia che non si preoccupò tuttavia di mostrare.

    Due giorni, accidenti... beh c'è da dire che l'intensità dello sforzo non è stata affatto da sottovalutare... però, accidenti, due giorni!

    Ancora pensieroso lo shinobi rivolse l'attenzione a Matsumoto.
    Non si aspettava che il suo grezzo umorismo venisse preso così di petto, a dirla tutta non si sarebbe aspettato quella risposta, quantomeno non proprio in quella forma. La cosa gli strappò un secondo sorriso.


    A beh, quantomeno non ne dovresti essere delusa allora.

    Diede un tono scherzoso e al contempo conclusivo, sarebbe potuto andare avanti per giorni, il suo cervello partoriva questo genere di stupidaggini con una velocità che aveva dell'incredibile, tuttavia, visto che non rientrava minimamente in quel caso, non voleva fare la figura del M.D.F.
    Guardando la bambina e la donna tuttavia qualcosa non gli tornava: quella era veramente casa del Mikawa?
    La prima volta che mise piede li dentro l'ambiente era del tutto differente, quasi una caserma militare di cui il colosso rosso era il generale, un ambiente adatto a lui insomma. Gli risultava estremamente difficile immaginare l'otese in un ambiente differente dal campo di battaglia o con un sorriso diverso da quello dato dal piacere di togliere la vita al proprio avversario.
    Quei piccoli pensieri vennero subito mondati gentilmente da Matsumoto, se era Raizen l'uomo in questione ad una donna simile bastava ben poco: una scollatura come quella.
    Parlando chiaro non è che Raizen, come sopra specificato, fosse un M.D.F. Semplicemente aveva una passione per un certo genere di cose, e di quel genere di cose la subordinata di Aloysius ne aveva in abbondanza.
    Senza proferir parola il konohaniano sfilò la maglietta e mise il termometro sotto l'ascella, conosceva gli stetoscopi, e generalmente quei dannati affarini gelidi non si accontentavano mai dell'addome, dovevano farti rabbrividire dal ventre sino al collo.
    Denudò il torace con pochi gesti, mostrando un torso nerboruto e asciutto, forse troppo asciutto, ma dopotutto era da un po' che non mangiava un pasto decente, la vita che faceva non era tra le migliori e non aveva certo tempo di stare ai fornelli, tuttavia la sua mole era tutt'altro che impensierita da quel momentaneo dimagrimento, rimaneva sempre un colosso, il colosso di Konoha.
    La cosa che avrebbe incuriosito maggiormente un occhio attento tuttavia sarebbero state le piccole cicatrici che formavano sulla pelle di Raizen una trama precisa e accurata a forma di squame, un piccolo ricordo del suo contratto d'evocazione.
    Mentre Matsumoto faceva quella che pareva essere una visita ormai di routine fece il suo ingresso l'otese.


    20 ore in condizioni critiche... cosa diavolo ho rischiato?
    Cosa diavolo mi è successo?


    Questa volta toccò a Diogene distoglierlo dai suoi pensieri, anche se non riuscì a mascherare la sua preoccupazione trovò comunque il modo di rispondergli.

    “Dura” è un eufemismo, credimi, potendo scavare nei miei ricordi mi crederesti il tuo parente più vicino per il sangue che ho perso senza tirare le cuoia.

    Rise sommessamente per poi prestare attenzione a Matsumoto, anche se non avrebbe mai voluto farlo.
    Rimase impietrito da quelle notizie, shockato era la parola più adatta, abbastanza da non curarsi minimamente della donna che gli sfilava il termometro e annunciava ai presenti il suo stato di salute ormai del tutto ripristinata.
    Il tutto venne prepotentemente assorbito dal ronzio assordante di poche parole:
    apertura involontaria di prima e seconda porta.
    Fu come un fulmine, un rapidissimo giavellotto attraversò i suoi ricordi perforando e cucendo assieme quelli strettamente legati a quella rivelazione.
    Venne preso dal panico più totale. Tese la mano dinnanzi a se come a voler allontanare un terribile mostro, ancora tremante prese a parlare.



    N-non sono tr-roppo ignorante Matsumoto, comprendo ben più di quanto le mie dimensioni, collegate a tristi luoghi comuni, lascino immaginare.

    Mentre parlava riuscì a tranquillizzarsi quanto bastava da non balbettare, tuttavia avevano fatto un errore, ma era normale, senza conoscere la sua storia e senza le strumentazioni giuste che in quella casa potevano mancare era del tutto plausibile.

    Tuttavia vi mancava un piccolo pezzo per avere il puzzle intero...
    ...e renderlo più realistico.


    Sospirò.

    Basandomi su ciò che hai detto e su ciò che ho passato, è evidente il mio problema non è da limitarsi ad un solo episodio, anzi, è ben diverso, è ben più grave.
    Questa non è stata la prima volta che ho dato di testa, già poco dopo la promozione a genin mi successe la stessa cosa, vista la gravità di ciò che accadde si può dire che fosse solamente una “piccola” crisi dovuta all'apertura della prima porta.
    Più tardi, quando appresi la tecnica di manipolazione del vento che mi contraddistingue ne ebbi una seconda, simile a questa anche se meno potente.
    La prima la ebbi poco dopo il mio primo vagito, e probabilmente, inconsciamente fui io, poco prima della nascita ad uccidere mia madre, in un momento delicato come quello del parto è probabile che io abbia aggiunto qualche complicazione.
    Non è un apertura casuale, è incapacità, da parte del mio organismo, di mantenere chiusi quegli argini che normalmente rimangono sigillati.
    Per questo i draghi, fidati seguaci conosciuti durante l'addestramento al controllo della mia abilità, mossi da compassione e da gratitudine per aver salvato due membri delle loro fila mi imposero questo sigillo, utili ad arginare quella fuoriuscita di chakra.

    Chinò il capo sconsolato, si sentiva un po' un menomato. Inoltre aveva omesso, per ignoranza più che per altro, che tutte le volte che si era “sentito male” il suo corpo non era più sotto il suo controllo, bensì era un'altra entità che si sostituiva a lui in una logorante battaglia per conquistare la libertà.

    Tuttavia pare che la malattia sia degenerativa. Quando voi mi avete assistito si stava aprendo la 3 porta, ciò vuol dire che più il tempo passa più porte ci sono il rischio che si aprano.
    Non posso correre quel rischio. Ne va della mia vita come avete avuto modo di osservare.


    Aveva un aria grave.

    Per cui devo chiedervi un'altro favore: ora che le avete chiuse dovete sigillare le porte, evocherò un drago, colui che mi ha impresso il sigillo, aveva intuito tutto questo, quindi sarà sicuramente d'aiuto al vostro compito, sempre se accetterete.
    Il mio fisico non ne risentirà, se non per il chakra che ho a disposizione: ovviamente calerà vertiginosamente, perderò probabilmente anche la possibilità di usare la mia abilità innata, ma è meglio che perdere la vita.


    Dopo aver esposto tutti i suoi pensieri si focalizzò sull'otese.

    Dovrei parlare solamente con te ora, ovviamente se credi che Matsumoto e Yachiru possano ascoltare non mi faccio problemi.

    Avrebbe aspettato delle reazioni alla sua frase per poi riprendere a parlare.

    Temo che Livon mi abbia giocato un brutto tiro.
    Non so quanto le mie parole possano infastidirti Mikawa...


    Pareva non fosse del tutto sicuro di dover dire ciò che. Mentre parlava pochi secondi prima, era maturato nella sua testa.

    Temo che il fabbro “infernale” mi abbia affidato una katana maledetta.

    Storse la bocca per poi continuare.

    Potrebbe sembrarti incredibile, ma da quando quella spada ha fatto la comparsa al mio fianco non ho avuto pace: Livon si è liberato di una spada maledetta.

    Leggendo il volto di Raizen, Diogene, non avrebbe scorto la benchè minima ombra di menzogna, il ninja era sincero, o almeno, nel suo delirio, pensava di esserlo.

    Da quando l'ho impugnata sono stato perseguitato da delle terribili entità, le stesse che mi hanno definitivamente mandato fuori controllo attanagliandomi la mente.

    Sospirò nuovamente, ancora più incupito.

    Una volta sigillate le porte dovremmo recarci da lui.

    Attese una risposta immobile, si scostò solamente per poggiare la schiena al muro, stare in equilibrio cominciava a dargli fastidio alla schiena.

    Quando siete pronti evocherò il drago.

    Appena ricevuto un segnale avrebbe evocato kubomi per dirgli di convocare il grande medico.
    Dopo qualche minuto sarebbe apparso da un enorme nuvola di fumo un drago altrettanto grande, lungo venti metri si attorcigliò fuori dalla finestra in attesa.


    Grazie Tekuro-san, abbiamo scoperto il motivo del sigillo.

    Sapeva di non parlare con uno studipo e che quindi sarebbero bastate quelle parole per far comprendere al draco la gravità della chiamata, dal canto suo il grosso drago parve preoccuparsi.

    Tranquillo, non abbiamo modificato nulla, ma grazie al tuo aiuto lo faremo, purtroppo la malattia è degenerativa, bisogna sigillare le porte.

    Il rettile si sfregò qualche volta il mento con le mani mentre rifletteva.

    Uhm uhmmm.

    Non parlò, ma dal modo in cui abandonò la sua posizione parve rimandare il tutto a più tardi.

    Bene allora, se non volete invecchiare qui giovani umani io sono pronto.

    Raizen annuì lanciando uno sguardo a Diogene per riceverne il via libera.
     
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    Non era certo una bella situazione quella che il colosso della foglia stava vivendo. Fu per questo che rimasi sorpreso nel vedere il modo in cui reagì alla notizia: dopo un iniziale momento di titubanza la sua voce divenne più ferma e con grande calma espose sia la verità che si celava dietro l'accaduto sia le possibili conseguenze che sarebbero potute scature dal tentare di porvi rimedio. I draghi, le creature con le quali si era legato con il sangue, parevano essere in grado di fare meglio dei medici miei alleati...il chakra di Raizen era particolare e probabilmente solo quelle antiche creature avrebbero potuto sigillare le porte del suo sistema circolatorio.

    " Non ti preoccupare...puoi fidarti di loro."

    Dissi al ninja riguardo la presenza delle due kunoichi. Tuttavia la confessione di Raizen non mi meravigliò poi molto. Secondo lui la katana che tempo addietro Livon, il più noto e abile fabbro tra i Mikawa di tutto il continente, gli diede era maledetta. Non ne rimasi sorpreso perchè, in effetti, io conoscevo davvero poco il mistico Mikawa. Certo parlavamo tra di noi come cugini, ci rispettavamo a vicenda, ma non sapevo qual'era la sua storia e le sue ambizioni...Sapevo solo che la sua famiglia era radicata nella storia del clan sin dai tempi della fondazione e che anche se non adoperasse alla Rosa godeva di grande rispetto del Consiglio.

    " Un viaggio sul monte Rufy si può sempre fare..."

    Dissi sorridendo. Livon era custode si segreti anche può grandi di quelli legate alle sue armi, andarlo a trovare non sarebbe stata una perdita di tempo. Tuttavia, in ogni caso, c'era prima da stabilizzare le condizioni di Raizen; questo infatti evoco una delle sue creature leggendarie che, a quanto pareva, conosceva perfettamente l'entità del problema. Una creatura possente la cui presenza incuteva un certo timore, lo stesso che potei leggere negli occhi di Matsumo nell'osservare l'evocazione. Quella sarebbe stata un'occasione più unica che rara per vedere jutsu di livello superiore: arti dimenticate dagli shinobi e ora custodite gelosamente dai sapienti Draghi. Con interessi guardai ciò che il rettile stava per compiere così, con un chiaro gesto si assenso diedi il mio benestare:

    "Procedi pure."

     
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    Raizen annuì grave, dando a Tekuro l’ultimo consenso di cui necessitava.
    Qualche rapido sigillo da parte del drago e dopo l’imposizione delle mani sulla fronte di Raizen questo cadde in un sonno profondo, immobile, ben più vicino alla morte di quanto un sonno normale concedesse.
    Addormentato il colosso di Konoha Tekuro si girò verso l’otese.


    Sei curioso, piccolo otese, ma per quanto il tuo sguardo possa essere affilato non potrà comprendere ciò che agli occhi è invisibile, l’essenziale: l’esperienza.
    A te, come alla donna, non basterebbero 4 vite per tentare di imitare ciò che farò a breve, ma non prendetela a male, si tratta solo di tempo e purtroppo agli esseri umani non ne è stato concesso tanto.


    Il grande drago chiuse gli occhi, pareva essere turbato.

    A questo mondo non sono tante le cose che possono impensierire un antico sciamano come me, tuttavia, forse per quella che voi chiamereste “veneranda età” ho compreso che ogni vita, anche la più breve, ha un valore inestimabile. Per noi, Raizen, ha un valore ancora più elevato, sotto il suo viso strafottente alberga un cuore nobile, tuttavia, in onore di quel valore ho bisogno di rivelarvi che altrettanto nobile non è la sua materia grigia.

    Sospirò nuovamente, pareva non essere del tutto sicuro di ciò che faceva.

    Questo shinobi… è folle.
    Non lo è sempre stato, e neanche lo è diventato per qualche sua azione sconsiderata, semplicemente il destino gli è stato avverso. Un piccolo difetto fisico ha compromesso parte del suo cervello … ma non dilunghiamoci troppo sugli aspetti medici. Io e la mia specie gli siamo debitori di 3 vite e il sigillo che porta sul ventre è il nostro modo di aiutarlo, tuttavia non è stato sufficiente, l’esubero di chakra ha bruciato qualche sua cellula celebrale, tuttavia il chakra ha una duplice natura, e le cellule perse sono recuperabili, ciò che dovete temere è la sua ignoranza.
    Gran parte della vita di quest’uomo si è sorretta su delle immagini, su delle storie, su delle sensazioni inesistenti, comprenderlo in una sola volta potrebbe essere un colpo troppo duro, per questo dovrete assecondarlo per qualche tempo. Se mai vi ha parlato delle sue abilità, o del suo passato, sappiate solamente che le prime erano frutto di un corpo e di una mente che cercava di non cedere sotto la sua stessa potenza mentre il secondo è il parto di una mente disadattata. Fortunatamente è ben temprato, la ripresa potrebbe essere ben più rapida del normale.
    Non so quanto cara vi sia la sua vita, ma se l’avete voluta preservare non vi costerà troppo continuare a farlo per un altro po’ di tempo.


    Posizionò le mani a formare il sigillo del cavallo e dopo un lieve sbuffo di fumo vi comparvero 4 rotoli di dimensioni considerevoli.

    Queste sono le quattro chiavi, i quattro draghi. Abbiate cura di disporre i rotoli in modo che ognuno di essi sia in linea con un punto cardinale, dopodichè passatemi i lembi di tutti e quattro.

    Dopo aver impartito i pochi ordini con la lentezza e la calma di chi ha trascorso una vita troppo lunga per preoccuparsi del tempo che trascorre il drago compose un nuovo sigillo, questa volta i rotoli che comparvero erano di normali dimensioni, ed erano tre. Come i precedenti una volta srotolati si sarebbe potuta leggere una fitta quanto incomprensibile scrittura che li ricopriva interamente.
    Uno dei tre rotoli più piccoli venne srotolato per il lungo nel corpo disteso del colosso, mentre gli altri due, una volta srotolati, si sarebbero incrociati nella fronte formando una X.
    Tutti e tre i rotoli, sapientemente disposti dal rettile, si sarebbero incrociati nel mezzo di un cerchio che riportava al suo interno l’unico ideogramma che avevano in comune.


    Prima di poter sciogliere il sigillo nel ventre occorre arginare per sempre le porte, non vanno del tutto represse, la cosa danneggerebbe il sistema circolatorio e tutto l’organismo visto che ne bloccherebbe un intero troncone, praticamente strozzeremo le vie d’uscita.

    Tekuro allora cominciò una lunga cantilena, un sussurro più che una melodia, e lentamente gli ideogrammi presero vita, formando una lenta processione che li portava al centro del cerchio in cui si sovrapponevano i rotoli, appena il primo vi giunse sia il ritmo del sussurro, che la velocità di spostamento degli ideogrammi aumentò vertiginosamente mentre un foro pareva aprirsi nei rotoli per contenere quelle informazioni.
    Quando la corsa terminò il drago unì le mani nella posizione della tigre: il rito si era concluso.


    Abbiamo terminato la prima parte.

    Non aveva il fiatone, tuttavia era evidente che quel processo l’avesse stremato.

    Come vi avevo detto questo serviva a imprimere le strozzature al sistema, ora però è rimasto in circolo troppo chakra, per cui va sciolto il sigillo presente sul ventre.
    Una volta disposti i rotoli non toccateli per nessuna ragione, saranno i contenitori del chakra in eccesso, e di disturbato è più che sufficiente uno, non baderò alla vita di eventuali disertori di quest’ultimo ordine.


    Si fece passare i lembi dei quattro rotoli disponendoli in maniera che formassero un quadrato attorno allo shinobi di konoha.

    Non è il primo sigillo che viene scritto questo, la chiave non può essere trasferita dai rotoli ad un altro tramite, anche se Raizen ne ha per un momento incrinato la resistenza non ci sarebbe comunque modo di scioglierlo del tutto.
    Ricordate di non toccare i rotoli.


    I presenti osservando i rotoli li dispiegati avrebbero notato che non erano scritti così fitti come quelli dei rotoli utilizzati in precedenza, bensì era come se tra le varie righe ci fossero dei pezzi mancanti.

    Ora, per favore, fate silenzio.

    Preso qualche minuto per scendere in un profondo stato di trance il drago prese a comporre un numero abbastanza esteso di sigilli, completati i quali emise un flebile sussurro, un richiamo quasi.
    Al termine del piccolo rito apparve dal tantien del drago un’affusolata mano di chakra che colpì con una violenza incredibile il centro del sigillo che Raizen portava su di se, tuttavia il corpo non ne risentì, non si mosse minimamente. Una volta riemersa la mano sembrava essere ricoperta degli stessi ideogrammi incisi nei rotoli.


    Rilascio.

    Appena pronunciata la parola accaddero più cose contemporaneamente: la mano si schiuse per poi scomparire, lasciando ricadere gli ideogrammi che, come dei pulcini infreddoliti, strisciarono verso i rotoli, nel contempo quelli ivi presenti si erano orientati verso la mano appena scomparsa per lasciare il posto a quelli che tornavano.
    Il sigillo era stato sciolto.
    Il drago emise un lungo respiro, osservandolo Diogene avrebbe potuto notare come fosse lievemente dimagrito, probabilmente quei riti se eseguiti da un essere umano l’avrebbero portato alla morte ben prima della loro conclusione.


    Qui ho terminato, quando si riprenderà dite al ragazzo che ho fatto ciò che ritenevo più opportuno e nient’altro!
    Capirà tutto col tempo.


    Uno sbuffo di fumo annunciò la dipartita del prezioso alleato di Raizen e di tutto il suo materiale utilizzato per i sigilli.

    […]

    Raizen avrebbe riaperto gli occhi dopo altri 2 giorni di riposo, lievemente stordito, ma in piena forma.
    Non trovando più il sigillo dei quattro draghi impresso nel suo busto avrebbe chiesto al primo essere senziente cosa fosse accaduto in quel lasso di tempo.

     
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    Quello che accadde in quella stanza superò persino le conseguenze di vivere una vita impregnata dei segreti di Oto. Le tecniche che vidi quel giorno non riuscii mai ad emularle...ma che dico, non riuscii mai a comprenderle. La saggezza dell'antica creatura superava quella di ogni altro ninja conosciuto; ogni sua parola era carica di un significato che, sebbene fosse duro ammetterlo, non eravamo in grado di comprendere pienamente. I concetti, seppure espressi con la lingua comune, appartenevano ad un altro piano in cui idee come la morte assumevano un significato del tutto particolare.
    Raizen aveva il privilegio di potersi avvicinare ad una simile fonte di conoscenza; si era guadagnato quell'onore valutato come l'importanza di 3 vite...io ne avrei pagate cento per attingere dal suo stesso calice! In ogni caso il rituale fu lungo ed impegnativo...la prima parte serviva per affievolire il passaggio di chakra "attraverso" le otto porte mentre la seconda consisteva nella rimozione del sigillo e la dispersione del chakra in eccesso immagazzinato nel corpo del gigante di Konoha. Ebbene, probabilmente entrambi quegli interventi erano fuori portata per tutti o quasi i jonin più esperti delle pratiche mediche.
    Scoprire della pazzia di Raizen, poi, fu un duro colpo. Davvero le conoscenze di quel ninja provenivano da mere illusioni? Possibile che la scalata al potere da lui intrapresa poggiasse su fondamenta del tutto instabili? Il drago così aveva detto ed arrivati a questo punto era da sciocchi pensare che le sue parole fossero cariche di menzogne...

    " Glie lo dirò..."

    Il drago si congedò, portando con se i mistici rotoli utilizzati per il rituale.

    " Yachiru che ne dici se resti tu con il nostro ospite questa sera. Matsumoto ed io non ci siamo questa sera."

    " Ok Gene, mai hai visto cosa ha fatto quel drago?!?!?! E' stato bellissimo!!!"

    " Si, ma vorrei che non ne parlassi con nessuno, tantomeno con Raizen, qualora dovesse svegliarsi. Vorrei essere io a riferirgli tutto."

    " Uffa! Va bene ma ad una condizione: domani sera mi porti nel Bosco dei Sussurri a caccia di mostri!"

    " Aaaaaaah siamo d'accordo. "

    ::: Due giorni dopo :::

    Questa volta il primo volto noto che il colosso avrebbe visto sarebbe stato il mio. La camera da letto ospitava solo noi due...erano le quattro del pomeriggio e nuvole cariche di pioggia coprivano tutta Oto.

    " E' tuo diritto sapere cosa ti è accaduto Raizen. Le previsioni dei miei medici erano corrette ma, come sospettavo, il motivo di quei sintomi era per noi inarrivabile. Il drago ha detto di dirmi che ha fatto ciò che riteneva più opportuno. Dopo aver posto rimedio alle tue porte del chakra, ha eseguito un secondo rituale: come puoi vedere il sigillo sul tuo ventre è sparito. Capirai con il tempo, così ha detto. "

    Attesi dunque qualche minuto, il tempo necessario al ninja per assimilare quelle parole. Poi avrei continuato con con il medesimo toni di voce deciso di poco prima:

    " Raizen, per me puoi restare qui il tempo che vuoi...ma cosa hai intenzione di fare ora? Continuare nel piano si sembra avventato...Qualche giorno fa mi avevi detto di voler andare a trovare Livon; mi sembra un'ottima idea, l'aria di montagna accelererà il recupero del corpo e alla tua mente. "

    L'evocazione aveva detto di assecondare a follia del combattente; secondo lui la katana del fabbro Mikawa era maledetta...forse scoprire la verità a riguardo avrebbe accelerato il suo ritorno alla realtà. Lo Shinobi avrebbe dovuto trovare da solo la via per risolvere i suoi problemi. Certo, io lo avrei tenuto d'occhio e gli avrei dato una mano, se necessario, perchè nelle sue attuali condizioni avrebbe potuto compromettere i nostri piani e questo non potevo permetterlo.

     
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