Villa Mikawa

Residenza di Aloysius Diogenes

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  1. Roronoa™
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    L'inizio!







    Tutto inizia con una scelta, e noi l'avevamo presa!
    Come saette, due Yotsuki si muovevano per Oto. Uno spettacolo più unico che raro!
    Bypassando l'indovinello, e quindi il Neko Senzai, avevamo deciso di raggiungere la Villa del Mikawa. I motivi erano molteplici, inutile elencarli. Nella mia mente l'ordine regnava sovrano.
    Sapevo come muovermi, cosa dire... e questo era dovuto al fatto che ero convinto delle mie decisioni!
    Non ero più solo: al mio fianco avevo un altro Yotsuki. Forte, fiero, potente ed intelligente.
    Gli stemmi del clan, trapuntati sui mantelli, rilasciavano potenza allo stato puro. Il mio sguardo era duro e determinato.

    Fu facile trovare la villa del Mikawa, fu meno semplice prepararsi psicologicamente all'incontro.
    Non avevo più il timore di venire pestato a sangue, ma all'interno teoricamente poteva succedere qualsiasi cosa.
    Ero fiducioso a dire il vero, il mio progetto era ambizioso e abbastanza pronto! Dovevo sistemare qualche dettaglio, ma prima di concludere i preparativi desideravo ricevere qualche sua spiegazione e un consiglio per il viaggio a Kumo! Inoltre, Daisuke doveva uscire dalla casa pienamente convinto!

    Quello che stavamo per fare, noi semplici Genin, era un qualcosa di epico.
    Una "muraglia" di acciaio grigio, limpido e ben lavorato delimitava la proprietà del Mikawa.
    Nel caso il cancello principale fosse aperto, sarei entrato senza problemi e senza particolari avvisi.
    Sarebbe stato inutile e deleterio tentare di occultarsi. Dovevamo essere alla luce del sole, e sopratutto trasparenti.
    Procedendo verso la casa, molto simile alla mia, i miei sensi erano pronti a captare qualsiasi anomalia.

    Se nessuno sarebbe intervenuto, fermandoci, ormai giunti davanti all'enorme portone di legno massiccio avrei bussato. Tre possenti colpi si sarebbero propagati per quasi tutta la dimora.

    - Speriamo ci sia qualcuno - Mormorai, attendendo l'arrivo del Jonin o di un suo maggiordomo!




     
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    Il cancello in ferro battuto era aperto e i due ninja avrebbero potuto iniziare a percorrere il lungo viale alla cui fine prendeva posto la villa. Ogni singola cosa sembrava nuova ed estremamente ben curata...i lavori erano finiti da poco e ora tutto era al suo posto. Oltre i giardini, i quali costeggiavano la strada in pietrisco, i due ragazzi avrebbero potuto intravedere sulla sinistra il lago con l'adiacente pineta. C'era fermento da quelle parti, un gruppo di donne ed uomini sembrava divertirsi e le loro risate si sentivano fin sulla strada.
    Continuando verso l'abitazione, l'incontro con due chiassose figure sarebbe stato inevitabile.

    png

    " Finnian mi spieghi perchè siamo le uniche persone a lavorare oggi?!?!?!"

    " PERCHE'?! Perchè, grazie a te, ieri non abbiamo finito di ripulire tutto il giardino! Come vorrei andare a lago...ma se finiamo presto possiamo raggiungere gli altri!"

    " Oh guarda...due ospiti!"

    A meno di particolari azioni, i due Yotsuki sarebbero stati notati in largo ritardo. La domestica si sarebbe dunque alzata a terra e, pulendosi maldestramente le ginocchia, avrebbe esordito così:

    " Benvenuti! Io sono May, la domestica, e lui è Finnian, il giardiniere."

    " Ciao!"

    " Ma immagino voi vogliate parlare con il padrone! Non so se è in casa ma vale la pena tentare! Finnian finisci tu qui, ok? Seguitemi."

    E senza dare tempo di replicare alla compagna, avrebbe preso sottobraccio i nuovi arrivati e si sarebbe allontanata dal posto. Ai due ninja sarebbe apparso palese che stava cercando un pretesto per non svolgere l'incarico assegnato. In poco tempo arrivarono all'altezza del maneggio e May riprese a parlare, mentre a passo spedito avanzavano verso la meta.

    " Non che non mi fidi di voi, ma è prassi che io vi chieda la vostra identità e lo scopo per il quale siete qui. Aloyius non da molte importanza a queste cose, farebbe entrare il suo più odiato nemico all'interno della residenza, ma il mio superiore non è d'accordo. "

     
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    Villa Mikawa






    Non era proprio nel mio stile girare per Oto indossando il mantello del clan, attirammo un bel po' di attenzione, ma mi piacque. Non mi ero mai sentito così tanto vicino al clan. Ci stavamo recando a Villa Mikawa, in quanto Deveraux, dopo aver ascoltato il mio parere, aveva deciso che avremmo fatto visita al jonin otese. Sembrava che tenesse particolarmente in conto la mia opinione. Era da così tanto che non godevo della presenza di un amico, soprattutto non di un amico Yotsuki. Mi stavo facendo prendere dall'entusiasmo, anche se dall'esterno difficilmente qualcuno avrebbe potuto capirlo, per tutti questi avvenimenti. Senza contare che stavo per incontrare una vecchia conoscenza: Aloysius Mikawa, guardiano di un gate, un vero gigante, sia fisicamente che come ninja.
    Mentre cercavo di ricordare il nostro incontro alle mura di Oto, vidi la sua villa. Doveva avere una passione per le mura, vista la recinzione intorno alla sua abitazione, ma fortunatamente trovammo aperto il cancello in ferro. Percorrendo il viale che portava alla casa del Mikawa notai come ogni particolare era curato, sembrava che il tempo non scorresse per Villa Mikawa, forse grazie a delle recenti restaurazioni o ad una cura maniacale perpetrata nel tempo.
    Delle risate attirarono la mia attenzione, della gente festeggiava vicino ad un laghetto. Senza distrarmi proseguii, al fianco del mio compagno, fino ad incontrare due persone che non sembravano molto contente del compito assegnato loro che si presentarono come May e Finnian, rispettivamente domestica e giardiniere.

    « Buongiorno, potrebbe dir... »


    Non feci in tempo a parlare che la ragazza mi prese sottobraccio: aveva capito che volevamo discutere con Diogenes e ci stava accompagnando da loro. Non gradii come prese confidenza, ma cercai di ignorarla, non eravamo qui per provocare un battibecco. Se la domestica non aveva voglia di lavorare non era un problema mio.
    Camminando di buona lena arrivammo fino al maneggio, dove la ragazza ricominciò a parlare. Dalle sue parole capii quanto il jonin si sentisse al sicuro nella sua residenza, nella quale avrebbe fatto entrare anche il suo peggior nemico, parole di May. In ogni caso, il superiore della domestica pretendeva che ci fosse chiesta la nostra identità e il motivo della visita. Sperai che avesse ricevuto qualche addestramento, a prima vista non mi sembrava un ostacolo per eventuali malintenzionati. Anche se il vero ostacolo sarebbe stato il jonin che abitava all'interno della casa. Personalmente, anche se non avessi trovato problemi a superare la domestica, non avrei mai sfidato il padrone della villa. Mai.
    Prima di presentarmi guardai Deveraux, annuendo leggermente, volevo fargli capire che avrei detto la verità, anche se mi sembrava scontato.

    « Sono Daisuke Yotsuki, genin di Oto. Chiediamo di poter parlare con Aloysius »


    Non approfondii sul motivo della richiesta, lasciando la parola al mio compagno. Avrebbe scelto lui quanto dire alla domestica e, se fossi stato al posto suo, mi sarei fidato pienamente di chi aveva ottenuto la fiducia del Mikawa.
     
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  4. Roronoa™
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    Primo ostacolo - Una domestica da convincere?







    Non eravamo soli in quel giardino ben curato.
    Poco lontano, alla nostra sinistra, nei pressi di una pineta bagnata da un piccolo lago, sembrava esserci una festa.
    Sentivo delle risate, nulla di più.

    Non riuscivo ad immaginare il gigante tra fiumi di birra e amici, ma nemmeno come un individuo che mette a disposizione la sua proprietà per feste. Che fossero operai in pausa?

    Continuai ad avanzare al fianco di Daisuke, ignorando le risate. Non tutti però si stavano divertendo, infatti, a differenza di altri, due individui erano al lavoro. Il loro ruolo forse non consentiva pause e gli effetti si vedevano: il giardino della villa era perfetto, niente sporcizia, manto d'erba senza difetti, insomma, facevano bene il loro lavoro.

    CITAZIONE
    " Oh guarda...due ospiti!"

    Sorrisi amichevolmente, notando lo strano comportamento della ragazza. Si era alzata subito, troppo velocemente. Che il suo ruolo all'interno della villa fosse un altro?

    - Salve -

    Non ci fu il tempo per dialogare. Dopo i semplici saluti, che precedono spesso le presentazioni, May si "avventò" su di noi. Ci prese sottobraccio e ci portò via, verso il maneggio distante qualche decina di metri dal giardiniere.
    Divenni leggermente rosso.
    Nell'imbarazzo iniziale spostai delicatamente il braccio avvinghiato dalla giovane, mantenendo il sorriso. Ovviamente non avrei dato la sensazione di voler uscire dalla sua presa, anche perchè stavo bene. Mi ero posizionato per colpire in caso la situazione fosse degenerata.
    Se May avesse tentato di agire contro di noi avrei provato a spaccarle la spalla, sfruttando la mia notevole forza fisica.

    Quasi raggiunto il maneggio, lontano dal giardiniere e da orecchie indiscrete, May svelò il suo vero ruolo nella Villa.
    Primo controllo sugli ospiti. Prevedibile.


    CITAZIONE
    " Non che non mi fidi di voi, ma è prassi che io vi chieda la vostra identità e lo scopo per il quale siete qui. Aloyius non da molte importanza a queste cose, farebbe entrare il suo più odiato nemico all'interno della residenza, ma il mio superiore non è d'accordo. "

    Dalle sue parole estrapolai moltissime informazioni. Esisteva una scala gerarchica, con il Mikawa in cima alla piramide.
    Tra la "domestica" e Diogenes esistevano altre figure e per una villa quel tipo di organizzazione, anche se non conoscevamo i vari dettagli, sembrava eccessiva. La domanda da farsi era semplice: che qualcosa c'entrava con il tentativo di migliorare Oto?
    Ricordavo come nel suo ufficio al Gate Diogenes aveva tentato di mettermi in difficoltà, ma che poi si era lasciato andare a considerazioni
    jpg
    molto simili alle mie, seppur più approfondite. Quei ideali non erano ben accetti, ecco spiegato il motivo di tanto riguardo.
    Comunque, avrei rivelato tranquillamente nome e scopo per cui eravamo lì.
    Mi voltai verso Daisuke, intercettando il suo sguardo e il suo cenno. Avrebbe detto la verità, anzi, doveva dirla! Senza chiedere nessun permesso o altro!
    Sorrisi quando ascoltai le parole del mio compagno. Aveva saltato la parte più importante, lasciandola al sottoscritto.

    - Deveraux Yotsuki, Genin di Oto... siamo qui per parlare con il Jonin Presi una pausa, cercando di attirare maggiormente la sua attenzione.
    Avrei parlato in codice.
    - Siamo due Genin usciti dalle tane ... con un progetto da esporre al vostro capo! - Daisuke avrebbe colto facilmente l'analogia con il biglietto che aveva letto nella sua casa.











     
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    I due ragazzi risposero con un tono di voce particolare, tipico di chi ha ponderato attentamente su cosa dire. May non ricevette nè più nè meno di quello di si aspettava; avevano svelato le loro identità ma dei loro intenti avrebbero parlato solo con Aloysius. Molto bene.
    La cosa interessante era che i genin di Oto avevano subito compreso chi fosse in realtà quella ragazzina dall'aspetto buffo e i movimenti goffi...era suo compito capire se gli ospiti della villa erano effettivamente chi affermavano di essere. Bastò l'amichevole presa per gli arti per classificare il livello di preparazione fisica dei due shinobi; inoltre May era aggiornata sui ninja presenti al villaggio e ricordava perfettamente i nomi dei due membri del clan Yotsuki. A meno di particolari abilità o un'esperienza notevole nel campo del travestimento e del raggiro, quei due erano proprio Deveraux e Daisuke.

    " Molto bene ragazzi. Per fortuna la villa è al momento semivuota quindi non sarete disturbati. Come dicevo, non è detto che il padrone sia qui, in genere esce all'alba per andare al Gate o rimane rinchiuso in palestra per due o tre giorni."

    Salirono la scalinata e giunsero finalmente alla porta d'ingresso. May cercò di aprirla ma le grosse ante di legno non avanzarono di un centimetro.

    " Strano. In genere è sempre aperta..."

    Ed estrasse da sotto il grembiule una grossa chiave di bronzo lunga circa trenta centimetri. Fece X giri e la serratura scattò permettendo ai tre di entrare nell'abitazione. Le vile degli Yotsuki erano entrambe abitazioni di alto profilo dunque i due si sarebbero sentiti in qualche modo di casa circondati dallo sfarzo e l'eleganza degli interni su cui ora posavano gli occhi. Le cinque porte che si affacciavano su quell'ampio spazio erano tutte chiuse; solo sul lato destro le due aperture del muro permettevano di intravedere alcune teche in vetro, armature e quadri...forse una collezione a tema, ma era difficile dirlo dalla posizione in cui May fece fermare i due ospiti.

    " Potete attendere qui mentre io vado a cercare qualcuno. Volete del the? O magari qualcosa di più forte."

    Qualunque fosse stata la risposta la ragazza avrebbe salito le scale per scomparire alla vista degli otesi.
    Salvo azioni specifiche i minuti sarebbero trascorsi lentamente e nessuno avrebbe accolto i due genin...

    ::: Palestra :::

    " Diogene, ci sono Deveraux e Daisuke Yotsuki che vogliono parlarti. "

    " Di già! Bene...facciamoli attendere un po per saggiare quanto sia forte il loro spirito...intanto vai a chiamare Tanaka."



    CITAZIONE
    OT: Mi siete piaciuti; vediamo come vi comportate ora :guru:

    EDIT: Avente inteso a che gioco sto giocando? :guru:
    Confido nel fatto che non vi salverete il mio post per poi andarvelo a ripescare quando servirà. Leggete con attenzione; una volta che avrete risposto mi sentirò libero di censurare informazioni di ogni tipo :what:



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:44
     
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    Attesa






    Dopo che mi presentai, fu il turno di Deveraux che, nel dire il motivo della nostra visita, parlò in modo enigmatico, dicendo tutto e niente. Dei genin usciti dalle tane, eh? In effetti è una descrizione che mi calza a pennello... Comunque, davanti a May, non disse neanche una parola sul nostro progetto, ma solo che ne avremmo parlato con il Mikawa. Sfortunatamente la domestica ci informò che spesso il jonin usciva presto per recarsi alle mura, quindi c'era la probabilità che avessimo fatto un viaggio a vuoto, ma sempre meglio che cercarlo durante un allenamento. Non mi piaceva molto l'idea di interromperlo mentre si trovava nella palestra, soprattutto se era abituato a rinchiudercisi per diversi giorni.
    Salimmo le scale che portavano all'imponente portone d'ingresso, che era stranamente chiuso. May fece spuntare dal grembiule un'enorme chiave metallica, che sembrava fin troppo grossa per essere stata nascosta per tutto questo tempo, un po' come un coniglio in un cappello. Dopo due scatti, che non potevano che provenire da una serratura a prova di scasso, la porta si aprì, lasciandoci entrare. Nonostante possedessi una casa altrettanto bella, la differenza fra la mia villa e questa era enorme. Per prima cosa, i domestici erano un sogno lontano, non avevo uno stipendio abbastanza alto da permettermeli, di conseguenza dovevo curare da solo tutta la casa, giardino compreso. Secondo, vista la fatica derivante dal sistemare il giardino e la depandance che usavo più spesso, l'edifico principale era vuoto e anonimo. Come Deveraux aveva potuto notare poco tempo prima, l'arredamento era un po' carente, avevo tenuto solo lo stretto necessario, regalando tutti i mobili che precedentemente occupavano la casa al villaggio di Oto. Magari a quest'ora erano all'ospedale, o in amministrazione, oppure nel camino del Kokage, chi lo sa... Fatto sta, che a casa mia non era presente alcuna teca esposta, né armature in bella mostra. Forse era rimasto un quadro, in qualche stanza, ma ne dubito. Avevo cercato di cancellare ogni ricordo del passato, mi provocavano troppo dolore.
    May si congedò, chiedendo se desideravamo qualcosa da bere. Non sapevo che fare: rifiutare mi sembrava scortese, ma accettare qualcosa di più forte di un the era alquanto fuori luogo. Era raro che bevessi qualcosa di alcolico, figuriamoci prima di incontrare un ninja di grado superiore. Bene, che the sia.

    « Prendo volentieri un the, possibilmente senza zucchero, grazie »


    Dopo la risposta di Deveraux, vidi scomparire la domestica oltre delle scale. Lasciai passare qualche secondo, prima di aprire bocca. Non avevo parlato molto con il mio compagno e, prima di arrivare davanti a Diogene con pareri contrastanti, era meglio mettersi d'accordo.

    « Non è la prima volta che incontro Aloysius. Una volta, tornando da un viaggio, fu lui a fermarmi al Gate, per accertarsi della mia identità. Sfortunatamente non potei farci conoscenza, visto che un ninja sconosciuto si presentò, chiedendo di parlare con lui. Te come lo hai conosciuto? Vorrei capire perché ti fidi così tanto di lui e perché pensi che sia stato lui a scrivere il biglietto.
    Ah, e mi spieghi come hai fatto ad ottenere uno di questi? »


    Indicai il suo mantello: non era come il mio, la fattura era molto più pregiata, i simboli più elaborati e, dulcis in fundo, dimostrava la sua importanza all'interno del clan. Né io, né mio fratello prima di me, eravamo riusciti a conquistarne uno, nonostante il nostro talento. Già, mio fratello. Prima o poi, probabilmente, Deveraux mi avrebbe chiesto di lui, in fondo gli anziani avevano tagliato corto nella spiegazione sulla sua scomparsa e in molti avevano dei dubbi, ma nessuno li aveva mai manifestati. Se me lo avesse chiesto avrebbe capito perché avevo deciso di partecipare al suo progetto, un po' della spazzatura del clan mi riguardava molto da vicino.
    Nel frattempo, nessuno sembrava preoccuparsi di doverci accogliere.
     
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  7. Roronoa™
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    Durante l'attesa...







    Ascoltate le nostre presentazioni e lo scopo per cui eravamo lì, May ci accompagnò nella dimora del Colosso.
    Il suo "molto bene" suonò come "avete superato la prova". Di certo non potevo essere felice per cosi poco, ma se dovevo essere sincero ero curioso di conoscere le abilità della giovane!
    Chiederlo al Mikawa sarebbe stato un azzardo; per ora mi sarei tenuto dentro la mia curiosità.
    Speravo che Diogene fosse in casa. In caso contrario avrei raggiunto il Gate, non sarei tornato a casa senza nulla.

    Ormai giunti di fronte alla porta d'ingresso May estrasse una grossa e unica chiave dal suo stretto grembiule. La porta era stranamente chiusa secondo la domestica, forse il Mikawa era realmente in casa. Rimasi stupito quando disse che solitamente il Jonin si rinchiudeva in palestra per giorni interi.
    Per un attimo pensai di aver avuto un espressione abbastanza sconvolta.
    Mostruoso! Io in palestra massimo un pomeriggio.

    Nonostante l'impazienza, che occultavo perfettamente dietro al solito sorriso, feci caso a qualsiasi particolare.
    Nel caso dovevamo fuggire dalla dimora del Mikawa dovevo conoscere ogni singolo dettaglio. Dovevo essere pronto a qualsiasi evenienza, ma sopratutto dovevo abituarmi a quel modo di pensare. A Kumo ogni singolo cittadino sarebbe stato un potenziale pericolo.
    Dopo due giri il meccanismo della porta scattò.

    Entrati nell'abitazione fummo accecati dallo sfarzo della casa Mikawa.
    Anche io abitavo in una villa, anche abbastanza grande, ma all'interno oltre a mobili pregiati non avevo niente di così particolare.
    Non persi molto tempo ad "assaporare" il potere del Mikawa.
    Eravamo in una vasta sala con cinque porte ai lati.
    Ero concentrato e pronto! Ogni singolo dettaglio del progetto sembrava filare!
    Il mio obiettivo era anche quello di rafforzare il legame con il Jonin.
    Ero un ninja di Oto pronto a mettersi in gioco, sfruttando un viaggio che avrei comunque fatto.

    CITAZIONE
    " Potete attendere qui mentre io vado a cercare qualcuno. Volete del the? O magari qualcosa di più forte."

    - Niente grazie, sto bene così -

    Daisuke invece ne approfittò per un bel thè!

    Prese le ordinazioni May si congedò, sparendo dalla nostra vista.
    Con lo sguardo a terra attesi l'arrivo del Jonin.

    CITAZIONE
    « Non è la prima volta che incontro Aloysius. Una volta, tornando da un viaggio, fu lui a fermarmi al Gate, per accertarsi della mia identità. Sfortunatamente non potei farci conoscenza, visto che un ninja sconosciuto si presentò, chiedendo di parlare con lui. Te come lo hai conosciuto? Vorrei capire perché ti fidi così tanto di lui e perché pensi che sia stato lui a scrivere il biglietto.
    Ah, e mi spieghi come hai fatto ad ottenere uno di questi? »

    Alzai il capo, guardando Daisuke con un espressione abbastanza indecifrabile. Domande lecite, avrei dato risposta.

    - Ah se l'hai già incontrato molto meglio.- Mi schiarii la voce.
    - Ho avuto il suo nome durante il corso Genin che ho svolto in qualità di sensei. Dopo un conflitto con alcuni ninja ne interrogai uno tramite jutsu ed ebbi il nome del Mikawa. - Perchè interrogavo qualsiasi shinobi da me sconfitto? Per ottenere risposte riguardo l'assassinio di mio padre, ucciso all'East Gate. Se ora ero interessato al viaggio verso Kumo, mio padre era comunque il chiodo fisso nel mio cervello.
    - Andai al Gate dove lui lavora e feci alcune affermazioni abbastanza pericolose ma vere. Dopo un po' di resistenza il Mikawa si è lasciato andare a considerazioni pesanti ed approfondite, tipiche del suo grado.
    Perchè mi fidavo di lui? Bella domanda.
    - Non mi fido ciecamente di lui... sò solo che la pensa quasi come me, e quindi essendo di alto grado voglio confrontarmi con lui. - Feci una pausa, per poi aggiungere. - Il mio punto di vista può essere considerato quasi anti accademico. Parlarne con altri ninja può costarmi caro. - Cercai di sorridere, ma ci riuscii a malapena.

    - Sul biglietto non ho la certezza che sia stato a lui a scriverlo - Pronunciate queste parole presi in mano il mio mantello.
    Lì c'era molto da dire!

    - Ho ricevuto questo mantello dopo aver addestrato due neo Genin del nostro clan. - Fui sincero con lui.
    - Non è molto come servizio svolto, ma all'interno di esso sono un po' raccomandato. Mio padre è stato ucciso durante l'assalto all'East Gate e quindi, essendo cresciuto nel quartier generale, mi hanno preso tutti in simpatia.- Descrissi in quel modo la mia infanzia. Fu un capitolo della mia vita di cui non andavo molto fiero, e che volevo dimenticare alla svelta.
    - Faccio pena un po' a tutti forse - Dissi quasi ridendo.
    Volevo rendere meno drammatico e triste l'ambiente.

    Dopo qualche secondo di silenzio mi sarei rivolto a Daisuke:

    - Ma quanto è grande questa casa? Ormai May è arrivata a Konoha a prenderti il thè - Risi di gusto, immaginando la scena! Nonostante la risata qualche sospetto iniziai ad averlo.













     
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    Attesa2






    Deveraux mi ascoltò quasi senza battere un ciglio, manteneva un'espressione indecifrabile, impedendomi di capire i suoi pensieri riguardo alle mie parole. Si schiarì la voce, per poi rispondere alle mie domande. Il nome del jonin era venuto fuori durante un'interrogatorio mentale e, anche se non si fidava completamente del Mikawa, la pensavano allo stesso modo. O così credeva: per un jonin, ingannare qualcuno come me o Deveraux, deve essere semplice come respirare. Però aveva ascoltato le idee quasi antiaccademiche del mio compagno senza metterlo alla gogna, considerandolo un pericolo per Oto. Già un passo avanti.
    In riferimento al biglietto, non potevamo essere sicuri che l'avesse scritto proprio il Mikawa, ma eravamo venuti proprio per questo: chiedere del plenilunio. Già, potevamo sembrare stupidi, chiedere ad un jonin della sua levatura quando sarebbe stata la prossima notte di Luna piena, ma era solo un modo per scoprire se fosse stato davvero lui l'autore dell'enigma.
    Afferrando il proprio mantello, mi spiegò che l'aveva ottenuto dopo aver fatto da maestro a due giovani Yotsuki e per via del suo passato movimentato come, d'altronde, il mio. Solo che lui aveva avuto la fortuna di essere cresciuto vicino alle persone giuste. Mio nonno non mi avrebbe mai concesso una scorciatoia per via della nostra parentela, anzi, era pronto a mostrare a tutti che non basta essere suo nipote per avere tutte le porte aperte. Ciò che mi colpi fu il fatto che anche Deveraux aveva perso il padre, deceduto mentre difendeva l'East Gate. La mia memoria viaggiò, tornando velocemente indietro fino al momento in cui rividi mio fratello uccidere a sangue freddo due guardiani di Oto. Che fosse...? No, non è possibile. Non mi sembra di ricordare che ci furono dei funerali all'interno del clan in quei giorni. Ma questo mi fa capire il perché Deveraux, come me, voglia ripulire la spazzatura.

    « Mi dispiace per tuo padre, so cosa vuol dire perdere delle persone care... »


    Cercai di fargli capire che questo evento ci accomunava, mentre lui tentò di sdrammatizzare con una risata e dicendo che faceva pena un po' a tutti. Stavo per dirgli che non era pena quella che provavo, ma chiusi la bocca prima di averle dato fiato, optando invece per un sorriso leggermente forzato. Deveraux invece sembrava così spontaneo nelle sue risate, nelle battute che diceva, il suo comportamento... Mi sembrava che avesse superato bene la perdita del genitore. Magari anche sarei diventato così un giorno, dopo aver incontrato mio fratello e avergli ripulito la coscienza.
    Comunque, come stava dicendo il mio nuovo amico, May ci stava mettendo un'eternità per preparare il the. Stavamo aspettando da troppo tempo, che il Mikawa non fosse in casa? No, ci avrebbe avvertito e mandato via. La villa era piuttosto grande, tuttavia il tempo che stava impiegando a recarsi nelle cucine, far bollire dell'acqua e tornare era eccessivo. O le cucine si trovavano nei sotterranei, oppure qualcuno ci stava facendo aspettare volontariamente. Ero quasi sicuro che fosse la seconda opzione.

    « Mm, probabilmente avrei fatto prima ad andare fino a Kumo per raccogliermelo da solo il the... Senti Deveraux, non pensi che il Mikawa ci stia mettendo alla prova? Mi sta dando proprio quest'impressione. »


    Ecco, è proprio in quei momenti che la persona di cui stai parlando ti appare alle spalle. Mi sarei sentito come un bambino con le mani nel vasetto di marmellata, se fosse successo. Almeno, però, avremmo potuto finalmente incontrarlo.
     
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    Dopo circa due ore May sarebbe riapparsa dal lato X, in corrispondenza della X apertura. Aveva un'aria divertita, come se sapesse bene che l'attesa era solo l'ultimo degli ostacoli che avrebbero incontrato nel loro cammino. Anche la servitù prendeva parte alle riunioni e nell'ultima effettuata il nome di Deveraux era spuntato fuori...e con lui il suo spirito ribelle.

    " Venite pure."

    Abbandonando il grosso ingresso il terzetto sarebbe passato per il museo personale di Diogene. In fondo alla sala vi era un'armatura cremisi e, situate in delle teche di vetro, due particolari katane...se i due ninja fossero stati attenti si sarebbero accorti che proprio una di quelle due armi, la più lunga per esattezza, era proprio la lama che Diogenes soleva avere al suo fianco. Possibile che lasciasse così in bella vista il suo equipaggiamento?! Vi erano poi diversi altri oggetti ma sicuramente di minor impatto visivo. Comunque l'incontro non sarebbe avvenuto lì, May avrebbe proseguito in direzione della porta più vicina per giungere nella stanza designata per l'occasione: la biblioteca. Tappezzata di scaffali ricolmi di libri la stanza dava un bel colpo d'occhio; una scala di quelle scorrevoli permetteva di arrivare anche i ripiani più alti situati ad oltre X metri da terra dove un palchetto comunque permetteva un facile raggiungimento.

    png

    Al centro della stanza, invece, proprio sotto l'appariscente lampadario, prendeva posto un grosso tavolo in legno di quercia attorniato da diverse poltrone. Aloysius era lì, seduto proprio su una di esse.

    " Benvenuti e scusate per l'attesa, non interrompo mai una seduta di allenamento...sedetevi"

    In effetti non era proprio vero ma le catastrofi provocate da Febh non facevano testo. Le due postazioni erano state opportunamente preparate: una poltrona affacciava su un lato del tavolo sul quale era presenta una tazza di the verde fumante mentre l'altra si trovava difronte a tre libri dalle copertine antiche. Il Mikawa invece era chiaramente appena uscito da una doccia, i capelli erano sciolti e la caratteristica acconciatura assente. Indossava una maglietta nera aderente che rispetto al solito kimono, metteva in evidenza il fisico statuario...sembrava come un'altra persona, meno impostata e severa di come appariva fuori da quelle mura.

    " A cosa devo l'onore? "

    Sapeva cosa stavano cercando i due ninja ma voleva fossero loro stessi a pronunciare quelle parole.



    CITAZIONE
    Edit: non imbroglierò riguardo il contenuto delle X, potete fidarvi :teach:



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:48
     
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    Giocarsi tutto! - Deveraux pazzo?







    Anche Daisuke aveva perso qualcuno di caro. Lo capii dalle sue parole e dal suo sorriso forzato dopo la battuta.
    Abbassai lo sguardo e la mia mente si catapultò nel passato.

    Anche Heizo aveva perso suo padre. Ricordavo quel piccolo e fragile ragazzino di Kiri.
    Lo avevo trasformato in poche sedute in un bravo Genin. Nonostante avevo promesso di addestrare solo ninja di Oto, Heizo rappresentava una mia vittoria, quella soddisfazione che un insegnante deve avere per andare avanti. I tempi però erano cambiati, ma in quel frangente pensai a quanto fosse normale per un ninja perdere qualche persona cara.

    CITAZIONE
    « Mm, probabilmente avrei fatto prima ad andare fino a Kumo per raccogliermelo da solo il the... Senti Deveraux, non pensi che il Mikawa ci stia mettendo alla prova? Mi sta dando proprio quest'impressione. »

    Aveva capito cosa intendevo dire con quell'ennesima cazzata.
    Mi guardai attorno con espressione seria. Che il Mikawa stesse organizzando qualcosa? Speravo di no.

    - Finchè ci fa attendere mi sta bene, speriamo non abbia strane idee -

    Rimasi da quel momento in poi in silenzio, con i sensi in allerta.
    Ero un po' agitato ma riuscivo a mantenere la calma e la concentrazione. Avevo affrontato prove ben più pericolose.

    [Dopo qualche ora]

    Dopo due ore il mio stato d'allerta era rimasto inalterato.
    Di tanto in tanto lanciavo uno sguardo d'intesa al mio compagno, con le mani vicino alla Sacca Porta Oggetti. Ancora una volta cercavo di abituarmi a quel modo di pensare. Dovevo essere "pessimista", aspettarmi l'evento peggiore e il più pericoloso.
    Ad un tratto il mio udito captò dei passi in lontananza. Analizzai la frequenza e il numero degli stessi, concludendo con una semplice affermazione: è una sola persona.
    Feci due passi in avanti per sgranchire le gambe dalla lunga attesa.
    Dopo qualche secondo May ci raggiunse.

    CITAZIONE
    " Venite pure."

    Nascosi malamente uno sbadiglio, posizionando la mano destra davanti alla bocca.
    - Molto bene -

    Abbandonammo la sala in cui eravamo rimasti per alcune ore.
    Camminando lentamente dietro alla bella domestica attraversai insieme a Daisuke una sala piena di oggetti antichi. Doveva essere il museo di Diogenes, o qualcosa del genere.
    C'erano armature, katane, quadri e molti altri oggetti di cui non riuscivo a riconoscerne il vero valore in Ryo. La mia attenzione si posò sugli armamenti. C'erano pugnali fantastici, ornati con pietre e con lame lunghe e molto taglienti. Riconoscevo le proprietà di quell'arma, era la mia preferita, anche se io ero specializzato più sui pugnali da lancio. Riuscivo a conferire loro una potenza straordinaria.
    Purtroppo a differenza di mia madre, chuunin di Oto, non avevo le abilità necessarie per avvolgere di chakra quelle splendide lame.
    C'avrei lavorato, questo era poco ma sicuro.
    Senza accorgemene mi ritrovai alla soglia di un enorme sala, piena di libri e con una scaletta scorrevole per arrivare ai testi posizionati sui ripiani più alti. Una volta messo piede nella biblioteca il mio sguardo scivolò sull'enorme tavolo posizionato in mezzo alla stanza, appena sotto un maestoso e luminoso lampadario.
    Seduto su una comoda sedia in legno Diogenes ci stava aspettando.
    Rimasi sorpreso di trovarlo lì. Mi aspettavo di camminare a lungo, per poi raggiungere un luogo misterioso e adatto per quel genere di incontri.
    Niente di tutto questo. Io, Daisuke e il Mikawa in una biblioteca.

    CITAZIONE
    " Benvenuti e scusate per l'attesa, non interrompo mai una seduta di allenamento...sedetevi"

    Ascoltate quelle parole eseguii un leggero inchino. Se si stava realmente allenando c'era andata bene: quasi tre ore d'attesa erano pur sempre meno di due giorni, ovvero 48 ore.
    Senza dire una parola mi avvicinai alla mia poltrona.
    Ero abbastanza vicino a Daisuke e un po' lontano dal Jonin con i capelli sciolti e privo della sua acconciatura.
    Ignorai i tre libri davanti ai miei occhi, infatti, entrambe le mie pupille erano fisse su quelle del Mikawa. Non riuscii ad ignorare il fisico scolpito che egli sfoggiava con quella maglietta nera, risultato di mille allenamenti e prove superate. Avevo davanti un vincente.
    Iniziai a sentire il peso della sua presenza, nonostante i suoi abiti civili, ma il peggio era passato. Avevo la sua attenzione.

    CITAZIONE
    " A cosa devo l'onore? "

    Feci un cenno d'intesa a Daisuke. Con un rapido gesto della mano sinistra, che agli occhi del Jonin sarebbe stato un movimento in slow-motion, feci scivolare sul tavolo in quercia, liscio come la pelle di un bambino, il biglietto giallo che avevo fatto leggere al mio futuro collega ( o almeno così speravo ) e che riportava le parole che avevo recitato nel South Gate.

    Iniziai a parlare , saltando tutta la parte relativa al pleniluvio o come l'aveva chiamato Daisuke.
    Forse sbagliavo o forse no, ma in quel momento mi interessava solamente far capire a quel gigante di che pasta ero fatto, partendo da quella lettera.

    - Non è da noi perdere tempo, per questo non siamo qui solo per farle alcune domande - La mia voce era fredda, ma la mia espressione lasciava trasparire tutta la determinazione che avevo in corpo.
    - ma per esporle un progetto che ho intenzione di mettere in atto sulla mia pelle... - Mi feci avanti con la sedia, per avvicinarmi maggiormente al Mikawa.
    - Sotto false spoglie e con nomi inventati io e Daisuke raggiungeremo Kumo, la terra ninja che ci minaccia. - Puntai l'indice della mano destra sul tavolo, muovendolo come per segnare una traccia.
    - Saremo uomini, viaggiatori, pellegrini con il sangue degli Yotsuki, provenienti da molto lontano e ci muoveremo nel silenzio cercando gli ultimi Yotsuki di Kumo o una cellula importante con approfondite conoscenze nell'arte del Fulmine - Indipendentemente dalla reazione del Jonin avrei continuato:
    - Portato a termine questo passo saremmo in realtà degli infiltrati di Oto e allo stesso tempo cercheremo di fare nostre le abilità di quel luogo. Niente mi dice che lì non ci siano Yotsuki, se così fosse sarebbe più semplice entrare nelle loro fila. - Mi appoggiai sullo schienale della sedia.
    - Nel peggiore dei casi saremmo degli infiltrati e basta, ma il mio obiettivo è tornare ad Oto più forte di prima e con informazioni preziose per la salvaguardia del villaggio. In territorio nemico, per portare le notizie a casa, ci serviremo di un suo probabile uomo. - Aggiunsi un altro dettaglio importante.
    - Avendo radici a Kumo solo noi Yotsuki siamo adatti per questo viaggio ... eh sì, i preparativi includono ritocchi estetici e qualsiasi cosa possa aiutarci nella missione...il prezzo da pagare non mi spaventa.- E per la prima volta in quella stanza pronunciai il suo nome.
    - Diogenes-Sama non le sto chiedendo il permesso... il viaggio lo farò e lo porterò a termine, mi sto offrendo come infiltrato in territorio nemico. Devo diventare più forte, Oto ha bisogno di ninja potenti. - Guardai per un attimo Daisuke.
    - Le chiedo qualche consiglio per il viaggio Diogenes-Sama... ma ovviamente ascolterò con attenzione ogni sua singola parola. -

    Toccava a Daisuke ora, perchè di certo non eravamo lì solamente per il viaggio a Kumo. Volevamo conoscere qualsiasi ninja che la pensava come noi riguardo Oto e approfondire il pensiero del Jonin. Se qualcuno minacciava il villaggio, anche solamente con le parole, noi rispondevamo alla chiamata.









     
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    Incontrare il Colosso






    Io e il mio compagno la pensavamo allo stesso modo: finché era normale attesa tutto tranquillo, era una prova che potevo accettare, speravamo non ci fosse qualcos'altro sotto. L'attesa stava diventando stancate, ma non intendevo lamentarmi e sembrare un debole, se non fossi riuscito ad attendere di essere convocato come avrei potuto tendere un agguato e rimanere giorni e giorni in appostamento?
    Lo presi come una sorta di allenamento, cercando di memorizzare ogni singolo particolare della stanza, dalla dimensione della porta alla tonalità di colore del pavimento. Mentre il tempo passava scrutavo le scale attraverso le quali May si era congedata, richiamando alla memoria i vari particolari che avevo memorizzato relativi all'ambiente che mi circondava. Già, davvero un pessimo modo di passare il tempo...

    [...]

    Tra qualche scambio di sguardi con Devereaux e il mio nuovo passatempo mnemonico, attendemmo due ore senza alcun segno di altre presenze all'interno della villa. Sentii un rumore di passi, qualcuno stava arrivando dall'apertura sulla destra. Mi girai, vedendo May giungere con un'aria divertita, probabilmente visto lo scherzetto dell'attesa. Io non ci trovavo niente di divertente. Ci disse di seguirla, probabilmente il Mikawa era pronto per riceverci.
    La seguimmo attraverso quello che sembrava un vero e proprio museo, con teche piene di armi e armature, alcune delle quali molto insolite. Mi colpì particolarmente un'armatura che sembrava inadatta ad un ninja, troppo pesante, ma che sicuramente forniva la giusta protezione verso attacchi mortali. Cercai di imprimere bene quell'immagine nella mia memoria, ci avrei fatto un pensierino in seguito. Nonostante la bellezza di tutte il restante equipaggiamento, non rimasi stupito. Se questi erano i possedimenti che il possente jonin poteva esporre, chissà cosa poteva tenere nascosto?
    Finalmente arrivammo al cospetto del Mikawa. Era seduto ad un tavolo al centro di quella che sembrava essere la sua biblioteca, al cui confronto la mia sembrava una raccolta per bambini. Gli scaffali, nonostante fossero alti diversi metri, erano pieni di libri, probabilmente su qualsiasi argomento interessasse ad un eventuale visitatore, ben illuminati da un lampadario che non poteva passare inosservato. E sotto di esso vi era lui, Aloysius Diogene Mikwa.
    Il jonin otese sembrava essere ancora più grosso di quando l'avevo visto al gate del villaggio. La maglia attillata risaltava il suo fisico statuario e lo faceva sembrare un ragazzone appena uscito da una doccia, invece che uno dei ninja più potenti di tutto il territorio accademico. Si scusò per l'attesa, ma davanti a lui mi sentii io quello in colpa per aver rischiato di interrompere un suo allenamento. Mi avvicinai a lui, per poi sedermi sulla poltrona davanti alla quale era stata posizionata una tazza di the verde.

    « Salve signore, piacere di rivederla »


    Assunsi un tono meno formale di quello che usai al gate, non perché il mio rispetto per lui fosse diminuito, ma in quanto l'ambiente era diverso. Il Mikawa era sempre un mio superiore, però non stava indossando i panni del guardiano del gate, né degli abiti che si confanno ad un ninja, quindi dedussi che desiderava un ambiente più informale.
    Ci chiese a cosa doveva la nostra visita, lasciai a Deveraux il compito di spiegarlo, guardandolo e annuendo. Il mio compagno estrasse il biglietto che avevo precedentemente letto, posizionandolo sul tavolo, a disposizione del Mikawa. Non provai nemmeno a interpretare il comportamento del jonin, un esperto come lui non avrebbe battuto ciglio nemmeno davanti al diavolo in persona.
    Nonostante avesse posizionato il biglietto con l'enigma sul tavolo, il giovane Yotsuki cominciò parlando del suo progetto per recarci a Kumo. In fondo, eravamo venuti per chiedere consiglio ad una persona la cui esperienza era enormemente superiore alla nostra, niente di più. Anche se non avesse approvato la nostra idea avremmo cercato di realizzarla in ogni modo, per diventare più forti e, possibilmente, tornare ad Oto con informazioni preziose. Mi piacque il tono convinto con cui parlò e non potei fare a meno di notare che era riuscito a parlare senza fare troppa confusione coi discorsi. Il giovane sembrava aver assunto una sicurezza che precedentemente non mi aveva mostrato. Che bastasse la semplice presenza di un ninja così potente per stimolarlo? Sorrisi.
    Dopo un ennesimo sguardo che ricambiai con fierezza, per aver trovato un compagno degno di me, Deveraux concluse dicendo che era pronto ad ascoltare qualsiasi parola del jonin otese. Non volevo annoiarlo con discorsi lunghi, ma preferii intervenire prima che il Mikawa parlasse, dandogli così tempo per riflettere sulle nostre parole.

    « Signore, si ricorda di quando mi presentai al Gate? La mia forza non è cambiata molto, da allora, ma per migliorare ho bisogno di questo viaggio. Ho bisogno di più forza, ogni momento perso mi fa pensare a quel giorno in cui ci siamo incontrati. Ero sicuro che non avrebbe avuto bisogno, ma anche volendo non avrei potuto esserLe d'aiuto se i ninja che si erano presentati avessero avuto cattive intenzioni. Mi sono sentito debole e non voglio che succeda nuovamente. Voglio diventare più forte per proteggere il nostro villaggio e diventare un Guardiano, come Lei. Non ci neghi questa possibilità e vedrà che un giorno La ricambieremo, offrendo tutto ciò che potremmo darLe.
    Anche in merito all'enigma sul biglietto, potrebbe aiutarci. Sa quand'è il prossimo plenilunio? »


    Se fosse stato lui l'autore del biglietto, probabilmente avrebbe capito a cosa mi riferivo: il gomitolo di lana gialla intero e luminoso. Il pieno di Luna dura solo un giorno, anche se ad occhio non sembra, probabilmente l'appuntamento era fissato per il prossimo giorno di plenilunio.
    In quanto al voler diventare Guardiano di Oto, non mentivo, anzi, penso che sia il sogno segreto di ogni ninja che, come me, ama la sua patria ed è disposto a proteggerla con la vita.
     
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    Le aspettative di Diogene non vennero affatto deluse dai due Yotsuki...appartenevano ad un clan forte e finalmente avevano iniziato a dimostrarlo. Probabilmente si stavano impelagando in un'avventura al di fuori delle loro possibilità ma chi era il Colosso per stroncare i loro sogni e le loro ambizioni? Il suo compito era solamente quello di rendere la cosa fattibile, di preparargli al peggio e di cercare di rendere più facile la missione...e, a suo modo, lo avrebbe fatto.

    " Un'infiltrazione a Kumo in tempo di guerra...è roba da chunin. Voi siete due genin, con una buona esperienza sulle spalle, ma sostanzialmente ignari di quali sono le tattiche e le pratiche per operazioni di questo tipo. Inoltre Kumo, esattamente come noi, ha aumentato la sorveglianza sul suo territorio; le spie sono un'arma potente e di danni che possono provocare infiltrandosi nei posti giusti sono maggiori di quelli di un intero esercito. Tu, Devereaux affermi di non dover chiedere il permesso per fare una cosa del genere...bhè, ti sbagli di grosso. Se voi due non foste venuti a dirmelo e fossi venuto a conoscenza dei vostri intenti vi avrei braccati come traditori e sbattuti in cella per qualche anno. Il mio compito è quello di proteggere i cittadini di Oto...anche dalla loro stessa follia.
    Detto ciò, se volete proseguire per questa strada sappiate che i miei metodi non sono convenzionali; la verità ha un prezzo da pagare ma se i vostri spiriti saranno forti non sarà un fardello così pesante da portare. "


    Se quelle prime parole non avrebbero mutato l'espressione dei due ragazzi, se il loro animo non fosse stato turbato allora il Mikawa avrebbe continuato.

    " Daisuke avete risolto la prima parte dell'indovinello, o forse tutto chissà, ma avete scelto di venire direttamente da me. I vostri attuali scopi vi danno ragione di aver fatto la scelta migliore; il contenuto di quel messaggio si riferisce a gente come voi ma per scopi differenti...conservate il biglietto, se sopravvivrete avrete ancora tempo per fare entrambe le cose. "

    Diogene poteva apparire fin troppo incauto nel fare certe affermazioni...lo era, indubbiamente, ma in realtà accettando le sue condizioni egli aveva praticamente già messo in cassaforte la sua identità.

    " Vi aiuterò, perchè è nel mio credo pensare che possiate aspirare a più alti propositi, bruciando le tappe. In altre parole, vi getto nella mischia...vedremo se sopravviverete. Dei libri che hai davanti a te, Devereaux, due riguardano la geografia di Kumo...vi sono mappe sufficientemente dettagliate per arrivare al villaggio senza perdersi in quegli aspri territori. Detto ciò questi testi risalgono ad oltre X fa, quindi molto potrebbe essere cambiato; inoltre per motivi tattici è possibile che siano state apportate ulteriori modifiche: disboscamenti, deviazione di corsi d'acqua e quant'altro sono operazioni storicamente efficaci per confondere estranei e intralciarne l'avanzamento. L'altro libro, invece, parla di quelle storie di cui ti accennavo al Gate: in chiave cantata sono narrate le gesta degli Yotsuki di maggior rilievo che il panorama ninja abbia mai visto. Prendi questi racconti con le pinze, è risaputo che ai bardi piace esagerare...ma molta verità si può nascondere dietro una rima intrecciata. Prendete questi scritti e leggeteli con dovuta attenzione."

    Avrebbe quindi dato modo ai due di fare qualche domanda prima di continuare.

    " Bene, se quanto detto fin'ora copre la parte introduttiva della vostra missione è ora di passare alle cose serie. Devo sapere tutto della vostra preparazione ninja, chi avete avuto come sensei e in quale branca vi state specializzando. Voglio testare le vostre capacità di combattimento, cercando di mettere una pezza dove possibile, e la vostra resistenza ad interrogatori e torture. Vi istruirò sulle nozioni di base per agguati e pedinamenti; l'arte del camuffamento e dell'inganno...vi insegnerò ad analizzare il territorio che vi circonda e alleneremo il vostro cervello a ragionare razionalmente anche in situazioni critiche. Questo sarà il corso più accelerato ed intenso che un genin abbia mai affrontato, almeno qui ad Oto...avrete diversi istruttori, ognuno più severo dell'altro.
    E' la chance che stavate cercando, morite o diventate più forti...benvenuti all'inferno."


    k25ok7



    CITAZIONE
    OT/ Colpo di scena. Benvenuti al primo "pseudocorso" non programmato di livello chunin. Il passaggio di grado è ora affidato alle QdC ma nulla ci vieta di poter dare un vero upgrade conoscitivo ai vostri pg per supportare un possibile avanzamento di grado in un più o meno prossimo futuro. Si vuole specificare che questa giocata non è direttamente legata ad un avanzamento di grado; tuttavia cercherò di farvi acquisire, se meritevoli, degli stemmi che vi possano spingere in quella direzione. /OT

    Edit: una sola X in questo post!



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:50
     
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    Determinazione






    Il gigante iniziò a parlare, e non osai interromperlo. Anzi, ogni parola che sentii non fece che rinforzare il mio spirito, mi sentivo pronto ad affrontare ogni cosa. Ovviamente il Mikawa aveva ragione, noi eravamo dei genin con un buon bagaglio di esperienze, ma un'infiltrazione a Kumo non era un compito adatto a noi, almeno fino a quando la nostra forza e le nostre conoscenze non avessero eguagliato quelle di un chunin. Senza contare che anche la vecchia patria del nostro clan aveva rinforzato le sue difese, potevano esserci spie o traditori dietro ogni angolo. Ed esattamente come traditori ci avrebbe trattato il jonin se non gli avessimo chiesto il permesso per recarci nel Paese della Nuvola. Però, noi glielo avevamo appena chiesto e, anche se sarebbe stata dura, era disponibile a prepararci per questo viaggio.
    Il Mikawa ci guardò, probabilmente per studiare le nostre reazioni. Quel discorso non aveva fatto altro che motivarmi, il mio spirito non era forte, era adamantino. Tranquillamente sorseggiai il bollente the verde che mi era stato preparato.
    Interpretando le nostre espressioni, Aloysius capì quello che provavamo, e continuò a parlare. Sperai di aver soddisfatto le sue aspettative. Con le parole che fece seguire, lasciò intendere che fosse stato lui a scrivere l'enigma propostomi da Deveraux, e che la nostra interpretazione sembrava essere giusta. Quindi ci disse che era pronto a gettarci nella mischia, per prepararci a ciò che ci avrebbe atteso a Kumo. Mi sentii realizzato, avevo trovato un compagno e un maestro nello stesso giorno, ero sempre più vicino al raggiungimento dei miei obiettivi. Non mi stavo illudendo: non sarei migliorato da un giorno all'altro come per magia solo perchè il Mikawa aveva detto che ci avrebbe allenato, dovevo impegnarmi, combattere e sopravvivere prima di poter dire che ero diventato "forte".
    Dunque, accennando ai libri posti davanti a Deveraux, il Mikawa ci disse che avremmo potuto studiare su uno di essi la geografia di Kumo, dovevamo però prendere in considerazione il fatto che il libro avesse una cinquantina d'anni e che il nemico poteva aver modificato l'ambiente nel tentativo di depistare eventuali estranei. Il secondo libro conteneva invece una sorta di poema sulle gesta dei nostri avi Yotsuki, ci fu consegnato in riferimento ad un discorso precedentemente avuto dai due ninja otesi. I poemi a volte esagerano, ma potevamo trovare un fondo di verità e, anche se non ci fosse stato, era un testo che avrei letto volentieri. Non avevo libri così antichi nella mia biblioteca, o almeno nessuno che riguardasse il clan Yotsuki, leggere quel tomo avrebbe solo aumentato le mie conoscenze.
    Il jonin fece una pausa e io ne approfittai per bere nuovamente, avrei dovuto fare i miei complimenti a May per la bontà della bevanda calda. Approfittai di quell'attimo per pensare ad eventuali domande da porre, ma mi sembrava di non aver alcun dubbio. Bene, dimostriamo la nostra determinazione Deveraux.

    « Solo una domanda: quando iniziamo? »


    Poggiai la tazza, incrociando quindi le dita. Ero pronto a tutto, l'importante è sempre stato migliorare, nient altro. E se avessi raggiunto il mio limite, senza poterlo superare, ne avrei accettato le conseguenze. Guardai Deveraux, aspettandomi uno spirito forte quanto il mio, ero sicuro che si sarebbe dimostrato pronto.
    Il Mikawa sembrò gradire la mia volontà ferrea, annunciando che l'introduzione era finita, adesso passavamo alle cose serie. Dovevamo informarlo delle nostre potenzialità e di chi ci aveva istruito fino a quel momento. In seguito avrebbe sperimentato la nostra potenza combattiva e la resistenza a interrogatori con tanto di torture, un particolare che mi fece pensare a quanto quel ninja avesse a cuore la sicurezza della nostra patria. Meglio morire che regalare informazioni al nemico. Sarebbe stato un corso accelerato, su ogni aspetto che un chunin doveva conoscere: agguati, camuffamenti, analisi del territorio e l'importanza di mantenere la calma. Avremmo avuto numerosi e severissimi sensei, probabilmente disposti ad utilizzare ogni metodo di insegnamento. Andare avanti o morire, queste furono le sue parole. Sembrava l'inferno e io ero pronto a gettarmici.
    Non vacillai davanti a quella scelta, ero lì per quello, non desideravo altro. Scelsi di prendere parola per primo.

    « Inizio io. Sono genin da quasi dieci anni, ho ottenuto questo grado fin troppo presto, regalando aspettative che ho probabilmente deluso. Ho sostenuto l'esame da privatista e sono stato istruito all'interno del clan. Il mio unico insegnante è stato mio nonno, Kuemon Yotsuki, è stato lui ad insegnarmi ogni cosa che so. Dopo aver interrotto i miei allenamenti per un lungo periodo, ho deciso di tornare alla vita da ninja, acquisendo la tecnica peculiare del mio clan: la manipolazione elettrica. Non è da molto che posseggo questa abilità, ma ha migliorato molto le mie doti nel corpo a corpo, la mia branca di specializzazione. »


    Passai il testimone a Deveraux, curioso di ascoltare come si sarebbe descritto. Probabilmente anche lui era un esperto del combattimento a distanza ravvicinata, in fondo pensai che avesse subito la mia stessa istruzione. Mi stavo esaltando, dimenticandomi della pericolosità dell'allenamento propostoci dal jonin. Sembrava qualcosa di mortale, eppure riuscii quasi a dimenticarmene. Ero vivo e stavo ricevendo la possibilità di raggiungere un nuovo livello, sempre più alto, sempre più vicino alla vetta alla quale ambivo.
     
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    Un nuovo addestramento.







    Le parole pronunciate da Daisuke furono perfette. Terminato il suo discorso attesi impaziente la risposta del Mikawa.

    Parlò per molto il Jonin, smontando pezzo pezzo il mio progetto. Secondo lui mi stavo spingendo troppo al di là delle mie potenzialità.
    In territorio nemico un singolo errore avrebbe decretato la mia morte, per questo dovevo possedere abilità tipiche del grado chuunin prima di partire.
    Ma nulla ci avrebbe impedito un giorno di mettere in atto il nostro piano. L'importante era avvertire lui, e non fare di testa nostra.
    Lì aveva ragione: se gli shinobi di Kumo mi avessero preso e il nome di Oto fosse uscito dalla mia bocca tutti i cittadini del villaggio sarebbero stati in pericolo.
    Non diedi tanto peso a quell'errore, infondo eravamo in quella villa proprio per avvertirlo del nostro piano. Avevo solamente dato troppa corda alla mia lingua.

    CITAZIONE
    Detto ciò, se volete proseguire per questa strada sappiate che i miei metodi non sono convenzionali; la verità ha un prezzo da pagare ma se i vostri spiriti saranno forti non sarà un fardello così pesante da portare. "

    Un sorriso prese forma sul mio viso.
    Spirito forte? Lo avevo! Senza dubbio. Se il potere era al di là di una porta l'avrei sfondata senza batter ciglio. Avevo un obiettivo, qualcosa che mi spingeva a migliorarmi sempre più.
    La vendetta ti dona una forza di volontà spaventosa. Se mi sentivo debole e affranto mi limitavo a ricordare mio padre, il sangue versato, la solitudine, il dolore e l'angoscia di quei giorni. La rabbia sarebbe esplosa come una bomba!
    Niente e nessuno mi avrebbe fermato in quello stato.

    Quando il Jonin si rivolse a Daisuke i miei occhi luccicavano dalla felicità. Il costo da pagare non mi spaventava se all'orizzonte potevo intravedere il potere tanto desiderato.
    Potevo fidarmi del Mikawa? In effetti in quella casa poteva accadere di tutto e nessuno mi assicurava in pieno dei risultati concreti.
    Mia madre mi avrebbe bastonato, ma chi ad Oto poteva farmi diventare più forte? Febh? Forse... ma il Mikawa era molto diverso dall'amministratore.
    L' eroiche gesta del colosso e la sua fedeltà ad Oto erano di dominio pubblico.
    Si, mi sarei fidato.

    Quando risposi a quella domanda mentale il Jonin prese nuovamente parola.
    Decise di gettarci nella mischia fin da subito, testando nella maniera più semplice e brutale le nostre capacità. La parola sopravvivenza venne pronunciata molte volte, ma non mi scomposi per niente.
    La chiave del successo di uno shinobi è quella di guardare in alto, verso il cielo e mai accontentarsi dei traguardi raggiunti.

    CITAZIONE
    Dei libri che hai davanti a te, Devereaux, due riguardano la geografia di Kumo...vi sono mappe sufficientemente dettagliate per arrivare al villaggio senza perdersi in quegli aspri territori.

    jpg

    Udite quelle parole la mia espressione si fece molto seria.
    Presi i libri indicati dal Mikawa e dopo averli appoggiati sulle ginocchia iniziai a sfogliarli, cercando le mappe di Kumo lì riportate. Ero un Genin abbastanza esperto e quindi una domanda nacque spontanea: " che sapesse del mio progetto?".
    Non credevo alle coincidenze, il Jonin aveva preparato qualcosa per noi fin dall'inizio.
    Aggiornare le mappe, annotare qualsiasi dettaglio rilevante per un azione ninja: numero e posizione di nemici lungo il confine, corsi d'acqua, ponti e molto altro. La mia mente memorizzava tutti i dati riportati su quei fogli colorati.
    Riguardo il libro sugli Yotsuki lo avrei consultato in un secondo momento, subito dopo aver concluso con le mappe.
    Le prime mi avrebbero aiutato, non dicerie e parziali verità sui miei antenati.
    Quando alzai gli occhi verso il Mikawa e vidi la sua espressione quasi d'attesa, approfittai del silenzio per una semplice domanda visto che la principale era stata fatta da Daisuke:

    - Lei già prima di questo incontro desiderava che noi due aggiornassimo le mappe... giusto?- Azzardai, non fidandomi come già detto delle coincidenze.
    Senza chiedere il permesso del Jonin, una volta conclusa la fase di "memorizzazione", passai i due libri a Daisuke. Immediatamente iniziai a consultare il terzo libro. Primo Raikage, separazione del clan, famose battaglie... da quella iniziale lettura ne uscii curioso, anche se ero certamente più interessato alla proposta del Mikawa.
    Finalmente arrivò.

    L'enfasi con cui il Jonin pronunciò il suo discorso non scalfì la mia determinazione. Morire o Migliorarsi era la semplice via del ninja, a cui avevo fatto il callo.
    Dovevo vincere quella sfida a qualsiasi costo, per mio padre, Oto e il clan!
    Avrei stupito ogni istruttore.
    Subito dopo Daisuke accettai la proposta del Mikawa.
    - Accetto!- Dissi appoggiando il libro sopra al tavolo.
    - Sensei nel vero senso della parola non ne ho mai avuti... forse mia madre - In quell'istante non pensai a mio padre, incosciamente lo ignorai.
    - Ho svolto numerosi compiti: dalla diplomazia, come lei già sà, alla neutralizzazione di semplici organizzazioni criminali. Niente di pericoloso. Ho svolto due missioni impegnative con l'Amministratore Febh! - In quel di Suna e a Oto.
    - Il mio stile di combattimento si basa sull'utilizzo della manipolazione elettrica.
    Supportato da jutsu Raiton, che mi conferiscono potenziamenti fisici, mi getto nella mischia con armi da corpo a corpo.-
    E poi c'era la branca in cui mi stavo specializzando, più per necessità che per talento naturale.
    - Ho trascorso ampia parte della mia vita da Genin alla ricerca di alcune persone da eliminare... ho fatto un po' di pratica nel campo della raccolta d'informazioni. Possiedo un jutsu per le interrogazioni mentali, ma siamo a livelli base. -
    Per ora le indagini erano ferme per causa di forza maggiore ma un giorno li avrei trovati!!!
    Mentre attesi la risposta del Jonin e il probabile inizio dell'addestramento continuai a leggere qualche paragrafo.












     
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    " Sapevo che il mio messaggio era attecchito e che saresti venuto per saperne di più sugli Yotsuki. Hai materiale di pubblico domino, ti sto assegnando il compito di arricchirlo, aggiornarlo e renderlo una buona arma per il tuo Paese. Questo viaggio è vostro ma e l'unico vero motivo per cui non vi ho legato ad un grosso macigno è che il rischio che corre Oto è comparabile con i vantaggi che ne potrebbe ottenere."

    Parlò schietto; se quei due giovani fossero riusciti ad infiltrasi e acquisire informazioni belliche sul nemico, l'ago della bilancia si sarebbe sicuramente spostato in direzione di Oto. Il compito del jonin era quello di aumentare le probabilità di riuscita dell'intera operazione attraverso una dettagliata pianificazione della stessa e un intensivo upgrade conoscitivo sui due genin.

    Si partiva con il piede giusto, il tentativo di impressionare i due ninja non sembrava aver destabilizzato i loro euforici e scalpitanti animi. Diogenes ne fu lieto...sebbene sapeva che anche il corpo più allenato poteva essere piegato dalle fatiche dell'allenamento. Ma come si dice, partendo con il piede giusto si è già a metà dell'opera. Seguì l'importante momento delle rispettive "presentazioni" a cui forse i due ragazzi non diedero il giusto peso...il Mikawa avrebbe voluto sapere tutte quelle cose che non avrebbe scoperto durante quei giorni di duro lavoro! Comunque qualche informazione rilevante filtrò: Deveraux era stato più volte a contatto con Febh, dal quale sicuramente aveva appreso anche inconsciamente qualcosa mentre per Daisuke, sul quale il colosso non aveva avuto motivo di informarsi approfonditamente, fu un piacere scoprire che fosse stato un piccolo prodigio svezzato in età tenera alla vita ninja.

    " Avrete modo di dirmi quant'altro pensiate sia opportuno che io sappia per comprendere a pieno i vostri punti di forza e debolezze. Scoprirete che questa casa è abitata dai migliori ninja del villaggio, avrete accesso a quasi tutte le stanze e potrete usufruire di una propria camera da letto, nonché dei pasti. Si, fino a quando non sarete morti stremati o adeguatamente pronti, resterete qui; le vostre vite ora mia appartengono."

    I motivi erano ovvi...Diogenes voleva avere il controllo su due ninja non ancora schedati secondo i suoi standard e venuti a contatto con una parte, seppur piccola, dei suoi piani. In quel momento entrarono nella stanza due figure: la prima era quella di un ragazzo alto e longilineo, dallo sguardo demoniaco; per come era vestito era facile capire che fosse un maggiordomo. Il secondo uomo, invece, era un massiccio signore sulla quarantina con una grossa cicatrice sull'occhio X.

    " Ora, impegni urgenti richiedono la mia presenza. Domani mi occuperò io stesso di voi, in palestra, nel campo che sembra essere il vostro vero punto di forza...questo è Anteras, vi farà fare il giro della tenuta e risponderà a tutte le vostre domande. Godetevi quest'ultimo giorno di pacchia...da domani rimpiangerete ogni singolo secondo sprecato."

    Il colosso avrebbe dunque abbandonato la stanza, accompagnato dal più vecchio dei due nuovi personaggi. Il maggiordomo dallo sguardo inquietante avrebbe invece preso a parlare svelto e con un tono di voce del tutto particolare, rassicurante ma al contempo mistico:

    " Benvenuti, io sono Anteras e per oggi sono al vostro completo servizio. Mi è stato ordinato di farvi visitare le vostre camere, i servizi, il piano interrato e di farvi conoscere quanti più coinquilini possibili ma se avete particolari proposte vedrò di ottemperarle.

    E proprio in quell'istante avrebbe preso la tazza di thè di Daisuke, vuota o piena che fosse stata, per poi farla scomparire mediante un impressionante gioco di prestigio sotto il tovagliolo bianco, che teneva bloccato tra l'addome e l'avambraccio.

    jpg

    " Sostanzialmente c'è solo una regola alla quale dovete attenervi. Non vi è concesso abbandonare la tenuta."



    CITAZIONE
    Edit: sempre una X.



    Edited by DioGeNe - 11/10/2012, 22:51
     
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