Shouten

Livello B - [BG]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Keita Kitase
        Like  
     
    .

    User deleted


    Shouten: Chapter I


    image
    Fuori era ormai giorno, ma nei meandri dei sogni l'inseguirsi del tempo non rappresentava che un'illusione. Uccelli volavano in cielo lasciando trasparire l'inesorabile indifferenza della natura nei confronti dei fatti umani. Il cambio guardia sarebbe giunto a breve e per quella nottata, lo shinobi, stanco ma sempre, a detta sua, "vigile anche ad occhi chiusi", in risposta a chi contestava la sua disattenzione, avrebbe potuto presto rincasare e spostare la sua "attività" in un comodo letto. In fondo, con l'accademia tutto oramai era da sempre pacifico e la neutralità concretatasi lasciava soggetti ad abbassare la guardia. Comportamento pericoloso, certo, ma non vi era nulla da temere, ancora.
    Ronfava beato, incurante dell'insistenza di chi con fare diligente, più del suo, tentava di svolgere appieno gli ordini impartiti. Un sussulto mosse le natiche di quello scansafatiche che nel riprendere conoscenza percepì un suono occultato dall'ozio. Battiti continui e tintinnii frenetici si udivano contro una delle assi di legno adibite a trespolo per i falchi ospitanti chissà quali curiosi o preoccupanti messaggi.
    Si alzò goffo, cercando di attribuire importanza al suo lavoro, raggiungendo il volatile e con fare gentile - questo di certo non poteva discutersi e forse rappresentava l'unico motivo, il suo saperci fare con gli animali, perchè ancora lavorasse per l'accademia - lo carezzò, diede lui da mangiare e da bere e, quasi chiedendone il consenso, estrasse il messaggio dal minuscolo contenitore. Poco dopo quel nobile animale sarebbe ritornato da chi lo aveva inviato, la cui vista stimolò l'affettuosità di un ninja sfaticato, ma di un uomo buono.

    image
    A Konoha l'Amministrazione era indaffarata come al solito mentre accoglieva i passi di uno shinobi d'alto rango, tra i più rinomati in tutto il villaggio. Puro sangue Inuzuka. Era questo, per lo meno che si attendeva a seguito della sua chiamata definita "urgente" presso gli uffici amministrativi.
    L'andirivieni di gente e shinobi di ogni genere e numero affollavano i corridoi in un periodo più turbolento e occupato del solito. L'ufficio del Rokudaime era come al solito stracolmo di scartoffie e quasi troneggiante si elevava la figura dell'Hokage. L'arrivo di Kaworu Uchiha poche settimane addietro aveva risanato il suo animo preoccupato. Konoha poteva vantare di un'arma in più, oltre a se stesso e ai figli della Foglia che crescevano e si rinforzavano giorno dopo giorno.
    L'Inuzuka e il suo fiero lupo, lo avrebbero incontrato altezzoso e dotato di una strana espressione ironicamente divertita. Pochi ne avrebbero potuto conoscere il significato.

    -Oh, Inuzuka-kun!-
    Esordì alla sua entrata, invitandolo con un gesto ad avvicinarsi, dopo aver implicitamente ordinato al resto della compagnia di abbandonare quella stanza e lasciar soli i tre.
    -Noto con piacere che Shuko cresce di giorno in giorno. Ho sempre lodato la vostra gentilezza con gli animali.-
    Si alzò in piedi, eretto e dignitario nell'aspetto come si confaceva ad ogni Kage degno di rispetto. Si conosceva poco di lui ma il suo sguardo bastava per poterne attribuire fiducia. Konoha era sempre stata così. Fortunata nella selezione di chi riusciva a preservare l'animo saggio della Foglia. Prese con fare deciso degli ordini circa una missione al quale Isidor era stato selezionato per farne parte. Solo lui vi era in quella stanza, nessun altro che lasciasse intuire la formazione di una squadra. Porse la carta al giovane ninja per poi volgere una rapida carezza al manto bianco e liscio del lupo.
    Ritornando presso la sua scrivania, enunciò gli ordini affinché gli apparissero più chiari.

    -La missione è di alto livello, ma ho piena fiducia in te.-
    Inizio sincero.
    -Sembra che Kusa, nel Paese dell'Erba, abbia dei problemi con alcuni ribelli. Avrai l'appoggio della loro amministrazione. Recati dal Daimyo che ha chiesto il nostro intervento.-
    Chiaro e conciso Isidor, avrebbe conosciuto gli ordini preliminari, a cui si sarebbero succeduti quelli del Daimyo una volta giunto presso di lui. Prima che venisse congedato, l'Hokage si pronunciò ancora.
    -Gli shinobi non sono strumenti.-
    Enigmatico, di certo gli interrogativi sarebbero stati molti, ma non ci sarebbero stati spazi per occupare ulteriormente il tempo del Rokudaime. Terminò con una raccomandazione.
    -Fa attenzione.-


    image
    La Foglia era ormai un ricordo lontano in misura di chilometri. La notte ormai in procinto di porre in essere il suo dominio sul mondo. Il vento era forte nei pressi del Paese dell'Erba. Il verde troneggiava in contrasto con l'ombra avvolgente della notte. Vasti prati facevano da cornice alle montagne poste all'orizzonte. Ricca e non eccessiva la vegetazione conferiva un armonioso senso distensivo a chi ne assaporava le dolcezze.
    Tranquillo sarebbe stato il viaggio, ricco di sapori e di appagabili paesaggi ai sensi più che di insidie. Poco si sarebbe riscontrato della difficoltà avvertita della missione. La segretezza era però d'obbligo, specie per evitare fughe di notizie verso le organizzazioni ribelli che mai come ora sembravano, a detta di Kusa, potenti e infiltrate. Ciò rendeva impossibile avvalersi anche solo di brevi passaggi da parte di qualche mendicante dei villaggi vicini, specie uno a metà tra Konoha e la meta che sembrava offrire terme rilassanti e curative.
    Un piacere negato allo shinobi e al suo cane. Il tempo, dissero, stringeva.
    Ore e ore più tardi, quando ormai il sole stava per vincere l'epica ed eterna battaglia con la rivale, manifestandosi in tutta la sua magnificenza, l'Inuzuka e Shuko sarebbero stati vicini alla meta. Kusa era ormai a pochi chilometri di distanza. Ne era la prova il ponte, quello stesso ponte che tempo fa era conosciuto come il "Ponte del Cielo e della Terra" ma che fu da ignoti distrutto e poco tempo dopo ricostruito dagli abitanti ignari della vicenda e perplessi della grande devastazione di una foresta vicina.

    Calorosa oltre ogni immaginazione si rivelò l'accoglienza al ninja di Konoha. Fu servito e con inchini salutato. Non passò molto prima che arrivasse un cocchio tutto per lui affinché lo accompagnasse alla reggia del Daimyo. Se era così importante la discrezione come era stata da loro raccomandata per il viaggio, se ne erano di certo dimenticati.
    Il villaggio appariva spoglio e stranamente teso, ma tutti i componenti erano dotati di espressioni sorridenti e gioviali e modi gentili. Sembrava uno dei pochi luoghi in cui il rispetto non era stato rigettato per la considerazione di qualche vizio desiderato, ma distruttivo. Quella carrozza, d'altro canto, era così comoda e lussuosa da invitare qualsiasi uomo, forte o meno di spirito, a godersela in un merito, anche se breve, riposo, dopo quel lungo viaggio. Soffici i divani, l'uno frontale all'altro. Abbastanza spaziosa per distendere le gambe al massimo concesso. Tende bordeaux conferivano una luce soffusa, filtrandola dal sole che forte avrebbe potuto recare disturbo.
    Nessuno, tuttavia, lo accompagnò. Dai loro modi di fare si poteva scommettere lo facessero solo per evitare di provocare disagio al nuovo e desiderato ospite.
    Ci sarebbe voluta un'ora di marcia per arrivare all'alta collinetta su cui sovrastava la reggia del Daimyo, Yasunari Ohinishi. Una grossa buca e il suo conseguente contatto con la ruota del cocchio, avrebbe attirato l'attenzione del ninja e di Shuko, o gli avrebbe destati qualora si fossero appisolati.


    image
    -Inuzuka-dono!-

    Tuonò rimbombante la voce di un anziano messo che con fare fremente e spedito raggiunse la carrozza aprendo con garbo la portiera invitando il ragazzo a scendervi e ad accomodarsi all'interno della casa. Un enorme edificio in pietra, ornato da colonne in legno massiccio e pregiato. Ampi giardini si intravedevano alle spalle della costruzione, grandi apparivano i tetti orientali che sporgevano dalle pareti, verso l'esterno.
    Vi era un sentiero riempito di ghiaia tra il cancello d'entrata e la porta della reggia. Al suo interno la pietra forniva un accogliente ambiente caldo e ovattato, migliorato da ricchi e sfarzosi arazzi rossi che ben si sposavano con la quercia che sul soffitto era posta ad arco. Inusuale come architettura orientale, ma innovativa. Del resto, Yasunari Ohinishi era da sempre affascinato a questa arte dell'edificare.
    Nell'androne fu ubito raggiunto anche dal Daimyo in persona che si scomodò per salutarlo e accoglierlo direttamente.

    -Questo baldo giovanotto deve essere la risposta alle mie preghiere.-
    Anche lui, cordiale come pochi.
    -E questo stupendo animale?-
    Chiese, forse inopportunamente, tant'è che si corresse.
    -Oh chiedo scusa. Splendido esemplare. Lupo se non erro.-
    Ci sapeva fare con il galateo, su questo non vi erano dubbi.

    Terminate le presentazioni, come se si trattasse di una vacanza il cui albergo ospitava il cliente migliore, Isidor Inuzuka fu condotto nelle sue stanza. Un grandissimo appartamento rifinito della stessa architettura che di base ornava l'intera dimora. Un letto enorme e uno altrettanto grande per un animale erano tra loro pochi distanti.
    Nemmeno il tempo di ambientarsi fu dato loro a tutto quel lusso, che uno dei servitori bussò alcune ore dopo in cui Isidor e Shuko sarebbero rimasti soli, scusandosi per il disturbo, invitando il giovane alla cena.


    image
    -Prego la stavamo aspettando.-

    Disse il Daimyo invitando la servitù a far accomodare il ninja.
    -Allora, come è stato il viaggio? Subito contrattempi? Mi compiaccio della sua puntualità.-
    In tavola vi era ogni ben dal cielo. Tutto a base di carne e rifinito da ottime insalate e del buon tè e sakè. Perfino Shuko sarebbe stato accompagnato a servirsi della ottima carne, nella stanza accanto.
    Durante il dialogo, la cena sarebbe cominciata.

    -Ahh, è dura reggere le redini di un Paese sa?-
    Esordì Yasunari poco dopo, tra un boccone educato e l'altro. Parlava con fare altezzoso e sicuro di se, molto lentamente e con voce atona. Sempre gentile ed educato pareva filtrare ogni parola affinché non generasse disturbo alcuno alle orecchie di chiunque.
    -Ho dato molto a questo paese, specie a questo villaggio. E come ti ripagano? Credendo che io sia solo uno smidollato perchè tendo a progredire e sopperire alle mancanze. Tutto questo per la mia gente. E ovviamente credono di poter commettere questo insensato colpo di stato. E' proprio vero che non si sa apprezzare la bontà.-
    Quello sproloquio non era di certo pieno di modestia, ma l'interessamento verso le sue parole sarebbe arrivato in un tempo assai breve.
    -Ma immagino lei voglia conoscere i propri compiti. Mi pare giusto.-
    La cena era quasi terminata, ma finalmente arrivò al sodo. Fu uno dei presenti a parlare. Presentandosi come Ryu Dakeshi, responsabile della sicurezza.
    -Nella giornata di ieri la resistenza ha colpito una delle nostre torrette di guardia. Essendo in posizione centrale alle mura è stato un duro colpo per i nostri presidi militari. Come riferitovi nel cartiglio di richiesta d'intervento fornito all'accademia, dobbiamo agire con la massima discrezione in quanto dare importanza a questi eventi potrebbe fomentare una guerra civile. La propaganda della resistenza è forte e confonde gli animi anche dei più intelligenti e saggi. Ecco perchè dobbiamo tenere all'oscuro la popolazione di questo ennesimo attacco. Ed ecco perchè dovrà essere lei a trovare, se ve ne sono, tracce che possa condurci al covo nemico.-
    Il tempo passò e le istruzioni date suppergiù approssimativamente. La notte era vicina e l'Inuzuka ancora non aveva potuto dormire. Accogliendo quell'atmosfera di quiete, fu accompagnato assieme al compagno, nelle sue stanze e chiestovi di partire domattina appena possibile.

     
    .
  2. Isidor Inuzuka
        Like  
     
    .

    User deleted


     

    ~Post di Presentazione~
    Ø Chiamata ♦

    Notti insonne, anime tenebrose lo tormentavano durante il suo beato riposo, rendendolo nervoso, irascibile, sebbene tutto venisse nascosto dal suo animo serrato, dal suo duro addestramento a sopprimere ogni emozione in caso di necessità, o di dovere se proprio vogliamo approfondire. Non sapeva spiegarsi questo repentino cambio d'umore; forse era derivato dall'enorme carico di lavoro, che continuamente lo tenevano occupato, mettendo a dura prova il corpo e la mente. Stava piano piano sprofondando in un baratro di solitudine, di ombre ambigue, di pericolose insidie. Avrebbe voluto in quel momento una persona con cui parlare, con cui scaricare le proprie preoccupazioni. Gli anni passati in solitudine lo avevano temprato, rendendolo più uomo di quanto la sua età dimostrasse, rendendolo capace di intendere cose che in precedenza non avrebbe mai considerato. Tuttavia sentiva giorno dopo giorno la mancanza della sua famiglia, soprattutto ora che Iron era in missione. Temeva di nuovo una sua improvvisa morte, come molti anni prima era accaduto al fratello. L'unica persona, o meglio dire animale, che lo teneva ben saldato a quella piccola piattaforma che chiamava vita, era Shuko. Mai si era separato da lui e mai lo aveva sentito lontano. Era sempre stato presente, lo aveva accompagnato in tutti i suoi viaggi, spirituali o materiali che siano, donandogli conforto nel momento del bisogno, sacrificandosi per lui, stringendo un legame ben più forte di una semplice amicizia.
    La Notte, nel mentre rifletteva su codeste constatazioni, procedeva a rilento, i rumori amplificati dalla sua mente, codificati in un fastidio morboso, che lo infastidivano, fino a fargli quasi perdere il senno. Stringeva ancora in mano un foglio sgualcito, piegato e strappato a causa delle violente e ripetute riletture del suo contenuto: era stato convocato urgentemente in Amministrazione, l'indomani, per cause che per ore erano a lui totalmente sconosciute.
    Al suo fianco Shuko pareva percepire quel suo nervosismo e gli riserbava un'occhiata, ogni volta che le lenzuola crepitavano a causa dei violenti e continui spostamenti. Non trovava pace nel constatare che il suo padrone vivesse in quello stato. Anche se il suo fiero e nobile animo non si lasciava facilmente intaccare, avrebbe fatto volentieri un'eccezione per tendere una mano, o meglio una zampa, al suo padrone, per tentare di aiutarlo. Ma le sue condizioni, diciamo, canine, non gli permettevano simil azione.
    Non poteva far altro che confortarlo con sguardi profondi ed indagatori, di quelli che ti penetrano il corpo, fino a raggiungere l'anima.
    L'alba di un nuovo giorno giunse presto, forse fin troppo, ed il ragazzo si alzò a fatica, stanco di quella vita, stanco di quella snervante routine che da anni si ripeteva. Tuttavia, che fosse contrario o no, era costretto ad adempire i suoi doveri, a causa di quel giuramento che anni fa aveva promesso di rispettare, il giuramento perpetuo, quello di proteggere e preservare il proprio Villaggio.

    [. . .]

    Passi lenti e rimbombanti accompagnavano il suo lento e pacato cammino, all'interno della sempre indaffarata e operosa sede dell'Amministrazione del Villaggio, il suo possente e onnipresente lupo che lo seguiva di fianco. Spalancò le porte di una delle sale principali di quel luogo, forse anche quello più importante, ritrovandosi davanti un indaffarato Rokudaime, sommerso da scartoffie dalla variegata provenienza. Fece un breve inchino, mostrando rispetto, come era stato abituato a fare con persone di rango più alto dal suo. Non fu affatto sorpreso dalla sua venuta, si limitò a salutarlo e ad invitarlo ad avvicinarsi, mentre le altre genti si allontanavano, richiudendo la porta alle loro spalle. L'Hokage si alzò, frugando tra le numerose carte ed estraendo una cartina che gli porse con un secco gesto, accarezzando nel contempo il manto liscio e bianco di Shuko. I suoi modi parevano rispettosi, anche nei confronti di un normale Genin quale era e per nulla sgarbati, si vedeva che aveva l'attitudine al comando; giocare con le menti, indurli con affabili discorsi alla totale fiducia nei propri confronti. Un'arma da utilizzare in molteplici e differenti occasioni.
    Tornato alla scrivania, esordì di nuovo, la voce questa volta fattosi più cupa e profonda, il che lo spinse ad ascoltare con più attenzione.

    CITAZIONE
    -La missione è di alto livello, ma ho piena fiducia in te. Sembra che Kusa, nel Paese dell'Erba, abbia dei problemi con alcuni ribelli. Avrai l'appoggio della loro amministrazione. Recati dal Daimyo che ha chiesto il nostro intervento.-

    § Se si trattasse di semplici ribelli la missione non sarebbe stata di cotale rango, di sicuro c'è qualcosa di più sotto queste minimali informazioni. Dovrò cercare di raccoglierne il più possibile una volta raggiunto il paese dell'Erba. §

    Dopo un ulteriore inchino, Isidor fece per voltarsi, non avendo ulteriori domande riguardo i preliminari della Missione, ma fu interrotto da veritiere parole che il saggio Hokage pronunziò

    CITAZIONE
    -Gli shinobi non sono strumenti...Fa attenzione. -

    Si fece scappare un piccolo sorrisino, celato tuttavia dalla figura voltata. Alzò il pugno, in segno di vittoria ed alzò il pollice, in un gesto di promessa nei confronti di un uomo che aveva riserbato in lui piena fiducia. In fondo non era solo: l'Hokage, la gente di Konoha, erano tutte persone che indirettamente tifavano per lui, che speravano nel buon esito della sua Missione, in modo che il Villaggio possa trarne beneficio. Uscì in via definitiva, diretto alle Mura del Villaggio.

    [. . .]


    Oramai avevano distanziato il Villaggio di molto, il passo continuo e cadenzato che non produceva rumore alcuno, il volto e la figura celati da un Mantello nero come la pece, che si confondeva tra i bianchi spiragli candidi del lupo che correva al fianco.
    Un manto buio dominava il cielo, a tratti schizzato da mille perle luminescenti, che riflettevano la loro fioca luce nei dintorni. Sembrava una via, una via in procinto d'esser cavalcata dalla luna, che si stagliava all'orizzonte come un disco perlaceo, elegante e misterioso.
    Una distesa pianeggiante era il luogo cui loro stavano attraversando, le montagne in lontananza che fornivano una valida copertura alle intemperie, e difatti un ignoto e alquanto strano senso di pacatezza piatta era l'unica sensazione trasmessa.
    Grazie alla loro accortezza, si ripromisero di rimanere sempre vigili e lucidi, i sensei di un lupo e del suo padrone atti a prevenire qualsiasi insidia, anche se il viaggio pareva, fin'ora, tutt'altro che tumultuoso.
    Ebbero modo di riflettere su ciò che l'Hokage ebbe da dire, soprattutto l'ultima e fatidica frase, che lasciava una traccia pensierosa e soprattutto ingarbugliata, che fosse un consiglio per l'imminente futuro? La domanda non era da scartare e la risposta l'avrebbero trovata, molto probabilmente di lì a poco.
    Le ore parvero passare alla velocità di un treno in corsa, come anche il loro passo, grazie alle elucubrazioni che tennero impegnata la loro mente. Un cerchio infuocato andava mano a mano a nascere, in quell'orizzonte che sempre più celava intrighi irrisolti. Una tempesta di colori e di raggi caldi invasero il territorio circostante, illuminando di luce e candore l'ambiguo paesaggio che poche ore prima sembrava così triste e desolato.
    Oramai Kusa, la destinazione finale, era a pochi chilometri, la sua entrata in scena era imminente. Fu quando attraversarono il noto ponte, raffigurato in mille racconti, che si resero conto che la Missione era davvero cominciata.

    Inverosimile era la situazione all'interno di un villaggio che supponeva dovesse avere gravi problemi legati ai ribelli; facce sorridenti, inchini inutili rivolti verso la sua persona. Ma scavando più a fondo avrebbe di certo trovato l'animo distrutto di cittadini che combattevano inutilmente per proteggere ciò che a loro era più caro.
    Un dilemma si fece strada nella mente del ragazzo, mentre cominciava ad addentrarsi all'interno del Villaggio. Come raggiungere la dimora del Daimyo? La risposta alla sua domanda arrivò presto, un elegante cocchio parcheggiò proprio davanti a lui, un lusso che di certo no si era aspettato, la riservatezza che avevano mandato beatamente a benedire.
    Salì sul fastoso mezzo di trasporto, il cui interno non era da meno della visuale esterna: un comodo sedile rilegato in pelle, abbastanza largo per ospitare anche più di una persona e una tendina bordeaux che offuscava i raggi solari.
    L'Inuzuka si accomodò, godendosi quell'attimo di pace per riflettere sui futuri avvenimenti, mentre Shuko si era sdraiato sul lato opposto, assopendosi grazie al movimento ondulatorio del mezzo.

    § Secondo le brevi disposizioni dell'Hokage, un gruppo di ribelli stà praticamente rendendo la vita difficile a questi cittadini, ma dalla loro espressione si vede che vogliono mantenere la loro integrità morale, o quantomeno non vogliono lasciar intendere ai turisti il loro altalenante stato.
    Devo riuscire a reperire più informazioni possibili, anche dalla servitù se ne riterrò necessario. §


    Una buca particolarmente profonda destò il giovane dai suoi pensieri come anche Shuko dal suo sonno beato. Scese dal cocchio e fu accolto da un vecchio che con voce altisonante salutò il suo arrivo. Era palese il suo sollievo e la sua felicità.
    Con atteggiamento distaccato e disinteressato considerò la ricchezza che si evinceva dalla sfarzosità della reggia di quell'uomo. Mentre conduceva il suo passo verso nuovi luoghi o stanze, constatava che l'importanza del Daimyo era fondamentale per quel villaggio, neanche la reggia della nobile Kinui era arredata in cotale modo. Questo suscitò in lui una punta di rabbia. Perché finanziare le spese per il proprio fabbisogno personale invece che per aiutare la propria comunità?
    Fu accolto dal Daimyo in quella che considerò la stanza principale. La sua voce pareva cordiale, come tutti in quella città, le sue lusinghe come al solito atte per accertarsi la sua totale disponibilità. Cominciava a nutrire una punta di odio nei confronti di quell'uomo. Si convinceva sempre più che lo avessero assunto solo per proteggere la sua importante figura. Ma come aveva sentito dire da un uomo saggio, meglio avvalersi del beneficio del dubbio e fu questo che fece. Si inchinò, come suo solito, e proferì brevi parole prima di essere congedato.

    ♦ Si sono io, signor Daimyo, Isidor Inuzuka, Genin della foglia, mandato dall'Hokage per affrontare questa spiacevole situazione. E questo è Shuko, mio fedele compagno e, come detto da lei, splendido esemplare di lupo. ♦

    Fu condotto verso la sua stanza, ricca come le altre. Due letti enormi, che avrebbero potuto ospitare una famiglia intera, erano disposti l'uno di fianco all'altro. Approfittò del breve momento di pausa per rilassarsi, sfilandosi di dosso il mantello e riponendo in alcuni cassetti il suo armamentario. Si concesse solo di tenere la Wakisashi, fedele riproduzione della rabbia animalesca del suo clan, la lama seghettata che strusciava contro il fodero rilegato in pelle.
    Si stese sul letto, cercando di recuperare le ore di sonno perse, ma poco dopo un servitore dello stesso Daimyo comunicò l'orario della cena, che si sarebbe tenuta a breve. Non potè fare altro che ringraziarlo per le sue servigia, chiedendogli garbatamente di condurlo al luogo dell'incontro.

    CITAZIONE
    -Prego la stavamo aspettando.-

    Disse al arrivo il Daimyo, congedando con un cenno la servitù, mentre si accomodava a sua volta su uno scranno dai ricchi decori. Isidor lo imitò, mantenendo un atteggiamento rispettoso ma nel contempo vigile, sapeva per esperienza che le insidie si nascondevano dietro l'angolo, attendendo il momento propizio per tendere improvvisi e mortali agguati.

    CITAZIONE
    -Allora, come è stato il viaggio? Subito contrattempi? Mi compiaccio della sua puntualità.-

    ♦ E' andato tutto bene, fortunatamente, ho avuto modo di ammirare i vostri territori, anche se durante gli orari notturni parono intrisi di messaggi ambigui. La puntualità è tutto per un ninja, signor Daimyo. ♦

    Rispose cordialmente al tentativo di attaccar bottone. In men che non si dica, innumerevoli quantità di cibo vennero portati in tavola e il suo fine olfatto fu stuzzicato da molte di quelle prelibate pietanze. Perfino Shuko provava la sua stessa sensazione, nella stanza immediatamente accanto.
    Addentò un pezzo di carne, lo sguardo puntato sul piatto, mentre avvertiva intorno a lui il tintinnare squillante delle posate che si fiondavano fameliche sui piatti.

    CITAZIONE
    -Ahh, è dura reggere le redini di un Paese sa? Ho dato molto a questo paese, specie a questo villaggio. E come ti ripagano? Credendo che io sia solo uno smidollato perchè tendo a progredire e sopperire alle mancanze. Tutto questo per la mia gente. E ovviamente credono di poter commettere questo insensato colpo di stato. E' proprio vero che non si sa apprezzare la bontà.-

    Alzò lo sguardo, incrociando lo sguardo con quell'uomo che pareva sparar menzogne a velocità disumane. Di certo non ispirava modestia, ma si chiedeva se era solo un altro futile ed insensato modo per catturare la sua fiducia ed ammirazione. Rimase in silenzio, annuendo come semplice risposta di rimando. La cena proseguì, il silenzio rotto da qualche consulto tra il Daimyo e alcuni uomini che sedevano sulla loro stessa tavola.
    E finalmente giunse il momento delle informazioni, la cena era quasi terminata ed un uomo si alzò, presentandosi sotto il nome di Ryu Dakeshi, responsabile della sicurezza del villaggio.

    CITAZIONE
    -Nella giornata di ieri la resistenza ha colpito una delle nostre torrette di guardia. Essendo in posizione centrale alle mura è stato un duro colpo per i nostri presidi militari. Come riferitovi nel cartiglio di richiesta d'intervento fornito all'accademia, dobbiamo agire con la massima discrezione in quanto dare importanza a questi eventi potrebbe fomentare una guerra civile. La propaganda della resistenza è forte e confonde gli animi anche dei più intelligenti e saggi. Ecco perchè dobbiamo tenere all'oscuro la popolazione di questo ennesimo attacco. Ed ecco perchè dovrà essere lei a trovare, se ve ne sono, tracce che possa condurci al covo nemico.-

    Annuì, improvvisamente assorto in pensieri che spiegavano i dubbi che si era posto in precedenza.

    § Ecco perchè i cittadini parevano ignari dell'accaduto. E' perchè lo sono veramente. Agire con la massima discrezione sarà fondamentale e dovrò cercare di non destare sospetti. Dovrò scovare quindi alcune tracce che mi possano portare al covo nemico e suppongo che non sarà missione facile. Per oggi ho gia ricevuto abbastanza informazioni, meglio attendere domani per chiedere ulteriori domande. §

    La cena finì ufficialmente, senza che il ragazzo esponesse alcuna preoccupazione o dubbio verso quella che sarebbe stata una vera e propria prova di discrezione e di abilità nel richiedere informazioni. Fu accompagnato nelle sue stanze, assieme a Shuko, ove si addormentò senza problemi.
     
    .
  3. Keita Kitase
        Like  
     
    .

    User deleted


    Shouten: Chapter II


    image
    Desolato, distrutto. Quel luogo si discostava come pochi dal paesaggio cittadino, ovattato e accogliente, poche ore prima visitato. L’intera area era imperniata da un alone macabro di caos e morte. Le costruzioni, sparse lì intorno per qualche metro, si presentavano lacerate dal fuoco o da quelle che apparivano esplosioni da sigilli. Poco distanti, le mura erano intonse, marcando la stonatura tra la nuda pietra intatta e la prossima sgretolata. Obiettivo della resistenza, era stata, senza ombra di dubbio, l’alta torretta che scrutava l’ampio territorio, fornendo un’adeguata prospettiva guardinga concretizzando così le difese del villaggio. Ma il permesso di visionare qualsiasi movimento da parte di un ipotetico avversario non era più concesso ora che la resistenza aveva ottenuto il suo scopo distruggendo quella che, a detta delle fonti militari di Kusa, rappresentava il baluardo difensivo del villaggio. Fu un duro colpo da sopportare per Kusa e per il Daimyo. Nulla poteva impedire di credere che fosse stata la goccia che fece traboccare il vaso portando il Daimyo ad avvalersi di un ninja accademico. Bisognava scoprire tutto di quel gruppo di terroristi e far cessare il loro proposito avverso ad una politica essenziale per l’Erba. Il tutto doveva però essere praticato con la massima segretezza. Ogni cosa era nelle mani dello shinobi di Konoha.
    A est il sole era già alto nel cielo quando Isidor Inuzuka e Shuko arrivarono nel luogo indicato. Il silenzio troneggiava e i raggi solari stavano già accalorando l’atmosfera scavalcando la frescura portata di tanto in tanto da una brezza leggera. Vari odori si potevano avvertire. Un intenso sentore di bruciato marcava penetrante l’aria circostante mentre di tanto in tanto poteva scorgersi all’olfatto un residuale tanfo cadaverico. Qualcuno doveva essere morto e, forse, non solo uno.


    Flashback


    -I-Inuzuka-sama!-
    Il messo stanco e ansante, aveva dato sfoggio di tutte le sue anziane energie per cercare di raggiungere il ragazzo che già così mattiniero intendeva eseguire gli ordini a lui affidati infondendo per quel suo senso alto di responsabilità una nuova ondata di fiducia in chi, a Kusa, lo reputava l’unico capace di porre rimedio ad un disordine sempre più difficilmente contenibile.
    -C-chiedo s-scusa…anf…Taichou-sama vorrebbe parlare con voi.-
    Attese qualche secondo, prostrandosi in un profondo inchino di reverenza prima di voltare le spalle al ninja di Konoha e invitarlo a seguirlo presso quelle che dovevano essere le stanze del responsabile militare del villaggio. Quello stesso uomo che aveva presenziato alla cena della sera prima.
    I corridoi serpeggiavano sinuosi per la reggia. Grandi tele ricamate si dilungavano verticalmente alle pareti in un turbinio di colori che danzava tra il rosso scarlatto e il color senape, sposato divinamente con la tonalità panna che faceva quasi da sfondo. Di tanto in tanto, come ad essere state posizionate con dovizia causale, alcune statue di grandi animali della mitologia nipponica si ergevano nell’oro e nel bronzo con il quale erano stati scolpiti. Vi figuravano gli stessi animali rappresentanti quei sigilli tanto necessari alla nobile arte del ninjutsu. Alle spalle di una di esse, ci si sarebbe accorti con ovvietà, di un incavo laterale che assumeva la geometria di un piccola stanza priva di porte. Essa era vuota, solo sulla parete centrale poteva scorgersi senza errori la visione di quella che doveva essere la più grande tela presente all’interno del palazzo. Immensa ed elegante, si esaltava con magnificenza suscitando un eventuale senso di delusione alla considerazione che potesse essere reputato un delitto tenere in un luogo poco visibile un così grande spettacolo. All’interno di esso era stato dipinto con assoluta maestria un enorme cane dal manto bianco candido dal cui dignitoso aspetto si diramavano cinque enormi code.

    -Siamo arrivati.-
    Disse il messo indicando la porta a lui vicina dopo essersi prodigato in un nuovo inchino.
    La stanza era semplice, semi vuota, colma solo dello stupore della sua altezza e profondità. Al centro stava una grande scrivania e poco distante un ammasso di cuscini che fungevano da divani e una copiosa libreria.

    -Inuzuka-sama, grazie per aver colto il mio invito.-
    Si presentò.
    -Non ci metteremo molto, ma occorre che le dia qualche informazione aggiuntiva.-
    Esordì
    -La sua discrezionalità deve essere l’elemento fondante di tutta la sua missione, ma non credo occorra più ripeterglielo…-
    Sottolineò quasi provocatoriamente.
    -Comunque, abbiamo motivo di credere che la “zona” sia ancora sotto la vigilanza della resistenza. Potrebbe quindi correre dei rischi…Faccia attenzione lei e il suo animale.-
    Che fine aveva fatto la gentilezza che fino ad allora aveva caratterizzato quasi roboticamente tutti gli esponenti di quel villaggio?
    -Cerchi di racimolare qualsiasi indizio utile alla causa. Sappia che l’unica cosa certa che conosciamo del “capo” dei ribelli è uno strano soprannome: Souryou.-
    Non disse altro per un po’, fino a quando voltò le spalle e sentenziò
    -Questo è quanto, la ringrazio ancora a nome mio e del Daimyo per i servigi che si appresta a fornirci.-


    /Flashback


    image
    Tuttavia, di nemici in quel luogo desolato, non vi era neanche l’ombra. Né tantomeno di indizi.
    Tutto sembrava rimasto così come era stato lasciato subito dopo l’attacco. Tranne i corpi dei morti che sempre con più sicurezza sembrava percepirsi gli odori, sebbene ormai leggeri. Tra tutti però, uno, all’improvviso, spiccò all’olfatto. Era totalmente estraneo all’ambiente circostante, deserto e sterile. Era dolce e carezzava l’aria con la sua delicatezza. Sebbene sarebbe di certo stato impercettibile per qualunque essere umano, esso era presente e volteggiava innocente attorno a quel macabro scenario. La fonte di quell’odore non era molto distante, ma era nascosta. Un piccolo fiore dai petali spezzati giaceva spezzato e nascosto tra le pietre. Non poteva essere un fiore di quel luogo, così privo di vegetazione.

     
    .
  4. Isidor Inuzuka
        Like  
     
    .

    User deleted


     

    ~Primo Post Attivo~
    Ø Indizi ♦

    I suoi passi calmi e rilassati producevano rumori ovattati, tra le miriadi di corridoi che si diramavano dalla sua stanza, effettivamente situata in un punto pressochè centralizzato della struttura. Il sole era appena sorto e di tanto in tanto raggi purpurei e rosacei squarciavano il pallore che regnava all'interno dei vuoti corridoi, conferendone un'aria piacevolmente misteriosa. Attendeva ordini dal Daimyo, assieme all'inseparabile Shuko che sfruttava il suo fine olfatto per cogliere ogni piccola sfumatura presente, storcendo di tanto in tanto il naso, evidentemente per qualche olezzo insopportabile.
    Improvvisamente, avvertì dei passi cadenzati e frettolosi. Si voltò appena in tempo per notare il vecchio messo che il giorno prima l'aveva accolto, ansante e sempre più vicino ad avere un infarto. Gli comunicò ciò che di dovere, seppur con notevole difficoltà.
    Il capo militare del Villaggio aveva chiesto udienza, invitandolo a raggiungere la stanza che ospitava la sua importante figura, forse per ricerche ulteriori ordini per quella prima giornata investigativa. Il vecchio gli voltò le spalle, invitandolo cordialmente di seguirlo, per poi riprendere il passi, questa volta a ritmi più controllati. Di nuovo la tappezzeria altamente decorata, le tende dai finissimi particolari ed i mobili di legno pregiato si susseguirono in un ciclo evidentemente senza fine, mentre le innumerevoli svolte di direzioni resero quantomeno difficile l'orientamento.
    Sbucammo improvvisamente in un corridoio molto più ampio degli altri, ovviamente per ospitare pregiate statue che raffiguravano svariate figure animali nipponiche che guarda caso rappresentavano fedelmente il susseguirsi di sigilli imparati durante i suoi allenamenti. Di nuovo la vista di quegli imponenti animali, segno evidente della ricchezza del suo momentaneo "padrone", gli trasmise un senso di nausea. Storse il naso, volgendo lo sguardo verso il vecchio, non voleva più pensare a quei particolari, altrimenti prima o poi sarebbe esploso in vergognevoli insulti nei confronti di una delle più alte cariche del Paese.
    Passò dunque indifferente in quel susseguirsi di statue, mentre Shuko, invece, mostrava il suo totale interesse verso una di esse, il cui un particolare catturò anche la sua attenzione.
    Si poteva intravedere una stanza, con sua sorpresa vuota, ad eccezione di un'enorme quadro, pressochè al centro della parete. La sua magnificenza era rilevabile anche al solo osservare quell'opera dall'inestimabile bellezza. Vi era raffigurato un enorme canide dal manto bianco, molto simile a Shuko, tranne per il fatto che possedeva ben cinque code. La posizione e la precisione magistrale del disegno catturò la sua immaginazione per brevi attimi. Il suo sguardo percorreva ogni linea, ogni tratto, assaporando totalmente quella festa di sensi. Purtroppo, fu riportato alla realtà dal richiamo insistente del messo, che con gesti dal palese nervosismo, lo invitava a tornare a percorrere la retta via.
    Continuò a camminare, tenendo lo sguardo incollato al quadro, finchè la parete non si mise in mezzo.


    § Devo ricordarmi di chiedere al Daimyo cosa significa quel quadro...non mi sorprende che sia stata allestita una stanza apposta per esso...§

    Finalmente, al dire del messo, giunsero a destinazione. Isidor aprì la porta, senza un attimo di esitazione, ritrovandosi improvvisamente davanti ad una stanza bella - finalmente - nella sua semplicità. V'erano cuscini che fungevano da divano, una modesta libreria ed una scrivania, che ospitava colui che aveva chiesto udienza. Lo salutò gentilmente, ed Isidor rispose rispettosamente, accompagnando il saluto ad un leggero inchino.

    CITAZIONE
    -Non ci metteremo molto, ma occorre che le dia qualche informazione aggiuntiva. La sua discrezionalità deve essere l’elemento fondante di tutta la sua missione, ma non credo occorra più ripeterglielo…-

    C'era un non so che di provocatorio nelle sue parole, ma non si scompose, rimanendo impassibile e serio, anche se Shuko trovò molta difficoltà nel fare lo stesso, offeso dalla provocazione lanciata al suo padrone. Rispose di rimando, mantenendo un tono impercettibilmente sarcastico, giusto quella punta di malizia necessaria per controbattere a questo genere di provocazioni.

    ♦ Gia, non credo occorra. Credo che grazie alle mie esperienze, io sia in grado di ricordare questi importanti particolari, grazie comunque dell'avvertimento...♦

    CITAZIONE
    -Comunque, abbiamo motivo di credere che la “zona” sia ancora sotto la vigilanza della resistenza. Potrebbe quindi correre dei rischi…Faccia attenzione lei e il suo animale. Cerchi di racimolare qualsiasi indizio utile alla causa. Sappia che l’unica cosa certa che conosciamo del “capo” dei ribelli è uno strano soprannome: Souryou.-

    § Dovrò cercare di non dare nell'occhio. Per sicurezza porterò il mantello per nascondere i tratti Inuzuka nonchè il vestiario ninja. Siamo in inverno, non è inusuale l'utilizzo di un comune mantello. §

    Come oramai di rigore, rispose alle provocanti e tutt'altro gentili parole di colui che stava letteralmente scuotendo il suo solito buon animo, sebbene ultimamente percosso dalle vicissitudini che ben conosceva.

    ♦ Sarà mio dovere rispettare i suoi ordini. Non avete assunto un comune studentello. ♦

    Non ascoltò nemmeno le ultime parole del generale. Si richiuse la porta alle spalle, utilizzando una sufficiente dose di forza per creare un percettibile rimbombo. Si diresse verso le sue stanze, doveva uscire da quel posto, stava davvero per sentirsi male all'interno di tutta quella ricchezza. Un pensiero che formulò quasi meccanicamente, forse a causa della rabbia, riassumeva tutto il suo disprezzo per i ricconi che abitavano in quella dimora.


    § Che Paese di merda, sono tutti fasulli... §

    [. . .]



    La distruzione totale era la certezza predominante in quel luogo che appariva alla vista avverso. Isidor aveva il cappuccio prudentemente calato sulla testa, in modo da nascondere il volto ad eventuali e probabili assalitori, una precauzione avvenuta dopo il giusto avvertimento del generale.
    Il sole aveva gia raggiunta la metà del suo arcaico viaggio, che si susseguiva oramai dai tempi del creato. Il Sole abbagliante creava delle ombre sinistre, soprattutto a causa delle innumerevoli macerie che spopolavano, posandosi su letti di foglie dai molteplici colori.
    Inizialmente, fiutando nei dintorni, erano identificabili i soliti odori che continuamente avvertiva, oltre che ad uno strano olezzo cadaverico, come anche al dolciastro odore del sangue.
    Procedeva con assoluta discrezione, evitando di provocare rumore alcuno e cercando di nascondersi dietro gli svariati blocchi marmorei. Esaminando più approfonditamente la roccia, notò come essa appariva bruciacchiata in alcuni punti, probabilmente a causa di oscuri Fuuinjutsu o di incendi appiccati per permettere la buona riuscita dell'attacco. Ora anche l'olfatto ne dava conferma.
    Regnava un insolito silenzio, che gravava su quella sottospecie di mausoleo naturale, mettendolo in guardia. Fece appello all'olfatto canino di Shuko, attivando di conseguenza l'Hijutsu che caratterizzava il suo clan.


    SPOILER (click to view)
    CLAN INUZUKA

    Villaggio: Foglia

    Attivazione: Ci si concentra sul proprio sistema circolatorio del chakra, potenziando le proprie prestazioni (Consumo di Chakra: Basso). L'abilità dura fino all'esaurimento del chakra del ninja che esegue la tecnica oppure al rilascio della tecnica stessa. Mantenere attivo questo potere costa una quantità di chakra per ogni turno in cui rimane attiva (escluso il primo). [attivare la tecnica delle quattro zampe conta come una tecnica base]

    Caratteristiche dei Portatori: Riflessi Aumentati

    Tecnica Bonus: Nota come "tecnica delle quattro zampe", rappresenta la capacità di potenziare il proprio corpo attraverso il chakra, unica del clan Inuzuka. L'intensità e l'estensione dei potenziamenti dipendono dalle capacità dell'utilizzatore: vanno dal semplice miglioramento dell'olfatto, ad un potenziamento del sesto senso, ad una capacità di acrobazie incredibili, ed altro ancora. Al ninja spuntano inoltre grosse zanne e robusti artigli, che possono essere utilizzati in fase offensiva. Normalmente queste capacità riguardano solo lo shinobi, ma più avanti riescono ad influenzare anche il compagno animale.

    Compagno Animale: Il compagno animale dei ninja Inuzuka è un essere vivente molto speciale. Perderlo significa quasi dover ricominciare da capo il proprio cammino. Finchè è presente, questo compagno aiuta il ninja in molti modi. Normalmente non è un grande combattente, seppur possegga appena un'energia in meno del ninja-padrone. Ma attraverso varie tecniche è in grado di eguagliarlo in prestazioni e utilità strategica. Animale ed essere umano sono in grado di comunicare perfettamente, come se fossero legati da un vincolo telepatico, seppur a corto raggio (entro e non oltre l'arco di vista).

    Livello 1: La capacità di potenziarsi è ancora quella di un "principiante". Inoltre non influenzano in nessun modo il compagno animale. Limiti e vantaggi di questo grado di padronanza delle tecniche del Clan Inuzuka sono elencati di seguito.
    -Il senso dell'olfatto migliora del 50%.
    -Il sesto senso gli permette una minima reazione di fronte ad un attacco a sorpresa.
    -Il limite di potenziamenti con il chakra è aumentato di un "Basso" x turno.
    -Il ninja è in grado di localizzare trappole grossolane.
    Consumo di Chakra: 1/2 Basso per Turno

    Tecniche derivanti dalle zampe livello 1: Attacco Perforante (un attacco rotante con gli artigli ad opera del ninja Inuzuka)
    Tecniche derivanti dalle zampe livello 1: Arte Magica Umana\Animale (trasformazione del ninja Inuzuka in animale o viceversa)


    Una nuova ondata di odori dalla tipologia più disparata lo travolse, coinvolgendo l'olfatto in una totale e mistica unione con la natura circostante, formando una simbiosi indissolubile [Olfatto: 600]. Nel raggio di svariati metri, avrebbe individuato qualsivoglia minimale variazione odorosa, classificandola ed individuandola nella sua mente. Shuko lo aiutava nell'intento, lo sguardo che passava continuamente da un anfratto all'altro, penetrando il folto bosco.
    Fecero qualche altro passo ed improvvisamente un dolce odore spezzò il fetore che regnava sovrano, un odore soave che viaggiava incantevole tra la brezza che traspariva dagli alberi.
    Trovò a terra un fiore, i cui petali erano brutalmente spezzati, come ad emulare lo stato di quell'ecosistema, completamente distrutto. Assaporò ancora per un pò il dolce profumo per poi raccoglierlo delicatamente, come se temesse di rovinarlo ancora di più.


    § Qui non vedo vegetazione, tutto è stato distrutto dall'incendio ed il mio olfatto non ha identificato sapori simili. Credo che porterò questo indizio al Daimyo. Inoltre, il probabile uso di sigilli conferma che uno o più ninja fanno parte della cerchia di ribelli, un particolare da non sottovalutare. Ora è meglio tornare alla base. §

    Non avendo trovato nemmeno uno straccio di nemico, fece per tornare a Palazzo, portando con se il dolce fiorellino che veniva agitato e percosso dal burrascoso vento.
     
    .
  5. Keita Kitase
        Like  
     
    .

    User deleted


    Shouten: Chapter III


    Mancò poco che al ritorno l'Inuzuka fosse acclamato dalla servitù interna alla reggia del Daimyo. Recatosi subito presso il consiglio militare di Kusa alla presenza del capo stesso, Isidor e Shuko subivano quasi reverenza verso quella scoperta. A quanto pareva quel fiore aveva un'importanza maggiore rispetto all'apparenza che ne attribuiva di certo bellezza ma non rilevanza tale da giustificare quei comportamenti. Almeno fin quando non arrivarono le spiegazioni.
    -Io le faccio davvero i miei complimenti Inuzuka-sama.-
    Esordì uno degli ufficiali presenti. Quel consiglio fu riunito poche ore dopo il ritorno dello shinobi di Konoha. Serviva un piccola ricerca sugli indizi e i riferimenti portati dal ninja.
    -Il fiore che ha scovato e recuperato non è altri che la "Stephanotis", un fiore che da queste parti cresce solo in un'unica zona.-
    La storia cominciava a farsi interessante. A quanto pareva l'indizio avrebbe ristretto le ricerche del luogo dove potevano trovarsi i terroristi.
    -Strano però che non vi fosse nessuno a presidiare la zona.-
    Ammise un altro ufficiale con sguardo dubbio. Se non gli fosse capitato di subire l'offensiva del vento portatore di fastidiosa polvere all'occhio, avrebbe potuto giurare di aver visto lo sguardo di alcuni, e del daimyo, tra l'irato e l'imbarazzato. Tuttavia decretò fosse solo una sua illusione.
    -Gia. Quel tipo di fiore si trova precisamente oltre il canyon che separa il Paese dell'Erba da quello della Roccia.-
    Sembrava quasi che Isidor e Shuko dovessero partire subito dopo quella riunione. Chi altri avrebbe pensato il contrario. In quella situazione da come fu descritta, pareva non si potesse perdere neanche un minuto, eppure...
    -Suvvia, suvvia!-
    Moderò il daimyo che fino ad allora non aveva parlato.
    -Siamo tutti d'accordo dalla grandissima e superba prestazione del nostro onorevole shinobi.-
    Commentò adulatore mentre si alzava dalla sua poltrona e camminava con fare superbo verso il centro della sala dove Shuko e Isidor sostavano.
    -Ma non mi sembra il caso di accelerare i tempi o pressare il nostro giovane amico.-
    Disse infine indicando elegantemente l'Inuzuka.
    -La aspetto per la cena.-
    Fu allora che lo stesso ufficiale che precedentemente aveva esternato i suoi dubbi, seppur brevemente e anche forse, impercettibilmente, si oppose pacatamente.
    -Ma...Daimyo-Dono e se per caso cambiassero covo? Non possiamo aspettare!-
    La domanda era ovvia, il dubbio per il comportamento del daimyo, alto. Chiunque avesse intelligenza bellica avrebbe capito che i tempi erano stretti.
    Il Daimyo, tuttavia, non sembrò contento di quell'interruzione. Fulminò letteralmente con lo sguardo il sottoposto per poi mutare la sua espressione immediatamente in un sorriso rivolto ad Isidor.

    -Ci vediamo a cena allora. La saluto.-
    Lasciò così la stanza.

    A cena i posti erano stati assegnati nel medesimo modo di quelle precedenti. Il cibo non mancava e il lusso sfoggiava arrogante.
    Tutto era identico, tranne per un piccolo particolare, l'ufficiale che si era opposto, non era presente, come invece era solito.
    Si dice che durante i pasti, gli uomini, diventino più malleabili...

    image
    Era come rivivere la sensazione del giorno precedente nel momento stesso in cui aveva messo piede in quella landa desolata attaccata dai nemici di Kusa. Solo moltiplicata. Ma anche stranamente affascinante.
    Il color sabbia che troneggiava nei dintorni rifletteva la luce solare esplodendo in chiarori e colori "non ti scordar di me". Il canyon era comunque a dir poco immenso, quasi a voler sfidare l'infinito, la passeggiata al suo interno aveva i tratti del macabro e dell'affascinante in egual misura. La vegetazione scarseggiava e il sole picchiava forte in cielo. Ai lati le pareti del canyon si ergevano quasi a muraglia imperiale. Sebbene immerso nella solitudine, vi era una strana aria pressante che si respirava.
    A volte potevano percepirsi suoni inattesi e improvvisi che amplificavano una strana sensazione di essere spiati o seguiti.
    C'era qualcuno o era solo suggestione...

     
    .
  6. Isidor Inuzuka
        Like  
     
    .

    User deleted


    Non ci mise molto a tornare alla lussuosa reggia. Appena varcata la soglia dorata, venne accolto da un inatteso corteo, che prese ad elogiare le sue capacità investigative, anche se in realtà aveva fatto ben poco per scovare il piccolo fiorellino che ora teneva in mano, dolcemente, senza stringere la presa. Shuko nel frattempo, guardingo come al solito, osservava i dintorni per captare qualsiasi pericolo in vista.
    I suoi dubbi furono del tutto sciolti non appena uno dei generali presenti afferrò il fiore, esaminandolo attentamente per poi esordire con commenti più disparati sulla sua natura. Il suo nome era "Stephanotis", in quell'area non esistente, ma trovabile solo al canyon che separava il paese dell'erba da quello della roccia.
    Una frase lo colpì, emanata da uno dei generali che presiedevano il posto.

    CITAZIONE
    -Strano però che non vi fosse nessuno a presidiare la zona.-

    Innumerevoli congetture presero a farsi strada all'interno della mente del giovane shinobi.

    ~ Com'è possibile che un fiore sia giunto da quel luogo così lontano alla torretta che ho ispezionato? Secondo me è sicuramente una trappola, mi vogliono attirare in quel dato posto. Qui la storia comincia a puzzare. ~

    Le sue elucubrazioni furono momentaneamente interrotte dall'intervento del Daimyo che con reverenziali parole sottolineò la riuscita della prova, evidenziando accuratamente le sue capacità da shinobi. Erano di nuovo quei complimenti inutili che imbarazzavano ed insospettivano il giovane Shinobi.
    Ci fu un breve istante di controversia tra lo stesso generale che avevo esposto le sue congetture ed il Daimyo, riguardo alle tempistiche della missione. Alla fine, si propendette per rimandare il tutto a domani, per potersi concedere una "meritata" pausa composta da deliziosi manicaretti, la replica della sera precedente, insomma.
    Isidor venne condotto nelle sue camere, accondiscendente alla decisione dei piani alti. Egli stesso, in quanto appartenente al Clan Inuzuka, avrebbe impulsivamente cercato di raggiungere il canyon il più in fretta possibile, per scovare coloro che ponevano disordine a Kusa e sbrogliare una volta per tutta la ricca matassa che li circondava. Tuttavia, il codice d'onore di un ninja non permette di ribellarsi alle decisioni di superiori, soprattutto se essi sono i richiedenti.
    Tuttavia non potè fare a meno che pensare, discutendo con Shuko di ciò che stava formulando. Evitò di parlare, si limitò a pensare e ad immagazzinare le informazioni nella mente, per evitare spie o quant'altro.

    ~ Durante questi giorni ho potuto considerare due persone sospette, che a mio dire si comportano alquanto stranamente. ~

    Si sedette, i gomiti sulle ginocchia, la faccia infossata nelle mani aperte.

    ~ Prima di tutto, il Daimyo. E' alquanto strana la sua continuità di complimenti nei miei confronti, sembra quasi che mi voglia assoggettare al suo gioco. Inoltre il fatto dell'aver ritardato la spedizione mi è apparso alquanto inopportuno, come giustamente sottolineato dal Generale. ~

    Si alzò, le mani dietro la schiena, lo sguardo basso. Prese a passeggiare per la stanza, mentre Shuko lo osservava interessato.

    ~ Dopodichè c'è il Generale. Colui che ha esposto le sue congetture, che ha fugato i miei dubbi, che ha insistito per farmi agire durante le ore notturne. Probabilmente mi stà tendendo una trappola, devo restare all'erta in ogni momento. ~

    Poco dopo fu chiamato per la cena, che fu lussuosa ed appariscente come lo era stata la sera prima. Notò solamente un particolare non indifferente: il Generale non era presente tra la fila degli ospiti, un fattore che insospettì ulteriormente il giovane Inuzuka.
    Non mancarono, comunque, delle forme di precauzione per evitare eventuali avvelenamenti da cibo o altro. Grazie al suo Olfatto sopraffino {450} riuscì ad esaminare ogni portata che gli fu proposta. Anche Shuko potè avvalersi di quell'arma non indifferente.
    La cena si concluse a tarda ora e tutti, compreso l'Inuzuka, si ritirarono nelle proprie stanze.

    [ . . . ]



    Il giorno seguente il canyon appariva in tutta la sua magnificenza. La grandezza disarmante dello stesso ed il colore giallognolo simile alla sabbia, ne conferivano un'aria maestosa e misteriosa. La parete rocciosa pareva vibrare sotto il caldo torrido e l'aria pressante ed estremamente rarefatta.
    L'usuale superficie concava pareva amplificare i suoni, rendendoli più sinistri a dubbi. Isidor rimase all'erta, sfruttando la traccia odorosa del fiore, che stringeva in mano, per scovare il covo dei banditi qualora ci fosse stato.
    Prima o poi sarebbe cominciata l'azione, e l'avrebbero trovato pronto...
     
    .
5 replies since 1/2/2008, 18:47   413 views
  Share  
.