Gli Inferi di Oto - Le Prigioni

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  1. Ledah
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    Malattie e la mamma, quella bambina diventava più matta di giorno in giorno, forse era per questo che se ne stava sempre zitta zitta.
    In ogni caso, se la donna avesse saputo della fantasiosa interpretazione di Diogenes, avrebbe riso all'idea che fosse da considerarsi sano colui che aveva stroncato colei che aveva plasmato Oto in ciò che quella bambina rimpiangeva.

    Quando però le chiese di prendere il primo articolo della sua "spesa", la guardiana fù costretta a ricordargli i termini dell'accordo:

    "Capisco, però sarà comunque necessario applicare delle misure restrittive visto che questa volta si tratta di un prigioniero...inoltre, ricorda che la responsabilità per i prigionieri prelevati da qui ricadrà su di te, un pò come avviene con i propri animali, assicurati di tener stretto il loro guinzaglio."

    E da una manica estrasse un paio di manette sulle quali erano incisi dei simboli, un fuuinjutsu simile a quello del bracciale di Diogenes, lo scopo era chiaramente quello d'impedire l'uso del chakra alla detenuta.
    Porgendole al Mikawa la guardiana disse con un sorriso:

    "Mettile al tuo nuovo cagnolino e vediamo se le piaci, gliele leveremo all'uscita dalla prigione."

    Una volta che la prigioniera fosse stata ammanettata, la guardiana avrebbe aperto i lucchetti dei ceppi e richiuso la gabbia della cella alle loro spalle per andare in cerca di un nuovo animaletto per il Mikawa.

    Quando poi si trovarono a passare tra i detenuti, la donna avvertì un brivido lungo la schiena nel momento in cui il Mikawa andava a cercare di calmare i residenti del posto, tuttavia non erano tutti delle amebe, si rattava comunque del livello peggiore di quelle prigioni e non era così semplice domarli.
    Per rispondere alla domanda di Diogenes, la guardiana disse:

    "Che io sappia lo fanno sempre, ma credo che sia normale visto che tutti loro vanno in bianco da parecchio e si attaccherebbero anche alla tua nuova amica.
    D'altronde, voi uomini non riuscite a nascondere la vostra eccitazione nel vederci..."


    Più avanti si ritrovarono in una delle aree più problematiche, detenuti per i quali non bastava un semplice paio di manette, quelli avrebbero dovuto impacchettarli ben bene prima di spedirli fuori da lì.
    Con uno sbadiglio, la donna rispose alla domanda di Diogenes:

    "Questa è quello che potresti chiamare un girone infernale, qui non ci limitiamo a tener chiusi i prigionieri ma a punirli costantemente tramite jutsu più o meno fantasiosi.
    Questo perchè qui si trovano i peggiori traditori del villaggio, non è un'area dedicata ai più forti ed infatti molti cedono ed impazziscono, altri sono abbastanza saggi da mordersi la lingua prima o poi, ma difficilmente hanno successo e per evitare che reiterino l'atto gliela tranciamo del tutto."


    La guardiana non sembrò far caso a nessuna delle cose bizzarre che si svolgevano aldilà delle celle, alcuni prigionieri subivano pesanti sofferenze fisiche come dimostravano corpi ricoperti di tagli freschi e cicatrici, altri erano trasformati nelle bestie mostruose che avevano colpito Diogenes, il tutto sempre ad un ritmo alternato che probabilmente consentiva i prigionieri di rigenerare e tornare a subire nuove e più pesanti torture.
    Era come se lei stesse assitendo per la millesima votla allo stesso film horror, dopo un pò diviene prevedibile e lo spavento cessa d'esistere.
    Rispondendo alla domanda sulla cella numero due, la donna disse:

    "Il residente della numero due è un traditore coi fiocchi, pensa che ha servito il Kokage sino a due anni fà ma ha commesso l'errore di provare a rubargli il segreto dei sigilli demoniaci, anche lui è molto silenzioso considerando ciò a cui l'hanno condannato."

    Ed avvicinandosi alla cella vicina, lo scheletro riemerse solo per poter essere afferrato per il collo dalla donna che stringendo la presa riuscì a strappargli un urlo lacerante prima di lasciare che le ombre lo inghiottissero nuovamente:

    "L'effetto del jutsu è estremamente semplice, il prigioniero è inghiottito dalle ombre ed a contatto con la luce le sue carni si essiccano sino a renderlo una pallida ombra di sé stesso, talmente debole che una stretta più decisa da parte mia gli spezzerebbe l'osso del collo...Kasumi Gyoubu, l'uomo che v'interessa, subisce la stessa condanna ma invece di bramare la luce e cercare di fuggire come quest'altro, se ne stà tranquillo al suo posto."

    Prendendo una torcia la donna si avvicinò alla cella numero due, aggiungendo:

    "C'è da dire che forse preferisce alienarsi in un modo d'oscurità, sia la moglie che i tre figli hanno pagato con la loro vita il prezzo del suo tradimento, lasciandolo senza nessun luogo in cui tornare, una sentenza decisamente crudele..."

    Avvicinando la torcia la porta svanì lentamente, come se fosse stata bruciata e dietro di essa si poteva scorgere una figura seduta quietamente a gambe incrociate.
    Avvicinandosi con la torcia, la guardiana avebbe messo in atto la traformazione ed ad ogni passo, l'uomo sarebbe assomigliato sempre più ad uno scheletro, una trasformazione dolorosa che tuttavia, poteva essere un'ottima prova del suo reale valore per Diogenes.
    A poco più di un metro dallo scheletro in catene, la donna gli disse:

    "Kasumi Gyoubu, ci sono visite per te."
     
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