Luis

Stravagante quanto accogliente dimora, ex-cantina di una bottega

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    Edited by Luis - 9/12/2010, 20:06
     
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  2. sick_sid
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    Killing in the name

    TOCK TOCK!

    Il tipico rumore di nocche ossute che sbattono contro il legno vecchio e ruvido della porta dell'ultima persona alla quale un qualsiasi essere umano avrebbe il coraggio di bussare per chiedere aiuto.In condizioni normali anche Reiji avrebbe volentieri fatto a meno di implorare lo Shinobi più odiato da chiunque che oto avesse mai visto,ma quella non era normale amministrazione,quella era un emergenza:
    Solo,ancora una volta senza famiglia e senza una casa,abbandonato da quel pazzo omicida a cui aveva giurato fedeltà e dalla quale aveva avuto in cambio soltanto nuovo materiale con cui alimentare il suo rancore di sempre,chiedeva solo un tetto sopra la testa e un pasto ogni tanto,non si sarebbe lamentato di niente,ma più frugava nella sua memoria alla ricerca di qualche nome familiare a cui chiedere ospitalità più si rendeva conto che gli unici legami che aveva stretto con altri esseri umani solo vincoli di odio o di disprezzo,e che ora ne stava pagando il prezzo.
    Era per questo motivo che ora sostava con il suo sacco in spalla,la sua corporatura ossuta,i suoi capelli e i suoi occhi neri,la sua indifferenza per il mondo e i suoi miseri abiti,una semplice T-Shirt nera e dei pantasloni lunghi di tela leggere verde,davanti alla porta dell'unico individuo conosciuto in vita sua che più si avvicinava ad un...Che più lontano era di un nemico


    TOCK TOCK TOCK!

    Appena sentì la porta aprirsi con frustrante lentezza,il giovane ninja si calmò,assumendo un tono pacato,quasi sereno,e con altrettanta,disarmante semplicità disse

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    OT/ Brutto schifoso ma che ci metto a fare la descrizione a inizio topic se poi non la leggi? La mia casa non ha porta ma una botola...ma guarda tu... /OT

    La disperazione gioca brutti scherzi alle menti che per natura sono portate a insane malattie, tipo quella che doveva affliggere chiunque avesse bussato alla porta di Luis solamente per chiedergli ospitalità. Che poi fosse un giovane Tentativo fallito-traditore la cosa diveniva veramente anormale oltre ogni morbosa fantasia. In cerca di dolore o di morte prematura Reiji era lì, presentandosi come il peggiore degli inetti aprì bocca per dire quattro parole insulse. Luis dal canto suo lo osservò per qualche secondo, gli occhiali neri che ultimamente indossava quasi fossero un'ossessione ne celavano lo sguardo, forse una cosa ben più preoccupante poichè non se ne poteva scorgere nemmeno la natura. Occhi solitamente freddi ora erano nascosti, preoccuparsi per la cosa? Il resto del corpo trasmetteva solamente pacata immobilità che non preannunciava comunque nulla di buono.

    - Potrei ucciderti lo sai? E nessuno piangerebbe per te o avrebbe da ricriminarmi qualcosa -

    Una frase tipica del ragazzo e ottima per cominciare una discussione amichevole.
     
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  4. sick_sid
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    Aveva paura di Luis?
    Certo che aveva paura di Luis,tutti al villaggio avevano paura dell'allievo di engoku(dalla quale aveva sicuramente ereditato la strafottenza)Ma arrivati a quel punto era inutile tirarsi indietro,tant'era che se il Fedaikin rifiutava di dargli il suo aiuto sarebbe stato costretto a dormire per strada ancora una volta,e questo non doveva assolutamente succedere:Ormai era diventato un ninja,e per nulla al mondo avrebbe mai abbandonato il suo lavor.
    Sapeva che non sarebbe stata una passeggiata chiedere ospitalita a uno come lui,infatti appena lo vide lesse nei suoi occhi e nel suo atteggiamento ciò che aveva visto ad ogni incontro con lui:Disprezzo,tanto,tantissimo e traboccante odio per tutto e tutti,specialmente per quelli che gli rivolegevano la parola.O così sembrava.Figurarsi se gli si chiedeva un favore


    -Vedo che oggi sei di buonumore...-

    Il fatto che avesse ancora tutta la dotazione originaria di organi & arti che la divina providenza gli aveva concesso era già un traguardo raggiunto.Forse non aveva ancora preso in mano nessuna arma,e doveva convincerlo prima che questo accadesse

    -Mi serve solo un tetto sopra la testa...Come ben sai io sono l'unico del clan Tsumuji rimasto al villaggio...Mataza vuole la mia testa...Non ti chiedo certo di tenermi qui gratis...ti aiuterò come posso...-

    Nonostante il timore di sentire il sibilo di una qualche arma micidiale puntata al suo collo rimase quasi immobile a fissare là dove gli occhiali nascondevano le pupille del Ninja,col risultato di una vista-primo piano sul suo stesso volto,che(con suo gran sollievo)non presentava la minima traccia delle emozioni che avvertiva in quell'istante

     
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    Luis si mosse lento, mentre il suo "ospite" parlava gli si avvicinò, lentamente, una situazione probabilmente angosciosa ma che divertiva il Genin che potè riconoscere il coraggio del ragazzo. Le parole in se non lo toccarono nel profondo, anzi si può dire che gli passarono proprio alla larga ma per un qualche motivo la sua figura si voltò venendo assorbita dall'oscurità che regnava all'interno dell'abitazione. Se Reiji avesse deciso che quel gesto era un invito avrebbe solamente avuto il tempo di vedere un'ombra strisciare sul fondo di una stanza completamente buia mentre si immergeva nell'unica pozza di luce baluginante che vi fosse. Abituatosi quindi potè scorgere alcuni particolari del luogo probabilmente prima ignorati, come le numerose macerie che ricoprivano il pavimento e vecchi mobili completamente distrutti ammassati in un angolo. La sagoma dell'Amministratore invece era scomparsa in quella che con tutta probabilità era una botola per un piano interrato. Mentre il ragazzo quindi avrebbe compiuto i primi passi all'interno del locale una voce appena soffocata si sarebbe espansa da un punto non troppo precisato.

    - Accomodati pure dove vuoi, la stanza di sopra è tutta tua ma non azzardarti a scendere se ti interessa ancora la tua vita...ah...benvenuto...ahahah ahah AHAHAAHHAHAHAH... -

    Il tutto terminò con una risata sinistra, in molti in quel momento si sarebbero chiesti se fosse realmente Luis, sentirlo ridere, per quanto potesse essere una risata agghiacciante, era comunque una cosa davvero inusuale se non unica.
     
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  6. sick_sid
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    Appena entrato l'unico cosa che riusciva a distinugere erano le pareti,gli angoli,ma sollo a grandi linee:mano a mano che gli occhi si abituavano scopriva nuovi particolari della stanza:
    Era disabitata da tempo,lasciata al tempo e all'incuria,occupata in gran parte da vecchi mobili distrutti e certamente abitata qua e la da esseri striscianti che riconobbe come serpenti,vipere,bisce e altri rettili tanto belli quanto pericolosi,che non aveva intenzione di buttare fuori.


    CITAZIONE
    - Accomodati pure dove vuoi, la stanza di sopra è tutta tua ma non azzardarti a scendere se ti interessa ancora la tua vita...ah...benvenuto...ahahah ahah AHAHAAHHAHAHAH... -

    In questa frase scoprì un nuovo particolare del Genin:

    Aveva un concetto di "benvenuto" ben lontano dal senso comune.

    Una volta ambientato e abituato alla presenza dei silenziosi e deliziosi "coinquilini" si guardò intorno,nella profondità di quella piccola notte fonda racchiusa in una stanza per decidere la sua sistemazione.
    Alla fine trovò l'angolo più caldo della stanza sul muro adiacente l'entrata nell'angolo sinistro,spostò l'immondizia e con qualche pezzo di cartone preparò un isolante per il terreno e vi dispose sopra il materasso e la coperta,in modo da ricavarsi un giaciglio come si deve,aprì il sacco e dispose i suoi pochi averi in pile ordinate un po' in un armadio sgangherato vicino al letto e mise il libro che stava leggendo vicino al cuscino,con l'intenzione di leggerlo la prima volta che non fosse tornato stanco da qualche allenamento,ovvero molto,molto molto tempo.


    -Casa dolce casa-

    Disse ironico,guardandosi intorno e notando i mucchi di psazzatura e pattume accumulati dagli anni,le finestre ermeticamente chiuse da assi che filtravano la luce del sole,le lampadine e i vetri rotti disposti qua e là nelle vicinanze delle finestre e le pareti macchiate dai graffiti di qualche ragazzino troppo audace

    -...Mi piace...-

     
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  7. [Nauthiz Luuen]
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    Una figura stava correndo lungo le mura della città tutte le guardi la osservavano, gli gli faceva un cenno di saluto chi, non conoscendolo non se ne curava più di tanto.
    Ma a lui non importava, non importava di nulla e di nessuno, l'unica cosa che contava era arrivare in quella casa.
    Finalmente c'era arrivato si mise davanti all porta e la aprì lentamente


    -Luis, sono Nauthiz sono riuscito a tornare finalmente-

    Il ragazzo guardava Luis e fece un leggero inchino, era stato invischiato in una missione privata, o meglio portando un messaggio per conto di Rengoku era stato trovato dagli Ambu del villaggio della nebbia ed era stato costretto a combattere e fuggire, finalemtne era a casa, non ci avrebbe mai creduto
     
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    Forse per la stanchezza o per le tenebre che sembravano regnare innaturalmente in quell'abitazione ma Nauthiz non si accorse che stava parlando con il nuovo ospite di Luis e non con il padrone di casa che ancora, come sempre del resto, restava al piano interrato del piccolo edificio. In effetti quella fu solamente una fortuna poichè l'Amministratore non avrebbe avuto remore ad uccidere chi, senza permesso, si era azzardato a penetrare in casa. Il gesto del ninja fu quanto di più azzardato avesse mai compiuto e probabilmente nemmeno la furia degli Anbu di Kiri poteva egualiare quella di Luis nei confronti dei maleducati e degli intrusi.
     
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  9. [Nauthiz Luuen]
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    Nauthiz osservò meglio al persona con cui stava parlando e capì immediatamente che non era Luis, chinò di poco il capo e parlò

    -Per favore, avrei assoluto bisogno di parlare con Luis, potete chiamarlo?-

    Il ragazzo aveva il fiatone ma doveva avvisare il capo del villaggio che era tornato, per ovviamente evitare strane incomprensioni
     
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  10. sick_sid
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    Le tenebre,la pace,la calma innaturale di quel luogo...Assuefatto dalla sua nuova casa passava lì tutti i suoi momenti di libertà,rifuggiando l'esterno e la luce del sole,come fosse un vampiro,trascorrendo i tardi pomeriggi leggendo "Serie Pomiciata: Il paradiso della Pomiciata(I volume)" alla tiepida luce di una lampadina elettrica attaccata all'unica presa di corrente che non ospitava il nido di un serpente...

    WHAM!



    -Ma porc...CHE DIAVOLO FAI IDIOTA!?-

    La luce era entrata dalla porta come una lama,fino ad affondare nei suoi occhi,facendoli quasi lacrimare:si era talmente abituato all'oscurità che riusciva a vedere nitidamente ogni dettaglio della stanza come fosse illuminata a giorno

    -Hey,tua madre non ti ha insegnato a bussare!?Ma sai di chi è questa casa!?Se sei entrato qui o sei coraggioso o molto stupido...In entrambi i casi sei spacciato:Questa è la casa di Luis,il Fedaikin nonchè amministratore di Oto...Come ti è saltato in mente di entrare in casa a quella maniera!?-

    La lettura interrotta sul più bello,i serpenti che sibilavano ovunque rifugiandosi nel buio della squallida abitazione,l'arrivo di un Ninja dall'esterno...Nessuno avrebbe biasimato l'ultimo Tsumuji per quella risposta così poco gentile

    CITAZIONE
    -Per favore, avrei assoluto bisogno di parlare con Luis, potete chiamarlo?-

    Il suo arrivo scandalosamente maleducato e il tono a cui si rivolse a lui,quasi fosse un servo di Luis,fu l'ultima goccia:Senza dire niente tornò a sedersi nella sua branda per continuare a leggere il manoscritto senza prima aver risposto in modo talmente acido e strafottente da assomigliare vagamente al suo coinquilino-superiore

    -Non sono nè il suo maggiordomo nè il tuo,se è qualcosa di così importante da necessitare un approdo tanto brusco puoi trascrivere il tutto su un rotolo che farò pervenire all'Amministratore....Ma se al contrario è una questione di poco conto allora faresti meglio a tornare da dvoe sei venuto...-

    Aprì con veemenza il volumetto

    -...E ora vai via,mi stai disturbando!-
     
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  11. [Nauthiz Luuen]
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    Nauthiz si mise a ridere sopratutto per tutta la scena fatta dall'uomo, come poteva essere stato abbagliato dalla luce se era notte?
    Il ragazzo si ricompose e poi parlò lentamente con una voce inumana


    -Va bene parlerò con orochimaru-

    Il ragazzo volò letteralmente via chiudendo la porta

     
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  12. sick_sid
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    Il ragazzo non badò a quelle vane parole di minaccia,intento a sfogliare il suo libro:come poteva farsi intimidre da un Bluff così infantile?L'aveva preso per un idiota per caso?Questo genere di trucchi valgono per delle relcute impaurite,non certo per uno che condivide lo stesso tetto con l'uomo più inquietante di tutto il villaggio,dopo l'Otokage stesso ,ovviamente

    -Va' pure,fa con comodo:scommetto che il Sommo Orochimaru sarà al settimo cielo quando una nullità come te lo importunerà per un semplice screzio come questo-

    Sicuro delle sue parole non si voltò a guardare la porta aperta da cui entrava prepotentemente la tiepida luce della luna piena in tutto il suo splendore,sufficente per far risvegliare da un dormiveglia profondo un ninja affaticato dagli allenamenti
     
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    Erano ormai mesi che Shinodari viveva ad Oto e fino a quel momento non era mai andata a fare visita all'amministratore a casa sua. Anzi vedendolo sempre o al North Gate o negli uffici amministrativi, Luis continuava a prediligere ancora il Neko sebbene nuovi locali fossero stati adibiti ad uso ufficio in un'altra zona, dubitava che avesse una casa.
    Decise che era ora di una visita.
    Anche se entrambi avrebbero negato la cosa, in quel periodo così difficile subentrato con la fine del Torneo, avevano instaurato un rapporto di reciproca fiducia che era sfociato in amicizia.
    Dopo aver trascorso l'intera giornata all'Ospedale per controllare che tutte le cartelle e i dati fossero in ordine, si era diretta a casa.
    Una veloce doccia e poi aveva preparato dei biscotti con gocce di cioccolato. Mentre aspettava che si cuocessero ne aveva approfittato per decidere quale vestito indossare.


    -Uhm... direi questo completo... Stando al lavoro tutto il giorno non lo metto quasi mai.-

    considerò, indossando un top sopra una maglietta a rete senza maniche e pantaloncini corti sotto una minigonna a pieghe. Il coprifronte legato in vita come una cinta. Infilò un paio di bracciali e di gambali di rete e decise per delle comode infradito al posto degli stivaletti. Scelse come ciondolo quello con il simbolo di Oto: una nota musicale.
    Lasciò sciolti i lunghi capelli blu scuro, in modo che le ricadessero dietro le spalle.


    -Direi che possiamo andare.-

    considerò, mettendo i biscotti in un vassoio.
    Poi, come per un ripensamento, decise di portare anche una scatola di te' verde e il colino, in caso Luis non fosse stato attrezzato per preparare il te'.

    Percorse le vie di Oto illuminate dal chiarore lunare e dalle luci artificiali delle lampade.
    Il villaggio a quell'ora di sera sembrava un po' deserto, ma con ogni probabilità la maggior parte dei ninja si era diretta al quartiere dei Piaceri fuori da Oto.

    Alla fine arrivò a destinazione rimanendo sorpresa dall'aspetto alquanto in rovina della bottega.


    -Ma avrò scritto l'indirizzo giusto?-

    commentò, mentre bussava alla porta dell'edificio.
     
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    Il locale rimase completamente in silenzio al suo interno, buio e abbandonato a se stesso appariva quasi come un luogo spettrale. Passarono una breve manciata di minuti prima che uno scricchiolio proveniente dall'interno desse segno di una qualche presenza, pochi attimi e la porta si aprì, lentamente. Difficile da dirsi chi fosse quella figura, si stagliava nera nell'ombra che regnava nel locale, quasi fosse parte di essa. Rimase silente ad osservare la ragazza per fare quindi un passo avanti e portarsi al chiarore della luna fermandosi dunque sulla soglia.
    Luis accennò quindi una specie di sorriso, stentato e decisamente finto, con il quale anticipò poche parole pronunciate in un flebile sussurro.


    - Scusa l'attesa ma il cane da guardia deve essere andato a fare una passeggiata. Prego -

    Concluse scostandosi dall'uscio e facendo segno di entrare. Nella penombra, dopo qualche secondo in cui l'occhio si sarebbe abituato, si sarebbe potuto scorgere il disastroso interno del locale. mobili sfasciati accatastati in un angolo nella stanza, qualcosa che sembrava ricordare un giaciglio accanto alla porta e un bagliore baluginante proveniente da un buco quadrangolare nel pavimento. Ecco qual'era la casa dell'Amministratore.
    Luis richiuse quindi la porta appena la ragazza sarebbe entrata e senza dire altro si sarebbe diretto alla botola che dava al piano interrato. Qui regnava tutta un'altra atmosfera, candele sparse ovunque rischiaravano quella che sembrava essere una stanza unica, pareti in bambù nascondevano un piccolo letto a ridosso della parete più lontana dall'ingresso mentre alla base delle scale un grosso foglio riportava date e nomi come a formare un elenco. Una stufetta sul lato sinistro e un basso tavolinetto con delle sedie in fronte. un posto riservato ma decisamente accogliente.
    Il ragazzo porse quindi una sedia all'amica e accomodandosi a sua volta le rivolse nuovamente la parola.


    - A cosa devo la visita? -
     
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    §Non cambierai mai, eh Luis?§

    considerò mentalmente notando il sorriso finto che affiorava sulle labbra del giovane.

    Ignorò volutamente la cosa.

    Una volta varcata la soglia fu difficile mascherare un'espressione ancora più stupita di quella che aveva assunto all'esterno dell'abitazione.


    L'allusione al cane da guardia fatta da Luis l'aveva incuriosita, ma decise per il momento di non indagare. Si guardò intorno: quello non era posto adatto a nessuno per viverci.
    Sorprendentemente l'amminstratore si diresse verso una botola e dopo averla aperta scese al piano di sotto.
    Le candele davano al locale sottostante un certo calore, un'atmosfera in cui Shinodari si sentiva a proprio agio.
    La ragazza accettò l'invito a sedersi, ma prima poggiò i pacchetti sopra il tavolo.


    CITAZIONE
    - A cosa devo la visita? -

    La kunoichi lo fissò seria per alcuni istanti, poi sulle sue labbra apparve un sorriso gentile.

    -Luis perchè pensi che ci sia sempre una ragione in un incontro?-

    commentò

    -Sono venuta qui senza un motivo, o meglio... ho deciso che era giunta l'ora che tu ti distraessi un po' dai tuoi impegni di amministratore e guardiano. Sei sempre concentrato, mai un vero sorriso o attimo di distensione. Scommetto che è da molto tempo che nessuno ti viene a far visita per il solo motivo della tua compagnia. E scommetto che hai dimenticato il sapore del te' bevuto fuori dall'ufficio o dei biscotti fatti in casa. Quindi come tuo medico ed essendo preoccupata del fatto che tu non ti prenda mai un attimo di riposo, sono venuta io. Per l'occasione ho portato del te' verde in caso non ce l'avessi avuto e dei biscotti con le gocce di cioccolato preparati da me.-

    continuò trasformando il sorriso in uno che illuminò le sue iridi viola.
     
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