Palazzo del Suono

[Amministrativo]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Sªkiji
        Like  
     
    .

    User deleted


    Dottori
    Primario
    Sªkiji



    Esodo 01

    Oto sounds good



    “Esperimento numero 2, ha dato segnali positivi. Preparatelo subito per la seconda fase. L’innesto sulla cavia X potrebbe avere esiti positivi.” Delle fievoli parole riuscivo a percepire da queste persone che in qualche modo mi stavano trasformando lentamente. “Il giovane sembra star riprendendo conoscenza dottore…?” In quella stanza percepivo delle leggere brezze di vento che alleviavano in me il dolore di tutti quei tagli e punture a cui mi stavano sottoponendo. Degli squarci di luce inquadravano altri letti su cui giacevano inermi altri corpi di altre presumibili cavie. In quel momento i sentimenti presero il sopravvento, paura, dolore, vulnerabilità, potevo sentire tutto quanto, provato nei momenti in cui ero stato sedato. La paura diventava sempre di più, tanto che in qualche modo cercai di fare il possibile per cercare di liberarmi da quel tavolo facendo anche riaprire molti dei tagli presenti sul mio corpo causandomi dei forti dolori. "AAAAAAAAAAAAAAH" Inutile. Mani e piedi erano legati a quel freddo tavolo. Potevo percepire che nella sala non ero solo perché in quell'istante di panico sentivo persone muoversi e bisbigliare qualcosa.“Sedatelo!” Esclamò una delle persone presenti. “È la nostra ultima occasione questa.” Una leggera pressione sul mio braccio destro, in quell’istante di calma e quiete potevo sentire l’ago penetrare quei pochi millimetri fino a raggiungere la vena, pochi furono i secondi in cui il mio corpo reagì alla sostanza lasciandomi inerme davanti a quelle persone. Tutti i sensi del mio corpo andarono in tilt, lasciandomi in preda agli spasmi per la reazione a quelle sostanze appena iniettate.

    |…|


    “Soggetto X in via di ripresa, segnali vitali in aumento. Battito cardiaco nella norma.” Una manciata di secondi sembravano passati dal momento in cui mi addormentai. “Come ti senti soggetto X?" Sollevai la testa per capire dove mi trovassi, soltanto una luce accecante mi separava dall’intera oscurità di quel posto. Quei fari puntati su di me avevano giusto la lunghezza del lettino su cui ero legato. Le persone che si trovavano in quella stanza stavano al di fuori di quella luce aspettando facessi qualcosa per fargli credere o capire di essere vivo o morto. Probabilmente se non mi fossi mosso o avessi pronunciato alcuna parola, si sarebbero avvicinati rivelando la loro identità, ma il mio cuore e i miei sistemi vitali erano monitorati da vari macchinari attaccati al mio corpo inerme difronte a tutta questa situazione. …Chi sono queste persone e cosa vogliono da me… pensai subito dopo aver ristabilito la mia mobilità anche se limitata dai bracciali che mi bloccavano a quel freddo tavolo. Con lo sguardo cercai di capire cosa mi fosse capitato e voltando la testa, potevo vedere che alcune parti del mio corpo erano state sostituite con altri arti umani, qual mio difetto o pregio era quasi stato corretto da questi depravati che mi hanno legato al tavolo. "PERCHÈ!!!" Urlai in preda all'agonia e al panico che stavo provando in quel momento. Si aspettavano che rispondessi per capire se fossi sopravvissuto alle loro torture, ma quello che non sapevano è cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi. L'adrenalina mischiata al panico della situazione mi stava facendo provare sensazioni mai vissute prima, e con tono delirante pronunciai queste parole: "Sperate che questi bracciali siano sicuri, perché nel momento in cui essi cederanno non vi posso assicurare la vostra incolumità. Ma vi ringrazio di avermi aiutato a sbarazzarmi di questo piccolo mio difetto, anche se in parte rimarrà sempre con me. Magari potrei risparmiare le vostre futili vite depravati che non siete altro." Magari era la situazione o solo l'adrenalina che il mio corpo stava producendo ma sicuramente tutto quel coraggio non lo aveva mai provato e ci provavo anche gusto per quanto fosse folle quella situazione. Ormai nella mia vita passata ero stato abituato a stare su dei lettini per degli esperimenti o per capire cosa avesse di diverso il mio corpo, ma tali sensazioni e voglia di liberarmi da tutto ciò non erano mai state così forti da spingermi a cercare una via d'uscita per alzarmi da quel letto ed afferrare uno di quei pazzi, e fargli patire le pene del male che stavo provando. Il silenzio calò nella stanza buia e priva di luci, iniziavo ad avvertire sempre più persone all'interno della stanza ma i movimenti si facevano sempre più veloci e quasi in preda al panico, magari la situazione stava degenerando ma ad un tratto qualcuno si avvicinò a me con fare molto cauto. "Quanto coraggio nelle tue parole!!! Mi spiace contraddirti ma qui quello che soffrirà sarai unicamente tu!!! Portatemi gli strumenti!" Nel suo tono di voce non percepivo alcuna paura ne alcun timore che io potessi realmente liberarmi…non sapevo cosa fare quel pazzo stava realmente per continuare i suoi esperimenti su una persona cosciente e non sedata. Il volto dello sconosciuto era scandito da cicatrici di medie dimensioni, gli occhio privi di qualsiasi emozione o lucentezza come se fosse vuoto al suo interno o manipolato da qualcuno o qualcosa. Altre persone iniziano ad avvicinarsi cautamente, accompagnati da dei cigolii molto striduli di carrelli su cui sopra vi erano posati gli strumenti del mestiere. "Signore siamo pronti per la fase finale." Colui che chiamavano signore si volto molto lentamente cercando qualcosa con lo sguardo, per poi prolungare la sua mano verso uno dei carrelli più vicini a lui per incalzare uno dei tanti bisturi presenti nella sala. Sulla lama vi erano apparenti tracce di sangue secco o probabilmente ancora il mio delle operazioni fatte in precedenza sul mio corpo. Volevo cercare di liberarmi, ma non potevo fare altro che guardare il suo braccio tendersi verso il mio busto molto lentamente , iniziai a muovermi in preda al panico, cercando un modo per liberare uno dei miei arti legati per potermi difendere e non far penetrare più nessun ago o bisturi sulla mia pelle. "AAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!" Con voce tremolante cercai di farmi sentire il più forte possibile in cerca di spaventarli e guadagnare un pò di tempo in cerca di una soluzione. Ad un tratto ricordai il consiglio di un giovane amico perso proprio in una stanza come questa, mi disse che per liberare i polsi da quelle manette era possibile ma soffrendo e cercando di rompere l'osso del pollice che bloccava lo scorrimento del polso. Una leggera pressione sull'osso e CRAAAAK il rumore dell'osso spezzato era stato coperto dal mio precedente urlo che ancora rimbombava in quella stanza. Nel panico generale della situazione che stavo creando una lacrima scese dai miei occhi per il forte dolore che stavo provando, e notai una smorfia di piacere sul volto del probabile capo che mi stava per torturare. Egli però non sapeva cosa stava per accadergli. "In qualche modo l'avevo avvisata Signore, non risponderò delle mie azioni...anche se queste dovessero essere le mie ultime. Ma quel ghigno sadico sparirà molto presto da quel suo brutto volto."

    Sparì all'istante quel ghigno dal volto del Signore, e si tramutò in panico, non sapeva cosa fare immobilizzato con quel bisturi in mano avrebbe potuto direttamente incidermi la pelle e probabilmente torturarmi fino ad uccidermi, ma quella sua esitazioni mi lascio il tempo di sollevare quanto basta la mia spalla per colpirlo al ventre, facendolo accasciare sul tavolo dove ero legato. All'istante riuscì a chiedere aiuto e dell'altro sedativo per mettermi di nuovo fuori dai giochi. Dovevo muovermi e non esitare a prendere quel bisturi e mettere fine alla vita di quel pazzo, il dolore aumentava e il mio corpo iniziava a non rispondere più agli ordini che la mente stava cercando di dargli, le cicatrici precedentemente causate dagli interventi si riaprirono facendo fuoriuscire molto sangue dal mio corpo. Un ultimo sforzo, l'ultima occasione che avevo per riuscire a ribellarmi a quegli sconosciuti. Feci un ultimo sforzo e impugnai quel bisturi tra le mani, ormai però il Signore si era già allontanato dal tavolo per paura che qualcosa gli fosse accaduto da li a pochi istanti. L'unica cosa che potevo fare in quello stato era lanciare quel bisturi sperando di colpire qualcuno in quella stanza, ormai stremato dalle forze e chinato su un fianco presi gli ultimi respiri profondi e lanciai quel bisturi nell'oscurità più assoluta della stanza. Nel momento del lancio però alle mie spalle qualcuno mi aveva conficcato un ago nella schiena, facendomi perdere coscienza quasi all'istante. In quei ultimi istanti potevo ancora sentire delle mani che mi voltarono sul lettino e mi rilegarono il polso al suo posto. "Bel tentativo, ma non ti è bastato per porre fine alla mia vita." Furono le ultime parole che riuscì ad udire prima di svenire completamente.

     
    .
135 replies since 26/12/2004, 18:13   2820 views
  Share  
.