[Secondo Accesso] Le Mura

[Free GdR] [Macro GdR]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Casìn
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,092
    Reputation
    +74
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous
    Parlato da altri, parlato da Oniji, pensato, flashback


    Visita?
    Capitolo XIX



    Che dire, certamente non erano chiari i motivi per cui Oniji volesse visitare Kiri, ma decise comunque di organizzarsi e partire. Non li dispiaceva affatto lasciare quel luogo, Oto era diventato un inferno per lui: troppi criminali, troppi rumori; in fondo il ragazzo era un tipo tranquillo, no traquillo non è la parola giusta... insensibile, direi. Ma di certo non era completamente colpa sua, il merito sicuramente andava ai suoi genitore e a quel dannato culto di Jashin. Sicuramente l'otese aveva degli affari in sospeso con il dio, ma non era questo il momento di occuparsene. Il suo obiettivo era quello di eliminarlo, insieme ai suoi discepoli, forse era per cercare degli alleati che voleva dirigersi a Kiri.
    « Tu, figlio mio, sei speciale. Ricordatelo. » Furono le ultime parole del padre prima di rinchiudere, per sempre, la sua testa mozzata in un baule.
    Non si sarebbe mai dimenticato di quelle parole, ma cosa voleva dire con speciale? Per lui era solo uno stimolo per porre fine a tutto ciò che li aveva causato sofferenze in passato. Certamente, non si sarebbe trattenuto. Con questi ricordi che invadevano i suoi pensieri cominciò il suo viaggio, sarebbe passato dal cancello orientale del villaggio, poichè Kiri si trovava ad ovest di Oto. Forse sarebbe ritornato nel Bosco dei Sussurri, l'unico luogo di Oto che lo avesse veramente attratto.
    Percorse la strada che lo separava dal cancello, era sul confine della possibilità di realizzare molto presto i suoi sogni o attendere ancora del tempo. Un grande sospiro andò a interrompere la sua fredda espressione; si poteva quasi dire che era emozionato. Dopo nemmeno un'ora di cammino si poteva già scorgere il Bosco dei Sussorri, ma a malincuore non ci si sarebbe fermato: sarebbe stata una notevole perdita di tempo, senza considerare il fatto che poteva perdersi come aveva precedentemente fatto. Ma la tentazione era veramente forte: era come se gli alberi che ,componevano quell'immensa foresta, lo chiamassero per nome, attirandolo verso di loro; la tentazione era forte, ma non come la determinazione di Oniji nel raggiungere la sua meta. Ci sarebbe ritornato un'altra volta in quel "paradiso".
    La strada da percorre era ancora enorme, doveva spostarsi ancora molto prima di poter vedere il mare, da lì avrebbe cercato di guadagnare un passaggio per raggiungere l'isola.
    Il viaggio proseguiva bene, le uniche soste era dedicate ai bisogni fisiologici e a precauzioni dovute ai possibili banditi che potevano aggirarsi di notte. Tutto procedeva per il meglio, l'unico problema era trovare un uomo disposto ad attraversare il mare trasportando con se Oniji. Un'ardua impresa.
    Il viaggio, per vie terrene, proseguiva con questa monotona routine, fino al raggiungimento della riva, da quel punto in poi le acque del mare separavano il ragazzo dal villaggio di destinazione e per il momento non era presente nessuna persona in grado di fornirli un passaggio. « Merda! Chissà quanto dovrò aspettare! » La situazione non era certo delle migliori: Oniji era solo e sembrava che nessuno stesse arrivando per approdare in quella riva. Si fece sera e l'otese dovette accamparsi lì per quella notte, accese comunque un falò all'esterno della tenda in modo che se fosse arrivato qualcuno si sarebbe accorto della presenza del ragazzo. Infatti fu così, un uomo di mezza età sbarcò proprio in quel preciso punto, forse incuriosito dal falò; si avvicinò lentamente aprendo con cura la tenda, Oniji sembrava caduto in un sonno profondo, ma il minimo rumore avrebbe potuto svegliarlo. Prese qualche secondo per vedere dove si potevano trovare degli oggetti di valore, video lo zaino, molto probabilmente vi poteva essere qualcosa di prezioso all'interno. Un piccolo sorriso comparve sulla faccia dell'uomo. L'attimo di felicità durò ben poco, una mano lo afferrò per un braccio e lo spinse fuori dalla tenda facendolo inciampare e cadere. Pochi secondi dopo comparve Oniji, la solita espressione fredda e impassibile, nella mano destra impugnava un kunai. « No! Per favore, ho moglie e figli! Sei solo un ragazzo, non vorrai sporcarti le mani alla tua giovane età! » L'uomo era evidentemente impaurito e non poteva nemmeno immaginare che l'otese si era già macchiato di sangue; ucciderlo non li avrebbe arrecato nessun rimorso. Ma un particolare giocò a fortuna dell'uomo, la piccola barca, la quale era approdato, emetteva dei rumori dovuti all'attrito con la spiaggia; Oniji non potè che voltarsi e osservandola riflettè: « Se la barca è di questo tizio, potrei chiederli un passaggio in cambio della sua vita. » Poi si rovolse all'uomo: « E' tua quella barca? » L'uomo esitò per qualche istante, poi rispose: « Si, prendila se vuoi. Ma per favore... » L'uomo smise di parlare, Oniji aveva puntato il kunai alla sua gola. « Bene, quindi non è un problema se mi scorti verso Kiri, giusto? » L'uomo annuì lentamente.
    Smontata la tende e raccolte le sue cose, Oniji e l'uomo, si diressero verso l'imbarcazione. « Ehm... ecco, ti dispiace se ti accompagno fino alla riva più vicina e non al porto? Meno mi faccio vedere in quel villaggio e meglio è. Potrai comunque passare per le mura... » L'uomo aveva visibilmente cominciato a tremare, uno spettacolo orribile agli occhi di Oniji. Il ragazzo si limitò a fare un cenno con il capo, l'importante per lui era raggiungere il villaggio. Il viaggio fu tranquillo e senza interruzioni, si poteva soltanto sentire il rumore delle acque, nessun scambio di parole fra i due.
    « Siamo arrivati. Ora se non ti dispiace devo proprio andarmene! » L'otese scese dalla barca, cominciando così il suo tragitto verso le mura che erano già visibili e non molto lontane.
    Arrivò quindi davanti all'ingresso ignorando tutte le persone che erano lì presenti, non rispettando nemmeno un ordine, casomai ci fosse stato. « Vorrei entrare, la motivazione è personale e non vorrei dirla a nessuno. Non c'è da preoccuparsi, non resterò per molto. » Disse il ragazzo, era fenomenale come riuscisse a mantenere quell'espressione e quel tono calmo e allo stesso tempo inquietante in tutte le situazioni.

     
    .
2644 replies since 28/1/2005, 14:01   43125 views
  Share  
.