[Secondo Accesso] Le Mura

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  1. Yami Kaguya
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    - I -

    Now, of All Times





    Mi mancava, Yamata. Mai come allora.
    In quel preciso momento difatti, avrebbe dovuto dirmi che stavo facendo una stronzata. Che tornare a quel modo nel luogo dove tutto era iniziato, a conti fatti non poteva essere un'azione con un motivo sensato, alla base. Che andava bene come amministratore di Oto, che andava bene come sfidante del Mizukage, che andava bene come visitatore a un vecchio allievo... ma come nukenin che si spacciava per un chunin comune, no.
    O meglio, magari la cosa sarebbe iniziata a quel modo.
    Poi però avremmo concordato su come fosse una veste nuova per visitare Kiri, e dunque avremmo proceduto lo stesso.
    Tra l'altro, mi sarebbe anche piaciuto fosse così, ma che a Kiri fossero tutti all'erta per un mio ritorno, potevo solo sognarmelo. Inutile che mi preoccupassi o che pensassi a piani per contrattaccare. Ero solo un visitatore, che lo volessi o meno.

    E a tal proposito, il viaggio era stato talmente noioso da rasentare il suicidio. E solo per quello, mi veniva da dire che aver tradito non era una brutta cosa, non avrei retto un mese a vivere su una dannata isola separata dal resto del mondo. Almeno nel camminare il tempo passava, ma bloccato su una barca, l'unica cosa che potevo fare era girarmi i pollici.
    O giocare con me stesso, la mia copia di default che chiamavo Mr. Wong. Magari era da sfigati, ma ero davvero arrivato al limite nel viaggio dal continente al porto. E piuttosto, mi preoccupavo potessero prendere la mia copia per un clandestino. Sarebbe stato difficile spiegare le cose, a quel punto.
    Comunque, ormai tutto ciò apparteneva al passato. Dopo aver rimesso i piedi per terra, camminare sino alle mura era stato facile... eppure, dovevo aver sbagliato a girare, visto come fossi finito in quella che sembrava la parte Sud. E persino uno come me sapeva che a Sud, l'unico modo per entrare era scalare le mura. Non esattamente il modo migliore per iniziare una visita pacifica.
    Per farla breve, ero stato costretto a costeggiare le mura, notando una bizzarra aggiunta dall'ultima volta, delle specie di giunti di metallo affilati che avrebbero dovuto scoraggiare gli intrusi, ma a conti fatti mah. Immaginai ci fossero fin troppi modi per fregarsene di cose simili, ma di sicuro non erano affari miei. Per quel che mi riguardava Kiri per me era morta come lo ero io per lei.
    L'unico motivo che mi portava lì, era il divertimento provocato dal parlare al mio ex villaggio in tutta tranquillità. E forse sì, una lieve nostalgia per l'ambiente... oltre alla curiosità di vedere se Shiltar aveva davvero, un arredamento formato d'ossa.
    Anzi forse l'ordine delle motivazioni era invertito come importanza, a ben pensarci.

    Uff... ma dimmi te se si può mettere una sola porta su tre lati di mura, manco fossero in crisi economica.
    Chissà dove li han trovati i Ryo per tutta quella ferraglia poi...


    Alla fine, lentamente, superai l'angolo che connetteva le mura Sud e Ovest, e finalmente iniziai ad avvicinarmi al cancello principale, anche se... una volta arrivato in prossimità dello stesso, mi accorsi che non ero, l'unico visitatore quel giorno.
    Per quanto fossero uno più strano dell'altro, a essere sinceri. Quello che sembrava il più grande, aveva praticamente metà della faccia coperta da delle bende, ma avvicinandomi vidi che quello rappresentava tutto sommato il suo tratto caratteristico più notevole. Certo venire a Kiri con una maglia a mezze maniche, o canotta che fosse.... doveva avere una resistenza al freddo notevole, oppure i suoi denti dovevano star battendo alla grande sotto le bende.
    Dall'altra parte invece, avevamo quello che sembrava un ragazzino appena adolescente, nano, e con dei capelli rosso fuoco che definire come "vistosi", era un complimento. La genetica era davvero una cosa meravigliosa, dal punto di vista scentifico. Da quello pratico invece, a volte non capivo davvero come uscissero fuori cromosomi simili.
    Ad ogni modo, lentamente, finii per ridurre a pochi metri la distanza fra noi, e dunque senza dire una parola per parecchio tempo, mi misi accanto a quei due, senza però degnarli di uno sguardo in un primo momento. Mi concentrai invece sul portone, ma non sembrava ci fossero guardiani in procinto di aprire a chicchessia.
    Tanto valeva attaccare bottone, dunque.

    ..Umm... scusate, ragazzi?
    Avete già avvisato della vostra...


    Mi rivolsi a loro nel solito modo, con cortesia, cercando di essere gentile... ma vidi qualcosa, che mi gelò il sangue nelle vene.
    Il ragazzino dai capelli rossi, aveva un che di familiare. E oltre a lui, c'era un animale bianco che portava sulle spalle, anche più familiare. Rimasi in silenzio alcuni istanti, e quindi mi avvicinai al ragazzino, decisamente più alto di quanto lo ricordassi, e fissai quelle iridi che aveva ereditato da sua sorella, e che per certi versi avevo copiato a mia volta. Mi rendevo conto di non essere esattamente "normale", ma credevo davvero di star prendendo un abbaglio. Poteva essere davvero il ragazzino che avevo visto per l'ultima volta a Oto addormentato in casa di sua sorella? Alla faccia dell'essere nella fase della crescita... doveva avere nemmeno quattordici anni, ma ne dimostrava decisamente qualcuno di più, almeno secondo la mia scala di valori.
    Dopo però alcuni secondi a quel modo, a rompere la tensione ci pensò qualcos'altro. Per la precisione, l'essere che stava sulla schiena di Ryutsuki superò la sua spalla, e saltò sulla mia senza preavviso, facendomi allontanare di scatto e girare la testa sino a fronteggiare un muso felino che mi stava annusando senza ritegno.
    Ahia...

    ...Perdoni la franchezza, ma... per caso ci conosciamo?
    Sà, ha un che di familiare, questo gatto. Come si chiama?


    Probabilmente avrei dovuto ringraziare, che gli animali non sapessero parlare. Per come se ne rimase sulla mia spalla alcuni secondi senza muoversi, immaginai avesse già afferrato chi fossi. Fin troppo intelligente come sempre, accidenti a lui...

    Oh, mi perdoni, che maleducato. Prego, tenga... il mio nome è Hakuya, Marishiei Hakuya, da Konoha. Sono in visita di piacere a Kiri, mentre voi... posso sapere con chi ho l'onore di parlare?

    Afferrai con calma il gatto da sotto le zampe anteriori, e tenendolo sollevato poi anche per le posteriori con una mano, lo aiutai a risalire sul ragazzino che aveva evidentemente ereditato in pianta stabile il mio ruolo di trespolo. Chissà che ci faceva lui, a Kiri. Forse era in visita a sua volta... o forse chissà, sinceramente i due non sembravano affiatati per niente, com'è che l'otese sembrava....
    ..Aspetta... era un... coprifronte di Kiri, quello che aveva addosso?!
    A guardare bene, non vedevo più nemmeno il simbolo dei Kazekumo, sui suoi vestiti. Strano non ci fosse un coprifronte otese... ma a conti fatti, nemmeno ero sicuro Shin l'avesse mai registrato, come cittadino. E ora... mi chiesi come l'avesse presa. Ironico, che avesse scelto proprio Kiri, come villaggio. Mi chiesi se avesse incontrato Kyoshiro, durante la sua permanenza. Su Shiltar beh, non c'erano dubbi.
    L'unica cosa a consolarmi, era che sembrava non fossi l'unico, a non apprezzare Oto. Per quanto non ricordassi numerose occasioni in cui io e quel ragazzino fossimo mai andati d'accordo.
    ...E in effetti, perchè Kiri? Che diamine ci trovava in un posto simile? Non dirmi che era tornato Kyo e ora era lui a beccarsi il titolo di "fratellone". O magari era Itai che se l'era portato in giro fin là e l'aveva fatto rimanere?
    ...Qualcuno mi dicesse che non era un allievo del mio allievo o di Godsan, tutto ma quello no....
    Continuai con quei pensieri ancora un bel pò, peggiorando di molto il mio umore, ma nel mentre ebbi quantomeno la lucidità mentale necessaria ad assicurarmi, che qualcuno avesse suonato il campanello di quel posto.

    Ah, giusto...
    prima che passiamo l'intera giornata qui, non vi ho interrotto prima che chiamaste i guardiani, vero?


    Meglio deviare il discorso, per il momento. I ricordi stavano iniziando ad affluire, e mi serviva la mente fresca per sparare le idiozie in risposta alle domande dei guardiani. Chissà cosa mi avrebbero chiesto e quali modi si sarebbero inventati per cercare trucchi nascosti o simili.
    Chissà poi se c'era effettivamente ancora il mio nome, nelle liste dei ricercati. La curiosità mi stava divorando.
    E a proposito, chissà chi era di turno a quell'ora. L'unica cosa certa, era che non vedevo l'ora di iniziare.
     
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