[Secondo Accesso] Le Mura

[Free GdR] [Macro GdR]

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  1. B l o o d
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    Una figura ignota giunse alle mura di Kiri in silenzio, senza scorgere parola alcune, e celando l'effige dal manto nero, proseguiva con passo lento, senza lasciar trafilare una minima adocchiata. Portava il coprifronte di Kiri, era del paese ed i guardiani delle mura non dovevano temere. Tornava da castlevania, in viso era dipinto un espressione normale, seppur fredda

    Sono Keiji Eisuke Shinretsu, aprite

    Con tono impetuoso, quasi come volesse dettare un ordine si fece spalancare le porte, dirigendosi verso il clan shinretsu, ma prima doveva far visita all'amministrazione.
     
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  2. Raiga~
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    Una figura giungeva a Kiri, accompagnata dalla nebbia e muovendosi silenziosamente per non attirare troppa attenzione.
    Sulla fronte era ben visibile il coprifronte di Kiri, segno che il ninja non era nè un forestiero, nè uno straniero o qualcosa che fosse comunque estraneo al villaggio delle nebbie.
    Zubera si sporse dalle mura per osservarlo arivare di fronte al cancello.

    CITAZIONE
    Sono Keiji Eisuke Shinretsu, aprite

    Di solito i ninja che pretendono di entrare qui chiedono per favore; ma visto che sei un mio compaesano, Shinretsu-kun, farò finta che tu me lo abbia chiesto.



    Dopo essere sceso dalla sua postazione, aprì il cancello; fece entrare l'altro ninja di Kiri, certo che una perquisizione non era richiesta, poichè era un membro del suo stesso villaggio.

    Ora vai per la tua strada, Shinretsu-kun.

     
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    Y Danone
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    Dalle Nebbie del Passato...

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    Era notte fonda quando un pipistrello raggiunse le mura di Kiri recapitando una missiva che scivolò tra le mani del guardiano sugli spalti.

    La missiva recava il simbolo dei Jaku ed era indirizzata agli amministratori del villaggio.


    Il contenuto della missiva una volta che l'avessero ricevuta ed aperta recitava le seguenti parole:

    "Durante la notte di Halloween il castello dei Jaku aprirà le porte per un ballo in maschera che durerà più di un giorno. Un'intera ala accoglierà gli ospiti che potranno usufruire di comode camere se desiderano cambiarsi in loco o per riposare. Essendo un territorio neutrale si prega di lasciare a casa i segni distintivi del proprio villaggio di appartenenza.
    Si invita gentilmente l'amministrazione del villaggio di rendere noto l'evento ai propri abitanti.

    Shinodari Jaku,
    responsabile dell'orgazzazione"


    OT

    CITAZIONE
    L'evento è stato autorizzato.

     
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  4. M e r i u `
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    Strano fu il ritorno del giovane Genin, che finalmente si ritrovava davanti alle mura della sua amata Kiri, nell'attesa di qualcuno che aprisse. La testa frugava, la mente indagava, nell'attesa sempre più opprimente di ritornare a casa.

    « Dobbiamo far notte per attendere di aprire ste dannate porte ? Suvvia... »

     
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  5. Raiga~
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    Strana la notte in cui il giovane Genin siedeva sulle mura, osservando il mondo di fronte a lui nel tentativo di scorgere qualunque cosa potessero essere in grado di vedere i suoi occhi verdi.
    Solo le distese intorno a Kiri e, come saltato fuori dal nulla, qualcuno. Qualcuno che camminava verso il villaggio, non con un carro appresso come un commerciante, non con la famiglia come un turista, ma solo, come un lupo solitario o, cosa assai più probabile, un ninja.
    Non fu difficile al giovane guardiano riconoscere la figura di quello che un tempo lo aveva sconfitto - che finora era il solo ad esserci riuscito, tra l'altro -, ma fu quasi contento che, una volta tanto, a Kiri la gente tornava quando la maggior parte usciva senza mai fare ritorno a casa.

    CITAZIONE
    « Dobbiamo far notte per attendere di aprire ste dannate porte ? Suvvia... »

    Il Kaguya parlò così, il tono apparentemente scocciato e seccato dalla lunga assenza dalla patria. Così, senza proferire parola al vagabondo, Zubera aprì le porte del villaggio al auo compaesano.
    Qualora fosse entrato, Zubera avrebbe richiuso subito le porte dietro di lui, tornando al suo compito.
     
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    ARRIVO A KIRI



    Diogenes camminava con passo calmo ammantato in un cappotto forse troppo pesante per la stagione allora in vigore. Il suo bel kimono era riposto nello zaino che portava sulle spalle e che pesava non poco. Camminava a testa bassa perseverando in una direzione che non aveva cambiato dall'inizio del suo viaggio, quando era partito da Oto. Era ormai mattino quando la luce gli permise di scorgere le mura che custodivano il villaggio della nebbia. Con fare cauto si avvicinò a quell'avamposto di guardia, pienamente cosciente delle insidie che vi potevano essere nascoste. Arrivato ad una distanza dalle mura dalla quale la sua voce poteva essere ascoltata con chiarezza, disse:

    " Guardiano di Kiri, il mio nome è Aloysius Diogenes Mikawa e vengo da Oto. Richiedo di entrare nel villaggio come amico giacchè nessuna intenzione ostile mi muove e, se sarà necessario, porrò qui le armi che mi sono portato dietro. Sono in visita ad un amico."


    Parole ferme e schiette uscirono dalla bocca del mikawa, che calmo sostava in quel loco.


    CITAZIONE
    OT/ Uscita accordata da Yami, anche se ancora non presente in amministrazione di Oto. Sono qui per svolgere un allenamento per la Rossa. /OT

     
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    Vidì arrivare un nuovo ospite alle nostre mura.Era calmo e non sembrava avere intenzioni maligne.Con voce calma parlò,rivolgendosi verso di noi.Dissè che veniva per far visita ad un amico,e per svolgere un allenamento.Non c'era nessun tipo di problema.Quel individuo poteva benessimamente entrare,ma lo dovevo perquisire e lui doveva sbarazzarsi di tutte le sue armi.Così,prima che Zubera gli avrebbe potuto rispondere,e non aprendogli la porta del villaggio,dissì:
    La prego,metta tutte le sue armi vicino a lei.Poi,con passo lento e tenendo le mani ben visibili,si avvicini alle mura
    Io,avrei osservato cosa avrebbe fatto quel individuo,per poi decidere cosa fare dal canto mio...
     
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    La prego,metta tutte le sue armi vicino a lei.Poi,con passo lento e tenendo le mani ben visibili,si avvicini alle mura

    Il giovane mikawa eseguì quello che gli veniva chiesto di fare. Si preoccupò di tenere le mani in posizione tale che fossero ben visibili. Dalle sue azioni si poteva evincere una certa stanchezza, infatti il viaggio lo aveva spossato. Eppure nella mente di Diogene il dolore fisico non aveva alcuna valenza. Gli importava solamente incontrare quella persona...

    Quando ebbe fatto tutto come gli veniva ordinato, con passo lento si avvicinò alle mura e disse :

    " Ho fatto ciò che mi avete chiesto...posso entrare?"

     
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    Certamente,ma prima devo perquisirla,per essere sicuri che non nasconda qualcosa...
    Con queste parole,scesi dalle mura,e aprii la porta.Poi uscii fuori,e giusto per sicurezza,cacciai la mia lama preferita,il Fuuma Kunai.Mi avvicinai da lui,e cominciai a perquisirlo,prima dando un occhiata nelle maniche,del ragazzo,poi sotto le scarpe,nelle tasce e nei altri posti in cui poteva essere nascosto qualcosa di pericoloso.Nel caso,non ci fosse niente,mi sarei messo a lato per farlo passare.Ma nel caso avrei trovato almeno qualcosa acuto o pericoloso,mi sarei preparato a combattere...
     
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    Il ninja che si avvicinò all'otese era poco più di un principiante...lo si capiva dal modo di agire e dai sui atteggiamenti.

    " Quante formalità...possibile che solo un ninja è alle difese di questo villaggio? "


    Comunque si fece perquisire, non c'erano problemi. Una volta controllato il suo stato, il ninja lo fece passare.

    " Cinque giorni e mi ritroverai alle mura per riprendere i miei oggetti personali, fino ad allora custodiscili con cura. A breve..."


    Prese dunque a camminare verso il centro del villaggio, meta palazzo amministrativo.


    CITAZIONE
    OT/ Posto in amministrazione per il permesso di soggiorno./OT

     
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    Ti aspetterò con anzia...ah,buona permanenza a kiri...
    Gli augurai facendolo passare d'avanti a me,per poi prendere tutta la sua roba e portarla dentro il villaggio.Chiusi per bene la porta dietro di me.Poi,sè il ragazzo si fosse allontanato o no,sarei andato alla mia posizione iniziale,a guardare il mangifico panorama che si apriva d'avanti ai miei occhi...
     
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    Post di fuga: UNA FINTA VITA



    Tratto dal diario di
    Hohenheim Kakita



    Tutto accadde una sera di novembre. Il focolare acceso del camino, una cena all’apparenza tranquilla, comune come tutte le altre. Il giorno prima aveva compiuto otto anni...che momenti felici. La festa era stata magnifica, il divertimento prevaleva su tutto.

    Però non tutto dura in eterno. Quella sera si era più silenziosi del solito, in genere il papà e il nonno discuteva anche vivamente su argomenti vari creando come piccoli dibattiti per ogni scemenza; la mamma dava da mangiare ai piccoli che tra una smorfia e qualche grida riempivano la stanza di rumori. Ma anche loro quella sera erano silenziosi, evidentemente prima di me si erano accorti di quello che stava per accadere di li a poco.

    Rimanemmo al tavolo io, il papà e il nonno mentre la mamma metteva a letto i miei due fratellini. Erano le undici passate. Papà parlò:

    “Hohenheim ieri hai fatto otto anni e, nonostante la tua giovane età, sei molto più maturo e grande di molti adulti...fino a dove arrivano i tuoi ricordi?”


    La domanda era strana, forse un test all’improvviso per verificare la mia lucidità...no, impossibile il papà aveva una voce triste, molto...troppo intensa.

    “ Bè ricordo la gita al lago. Era primavera avevo circa cinque anni...”


    “Si ma prima di quella data c’è qualcosa...ricordi?”


    “ ...adesso che ci penso...il compleanno del nonno...ho vaghi ricordi d quell’evento. Potevo avere tre-quattro anni.”


    “A quanto vedo non ricordi proprio che c’era prima di tutto questo...Bene credo sia giunto il momento di rivelarti qualcosa sul tuo passato.”


    La voce era tremolante ma risoluta. Già mi stavo agitando...ma cose era questa storia? Il nonno era seduto sulla sedia a dondolo, non diceva una parola. Stava con i polpastrelli dei pollici sulle tempie, ascoltando la conversazione.

    "Allora, procediamo per ordine. Penso che tu sia abbastanza grande da capire quello che ti sto per dire quindi ti prego di farmi finire senza interruzioni...alla fine potrai reagire come meglio ritieni opportuno...La mamma ed io ci siamo sposati, come tu hai visto dalle foto del matrimonio, che eravamo molto giovani. Questo circa dodici anni fa. Quegli anni passarono veloci ma non riuscimmo a metter su famiglia...
    Questa era la nostra situazione circa otto anni fa. Date le mie conoscenze per lavoro, avevo contatti con numerose famiglie di molto villaggi diversi. Un giorno arrivò un’aquila, si vedeva apparteneva al villaggio di Suna, Tra se sue zampe portava un fardello che lasciò davanti casa. Quando io e la mamma lo analizzammo, potemmo notare che il “dono” era un fanciullo neonato di pochi mesi. Insieme ad egli c’era una lettera.”


    Già un’idea si stava creando nella mia mente...un’idea che non mi piaceva quindi decisi di non tenerla conto. Intanto il nonno si era alzato e tra le mani stringeva una lettera, con la cera lacca spuntata. La posò sul tavolo e me la porse.

    “ Il mittente è una giovane ragazza del villaggio della Sabbia, Elena. Ella è stato il mio primo amore ma, dopo l’arrivo di tua madre, i nostri rapporti si spezzarono e mai la rividi...mai risentii le sue parole fino all’arrivo di quella lettera. Ormai conosco a memoria i contenuti del messaggio, per tante le volte che l’ho letto...Caro Zashi, ti affido questo pargolo frutto dell’amore tra me e il mio defunto marito. Spero che tu lo mantenga e lo tratti come un figlio, dato che tanto ho sperato potessi essere tu suo padre. Non ho ne le forze né le facoltà per mantenerlo…ti prego tienilo e crescilo. L’ho chiamato con il nomadi suo padre Hohenheim...Se mai un giorno dovessi avere il coraggio di rivederlo, mi farò viva io...con tanto affetto...Elena.”


    Intanto il dito scorreva veloce sulle parole della lettera, quasi in contemporanea con le parole di papà. In quegli istanti la mente formulava e cancellava milioni, miliardi di pensieri. Passai attraverso tutti i sentimenti concepiti dalla natura umana ma fermo stavo lì con la lettera tra le mani.

    “Non ti sei mai chiesto perché il tuo nome così strano. È tipicamente un nome del costume di Suna. I tuoi tratti si sono tipici di Kiri...ma questo perché tuo padre era originario di qui...”


    Sembrava volesse andare avanti, però le parole non uscivano dalla bocca che, come senza fiato, si muoveva senza emettere suono. Momenti di teso silenzio, non riuscivo a rispondere alle affermazioni di mio padre. Potevo solo sentire in lontananza il soffocato singhiozzare di una donna...la mamma stava piangendo.

    Posai la lettera sul tavolo e subito corsi per le scale a chiocciola. La mamma era lì seduta sugli scalini con le mani sul viso e sui capelli in un bagno di lacrime. Rapido le salti in braccio e la strinsi forte a me...

    “Non ti preoccupare mamma, per me sei solo tu l’unica mamma.”


    La presa su di me si fece più forte. Il caldo petto di quella sul mio, le mani che mi stringevano forte a se, tutto il corpo avvinghiato alle mie membra. Chiusi così gli occhi e mi lasciai andare. Uno strano sonno cadde su di me e il buio prese il sopravvento.

    [...]



    Il giorno seguente mi risvegliai nel letto di camere mia. Era alba da un pezzo e i raggi di luce penetravano dalla veranda illuminando la stanza di un giallo ancora acerbo.
    Il ricordo della sera prima era nitido nella mia mente. Adesso provavo una forte rabbia ma allo stesso tempo la voglia di sapere più cose a riguardo era tanta. D'altronde ieri papà non aveva finito del tutto il discorso. Quando scesi giù l’atmosfera era ancora tesa. Mamma bazzicava tra i fornelli e il nonno e il papà stavano parlando a tavola. Decisi subito di rompere il ghiaccio.

    “ Buongiorno a tutti! Per quanto riguarda ieri sera posso solo dire che apprezzo la vostra onestà e posso comprendere la forza che avete avuto per dirmi determinate cose. Ma voglio che sia chiara una cosa: per me siete voi la mia famiglia.”


    Era sorprendente come in quella situazione avessi avuto la freddezza di essere così razionale. D'altronde avevo solo otto anni, un altro ragazzino della mia età neanche avrebbe capito le cose che mi erano state dette in quei giorni. Comunque un largo sorriso si accese sui volti dei lì presenti e l’argomento fu riaffrontato con più calma e precisione.
    Quella mattina si parlò di tutto. Compresi molte cose riguardo Suna, l’abbandono e in particolar modo su Elena. Donna molto giovane, più della mamma, economicamente non se la passava bene...

    “ Attualmente non so con certezza se è viva, però si possono fare indagini...”


    Furono queste le parole di papà che più mi scossero. Dalla sera precedente avevo capito che ella era morta, dato che non si era fatta vedere per tutti questi anni.

    Più cercavamo di indagare, con il passare del tempo, più il mio piano di stava elaborando nella mia mente. Era logico volevo andare a vedere se mia madre, quella genetica, era ancora viva e magari chiederle un perché più profondo sul mio abbandono. Di certo la mia famiglia non mi avrebbe impedito nel tentativo.

    Passò un mese esatto dal giorno delle “verità” e ormai avevo deciso: sarei andato a Suna. Sapevo che il passaggio di villaggio non era così facile quindi decisi di escogitare un piano. Il nonno in questo mi fu molto utile e, all’insaputa di mamma e papà, mi aiutò nei miei intenti. Dovevo lasciare il villaggio in qualche modo. Questo avrebbe comportato un mio passaggio di stato da ninja di Kiri a traditore. Difficilmente sarei potuto rientrare nel villaggio, ma era il risvolto della medaglia che avrei dovuto sopportare. La cosa più difficile fu convincermi ad abbandonare i miei amici, i “parenti” del posto, il luogo tesso del villaggio...mi feci forza.


    [...]



    Tratto dal diario di Hohenheim Kakita
    4 Dicembre



    LASCIANDO KIRI



    Quando l'impiegato mi diede il definitivo lasciapassare, non reagii in alcun modo strano. Con un sonoro "Grazie!" uscii dalla porta per dirigermi alle mura. Con passo rapido annulai la distanza che mi separava dal tradimento. L'impiegato era stato molto preciso: se tradivo Kiri diventvo un ricercato essendo genin...
    Mi presentai alle porte ove alcune guardie erano lì appostate per difendere il villaggio. Con tono elevato pronunziai:

    " Salve guardiano. Devo abbandonare il villaggio per una missione. Questo è il lasciapassare firmato dall'amministrazione."


    E tesi il foglio verso il ninja reggente di quel luogo. Orami non avevo più rimossi in quello che facevo...mi ero deciso niente poteva farmi cambiare idea.


    SPOILER (click to view)

    Narrato - Grigio / siz.1
    Parlato Hohenheim - Porpora
    Pensato Hohenheim - Bianco
    Parlato Terzi - altri colori


    Il primo post è la spiegazione in gdr del mio tradimento. Il preambolo era necessario necessario.
    Chiedo scusa per la discussione sulla tecnica. La seconda parte la posto appena l'amministrazione di Kiri risponde.


    Edited by - Hohenheim - - 23/12/2007, 11:02
     
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  13. Ishimaru Kaguya
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    CITAZIONE
    OT
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    La henge modifica solo l'aspetto esteriore non ti conferisce le abilità di un uccello
    altrimenti come disse Shiraki io diventerei uno con un armatura di adamantio
    /OT

     
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    La tecnica, come da regolamento, dice che il ninja prende le sembianze dell'animale o persona scelto. Per tanto ne acquisisce le caratteristiche. Ad esempio si scegli pesce, il quale possiede le branchie, respiri sott'acqua. Questo è nella sua natura, non puoi modificare questo. Un uccello di suo, anche se dopo un pò di pratica, è in grado si volare. Questo si capisce dalla tecnica la quale dice che il ninja prende le fattezze di un animale, quindi acquisisce le sue caratteristiche. Questo è quello che ho capito io. Se mi sbaglio non ho problemi ad esitare il post ^^ e trovare un altro modo di fuga.

     
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  15. ~ IcaruS ~
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    CITAZIONE (Ishimaru Kaguya @ 5/12/2007, 15:16)
    CITAZIONE
    OT
    :argh: :argh: :argh: :argh: :argh: :argh: :argh: :argh: :argh:
    La henge modifica solo l'aspetto esteriore non ti conferisce le abilità di un uccello
    altrimenti come disse Shiraki io diventerei uno con un armatura di adamantio
    /OT

    CITAZIONE
    Scusate l'intromissione, ma effettivamente è così. La henge no jutsu non ti fornisce le capacità dell'essere in cui ti trasformi, ma solo la forma apparente.

     
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2644 replies since 28/1/2005, 14:01   43114 views
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